Thailandia

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Thailandia
Thailandia – Bandiera Thailandia - Stemma
(dettagli) (dettagli)

(TH) ชาติ ศาสนา พระมหากษัตริย์
(Chat, Satsana, Phra Mahakasat)
(IT) Nazione, religione e re
Thailandia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Regno di Thailandia
Nome ufficiale ราชอาณาจักรไทย
Ratcha Anachak Thai
Lingue ufficiali thailandese
Capitale Seal Bangkok Metropolitan Admin (green).svg Bangkok  (Città: 12.000.000
Metropolitana: 15.300.000 ab. / 2020[1])
Politica
Forma di governo Monarchia parlamentare
Re Rama X
Primo ministro Prayuth Chan-ocha
Indipendenza  
Ingresso nell'ONU 1946
Superficie
Totale 513.120 km² (51º)
% delle acque 0,4%
Popolazione
Totale 69 413 979 ab. (2020[1]) (21º)
Densità 129 ab./km²
Tasso di crescita 0,34% (tra il 2017 e il 2018)[1][2]
Nome degli abitanti thailandesi
Geografia
Continente Asia
Confini Laos, Cambogia, Malaysia, Birmania
Fuso orario UTC+7
Economia
Valuta Baht (simbolo: ฿) (ISO 4217: THB)
PIL (nominale) 365 966[3] milioni di $ (2012) (33º)
PIL pro capite (nominale) 6 593 $ (2012) (96º)
PIL (PPA) 645 172 milioni di $ (2012) (24º)
PIL pro capite (PPA) 15 579 $ (2014) (76º)
ISU (2013) 0,722 (alto) (89º)
Fecondità 1,6 (2011)[4]
Varie
Codici ISO 3166 TH, THA, 764
TLD .th, .ไทย
Prefisso tel. +66
Sigla autom. T
Inno nazionale Civile: Phleng Chat

Reale: Sansoen Phra Barami
Festa nazionale 28 luglio (compleanno del re)[5]
Thailandia - Mappa
Evoluzione storica
Stato precedente Flag of Thailand (1782).svg Regno di Rattanakosin
 

Coordinate: 14°N 101°E / 14°N 101°E14; 101

La Thailandia (pron. /taiˈlandja/[6]) o Tailandia[7][8] (in lingua thai: ประเทศไทย, Prathet Thai), ufficialmente il Regno di Thailandia (in thai: ราชอาณาจักรไทย, Ratcha Anachak Thai), è uno Stato del Sud-est asiatico, confinante con Laos e Cambogia a est, golfo di Thailandia e Malaysia a sud, con il mare delle Andamane e la Birmania a ovest, con Birmania e Laos a nord.

La Thailandia è nota anche come Siam (pron. /ˈsiam/[9]; in lingua thai: สยาม, pron. /saˈja:m/), che fu il nome ufficiale della nazione fino al 24 giugno 1939 e venne anche utilizzato dal 1945 fino all'11 maggio 1949, data della definitiva assunzione dell'attuale denominazione.[10]

La parola Thailandia deriva da thai (ไทย o ไท), aggettivo che significa "libero" o "indipendente" nella lingua tailandese. Alcuni abitanti, in particolare la considerevole minoranza cinese, continuano a usare il nome Siam.

La Thailandia è diventata tra gli anni ottanta e novanta uno dei nuovi paesi industrializzati ed è economicamente considerata una media potenza a reddito medio[11]; i settori chiave dell'economia thailandese sono soprattutto il settore turistico, manifatturiero e l'export[12][13].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Storia della Thailandia.

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Testimonianze di ritrovamenti archeologici confermano che la regione fosse già abitata nel paleolitico, circa 40.000 anni fa. Le prime civilizzazioni che si stanziarono risentirono dell'influenza della cultura indiana, fra queste il regno "pre-khmer" di Funan, che si affermò circa 2.000 anni fa, e le città-Stato Dvaravati, fondate principalmente dal popolo mon, che nacquero attorno alla metà del I millennio con il declino di Funan e diffusero il Buddhismo. In seguito l'Impero Khmer, nato nell'odierna Cambogia, si espanse ai danni dei principati Dvaravati, conquistò buona parte del territorio dove adesso c'è la Thailandia e diffuse nuovamente l'Induismo.

Migrazione dei popoli tai dalla Cina[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Ngoenyang e Lanna.

Il dibattito accademico sulla provenienza dei popoli tai è ancora in corso: negli ultimi decenni, sulla base di studi linguistici, vari studiosi hanno sostenuto che i popoli tai provengono da un'area che oggi appartiene alla regione cinese del Guangxi. Sotto la spinta di altri popoli provenienti da nord, nel I millennio i tai avrebbero cominciato un processo di migrazione verso sud. Nel corso dei secoli successivi si sarebbero stabiliti in tutta l'Indocina settentrionale, arrivando fino all'odierno Stato indiano dell'Assam. Una delle prime etnie di questi popoli furono i tai yuan, fondatori nel 638 nell'odierna Thailandia del Nord del piccolo Regno di Hiran, che cadde sotto l'influenza Dvaravati. Avrebbe in seguito raggiunto l'autonomia diventando prima il Regno di Ngoenyang e, alla fine del XIII secolo, il potente Regno Lanna.[14]. Altri tai finirono per stanziarsi nel bacino del Chao Praya, nel centro dell'odierna Thailandia.

Siam[modifica | modifica wikitesto]

Sukhothai e Ayutthaya[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Regno di Sukhothai e Regno di Ayutthaya.

Nel XIII secolo emerse tra i popoli tai quello dei siamesi, gli odierni thai, che si ribellarono ai Khmer e crearono nel 1238 il Regno di Sukhothai, del cui periodo ancora oggi possiamo vedere i resti. Alla fine del XIII secolo, il re di Sukhothai Ramkhamhaeng introdusse l'odierno alfabeto thai, mutuato dall'antico khmer. Nel 1350 il principe thai Uthong fondò il Regno di Ayutthaya, che nel 1431 saccheggiò Angkor, capitale dell'Impero Khmer, e nel 1438 annesse il Regno di Sukothai. In questo periodo il buddhismo theravada divenne il credo predominante. Sukhothai prima, ma soprattutto Ayutthaya dopo, divennero potenze di primo piano nel sudest asiatico.

Fiorì la raffinata cultura siamese, che risentiva delle arti indiane e khmer, la locale architettura tradizionale si sarebbe sviluppata fino all'assimilazione della cultura occidentale nel XIX secolo. Nel 1511 vi furono i primi contatti con gli europei, quando l'ambasciatore portoghese Duarte Fernandes giunse ad Ayutthaya. In seguito il regno si arricchì grazie agli scambi commerciali, in particolare con la Cina, il Giappone, la Francia e con la Compagnia olandese delle Indie orientali. Si è stimato che Ayutthaya fosse attorno al 1700 la più popolosa città del mondo con circa un milione di abitanti.[15] Alla crescita culturale ed economica si accompagnarono grandi progressi nel campo della medicina.[16]

La prima grande crisi del regno fu nel 1569, dopo che già nel 1551 era diventato uno Stato vassallo dei re birmani della dinastia di Taungù. Il tentativo di emancipazione fu punito dal grande conquistatore birmano Bayinnaung, che aveva sottomesso in precedenza il Regno Lanna. Fu il primo a espugnare Ayutthaya e deportò l'intera famiglia reale siamese a Pegu, la sua capitale. Il trono fu affidato a Maha Thammarachathirat, re di Sukhothai e alleato di Pegu.[17] Alla morte di Bayinnaung l'impero che aveva creato si sfaldò e i siamesi riacquistarono l'indipendenza con il re Naresuan.

Nei decenni successivi Ayutthaya tornò a espandersi, arrivando a occupare diversi sultanati islamici della penisola malese, alcuni porti birmani nel mare delle Andamane, penetrando in Cambogia e a nord. Conflitti interni legati principalmente alla successione al trono e un senso di appagamento per i successi passati contribuirono a fiaccare lo Stato e nel 1767 Ayutthaya fu espugnata e rasa al suolo dai birmani: ebbe così fine il regno a 417 anni dalla sua fondazione.[18]

Thonburi e Rattanakosin[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Regno di Thonburi e Regno di Rattanakosin.

Il paese, non occupato capillarmente dai birmani impegnati a respingere le invasioni cinesi a nord, cadde nel caos e si spaccò in sei territori in mano a locali signori della guerra. Il generale Taksin dell'esercito di Ayutthaya, fuggito miracolosamente all'assedio della capitale, prese il controllo della zona a est di Bangkok. Nel giro di pochi mesi riorganizzò i siamesi e riuscì a cacciare gli invasori birmani nel novembre del 1767.

Date le difficoltà di ricostruire la disastrata Ayutthaya, spostò la capitale 70 km più a sud, a Thonburi, riunificò il Siam e fu incoronato sovrano del Regno di Thonburi nel 1768. Questo regno, di cui fu l'unico monarca, durò solo quindici anni. Nel periodo in cui fu re, lo Stato espanse sensibilmente i territori conquistando il Regno Lanna, i regni laotiani di Champasak, Vientiane e Luang Prabang e assoggettando la Cambogia. Fu con la vittoria sul Regno di Vientiane che venne annesso l'Isan, l'odierna Thailandia del Nordest.

Nel 1782, Taksin fu rovesciato da una ribellione interna e Chao Phraya Chakri prese il suo posto. Fondò il Regno di Rattanakosin, detto anche Regno del Siam, e la dinastia Chakri che ancora oggi guida la Thailandia con re Rama X. Chao Phraya Chakri dopo la morte ricevette il nome postumo di Rama I. Spostò la capitale sulla sponda opposta del fiume, nell'allora piccolo villaggio di Bangkok, che ribattezzò Rattanakosin e trasformò in una sontuosa città, promosse la riorganizzazione dello Stato e la rinascita della cultura siamese. Sia Taksin che Rama I dovettero respingere ripetute invasioni dei birmani, la più pericolosa delle quali fu la guerra dei nove eserciti (1785-1786), tante furono le armate impiegate dai birmani. L'ultima invasione birmana si ebbe con la guerra del 1809-1812, vinta dai siamesi al tempo di re Rama II.

Tutti gli stati confinanti, la Birmania (Myanmar), il Laos, la Cambogia e la Malaysia, furono in seguito oggetto della colonizzazione europea a differenza del Siam. Solamente nel 1826, grazie a un accordo commerciale, la corona britannica ottenne considerevoli privilegi, stabilendo una certa influenza sul paese, che nonostante ciò non venne mai colonizzato. Per preservare l'indipendenza i siamesi dovettero concedere diversi territori alla Francia e al Regno Unito. Laos e Cambogia, che erano stati vassalli del Siam, divennero parte dell'Indocina francese, mentre lo Stato Shan a nord entrò a far parte della Birmania colonizzata dai britannici; anche diversi sultanati tributari del Siam situati nel nord dell'odierna Malesia furono ceduti ai britannici.

Rama IV, che regnò dal 1851 al 1868, avviò la modernizzazione del Paese con l'aiuto di alcuni consiglieri europei e il figlio Rama V (Chulalongkorn), suo successore, ne continuò l'opera rinforzando lo Stato e creando solide élite. Fu grazie alla politica di questi due sovrani che il Siam mantenne l'indipendenza.

La monarchia costituzionale e il potere ai militari[modifica | modifica wikitesto]

Le grandi spese per modernizzare il paese e la grave depressione che seguì il crollo di Wall Street del 29 ottobre 1929 diedero il via a un periodo di instabilità politica.[19] Durante il regno di Rama VII, il colpo di Stato del 1932 pose fine alla monarchia assoluta e diede inizio alla monarchia costituzionale. Nel 1935, il re abdicò in forte contrasto con il governo dei militari, che a suo dire utilizzavano il potere in maniera autocratica senza badare alla voce del popolo.[20][21]

Con il nuovo re Rama VIII che aveva solo 9 anni, furono nominati dei reggenti e il potere passò nelle mani dei militari; in particolare fu il nazionalista Plaek Phibunsongkhram che monopolizzò la scena politica fino al 1957, quando accusato di frode fu esiliato in Giappone. Con l'avvento dei militari ebbe inizio una lunga serie di colpi di Stato che tuttora mettono in pericolo l'unità del paese, rimasto comunque compatto nell'amore per la casa reale. Il 24 giugno 1939 il Siam cambiò il nome in Thailandia, che vuol dire "Terra degli uomini liberi". Il cambio del nome fu voluto dai militari nazionalisti che erano al potere e che vedevano di cattivo occhio la provenienza cinese del nome Siam.

Era post-moderna[modifica | modifica wikitesto]

Durante la seconda guerra mondiale la Thailandia si schierò a fianco delle potenze dell'Asse e, approfittando dell'occupazione tedesca della Francia, nell'ottobre del 1940 intraprese la guerra franco-thailandese contro l'Indocina francese. Dopo sei mesi di combattimenti la pace fu siglata e, con l'intermediazione dei giapponesi, il 9 maggio 1941 la Thailandia si vide riconosciuti alcuni dei territori ceduti ai francesi da Rama V a inizio secolo. Con la sconfitta del Giappone dovette però restituire questi territori nel novembre del 1947. Verso la fine del conflitto, le cui sorti stavano premiando gli sforzi alleati, il movimento nazionale anti-giapponese Seri Thai costrinse Phibunsongkhram alle dimissioni da primo ministro, dando il via ad un periodo democratico nel Paese, che riprese il nome Siam nel 1945. In seguito, il dittatore uscì indenne dai processi per crimini di guerra.[22]

Nel 1946 venne misteriosamente assassinato a Bangkok Rama VIII e ascese al trono il giovane fratello Bhumibol Adulyadej Rama IX, che nel corso degli anni avrebbe acquisito notevole prestigio sia interno sia internazionale e che assicurò al Paese una certa stabilità politica anche nei momenti di maggiore turbolenza. Nel 1947, un colpo di Stato organizzato da Phibunsongkhram depose il primo ministro, un ufficiale di Marina già nel movimento anti-giapponese Seri Thai, e rimise al potere le vecchie gerarchie militari dell'anteguerra. L'8 aprile 1948 Phibunsongkhram ottenne il suo secondo mandato di primo ministro e l'11 maggio 1949 il Paese riprese il nome di Thailandia.

Con il consolidarsi della guerra fredda, negli anni successivi fu sviluppata la collaborazione con il governo degli Stati Uniti sia in funzione anti-comunista, concedendo l'utilizzo delle strutture aeroportuali all'aeronautica americana per le sue missioni nel Laos e nel Vietnam del Nord, sia in campo economico, con forti investimenti statunitensi nel Paese. La guerriglia comunista anti-governativa in Thailandia nacque negli anni sessanta e fu stroncata dall'esercito negli anni ottanta.[23] Particolarmente brutale fu la repressione del movimento studentesco, che avvenne dopo 3 anni di governo democratico. Il feroce massacro dell'Università Thammasat compiuto contro i manifestanti il 6 ottobre 1976, provocò la morte di oltre 100 persone (46 secondo la polizia di Bangkok) e il ferimento e l'arresto di molte altre.[24] Nella stessa giornata vi fu un nuovo colpo di Stato che rovesciò il governo del Partito Democratico e consegnò il potere all'ala estrema dei nazionalisti filo-monarchici.

All'inizio degli anni ottanta prese il potere una fazione dell'esercito vicina al re, ma di natura più democratica. Il nuovo governo contribuì alla pacificazione nazionale, concedendo l'amnistia ai ribelli comunisti che abbandonavano la lotta armata e promuovendo l'economia, facendo diventare la Thailandia una delle tigri asiatiche del settore. Un nuovo colpo di Stato dell'ala reazionaria dell'esercito pose fine nel 1991 alla riconciliazione nazionale. Un'imponente dimostrazione anti-governativa nel 1992 portò a un nuovo massacro della folla conosciuto come maggio nero, in cui persero la vita 52 persone e molte furono torturate o fatte scomparire. L'intervento del re pose fine alla rivolta e il governo golpista rassegnò le dimissioni, consegnando il potere a un esponente del Partito Democratico.

I conservatori del Partito della Nuova Aspirazione vinsero le elezioni del 1996 ma l'anno successivo furono travolti dalla crisi finanziaria asiatica. Il governo tornò al Partito Democratico di Chuan Leekpai, che ottenne un finanziamento dal Fondo Monetario Internazionale e stabilizzò la valuta.

Ventunesimo secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001, con la vittoria nelle elezioni del partito di Thaksin Shinawatra, i militari persero il controllo dei poteri legislativo ed esecutivo, questo portò a uno spaccamento della popolazione e a una radicalizzazione dello scontro fra i sostenitori del nuovo governo da una parte, entusiasti per le riforme populiste di Thaksin in favore dei poveri, e i conservatori dall'altra, guidati dai vertici delle forze armate, dalla nobiltà e dalla ricca borghesia. Questi ultimi si trovarono a pagare il prezzo maggiore per le riforme di Thaksin e cominciarono a opporsi con vigore al governo.

Il 26 dicembre 2004 un terremoto con epicentro a Sumatra (Indonesia) provocò uno tsunami che raggiunse le isole e le coste thailandesi causando oltre 5.000 vittime nel Paese e centinaia di migliaia in tutto il mondo. L'accentuarsi dell'instabilità politica sfociò nel nuovo colpo di Stato del settembre 2006. La presa del potere da parte dei militari avvenne senza vittime, con l'assenso del re e di una larga parte della popolazione. Il primo ministro Thaksin fu incriminato con diverse accuse, tra cui la corruzione e il conflitto di interessi, e fu costretto a rifugiarsi in esilio all'estero.

Durante il suo mandato Thaksin si era creato un grande seguito, promuovendo iniziative in favore della popolazione, tanto che nelle elezioni del dicembre 2007 vinse il partito del suo alleato Somchai Wongsawat. Nel novembre dell'anno successivo gli oppositori al governo provocarono gravi disordini e in segno di protesta occuparono l'aeroporto di Bangkok causando gravi disagi anche a cittadini stranieri. Il 2 dicembre 2008, la Corte Costituzionale riconobbe il partito di maggioranza colpevole di brogli e lo sciolse, bandendo per cinque anni dalla vita politica Somchai Wongsawat e altri capi del partito.[25]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Crisi politica in Thailandia del 2008.

Il potere rimase nelle mani di un partito controllato dai militari, ma visto che questo cambio al vertice avvenne per via gerarchica e non attraverso regolari elezioni, i sostenitori di Thaksin, le camicie rosse legate al neonato Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, non si diedero mai per vinti. Nel 2010 provocarono l'acutizzarsi della già grave crisi politica e sociale reclamando maggiori diritti, libertà e giustizia sociale, ma soprattutto la fissazione di nuove elezioni. Le massicce manifestazioni di aprile vennero brutalmente represse dall'esercito e i violentissimi scontri provocarono 87 morti, tra cui alcuni militari, e 1.378 feriti[26].

Le elezioni si tennero il 3 luglio del 2011 e videro il largo successo del partito di opposizione Pheu Thai, guidato da Yingluck Shinawatra, sorella minore di Thaksin, che è divenuta il nuovo primo ministro in un governo di coalizione. Dopo alcuni mesi di dure proteste anti-governative, che chiedevano le dimissioni del primo ministro perché rappresentava gli interessi del deposto fratello, nel maggio del 2014 Yingluck è stata destituita dalla Corte Costituzionale con l'accusa di "abuso del potere politico a fini personali". Con questa sentenza sono stati destituiti anche tutti gli altri ministri in carica quando successe il fatto.[27]

Con l'acutizzarsi della tensione e con l'intento di trovare una soluzione alla crisi, il 20 maggio 2014 l'esercito ha dichiarato la legge marziale a cui ha fatto seguito il colpo di Stato militare del successivo 22 maggio. La costituzione è stata soppressa, il governo ad interim è stato sciolto, è entrato in vigore il coprifuoco sul territorio nazionale dalle 22 alle 5 e i dimostranti di entrambi gli schieramenti sono stati invitati a disperdersi. L'intervento militare è avvenuto dopo che, a partire dall'inizio delle proteste in novembre, 28 persone hanno perso la vita e 800 sono state ferite in scontri e attentati collegati alle proteste. Si tratta del 19º tentativo di colpo di Stato nel Paese dopo l'istituzione della monarchia costituzionale nel 1932.[28]

La mattina del 23 maggio, il comandante in capo dell'esercito Prayuth Chan-ocha, guida del colpo di Stato, si è auto-proclamato primo ministro ad interim della Thailandia e ha convocato 23 leader politici nazionali nonché 114 esponenti delle dimostrazioni dei mesi precedenti. All'incontro ha partecipato Yingluck, che è stata tratta in arresto assieme ad alcuni familiari e a molti dei politici e attivisti presenti.[29] Negli anni immediatamente successivi, malgrado le sollecitazioni della comunità internazionale, il regime militare ha rifiutato di concedere nuove elezioni.[30]

Con la morte di re Rama IX il 13 ottobre 2016, è salito al trono il figlio Vajiralongkorn (Rama X), che nei primi mesi di regno è stato molto attivo politicamente allargando la sua sfera d'influenza nelle vicende interne thailandesi. L'imposizione dei suoi voleri alla giunta militare è stata vista da alcuni osservatori come il tentativo di rafforzare il prestigio della monarchia nel Paese centralizzando il potere secondo uno stile di stampo assolutista, al contrario di quanto fece il padre Rama IX nei rapporti con le varie giunte militari che guidarono la Thailandia durante il suo regno. Il 6 aprile 2017 Vajiralongkorn controfirmò la nuova Costituzione (la 20ª da quando fu introdotta la monarchia costituzionale nel 1932) che ha aumentato i poteri dei militari e della Corte costituzionale in ambito politico per prevenire il ritorno al potere di Thaksin Shinawatra e dei suoi alleati.[30] Le elezioni del 2019 si svolsero secondo quanto disposto dalla Costituzione, con i 250 membri del Senato scelti dalla giunta militare. Questa e altre circostanze maturate nel corso delle consultazioni sollevarono pesanti critiche contro la giunta.[31]

In Thailandia come negli altri paesi dell'area, è tuttora in vigore la pena di morte per l'omicidio, per il traffico di droga e per altri reati gravi. Un reato che viene punito con particolare durezza è quello di lesa maestà, che prevede pene dai 3 ai 15 anni di carcere per ogni singolo "insulto" a un membro della casa reale.[32]

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Thailandia.

Con i suoi 513.120 km² di superficie, la Thailandia è il 51º stato del mondo per estensione. È paragonabile per dimensioni alla Spagna.

Il paese è sede di distinte regioni geografiche. La Thailandia del Nord è montuosa e ospita il Doi Inthanon, il rilievo più alto del paese con i suoi 2.576 metri; una serie di catene montuose e il fiume Saluen la separano a ovest dalla Birmania, il fiume Mekong fa da confine a nordest con il Laos. La Thailandia del Nordest, chiamata anche Isan, è costituita dall'altopiano di Khorat; anch'essa è separata dal Laos a nord e a est dal Mekong, mentre una serie di basse catene montuose ne segnano i confini meridionale e occidentale. A sud dell'Isan, la catena dei monti Dângrêk segna il confine con la Cambogia.

Il centro della nazione è dominato dalla valle in gran parte pianeggiante del fiume Chao Phraya, che si getta nel golfo del Siam; la parte occidentale è contrassegnata da catene montuose che fanno da confine con la Birmania e quella orientale dai monti Cardamomi, che demarcano il confine con la Cambogia. La Thailandia del Sud si estende lungo la penisola malese, che è attraversata dalla catena dei monti del Tenasserim e ha il suo punto più stretto nell'istmo di Kra, nei pressi di Ranong, dove termina a sud il confine tra la Thailandia e la Birmania.

Sul golfo del Siam e sul mare delle Andamane sono presenti molte isole dotate di attrezzature turistiche all'avanguardia, che rappresentano una delle principali fonti di ricchezza del paese. Oltre alla capitale Bangkok, tra le città più popolose e importanti vi sono Nonthaburi, Pak Kret, Nakhon Ratchasima, Chiang Mai, Hat Yai, Udon Thani, Khon Kaen, Ubon Ratchathani, Nakhon Si Thammarat, Nakhon Sawan, Nakhon Pathom, Phitsanulok, Pattaya, Songkhla, Surat Thani, Città di Phuket e Chiang Rai.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima della Thailandia è di tipo tropicale e caratterizzato dalla presenza dei monsoni. La particolare forma geografica del paese che si sviluppa in senso meridiano crea diversi microclimi e le temperature variano in ragione delle zone. In generale la stagione fresca va da metà ottobre a gennaio, con il manifestarsi del monsone asciutto e freddo di nordest e temperature che a nord arrivano a toccare anche lo zero. La stagione calda intercorre tra febbraio e aprile con temperature che arrivano a 40 °C. La stagione delle piogge, determinata dal monsone sud-occidentale, ha inizio tra maggio e giugno e termina a ottobre/novembre. Nelle aree meridionali, più calde e umide, la stagione fredda è più breve; il monsone che soffia sulle coste del Mar delle Andamane fa sì che le piogge terminino un paio di mesi dopo rispetto al resto del Paese.

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Thai.

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione è prevalentemente rurale, si concentra quindi nelle zone di campagna, dove attualmente vive circa il 40% della popolazione. La densità è di 129 abitanti per chilometro quadrato. Secondo la stima dell'Ufficio statistiche del Ministero thailandese della Pubblica Amministrazione, il 31 dicembre 2018 la Thailandia aveva 66 413 979 abitanti.[1] Tra il 1960 e il 1970 le numerose nascite portarono a un'età media di 25/30 anni.

Etnie[modifica | modifica wikitesto]

L'etnia thai fa parte della grande famiglia dei popoli tai i cui stanziamenti si estendevano dall'Assam all'isola di Hainan, e dal Sichuan al sud dell'odierna Thailandia. Ne fanno parte anche gli ahom nell'Assam, gli shan nella Birmania del Nordest, i lao in Laos e in Thailandia del Nordest, i tày in Laos e Vietnam, i nung in Vietnam, e i dai e gli zhuang in Cina. Questi popoli hanno in comune l'origine della lingua, alcune tradizioni e feste, e professano quasi tutti il Buddhismo Theravada.

Il popolo thai si suddivide in quattro grandi sottogruppi: thai centrali, nord-orientali (anche detti "Isan"), settentrionali e meridionali. I thai centrali hanno a lungo dominato il paese dal punto di vista politico, economico e culturale, pur rappresentando solo 1/3 circa dell'intera popolazione ed essendo così di poco superati in numero dai Thai nord-orientali. A seguito dei processi di scolarizzazione e di formazione di un'identità nazionale, oggi gran parte dei thailandesi parla, accanto ai propri dialetti locali, anche la lingua thailandese ufficiale che è quella dei thai centrali.

La principale minoranza non-thai è rappresentata dai cinesi, che hanno storicamente giocato un ruolo molto importante nell'economia nazionale, specie se rapportato alla loro consistenza numerica, e molti di essi sono ormai assimilati alla cultura thailandese. Uno dei principali luoghi dove sono concentrati i thai-cinesi è la zona di Yawarat, la Chinatown di Bangkok.

Altri gruppi etnici minoritari sono i malesi nella Thailandia del Sud, i mon, i khmer e diverse tribù delle colline. Con la fine della guerra in Vietnam, molti vietnamiti trovarono rifugio in Thailandia, specie nelle regioni nord-orientali.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Thailandia.

Stando al censimento del 2000, il 95% circa dei thai professa il buddhismo theravada. Seguono i musulmani (4,6%), concentrati nel sud del Paese e rappresentati in particolare dalla minoranza malese. I cristiani, soprattutto cattolici, costituiscono invece lo 0,75% della popolazione. Nelle città vi sono infine esigue minoranze di sikh e indu, nonché una piccolissima comunità ebraica risalente al XVII secolo. Tra i membri delle varie etnie tribali la fede principale è l'animismo.

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

Lingua nazionale è il thai, scritto con un proprio alfabeto. Numerosi e molto diffusi sono i dialetti thai, nel nord-est del paese è diffusa la lingua isan, che si suddivide in diversi dialetti derivati dalla lao e sono mutualmente intelligibili con il thailandese. Le minoranze etniche utilizzano i propri idiomi (soprattutto mon e khmer). Sebbene sia ampiamente insegnato nelle scuole, l'inglese non è molto diffuso, specie nelle regioni più remote.

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Suddivisioni della Thailandia.

La Thailandia è suddivisa in 76 province (in lingua thai: จังหวัด, traslitterazione RTGS: changwat). La capitale Bangkok è dal 1975 una zona con lo statuto speciale di metropoli affidata all'Amministrazione metropolitana di Bangkok. Viene considerata come la 77ª provincia, poiché è amministrata allo stesso livello delle province. Il sistema di suddivisione amministrativa in 77 province è quello ufficiale adottato dal dipartimento governativo dell'Istituto Reale di Thailandia.

Le province thailandesi vengono di seguito riportate secondo l'appartenenza geografica alle regioni del paese. Le regioni non sono enti amministrativi ed esistono vari sistemi di suddivisione in regioni (viene qui utilizzato quello a sei regioni).

Mappa delle province della Thailandia suddivise nel sistema a sei macro-regioni: non è evidenziata la provincia di Bueng Kan, istituita nel 2011, a cui è stato assegnata la parte orientale del territorio della provincia di Nong Khai

Nord

  1. Chiang Mai (เชียงใหม่)
  2. Chiang Rai (เชียงราย)
  3. Lampang (ลำปาง)
  4. Lamphun (ลำพูน)
  5. Mae Hong Son (แม่ฮ่องสอน)
  6. Nan (น่าน)
  7. Phayao (พะเยา)
  8. Phrae (แพร่)
  9. Uttaradit (อุตรดิตถ์)

Ovest

  1. Kanchanaburi (กาญจนบุรี)
  2. Phetchaburi (เพชรบุรี)
  3. Prachuap Khiri Khan (ประจวบคีรีขันธ์)
  4. Ratchaburi (ราชบุรี)
  5. Tak (ตาก)

Nordest

  1. Amnat Charoen (อำนาจเจริญ)
  2. Buri Ram (บุรีรัมย์)
  3. Chaiyaphum (ชัยภูมิ)
  4. Kalasin (กาฬสินธุ์)
  5. Khon Kaen (ขอนแก่น)
  6. Loei (เลย)
  7. Maha Sarakham (มหาสารคาม)
  8. Mukdahan (มุกดาหาร)
  9. Nakhon Phanom (นครพนม)
  10. Nakhon Ratchasima (นครราชสีมา)
  11. Nong Bua Lamphu (หนองบัวลำภู)
  12. Nong Khai (หนองคาย)
  13. Roi Et (ร้อยเอ็ด)
  14. Sakon Nakhon (สกลนคร)
  15. Si Sa Ket (ศรีสะเกษ)
  16. Surin (สุรินทร์)
  17. Ubon Ratchathani (อุบลราชธานี)
  18. Udon Thani (อุดรธานี)
  19. Yasothon (ยโสธร)
  20. Bueng Kan (บึงกาฬ)

Centro

  1. Ang Thong (อ่างทอง)
  2. Phra Nakhon Si Ayutthaya (พระนครศรีอยุธยา)
  3. Bangkok (Krung Thep Maha Nakhon) (กรุงเทพมหานคร), zona a statuto speciale
  4. Chai Nat (ชัยนาท)
  5. Kamphaeng Phet (กำแพงเพชร)
  6. Lop Buri (ลพบุรี)
  7. Nakhon Nayok (นครนายก)
  8. Nakhon Pathom (นครปฐม)
  9. Nakhon Sawan (นครสวรรค์)
  10. Nonthaburi (นนทบุรี)
  11. Pathum Thani (ปทุมธานี)
  12. Phetchabun (เพชรบูรณ์)
  13. Phichit (พิจิตร)
  14. Phitsanulok (พิษณุโลก)
  15. Sukhothai (สุโขทัย)
  16. Samut Prakan (สมุทรปราการ)
  17. Samut Sakhon (สมุทรสาคร)
  18. Samut Songkhram (สมุทรสงคราม)
  19. Saraburi (สระบุรี)
  20. Sing Buri (สิงห์บุรี)
  21. Suphan Buri (สุพรรณบุรี)
  22. Uthai Thani (อุทัยธานี)

Est

  1. Chachoengsao (ฉะเชิงเทรา)
  2. Chanthaburi (จันทบุรี)
  3. Chonburi (ชลบุรี)
  4. Prachin Buri (ปราจีนบุรี)
  5. Rayong (ระยอง)
  6. Sa Kaeo (สระแก้ว)
  7. Trat (ตราด)

Sud

  1. Chumphon (ชุมพร)
  2. Krabi (กระบี่)
  3. Nakhon Si Thammarat (นครศรีธรรมราช)
  4. Narathiwat (นราธิวาส)
  5. Pattani (ปัตตานี)
  6. Phang Nga (พังงา)
  7. Phatthalung (พัทลุง)
  8. Phuket (ภูเก็ต)
  9. Ranong (ระนอง)
  10. Satun (สตูล)
  11. Songkhla (สงขลา)
  12. Surat Thani (สุราษฎร์ธานี)
  13. Trang (ตรัง)
  14. Yala (ยะลา)

Città principali[modifica | modifica wikitesto]

Le città principali della Thailandia sono Bangkok, con 8,281 milioni di abitanti (2010), Nonthaburi (270 000), Nakhon Ratchasima (174.000), Chiang Mai (174.000), Hat Yai (157.000) e Udon Thani (155.000).

Istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Università[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 marzo 1917 fu istituita l'Università Chulalongkorn, fondata da re Vajiravudh (Rama VI), è il più antico ateneo thailandese e tra i più prestigiosi del paese.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

La Thailandia è una monarchia parlamentare con un Parlamento bicamerale (Camera dei Rappresentanti e Senato). Vi è stato di recente un periodo di dittatura militare durato dal 2014 al 2019.

Il sovrano attuale è Vajiralongkorn, in carica dal 13 ottobre 2016[33] con il nome regale di Rama X, succeduto al padre Bhumibol Adulyadej (Rama IX).

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Turismo in Thailandia.

Nel corso del 2013 il tasso di disoccupazione è risultato inferiore all'1%.

Scorcio suggestivo a Amphoe Palian, nella provincia di Trang; la Thailandia è anche una delle più importanti mete turistiche internazionali

Quasi il 70% dell'intera popolazione thailandese è costituito da agricoltori, che coltivano una terra alluvionale così ricca che la Thailandia è al primo posto nel mondo per l'esportazione di tapioca, al secondo per quella di riso e di caucciù, al terzo per quella di ananas in scatola. Inoltre questo paese è tra i principali esportatori di zucchero, granoturco e stagno. In via di sviluppo sono l'industria dell'abbigliamento e l'elettronica. In via di incremento il turismo internazionale che si concentra, in particolar modo, nella zona costiera.

La moneta locale è il Baht thailandese, che nel 1997 venne pesantemente svalutato in seguito a una grave crisi economica, dando il via a un effetto domino che fu una delle cause della famosa crisi delle "tigri asiatiche".

Tradizionalmente la pesca viene fatta sulla tipica imbarcazione, la Kolae.

Settore primario[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Agricoltura in Thailandia.

Gli sviluppi in agricoltura dal 1960 hanno sostenuto la transizione della Thailandia verso un'economia industrializzata. Nel 2008 l'agricoltura, silvicoltura e pesca hanno contribuito 8,4 per cento del PIL; nelle zone rurali, i lavori agricoli forniscono lavoro. La Thailandia è uno dei primi esportatori mondiali di riso, e un grande esportatore di gamberetti. Altre coltivazioni includono noci di cocco, mais, gomma, soia, canna da zucchero e tapioca. Secondo un'indagine degli anni 2010 del Ministero thailandese dell'Agricoltura e delle Cooperative, il 46,5% del territorio nazionale è usato per l'agricoltura. L'8,8% del terreno agricolo è destinato all'orticoltura e i frutti principali sono mango (20,5%), longan (10,4%), durian (5,8%), mangostano (4,1%), longkong (3,7%), rambutan (3%), lychee (1,3%) e mandarino tangerino (0,9%).[34]

Nel 1985 la Thailandia ha designato il 25 per cento della sua superficie per la protezione delle foreste e del 15 per cento per la produzione di legname. Le foreste sono state scelte per la conservazione e la ricreazione della fauna e della flora, mentre le foreste di legname sono disponibili per il settore forestale. Tra il 1992 e il 2001 le esportazioni di tronchi e legname sono aumentate da 50.000 a 2.000.000 di metri cubi all'anno.

L'epidemia di influenza aviaria regionale contratta della Thailandia dal settore agricolo nel 2004 e lo tsunami del 26 dicembre dello stesso anno hanno devastato il settore della pesca west-coast. Nel 2005 e nel 2006 il PIL agricolo è calato del 10%.

Nel settore agricolo il riso è l'alimento base, ed è coltivato nelle pianure del Chao Phraya e del Mekong. Mais e manioca sono gli altri due prodotti coltivati nel paese. Banane, caffè, tabacco, ananas, canna da zucchero e iuta sono le colture da piantagione principali, mentre la ricca vegetazione della Thailandia fornisce vari tipi di legname pregiato, come il teak, il sandalo, il sapan e l'ebano.

Settore secondario[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007 l'industria ha contribuito con il 43,9% del PIL, impiegando il 14% della forza lavoro. L'industria è cresciuta a un tasso medio annuo del 3,4% nel periodo 1995-2005. Il sottosettore più importante del settore è la produzione, che rappresentano il 34,5% del PIL nel 2004.

La Thailandia sta diventando un centro per la produzione di automobili per l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) di mercato. Nel 2004 la produzione di automobili ha raggiunto 930.000 unità, più del doppio di quanto nel 2001. Toyota e Ford sono attive in Thailandia, e l'espansione del settore automobilistico ha aumentato la produzione di acciaio nazionale. L'industria elettronica della Thailandia è frenata dalla concorrenza di Malesia e Singapore, mentre quella tessile la concorrenza di Cina e Vietnam.I prodotti più esportati dalla Thailandia sono: vestiario come le calzature, diamanti e preziosi, derivati del petrolio, inoltre il riso, crostacei e molluschi.

Settore terziario[modifica | modifica wikitesto]

Il turismo contribuisce in modo significativo all'economia thailandese, e l'industria turistica ha beneficiato del deprezzamento del baht e della stabilità della Thailandia. Gli arrivi turistici nel 2002 sono stati di 10,9 milioni di persone con un aumento del 7,3% rispetto all'anno precedente (10,1 milioni nel 2001).

Il turismo fornisce un contributo grande per l'economia della Thailandia (circa il 6% del PIL). I turisti vengono in Thailandia per una serie di motivi, in primo luogo per la bellezza delle sue spiagge, ma anche Bangkok ha visto un forte aumento del turismo negli ultimi anni.

Nel 2007 circa 14 milioni di turisti hanno visitato la Thailandia. Il settore del turismo comprende il turismo sessuale, anche se la prostituzione è illegale in Thailandia. Il numero di turisti nel 2009 è stato stimato in circa 14 milioni, in calo del 4% rispetto al 2008.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine del XVIII secolo si afferma l'epica nazionale thailandese del Ramakien (in lingua thai: รามเกียรติ์, Gloria di Rama)

Una produzione letteraria thailandese nasce nel XIV secolo per affermarsi nel XIX con la poesia :Sunthorn Phu e uno di questi autori che ha valorizzato la letteratura thailandese. Il genere della prosa si riscontra invece durante il XX secolo lasciando spazio a vari temi non solo di carattere popolare.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Patrimoni dell'umanità[modifica | modifica wikitesto]

La Thailandia, a livello culturale, vanta una ricca tradizione paesaggistica e artistica, omaggiata a livello universale, tanto che cinque dei suoi siti sono stati inseriti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO:

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Una delle più note interpreti della musica thailandese e Pumpuang Duangjan (1961-1992), ricordata, in particolare, per i testi, che descrivono i poveri rurali della Thailandia.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Muay thai[modifica | modifica wikitesto]

Match di muay thai a Bangkok

Lo sport nazionale thailandese è la muay thai, arte marziale che traccia le sue origini dall'antica muay boran sviluppatasi ai tempi di re Naresuan nel XVI secolo. Assunse lo stile odierno verso la metà del XVIII secolo[35] ed è oggi praticata in molti Paesi al mondo. Tra i campioni thailandesi della muay thai vi sono Buakaw Banchamek, più volte campione del mondo, Sudsakorn Sor Klinmee, Yodsanklai Fairtex e Sitthichai Sitsongpeenong.

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La Nazionale di calcio della Thailandia risulta una delle più forti del Sud-est asiatico. Nel suo palmares spiccano i numerosi trionfi ai Giochi del Sud-est asiatico. La disciplina ha acquistato grande popolarità nel Paese in particolar modo tra i giovani, molti dei quali la preferiscono alla tradizionale muay thai.[36] Il magnate thailandese Vichai Srivaddhanaprabha è stato il presidente che ha guidato il Leicester City alla conquista del suo primo storico scudetto nella Premier League 2015-2016. In precedenza l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra era stato presidente del Manchester City.

Altri sport[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli sport tradizionali thailandesi figura il takraw, una sorta di footvolley giocato su superficie sintetica in cui una piccola palla di rattan può essere toccata con tutto il corpo ad eccezione delle braccia e delle mani. Le squadre thailandesi si sono imposte in questa disciplina nelle prime due Coppe del mondo , nel 2011 e 2017, sia a livello maschile che femminile.[37] [38].

La nazionale di pallavolo femminile della Thailandia ha compiuto grandi progressi e si è laureata per due volte campione di Asia e Oceania. Ha inoltre raggiunto il quarto posto nel World Grand Prix di pallavolo femminile 2012. Anche gli atleti thailandesi del badminton hanno collezionato diversi successi, in particolare Ratchanok Intanon, campionessa del mondo in singolare a Canton 2013. Nel 2014 è stato realizzato il circuito internazionale di Buriram, che dal 2015 fa parte del calendario del Campionato mondiale Superbike e nel 2018 ha ospitato la prima edizione del Gran Premio motociclistico di Thailandia del motomondiale. Nei primi anni duemila ha avuto grande successo nel tennis Paradorn Srichaphan, giunto tra i top ten del ranking ATP nel 2003.

Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Thailandia ai Giochi olimpici.

La prima medaglia d'oro olimpica per la Thailandia fu conquistata da Somluck Kamsing, nel pugilato, pesi piuma, ai Giochi olimpici di Atlanta 1996. Oltre alle varie medaglie ottenute nel pugilato, la Thailandia vanta diversi titoli olimpici anche nel sollevamento pesi.

Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Cucina thailandese.

Uno dei piatti tipici e famosi della cucina thailandese è il Pad thai, un piatto di pasta di riso saltata in padella e condita con vari elementi culinari.

Festività e ricorrenze nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Data Nome Significato
13 aprile Songkran celebrazione del Capodanno thailandese
26 giugno Sunthorn Phu Day celebra la nascita del poeta Sunthorn Phu, nel 1786
28 luglio Compleanno del Re Festa nazionale: Compleanno del Re di Thailandia Vajiralongkorn (Rama X)
29 luglio Giornata nazionale della Lingua Thai per onorare Sua Maestà il Re che ha evidenziato nel 1962 l'importanza e il valore della lingua thailandese.
12 agosto Festa della Mamma Giorno del compleanno dell'attuale Regina Madre di Thailandia Sirikit
28 settembre Giorno della Bandiera Nazionale Giorno della Bandiera della Thailandia, concessa da re Vajiravudh, nel 1917
12º mese calendario lunare thailandese Loi Krathong tipico festival popolare o festival delle Lanterne o delle Luci
5 dicembre Compleanno del Re e Festa del Papà si celebra il compleanno del defunto re Bhumibol Adulyadej (Rama IX il Grande), impostato come Festa del papà

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (TH) Popolazione al 31 dicembre 2018, su stat.bora.dopa.go.th, Ufficio statistiche del Ministero thailandese della Pubblica Amministrazione, 31 dicembre 2018. URL consultato il 12 luglio 2019.
  2. ^ (TH) Popolazione al 31 dicembre 2017, su stat.bora.dopa.go.th, Ufficio statistiche del Ministero thailandese della Pubblica Amministrazione, 31 dicembre 2017. URL consultato il 12 luglio 2019.
  3. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013, su imf.org.
  4. ^ Tasso di fertilità nel 2011, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  5. ^ Thailand National Day, Dipartimento di Stato U.S.A.. URL consultato il 15 marzo 2018.
  6. ^ Luciano Canepari, Thailandia, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  7. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Tailandia", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2007, ISBN 978-88-397-1478-7.
  8. ^ Enciclopedia Sapere, su sapere.it.
  9. ^ Luciano Canepari, siam, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
    Meno consigliata la pronuncia /siˈam/.
  10. ^ (EN) Nicholas Grossman (a cura di), Chronicle of Thailand, Editions Didier Millet, 2009, p. 43, ISBN 981-4217-12-3. URL consultato il 23 giugno 2018.
  11. ^ (EN) Jonathan H. Ping, Middle Power Statecraft: Indonesia, Malaysia, and the Asia Pacific, Ashgate, 2005 ISBN 0754644677, p. 104.
  12. ^ Thailand and the World Bank, su worldbank.or.th. URL consultato il 17 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2011)., World Bank on Thailand country overview.
  13. ^ The Guardian, Country profile: Thailand, su guardian.co.uk., 25 April 2009
  14. ^ (EN) "Yonok, the birthplace of Lanna", su chiangmai-chiangrai.com. URL consultato il 12 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2009)., chiangmai-chiangrai.com
  15. ^ (EN) George Modelski: World Cities: –3000 to 2000, Washington DC: FAROS 2000, 2003. ISBN 0-9676230-1-4.
  16. ^ (EN) Rong Syamananda, A history of Thailand, Università Chulalongkorn, 1986, a pag. 92
  17. ^ (EN) Accounts of King Bayinnaung's Life and Hanthawady Hsinbyu-myashin Ayedawbon, a Record of his Campaigns, su arts.chula.ac.th., sul sito dell'Università Chulalongkorn di Bangkok
  18. ^ (EN) Wood, William A.R.: A History of Siam, Fisher Unwin Ltd, 1924, Londra ISBN 1-931541-10-8 (consultabile on line su archive.org)
  19. ^ Kobkua Suwannathat-Pian (2003), Kings, country and constitutions: Thailand's political development, 1932-2000. RoutledgeCurzon.
  20. ^ (EN) Terwiel, B.J.: Thailand's Political History: From the Fall of Ayutthaya to Recent Times. River Books, 2005
  21. ^ (EN) Stowe, Judith A.: Siam becomes Thailand. Hurst & Company, 1990
  22. ^ (EN) Aldrich, Richard J.: The Key to the South: Britain, the United States, and Thailand during the Approach of the Pacific War, 1929-1942. Oxford University Press, 1993. ISBN 0-19-588612-7
  23. ^ (EN) Sirkrai, Surachai: "General Prem Survives on a Conservative Line" nel giornale Asian Survey, Vol. 22, Nº 11. (novembre 1982), pagg. 1093-1104.
  24. ^ (EN) Handley, Paul M.: The King Never Smiles: A Biography of Thailand's Bhumibol Adulyadej. Yale University Press. ISBN 0-300-10682-3, p. 236.
  25. ^ (EN) Thai premier banned from politics, ruling party dissolved: court, google.com
  26. ^ (EN) PM vows to seek truth[collegamento interrotto], Bangkok Post, 22 maggio 2010. URL consultato il 27 marzo 2011.
  27. ^ Bultrini, Raimondo, Thailandia, destituita la premier per abuso di potere, repubblica.it del 7 maggio 2014
  28. ^ (EN) Thai army takes power in coup after talks between rivals fail, su reuters.com, 22 maggio 2014.
  29. ^ [www.repubblica.it/esteri/2014/05/23/news/thailandia_generale_prayuthsi_nomina_premier-86937467/?ref=HREC1-24 Thailandia, militari arrestano l'ex premier Yingluck Shinawatra], su repubblica.it, 23 maggio 2014.
  30. ^ a b (EN) Thailand's king signs constitution that cements junta's grip, su theguardian.com, 6 aprile 2017. URL consultato il 28 ottobre 2017.
  31. ^ (EN) Hannah Ellis-Petersen, 27 marzo 2019, su theguardian.com, 26 marzo 2019. URL consultato il data 27 marzo.
  32. ^ (EN) Jonathan Head, [news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/7128935.stm Why Thailand's king is so revered], su BBC News.
  33. ^ Vajiralongkorn accettò la nomina a re solo il 1º dicembre successivo, ma con tale atto la successione ha avuto valore retroattivo alla data della morte di Rama IX: (EN) Vajiralongkorn ascends the throne as King Rama X, su khaosodenglish.com, 1º dicembre 2016. URL consultato il 2 dicembre 2016.
  34. ^ (EN) Mangosteen Production and Marketing in Thailand (PDF), Ministero thailandese dell'Agricoltura e delle Cooperative. URL consultato il 28 settembre 2018.
  35. ^ (EN) History, Thaiboxing.com, 18 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2015).
  36. ^ (EN) Owen Jones, capitolo "Sport in Traditional Thai Villages", in Thailand: Volume 4.
  37. ^ (EN) Double triumph for Thailand in ISTAF World Cup Sepak Takraw Championship, Telangana Today. URL consultato il 13 marzo 2019.
  38. ^ (EN) Double triumph for Thailand in ISTAF World Cup Sepak Takraw Championship, Pakki Khabar. URL consultato il 13 marzo 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (THEN) Sito web ufficiale, su thaigov.go.th, Royal Thai Government. URL consultato il 12 marzo 2019.
  • (THEN) Sito web ufficiale, su mfa.go.th, Ministry of Foreign Affairs, Kingdom of Thailand. URL consultato il 12 marzo 2019. (informazioni ai visitatori e ottenimento del visto ...)
  • (THEN) Sito web ufficiale, su tmd.go.th, Dipartimento Meteorologico Thailandese (ente di governo). URL consultato il 12 marzo 2019.
  • Regolamento visti (PDF), su consolatothailandia.it, Consolato thailandese di Venezia. URL consultato il 12 marzo 2019.
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