|
Recent articles by Donato Romito
Italia: ammortizzatori sociali e "patto di servizio" Sep 10 15 Per Chi Suona La Crisi Apr 21 15 Il Jobs Act figlio delle linee di ristrutturazione dell'industria in E... Mar 05 15 Italia: la lotta contro la riforma della scuola![]() ![]() ![]() ![]() Difesa sindacale e Contratto Nazionale Quella dei lavoratori della scuola è una dimostrazione di unità, di coesione e di combattività della categoria che si sta auto-organizzando in ogni scuola per cercare di fermare il progetto autocratico in corso. Italia: la lotta contro la riforma della scuolaNelle scuole di tutta Italia si è svolto il blocco degli scrutini con percentuali altissime di adesione. Si è trattato di una dimostrazione di irriducibilità conseguente allo sciopero unitario del 5 maggio scorso. I lavoratori e le lavoratrici della scuola e le loro organizzazioni sindacali stanno cercando di manifestare il loro dissenso rispetto ad una riforma della scuola che, passata alla Camera, attende ora l'approvazione del Senato. Ma la posta in gioco non è solo il ritiro degli articoli più contestati, quali quelli dei diritti alla titolarità della sede o dei poteri del superdirigente scolastico. Il ddl 1934, approdato al Senato il 22 maggio scorso, è portatore di un'insidia che potrebbe travolgere qualunque capacità contrattuale nel comparto scuola, con conseguente distruzione del CCNL, come già accaduto nel settore privato col Jobs Act e legislazioni precedenti. L'art.22 del ddl-scuola, ora all'esame della settima commissione del Senato, una volta approvato, affiderebbe al governo il potere di regolare tutto il rapporto di lavoro dei docenti e del personale ATA tramite l'emanazione di semplici decreti legislativi. I quali riguarderanno non solo la parte normativa (orario di lavoro, permessi, assenze...) ma anche il sistema delle retribuzioni. In questo modo ci sarebbe la cancellazione della contrattazione collettiva ed il governo avrebbe il potere di imporre unilateralmente - per legge - condizioni peggiorative del rapporto di lavoro, senza nessun intralcio. Giunge così a maturazione un processo iniziato nel 2009 con la legge 15 (nota come legge Brunetta), la quale aveva tolto alla contrattazione collettiva nel Pubblico Impiego la possibilità di derogare le norme di legge. Il famigerato dlgs 150/2009 aveva poi previsto che nei CCNL si sostituissero alle clausole difformi le norme di legge con cui erano prima in contrasto. Tuttavia erano rimasti margini di contrattazione collettiva sulle retribuzioni e sull'orario di lavoro. Oggi, invece, il governo Renzi intende avocare a sè il potere di rivedere tutta la normativa che regola il rapporto di lavoro sul PI, scuola compresa. E', infatti, il caso di rilevare che - sempre al Senato - è al vaglio dei senatori un altro progetto di legge che porta il numero 3098, col quale si intende smantellare il dlgs 165/2001, noto anche come Testo Unico del Pubblico Impiego, il quale prevedeva con un'azione di delegificazione che le parti delle leggi o regolamenti o statuti derogati dai contratti collettivi non fossero più applicabili e sul quale era già intervenuta la Legge Brunetta. E su cui interviene anche questo progetto di legge prevedendo deleghe al governo per riscrivere il Testo Unico. Il combinato del progetto di legge 3098 con il ddl 1934 sulla scuola proiettano nell'immediato futuro un nuovo scenario caratterizzato dalla rilegificazione del rapporto di lavoro con conseguente cancellazione delle attuali tutele contrattuali. Nei prossimi anni, gli orari di lavoro, l'organizzazione del lavoro e le retribuzioni sarebbero dunque stabiliti unilateralmente per legge e quindi sottratti alla contrattazione ed alla titolarità su di questa da parte dei lavoratori della scuola e del Pubblico Impiego. Quella dei lavoratori della scuola è dunque una dimostrazione di unità, di coesione e di combattività della categoria che si sta auto-organizzando in ogni scuola per cercare di fermare il progetto autocratico in corso. |
Front pageAnarkismo wishes you all a 2016 of solidarity and resistance Luta e Organização na Ocupação das Escolas em São Paulo FAG, 20 anos a enraizar anarquismo Attentats de Paris: Contre leurs guerres, nos solidarités Can’t Be Forgotten, Can’t Be Forgiven Statement from Anarkismo on the AK Press accusations against Michael Schmidt Proceso de paz, lucha de clases y las batallas del post-conflicto Libertarian Communist Group: An Assessment And An Appeal Ίδρυση Αναρχικής Πολιτικής Οργάνωσης The deepening capitalist crisis: From blood and dirt to much worse 12e congrès d'Alternative Libertaire Remember and Revive the Militant Tradition of September 3, 1984! Building autonomy in Turkey and Kurdistan: an interview with Revolutionary Anarchist Action Socialist Faces In High Places: Syriza’s Fall From Grace And The Elusive Electoral Road Aportes para un análisis de la Etapa Histórica Actual From Living Wage to Working Class Counter-power On the Recent Massacre in Suruç, Turkish Kurdistan Grèce: Quelles suites à la victoire du «non»? The Meaning of World War II—An Anarchist View Bakunin, Malatesta e o Debate da Plataforma International call for solidarity with the case of Nicolás Neira Italia / Svizzera | Lotte sindacali | it Sat 02 Jan, 20:18
I recentissimi decreti applicativi del Jobs Act emanati dal governo italiano si aggiungono ad altre legislazioni anti-operaie approvate all'interno dell'Unione Europea (UE). I contratti individuali a tutele crescenti, la ridefinizione del lavoro subordinato, la flessibilità svincolata dalla contrattazione, la monetizzazione dei licenziamenti e dell'espulsione dal ciclo produttivo hanno lo scopo immediato di portare all'irrilevanza il diritto di coalizione dei lavoratori ed il ruolo dell'organizzazione sindacale dentro le fabbriche.
Le lotte e l'unità dei lavoratori sono rimaste l'unico strumento per difendere i nostri diritti.
Negli anni recenti, la gestione padronale si è contraddistinta per intimidazioni ai danni di lavoratori, lavoratrici ed esponenti sindacali, svolgendo una vera e propria azione antisindacale sia nei confronti del diritto di assemblea in fabbrica che del diritto di sciopero.
Un coordinamento per stringere e rafforzare i legami di fratellanza tra i lavoratori, nel quale potranno confluire i tanti lavoratori, la maggioranza, delle piccole aziende, oggi isolati da quelli delle medie e grandi imprese, e i sempre più numerosi disoccupati. Oggi è in gioco la sopravvivenza della difesa collettiva dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e non solo, di fronte a scelte politiche che tentano di disarmarci per segregarci in un futuro di schiavi, impotenti a reagire alla violenza delle politiche dei padroni. Oggi in piazza dobbiamo esserci in tanti se vogliamo cambiare di segno le politiche autoritarie di una Europa che cerca il suo spazio imperialista attraverso la compressione sociale. [Português] Non è la prima volta che succede. Non è la prima volta che il mondo del lavoro sindacalizzato intreccia la sua lotta con le realtà sociali di base che nei territori, da anni, fanno da argine e da rete solidale di conflitto contro la devastazione capitalistica dei luoghi di vita e dell'ambiente. Ma questo 14 novembre cade nel sesto anno di una crisi che non è più solo finanziaria,solo economica ed occupazionale. Come era facilmente prevedibile le rassicurazioni diffuse e propagandate a piene mani da politici, affaristi, finanzieri e confindustriali sulla possibilità di riprendersi da quella che veniva chiamata crisi si sono dimostrate una colossale bugia. Con una ingombrante operazione di depistaggio mediatico all'insegna di "dobbiamo abbattere il debito pubblico" o "dobbiamo abbattere le Tasse", "l'Europa ce lo chiede", "dobbiamo rispettare i vincoli del deficit imposto", si è proceduto alla cancellazione quasi totale dei diritti dei lavoratori. I tranvieri di Genoa hanno segnato un passaggio importante e guadagnato una posizione fondamentale: hanno bloccato la privatizzazione e non hanno accettato peggioramenti alla loro prestazione lavorativa e questo serve come riferimento al resto del paese. Siglato l’accordo. Spetterà ai lavoratori dell’azienda trasporti trarre le conclusioni da un accordo con luci e ombre. Per quel che ci riguarda abbiamo sostenuto la loro battaglia, ci interessa qui fare una riflessione e fissare alcuni punti. La lotta è stata contro i licenziamenti, contro il peggioramento delle condizioni di lavoro, contro la riduzione del salario attraverso l’eliminazione dei contratti sia aziendali che nazionali, contro la perdita delle parti normative,delle tutele e dei diritti. Questo significa per la classe l’azione del capitale di privatizzare, esternalizzare le aziende in capo al “pubblico”, poi le ovvie ricadute sul servizio e i cittadini. Sosteniamo incondizionatamente la lotta dei lavoratori AMT di Genova. Siamo stati e saremo sempre al loro fianco in piazza per la difesa dei loro salari, dei loro diritti e per la salvaguardia ed il rilancio della mobilità pubblica. more >>
Entrerà in vigore nel 2016 il decreto sugli ammortizzatori sociali che si porta dentro 2 gravi novità: niente Cassa integrazione se l'azienda chiude e introduzione del "patto di servizio", che obbliga il lavoratore ad accettare un lavoro, un piano di formazione o di reinserimento lavorativo se non vuole perdere l'integrazione salariale.
Il governo Renzi risponde a quella che è una richiesta della classe padronale: ridurre i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in nome di una sempre maggiore flessibilità del lavoro che vada di pari passo alla flessibilità del mercato.
L'accordo è finalmente il punto di arrivo del percorso intrapreso dai padroni, che ha subito un'accellerazione dal 2009, si è servito come testa di sfondamento dell'accordo separato in FIAT con le successive fasi, fino al sostegno legislativo dello stesso accordo attraverso l'art. 8 sulle deroghe ai contratti e alle leggi in sede aziendale, attualmente in vigore.
Abbiamo passato mesi di soporifera assuefazione agli psicodrammi di una politica istituzionale sempre più avvitata sull'autoconservazione. Una politica paga della riuscita trasformazione autoritaria impressa dalle politiche neoliberali della oligarchia finanziaria. Una elite che ormai comanda ed impera in tutto il mondo, totalmente sorda alle necessità e alle urgenze di una crisi causata dall'esproprio delle ricchezze a danni delle forze più deboli della società. Ma ora le realtà di lotta e di opposizione ricominciano a muovere qualche passo.
Di fronte all'evolversi della tragedia ILVA, da più parti si invoca la nazionalizzazione come risposta alla strafottenza e all'arroganza della famiglia Riva, una risposta radicale e di classe che tramite esproprio salverebbe capre e cavoli, letteralmente produzione e ambiente. Come quando a suo tempo si parlava di nazionalizzazione delle banche. Peccato che non sia così. [English] more >>
I recentissimi decreti applicativi del Jobs Act emanati dal governo italiano si aggiungono ad altre legislazioni anti-operaie approvate all'interno dell'Unione Europea (UE). I contratti individuali a tutele crescenti, la ridefinizione del lavoro subordinato, la flessibilità svincolata dalla contrattazione, la monetizzazione dei licenziamenti e dell'espulsione dal ciclo produttivo hanno lo scopo immediato di portare all'irrilevanza il diritto di coalizione dei lavoratori ed il ruolo dell'organizzazione sindacale dentro le fabbriche.
Le lotte e l'unità dei lavoratori sono rimaste l'unico strumento per difendere i nostri diritti.
Negli anni recenti, la gestione padronale si è contraddistinta per intimidazioni ai danni di lavoratori, lavoratrici ed esponenti sindacali, svolgendo una vera e propria azione antisindacale sia nei confronti del diritto di assemblea in fabbrica che del diritto di sciopero.
Un coordinamento per stringere e rafforzare i legami di fratellanza tra i lavoratori, nel quale potranno confluire i tanti lavoratori, la maggioranza, delle piccole aziende, oggi isolati da quelli delle medie e grandi imprese, e i sempre più numerosi disoccupati.
Oggi è in gioco la sopravvivenza della difesa collettiva dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e non solo, di fronte a scelte politiche che tentano di disarmarci per segregarci in un futuro di schiavi, impotenti a reagire alla violenza delle politiche dei padroni. Oggi in piazza dobbiamo esserci in tanti se vogliamo cambiare di segno le politiche autoritarie di una Europa che cerca il suo spazio imperialista attraverso la compressione sociale. [Português] more >> |