Lucy Parsons

La truffa del voto

(1905)

 



Nota

Una breve analisi del voto come sopruso (il dominio della maggioranza) e come truffa (le decisioni sono pilotate dalle cricche politiche ed economiche).

Fonte: Lucy Parsons, The Ballot Humbug, The Liberator, Chicago, 10 settembre 1905.

 


 

Tutto quello che sentiamo, ampiamente diffuso in giro, noi siamo pronti a crederlo, che sia vero o no, anche se ci vuole qualche sforzo per credervi, e soprattutto se richiede un certo impegno per esaminarlo. Di tutte le illusioni e delusioni moderne, il voto è stato di certo il fenomeno maggiore. Eppure, molte persone ci credono ancora.

In primo luogo, il voto è basato sul principio che la maggioranza dovrà prevalere e che la minoranza dovrà sottomettersi (non importa se la maggioranza trarrà un qualche vantaggio dal fatto che la minoranza si sottometta o no). Prendiamo un corpo di legislatori assolutamente onesti e vediamo cosa essi possono fare. A, B e C hanno ognuno un principio differente da attuare, e non vi è alcun motivo che vieti ad ognuno di realizzare il suo principio, almeno fino ad un certo punto, senza interferire con gli altri due. Allora interviene la politica e dice: decidiamo questa materia attraverso il voto, perché così sembra giusto. Quale è il risultato? A e C alla fine raggiungono un compromesso e si mettono d’accordo abbandonando una parte delle loro idee. A e C diventano allora la maggioranza e i principi di B non ricevono più alcuna considerazione, ma sono semplicemente cancellati dalla scena. Questa è la regola della maggioranza.

Fate attenzione al risultato. Invece di tre principi ben definiti che si sarebbero potuti mantenere, sviluppare e utilizzare, ne abbiamo perso uno e abbiamo corrotto gli altri due. Questo è il risultato inevitabile della regola della maggioranza, attuata attraverso un corpo legislativo che cerca di fabbricare leggi da imporre ad individui che fanno parte di vaste comunità e che hanno ogni sorta di contrastanti interessi.

Certamente è meglio attuare la regola della maggioranza se essa rappresenta davvero gli interessi reali di un grande numero di persone, piuttosto che avere la regola della minoranza che rappresenta solo gli interessi di una oligarchia, come avviene oggi, quando tutte le leggi sono praticamente fatte nell’interesse della classe capitalista.

Ma il principio del dominio sugli altri è in sé stesso sbagliato; nessuno ha un qualche diritto a esercitare il dominio su un’altra persona.

Certamente, se qualcuno calpesta i diritti di un altro, deve essere fermato. In questo caso non si tratta di esercitare un dominio ma di proteggere la propria persona. Vediamo, ad esempio, come operano le nostre fabbriche parlamentari che fabbricano leggi. Un corruttore si lavora una maggioranza in questo modo: egli ingaggia uno strumento chiamato procuratore legale o lobbista e lo fa stazionare presso il Parlamento per attaccare bottone con i membri del potere legislativo. Così facendo, si crea l'opportunità di presentare loro il suo progetto nella maniera più attraente possibile e in modo tale da farlo apparire come un provvedimento prodigioso per il paese, se solo venisse tradotto in legge. Così, con la spinta di qualche regalino o bustarella, di solito riesce a strappare i voti della maggioranza dei membri del Parlamento.

Se il progetto da far approvare è così spudorato nei contenuti che la maggioranza dei membri non può essere fuorviata a votarlo, allora si raggiunge l'obiettivo attraverso un compromesso. Il lobbista ha persuaso A che il progetto di legge è perfettamente valido e onesto. B è contrario ad esso ed è favorevole ad un altro progetto che A contrasta. A quel punto basta convincere B a votare per quel progetto di legge promettendo che A voterà per il progetto caro a B quando sarà trattato.

Questo modo di procedere è ritenuto del tutto accettabile, o, come si dice “tutto è giusto e onesto in politica”. Il lobbista che controlla A potrebbe essersi messo d’accordo con il lobbista che controlla B per risolvere i due casi.

Così facendo i nostri lobbisti usano un membro del legislativo contro l’altro per ottenere un lauto guadagno, a spese del popolo e a vantaggio dei ricconi. Non fa alcuna differenza chi possano essere i membri del Parlamento, o quali siano i loro principi - questo modo di fare funziona sempre. Perciò, a cosa serve che le persone votino per scegliere i membri del parlamento?

[…]

Puoi forse prendertela con un anarchico che dichiara che le leggi fatte in parlamento non sono regole sacre? La società non cesserebbe di esistere e non si tornerebbe ad una condizione di barbarie se esse fossero abolite. Con migliaia di leggi promulgate e centinaia di corruttori che praticano le loro furberie, che cosa diventa il voto del vincitore delle elezioni? Che cosa diventa la sua voglia di riformare tutto attraverso l’uso del voto? Fino a quando una persona è disposta a sottostare ad una legge cattiva in attesa della sua abrogazione, quale leva migliore hanno i furfanti e le canaglie sul resto dell’umanità?

È il denaro e non il voto che regola la vita delle persone. E i capitalisti non si preoccupano più di comprare i voti ma, semplicemente, comprano i “servitori” una volta che sono stati eletti per “servire”. L’idea che il voto di un poveraccio valga qualcosa è la più madornale delle illusioni. Il voto è solo un velo sottile che copre l’inganno.

Puoi forse prendertela con un anarchico quando, vedendo una nullità politica aspirare ad un impiego in una fabbrica per la produzione di leggi, non riesce a scovare nulla di rispettabile in lui e nelle sue leggi? Noi sappiamo che nessuna legge introdotta ha mai evitato che un singolo crimine fosse commesso. Noi sappiamo che il crimine cesserà solo quando le persone impareranno a fare il bene, perché farlo le rende più felici. Noi sappiamo che, se la promulgazione di leggi avesse avuto come effetto di prevenire il crimine, o di rendere le persone migliori, saremmo adesso tutti degli angeli.

Noi diciamo: trasforma le fabbriche per la produzione di leggi in centri educativi e in luoghi in cui si diffondono le verità sulla solidarietà umana, sull’amore e la fraternità, e rendi queste cose possibili abolendo il monopolio degli strumenti che permettono la produzione dei beni necessari per la vita. Allora l’umanità svilupperà prontamente ciò che vi è di meglio, di più nobile e di più puro, nella sua natura.

 


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