Tilde

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Ortografia · Segno diacritico

La tilde è un segno diacritico (~) appartenente – fra gli altri – ai sistemi ortografici del portoghese e del castigliano, nonché al greco antico (dov’è però chiamata accento circonflesso).

Tale grafema (~ o ˜) in castigliano rappresenta il suono nasale palatale della lettera ñ (si chiama in questo caso tilde de la ñ, virgulilla o virgulilla de la ñ) [1]. Nello spagnolo si chiama tilde anche l'accento grafico delle parole, avente sempre la forma dell'accento acuto italiano (´) – come in perché.

In alcuni manoscritti medioevali, la tilde non ha funzione diacritica: questo fenomeno è stato denominato da Ramón Menéndez Pidal tilde ociosa ("oziosa") o inútil ("inutile").

Nel codice ASCII, ASCII 8 bit, Unicode, UTF-8 e UTF-16, la tilde è identificata dal numero 126 (1111110bin, 7Ehex)

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La parola tilde è di origine spagnola e deriva dal verbo tildar, col significato antico di "evidenziare"; a sua volta procede dal latino titulare e titulum ("segno, iscrizione"); tuttavia, in spagnolo, la parola tilde ha un significato più ampio e indica – come già detto – qualunque segno che si ponga sopra un'abbreviazione (o una lettera) per distinguerne la pronuncia o l'accentuazione.

L'originaria funzione di abbreviatura[modifica | modifica wikitesto]

Nel Medioevo, per risparmiare spazio o per evitare ulteriore fatica agli amanuensi, era normale – nelle iscrizioni, nei manoscritti e negli incunaboli – far uso di abbreviazioni. Sorsero quindi diversi segni codificati, tra cui la stessa tilde, la quale nasce come stilizzazione delle lettere m e n; era sovrapposta alle vocali (es.: suã = suam, trẽor = tremor, ĩcursus = incursus, õnes = omnes, exũdo = exundo etc.), ma poteva anche esser collocata sopra alcune consonanti o in abbreviazioni più complesse (es.: dña = domina). Raramente questo utilizzo avviene anche nell’italiano contemporaneo, dove ad esempio nell’Annuario Pontificio troviamo abbreviazioni come em̃o per eminentissimo oppure rm̃o per reverendissimo.

La tilde in altre lingue[modifica | modifica wikitesto]

Palatalizzazione delle consonanti[modifica | modifica wikitesto]

Questa origine è ancora abbastanza chiara in alcune lingue iberiche, come appunto lo spagnolo, il portoghese o il galiziano: si prenda ad esempio la parola latina domina, la cui contrazione dom'na ha portato a donna in italiano e dueña in spagnolo, tramite la palatalizzazione in /ɲ/ del gruppo nn (fenomeno diffuso nelle lingue ibero-romanze); lo stesso discorso vale per la parola latina annus ("anno"), evolutasi nello spagnolo año.

In castigliano, infatti, il grafema ñ rappresenta il fonema /ɲ/, e lo stesso vale per altre lingue che hanno subito l'influenza dell'ortografia castigliana, quali il galiziano, l'asturiano, l'aragonese, il basco, il guaraní, il quechua, il filippino ecc.

Nasalizzazione delle vocali[modifica | modifica wikitesto]

In particolare, in portoghese (ma anche in altre lingue come il guaranì, il dialetto sardo di Cabras e nel francese arcaico) la tilde è invece il segno diacritico della nasalizzazione della vocale sopra la quale è posta. Nel portoghese moderno si usa solo sopra a e o, ma nella lingua arcaica la si poteva usare anche con le altre vocali. Anche in questo caso è facilmente riconoscibile l'origine dell'uso della tilde: ad esempio nella parola latina manus, evolutasi in mano in italiano e spagnolo, e divenuta mão in portoghese (stessa cosa dicesi per lana: in portoghese ; o per canis, divenuta cão).

L'accento circonflesso greco[modifica | modifica wikitesto]

È la προσῳδία ὀξυβαρεῖα prosōdía oxybareĩa «melodia acuta e grave», o la περισπωμένη προσῳδία períspōmenē prosōdía «melodia obliqua», il cui segno è l'unione di un accento acuto e di uno grave; nelle edizioni moderne può trovarsi rappresentato da un accento circonflesso (  ̂), oppure come   ̑ o   ̃.

L'accento circonflesso può trovarsi soltanto su una vocale lunga (ᾱ, η, ῑ, ω, ῡ) o su un dittongo, e non oltre la penultima sillaba. Peraltro, la sua posizione nella parola è soggetta alle leggi di limitazione.

Punteggiatura giapponese[modifica | modifica wikitesto]

In giapponese la tilde (波ダッシュ nami dasshu «trattino ad onda») ha la stessa funzione rivestita dalla lineetta nelle scritture occidentali; inoltre, può essere usata per dividere un titolo dal sottotitolo – dunque a scopo decorativo – oppure al posto del chōon per indicare un allungamento vocalico piuttosto marcato (l'uso è limitato a scritti informali: ad esempio ai fumetti).

Altri usi[modifica | modifica wikitesto]

Matematica[modifica | modifica wikitesto]

La tilde è un simbolo con vari usi in matematica. Molti di questi sono legati ad un concetto debole di uguaglianza:

  • insieme ad alcune varianti, come o , è uno dei simboli comunemente utilizzati per le relazioni di equivalenza;
  • indica un valore approssimativo (più spesso ):
  • nel calcolo dei limiti la tilde indica la relazione di asintotico, ovvero:

Inoltre, può essere utilizzata sopra ad una lettera per caratterizzare una variabile:

Questo uso della tilde è abituale in vari contesti, ad esempio per indicare il sollevamento di una funzione.

Informatica[modifica | modifica wikitesto]

Nei sistemi Unix-like come Linux, la tilde indica la home directory dell'utente corrente, oppure di un altro utente, se anteposta ad uno username.[2]

Principalmente nei primi anni del web, quando uno stesso dominio ospitava più siti web personali, la directory contenente le pagine di una data persona era solita venire chiamata con una tilde ed il proprio nick (es.: /~bill).

Nel linguaggio di programmazione C++ è utilizzato per distinguere il distruttore della classe, dichiarando una funzione membro senza tipo di ritorno e una tilde anteposta al nome della funzione, uguale a quello della classe.

In MATLAB rappresenta l'operatore logico NOT ed in Java l'operatore bitwise (bit a bit) NOT.

Nell'ambiente di sviluppo Max/MSP, è utilizzato per definire gli oggetti che lavorano alla frequenza di campionamento del computer, cioè principalmente quelli che processano il suono.

Il carattere tilde può essere scritto:

  • in ambiente Microsoft Windows premendo in successione i tasti 1, 2 e 6 (del tastierino numerico) mentre si tiene premuto il tasto Alt.[3] Altrimenti è possibile passare alla tastiera inglese, premendo contemporaneamente ⇧ MAIUSC e Alt, e poi premere contemporaneamente ⇧ MAIUSC e \;
  • in ambiente Linux premendo contemporaneamente i tasti Alt Gr e ì (da X) oppure Alt Gr e 0 (da console);
  • in ambiente Apple Macintosh premendo contemporaneamente i tasti Alt e 5 (con layout Italiano e Italiano Pro).
  • nel linguaggio HTML scrivendo il codice &#126;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Originariamente era usato come abbreviazione delle lettere m e n, per poi evolversi sia in segno diacritico, per indicare una particolare pronuncia quando viene posto sopra una lettera, sia come carattere a sé.
  2. ^ (EN) "Tilde expansion." The GNU C Library Manual. Retrieved 4 July 2010. https://www.gnu.org/s/libc/manual/html_node/Tilde-Expansion.html
  3. ^ Alt + Fn + 1 2 6 su computer portatili che non possiedono un tastierino numerico separato.

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