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"Preoccuparsi è come fare due cose contemporaneamente: ecco perché ci si 'paralizza'": la spiegazione della psicologa Sian Beilock

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DEPRESSION
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Quando qualche preoccupazione gira e rigira nella nostra mente, ci sentiamo quasi paralizzati: abbiamo la sensazione di non riuscire a portare a termine nulla perché il nostro pensiero è sempre focalizzato su quel punto. Sian Beilock, psicologa dell'università di Chicago, che ha basato tutta la sua carriera sullo studio dell'ansia, ha spiegato al Wall Street Journal perché le persone tendono a fallire quando sono sotto pressione: "Quando abbiamo delle preoccupazioni, queste catturano la nostra attenzione. È come se facessimo due cose contemporaneamente", ha affermato.

Quando siamo preoccupati può diventare difficile fare qualsiasi cosa: scrivere, lavorare, parlare in pubblico. "Si tratta della cosiddetta 'paralisi da analisi'", ha spiegato: nel momento in cui si è impegnati ad analizzare un problema, si è più propensi ad andare in confusione, ad "immobilizzarsi".

Sian Beilock ha trascorso anni a studiare diversi tipi di ansie e preoccupazioni: da quelle sperimentate dagli studenti in classe (si è interessata soprattutto di "ansia da matematica") a quelle provate da chi deve esibirsi in pubblico. Il Wall Street Journal ha ripercorso la sua carriera, sottolineando come, a 41 anni, la ricercatrice abbia già pubblicato 100 ricerche. A gennaio del 2017, Beilock ha vinto il Troland Research Award della National Academy of Sciences da 75,000 dollari, che utilizzerà per migliorare le tecniche che aiutino i bambini a superare la pressione a scuola.

Ma è nel suo Human Performance Laboratory, di cui è direttrice, che, insieme ai suoi colleghi, indaga sui meccanismi che portano le persone a fallire sotto pressione. Come campione di studio di solito vengono presi i giocatori di golf, che spesso non mandano in buca la pallina quando sono di fronte agli spettatori. A mandarli fuori strada sarebbe proprio l'"overthinking", ovvero il pensare troppo e il focalizzare la propria attenzione sugli aspetti tecnici del proprio colpo.

Essendo una "specialista" nel campo delle preoccupazioni, Beilock è in grado di fornire anche qualche suggerimento su come venirne a capo. Un'ottima strategia, secondo la studiosa, sarebbe quella di appuntarsi qualsiasi pensiero carico di ansia: in questo modo le preoccupazioni diventano concrete e smettono di distrarci e di infastidirci all'improvviso perché, di fatto, sono già state messe nero su bianco. Un'altra tecnica potrebbe essere quella di metterci in pausa, ossia fermarci nel bel mezzo di una situazione stressante, semplicemente per prendere un respiro o per fare una passeggiata. "Pensiamo che sia la mente a dire al corpo cosa fare - ha spiegato - ma non è sempre così".