Aiuto:Manuale di stile
– Sportello informazioni |
Questo manuale di stile è una guida allo stile e alla formattazione da usare nelle voci di Wikipedia in italiano (it.wiki).
È molto più importante che una voce sia chiara e ricca di informazioni, piuttosto che stilisticamente perfetta: su Wikipedia la sostanza è ben più preziosa della forma. Però, anche quando si è imparato a evitare gli errori più comuni nell'uso di Wikipedia, questo non significa che non si possa migliorare. Scrivere bene è un'arte e Wikipedia, pur non essendo un romanzo, è pur sempre un'opera con uno scopo (la conoscenza, la sua collezione e divulgazione): rispetto a questo scopo ci sono modi migliori e modi peggiori di scrivere.
Questo manuale di stile ha la semplice funzione di aiutare gli utenti – vecchi e nuovi – a scrivere voci che siano:
- omogenee, che cioè abbiano tutte una struttura simile e adottino le stesse convenzioni per date, nomi, titoli ecc., affinché Wikipedia possa essere leggibile e utilizzabile il più agevolmente e velocemente possibile;
- ben scritte, evitando alcuni degli errori ed equivoci stilistici che si commettono spesso quando si scrive senza essere abituati al mezzo di comunicazione che si sta usando.
Se hai dei dubbi a proposito di termini o abbreviazioni che incontri su Wikipedia e che non ti sono familiari, vedi Aiuto:Glossario e la lista di abbreviazioni.
Lo stile enciclopedico
Un'enciclopedia, e quindi anche Wikipedia, è una fonte di conoscenza terziaria o nel migliore dei casi secondaria, ovvero una fonte che riporta informazioni e interpretazioni già espresse altrove; non può ergersi, in altre parole, a garante di quanto riporta (come invece può fare un testimone oculare, per esempio), ma può solo riferire quanto sostenuto da altre fonti.
Per questo, chi scrive deve farlo per quanto possibile in modo impersonale e imparziale – il cosiddetto punto di vista neutrale (o NPOV, cioè neutral point of view) –, senza dare voce alle proprie emozioni, anche se per alcuni argomenti può essere difficile. Chi scrive inoltre deve adottare un punto di vista internazionalista e non localistico rispetto al tema che tratta: su Wikipedia, nessuna nazione o cultura è più importante di un'altra.
L'importante è farsi capire
Lo scopo di una voce di Wikipedia è informare: quindi, come già detto, la sostanza è più importante della forma. Tuttavia, quando scrivi, dovresti tenere sempre presente il destinatario di ciò che scrivi. Una voce di Wikipedia è destinata a essere letta da tutti: adulti, ragazzi, bambini, professori universitari e persone con la licenza elementare. Perciò si raccomanda di scrivere in modo piano e semplice, senza paroloni o frasi in gergo tecnico.
Non sempre questo è possibile: per esempio, se siete esperti di matematica, potreste scrivere una voce su un teorema astruso e complicatissimo (il che è perfettamente legittimo), e lo stesso può valere per voci di biologia, medicina, filosofia o di altre discipline. In questi casi è praticamente indispensabile scrivere in un linguaggio da iniziati, che risulterà pienamente comprensibile solo a pochissimi. Comunque, per quanto complesso sia un argomento, si può sempre esprimerne in parole povere almeno il concetto base: è l'incipit di una voce che, definendo con precisione e asciuttezza il proprio tema, permette a chi legge di valutare se le proprie competenze sono sufficienti per affrontare un certo argomento. Il grande filosofo e logico Ludwig Wittgenstein ha scritto: "Tutto ciò che può formularsi può formularsi chiaramente"[1]. Quindi, cerchiamo sempre di far comprendere il più possibile a chi fruisce del progetto Wikipedia.
Per aiutare il lettore a comprendere parole e lemmi specialistici, Wikipedia offre un impagabile vantaggio sulla carta: il ricorso ai wikilink! Rileggendo un vostro contributo prima di pubblicarlo, verificate se termini precisi ma non proprio di dominio pubblico non siano già presenti in Wikipedia: in tal caso, attivate il collegamento usando le [[parentesi quadre]]; chi inciampasse in quell'ostacolo potrebbe rapidamente fare una digressione, documentarsi per chiarirsi le idee e poi proseguire nella lettura, seguendo il filo del discorso.
Lo stile spicciolo
Cesare Marchi definiva in un suo libro «ruota di porcello» la prosa ampollosa e vuota di chi non ha niente da dire, ma vuole parlare a tutti i costi per sembrare importante. Se siamo qui su Wikipedia vuol dire che abbiamo qualcosa da dire: evitiamo dunque di sommergerlo di parole in eccesso, tipiche di un italiano burocratico e artificiale. Eviteremo dunque di annacquare un semplice articolo determinativo plurale con l'aggiunta dello sconveniente quelle che sono e non attribuiremo a piuttosto che un abusivo valore disgiuntivo.
Ancora, le virgole scandiscono il ritmo delle frasi. Una frase, anche corta, che abbia tante, troppe virgole, messe vicine, diventa lenta, pesante, faticosa, per chi, come voi, ora legge. Le frasi con poche virgole invece scorrono via molto veloci e senza intoppi ma spesso diventano molto più lunghe e piene di subordinate tanto che può diventare difficile per la mente del lettore capire cosa stia leggendo ora dal momento che non ha ancora potuto fermarsi un attimo da quando è iniziata la frase per tirare le somme e ricapitolare tutto quello che gli è passato sotto il naso e ciò solo perché ancora non ha trovato uno straccio di virgola o magari un bel punto.
Bisogna insomma evitare di avventurarsi in subordinate che non si sia certi di poter articolare adeguatamente. Molto spesso uno stile spicciolo, fatto di frasi brevi ma chiare, è il miglior modo di rendere chiaro un tema e nitida la sua esposizione.
La struttura di una voce
Alcuni gruppi di voci, come gli elementi della tavola periodica, i centri abitati, le voci su animali e piante, i popoli antichi e le regioni storiche o quelle correlate alla storia romana hanno già una struttura predefinita, un modello di stesura ideato dai wikipediani riunitisi all'interno di un progetto dedicato a quell'argomento, pronto per essere adottato e completato (si possono vedere nella Categoria:Modelli di voce).
Il titolo
La scelta del titolo è un elemento fondamentale della composizione di una voce, perché riassume in una o pochissime parole il contenuto della voce stessa.
La prima cosa da fare, ma a cui spesso non si presta la dovuta attenzione, è controllare che la voce che si vuol creare non sia stata già creata con nomi simili. Di norma, per un tema che ha titoli o nomi diversi, si sceglie quello più adatto e per gli altri si usa un redirect (così, ad esempio, René Descartes è redirect a Cartesio). Se il redirect non esiste, c'è il rischio di creare due voci con lo stesso argomento. Per evitare di fare lavoro inutile, è bene controllare che la voce non esista già con altri titoli.
Il titolo, normalmente al singolare e senza articoli, deve essere coerente con il contenuto, incisivo, esplicativo e rappresentativo al tempo stesso.
Occorre verificare se ci sono altre voci con lo stesso titolo. In caso affermativo, se proprio non lo si può cambiare, occorre disambiguarlo.
Incipit
La sezione iniziale dovrebbe contenere un'introduzione o incipit, in cui spiegare in termini semplici il contenuto della voce. L'incipit funziona da riassunto e sommario della voce, e illustra l'importanza dell'argomento in poche frasi. Nella maggior parte dei casi, una voce dovrebbe iniziare così:
«XYZ è...» |
È importante evitare di separare soggetto e predicato verbale con una virgola. Forme come
- Mario Rossi (Tokyo, 1965), è un violinista giapponese di origini italiane
sono erronee.
Poi si è liberi di procedere come meglio si confà all'argomento trattato, anche se è consigliabile mantenere una certa gradualità nella complessità dell'esposizione, per permettere anche ai profani di acquisire informazioni senza trovarsi dinnanzi a un muro già dopo poche righe.
Per le convenzioni utilizzate su Wikipedia in merito all'incipit si vedano le convenzioni sull'incipit.
Giunti in fondo...
Alla fine della voce, dopo il testo vero e proprio, si situano vari paragrafi «accessori», che hanno lo scopo di permettere un approfondimento ulteriore e anche di permettere il controllo dei contenuti della voce. Spesso possono diventare molti, perciò è necessario seguire una convenzione sul loro ordine: vanno messe più in alto le informazioni che riguardano più strettamente la voce.
Per prime vengono le note a piè di pagina, che spiegano parti del testo o indicano la fonte dell'informazione o della teoria riportata (il che è fondamentale per la verificabilità dei contenuti); segue la bibliografia, che è l'elenco dei testi usati per stendere la voce (e a cui fanno riferimento le note) o anche solo utili per approfondire l'argomento; poi le voci correlate, che rimandano ad altre voci utili ad approfondire l'argomento trattato o uno molto vicino; quindi i collegamenti a pagine di altri progetti, che abbiano contenuti sull'argomento che non possono stare in una voce di Wikipedia (ad esempio il testo di un libro che la voce commenta); infine i collegamenti esterni, a pagine della Rete interessanti per approfondire (e/o consultate per scrivere la voce).
Si noti che non necessariamente bisogna creare tutti questi paragrafi separati. Ad esempio, se la bibliografia è breve, il libro consultato si può semplicemente indicare in una nota, e se i collegamenti ad altre pagine sono pochi, possono anche stare tutti nello stesso paragrafo, purché al suo interno si segua lo stesso ordine indicato sopra e sia chiaro a che tipo di pagina rinvia il collegamento.
- Per riassumere, ecco titoli convenzionali e ordine delle sezioni predefinite
- Note
- Bibliografia
- Voci correlate
- Altri progetti
- Collegamenti esterni
Le versioni della voce disponibili in altre lingue sono invece elencate nel riquadro Altre lingue, nella colonna a sinistra (vedi Aiuto:Interlink).
Quando una voce è completa?
La risposta è semplice: una voce non è mai completa! Per quanto in profondità abbiate trattato un certo argomento, c'è sempre qualcosa in più da spiegare, una nota o un dettaglio da aggiungere, una frase o un paragrafo da limare, un periodo o un'informazione inutile da togliere: volendo, nessuna voce è mai "finita" del tutto! È altresì importante citare le fonti di quanto si è scritto, in modo che le informazioni riportate siano verificabili.
Le voci troppo sintetiche, che non riescono a trattare in modo esauriente almeno gli aspetti fondamentali dell'argomento, vengono segnalate come abbozzi di voce da ampliare.
Occorre essere completi nell'esporre almeno gli aspetti più importanti, ma senza eccedere: se il discorso si fa troppo lungo e complesso è bene evitare di scrivere pagine su pagine. Meglio allora spostare alcune parti più specifiche in nuove voci da creare appositamente, o ampliare gli abbozzi già presenti. Nella voce principale rimarrà un riferimento, ed eventualmente un riassunto, delle sezioni scorporate in questo modo.
La consuetudine che, in generale, si adotta su Wikipedia per valutare se e quando distribuire un testo su più voci è legata alla leggibilità a video della voce, che diminuisce se il testo è lungo più di cinque o sei schermate. Se ciò che si scrive misura più di 125 Kb, sarà considerato "troppo lungo", e verrà consigliato di suddividere la pagina in sezioni più piccole. Altri motivi per evitare di allungare troppo una voce sono descritti in Aiuto:Dimensione della voce.
Toni enfatici
Su Wikipedia sono deprecati toni enfatici. Scrivere di un biografato che è o fu "celebre" o "famoso" può essere alternativamente pleonastico o sproporzionato. Sono piuttosto le voci dedicate a dover precisare i termini della fama di un biografato o di un'opera d'arte. In altri contesti, si rischia facilmente di scivolare in abusi. Altrettanto, un'opera d'arte non potrà essere definita "meravigliosa" o "bellissima", in quanto non è scopo dell'enciclopedia porre un metro all'estetica. Similmente, la descrizione di casi tragici, come omicidi, stragi, attentati, carestie, battaglie e guerre, non deve indulgere al sentimento, poiché il dolore provocato da questi fatti non può essere adeguatamente espresso da un'enciclopedia, mentre, al contrario, si rischia di lasciare spazio ad abusi.
Per quanto attiene allo stile, vanno evitate le formulazioni che orientano indebitamente il lettore verso una particolare emozione, sia essa di rigetto o di adesione. L'esposizione deve essere per quanto è possibile asettica: esistono fuori da Wikipedia altre forme di testo, come il romanzo, l'inchiesta, il saggio, che possono opportunamente enfatizzare certi aspetti dell'esistenza umana.
Per approfondire, si vedano Aiuto:Punto di vista neutrale e Wikipedia:Contenuti promozionali o celebrativi.
Convenzioni usate nelle voci
Convenzioni sull'incipit
Tutte le voci devono avere l'oggetto della trattazione – specificamente, il titolo della pagina senza l'eventuale disambiguante tra parentesi – in grassetto nella frase d'incipit (possibilmente proprio nella prima riga del testo) e comunque solo in quella. Non viene ravvisata la necessità di evidenziare in grassetto altre parti del testo, neppure se riferite a ulteriori occorrenze del titolo della voce.
Di solito il passaggio può essere svolto inserendo una frase completa, con soggetto, verbo e vari complementi, cioè non del tipo «Roma. Città italiana», ma «Roma è una città italiana e il capoluogo dell'omonima provincia».
Il titolo in grassetto, quando composto da più parole, non dovrebbe recare wikilink[2]. Ad esempio, per la voce Malattia sessualmente trasmissibile, l'inserimento dei wikilink nel titolo in grassetto (a Malattia, Sessualità e Contagio, nella forma [[Malattia]] [[Sessualità|sessualmente]] [[Contagio|trasmissibile]]) comporta per il lettore una distrazione spesso inopportuna. Maggiormente adeguato appare l'inserimento di questi wikilink nella sezione iniziale, in un testo discorsivo, che illustri compiutamente l'oggetto della voce. Quanto alle voci del tipo "Storia di..." o "Geografia di...", i wikilink nel titolo grassettato risultano, se non dannosi, quanto meno inutili, in quanto la loro eventuale funzione è già assolta dal template {{torna a}} (vedi, ad esempio, Storia dell'Antartide).
Ecco alcuni esempi d'introduzione. Sotto a ognuno trovate il modo in cui è stato scritto il testo (per ottenere il grassetto, il corsivo e i wikilink).
- Il teorema di Pitagora è un concetto della geometria così chiamato in onore di Pitagora, matematico e filosofo del VI secolo a.C.
Il '''teorema di Pitagora''' è un concetto della [[geometria]] così chiamato in onore di [[Pitagora]], [[matematica|matematico]] e [[filosofia|filosofo]] del [[VI secolo a.C.]]
- Tom e Jerry sono due personaggi dei cartoni animati...
'''Tom e Jerry''' sono due personaggi dei [[cartoni animati]]...
Se l'oggetto della voce è noto anche con altri nomi o denominazioni (sinonimi, pseudonimi, o semplici variazioni), appartenenti all'uso linguistico italiano, anche questi vanno indicati in grassetto.
- L'idrossido di sodio (NaOH), noto anche come soda caustica...
L''''idrossido di sodio''' ([[NaOH]]), noto anche come '''soda caustica'''...
Nel caso si volesse iniziare una voce dedicata a un'opera letteraria, viene la necessità di applicare contemporaneamente il grassetto e il corsivo.
- L'Eneide (Aeneis) è un poema epico di Publio Virgilio Marone scritto nel I secolo a.C.
L''''''Eneide''''' (''Aeneis'') è un poema epico di [[Publio Virgilio Marone]] scritto nel [[I secolo a.C.]]
Biografie
Si è convenuto che le voci biografiche debbano cominciare con il nome della persona a cui si riferiscono, seguito, fra parentesi, da luogo e data di nascita e di morte, separati con una lineetta (si veda il modello di voce biografica). Tali dati vengono inseriti in una forma semplice e omogenea dal template {{bio}}, che aggiunge automaticamente anche le categorie e che va dunque usato in ogni voce di questo tipo.
Date e luoghi vengono inseriti come wikilink. Nel caso non si disponga dei dati completi, perché per esempio non si conosce il luogo di nascita, basta inserire quelli noti. In caso di dubbio, evitare di mettere punti interrogativi, puntini, croci, o altro al posto di date e luoghi di nascita o morte. Per i personaggi storici la cui importanza è legata a un periodo di regno (come per i papi o per i monarchi), menzionare due tipi di date: quelle di nascita e morte e quelle d'inizio e fine del regno.
Di seguito al nome, devono essere indicate solo le attività – o le ragioni – che rendono il soggetto enciclopedico e che non costituiscano sottocategorie o dirette conseguenze della prima indicata (es: filosofo/saggista – educatore/docente). Si deve inoltre rispettare l'ordine di rilevanza, indicando prima quella principale e successivamente quella secondaria. In generale, le attività da indicare possono essere una, due o tre: quantità diverse ed eccezionali vanno discusse di caso in caso.
- Carlo Lorenzini, meglio noto con lo pseudonimo di Collodi, dal nome del paese in cui risiedeva...
'''Carlo Lorenzini''', meglio noto con lo [[pseudonimo]] di '''Collodi''', dal nome del [[Collodi (Pescia)|paese in cui risiedeva]]...
'''Carl Sandburg''' ([[6 gennaio]] [[1878]] – [[22 luglio]] [[1967]])
- Papa Pio III (Siena, 9 maggio 1439 – Roma, 18 ottobre 1503), al secolo Francesco Todeschini Piccolomini, fu papa dal 22 settembre al 18 ottobre 1503.
'''Papa Pio III''' ([[Siena]], [[9 maggio]] [[1439]] – [[Roma]], [[18 ottobre]] [[1503]]), al secolo '''Francesco Todeschini Piccolomini''', fu [[papa]] dal [[22 settembre]] al [[18 ottobre]] [[1503]].
Struttura del testo
Stile dei capoversi
Usa i tag ==
per iniziare un capoverso, piuttosto che i tag '''
: questo consentirà che le sezioni della voce possano essere autonumerate (opzione da impostare nelle preferenze utente). Per evitare che la numerazione parta da 0.1, 0.2 ecc., controllate che le sezioni successive non abbiano meno "=" (segni di uguale) delle precedenti. Il primo capoverso è già segnato automaticamente dal software MediaWiki, dunque non è necessario inserire nuovamente il titolo della voce come intestazione della pagina.
== Paragrafo 1 ==
=== Paragrafo 1.1 ===
==== Paragrafo 1.1.1 ====
===== Paragrafo 1.1.1.1 =====
== Paragrafo 2 ==
=== Paragrafo 2.1 ===
Liste ed elenchi
Qualunque tipo di elenco si usi, si devono seguire le seguenti convenzioni.
- Stile testo: si seguono le regole del testo corrente, perché i singoli elementi dell'elenco fanno parte di un unico periodo, e sono organizzati in una lista per rendere più agevole la lettura. In particolare:
- si usa l'iniziale minuscola se la voce prosegue il periodo della frase introduttiva;
- ogni voce termina con il segno di punteggiatura che gli spetterebbe nel contesto della frase;
- l'ultima voce si chiude con il punto.
- Stile elenco: si considerano le voci come elementi informativi autonomi.
- Le voci iniziano in maiuscolo.
- Sono seguite dal punto se costituiscono frasi compiute.
- Non sono seguite da punteggiatura se sono, ad esempio, semplici denominazioni.
Ordine
In generale, tutte le liste sono, quando possibile, preferibilmente in ordine cronologico (in cima l'evento più vecchio, in coda l'evento più recente). Questo vale ad esempio per filmografie e discografie, ma anche per la sezione Opere (che raccoglie le opere del soggetto di una voce biografica). Le bibliografie (che raccolgono le opere scritte su un tema o su un biografato) vanno elencate in ordine alfabetico, per cognome dell'autore (cfr. Aiuto:Bibliografia#Struttura).
Colonne
Per risparmiare spazio quando le liste (comprese le bibliografie) sono molto più sviluppate in verticale che in orizzontale, è possibile disporle su colonne multiple.
Per le note a piè di pagina, si veda qui. In tutti gli altri casi, per creare le colonne si usano i template {{div col}} e {{Colonne}}: il primo è preferibile nella maggioranza dei casi, il secondo può essere necessario in alcuni casi particolari (per approfondire si veda questo confronto delle loro caratteristiche).
Per questioni di accessibilità, le tabelle non dovrebbero essere usate come espedienti d'impaginazione. Inoltre non esagerare con il numero di colonne, non tutti i lettori hanno uno schermo largo.
L'uso dei "cassetti" per nascondere il contenuto delle voci va evitato sia perché possono dare problemi di accessibilità, sia perché spesso non sono la soluzione più indicata.
Immagini
È possibile corredare il testo delle voci con immagini utili a illustrare quanto trattato dalle voci stesse.
Didascalie
Le didascalie delle immagini non vanno formattate, se si esclude l'uso del corsivo quando necessario e dell'uso delle interruzioni di riga (<br />
) per le liste. Non sono quindi ammessi, a puro titolo di esempio, allineamenti al centro o giustificati, riduzione o ingrandimento del testo ecc.
Gallerie d'immagini
È possibile raccogliere più immagini in una sezione intitolata "Galleria d'immagini"[3] (per la sintassi e altri dettagli tecnici, vedi Aiuto:Markup immagini#Gallerie d'immagini). Tale sezione risulta particolarmente utile quando non c'è abbastanza spazio per inserire le immagini nel modo normale. La galleria deve precedere immediatamente la sezione "Note". Ciascuna immagine deve essere corredata da una legenda, arricchita, quando opportuno, da wikilink ai temi richiamati.
Per evitare abusi o gallerie pletoriche, segui i seguenti criteri:
- il corredo di immagini deve essere essenziale per la comprensione dell'argomento;
- il testo deve fare riferimento a ciascuna delle immagini presenti nella galleria.
In generale, le gallerie devono essere di dimensioni contenute. Selezioni ragionate più vaste o non integrabili in una voce specifica vanno inserite come pagine di Commons (per approfondire vedi qui).
Uso dei verbi
Un uso sciatto dei tempi e modi verbali può facilmente rendere una voce poco leggibile o addirittura incomprensibile, o comunque creare incomprensioni e malintesi. Soprattutto nelle voci storiche e nelle biografie, dove si tende a usare molti tempi verbali in tutte le sfumature possibili (a partire dal presente storico e dal futuro retrospettivo), è necessario fare attenzione; per questo si rimanda alle norme generali riferite al caso delle biografie.
Sfruttare le possibilità espressive della lingua permette di dare maggiore oggettività e neutralità alla voce. Ad esempio, invece di appiattirsi sull'indicativo, è bene usare anche il congiuntivo e il condizionale, modi dell'incertezza, del dubbio e della possibilità, quando opportuno nel contesto.
Uso del femminile e del maschile nei nomi di professione
Il XX secolo è stato caratterizzato da mutamenti economico-sociali legati al progressivo affermarsi di una soggettività femminile, tanto nella sfera della rappresentanza politica quanto, più in generale, nel mondo del lavoro. Mestieri che un tempo erano svolti solo da uomini, e che per questa ragione erano indicati da molte lingue solo al maschile, si sono in larga misura aperti alle donne. La maturazione di una cultura linguistica che desse ragione dei nuovi ruoli conquistati dalle donne ha significato il diffondersi di nomi di mestiere flessi al femminile, che un tempo erano percepiti come "strani" o persino usati per dileggiare la femminilità.
Tutto ciò si riflette direttamente sulle voci di Wikipedia e per questo su it.wiki sono state elaborate alcune regole orientative. Tali regole non pretendono di esaurire il discorso su un tema peraltro in evoluzione, né intendono forzare la sensibilità linguistica di ciascuno, cercando di limitare la loro portata alle esigenze specifiche di questo progetto enciclopedico. In caso di dubbi rivolgersi al progetto di riferimento cercando una soluzione che non pretenda di essere definitiva ma comunque di consenso prevalente.
- In testi discorsivi riferiti a donne che svolgono un determinato ruolo, la forma al maschile non marcato (il sindaco Ada Natali disse) e la forma al femminile (la sindaca Ada Natali disse) sono altrettanto corrette. La scelta dell'una o dell'altra forma è lasciata alla sensibilità linguistica dei singoli utenti. Importante è, tuttavia, mantenere la più completa omogeneità all'interno di ogni singola voce, adeguando i nuovi inserimenti allo stile già adottato.
- In ogni caso, la scelta dei vocaboli è sempre vincolata al fatto che essi siano registrati nei dizionari. A titolo meramente esemplificativo, appartengono al lessico comune, anche di it.wiki, parole come architetta, ingegnera, avvocata, cancelliera, ministra, segretaria di Stato, sindaca, consigliera; le parole prive di marca di genere, come corrispondente, preside, presidente, sono ovviamente regolate dai soli articoli.
- Sono da evitare usi grammaticalmente incerti, tipici del linguaggio giornalistico, come la ministro o la soprano. In particolare, per il secondo caso, tutti i registri vocali sono indicati al maschile, a prescindere dal sesso del cantante (il basso, il mezzosoprano ecc.).
- Modifiche seriali (nell'uno o nell'altro senso) o guerre di modifiche legate a questo aspetto rappresentano pratiche inutilmente aggressive e sono deprecate.
- Nei template sinottici contenuti dalle voci biografiche, il riferimento è alla carica ricoperta piuttosto che alla persona, per cui è raccomandato l'uso del maschile non marcato. Così, nella voce su Margaret Thatcher, il template riporta le cariche "primo ministro del Regno Unito" e "Segretario di Stato per l'istruzione e la scienza".
- Negli incipit delle voci dedicate alle cariche, il tema della voce verrà individuato dal maschile non marcato. Così, la voce Sindaco avrà come incipit "Il sindaco è chi dirige l'amministrazione comunale", senza riferimenti alla forma femminile, che dovrebbe piuttosto manifestarsi nell'illustrazione delle tante sindache che hanno contribuito a comporre la storia della funzione.
Stile delle date
Il titolo di una voce costituito solo da un numero si riferisce sempre a un anno. Esistono anche pagine per i decenni, per i secoli, per i millenni e per i giorni dell'anno. L'abbreviazione a.C. va preferita ad alternative come A.C. o AC, mentre l'abbreviazione d.C. generalmente non è specificata, a meno che ci siano dubbi all'interno della voce (tipicamente in voci che trattano di eventi che si svolgono prima e dopo l'anno 0). Se una frase finisce con un'abbreviazione (vedi l'apposita sezione) non si ripete mai il punto due volte: bisogna quindi evitare di scrivere "...nacque nel 4 a.C.."
Le date si scrivono sempre per esteso, secondo le seguenti convenzioni. Solo qualora si rendesse necessario risparmiare spazio e non appesantire troppo il testo (ad esempio, in un fitto elenco di date o di elementi associati a una data), si usa la forma esclusivamente numerica gg-mm-aaaa cioè ad esempio 26-2-2007 (niente zeri superflui).
Per i giorni e i mesi va comunque evitato l'overlinking (l'uso esagerato di wikilink), ad esempio nella creazione di wikilink alle voci dedicate ai mesi (dicembre) o ai giorni (10 gennaio o martedì): si veda a questo proposito Wikipedia:Wikilink#Eccesso di wikilink a giorni, mesi e anni.
Date relative
Nelle voci non si devono usare date relative, come lo scorso anno, la prossima stagione, ieri, recentemente, a oggi, in questi giorni, è in corso, verrà fatto e simili forme indeterminate, perché non si sa quando la voce verrà consultata e aggiornata.
Nel caso queste forme compaiano in una voce, è opportuno modificare la frase. Nelle citazioni è opportuno indicare il riferimento temporale esatto tra parentesi quadre, come in questo esempio di fantasia:
«Cinque anni fa [1789] non mi avreste fatto questo.» |
(Robespierre sulla ghigliottina) |
Giorni della settimana
I giorni della settimana non sono nomi propri, quindi vanno scritti sempre con l'iniziale minuscola, tranne quando (come per tutte le parole in minuscolo) sono usati, ad esempio in racconti, come personificazione. I giorni dal lunedì al venerdì vanno scritti con la "i" finale accentata.
Giorni e mesi
- 11 febbraio (il nome del mese – come quello di un giorno della settimana (es.: giovedì) – ha sempre l'iniziale minuscola)
[[11 febbraio]]
- 1º gennaio o 1 gennaio (primo gennaio, preceduto dall'articolo il: il 1º gennaio o il 1 gennaio; mai I gennaio o 1° gennaio con il simbolo del grado)
[[1º gennaio]], [[1 gennaio]]
- Il simbolo º si può ottenere in ambiente Linux premendo contemporaneamente i tasti Alt Gr+⇧ Shift+M , in ambiente Microsoft Windows premendo in successione i tasti del tastierino numerico 1 , 6 e 7 mentre si tiene premuto il tasto Alt.) e in ambiente macOS premendo il tasto K mentre si tiene premuto il tasto Alt.
[[11 febbraio]] [[1967]]
Anni
- 474 a.C. (avanti Cristo, abbreviazione)
[[474 a.C.]]
- 474 (dopo Cristo)
[[474]]
- 474 d.C. (dopo Cristo, abbreviazione: solo nel caso in cui nella stessa voce ricorrano anni prima e dopo Cristo)
[[474|474 d.C.]]
Decenni
- anni 1960 (l'abbreviazione in [[anni 60]] conduce al sesto decennio dell'era volgare)
[[anni 1960]]
- anni sessanta (i decenni hanno sempre l'iniziale minuscola e vanno indicati preferibilmente per esteso; è sconsigliata pertanto l'abbreviazione, ad esempio anni '60)
[[anni 1960|anni sessanta]]
Secoli
- XIX secolo (mai 19º secolo o diciannovesimo secolo)
[[XIX secolo]]
- l'Ottocento (il secolo, se non espresso in numeri romani, ha sempre l'iniziale maiuscola)
l'[[XIX secolo|Ottocento]]
Ore
Le ore vanno generalmente indicate in cifre; in particolare devono essere scritte usando i numeri da 0 a 24 e non da 0 a 12, anche qualora fosse chiaro che si tratta di ore pomeridiane.
Per separare le cifre di ore, minuti primi e minuti secondi non si può usare la virgola, che secondo le convenzioni della lingua italiana va utilizzata solo per i decimali (va quindi utilizzata, se necessario, per separare i decimi di secondo). La norma ISO in materia (ISO 8601:2004 Data elements and interchange formats – Representation of dates and times) consiglia l'uso, quale separatore, del carattere due punti (carattere ASCII 58), che ormai si è imposto in molti contesti, anche se criticato da taluni; è sicuramente legittimo e diffuso, anche se in misura minore, anche l'uso del punto. In ogni caso è necessario un uso coerente dei caratteri di separazione, almeno all'interno delle singole voci.
Citazioni
Le citazioni di altri testi in corpo, cioè all'interno del testo dei paragrafi, devono essere inserite tra virgolette (" ... " o preferibilmente « ... »), senza mettere il testo in corsivo, a meno che così non appaia nel testo originale. Il tipo di virgolette scelto va comunque usato coerentemente all'interno della voce. Le convenzioni stilistiche dei testi riportati devono comunque essere rispettate quanto più è possibile e "prevalgono" sulle convenzioni del manuale di stile di Wikipedia.
Esempi di citazioni in corpo:
- Una leggenda popolare narra che Dante avesse una memoria eccezionale: un signore a lui sconosciuto lo avrebbe fermato una volta in piazza del Duomo a Firenze chiedendogli: «Qual è il cibo più buono del mondo?». «L'ovo», avrebbe risposto Dante. Un anno dopo, nella stessa piazza, lo stesso signore lo avrebbe reincontrato e gli avrebbe domandato «Con cosa?». «Col sale», sarebbe stata la conclusione dell'Alighieri.
- Teresa «si è rivelata un maestro con questo libro meraviglioso della sua vita» (Pio XI, 14 maggio 1923).
- La futilità dell'azione e la sua audacia sconsiderata spinsero il maresciallo di Francia Pierre Bosquet ad affermare: «È stato magnifico, ma non è la guerra».
- Il suo "genio" si fa presto apprezzare, tanto che [...] supera "primi Ingegnieri e valentuomini" chiamati a risolvere il problema "inventando [un palco che] coll'ajuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote" sparisce in pochi minuti.
- Come riferito da Jean Baudrillard nel libro Cool memories, Borges ha affermato, nel corso di una sua conferenza a Parigi, che "la vita stessa è una citazione".
Per le citazioni fuori corpo si consiglia l'uso del template {{citazione}} a cui si rimanda per le spiegazioni sull'uso. Ad esempio:
- Fuori corpo
«La vita stessa è una citazione.» |
(Jorge Luis Borges) |
- Fuori corpo con traduzione:
(EN)
«Life itself is a quotation.» |
(IT)
«La vita stessa è una citazione.» |
(Jorge Luis Borges) |
Per segnalare l'omissione di parti di testo nelle citazioni lunghe, come nell'ultimo degli esempi appena visti, si inseriscono tre punti di sospensione fra parentesi quadre, «[...]»: non si deve mai inserire i tre puntini di sospensione "..." da soli a meno che non facciano parte della citazione originale. Allo stesso modo, quando per una migliore comprensione della citazione si rende necessario integrare brevi parole o anche semplici lettere, tali aggiunte vanno segnalate sempre mettendole fra parentesi quadre.
Poesie
Nelle lingue neolatine, contrariamente all'uso anglosassone, non vanno in maiuscolo le prime parole di ogni verso di una poesia che non sarebbero in maiuscolo se il testo fosse scritto in prosa. Il ritorno a capo, cioè, non dà luogo di per sé a una lettera maiuscola.
Esempio:
«Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, |
Si confronti l'uso anglosassone:
«The ship was cheer'd, the harbour clear'd |
Numeri
- Nel corpo del testo i numeri vanno generalmente espressi in lettere (es.: "tre", "quindici", "ventiquattro"). Fanno eccezione le date (per le quali si veda sopra). I numeri vanno invece scritti in cifre se troppo lunghi da scrivere in lettere e in tutti i contesti scientifici o che comunque richiedano precisione. In ogni caso i numeri vanno scritti completamente in lettere o in cifre, senza usare suffissi come "mila" (es.: 916mila).
- I numeri ordinali ("primo", "secondo" ecc.) generalmente vanno in lettere. Quando risulti necessario evitare di appesantire troppo il testo o per altre motivazioni, si può scegliere a seconda del contesto e delle preferenze fra numeri arabi e romani (questi ultimi di uso limitato anche per la loro maggiore pesantezza, specie al maiuscolo), purché coi secondi non si usi apice (è errata la forma "III°", ad esempio) e coi primi si usi quello corretto (terzo o 3º, terza o 3ª ma non 3°).
- Evitare l'abbreviazione di uso statunitense # (cancelletto o diesis) al posto di n. (meglio ancora sarebbe numero per esteso: vedi la sezione Abbreviazioni).
- Per separare la parte intera dalla parte decimale, l'unico simbolo utilizzabile è la virgola ( , ), in linea con le convenzioni di scrittura del Sistema Internazionale e con la notazione usata in lingua italiana.
- Nei numeri con più di quattro-cinque cifre intere, per facilitare la lettura, è opportuno che queste siano divise in gruppi di tre; tale pratica è meno comune per separare una sola cifra da un gruppo di tre.
- Il separatore più corretto è, secondo le norme ISO, il carattere spazio. Per evitare che i numeri possano essere divisi su più righe da un accapo, è necessario utilizzare il carattere di spazio non-divisibile, inserendo tra i numeri da separare il codice
oppure 
; è però preferibile usare la funzioneformatnum
, e nei casi più complessi il template {{Tutto attaccato}} o {{M}}, per semplicità di inserimento e per garantire una maggiore leggibilità in fase di modifica della pagina. - L'uso del punto è tollerato ma sconsigliato (poiché viola gli standard ISO e del SI e perché potenzialmente fraintendibile da un lettore di provenienza anglosassone).
- È assolutamente da evitare l'utilizzo della virgola (dal momento che viene usata come separatore della parte decimale).[4]
- Il separatore più corretto è, secondo le norme ISO, il carattere spazio. Per evitare che i numeri possano essere divisi su più righe da un accapo, è necessario utilizzare il carattere di spazio non-divisibile, inserendo tra i numeri da separare il codice
Per i numeri quattrocentocinquantatremilatrecentoquaranta virgola cinquantatré, diecimila miliardi e tremilatrecentoquaranta, ad esempio:
453,340.53 – 10000000000000 – 3,340
453 340,53 – {{formatnum:10000000000000}} o {{M|10000000000000}} o {{M|10 000 000 000 000}} o {{tutto attaccato|10 000 000 000 000}} o 10 000 000 000 000 o 10 000 000 000 000 – 3 340 o anche 3340
accettabile:
453.340,53 – 10.000.000.000.000 – 3.340
Per la traduzione di testi dalla lingua inglese o nell'adoperare dati da documenti in tale lingua è necessario convertire la notazione anglosassone (punto per la separazione decimale e virgola per i gruppi di cifre) nella notazione normale.
- In contesti scientifici (specialmente in fisica) è opportuno usare la notazione scientifica se il contesto lo richiede, soprattutto se l'ordine di grandezza è molto grande o molto piccolo. Si utilizzano, a questo scopo, i template {{Exp}} e {{M}}, che semplificano l'operazione di scrittura.
- Esempio d'uso
{{M|2,9979|e=8}}
→ 2,9979×108
o
{{Exp|2,9979|8}}
→ 2,9979×108
Unità di misura
In tutte le pagine vanno seguite le norme del sistema internazionale di unità di misura (SI) e usate le relative unità, a meno che ci siano altre convenzioni di uso comune (es. i pollici per le dimensioni degli schermi). Se si traduce, ad esempio, una voce dall'inglese, bisognerà anche convertire le unità di misura dei sistemi statunitense o britannico (qui sono indicati alcuni strumenti disponibili sul web). D'altra parte, può capitare che un dato nella sua unità di misura originale assuma un valore particolare, in modo che, per consentire una piena comprensione del testo, si renda necessario menzionarlo, affiancandolo al valore in unità del SI.
Le unità di misura vanno sempre indicate dopo il numero, separate da uno spazio, possibilmente uno spazio unificatore (10 kg). Le valute vanno trattate allo stesso modo (10 €). L'uso di {{M}} può essere d'aiuto.
Ortografia e convenzioni grafiche
Maiuscole e minuscole
Corsivo
Grassetto
A parte l'utilizzo nell'incipit delle voci (per il quale vedi sopra), è deprecato l'uso di evidenziare in grassetto parti del testo (non importa se riferite a ulteriori occorrenze del titolo della voce). In particolare non deve essere usato il grassetto per i wikilink, che sono già evidenziati dal software.
Altri tipi di formattazione
Non sono ammesse in genere altre formattazioni particolari dei caratteri nel namespace principale. Nelle pagine di servizio, per i caratteri grandi utilizzare rigorosamente il template {{big}} (perché il relativo tag HTML è obsoleto), mentre per il sottolineato è preferibile ricorrere al template {{sottolineato}}, in quanto lo scopo del tag <u>
non è quello di evidenziare una parte importante di un passaggio.[5]
Abbreviazioni
Usate le abbreviazioni il meno possibile. Wikipedia non ha problemi di spazio perché non è un'opera cartacea. Quindi, ove possibile, scrivete pure la parola per esteso (è opportuno seguire questa convenzione anche nelle pagine di discussione, in modo da farsi comprendere da tutti). Sono da evitare abbreviazioni comuni come "S." per "San" o "v." per "via" ecc. Sono invece tollerate e necessarie le abbreviazioni di "ecc.", "a.C./d.C.", sigle ecc.
Il punto fermo "assorbe" un eventuale punto che lo preceda, necessario per un'abbreviazione; ad esempio: «Gaio Giulio Cesare è morto nel 44 a.C.» e non «Gaio Giulio Cesare è morto nel 44 a.C..» (non si hanno mai più punti di seguito, tranne nel caso dei punti di sospensione).[6] Il template {{bio}} ha un parametro |punto=no
proprio per evitare effetti del genere.
Eccetera
Eccetera: può essere abbreviato in "ecc." (mentre è meglio evitare l'abbreviazione dal latino "etc.": si tratta di abbreviazione in uso in alcune lingue straniere, ma meno comune in italiano). Bisogna comunque evitare che l'eccetera introduca indeterminatezza e imprecisione (vedi Wikipedia:Evasività).
Uso dell'accento
Da un punto di vista ortografico, non è sempre necessario indicare l'accento per segnalare la tonicità di una sillaba. Più spesso l'indicazione dell'accento serve solo ad evitare ambiguità tra termini per il resto omografi[7], come nel caso dei seguenti monosillabi in tabella:
ché (congiunzione causale) | che (in ogni altro senso) |
dà (indicativo presente di dare) | da (preposizione) e da' (imperativo troncato del verbo dare) |
dì (sostantivo) | di (preposizione) e di' (imperativo troncato del verbo dire) |
è (verbo) | e (congiunzione) |
là (avverbio) | la (articolo, pronome, nota musicale) |
lì (avverbio) | li (pronome o antico articolo talvolta ancora usato nelle date) |
né (congiunzione) | ne (pronome, avverbio) |
sé (pronome tonico) | se (congiunzione, pronome atono) |
sì (avverbio) | si (pronome, nota musicale) |
tè (pianta, bevanda) | te (pronome) |
- L'avverbio fa (dieci anni fa) si scrive senza accento perché deriva dalla forma verbale (or fa dieci anni).
- Gli imperativi troncati, così come la parola poco, prendono l'apostrofo e non l'accento: va' pure, fa' un po' come vuoi.
- Le parole qui e qua non sono accentate (su qui e qua l'accento non ci va).
- Per il pronome personale tonico (riflessivo) sé, è regola fortemente sostenuta dai linguisti di oggi porre l'accento sempre, anche in espressioni come sé stesso (sebbene non a rischio di confusione), contrariamente all'uso della prima parte del Novecento, ancora ampiamente prevalente. La forma raccomandata è quella accentata. Vedi la voce Sé.
- L'accento per su avverbio è superfluo (e quindi non va messo). Non esistono reali necessità di disambiguazione per i monosillabi omografi delle note musicali, perciò ad esempio l'indicativo presente di prima persona singolare del verbo dare è da scriversi do senza accento. Al contrario, l'accento è da porsi su monosillabi come giù, già, ciò e sui polisillabi composti come: viceré, trentatré, gialloblù.
- È minoritario l'uso di accento acuto per le vocali i e u toniche finali (es.: aprí, piú): poiché, in questo caso, l'uso dell'accento acuto non serve a rappresentare distinzioni fonetiche (i e u sono comunque chiuse), andrà adottato sempre l'accento grave (quindi: aprì, più).[8]
- Un altro uso dell'accento, facoltativo e da usarsi solo se davvero aumenta la chiarezza, serve a distinguere immediatamente parole omografe (come dài verbo e dai preposizione, subìto verbo e sùbito avverbio, princìpi, per "ideali" e prìncipi, plurale di principe: in questo caso si possono distinguere le due parole anche coll'accento circonflesso, non molto usato – principî/principi –, o colla doppia i – principii/principi –), o per indicare la pronuncia corretta di parole poco conosciute o che comunque rischiano di essere pronunciate scorrettamente: o con l'accento tonico sbagliato (quindi non le parole piane, in genere) o con un'apertura errata delle vocali (pésca/pèsca, cólto/còlto).
Accento grave o acuto
Nelle parole italiane la vocale a (aperta) può avere soltanto l'accento grave, come anche la o se in finale di parola (sempre aperta in parole italiane). Quindi l'accento può variare fra grave e acuto solo nel caso di e a seconda che sia aperta (è) o chiusa (é).
In particolare si ha l'accento acuto nei seguenti casi:
- ché nell'accezione di perché, e i composti di ché, re e tre, e fé (come perché, giacché, sicché, finché, viceré, ventitré, autodafé);
- parole come né, sé, mercé;
- nei passati remoti (come poté, combatté, credé, eccetto diè).
Si ha invece l'accento grave con:
- casi come cioè, ahimè, piè, tè, caffè;
- nel caso di alcuni termini di origine francese ma con grafia italiana (come relè, sufflè, gilè, purè, lacchè) nonostante, in quasi tutti i casi, l'originale sia scritto con l'accento acuto (e/o pronunciato come [e] chiusa): purè da purée, gilè da gilet eccetera;
- nella maggior parte dei nomi propri (Giosuè, Mosè, Noè, Salomè, Averroè).
Un discorso a parte meritano i e u, che sono sempre chiuse e quindi teoricamente dovrebbero avere sempre l'accento acuto (ú, í). D'altronde per molti questo non ha senso perché l'accento normale sarebbe quello grave, alternato all'acuto solo in caso di ambiguità. In ogni caso, la presenza nella tastiere italiane solo di ù e ì ha fatto sì che queste siano decisamente prevalenti: lo sono anche in Wikipedia, perciò per uniformità tipografica bisogna scrivere ù e ì.
Scrivere È
Nota che è possibile inserire la È accentata maiuscola, evitando la più accessibile (ma errata) forma E', nei seguenti modi:
- impiegando il pannello sottostante la casella di modifica del testo;
- in ambiente Microsoft Windows, utilizzando la combinazione di tasti ALT+0+2+0+0 o ALT+2+1+2;
- in ambiente X-Window (GNU/Linux, FreeBSD, ecc.), utilizzando la combinazione di tasti: Blocco maiuscole + è;
- in ambiente macOS, utilizzando la combinazione di tasti: Alt+⇧+E;
- con Firefox, adoperando un'estensione come abcTajpu.
Si presti la dovuta attenzione a non confondere la È, con accento grave (corretta), con la É, con accento acuto (errata!).
Virgole
La regola principale da ricordare riguardo all'uso della virgola è quella di non metterla mai come separazione tra soggetto e predicato.
Tieni sempre a mente che delle virgole ben messe sono necessarie per comprendere immediatamente il significato di frasi mediamente complesse, ma che troppe (specie se ravvicinate) possono dare fastidio o generare confusione e comunque appesantiscono il testo, perciò spesso è meglio farne a meno: è tutt'altro che necessario, ad esempio, racchiudere fra due virgole infatti e simili.
Lineetta e trattino
Si ricorda che il trattino (-) è diverso dalla lineetta (media – / lunga —). In generale il trattino non è mai fra due spazi, la lineetta invece sempre.
Il trattino (-) serve per unire due cifre, ad esempio negli intervalli semplici di quantità (11-12 ottobre, pagine 30-32; è minoritario l'uso della lineetta media, più frequente in inglese: pagine 30–32); per aggettivi, sostantivi e sostantivi-avverbi giustapposti (clerical-fascismo); per alcuni prefissi e prefissoidi (anti-euro) e per indicare un qualsiasi rapporto fra due nomi (palazzo Medici-Riccardi).
La lineetta media (– e —) (che in generale ha la funzione di separare) può essere anche utilizzata per separare due elementi in titoli, didascalie, o diciture (Facoltà di ingegneria – Dipartimento di elettronica) e in intervalli articolati come gennaio 1980 – febbraio 1984, 18 gennaio 1980 – 20 febbraio 1984, vol. 3, p. 116 – vol. 4, p. 2. Viene utilizzata per indicare relazioni nelle infrastrutture o nei collegamenti, come ad esempio nei nomi delle ferrovie (linea Torino–Savona).
Nell'ambito di un testo «delimita un inciso, cioè un pensiero che sorge improvvisamente, oppure un pensiero che si sofferma con maggiore attenzione su ciò che è già stato espresso. […] Implica un cambiamento di tono, una brusca inserzione […]».[9] Esso ha un uso simile alla parentesi.
Occorre inoltre prestare attenzione alle traduzioni da altre lingue, poiché in italiano l'uso della lineetta è molto più limitato rispetto, ad esempio, all'inglese, dove spesso una lineetta equivale ai due punti o addirittura al punto e virgola italiani.
Perciò non si può usare indistintamente per tutte le funzioni il trattino breve di cui pure solamente sono dotate le nostre tastiere. Per inserire una lineetta si può:
- in ambiente Microsoft Windows, formare la combinazione Alt+0150 per la media (–) o Alt+0151 per la lunga (—);
- in ambiente macOS, con la combinazione Alt+- o andando nel menu Composizione > Caratteri speciali (Alt+Comando+T);
- con il browser Firefox, adoperando un'estensione come abcTajpu;
- in ambiente Linux, Ctrl+⇧+U+2013, oppure con Gnome da Applicazioni/Accessori/Tabella caratteri/Comune si può reperire il carattere endash da aggiungere al pannello o alla configurazione della tastiera (Xmodmap[10]).
La distinzione dei nomi trattino e lineetta non è unanime, e talvolta li si chiama semplicemente trattino corto/medio/lungo, ma la sostanza è la stessa.
Il template {{ln}} introduce una lineetta media tra due spazi, il primo dei quali è uno spazio indivisibile; si rimanda al manuale per i dettagli.
Apostrofi
- Nelle date, come in "la guerra del 1914-1918", l'apostrofo non va mai prima della cifra preceduta dal trattino: corretto "la guerra del '14-18", errato "la guerra del '14-'18".
- L'espressione qual è si scrive senza apostrofo (la perdita della e di "quale" è infatti un troncamento, non un'elisione).
- L'articolo indeterminativo femminile una è normalmente soggetto a elisione davanti a una parola che inizia per vocale (un'ora). Per il genere maschile occorre invece usare l'articolo un (dunque senza apostrofo) davanti a una parola che inizia per vocale (un organo). Quando una parola può essere sia maschile che femminile (agente, amante, artista...) occorre considerare il contesto per capire quale genere ha in quel particolare caso (ad esempio un'amante di Casanova sarà certamente una donna).
- In generale come carattere di apostrofo si dovrebbe preferire l'apostrofo dritto o apice ' (U0027) all'apostrofo tipografico ’ (U2019).[11]
Spazi
Wikipedia segue l'uso moderno in fatto di spazi e punteggiatura. Quindi, non si lascia alcuno spazio fra una parola e il segno d'interpunzione seguente, né fra il testo e parentesi o virgolette e lineette: (...), [...], «...», "...". C'è sempre uno spazio sia prima sia dopo le lineette – ... –, a meno che lo spazio seguente la lineetta di chiusura si posizioni tra la lineetta stessa e un altro segno di punteggiatura come virgola, punto e virgola, due punti, punto fermo, parentesi di chiusura: in questo caso andrà eliminato.
Lo spazio va invece sempre inserito dopo il segno d'interpunzione, con la sola eccezione del punto fermo al quale può seguire il ritorno a capo.
I programmi che visualizzano le pagine web (i browser) impaginano il testo inserendo ritorni a capo al posto degli spazi quando necessario: per questo motivo non deve mai essere usato uno spazio bianco in una posizione in cui un ritorno a capo sia scorretto.
Uso della d eufonica
L'impiego della d eufonica serve a sostenere meglio la pronuncia, ad esempio per le congiunzioni e, o e la preposizione a: se ne raccomanda l'uso solo nei casi in cui la parola successiva cominci con la stessa vocale. Per esempio: ad amare, ad andare, ad aprire, ed ecco. Esistono, poi, forme cosiddette "cristallizzate" (ad ogni modo, ad ogni buon conto, ad esempio ecc.).
La vicinanza di un'altra d può risultare cacofonica, come per ad Adamo, od Odisseo, ad Iddio, ed adesso.
Inoltre, od è ormai usato di rado, per cui è preferibile evitarlo.
Un metodo semplice, ma efficace, consiste nel provare sempre a pronunciare la frase che si intende scrivere: ciò aiuterà a capire quali forme preferire.
Preposizioni e articolo iniziale dei nomi propri
Alcuni nomi di città sono preceduti da un articolo determinativo che ne fa parte integrante, ad esempio: La Spezia, L'Aquila, Il Cairo. Quando questi nomi sono preceduti da una preposizione, essa si lega all'articolo e forma la corrispondente preposizione articolata: ad esempio "golfo della Spezia", "provincia dell'Aquila", e non "golfo di La Spezia", "provincia di L'Aquila".
Anche davanti al titolo di un'opera letteraria o artistica la preposizione si articola: è preferibile «fondere sempre preposizione e articolo iniziale (almeno per i titoli), come si fa parlando», cioè scrivere «dei Promessi sposi, «nei Promessi sposi», «ai Promessi sposi».[12][13]
Alcuni preferiscono spezzare la preposizione articolata così da mantenere integro il titolo. Ad esempio: "La vicenda della Monaca di Monza è raccontata ne I promessi sposi" (non "in I promessi sposi"). Quando si spezza una preposizione articolata che raddoppia la L (delle, sulla, nello...), la seconda L si elimina. Ad esempio: "Clive Staples Lewis è l'autore de Le cronache di Narnia" (non "del Le cronache di Narnia"). Sebbene sia una soluzione frequente nell'italiano antico e poetico, si tratta comunque di forme estranee all'italiano contemporaneo; d'altronde, l'italiano contemporaneo non contempla l'uso delle preposizioni *de e *ne.[14]
Dimensione del carattere
Il testo piccolo è in generale da evitare. Può avere alcuni rari utilizzi, ad esempio per annotazioni all'interno di tabelle, mai nel normale testo delle voci. Note, didascalie delle immagini, alcuni template, ecc. hanno già un carattere ridotto rispetto a quello del testo normale.
Il testo ingrandito non va usato praticamente mai nelle voci. Per l'utilizzo in un altro namespace vedi il paragrafo Altri tipi di formattazione. I titoli di sezione sono già formattati automaticamente.
Parole di altre lingue e prestiti linguistici
L'uso del corsivo
Le parole appartenenti a lingue diverse dall'italiano (incluso il latino e ogni altra lingua morta che usi l'alfabeto latino) vanno sempre indicate in corsivo, escluse quelle entrate nell'uso comune italiano (ad esempio: marketing, computer, mouse) e quelle scritte in alfabeti non latini (ad esempio: Кириллица, Ελληνικό, عَرَبيْ, עִבְרִית).
Per capire in generale se una parola possa essere ritenuta italiana oppure no, basatevi sulle marche linguistiche presenti su un (buon) dizionario d'italiano, all'occorrenza anche più d'uno (ovviamente tenendo presenti le eccezioni su indicate).
Plurale delle parole straniere
Per convenzione, su it.wiki le parole di lingue diverse dall'italiano, quando usate all'interno di un testo italiano, restano invariate, non vanno cioè declinate (ad esempio, va evitato il plurale computers e utilizzata la forma computer, senza la s del plurale inglese).[15] Ciò vale in particolare per i prestiti linguistici.
Le forme flesse in lingua straniera vanno mantenute solo se all'interno di una citazione testuale.
Diverso è ovviamente il caso delle parole adattate (es.: champagne → sciampagna), anche se può darsi il caso che la parola adattata possa avere comunque forma finale invariabile (così, ad esempio, l'adattamento italiano del francese bijou è bigiù, che non ha flessione per segnalare il numero).
Tale convenzione va usata con buonsenso: in voci specialistiche in cui, per qualche ragione, sia necessario menzionare con precisione la forma straniera (non necessariamente un prestito), la forma plurale può essere menzionata secondo le regole morfologiche della lingua d'origine: così, ad esempio, se si parlerà di feet ("piedi") intesa come unità di misura e dovesse risultare preferibile mantenere la parola straniera, non sarà necessario "forzare" la forma singolare (foot, "piede"). Ciò è ancor più vero nel caso di voci di linguistica generale, in cui le forme straniere vengono menzionate per scopi illustrativi.
Parole adottate di uso corrente
Bisogna inoltre tener presente che molte parole straniere, seppure di uso corrente, hanno il corrispettivo italiano (ad esempio week-end si può facilmente sostituire con «fine settimana»): usare la forma italiana evita qualunque imbarazzo di questo genere (forma del plurale e del singolare, corsivo o no ecc.), per cui è spesso la soluzione migliore anche quando la traduzione o adattamento non è molto comune (anche perché in genere a un primo incontro è comunque più comprensibile dell'originale, ed essere comprensibili anche per i «non addetti ai lavori» è particolarmente importante per un'enciclopedia come Wikipedia).
Nell'operare le traduzioni bisogna però fare molta attenzione ai falsi amici: ad esempio l'inglese release, riferito all'uscita di prodotti audiovisivi, libri ecc., non può tradursi con «rilascio», che in italiano significa tutt'altro, ma con «pubblicazione», e così pure «to release under the CC-BY-SA license» non è «rilasciare sotto licenza CC-BY-SA», ma «pubblicare con licenza CC-BY-SA».
Ai fini della scelta del titolo della voce si veda la relativa linea guida.
Nomi stranieri
Per quanto riguarda la grafia dei nomi stranieri, e in particolare dei nomi propri, vedi anche Aiuto:Nomi stranieri.
Stile delle fonti
Per lo stile con cui riportare i riferimenti a testi esterni, usati come fonte o citati per altro motivo, vedi Aiuto:Bibliografia, Aiuto:Uso delle fonti#Stile di citazione, Aiuto:Come citare leggi e provvedimenti legislativi.
Convenzioni specifiche
Aviazione
- argomento della voce: aeromobili
- argomento della voce: aeroporti
- argomento della voce: unità militari aeree
- argomento della voce: motori aeronautici
Biografie
- argomento della voce: biografie
Cinema
- argomento della voce: film
- argomento della voce: filmografie
Forme di vita
Per le forme di vita si usa il nome scientifico, secondo la nomenclatura binomiale in latino, ad es. Canis lupus: il primo elemento del nome binomiale, che indica il genere, va sempre scritto con iniziale maiuscola, il secondo elemento con iniziale minuscola; entrambi devono essere scritti in corsivo. Il corsivo va limitato ai nomi di generi e specie. Le suddivisioni tassonomiche superiori al genere non vanno in corsivo.
Guerra
- argomento della voce: veicoli militari
- argomento della voce: conflitti
Letteratura fantastica
Progetto di riferimento: Immaginario e altri tra cui, per esempio, Fantascienza, Fantasy e loro relativi sottoprogetti.
- argomento della voce: personaggi, luoghi immaginari e altri elementi di opere di fantasia
- argomento della voce: fumetti
- argomento della voce: anime e manga
Musica
- argomento della voce: biografie di artisti musicali
Televisione
Progetto di riferimento: Televisione o il sottoprogetto Fiction TV
- argomento della voce: reti o programmi televisivi
- argomento della voce: fiction televisive
Trasporti
- argomento della voce: autostrade
- argomento della voce: aziende
- argomento della voce: autovetture
- argomento della voce: linee ferroviarie e tranviarie
- argomento della voce: motociclette
- argomento della voce: stazioni e fermate ferroviarie
- argomento della voce: strade statali
- argomento della voce: treni
Note
- ^ Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, a cura di Amedeo G. Conte, Torino, Einaudi, 1989, p. 57 (prop. 4.116).
- ^ Vedere Wikipedia:Wikilink#Wikilink nella sezione iniziale
- ^ Vedi Discussioni progetto:Coordinamento/Archivio18#Gallerie.
- ^ Approfondimento: SI, Rules and style conventions for expressing values of quantities, 5.4.4 Formatting numbers, and the decimal marker. L'uso della virgola o del punto per separare gruppi di tre cifre non è ammesso dal SI.
- ^ Si veda The Unarticulated Annotation element per alcuni esempi di casi d'uso del tag.
- ^ Per approfondire, vedi Accademia della Crusca: indicazioni sull'uso della punteggiatura.
- ^ Per una panoramica si veda Vademecum sull'accento: quando indicarlo e dove pronunciarlo, in Consulenza linguistica – Domande ricorrenti, Accademia della Crusca, 2002. URL consultato il 22 ottobre 2013.
- ^ Luca Serianni e Giuseppe Antonelli, Manuale di linguistica italiana. Storia, attualità, grammatica, ed. Pearson Italia-Bruno Mondadori, Milano-Torino, 2011, ISBN 978-88-6159-474-6, p. 244.
- ^ Battaglia-Pernicone, Grammatica italiana, Torino, Loescher, 1984, pp. 71-72.
- ^ Un po' di informazioni sui caratteri speciali in Linux qui.
- ^ Discussioni_Wikipedia:Bot/Richieste/Archivio02#Apostrofi_tipografici
- ^ Serianni, Grammatica italiana, IV.84. Giovanni Nencioni, Uso delle preposizioni prima dei nomi propri che contengono un articolo, La Crusca per voi, n. 13, p. 11.
- ^ DOP, voce ne.
- ^ Luca Serianni, Italiano, collana "Le Garzantine", Garzanti, 1997
- ^ Oblique: Il plurale delle parole straniere.
Bibliografia
Si riporta di seguito una piccolissima selezione di alcuni libri interessanti, da non intendersi come "fonti" di questa pagina o "autorità", ma per approfondimento e confronto.
- Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003. ISBN 9788842070276
- Roberto Lesina, Il nuovo manuale di stile. Guida alla redazione di documenti, relazioni, articoli, manuali, tesi di laurea, 2ª ed. Zanichelli, Bologna, 1994. ISBN 9788808096029
- Luca Serianni, Grammatica italiana, UTET, 1989.
Pagine correlate
- Aiuto:Bibliografia: convenzioni da rispettare per l'inserimento della bibliografia in fondo alle voci
- Wikipedia:Titolo della voce
- Grammatica italiana
- Accento (ortografia)
- Apostrofo
- Articolo (grammatica)
- Wikipedia:Raccolta di modelli di voce
- Wikipedia:Bot/Richieste/Errori comuni: qui si elencano e organizzano sostituzioni in massa di errori (prevalentemente) ortografici comuni.