Sorrentino mette in scena Dio, lo afferma, lo nega, lo cerca, lo rifiuta, lo invoca, lo "bestemmia", ma Dio rimane il protagonista e con Lui l'uomo e le sue domande. Grande sfida con cui confrontarsi e per quanto mi riguarda il regista ha già vinto.
La lotta ai cambiamenti climatici non è vinta. Il clima sta cambiando a ritmi accelerati e il tempo per agire è sempre di meno. Vuol dire pero che oggi è il capitalismo, prima ancora della politica, che può dare il colpo di grazia a un modello di produzione e consumo dell'energia, quello basato sui fossili, che ormai produce costi ambientali, sociali, economici, geopolitici infinitamente superiori ai benefici che porta.
Quasi tutto rimandato. Ma i cambiamenti climatici non aspettano: il 2016 è in corsa per essere l'anno più caldo mai registrato e le parti per milione di Co2 in atmosfera hanno stabilmente superato la soglia 400. Non agire immediatamente e ambiziosamente rischia di compromettere definitivamente il raggiungimento degli obiettivi fissati dell'accordo, e di mettere una pietra sulla possibilità di mettere un freno agli sconvolgimenti climatici.
Durante la sua campagna elettorale, Trump non ha certo risparmiato attacchi a Teheran, evidenziando più di una perplessità a proposito dell'accordo sul nucleare raggiunto da Obama. Quale sarà l'approccio della nuova amministrazione Usa a uno dei dossier più caldi della politica estera statunitense servirà a farci capire molte cose.
Trump prospetta al contempo "una rivoluzione energetica che trasformerà l'America in un netto esportatore di energia" e una politica protezionista che la allontanerà dai Trattati commerciali internazionali; la fine del supporto alle fonti rinnovabili", insieme alla promessa di una "migliore protezione dell'aria e dell'ambiente". Proposte incompatibili che imporranno scelte necessarie che dipenderanno anche dalla nuova squadra di governo.
Una costante litania ha accomunato in questi ultimi mesi vari esponenti del governo Renzi, impegnati nel cercar di convincere gli italiani che, in fatto di salvaguardia del clima, il nostro Paese ha già raggiunto gli obiettivi fissati dall'Europa per il 2020 ben prima della scadenza. Questa litania, però, si basa su dati sostanzialmente scorretti.
Ogni anno, in Italia, a oltre 350 mila persone viene diagnosticata una patologia oncologica; in base agli ultimi dati Istat, i decessi attribuibili al tumore sono 177 mila. Numeri impressionanti, collegati a fattori complessi come gli stili di vita, l'alimentazione e, non ultimo, l'aumento dell'età media della popolazione. È in questo contesto che interviene la Fondazione ANT, nata nel 1978 a Bologna.
La riforma costituzionale voluta dal governo è talmente mal pensata e scritta da produrre, sotto diversi profili, risultati opposti a quelli auspicati dai suoi fautori. Un caso emblematico è l'incredibile pasticcio normativo relativo al nuovo Senato. Lungi dal semplificare il sistema costituzionale, il nuovo Senato, qualora la riforma dovesse entrare in vigore, produrrà complicazioni. Davvero quel di cui abbiamo bisogno è complicarci la vita?
Parisi è ancora in campo, forse più di prima, ma deve pedalare. Qui (come altrove) nessuno regala niente. La verità è che il futuro è ancora da scrivere. Il progetto di Toti, Salvini, Meloni è un centro destra radicalizzato, non vincente ma molto pragmatico: mettere insieme ciò che c'è per un onesto terzo posto. Al momento, sondaggi alla mano, questa è la prospettiva.
Ma di che diavolo vi meravigliate? Che Dylan non vada a Stoccolma? Ma davvero pensate che ciò dimostri per la seconda volta come la commissione si sia proprio sbagliata? Dylan mostra il dito medio con le sue parole e la sua musica da sempre. Signori di Stoccolma, se non gli avete dato il Nobel per questo, non so per cosa glielo abbiate dato.
Oggi l'Italia è importante e "seguita" nel mondo. Il voto sul referendum costituzionale ha amplificato ancora di più questa tendenza ed è crescente l'attenzione al 4 dicembre, in molti ambienti percepito come appuntamento allo stesso livello delle elezioni americane o della brexit per impatto e conseguenze che potrebbe avere.
L'insulto è sempre stato al centro del dibattito politico, dall'Ottocento fino ai giorni nostri. Le punte di diamante dei due schieramenti sono oggi Vincenzo De Luca e Alessandro Di Battista, in una triste escalation di offese e provocazioni. Uno schema assorbito e replicato sui social dove o i troll o i webeti mutuano i linguaggi e o comportamenti dei propri leader. Tutto si riduce al derby, cieco e sordo, tra "pidioti" e "grullini".
Questa riforma costituzionale mi sta molto a cuore. Sono tra quelli che voteranno Sì al referendum del 4 dicembre perché ritengo le modifiche introdotte un miglioramento complessivo dell'impianto costituzionale. Ma non voglio entrare nel merito delle ragioni del Sì. Intendo soffermarmi sulle modalità con le quali si sta svolgendo la campagna referendaria, perché a mio avviso sta segnando un punto di svolta.
Non riesco a staccarmi dal libro di Michele Corradino "È normale... lo fanno tutti" nelle quali l'autore separa, la professione del lobbista dalla deprecabile pratica del Facilitatore, colui che promette di risolvere i problemi con un paio di telefonate a quelli che contano. Laddove il lobbista vede un processo decisionale ormai definito, il Mr. Wolf nostrano vede porte da aprire, amici da contattare e una grandiosa visione onirica da vendere.
Dopo la sconfitta, Hillary una di noi. Stanchezza, delusione, dolore, fatica, rabbia, imbarazzo, scritti qui senza virgole così come senza trucco si palesano sul suo viso provato. Ha parlato per venti minuti, riuscendo a commuovere il suo pubblico e invitando i suoi sostenitori a "credere nel Paese", "lottare per i propri valori" e "mai, mai rinunciare". Quando a un politico mancano le parole è il momento di ascoltarlo. Bello. Triste ma bello.
Un dato uscito su Wired mi ha molto colpito: i bambini si collegano a internet almeno 23 volte al giorno, per lo più per "parlare" su whatsapp o per guardare un video. Anche se hanno meno di 16 anni, sanno già usare e tener sott'occhio i social più di quanto sarebbe necessario. Se in rete ci sono dei problemi, si può sempre uscire, e rivolgere altrove la nostra attenzione. E credo che valga anche per la vita vera, non solo quella on line.
Ha molte ragioni Gianluca Barbera, autore de "La truffa come una delle belle arti" a dire che non c'è reale differenza fra truffatore e truffato. Perché siamo talmente abituati alle bugie che la verità ci offende (ma se poi ti fermi un attimo a pensarci, cos'è verità? E cos'è bugia?). Racconto picaresco e burrascoso. Definirlo romanzo è troppo poco. Perché Barbera usa uno stile che si staglia sul crinale di vari registri.
Lettori selvaggi, di Giuseppe Montesano, scrittore napoletano e insegnante di filosofia, è un inno alla lettura attraverso una mappa dedicata a innumerevoli opere di poeti, narratori, artisti, scienziati, registi e musicisti. Un percorso che si innalza anche ad autobiografia universale e romanzo collettivo, un viaggio non propriamente saggistico, ma molto di più.
Il mondo dell'editoria è fortemente inflazionato dalla presenza di autori maschili che, a suon di copie vendute e di premi letterari vinti, sembra che sguazzino in tutto questo marasma culturale. Pochissimi i casi in cui una scrittrice abbia vinto un premio dietro l'altro e mai che se ne parli in una condizione paritaria dove la meritocrazia abbia finalmente avuto la meglio.
Da qualche giorno è divenuta virale, nel circuito dei musicisti jazz (ma non solo), una foto scattata da un libro di testo utilizzato nelle scuole, che si chiama "Musica in jeans" del flautista Onorio Zaralli, dove, il jazz viene distinto dalla musica "colta" e si legge che "non è musica scritta sul pentagramma". Toccherà, ricordare, per dire, che da decenni nei conservatori sono attivi corsi di diploma in jazz, che sfornano musicisti professionisti.
I rituali locali della politica non sono cambiati nel tempo: soprattutto quando arriva l'ospite di riguardo. Lo scorso martedì il presidente del Consiglio è atterrato a Catania, ufficialmente per inaugurare la Torre biologica, il nuovo edificio universitario del capoluogo etneo che ospiterà i dipartimenti dedicati alla nanotecnologie e alla biomedicina. Nastri, discorsi, selfie. Una bella festa insomma: e peccato per chi non c'era.
La classifica Eduscopio della Fondazione Agnelli mette in fila, lungo tutto lo stivale, i migliori licei e i migliori istituti tecnici. Ed è tutto uno susseguirsi di indicatori e criteri e vincono, quasi sempre, i licei storici e statali, quelli dove tutte le famiglie vorrebbero iscrivere i propri figli. Ma le condizioni delle scuole in "periferia", le situazioni "particolari" e al "margine"? Questi "fattori" vengono considerati e ponderati nello stilare la classifica?