Io l'ho fatto tardi a 28 anni. L'ho fatto perché avevo iniziato una relazione seria (la prima) con un ragazzo. Arrivare a fare coming out è stato un percorso sofferto e a ripensarci ora che sono un uomo di cinquant'anni anche entusiasmante e formativo. Una azione di autodeterminazione fondamentale per la mia crescita sentimentale.
Speculazioni sul corpo delle donne, in questi giorni di "Burkini affair" ne abbiamo sentite e lette tante, tra le quali una, dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun che condividiamo e che dice "Il corpo della donna resta uno dei punti focali del discorso dei fondamentalisti. Un corpo che non deve essere visto. Un corpo che bisogna velare, nascondere, negare: il Burkini è semplicemente una versione "light" del burqa".
Andare in Islanda per qualche giorno era un desiderio che Edu aveva da tempo, io avevo visto qualche immagine ma non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Usciti dal piccolo aeroporto abbiamo trovato ad attenderci un cielo grigio e piovoso.
Appoggiato al davanzale, ripensavo alla mia paura, che mi proiettava in laghi di sangue e separazioni struggenti. Pensavo a tutti quelli che come me pur avendo paura continuano a vivere, a uscire e ad amare. Pensavo poi a tutte quelle persone che invece sono state ammazzate in nome di un Dio della morte. Alle loro esistenze interrotte, a quei ragazzi sterminati a Orlando.
Una delle più belle notizie della nostra vita fu la mail della nostra avvocata di Lille che ci scrisse solo due righe: "Abbiamo vinto, siete legalmente le madri dei vostri figli, da oggi porteranno tutti e due i vostri cognomi congiunti".
Omar Mateen è entrato in un locale gay e ha aperto il fuoco sui presenti. Che vi piaccia o no, quello che ha compiuto è stato un gesto omofobo e anti-LGTB per definizione... Non permetteremo che questo venga ridotto a un attentato terrorista contro "tutti i cittadini" perché non lo è stato.
Non si deve generalizzare, perché tanti amici etero si sono pronunciati e so che sono sinceramente colpiti, ma è evidente che questa è una strage di "froci" di cui a poco interessa e, per molti in fondo "se la sono cercata". Quei giovani del Pulse mica sono uguali a quelli del Bataclan di Parigi, bravi giovani eterosessuali (non è vero ce n'erano anche molti gay) che si gustavano un concerto conforme alla normalità.
La strage di Orlando è la sintesi perfetta dei nodi cruciali dell'America: i diritti dei gay, il terrorismo, la libera circolazione delle armi. Le tre caratteristiche insieme stanno mandando in tilt l'opinione pubblica e per questo quella del Pulse non può essere letta soltanto come un attentato contro i "froci". Ormai ci sentiamo tutti potenziali obiettivi dei killer affiliati all'Isis.
I ragazzi di Orlando, come noi, erano pronti a uscire dal locale e tornare a essere invisibili, così non avreste avuto paura che diventassero i vostri capi, i vostri medici, gli insegnanti di vostro figlio o il giudice che deve giudicare chi professa odio e discriminazione. Non vogliamo la solidarietà degli omofobi perché non dobbiamo dimenticare che le loro parole grondano del sangue di quei martiri. Le lacrime di chi ci vuole bene solo da morti bruciano sulla mia pelle e su quella dei morti di Orlando.
Flavio Ronzi
Non conta chi sono ma cosa faccio. Milito per una società giusta. Segretario Generale della Croce Rossa Italiana
L'idea della liberazione sessuale, intesa come la via per le donne per conquistare un mondo tutto per sé, si è arenata nelle sue molte difficoltà concettuali. Ma ha portato i suoi frutti. La sessualità si è frammentata in una multiforme, imprecisata, scelta o accettata, poco importa, espressione di vita sessuale e affettiva di cui il Pride celebra l'esistenza.
Andare al pride di Tel Aviv è un atto profondamente politico e un gesto di pace. Sfilare insieme a duecentomila persone per l'uguaglianza Lgbti in questa area del mondo non può essere sacrificato per paura di farsi strumentalizzare.
Marco Palillo
Phd candidate alla London School of Economics, blogger, attivista per i diritti civili
Quali sono le conseguenze, in punto di diritto, cui incorre un sindaco nell'impedire la celebrazione di un'Unione tra persone dello stesso sesso? Quali, invece, le conseguenze cui va in contro un sindaco che, delegando a un funzionario comunale la celebrazione in discorso, espressamente e pubblicamente motivi la predetta delega accampando ragioni discriminatorie?