Proporzionale con collegi uninominali e premio di governabilità. Una soluzione che manda in soffitta l'esito immediato delle urne: lo chiamano inciucio ma più sobriamente è la democrazia.
La lettera di Michele è avvolta nell'illusione - o speranza, ancora una volta il tragico gioco delle prospettive - che queste parole non cadano nel vuoto. Ma la realtà è un'altra: queste parole verranno inghiottite dalla cronaca, dalla routine che è la vita, dall'egoismo che ci naviga intorno. Queste parole scompariranno. Resterà il dolore degli amici, il dolore dei genitori. Qualche ricordo.
Sull'Europa il Partito Democratico è chiamato alla sfida più grande e difficile degli ultimi cinquant'anni. Un congresso serio e profondo, per confrontarci su quale Europa vogliamo, senza slogan e con un pensiero lungo. A più velocità? Non sono convinto sia la strada giusta. Oggi alla politica è chiesto coraggio. Ci sono già troppe velocità: dalla moneta per alcuni, a Schengen per altri, alla Difesa con visioni diverse, dall'unione bancaria all'immigrazione, dal mercato unico al fisco, al welfare su cui ognuno fa quel che gli pare.
Perché vivere, è vero, non è un dovere. È un tentativo costante di far fronte a tutto nel migliore dei modi possibili. È una scelta: vado avanti o mi fermo? Michele si è fermato ha scelto di fermarsi. Ma la colpa non è del ministro Poletti, non è del lavoro che manca o dell'amore che latita. Non si tratta di distribuire colpe, ma di assumersi responsabilità. Non può essere che una lettera da cui trapela la sconfitta di un essere umano diventi la bibbia su cui decodificare la sua generazione.
L'Italia ha bisogno di una buona legge elettorale che dopo la pessima esperienza del Porcellum e dopo che l'italicum è stato messo in crisi dall'esito del referendum, assicuri un equilibrio tra rappresentanza e governabilità. Non possono più esserci nominati né curvature iper-maggioritarie. L'iniziativa spetta al Partito Democratico, prima forza del Parlamento e guida del governo. Dobbiamo provarci con convinzione.
Non si è fatta attendere la risposta iraniana alle nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti all'indomani dei test missilistici iraniani dello scorso gennaio e sul travel ban, con un duro discorso di Khamenei e un intervento televisivo del presidente Rohani. Una risposta dura, che tuttavia non aggiunge molto a quanto già noto sulle posizioni iraniane, e soprattutto non mette di fatto in discussione i risultati finora raggiunti.
Grillo e Trump: da posizioni per fortuna non coincidenti - il primo è un ex comico che per ora resta un leader politico d'opposizione, il secondo un ex conduttore televisivo, oltre che costruttore edile e finanziere, eletto presidente della prima potenza globale - entrambi condividono la guerra senza quartiere al sistema dell'informazione, di cui vorrebbero la sottomissione.
Nel mondo virtuale i ragazzi diventano più disinibiti, si galvanizzano gli uni con gli altri. Davanti a un telefono o a un pc si pensa di poter controllare tutto e si fa leva su un'audience che ti incoraggia a superare il limite. Il segreto è chiedere proprio ai ragazzi di partecipare all'ideazione di un intervento, come se ci facessero da consulenti: ci insegnano quali mezzi usano per comunicare e come li usano. Per battere il bullismo ci vuole educazione.
Oggi l'impressione è che l'Europa lasci agli Stati quel che è residuo e, soprattutto, che le quote di sovranità nazionale non siano devolute a una entità più ampia che risponda a una più ampia sovranità, ma che - nel processo di transizione - finiscano con l'evaporare, andando a determinare un potere sostanzialmente privo di controllo democratico.
All'inizio hanno le sembianze di innocui scherzi. Poi diventano sempre più pesanti, più aggressivi. Fino a che la vittima prescelta si ritrova sull'orlo di un baratro, dal quale urlare per chiedere aiuto sembra quasi impossibile. I dati sono inquietanti: tre giovani su quattro temono di diventare bersagli del cyberbullismo. Soltanto con una sana alleanza fra politica, scuola e istituzioni si possono creare gli anticorpi per sconfiggere questo odioso fenomeno che è figlio, soprattutto, della noia e dell'ignoranza.
La questione sahrawi è da tempo in un cono d'ombra, eppure la controversia diplomatica che vede contrapposti il Regno del Marocco e la Repubblica araba democratica dei Sahrawi, resta cruciale per l'equilibrio della regione.
Spostato ai margini del campo dopo il "rigore tirato malissimo" dal suo capitano, Luca Lotti ha preso a cavalcare la fascia come un'ala vera e a fare politica sul serio. La sua prima giocata alla Lega Calcio non è da poco se si considera che tra i papabili spicca il nome di Walter Veltroni. Si dirà, è solo calcio. E si sbaglia.
In Italia, paese nel quale la classe dirigente si ricorda di essere classe dirigente solamente quando c'è da sentenziare e sindacare sul lavoro altrui, la scuola ha perso centralità negli anni perché è stata semplicemente svuotata di contenuti. Schiacciata dalle contingenze del presente, oberata da mille problematiche, non riesce più a programmare il futuro. Nel contenitore scuola, più volte delegittimato dai suoi stessi operatori, troviamo un'apatia generalizzata difficile da scalfire.
Sono rimasta molto colpita dall'attacco portato al Papa pochi giorni fa, tramite dei manifesti tesi a denigrare l'idea stessa alla base del suo - per me straordinario - pontificato: quella misericordia, cioè, che troppo spesso la Chiesa ha dimenticato di mettere al centro del proprio operato nel corso della sua storia. Il riformismo di Francesco spaventa molte persone che, dietro un generico concetto di "conservatorismo", vivono con sofferenza quelle che sono le scelte e le decisioni di Bergoglio.
La vicenda della Raggi sta ponendo un dilemma all'opinione pubblica: i Cinque Stelle sono in grado di governare un paese complesso e difficile come l'Italia? M5S sembra comunque ancora segnato dal "peccato originale", un peccato che definirei di superbia: ovvero il non dialogare con chi non si considera sufficientemente puro. Ma non dialogare con la realtà circostante è un male in senso assoluto, un autismo politico che non porta a nulla di buono.
Ahmadreza Djalali sceglie ad aprile 2016 di partecipare anche a un convegno nella sua Tehran. Un errore che paga carissimo: dal 24 di quel mese, data del suo arresto, di Ahmad arrivano in Italia notizie a singhiozzo. Frammenti di verità misti a speculazione del regime. Torture, prigione, minacce, spionaggio. Di Ahmad non si sa più nulla.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull'Italicum, la politica ha intensificato la discussione sul sistema elettorale e sull'opportunità di elezioni anticipate. C'è chi vuole andare al voto con le attuali leggi, chi vuole far ripartire l'iter parlamentare dal Mattarellum, chi preferisce il proporzionale e chi spinge per un maggioritario. Nessuno però sembra interessato a risolvere la situazione di centinaia di migliaia di cittadine e cittadini che studiano in città molto distanti dal loro luogo di residenza: i fuorisede.
In Italia l'industria creativa continua a crescere a dimostrazione della vitalità del settore e dell'importanza che sempre più riveste quale uno dei "motori" economici del paese. Il settore audiovisivo (cinema, tv, home entertainment) è il primo per valore economico dell'industria creativa e il secondo in termini di occupati. Tra i segmenti del comparto, particolarmente dinamico è risultato tra gli altri il cinema grazie agli incrementi dei contributi pubblici e soprattutto per mezzo degli investimenti in produzioni cinematografiche.
Un'Afrodite è riemersa qualche giorno orsono dal mare di Taranto, sotto forma di statuetta bronzea. Troppo bella la storia di un'antica dea dal mare: profuma di grande scoperta, con quel tocco atlantideo della civiltà scomparsa, che non guasta mai. Brutto mestiere, quello del guastafeste, eppure qualcosa che non va nella statuetta tarantina c'è.
Ci immaginiamo come un Dem-Chisciotte: l'umorismo di Cervantes ci guida a rifiutare l'irrazionalismo e ci accompagna per svelare le interessanti ambiguità del reale. Chissà se in giro per l'Italia ci sono altri come noi che inseguono i sogni e cavalcano dei Ronzinanti. Siano essi fuori o dentro il Pd, pronti a ripercorre quel sentiero che si estende oltre ai mulini a vento. Oggi non servono i renziani, forse non sono mai serviti, i dem-chischiotte invece sì.
Paolo Cognetti ha scritto un romanzo dove ogni parola è pesata al grammo e significa qualcosa, è necessaria e bilanciata. E anziché dire "natura" e "amore", chiama le cose con il loro nome, con le giuste parole, che a leggerle sembra non potrebbero mai essere sostituite da altre. Sembrano scolpite nella roccia e pronte a essere tramandate nel tempo.
Edipo è uno di quei personaggi ''fondanti'' la storia del teatro universale. Ogni grande attore dovrebbe rileggerlo di tanto in tanto per riscoprire i suoi tesori filosofici e letterari. Per questo siamo grati a Glauco Mauri, che dall'alto dei suoi 86 anni portati giovanilmente ci offre quasi a ogni stagione un incontro con un grande classico, sia una tragedia greca, sia uno Shakespeare di grande levatura. E questa volta tocca al capolavoro di Sofocle.