Christian Louboutin scarpe: vi raccontiamo come è nata quest'icona della moda, un vero e proprio fenomeno di costume
Molto prima che Sex and the City rendesse 'lecita’ l'ossessione e l'amore folle per le scarpe, Christian Louboutin era già un cult con la sua iconica suola rossa e il suo tacco stiletto che ha conquistato il cuore di tutte le appassionate di scarpe, e non solo. Oggi, Christian Louboutin è ancora il re delle calzature, i suoi modelli più celebri sono tra i più venduti nel mondo. Col tempo l'azienda non ha mai perso i suoi valori legati all'artigianalità, ma è cresciuta trasformandosi in una grande realtà che include anche borse, accessori (2006) e un filone beauty. Indossate da musicisti e star del cinema, reali e atleti, le scarpe Christian Louboutin sono caratterizzate da un'estetica lussuosa e seducente, con quel tocco chic parigino inconfondibile e, naturalmente, da una manifattura unica. Ripercorriamo insieme l'incredibile viaggio di questa maison che col tempo si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di costume.
Aveva soltanto 12 anni Christian Louboutin quando ha iniziato a disegnare scarpe da donna. «Disegnavo tacchi a spillo, ma non ho mai pensato che potesse trasformarsi in un lavoro. Ero affascinato dal loro potere di seduzione e dalla loro capacità di modellare una silhouette», ha raccontato lo shoe designer. Nato a Parigi nel 1963, Christian è cresciuto con tre sorelle, e per questo ha sempre avuto una comprensione innata del mondo femminile. Durante la sua adolescenza frequentava i locali dell'iconico Le Palace e assisteva agli spettacoli del Folies Bergères e del Moulin Rouge. Affascinato dalle showgirl, ha iniziato la sua vita lavorativa come stagista proprio alle Folies Bergères. Questa esperienza lo colpì a tal punto che iniziò ad andare oltre l'oggetto, e a pensare al ruolo della scarpa nella definizione della silhouette. «La scarpa può cambiare il modo in cui una donna cammina, il modo in cui si muove, può allungare la gamba. La scarpa può creare magia, illusione, desiderio, e queste sono tutte cose che amo», ha poi raccontato. Non passò, così, troppo tempo prima che decidesse di far vedere i suoi disegni a Hélène de Mortemart, direttore moda di Christian Dior al tempo. Presso questa maison ha mosso i primi passi. «Ho imparato il mio mestiere. Non è stato facile, ma mi bastava sentire l'odore della colla per capire che era la mia grande passione». A questa esperienza seguì quella presso Roger Vivier. Il resto è storia.