Cristo
Cristo (dal greco Χριστός, Christós) è la traduzione greca del termine ebraico mašíakh (מָשִׁיחַ, «unto»), dal quale proviene l'italiano messia. Il significato di questo titolo onorifico deriva dal fatto che nell'antico Medio oriente re, sacerdoti e profeti[3] venivano solitamente scelti e consacrati tramite l'unzione con oli aromatici.[4]
Uso del termine[modifica | modifica wikitesto]
Nell'Antico Testamento, l'Unzione del Signore era riservata al Sommo sacerdote,[5] ai Re di Israele ed ai loro profeti.[6] Nella Septuaginta, tuttavia, la parola messia compare soltanto due volte in Daniele 9:26 e nel Salmo 2:2 in riferimento al principe promesso ad Israele, quale titolo riservato esclusivamente a colui, che secondo la promessa del Signore avrebbe dovuto essere nello stesso tempo Re e Salvatore[7][8].
Il termine è esclusivamente utilizzato come titolo di Gesù, che i cristiani riconoscono come il Messia inviato da Dio per la realizzazione del Regno dei Cieli. Per cristologia, invece, si intende quella parte della teologia che studia e definisce la duplice natura umana e divina di Gesù, con particolare attenzione alla sua relazione con Dio.
Al tempo di Gesù, il Giudaismo del Secondo Tempio presentava notevoli differenze di ordine sociale, politico, culturale e religioso fra le tribù di Israele[9]. Ciononostante, i Giudei hanno utilizzato per secoli il termine moshiach (l'Unto) per riferirsi al Messia dei profeti[10]. Numerosi passaggi dell'Antico Testamento sono reputati dalla religione ebraica come elementi a carattere messianico, pur con differenti sfumature di significato, ma in numero nettamente maggiore a quelli riconosciuti come tali dalla Cristianità[11].
Nel Vangelo secondo Luca (Lc4,16-19[12]), Gesù predica nella sinagoga di Nazaret con riferimento all'Unzione del Signore, come profetizzata da Isaia:
«Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.» |
(Luca capitolo 4 versi 16-19) |
Il Nuovo Testamento riconosce ed identifica il Messia delle profezie in Gesù il Nazareno, cui San Pietro apostolo e primo Pontefice riserva le parole: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»[13]. Allo stesso modo, il primo verso del Vangelo secondo Marco[14] identifica Gesù con il Cristo e il Figlio di Dio. Tuttavia, sempre Marco non utilizza mai la parola "Cristo" come sostitutivo o come parte del nome proprio di persona di Gesù. Invece, il primo verso del Vangelo secondo Matteo[15] utilizza la parola Cristo come nome proprio e al verso 16 afferma «Gesù, chiamato il Cristo». Infine, nel Vangelo secondo Giovanni Gesù chiama sé stesso il Figlio di Dio[16][17] un numero di volte maggiore di quello riscontrato nei tre sinottici.
L'integrazione dell'articolo determinativo nel nome di Cristo e il suo progressivo mutare da titolo a nome proprio, a sé stante, indica che i Cristiani riconoscevano in Gesù il Nazareno il Messia profetizzato nell'Antico Testamento, in un modo migliore ed in un grado più alto rispetto al popolo ebraico[18].
Presso gli gnostici il Cristo era considerato un'entità diversa da quella dell'uomo Gesù, discesa su quest'ultimo al momento del battesimo nel Giordano.[1] Ireneo di Lione sosteneva invece che Cristo fosse solo il nome da lui ottenuto a seguito dell'unzione dello Spirito Santo, e che il battesimo perciò presupponesse già l'assunzione della carne da parte del Figlio di Dio.[1]
Simbologia solare del Cristo[modifica | modifica wikitesto]
Nei primordi del cristianesimo inoltre, alla qualifica del Cristo era attribuita la simbologia propria di una divinità solare, attestata, tra l'altro, dal fatto che il giorno della sua nascita veniva a coincidere con la festa del Dies Natalis Sol Invictus.[19]
I primi cristiani pregavano in direzione del sole nascente, e per molti secoli le chiese furono costruite con l'abside orientata verso est. In seguito, l'identificazione del Cristo con il Sole rimase codificata nei simboli utilizzati nelle chiese.[20]
Nel Medioevo, la discesa del Cristo-Sole nel calice della Luna diede luogo all'iconografia del sacro Graal.[21]
Agli inizi del Rinascimento, col riemergere di correnti ermetico-esoteriche facenti capo ad una prisca theologia di stampo neoplatonico, Pico della Mirandola ribadiva che «il Messia non ci può venir presentato da nessun simbolo meglio che dal Sole»,[22] mentre Marsilio Ficino spiegava che «nulla si trova nel mondo che più del Sole rassomigli alla divina Trinità: la fecondità indica il Padre, la luce simile all'intelligenza rappresenta il Figlio concepito secondo intelligenza, il calore lo Spirito d'amore».[23]
Un secolo dopo, anche Tommaso Campanella scriveva nella sua città del Sole che gli abitanti di codesta utopia servono Dio «sotto l'insegna del Sole, ch'è insegna e volto di Dio, da cui viene la luce, e 'l calore e ogni altra cosa».[24]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Mauro Gagliardi, La cristologia adamitica, pp. 367-9, Pontificia Università Gregoriana, 2002.
- ^ Battesimo di Cristo, di Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e altri (1475-1478), Galleria degli Uffizi, Firenze.
- ^ Per esempio, vedi 1Sam16,13;Es29,7;Is61,1, su laparola.net.
- ^ Nell'antichità infatti i profumi, essendo a base di olio, consistevano più che altro in unguenti, mentre attualmente sono a base di alcool.
- ^ Esodo 29:7, Levitico 4:3-16.
- ^ 1 Re 19:16.
- ^ (EN) Charles Hebermann, "Messiah", nell'Enciclopedia Cattolica, 1913.
- ^ Kasper Walter, Jesus the Christ, 1976, pp. 104–105, ISBN 0-8091-2081-X.
- ^ (EN) Donald W. Ekstrand, Christianity, 2008, pp. 147–150, ISBN 1-60477-929-2.
- ^ (EN) Charles Hebermann, Lemma "Christ" nell'Enciclopedia Cattolica, 1913.
- ^ (EN) Donald W. Ekstrand, Christianity, ISBN 1-60477-929-2.
- ^ Lc4,16-19, su laparola.net.
- ^ Vangelo secondo Matteo, capitolo 16, verso 16, su maranatha.it. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 27 aprile 2001).
- ^ Vangelo secondo Marco, capitolo 11, verso 1, su maranatha.it. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2001).
- ^ Vangelo secondo Matteo, capitolo, versi 1 e 16, su maranatha.it. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 27 aprile 2001).
- ^ Vangelo secondo Giovanni, su maranatha.it. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 18 agosto 2001).
- ^ Bibbia di re Giacomo, Vangelo secondo Giovanni (con testo originale a fronte), su kingjamesbible.org. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato il 1º maggio 2012).
- ^ (EN) Charles Hebermann, L'origine del Nome di Gesù Cristo in Enciclopedia Cattolica, 1913.
- ^ Jacopo Curzietti, Gaulli: la decorazione della chiesa del SS. Nome di Gesù, Gangemi, 2015, p. LXXXI.
- ^ E. Peterson, La croce e la preghiera verso oriente, in "Ephemerides liturgicae" 59 (1945), pp. 52-68.
- ^ Trevor Ravenscroft, La Lancia Del Destino, pag. 308, Mediterranee, 2001.
- ^ «Per nullam aliam rem imaginari Christum congruentius possumus quam per solem» (Giovanni Pico della Mirandola, Heptaplus, VII, 4).
- ^ Marsilio Ficino, De Sole, XII, trad. it. in Franco Picchio, Ariosto e Bacco due, pag. 184, Pellegrini Editore, 2007.
- ^ Tommaso Campanella, La città del Sole, vv. 1085-1088.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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