Spagna |
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Dati amministrativi |
Nome completo |
Regno di Spagna |
Nome ufficiale |
Reino de España |
Lingue ufficiali |
spagnolo, catalano, valenciano, gallego, basco, dialetto occitano aranese |
Capitale |
Madrid (3.213.271 ab. / 2008) |
Politica |
Forma di governo |
monarchia parlamentare |
Re |
Juan Carlos I di Spagna |
Primo ministro |
Mariano Rajoy |
Ingresso nell'ONU |
14 dicembre 1955 |
Ingresso nell'UE |
1º gennaio 1986 |
Superficie |
Totale |
505.957 km² (53º) |
% delle acque |
1,04 % |
Popolazione |
Totale |
46.000.000 ab. (2011) (29º) |
Densità |
89 ab./km² |
Geografia |
Continente |
Europa |
Fuso orario |
UTC+1;
Isole Canarie UTC+0
UTC+2 in ora legale
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Economia |
Valuta |
Euro |
PIL (PPA) |
1.396.881 milioni di $ (2008) (12º) |
PIL pro capite (PPA) |
30.625 $ (2011) (28º) |
ISU (2011) |
0,878 (molto alto) (23º) |
Consumo energetico |
0,59 kWh/ab. |
Varie |
TLD |
.es, .eu |
Prefisso tel. |
+34 |
Sigla autom. |
E |
Inno nazionale |
Marcha Real |
Festa nazionale |
12 ottobre |
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Altre lingue ufficiali, oltre allo spagnolo (ufficiale in tutto lo stato), sono il catalano, il galiziano ed il basco nelle rispettive comunità autonome |
Evoluzione storica |
Stato precedente |
Regime franchista |
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La Spagna (in spagnolo España), ufficialmente Regno di Spagna (in spagnolo Reino de España), è uno Stato democratico, membro dell’Unione Europea (dal 1º gennaio 1986) e della NATO (dal 1982). È organizzato sotto forma di monarchia parlamentare. Situato nell’Europa sud-occidentale, insieme con il Portogallo, Andorra e Gibilterra, forma la penisola iberica. A nordest confina con la Francia (da cui è separata dalla catena dei Pirenei) ed Andorra, a sud con il Mar Mediterraneo e con Gibilterra (piccolo possedimento del Regno Unito) e, nel continente africano, con il Marocco (tramite le città autonome di Ceuta e Melilla, sue exclave). Ha dei contenziosi con il Portogallo per la cittadina di Olivenza e per le isole Selvagge, situate tra Madera e le Canarie, col Regno Unito per Gibilterra, e col Marocco per Ceuta e Melilla. Alla Spagna appartiene infine l'exclave di Llívia, così come l’isola dei Fagiani nel fiume Bidasoa (in condominio con la Francia).
La Spagna ha una superficie di 504.614 km², conta 47.025.000 abitanti (dati del 2011) e occupa oltre l’85% del territorio della penisola iberica. Dal 1561, eccetto che per un breve periodo tra il 1601 e il 1606, la capitale è Madrid, che con più di 3 milioni di abitanti (circa 6 milioni nell’area metropolitana) è anche la città più popolosa. La lingua ufficiale dello stato è il castigliano, chiamata comunemente spagnolo. Sono parlati, inoltre, il catalano e sue varietà (fra cui il valenziano), il galiziano ed il basco che godono di uno status di coufficialità, garantito dalla Costituzione spagnola, nei rispettivi territori di diffusione. Anche il leonese, l’aragonese e l’aranese, un dialetto dell’occitano godono, in León, Aragona e Catalogna, di un regime di coufficialità con il castigliano e, per quanto riguarda l’aranese, anche con il catalano. Altre lingue parlate nel paese non hanno riconoscimento ufficiale.
Il nome di España deriva dal latino Hispania, termine utilizzato dai romani fin dal III secolo a.C., per indicare l’intera penisola iberica e l’insieme delle province, da essi costituite, che successivamente la conformeranno. Tale termine si venne gradualmente ad imporre su quello greco di Iberia, che passò ad avere (ed ha tuttora) connotazioni puramente geografiche. Tuttavia, non avendo la parola Hispania nessuna radice che potesse riallacciarsi al latino antico né all’indoeuropeo, si è molto speculato sulle sue possibili origini, le quali hanno dato luogo a numerose ipotesi.
[modifica] Ipotesi fenicia
Non solo è la più diffusa, ma è anche quella che storicamente sembra avere maggior fondamento. Secondo tale ipotesi l’etimologia di Hispania potrebbe derivare:
- dal termine sf(a)n, probabilmente coniglio, visto che la parola fenicia i-shphhanim letteralmente indica una procavia. Un’altra versione di questa stessa etimologia sarebbe hi-shphanim, isola dei conigli, o nuovamente delle procavie;
- dalla radice fenicia span, il cui significato è occulto. Si voleva probabilmente indicare con tale termine un territorio remoto e poco accessibile da parte di un popolo di navigatori, come quello fenicio;
- dalla parola i-span-ya, costa o isola dei forgiatori o delle forge (di metalli) che trova una sua ragione d’essere dall’intensa attività mineraria e metallurgica delle coste andaluse al tempo in cui i fenici giunsero in Spagna. Ricordiamo a tale proposito che la ricchezza del sottosuolo andaluso fu tra le ragioni per cui essi stabilirono nell’estremo sud peninsulare le loro prime e più importanti colonie[1];
- dal termine fenicio traducibile con nord, in quanto la penisola spagnola si trova a nord del continente africano, terra di provenienza dei punici: si avrebbe quindi i-span-ia, isola del nord.
Due sono le principali congetture che si sono fatte su una possibile derivazione di Hispania dal greco antico:
[modifica] Ipotesi autoctona
Si basa sulle seguenti etimologie:
- dal termine ibero di hispalis, occidente, che poi passò a designare la città di Siviglia, la quale in epoca romana diede, sempre secondo i sostenitori di tale ipotesi, il nome all’intera penisola;
- dal basco Ezpaina, labbro, ma anche bordo, confine o, ancor più probabilmente, Izpania, la cui radice iz entra nella composizione di alcuni sostantivi, fra cui dividere.
Lo stemma presente sulla bandiera.
La bandiera spagnola fu voluta dal re Carlo III nel 1785. È formata da due strisce orizzontali rosse e una grande gialla. All’interno si notano lo stemma nazionale, formato dell’aggiunto degli stemmi della Castiglia (un castello d’oro su sfondo rosso), León (un leone rampante color porpora), Aragona (quattro strisce verticali rosse su sfondo oro), Navarra (catene d’oro su sfondo rosso) e Granada (un melograno con foglie verdi), sotto una corona reale e tra le due Colonne d'Ercole (che rappresentano lo stretto di Gibilterra) con il distintivo Plus Ultra, in riferimento alla espansione imperiale spagnola.
Le prime testimonianze scritte della penisola iberica la danno come una terra popolata in gran parte dagli Iberici, dai Baschi e dai Celti. Dopo una faticosa conquista, la penisola cadde sotto il dominio di Roma. Durante il Medioevo passò sotto il dominio germanico, ma più tardi, fu conquistata dai mori invasori dal Nord Africa. In un processo durato secoli, i piccoli regni cristiani del nord ripresero gradualmente il controllo della penisola. L’ultimo regno moresco cadde nello stesso anno in cui Cristoforo Colombo raggiunse le Americhe. In questo periodo iniziò un impero mondiale che vide la Spagna diventare una potenza leader nel mondo per un secolo e mezzo.
Le continue guerre e altri problemi hanno portato alla progressiva diminuzione del potere dell’Impero Spagnolo. L’invasione napoleonica della Spagna portò la nazione al caos, innescando movimenti indipendentisti che devastarono la maggior parte dell’impero e lasciando il paese politicamente instabile. Prima della seconda guerra mondiale, la Spagna subì una devastante guerra civile che portò all’instaurarsi di un governo autoritario, che coincise con un periodo di stagnazione ma che si concluse con un potente impulso economico. La democrazia fu poi pacificamente ristabilita nella forma di una monarchia costituzionale parlamentare. Nel 1986, la Spagna ha aderito all’Unione europea, vivendo una rinascita culturale e una costante crescita economica.
[modifica] Preistoria e popoli pre-romani
Le ricerche archeologiche presso Atapuerca indicano che la penisola iberica fosse stata popolata da ominidi fin da 1,2 milioni di anni fa.[2] Gli uomini moderni arrivarono in Iberia, da nord a piedi, circa 32.000 anni fa.[3] I manufatti più noti di questi insediamenti preistorici sono i famosi dipinti delle grotte di Altamira in Cantabria che sono stati realizzati circa nel 15.000 aC dall’uomo di Cro-Magnon.
Testimonianze archeologiche e genetiche suggeriscono che la penisola iberica sia servita come uno di più grandi posti da cui è partito il ripopolamento del nord Europa dopo la fine dell’ultima era glaciale.
I due popoli storici principali della penisola furono gli Iberi e i Celti. Gli iberici si insediarono sul lato Mediterraneo da nord-est a sud-est. I Celti abitavano invece l’Atlantico, a nord, in centro, a nord-ovest e sud-ovest della penisola. I Baschi occuparono la zona occidentale della catena montuosa dei Pirenei e le aree adiacenti.
Tra il 500 aC e il 300 aC, i marinai Fenici e i Greci fondarono colonie commerciali lungo la costa mediterranea. I Cartaginesi esercitarono brevemente il controllo su gran parte del versante mediterraneo della penisola, fino a quando furono sconfitti nelle guerre puniche dai Romani.[4]
[modifica] Spagna romana e gotica
Durante la seconda guerra punica, l’espansione dell’impero romano, portò alla presa di alcune colonie commerciali cartaginesi lungo la costa mediterranea. Ci vollero però quasi due secoli perché i romani completassero la conquista della penisola iberica. Il dominio romano portò la lingua, la legge e le strade.[5]
Le culture delle popolazioni celtiche e iberiche, furono progressivamente romanizzate. I comandanti locali furono ammessi alla classe aristocratica romana. La Spagna produceva grande quantità di grano per il mercato romano e dai suoi porti veniva esportato oro, lana, olio d’oliva e vino. La produzione agricola aumentò con l’introduzione di irrigazione. Gli imperatori Traiano, Teodosio I e il filosofo Seneca sono nati in Spagna. Il cristianesimo fu introdotto nel paese nel I secolo e divenne progressivamente popolare.
L’indebolimento dell’Impero Romano d’Occidente in Spagna iniziò nel 409, quando gli Svevi e i Vandali, insieme agli Alani, attraversarono il Reno e devastarono la Gallia per poi essere spinti in Spagna dai Visigoti. Gli Svevi stabilirono un regno dove oggi vi è la moderna Galizia e il nord del Portogallo.
I Vandali Silingi occuparono la regione il cui nome ricorda ancora la loro denominazione: Vandalusia, la moderna Andalusia. I bizantini stabilirono una sorta di enclave nel sud del paese, con l’intento di far rivivere l’impero romano in tutta l’Iberia. Alla fine, comunque, la Spagna fu riunita sotto la dominazione visigota.
[modifica] Spagna musulmana
Nel VIII secolo la quasi totalità della penisola iberica fu conquistata da eserciti musulmani in gran parte arabi provenienti dal Nord Africa. Queste conquiste erano parte dell’espansione dell’impero omayyade. Solo una piccola area montuosa nel nord-ovest della penisola riuscì a resistere all’invasione iniziale.
Secondo la legge islamica, i cristiani e gli ebrei ricevettero lo status di dhimmi subordinato. Questo permise ai cristiani e agli ebrei di praticare la propria religione, ma erano tenuti a pagare una tassa speciale ed essere oggetto di discriminazioni.[6][7]
La conversione all’Islam ha proceduto ad un ritmo in costante aumento. Il muladies (musulmani di origine etnica iberica) si ritiene abbiano costituito la maggioranza della popolazione entro la fine del X secolo.[8][9]
Errore nella creazione della miniatura: Parametri miniatura non corretti
Cordova era la capitale del califfato ed era la più grande e più ricca città in Europa occidentale. Il commercio nel mediterraneo favorì lo scambio culturale e la ricca tradizione intellettuale musulmana contagiò gran parte degli intellettuali europei.
[modifica] Caduta dei musulmani e Reconquista
La Reconquista (“Riconquista”) fu un periodo, durato 750 anni, in cui avvenne l’espansione, ai danni dei Regni Moreschi da parte dei sovrani cristiani della Spagna. L’inizio della Reconquista è fatta coincidere con la battaglia di Covadonga nel 722. La vittoria Cristiana ha portato alla creazione del Regno delle Asturie lungo le montagne nord-occidentali della costa. Poco dopo, nel 739, le forze musulmane furono cacciate dalla Galizia, che per i cristiani rappresentava uno dei luoghi più sacri con la presenza del santuario di Santiago de Compostela. Gli eserciti musulmani si spostarono a nord dei Pirenei, ma furono sconfitti dalle forze dei Franchi nella battaglia di Poitiers. Più tardi, le forze dei Franchi stabilirono contee cristiane sul versante meridionale dei Pirenei. Queste aree hanno visto sorgere i regni di Navarra, di Aragona e di Catalogna.[10] Per molti secoli, il confine fluttuante tra le aree musulmane e cristiane si estese lungo le valli dell’Ebro e del Duero.
La cattura della città, strategicamente centrale, di Toledo, avvenuta nel 1085, ha segnato un cambiamento significativo nella bilancia del potere a favore dei regni cristiani.
Nel XIII secolo e XIV, la setta musulmana Marinids, proveniente dal Nord Africa invase e stabilì alcune enclavi sulla costa meridionale, ma fallirono il tentativo di ristabilire il dominio musulmano in Iberia e presto furono scacciati. Il XIII secolo vide anche il tentativo della Corona d’Aragona, di espandere la sua influenza attraverso isole del Mediterraneo, in Sicilia e anche ad Atene.[11] In questo periodo furono istituite le università di Palencia (1212/1263) e l’università di Salamanca (1218 / 1254). La peste nera del 1348 e del 1349 devastò la Spagna.[12]
Nel 1469, le corone dei regni cristiani di Castiglia e Aragona furono riunite dal matrimonio di Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona. Nel fu avviato il completamento della conquista delle Isole Canarie e nel 1492, le forze di Castiglia e Aragona presero l’Emirato di Granada, chiudendo l’ultimo baluardo di 781 anni di presenza della dominazione islamica in Iberia. Il trattato di Granada garantì tolleranza religiosa verso i musulmani.[13] L’anno 1492 segnò anche l’arrivo nel Nuovo Mondo di Cristoforo Colombo, grazie ad un viaggio finanziato da Isabella. Quello stesso anno, in Spagna, agli ebrei fu ordinato di convertirsi al cattolicesimo, pena l’espulsione dai territori spagnoli durante l’Inquisizione spagnola.[14] Pochi anni dopo, a seguito di disordini sociali, i musulmani furono espulsi nelle stesse condizioni.[15]
[modifica] Spagna imperiale
Influenza storica dell’Impero spagnolo.
L’unificazione delle corone di Aragona e Castiglia ha posto le basi per la moderna Spagna e per l’impero spagnolo.[16] La Spagna fu così un’indiscussa potenza europea per tutto il XVI secolo e per la maggior parte del XVII, grazie al commercio e i possedimenti coloniali. In questi anni la Spagna fu impegnata in numerosi eventi bellici, tra cui: le guerre d’Italia, la rivolta dei Comuneros, la cosiddetta “Rivolta degli accattoni”, la rivolta dei Moriscos e la guerra anglo-spagnola.[17]
Fu un periodo anche di grosso fermento culturale, grazie all’apertura di nuove rotte, all’esplorazione del mondo e agli scambi commerciali, la Spagna visse il cosiddetto “secolo d’oro”. Le attività culturali ebbero il loro epicentro nell’Università di Salamanca.
Nella seconda metà del XVII secolo, la Spagna andò incontro ad un graduale declino relativo. Nonostante qualche piccola perdita di territori in Francia, mantenne il suo vasto impero oltreoceano fino agli inizi del XIX secolo.
Il declino culminò nella guerra di successione spagnola che si risolse in un grande conflitto internazionale e in una guerra civile, che costò alla Spagna la sua posizione di una delle maggiori potenze mondiali.
Durante questa guerra, una nuova dinastia originaria della Francia, i Borbone, assunse il potere, abolendo molti dei vecchi privilegi e le leggi regionali.[18]
Il XVIII secolo vide una graduale ripresa e un aumento della prosperità in gran parte dell’impero. La monarchia borbonica fece molte opere di modernizzazione, sullo stile del sistema francese, riguardo alla gestione amministrativa ed economica. Le idee dell’Illuminismo iniziarono a guadagnare spazio tra alcuni appartenenti all’élite del regno e della monarchia.
[modifica] Dominazione napoleonica e le sue conseguenze
Errore nella creazione della miniatura: Parametri miniatura non corretti
3 maggio 1808, dipinto da
Goya che raffigura la repressione dei rivoluzionari spagnoli da parte delle truppe francesi
Nel 1793, la Spagna entrò in guerra contro la nuova Repubblica francese, che aveva rovesciato e giustiziato il suo re Borbone, Luigi XVI. Sconfitta sul campo, la pace fu siglata nel 1795 e la Spagna diventò uno stato cliente della Francia. Nel 1807, il trattato segreto di Fontainebleau tra Napoleone e Manuel Godoy, fu profondamente impopolare e portò ad una dichiarazione di guerra contro la Gran Bretagna e il Portogallo. Le truppe francesi entrarono nel regno incontrastate, con la scusa di invadere il Portogallo, occuparono le fortezze spagnole, portando all’abdicazione del re spagnolo a favore del fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte.
Questo monarca fantoccio straniero veniva considerato dagli spagnoli con disprezzo. La rivolta del due di maggio fu una delle tante rivolte nazionalistiche contro il regime bonapartista in tutto il paese.[19] Queste rivolte segnarono l’inizio della guerra d'indipendenza spagnola.[20] Napoleone fu costretto ad intervenire personalmente, sconfiggendo diversi eserciti spagnoli, che risentivano di una inefficiente organizzazione e dovette scontrarsi anche contro i più organizzati inglesi, alleati dei rivoluzionari. Tuttavia, a causa della potenza inglese e della disastrosa campagna di Russia, nel 1814 l’esercito francese fu cacciato e il re Ferdinando VII fece ritorno sul trono.[21]
Le invasioni francesi devastarono l’economia e lasciarono la Spagna soggetta a una forte instabilità politica. Le lotte di potere del XIX secolo portarono alla perdita di tutte le colonie americane, fatta eccezione per Cuba e Porto Rico.
[modifica] Guerra ispano-americana
A causa dell’instabilità politica e della crisi economica che ha colpito la Spagna nel XIX secolo, sorsero movimenti nazionalisti nelle Filippine e a Cuba, all’epoca sotto il controllo spagnolo. Questi movimenti portarono a delle guerre di indipendenza che coinvolsero anche gli Stati Uniti. Nonostante l’impegno dei vari reparti militari, l’esercito spagnolo era mal gestito ai più alti livelli e questo portò alla disfatta nella guerra ispano-americana. Tale guerra si risolse con il trattato di Parigi del 1898 in cui Cuba ottiene l’indipendenza e la Spagna fu costretta a cedere le Filippine, Guam e Porto Rico agli Stati Uniti per la somma di 20 milioni di dollari.
La disfatta militare (chiamata El desastre) contribuì a dare impulso alla Generazione del '98, un gruppo di intellettuali spagnoli che condussero un’analisi molto critica sulla situazione del paese.
[modifica] Guerra civile spagnola
L’inizio del XX secolo ha portato un po’ di pace in Spagna, la quale ha giocato un ruolo minore nel colonialismo in Africa, con la colonizzazione del Sahara Occidentale, del Marocco spagnolo e della Guinea equatoriale. Le pesanti perdite subite durante la guerra del Rif in Marocco hanno contribuito a minare la monarchia. Un periodo di regime autoritario del generale Miguel Primo de Rivera (1923-1931) si concluse con l’instaurazione della Seconda repubblica spagnola. La repubblica ha offerto l’autonomia politica dei paesi Baschi, alla Catalogna, alla Galizia e ha esteso il diritto di voto alle donne.
Nel luglio 1936 ebbe inizio la guerra civile spagnola, per opera delle forze nazionaliste ostili alla Repubblica, guidate dal generale Francisco Franco, le quali uscirono vittoriose grazie anche all’appoggio della Germania nazista e dell’Italia fascista.
La guerra civile durò tre anni e causò la morte di oltre 500.000 persone[22] e l’emigrazione di circa 500.000 cittadini, la maggior parte dei loro discendenti vive oggi nei paesi dell’America latina, di cui se ne contano circa 300.000 nella sola Argentina.[23] La guerra civile spagnola è stata definita come la prima battaglia della seconda guerra mondiale.
[modifica] Spagna durante e dopo Franco
La Spagna di Franco si è dichiarata nominalmente neutrale durante la seconda guerra mondiale anche se manteneva un rapporto di sintonia con le potenze dell'Asse. L’unico partito legale sotto il regime franchista fu la Tradicionalista Falange Española y de las J.O.N.S., formatosi nel 1937. Il partito era dichiaratamente anticomunista, cattolico e nazionalista. Più tardi il partito fu ribattezzato in Movimiento Nacional.
Dopo la seconda guerra mondiale, la Spagna era politicamente ed economicamente marginale ed era fuori dalle Nazioni Unite. La situazione cambiò nel 1955, durante il periodo della guerra fredda, quando divenne strategicamente importante per gli Stati Uniti stabilire una presenza militare nella penisola iberica, come contenimento per un eventuale mossa dell’URSS nel bacino del Mediterraneo. Nel 1960, la Spagna registrò un tasso di crescita economica che divenne noto come “miracolo Spagnolo”, che portò la nazione verso un’economia moderna.
Con la morte di Franco, avvenuta nel novembre 1975, Juan Carlos è salito alla carica di Re di Spagna e capo di Stato, in conformità con la legge. Con l’approvazione della nuova Costituzione spagnola del 1978 e l’arrivo della democrazia, lo Stato ha devoluto alcune autorità alle regioni creando una organizzazione interna basata sulle comunità autonome.
Nei Paesi Baschi, il nazionalismo moderato basco ha convissuto con un movimento radicale nazionalista guidato dall’organizzazione armata ETA. Il gruppo si è formato nel 1959 durante il regime di Franco, ma ha continuato a condurre la sua campagna violenta anche dopo il ripristino della democrazia e il ritorno ad un ampio grado di autonomia regionale.
Il 23 febbraio 1981, elementi ribelli tra le forze di sicurezza hanno tentato un colpo di stato nel tentativo di imporre un governo militare. Re Juan Carlos ha preso personalmente il comando delle forze armate e con successo ha portato i golpisti alla resa.
Il 30 maggio 1982, a seguito di un referendum, la Spagna ha aderito alla NATO e nello stesso il partito PSOE è salito al potere. Nel 1986 la Spagna ha aderito alla Comunità europea.
Nel 1982 Si sono tenuti in Spagna i Mondiali di calcio FIFA, che hanno contribuito a far riscoprire il Paese al Mondo, dopo gli anni di dittatura e di transizione alla democrazia. Anche le Olimpiadi di Barcellona del 1992 hanno sortito un benefico effetto per la ripresa del turismo e per far conoscere il modello di vita e i costumi della nuova Spagna.
Gli anni novanta del XX secolo sono stati caratterizzati dai Governi di José Maria Aznar, sostenuti dal Partito Popolare Spagnolo, con ulteriori progressi economici e sociali.
[modifica] Spagna nel XXI secolo
Con il 1º gennaio 2002, la Spagna ha cessato di utilizzare la peseta come valuta sostituendola con l’euro, che condivide con altri 16 Paesi della zona euro. Anche la Spagna ha visto una forte crescita economica, ben al di sopra della media europea, crescita terminata con la grande crisi economica iniziata nel 2008.[24]
L’11 marzo 2004, un attentato terroristico colpì alcuni treni pendolari di Madrid. Dopo un processo durato cinque mesi, si è concluso che gli attentati sono stati perpetrati da un locale gruppo militante islamico ispirato da al-Qaeda.[25] Gli attentati uccisero 191 persone e portarono al ferimento di più di 1800. Si è ipotizzato che l’intenzione degli autori fosse stato rivolto ad influenzare l’esito delle elezioni generali spagnole avvenute tre giorni dopo,[26] che portarono alla vittoria del PSOE, guidato da José Luis Rodríguez Zapatero.[27]
La Spagna è una nazione dell’Europa sud-occidentale, che comprende circa l’84% della penisola iberica. L’area totale è di 504.782 km², dei quali 499.542 km² sono di terra e 5.340 di acque.
I confini della Spagna sono formati per l’88% (4.964 km) dal mare e per il 12% (1.917 km) da terra. Il Mare di Cantabria (Golfo di Biscaglia) si trova a nord, il Mar Mediterraneo e il Mare delle Baleari a sud e sud-est, il Portogallo e l’Oceano Atlantico a ovest e la Francia e Andorra a nord-est, lungo i Monti Pirenei. La costa mediterranea si estende per 1.660 km, mentre quella atlantica per 710 km. I Pirenei si estendono per 435 km dal Mar Mediterraneo al Golfo di Biscaglia. Nell’estremo sud della Spagna si trova lo Stretto di Gibilterra, che separa la Spagna e il resto dell’Europa dal Marocco, nel Nord Africa. Il Teide con i suoi 3718 metri sul livello del mare (e i circa 7.000 metri sopra la piattaforma oceanica) è la vetta più alta di Spagna e la cima più alta di tutto l’Atlantico. È il terzo più grande vulcano del mondo dalla sua base.[28]
Al largo della penisola iberica ci sono diverse altre zone spagnole: le Isole Baleari nel Mar Mediterraneo, le Isole Canarie a sud-ovest, a circa 108 km a nord-ovest dell’Africa; ci sono inoltre altre cinque terre di sovranità spagnola (plazas de soberanía) sulla costa del Marocco: Ceuta, Melilla, Islas Chafarinas, Peñón de Alhucemas e Peñón de Vélez de la Gomera.
Panorama della
Sierra Norte, nei pressi di Madrid.
Mappa geografica della Spagna.
La forma del territorio spagnolo è tozza e poco articolata. Possiamo distinguervi tre regioni geografiche:
- L’altopiano centrale della Meseta: vasto e semiarido, è di antica formazione ed occupa buona parte dell’area centrale del Paese. È diviso in 2 parti. È attraversato da catene montuose ed è delimitato a Est dai Monti Iberici e dalla Sierra Morena a Sud. Nel cuore di questa zona è presente la capitale Madrid
- Le catene settentrionali: sono costituite dai Pirenei e dalla Cordigliera Cantabrica che corre lungo la costa. La catena dei Pirenei è giovane, mentre i Monti Cantabrici sono più antichi. L’aridità della Meseta e le scarse precipitazioni della regione atlantica rendono ricca la vegetazione.
- Il Sistema Betico, a Sud: è formato da una serie di catene montuose, tra le quali la Sierra Nevada (Mulhacén). Le pianure, poco estese, sono sulle sottili fasce costiere.
Vista del
Teide, sull’isola di
Tenerife. È la vetta più alta di Spagna
[modifica] Catene montuose
I fiumi sono numerosi ma hanno un regime torrentizio, che ne limita lo sfruttamento come vie di comunicazione. I principali sono: Ebro, Turia, Jucar, Segura
Duero, Tago, Guadiana, Guadalquivir.
In Spagna non esistono laghi naturali di grandi dimensioni, bensì numerosi bacini artificiali destinati ad assicurare il fabbisogno energetico ed idrico di zone più o meno ampie del paese. In spagnolo vengono definiti pantanos, o embalses (di particolare importanza gli embalses di Alcantara, di Torrejón e di Valdecañas sul Tago, e quello di Mequinenza, sull'Ebro).
La Spagna ha uno sviluppo costiero di 4000 km. La costa atlantica nei
Paesi Baschi, caratterizzata da paesaggi verdi, scogliere e vento forte
A parte i confini con Francia, Andorra, Gibilterra e Portogallo, la Spagna nel territorio rimanente è completamente circondata dal mare, precisamente dall’Oceano Atlantico a nord, nord-ovest ed un piccolo tratto del sud-ovest, nonché dal Mar Mediterraneo a est, sud-est e sud fino alle Colonne d'Ercole. Alla penisola iberica vanno aggiunte le Canarie, completamente nell’Atlantico e le Baleari, completamente situate nel Mediterraneo.
Per l’enorme lunghezza delle sue coste e la notevole diversità di posizione fra di esse, la Spagna presenta tratti litorali diversissimi. La costa atlantica, chiamata nel tratto più orientale Mar Cantabrico (che è a sua volta parte del Golfo di Biscaglia), è caratterizzata da suggestive baie alternate da scogliere suggestive lavorate dal forte vento oceanico e dalle numerose piogge. Soprattutto nella parte più occidentale la costa è frastagliata ed incisa da strette e lunghe insenature, chiamate rias, tipiche della Galizia, incastonate in tratti scoglieri molto impervi, fra tutti la celebre Costa della Morte.
Costa mediterranea vicino
Alicante, con spiagge lunghe e intenso sfruttamento turistico
Completamente diversa è la costa mediterranea, molto più dolce e poco frastagliata, con eccezione del golfo di Valencia e dell’area deltizia dell’Ebro e di alcuni promontori, anche se presenta comunque tratti scoglierosi, e soprattutto dal clima molto più mite e adatto al turismo di balneazione. Si affacciano sulla costa mediterranea numerose città famose come Barcellona, Valencia e Malaga, oltre a località spiccatamente balneari come Lloret de Mar o Tarifa. Viene divisa geograficamente in più parti: la più settentrionale è la Costa Brava, che si estende dal confine francese fino a Barcellona; la Costa Daurada si estende dal capoluogo catalano fino alle foci dell’Ebro; la Costa del Azahar fino a Dénia (esclusa) includendo pertanto la quasi totalità del Golfo di Valencia; la Costa Blanca fino a Cabo de Gata; ed infine la Costa del Sol che bagna tutta la Spagna meridionale fino allo Stretto di Gibilterra. La costa mediterranea, dato il suo maggiore richiamo turistico, è stata meno preservata di quella Atlantica e ha conosciuto notevoli abusi edilizi.
Le isole principali sono raggruppate in due arcipelaghi: le Isole Baleari e le Isole Canarie. Le Baleari sono situate nel Mediterraneo, non lontano dalle coste della Comunità Valenziana e sono composte da quattro isole principali, Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera. Le Canarie invece sono situate nell’Atlantico, al largo del Marocco meridionale e a oltre 1000 km a sud-ovest della penisola iberica. Geograficamente appartenengono al continente africano. Sono Gran Canaria, Lanzarote, Fuerteventura, Tenerife, La Palma, La Gomera ed infine El Hierro. Ci sono poi altre isole minori, molto più piccole, come le Isole Cies.
Tre zone climatiche principali possono essere individuate in Spagna, in base alla posizione geografica e alle condizioni orografiche:[29][30][31]
- Il clima mediterraneo, caratterizzato da estati secche e calde. Secondo la classificazione climatica Köppen, è dominante nella penisola, con due varietà: Csa e Csb.
- Il clima steppico (Bsh, Bsk), si trova nella parte sud-est del paese, soprattutto nella regione di Murcia e nella valle dell’Ebro. In contrasto con il clima mediterraneo, la stagione secca si estende oltre l’estate.
- Il clima oceanico (Cfb), che si trova nella parte nord del paese, soprattutto nella regione dei Paesi Baschi, Asturie, Cantabria e in parte in Galizia. In contrasto con il clima mediterraneo, le temperature invernali ed estive sono influenzate dal mare e non presentano la siccità stagionale.
Oltre a questi tipi principali, si possono trovare altri sotto-tipi, come il clima alpino dei Pirenei e in Sierra Nevada, e un tipico clima subtropicale nelle Isole Canarie.
La popolazione è costituita in gran parte da spagnoli appartenenti a diversi gruppi etnico-linguistici (castigliani, catalano-valenciani, galiziani, baschi, etc) e da una minoranza di stranieri che, agli inizi del 2008, rappresentava oltre l’11% della popolazione globale: 5,2 milioni su 46 milioni circa[32]. Le comunità autonome dov’è più consistente la presenza di collettività straniere sono la Catalogna, con oltre un milione di unità, Madrid, con quasi un milione e la Comunità Valenziana, con circa 800.000. Notevole è la presenza di immigrati dell’Europa orientale (soprattutto rumeni, che attualmente rappresentano la comunità allogena più numerosa del Paese), nordafricani, molti dei quali clandestini (impiegati soprattutto nelle aziende agricole della Spagna Meridionale), e latinoamericani.
Distribuzione geografica della popolazione.
La conformazione del territorio condiziona una distribuzione non equilibrata della popolazione: sulle coste, lungo le valli dei fiumi e nelle zone economicamente più progredite, in cui sono sviluppate l’agricoltura e le industrie, la densità supera i 300 abitanti per km². In molte aree della meseta, invece, la densità è al di sotto dei 29 ab. per km². La popolazione urbana (77%) è costantemente in crescita.
La popolazione totale della Spagna era, secondo le stime dell’anno 2010, di 45.054.694 abitanti, con una densità media di 81 abitanti per km², suddivisa nelle varie comunità autonome che fanno parte del Regno.
Il fenomeno dell’urbanizzazione è abbastanza recente, ed oggi il 70% degli spagnoli vive nelle città, molte delle quali si sono sviluppate in modo non organico e con problemi, talvolta gravi, di inquinamento.
Il territorio del Paese è diviso in comunità autonome che, in considerazione della diversa storia, godono di una notevole autonomia.
Di seguito, il recente studio (biennio 2010-2011) effettuato da The Arda:
Cristiani: 90,14%.
Agnostici: 6,94%.
Musulmani: 1,57%.
Atei: 1,10%.
Ebrei: 0,13%.
Altro: 0,12%.
Fonti: http://www.thearda.com/internationalData/countries/Country_208_1.asp
Lingua ufficiale è il castigliano o spagnolo. In alcune comunità autonome rivestono carattere di coufficialità con il castigliano il catalano/valenciano (Catalogna, Isole Baleari e Comunità Valenciana) il galiziano (Galizia) e il basco (Paesi Baschi e Navarra). Lo Stato spagnolo e le amministrazioni periferiche proteggono ed incoraggiano l’uso, in ambito locale, di alcune lingue e parlate che però non godono dello status di coufficialità come l’asturiano, il leonese, il dialetto d’Estremadura, l’aragonese. Nella Valle d'Aran è riconosciuto ufficialmente, accanto al castigliano e al catalano, anche l’aranese, varietà di guascone del gruppo linguistico occitano. A La Línea de la Concepción al confine con Gibilterra la popolazione parla Llanito e inglese come terza lingua.
Inoltre nelle città autonome africane di Ceuta e Melilla si parla anche arabo e berbero e una parte della popolazione parla il francese come terza o quarta lingua.
[modifica] Suddivisioni amministrative
[modifica] Comunità autonome
Mappa della Comunità autonome
La Spagna è suddivisa in 17 comunità autonome (comunidades autónomas, al singolare: comunidad autónoma) che sono ulteriormente suddivise in 50 province, più due città autonome: Ceuta e Melilla (designate ufficialmente come Plazas de Soberanía en el Norte de África). Gibilterra è rivendicata dalla Spagna.
Ceuta, Melilla e altri piccoli isolotti, che si estendono su 0,65 km² e contano 312 abitanti sono i resti del vasto impero coloniale che il paese possedeva. In totale la Spagna ha 31,65 km² di territori nell’Africa del Nord, popolati da 138.228 abitanti.
[modifica] Province e municipi
A partire dall’introduzione del sistema delle comunità autonome le province hanno visto diminuire i loro poteri. Sono ancora utilizzate come distretti elettorali, per la codifica postale e come riferimenti geografici.
Sette comunità autonome sono composte da una sola provincia: Asturie, Isole Baleari, Cantabria, La Rioja, Comunità autonoma di Madrid, Murcia, e Navarra.
Le province sono a loro volta suddivise in comuni o municipi (in spagnolo municipio). A capo del municipio c’è l’alcalde, il sindaco.
[modifica] Città principali
[modifica] Principali aree metropolitane
[modifica] Popolazione delle isole
[modifica] Ordinamento dello Stato
Prima pagina della costituzione spagnola.
Secondo la Costituzione del 1978, la Spagna è una monarchia ereditaria parlamentare, dove il re ha un ruolo di rappresentanza, ma anche di garante dell’unità e della democrazia.
Il potere esecutivo è nelle mani del Consiglio dei ministri (Consejo de Ministros), retto da un Primo Ministro, cui il parlamento dà e toglie la fiducia.
Il potere legislativo è attribuito a un parlamento bicamerale (Cortes Generales) con mandato quadriennale, composto di:
- Congresso dei Deputati (Congreso de los Diputados), una camera di 350 deputati, eletti con un sistema proporzionale corretto e senza voto di preferenza in circoscrizioni corrispondenti alle province;
- Senato del Regno di Spagna (Senado), una camera di 259 senatori, di cui 208 eletti direttamente e 51 indirettamente dai consigli regionali.
Il potere giudiziario è indipendente.
[modifica] Partiti politici ed elezioni democratiche
Le prime elezioni democratiche dopo il franchismo si sono tenute il 15 giugno 1977, vinte da una lega di centro destra, l’Unione del Centro Democratico (UCD), presieduta da Adolfo Suàrez. Il sistema politico è basato sul multipartitismo, ma da tempo due sono i partiti dominanti: il Partito Socialista Operaio Spagnolo (di centro-sinistra) e il Partito Popolare (di centro-destra). I due partiti dominanti si alternano al potere, ma quasi sempre, a causa del sistema elettorale, dopo le elezioni devono forgiare coalizioni con partiti minori. Il partito socialista ha guidato il governo dal 1982 al 1996 (governi di Felipe González) e dal 2004 al 2011 (governi di José Luis Rodríguez Zapatero); il partito popolare dal 1996 al 2004 (governi di José Maria Aznar) e dal 2011 ad oggi 2012 (governo di Mariano Rajoy).
[modifica] Organizzazioni internazionali cui la Spagna ha aderito
Acquedotto romano di Segovia
Per architettura spagnola, si intendono tutti gli esempi di architettura realizzati in ogni epoca in Spagna e le opere dei moderni architetti spagnoli presenti in tutto il mondo.
Grazie alla sua diversità storica e geografica, l’architettura spagnola ha giovato di numerose influenze. Ad esempio, una città importante della provincia come Cordova, che fu fondata dai Romani e quindi vanta una vasta infrastruttura di quell’epoca, divenne la capitale culturale della dinastia islamica Omayyade vedendo sorgere su di essa anche raffinate architetture in stile arabo.[34] Le successive dinastie arabe che si sono succedute in Spagna, hanno sviluppato fulgidi esempi di architetture sempre più complesse e caratteristiche come il famoso complesso del Palazzo di Granada.
Errore nella creazione della miniatura: Parametri miniatura non corretti
Allo stesso tempo, emersero i regni cristiani che, a poco a poco, svilupparono i loro stili, integrando i flussi romanci e gotici. In particolare vi fu una straordinaria fioritura dello stile gotico che ha validi esempi sparsi su tutto il territorio nazionale. Lo stile mudéjar, emerso dal XII al XVII secolo è stato sviluppato con la fusione di motivi in stile arabo e i modelli dell’architettura europea.
L’arrivo del Modernismo in ambito accademico, ha prodotto gran parte dell’architettura del XX secolo, uno stile che ha avuto l’epicentro a Barcellona e in Gaudí l’architetto simbolo. Dalle soglie del XXI secolo, la Spagna sta vivendo una rivoluzione nell’architettura contemporanea e architetti spagnoli come Rafael Moneo, Santiago Calatrava, Ricardo Bofill e molti altri hanno guadagnato fama mondiale.
Con il termine letteratura spagnola ci si riferisce alla produzione letteraria scritta in lingua spagnola, tra cui la letteratura in lingua spagnola composta da scrittori non necessariamente spagnoli. Per le storiche diversità geografica e generazionali, la letteratura spagnola ha conosciuto un gran numero di influenze ed è molto disomogenea. Alcuni movimenti letterari più importanti possono essere identificati all’interno di essa.
Miguel de Cervantes è probabilmente l’autore più famoso della Spagna e il suo Don Chisciotte è considerata l’opera più emblematica nel canone della letteratura spagnola e un classico fondatore della letteratura occidentale.[35]
Il cinema spagnolo ha ottenuto importanti successi internazionali, tra cui l’Oscar i film “Il labirinto del fauno” e “Volver”.[36] Nella lunga storia del cinema spagnolo, il grande regista Luis Buñuel fu il primo ad ottenere il riconoscimento internazionale, seguito da Pedro Almodóvar nei tardi anni '80. Altri registi spagnoli di fama sono: Segundo de Chomón, Florian Rey, Luis García Berlanga, Carlos Saura, Julio Medem e Alejandro Amenábar.
Il sistema educativo in Spagna è principalmente pubblico e si articola in diverse fasce. Sono obbligatori gli insegnamenti nelle scuole elementari e nelle scuole medie, mentre sono facoltativi gli insegnamenti infantili (gli asilo nido e le scuole materne) e gli insegnamenti secondari non obbligatori, come la scuola superiore e la formazione professionale. Inoltre la Spagna possiede un importante sistema universitario.
Esportazioni spagnole nel
2006.
L’economia spagnola rientra tra le economie avanzate dell’Europa occidentale. In particolare, nel decennio che va dal 1998 al 2008, l’economia iberica è stata tra le più dinamiche nell’eurozona.[37] La società e l’economia spagnola hanno vissuto un forte periodo di trasformazione e di crescita nel corso degli ultimi due decenni del novecento. Uscito dall’isolamento politico ed economico imposto dalla lunga dittatura fascista, il Paese si è aperto a degli scambi commerciali internazionali e ha aderito all’UE nel 1986. L’economia ha anche potuto contare sulla nascita di nuove imprese industriali e sull’afflusso di capitali stranieri che, sfruttando il minor costo della mano d’opera rispetto ad altri paesi, hanno avviato iniziative industriali e commerciali. Si sono inoltre aggiunti nuovi mezzi di comunicazione che hanno aumentato il reddito del sistema produttivo. Il settore principale è quello terziario: turismo e commerci (uva e agrumi) sono molto sviluppati. Tuttavia, a partire dalla grande crisi finanziaria iniziata nel 2008 e la crisi del sistema bancario che ha costretto il governo spagnolo a chiedere aiuti al fondo salva stati nel giugno del 2012 a causa dello scoppio della bolla immobiliare, l’economia spagnola è entrata in una crisi profonda che ha portato il livello di disoccupazione a sfiorare il 25% e un declassamento del suo debito sovrano che hanno portato il rating dalla tripla A a (per l’agenzia Moody’s) a BAA3 con outlook negativo il 14 giugno 2012, fino a portare ad un rendimento dei titoli di stato a 10 anni ad un rendimento che sfiora il 7% annuo e che è considerato un punto di non ritorno sulla strada del Default.
Nel corso degli ultimi quattro decenni l’industria del turismo spagnolo è cresciuta fino a diventare la seconda più grande del mondo, con un valore stimato di 40 miliardi di euro, nel 2006, corrispondente a circa il 5% del PIL.[38][39] Il clima della Spagna, i monumenti storici e culturali, la sua posizione geografica, insieme alle sue infrastrutture ricettive all’avanguardia, contribuiscono a farla essere una delle mete più ambite, creando una grande fonte di occupazione stabile e di sviluppo.
La Spagna è uno dei paesi leader a livello mondiale nello sviluppo e nella produzione di energia rinnovabile. Nel 2010 la Spagna è diventata il leader mondiale nella produzione di energia solare, superando gli Stati Uniti con un impianto enorme, vicino a Alvarado, Badajoz.[40][41] La Spagna è anche il principale produttore europeo di energia eolica. Nel 2010 le sue turbine a vento hanno generato 42.976 GWh, pari al 16,4% di tutta l’energia prodotta in Spagna.[42][43][44] Il 9 novembre 2010, l’energia eolica ha raggiunto un picco istantaneo storico che ha coperto il 53% di energia elettrica della domanda della terraferma[45]] e ha generato una quantità di energia equivalente a quella di 14 reattori nucleari.[46] Altre energie rinnovabili utilizzate in Spagna sono l’idroelettrico, le biomasse e l’energia marina (2 impianti in costruzione).[47]
Le fonti non rinnovabili di energia utilizzate in Spagna sono il nucleare (8 reattori operativi), gas, carbone e petrolio.
Il sistema stradale spagnolo è di tipo centralizzato, con 6 autostrade che collegano Madrid ai Paesi Baschi, alla Catalogna, a Valencia, all’Andalusia occidentale, all’Estremadura e alla Galizia. Inoltre, ci sono strade lungo l’Atlantico (Ferrol a Vigo), Cantabria (Oviedo a San Sebastián) e sulle coste del Mediterraneo (Girona a Cadice).
La Spagna ha la più estesa rete ad alta velocità ferroviaria in Europa e la seconda più estesa al mondo dopo la Cina.[48][49][50] Ad ottobre 2010 la Spagna ha un totale di 3.500 km di tratte ad alta velocità che collegano Malaga, Siviglia, Madrid, Barcellona, Valencia e Valladolid, con i treni che raggiungono velocità fino ai 300 km/h. Per quanto riguarda la puntualità, è il secondo al mondo (98,54% sul tempo di arrivo) dopo Shinkansen giapponese (99%).[51] Se gli obiettivi del programma ambizioso AVE (treni ad alta velocità spagnola) vengono soddisfatti, entro il 2020 la Spagna avrà 7000 km di percorso ferroviario ad alta velocità che collegherà quasi tutte le città a Madrid in meno di 3 ore e a Barcellona entro 4 ore.
Ci sono 47 aeroporti pubblici in Spagna. Il più trafficato è l’Aeroporto di Madrid-Barajas, con 50,8 milioni di passeggeri nel 2008. L’aeroporto di Barcellona (El Prat) è anch’esso importante con 30 milioni di passeggeri transitati nel 2008. Altri grandi aeroporti si trovano a Gran Canaria, Malaga, Valencia, Siviglia, Maiorca, Alicante e Bilbao.
La Spagna punta a mettere su strada 1 milione di auto elettriche entro il 2014 come parte del piano del governo per risparmiare energia e aumentare l’efficienza energetica.[52] Il ministro dell’Industria Miguel Sebastian ha detto che “il veicolo elettrico è il futuro e il motore di una rivoluzione industriale”.[53]
L’interesse sportivo in Spagna è dominato dal calcio. Il Real Madrid F.C. e il FC Barcelona sono due delle squadre di calcio di maggior successo al mondo. La nazionale di calcio spagnola, ha vinto il campionato europeo di calcio nel 1964,nel 2008 e nel 2012 e il Campionato mondiale di calcio nel 2010.
Basket, tennis, ciclismo, pallamano, motociclismo e, ultimamente, la Formula Uno hanno incrementato il loro successo, grazie anche alla presenza di campioni spagnoli in queste discipline. Le Olimpiadi estive del 1992 si sono tenute a Barcellona. L’industria del turismo ha portato ad un miglioramento delle infrastrutture sportive, in particolare per gli sport acquatici, per il golf e lo sci.
Rafael Nadal è il leader del tennis spagnolo e ha vinto diversi titoli del Grande Slam, anche la Squadra spagnola di Coppa Davis ha ottenuto ottimi risultati con 5 titoli conquistati tra il 2000 e il 2011. Nel nord della Spagna, il gioco della pelota è molto popolare. Alberto Contador è il ciclista leader spagnolo e ha vinto diversi titoli del Grand Tour tra cui tre titoli del Tour de France,poi squalificato per doping.
[modifica] Personaggi originari della Spagna
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