[No 41-bis] Non permetteremo l’assassinio di Alfredo Cospito – Chiamata di mobilitazione internazionale [IT-GR-EN-DE-ES-FR]

fonte: https://ilrovescio.info/2022/10/25/non-permettiamo-lassassinio-di-alfredo-cospito-appello-per-una-mobilitazione-internazionale/

Non permetteremo l’assassinio di Alfredo Cospito
in sciopero della fame dal 20 ottobre

[ITA] Non permettiamo l’assassinio di Alfredo Cospito
[ENG]  We do not allow the murder of Alfredo Cospito
[DEU] Wir werden den mord an Alfredo Cospito nicht zulassen
[ESP] No permitamos el asesinato de Alfredo Cospito
[GRE] ΔΕΝ ΕΠΙΤΡΕΠΟΥΜΕ ΤΗ ΔΟΛΟΦΟΝΙΑ ΤΟΥ ALFREDO COSPITO
[FRA] nous ne permettons pas le meurtre d’Alfredo Cospito

Appello per una mobilitazione internazionale

Lo scorso 20 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito, nel corso di un’udienza presso il tribunale di sorveglianza di Sassari, ha tentato di leggere un’articolata dichiarazione nella quale annuncia di essere entrato in sciopero della fame contro il regime detentivo di 41 bis a cui è sottoposto e contro
l’ergastolo ostativo. Una battaglia che Alfredo non intende interrompere, fino al proprio decesso. Il compagno, che si trova in 41 bis dallo scorso 5 maggio con un decreto firmato dall’allora ministra della giustizia Marta Cartabia, è attualmente detenuto nel carcere di Bancali, in Sardegna.

Alfredo Cospito è un anarchico da sempre in prima linea nelle lotte, mai disposto a compromessi o ad arrendersi. È un compagno che ha lottato dalla fine degli anni Ottanta, periodo nel quale venne incarcerato come obiettore totale (per il rifiuto di svolgere il servizio militare obbligatorio) e che, dopo l’arresto avvenuto nel 2012, nel corso del processo che ne è seguito, ha rivendicato il ferimento del dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, realizzato dal Nucleo Olga / Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale e avvenuto il 7 maggio dello stesso anno a Genova.
Alfredo è sempre stato attivo nella difesa dei compagni colpiti dalla repressione, in ogni angolo del mondo.

La sua lotta oggettivamente riguarda tutti i detenuti, fra i quali ricordiamo particolarmente i tre militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente rinchiusi da oltre 17 anni in 41 bis (Nadia Lioce, Roberto Morandi. Marco Mezzasalma). Nel 2009 la compagna
Diana Blefari, della stessa organizzazione, si tolse la vita, dopo la permanenza in questo duro regime carcerario.

Alfredo si trova in carcere ininterrottamente da dieci anni, trascorsi nelle sezioni di Alta Sicurezza fino al trasferimento in 41 bis. Nel 2016 è stato coinvolto nell’operazione Scripta Manent, accusato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di molteplici attacchi esplosivi. A seguito
della sentenza di Cassazione del luglio di quest’anno, è stata riformulata la condanna per lo stesso Alfredo e per Anna Beniamino in “strage politica”, la cui unica pena prevista è l’ergastolo. Lo Stato italiano che ha sempre protetto gli stragisti fascisti ora vuole condannare per strage due anarchici per un attacco che non ha provocato né vittime né feriti.

Alfredo da anni contribuisce con articoli, progetti editoriali e proposte al dibattito anarchico internazionale. Per questo motivo è stato più volte sottoposto a censura e divieto di comunicazione con l’esterno, venendo condannato per la pubblicazione del foglio anarchico rivoluzionario
“KNO3” e dell’ultima edizione di “Croce Nera Anarchica” e attualmente indagato per la pubblicazione del giornale anarchico “Vetriolo”. Dopo questi provvedimenti, nel mese di maggio ad Alfredo è stato applicato il 41 bis e successivamente trasferito dal carcere di Terni a quello di Bancali, a Sassari. In questo modo gli viene impedito ogni contatto con l’esterno.
Il 41 bis serve per isolare completamente il detenuto dall’esterno. La misura viene disposta per quattro anni, ma di fatto l’unico modo per uscirne è quello di pentirsi e collaborare con le forze repressive. In altre parole, il 41 bis è tortura, in quanto ideato per indurre sofferenza allo scopo di estorcere confessioni o dichiarazioni.

Questo regime carcerario comporta un’ora di visita al mese con il vetro divisorio, sotto sorveglianza elettronica e con la registrazione audio e video. Solo se i familiari non hanno la possibilità di recarsi al colloquio, in alternativa alla visita in carcere è prevista la possibilità di una telefonata mensile di
10 minuti, ma per effettuarla il familiare del detenuto deve recarsi presso una caserma dei carabinieri o all’interno di un carcere. Inoltre è prevista una sola ora d’aria e una sola ora di socialità interna alla sezione, che avvengono in gruppi composti da un minimo di due a un massimo di quattro detenuti: la divisione in gruppi viene decisa direttamente dagli uffici dei burocrati a Roma e dura alcuni mesi.
Il 41 bis è un regime carcerario di annientamento, in quanto studiato per provocare danni fisici e mentali tramite la tecnica della deprivazione sensoriale; si tratta di una condanna alla morte politica e sociale, volta a recidere ogni forma di contatto con l’esterno. Il trattamento riservato ad Alfredo ci ricorda le parole attribuite a Benito Mussolini su Gramsci: bisogna impedire a questo cervello di funzionare per vent’anni.

Esemplificativo del buco nero nel quale si finisce una volta entrati in 41 bis è proprio quanto accaduto il 20 ottobre durante l’udienza presso il tribunale di sorveglianza di Sassari. In questa udienza è stato impedito ai solidali di entrare in aula, il compagno si trovava collegato in videoconferenza dal carcere come previsto dalle regole del 41 bis e quando ha tentato di leggere la propria dichiarazione gli è stata tolta la voce schiacciando un bottone. La dichiarazione è secretata dai giudici, se gli avvocati la diffondessero rischierebbero una pesante condanna penale.

La vicenda del compagno Alfredo Cospito si intreccia con un clima repressivo sempre più cupo nel Paese. Fuori dal movimento anarchico, assistiamo a una repressione sempre più opprimente anche contro gli operai, gli studenti, i movimenti sociali. Citiamo il caso più eclatante: questa estate la procura di Piacenza ha aperto un’inchiesta contro dei sindacalisti accusandoli di “estorsione” perché chiedevano, con una lotta “radicale” (picchetti e blocchi stradali), degli aumenti salariali al padrone.

Vogliamo che si comprenda anche all’estero che la china repressiva che sta prendendo lo Stato italiano riguarda tutti in prima persona, dato che un precedente di queste dimensioni nel cuore dell’Europa potrebbe essere foriero di ulteriori balzi repressivi anche ad altre latitudini. Tutto ciò sta
accadendo mentre la crisi sociale e la crisi militare internazionale peggiorano di giorno in giorno.
Sappiamo che questi sono i contesti ideali per mettere in atto svolte autoritarie da parte dei governi.

Abbiamo poche settimane per salvare la vita di Alfredo Cospito, per evitare il suo assassinio, ma soprattutto per dare un segnale di contrattacco a quanto sta succedendo.

Riteniamo lo Stato responsabile della vita e della salute del compagno.

Mobilitiamoci in tutto il mondo, facciamo pressione sullo Stato italiano affinché Alfredo possa uscire dal 41 bis.

compagni e compagne
25 ottobre 2022

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Torino: Perquisizione e sequestro al CSOA Askatasuna, comunicato di solidarietá da Smash Repression [ITA]

❗️ASKATASUNA NELLA MORSA REPRESSIVA❗️

❗️Stamattina a Torino, il CSOA Askatasuna è stato scenario di un forte atto repressivo:

sin dalle prime ore del mattino, è stato disposto un enorme apparato di forze dell’ordine per effettuare un maxisequestro nei confronti del centro sociale, colpevole di aver organizzato un concerto non autorizzato il 15 Ottobre, nelle strade della città.

❗️Tra i vari materiali, sono stati sequestrati attrezzature audio, mixer, luci e frigoriferi utilizzati per eventi benefit – con compagnǝ accusatǝ di associazione a delinquere, semplicemente perché vivono le strade, lottando per un mondo diverso.

❗️Questa è solo la punta di un iceberg di un piano repressivo, partito ben prima di questo governo, che però con la legge anti-rave chiude ancor
di più la morsa sui movimenti di lotta sociali e musicali partiti dal basso, che punta a demolire tutto ciò che non appartiene al divertimento capitalistico e che non è asservito alle logiche di mercato.

❗️Crediamo fermamente che la lotta non può e non deve essere repressa da un sistema e da un governo che farà di questo il suo unico scopo
politico, spostando l’attenzione su soggetti che ritiene scomodi.

❗️Ci opponiamo fermamente alla repressione delle lotte in ogni città. Repressione che il governo e le istituzioni locali usano come specchietto per le allodole per mascherare quelli che sono i problemi reali del paese (caro vita in aumento, aumento degli affitti, disoccupazione, lavoro a nero ecc..).

❗️Ci opponiamo quindi a questa narrazione e a questi atti repressivi che spostano l’attenzione su soggetti che propongono pratiche innovative e di cambiamento reale e che li dipinge come pericolosi criminali. Nessunǝ compagnǝ può essere toccatǝ senza conseguenze!

Esprimiamo massima solidarietà allǝ compagnǝ di Askatasuna!

❗️Ribadiamo che l’11 e il 12 Febbraio a Napoli si terrà l’assemblea nazionale di
Smash Repression, per costruire un fronte comune di risposta a questo e a tutti
gli atti repressivi che il governo ha in serbo per i prossimi tempi.
Costruiamo una risposta insieme!

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[No 41-bis] Appeal from Amnesty International for Alfredo Cospito [ENG]

fonte: https://www.ansa.it/english/news/general_news/2023/01/24/amnesty-in-fresh-appeal-for-jailed-anarchist-head-cospito_d2dda656-5920-40eb-83b7-6187c6331bbf.html

(ANSA) – ROME, JAN 24 – Amnesty International on Tuesday made a fresh appeal for jailed anarchist leader Alfredo Cospito, who has lost over 40kg in an almost 100-day hunger strike against his unprecedented and tough mafia-style prison regime.
“Alfredo Cospito has now reached almost 100 days of hunger strike,” said AI on the Informal Anarchist Federation (FAI) leader, the first Italian anarchist to be placed under the 41-bis regime.
“We reiterate that it is the duty of the Italian authorities to fulfil their obligations to protect and respect the detainee’s human rights, also taking into account the harsh conditions of the 41 bis regime to which he is subjected.” Cospito has lost 40 kg of weight in a three-month-long hunger strike against the 41-bis regimen, his lawyer said last Tuesday.
Cospito, 55, on January 13 appealed to Italy’s justice minister against his prison conditions.
Normally only jailed mafiosi are subjected to the regime, which mandates almost complete isolation from the outside world.
Cospito had already appealed to the Supreme Court of Cassation on December 27.
Cospito, who has been sentenced to four years of 41 bis while he is serving two sentences totalling 30 years for terror attacks, recently saw an appeal turned down by a Rome surveillance court.
A lawyer for Cospito, whose weight loss has spurred Italy’s inmates ombudsman to voice fears for his life, said the fresh appeal to Justice Minister Carlo Nordio was “based on new information, not submitted to the Rome surveillance court”.
As sit-ins and demos in favour of Cospito continue daily, judicial sources said the case would first have to go to Turin prosecutors again before Nordio can examine the plea.
A number of high-ranking magistrates have issued an appeal to save Cospito’s life.
There have been several recent FAI attacks in support of Cospito.
Judges recently ruled that Cospito should stay under the 41 bis conditions because otherwise there was a risk of his running FAI operations from inside jail.
On December 9 Greek anarchists linked to FAI claimed responsibility for the firebombing of two cars belonging to an Italian diplomat in the Greek capital a week previously.
The Greek group, which calls itself after a protester killed by a Carabiniere in self-defence at the 2001 Genoa G8 riots, said they were acting in solidarity with Cospito.
The group, Carlo Giuliani Vendetta Nucleus, said it was supporting the hunger strike of Cospito, who is serving 20 years for a bomb attack on a Carabinieri training academy at Fossano near Cuneo in Piedmont in 2006 and a further 10 years and eight months for wounding Ansaldo Nucleare Managing Director Roberto Adinolfi in Genoa in 2012.
The carbomb attacks against Athens embassy counsellor Susanna Schlein, sister of centre-left Democratic Party (PD) leadership candidate Elly Schlein, took place at dawn on Friday December 2 and were soon attributed to anarchists like the FAI, who had shouted threatening slogans during Cospito’s recent appeals trial.
Foreign Minister Antonio Tajani said Schlein survived the attacks “by a miracle”.
Both Schlein sisters have now been assigned police protection.
After the firebombings, FAI militants issued the mocking message “Susanna Schlein should learn to park”.
Rome prosecutors said last month they were opening a probe into arson attacks on ATMs and rubbish containers in two parts of the Italian capital on a recent Saturday night by Cospito supporters. (ANSA).

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[Smash Repression] Torino: Assemblea 31 gennaio 2023, Magazzino sul Po [ITA]

Martedì 31 gennaio ore 20.00

>>> Magazzino sul Po

Il cosiddetto “decreto anti-rave” è diventato legge.

Una norma strutturata con l’obbiettivo evidente di colpire tutte le
realtà che si auto-organizzano autogestendosi e liberando spazi.

Una legge che apre alla repressione di pratiche e strumenti di lotta:
dal free-party allo squat, dal centro sociale alla TAZ.

E’ fondamentale continuare il percorso per la costruzione di una mobilitazione determinata contro questa ulteriore compressione delle nostre libertà.

ASSEMBLEA APERTA per confrontarsi e organizzarsi contro la “Legge
Anti-Rave”

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[No 41-bis] Empeora la situación de Alfredo Cospito, pero la justicia estira los plazos [ES-EU]

fonte: https://lucharcontrael41bis.noblogs.org/2023/01/26/empeora-la-salud-de-alfredo-cospito-euskara-castellano/

Alfredo Cospitoren osasun egoera okerrera egin du eta Justiziak epeak luzatzen ditu!

Urtarrilaren 25ean Erromako Kasazio Auzitegiak (apelazio epaitegi gorena) Justizia ministroaren ildo beretik,  apirilaren 20rako jarri du Alfredo Cospito 41 bis erregimenetik ateratzeko jarritako helegitea aztertzeko data.

“Apirilaren 20ean Alfredo hilda egongo da. Hain tarte luzea itxarotea haren baldintzekin bateraezina da. Egoera mugara heldu da, 100 egunez ez du jan eta 40 kilo baino gehiago galdu ditu. Medikuntzako literaturak norberaren pisuaren erdia galtzen denean atzerabiderik gabeko kalteak gertatzen direla egiaztatu du. Ezin du hainbeste itxaron, edozein unetan kolapso bat izan dezake eta orduan indarrez berpiztu eta elikatu beharko dute. Baina berak jada derrigorrezko elikadura arbuiatzen duela idatzita utzi du. Orain zer gertatuko da?”

Angelica Milia, Alfredoren osasun egoeraren jarraipena egiten ari den konfidantzazko medikuak urtarrilaren 26ean Alfredo espetxean bisitatu ondoren egindako adierazpen kezkagarriak:

“Gau honetan Alfredo dutxan erori da eta sudurraren oinarrian duen haustura anitza murrizteko klinikan artatu dute, baina odol asko galdu du, indarge dago, gorputzaren termoerregulazio normala izateko zailtasunak ditu. (Odolean) plaketak oso baxu ditu eta zauri txikienak ere hemorragia indartsu bat eragin diezaioke, zeinak, haren osasun baldintza orokorrak ikusita eta 100 egun elikatu gabe daramatzala kontutan izanda ondorio larriak izan ditzazke.
Jada ez da berriro ibiltzera ez pasiatzera patio orduan, oso ahul sentitzen da, hainbeste gurpildun aulkia erabiltzen ari dela eta honek asko makurtzen du.
Gau honetako erorketaren eta klinikan jasotako artaketaren mina txikitu egin da. Baina ez du lortzen termoerregulazio normal bat izatea, berotzeko ahaleginetan soinean hiru praka eta 4 jertse daramatza jantzita. Garbi dago ezin duela espetxe honetan jarraitu, artapen sanitario egoki bat bermatu diezaiokeen egitura batera lekualdatua izan behar du”.

[ESP mas abajo]

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Atlanta (Georgia,US): Police raid in Weelaunee squatted forest, one person killed [EN,ES,DE,FR,PT,EU,PO,JP,IT,RU]

fonte: https://defendtheatlantaforest.org/solidarity/

Solidarity with the movement to stop Cop City & defend the Weelaunee Forest

Translations
ENGLISH | Español | GERMAN | FRENCH | PORTUGuESE | BASQUE | Polish | Japanese | Italian | Russian |

in memory of Tortuguita, killed by policeOn January 18, in the course of their latest militarized raid on the forest, police in Atlanta shot and killed a person. This is only the most recent of a series of violent police retaliations against the movement. The official narrative is that Cop City is necessary to make Atlanta “safe,” but this brutal killing reveals what they mean when they use that word.

Forests are the lungs of planet Earth. The destruction of forests affects all of us. So do the gentrification and police violence that the bulldozing of Weelaunee Forest would facilitate. What is happening in Atlanta is not a local issue.

Politicians who support Cop City have attempted to discredit forest defenders as “outside agitators.” This smear has a disgraceful history in the South, where authorities have used it against abolitionists, labor organizers, and the Civil Rights Movement, among others. The goal of those who spread this narrative is to discourage solidarity and isolate communities from each other while offering a pretext to bring in state and federal forces, who are the actual “outside agitators.” The consequence of that strategy is on full display in the tragedy of January 18.

Replacing a forest with a police training center will only create a more violently policed society, in which taxpayer resources enrich police and weapons companies rather than addressing social needs. Mass incarceration and police militarization have failed to bring down crime or improve conditions for poor and working-class communities.

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[Smash Repression] Torino: Comunicato 17 dicembre 2022 – Smash Repression – Questo é solo l’inizio! [ITA]

riceviamo e pubblichiamo:

Questo è solo l’inizio!

Smash Repression Torino
17 dicembre 2022

Sabato 17 Dicembre si è tenuta a Torino, così come in tante altre città dell’Italia e della Francia, una street parade contro il decreto anti-rave, uno dei primi provvedimenti del Governo di destra da poco insediato.
Una pluralità eterogenea di origini e generi diversi ha invaso la città, portando musica, danze, arte e facendo sentire la propria voce e la propria rabbia contro l’ennesima legge liberticida entrata in vigore il 30 dicembre scorso grazie allo strumento autoritario della ghigliottina che annulla qualsiasi discussione parlamentare. D’ora in avanti vengono infatti messe a rischio non solo forme spontanee di aggregazione che da secoli caratterizzano e permeano la nostra socialità, ma anche gli spazi e i luoghi “liberati” e l’espressione del dissenso possono essere ancora più fortemente repressi. Si rischiano pene molto severe, fino a 6 anni di carcere e misure preventive e d’indagine degne di reati come l’associazione mafiosa. Questo percorso inclusivo e partecipativo nasce dal basso come risposta all’introduzione di queste misure che sono frutto di una speculazione politica e mediatica ai danni di un grosso evento tenutosi nei pressi di Modena a fine ottobre. Abbiamo assistito ad una delle peggiori mistificazioni ad opera dei media main stream che in maniera nemmeno troppo abile sono riusciti a far passare i ravers e le tribes presenti come l’ennesimo nemico pubblico numero uno, contro i quali evidentemente questo Governo, in continuità con la linea di Salvini e dei governi precedenti, decide di usare il pugno di ferro. Un approccio chiaramente ideologico che si completa con il respingimento delle persone migranti, lasciate spesso per giorni a morire e soffrire in mezzo al mare e nei boschi, il carcere duro col regime del 41 bis e l’introduzione dell’ergastolo ostativo per chi lotta e non accetta la morale imposta dallo Stato. Misure che non sono né urgenti e nemmeno necessarie, sappiamo bene che i problemi sono tanti e ben altri: grazie al diffondersi delle pratiche di riduzione del danno non si muore più nei capannoni dove si fanno i rave ma si continua a morire nei luoghi di lavoro a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza; si soffre per la mancanza di politiche sociali adeguate che si vorrebbero ulteriormente ridimensionare, tagliando quelle che sono le attuali misure di sostegno alla povertà, in una fase dove il caro energia e l’inflazione non permettono di arrivare alla fine del mese. La nostra risposta a chi ci attacca, a chi ci vorrebbe fare passare per chi non siamo o ci vorrebbe fare scomparire è stata una piazza rumorosa, determinata e compatta, rispettosa di tutte le differenze presenti al suo interno, che ha visto sfilare a suon di musica e interventi 12 carri e migliaia di persone che si sono riprese una città da anni immobilizzata dall’impasse post-industriale e post-olimpica, dai numerosi sgomberi e ancora scossa da una pessima gestione della pandemia. Si respirava per le strade l’allegria, il fermento e la voglia di ballare, ma anche tanta voglia di riappropriarci delle nostre pratiche, di rilanciare le nostre reali istanze e riprenderci le nostre esistenze. Chiaramente media e stampa da sempre asserviti al potere si sono ben guardati dal diffondere le ragioni della nostra protesta e come prevedibile si sono limitati a far notare che per qualche ora in città abbiamo rovinato lo shopping natalizio della città vetrina!
Rilanciamo la nostra partecipazione e confermiamo la nostra presenza all’assemblea nazionale di febbraio.
Questo è solo l’inizio, lungi dal vergognarci delle nostre diversità ed unicità, scenderemo in piazza tutte le volte che sarà necessario in futuro, in tutte le città ed in tutti i territori.

Scendiamo nelle strade per riprendercele ed entriamo nei luoghi abbandonati per farli rivivere.
Porta la tua espressione libera.

Balliamo insieme, insieme lottiamo!

Smash Repression Torino

Su critiche, defezioni e comunicati

Crediamo che la nostra libertà non sia facilmente etichettabile o legata a categorie e pensiamo che inizi e non finisca dove inizia quella altrui. Di conseguenza, proponiamo quanto prima un confronto aperto, che auspichi a coinvolgere qualsiasi realtà sensibile alle tematiche politiche intorno alle quali nasce quest’assemblea.
Questa prima esperienza che vede riunite le realtà presenti ha testimoniato una forte volontà e un forte potenziale di convergenza nelle lotte, in un percorso assembleare che porta fisiologicamente alla luce attriti e divergenze.

Infatti, ciò che è emerso evidente a chi, nonostante le differenze, ha deciso di partecipare all’assemblea e alla piazza per connotarla con le proprie istanze, è una visione della politica che rifiuta tutti i tentativi di negare la natura intrinsecamente conflittuale della società.

Coerentemente, l’assemblea ha riconosciuto dal primo momento l’ ineliminabilità di sistemi di credenze divergenti e l’impossibilità di raggiungere un accordo assoluto fra tutte le parti presenti. Tuttavia, questa consapevolezza non si è tradotta nell’accettazione di “un pluralismo totale”. Sono stati dibattuti dei criteri che il movimento reputava necessari per un’azione collettiva e coesa nella sfera pubblica. Modalità che sono diventate condizioni di partecipazione all’assemblea e alla mobilitazione e indicazioni per vivere la piazza che sono state tradotte in un vademecum.

L’insieme delle varie realtà si è proposto compatto sia a livello di comunicazione che di azione uscendo con un comunicato unico affiancato da altre azioni e materiali informativi connotati dai singoli attori presenti. Il risultato è stata una piazza coesa in cui allo stesso tempo é stata espressa liberamente la diversità delle istanze presenti, comprese quelle legate al tema dell’antisessismo, denunciato come grande assente da un comunicato fatto circolare da alcune realtà politiche che hanno boicottato la piazza.

Ciò che emerge dalle pratiche condivise in assemblea è una natura politica dei limiti che ci si è dati per l’azione e non una loro presentazione come requisiti di moralità, razionalità o come qualità intrinseche di qualche cultura fissa o normativa. La nascita di un nuovo corpo politico apre una possibilità evolutiva da cui partire per rilanciare questa prima esperienza con l’idea di crearne altre in futuro. Non mancano infatti posizioni che, proprio perché hanno care le istanze di cui si è accusata l’assenza, vogliono portare avanti il percorso ribadendone l’importanza come già avvenuto in piazza. Nella pratica di rapporti antiautoritari che vogliamo costruire insieme è contenuto e va coltivato l’annullamento di privilegi ed oppressioni, per questo nei luoghi che occupiamo, siano essi strade o case, la cura per chiunque sia in difficoltà un è alla base del nostro agire comune. La retorica che descrive i luoghi libertari come non sicuri e pericolosi appartiene ai governi ed alla politica istituzionale.

Smash Repression Torino

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[Smash Repression] Alba (CN): Street Parade Antifascista 17-12-2022 [ITA]

Esiste un allarme fascista ?

Sia su scala nazionale, sia su scala territoriale pensieri reazionari si concretizzano e trovano campo aperto in modo frequente e progressivo.

1.Il decreto anti rave siglato governo Meloni (ma già in cantiere durante il governo Draghi) è una misura repressiva e criminalizzante nei confronti di dissenso e autogestione. Un attacco in pieno stile fascista verso chi immagina e mette in pratica un modello di vita differente. Inoltre rischia di criminalizzare qualsiasi azione di dissenso e autorganizzazione (come uno sciopero in una fabbrica o un’occupazione scolastica).

2. Un anno fa , il 19 dicembre 2021 , organizzammo un corteo ad Alba. Il motivo? la presenza di organizzazioni d’estrema destra nel centro storico della città (medaglia d’oro alla resistenza partigiana). Convinti del fatto che razzismo, intolleranza e servilismo nei confronti dei padroni non debbano trovare spazio nella società, abbiamo tentato di comprendere quali altre forme di prevaricazione esistono aldilà della propaganda politica.

3. Da quel momento ci siamo concentrati sullo sfruttamento lavorativo, in particolare sulle colture intensive delle viti e delle nocciole che costellano le colline attorno ad Alba, un mondo di subordinazione nei confronti di migranti o di soggettività deboli, una realtà di prevaricazione che non tollera differenze – lontana dallo scambio culturale utile all’integrazione

4. In tutta Italia covi fascisti,da Pavia a Firenze, trovano legittimità da parte delle istituzioni minando la cultura della solidarietà con ottiche razziste e xenofobe.

5. A conferma di ciò a ottobre 2022 a Piobesi d’Alba si è tenuto un concerto con patrocinio del comune di chiaro stampo neofascista.

La notte stessa (dopo un assemblea popolare che ha dato vita all’osservatorio antifascista) una trentina di attivisti e militanti si sono trovati nel piazzale antistante al salone polifunzionale: oltre alla presenza di personaggi sgraditi si è contestato l’atteggiamento permissivo del sindaco e delle autorità annesse.

Per questi motivi,per fronteggiare la situazione di sdoganamento sabato 17 dicembre alle ore 15 indiciamo un corteo con partenza dall’area verde di San Cassiano di Alba .

Ricordiamo che il nostro collettivo affonda le radici nei free party. Siamo orgogliosi di avere assorbito una cultura antirazzista, libera dalle ottiche di profitto e lontana dal divertimento standardizzato capitalista.

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[Smash Repression] Napoli: Smash Repression – Chi ce tocca s’appiccia! – 17-12-2022 [ITA]

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[Smash Repression] France: Manifestive – Appel National – 17-12-2022 [FRA]

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[Smash Repression] Roma: Pik Nix libero ed autogestito – La socialitá non puó essere un reato – 17-12-2022 [ITA]

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[Smash Repression] Bologna: Smash Repression – 17-12-2022 [ITA]

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[Smash Repression] Firenze: Dalla luna alle piazze tuttx liberx – 17-12-2022 [ITA]

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[Smash Repression] Torino: Balliamo insieme, insieme lottiamo – 17-12-2022 [ITA]

fonte: https://gancio.cisti.org/event/balliamo-insieme-insieme-lottiamo-street-parade

Il nuovo decreto del governo prevede per l’organizzazione di un “raduno musicale non autorizzato” un minimo di pena sei volte superiore a quello per un sequestro di persona.

Anche tu pensi che ballare sia uno dei crimini più gravi che si possano commettere?

Secondo te per ritrovarsi insieme bisogna chiedere il permesso alle forze di polizia?

Anche tu hai paura di chi crea situazioni libere dove ci si può autogestire al di fuori delle logiche commerciali?

Vivere la musica in questi spazi è davvero un grave pericolo per l’incolumità pubblica? Tanto da meritare dai 3 ai 6 anni di carcere?

Fin dalla sua prima stesura – e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.

Stanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in “sicurezza”… tra una pandemia e una guerra mondiale. Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”… mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.

Noi vogliamo vivere, non sopravvivere.

Le feste libere sono un rituale atavico di vita, di ribellione, di autogestione e di autoproduzione: ci riappropriamo temporaneamente di luoghi abbandonati o dimenticati per costruire un nostro modo di stare insieme, un mondo diverso, realizzato con i nostri mezzi, le nostre competenze, messe in campo tanto per godere della musica che produciamo quanto per prenderci cura di chi ne abbia bisogno.

Un mondo di complicità senza competizione.

Un mondo in contrasto con l’asfissiante e pervasivo controllo da parte dello Stato.

Un mondo dove al centro non ci sia il profitto, ma le relazioni umane e la socialità che spontaneamente ogni giorno si organizza dal basso nei quartieri, sui posti di lavoro, negli spazi occupati, nelle feste.

Difendiamo insieme le nostre forme di resistenza da un mondo che ci vorrebbe individui silenziosi e omologati.

Crediamo che il nostro corpo ci appartenga in ogni momento e che ogni persona sia libera di inseguire il proprio desiderio e il proprio piacere.

Il decreto anti-rave vuole impedircelo, riportando ogni forma di espressione libera sotto lo sguardo severo e sorvegliante di uno Stato che tutto ascolta e tutto controlla.

Senza più spazi liberi e autogestiti di divertimento, il nostro piacere rischia di venire inscatolato in un centro commerciale.

La posta in gioco è una progressiva erosione della libertà: con un crescente arsenale di norme e leggi si cerca di punire non solo le azioni compiute, ma di cancellare identità e comunità scomode.

Il decreto “anti-rave” si inserisce in un’ondata repressiva molto più estesa tra costante compressione delle libertà e sorveglianza onnipresente.

Un’ondata letale e troppo silenziosa, che uccide soprattutto le persone marginalizzate e rese invisibili nelle carceri o alle frontiere.

Il 17 dicembre scendiamo nelle strade della nostra città con gioia e determinazione, contro l’ennesimo tentativo di criminalizzare il dissenso e soffocare le esperienze non conformi che attraversano la società.

Balliamo insieme, insieme lottiamo.

/ / Non comunicare con i giornalisti

/ / Non parlare con gli sbirri

/ / Non si accettano bandiere o simboli di partito

Vademecum per la Street Parade

TORINO – PIAZZA STATUTO – ORE 13

pre-concentramenti ore 11.30: Palazzo Nuovo – Radio Blackout

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Torino: Barocchio Squat – La Bellavita nella pratica [ITA]

fonte: https://barocchio.squat.net/2022/11/25/la-bellavita-nella-pratica/

La Bellavita nella pratica
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Manuale d’uso per la Bellavita

Al Barocchio Squat vige la pratica della Bellavita: alle serate, alle cene, alle feste, tuttx
portano qualcosa da bere a da mangiare insieme e si usufruisce della serata mettendo in
gioco se stessi, e portando le cose che renderanno la festa piacevole, quello che si ha, e
anche quello che non si ha.

Per far si che la serata sia un successo, porta quello che vorresti trovare!

Nella pratica della Bellavita e nel concetto del dono, nel portare sempre le cose migliori,
ritroviamo il cuore pulsante del sorpassato concetto della condivisione: prendere quello
che si vuole per dare il meglio che si ha, non “condividere” ma multividere!

Lontano dalla visione del frigo self-service, riapre il mitico BAR Bellavita del Barocchio
Squat: alle serate c’è un bar, in cui tutti possono essere baristi e avventori, improvvisarsi
coctkail maker e preparare i drink preferiti da te e quelli che invece vogliono le altre
persone.

Quando arrivi, avvicinati al bar e riforniscilo delle bevande che hai portato, e se hai voglia
fermati a prepararle per tutti: in questo modo la serata sarà bellavita !

Il bar sei tu!

Barocchio Squat
Novembre 2022

Scarica il PDF
Barocchio Squat – La Bellavita nella pratica – Torino Novembre 2022

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Torino: Barocchio Squat – La chiamavano Bellavita [ITA]

fonte: https://barocchio.squat.net/2022/11/25/la-chiamavano-bellavita/

La chiamavano Bellavita
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Volantino sulla pratica della Bellavita

Uno dei fondamenti dell’anarchia – libertaria per definizione – è prendere ciò di cui si ha
bisogno mentre si apporta al massimo delle proprie possibilità, per far crescere se stessi e
quelli che ci circondano.
Ed eccoci qua, Torino, 2022, voci e anime del Barocchio Squat.
30 anni di occupazione, 30 anni di attitudine, lotta, cultura, stile di vita.
Noi, nuovi occupanti di questo posto abbiamo scelto di mandare avanti una attitudine
iniziata grazie agli occupanti originari, che hanno deciso di dar vita a questo magico posto,
mettendosi in gioco per creare uno spazio dove la libertà di vivere si concretizza
giornalmente in un mondo alternativo e parallelo alla realtà che ci impongono di vivere.
Ognuno di noi è una singola anima del posto, viviamo in una società che non ci vuole, ci
sfrutta, ci giudica, ci condanna, combattendola in modo autonomo, individuale o collettivo,
con un indole anarchica.
Il Barocchio Squat ha una propria mente e anima, creata da varie individualità che lo
frequentano e lo difendono e dai loro stili di pensiero.
Il nostro gruppo è composto da vari elementi, con ideali e attitudini, forgiate dalla vita che
ognuno di noi ha vissuto in prima persona.
Le nostre scelte non giungono ad un compromesso idealizzato da qualcuno per essere
accettato o integrato. Il barocchio, come altri posti, è un posto VERO, dove la gente è
libera di esprimersi senza essere giudicata o allontanata.
La vita di questa posto non è rosa e fiori, anzi bensì il contrario, ma il rendersi conto di
essere diversi dalla società esterna, fa si che il posto abbia una propria identità, che con il
passare degli anni avvicina chi si riconosce in lui.
I primi occupantx del Barocchio già stesero le basi per quello che diventò una attitudine
rivoluzionaria e anticapitalista, che nella sua essenza è una utopia reale volta
all’abolizione del denaro, conseguenza imposta della ingordigia umana: la chiamarono
Bellavita.

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Torino: Barocchio Squat – 30 anni di occupazione ! [ITA]

fonte: https://barocchio.squat.net/2022/10/27/barocchio-squat-30-anni-di-occupazione/

Barocchio Squat

1992 -> 2022

30 anni !

L’occupazione del 1992 nella periferia torinese, a Grugliasco West Coast, raggiunge i suoi primi 30 anni !

Vieni a festeggiare, lunga vita all’occupazione !

 

30 anni di occupazione e autogestione del Barocchio Squat!!! 5 giorni di laboratori, autoproduzione, concerti live e serate elettroniche. E’ tuttx Bellavita  –> il bar siamo tuttx –> porta da bere/mangiare/xxx e condividilo!

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Resiste! Distro Summer Tour 2022 [ENG]

Hi all!

You will find the amazing Resiste! Distro in the following places along the summer of 2022, with a selection of DIY Screenprint T-shirts, Bags and patches, music and other DIY things. We’ll travel with ROT, a wonderfull Distro of DIY natural and biologic products (like shampoo, soaps, toothpaste, oils, medicinal herbs, ecc) from https://rot.rebus.cat/ .

Here below the list of events we’ll be participating in:

1) 11 June 2022 – Barcelona (Spain) – Gato Muerto Squat, Trobada de distro y concierto Anarco-Punk

2) 18-19 June 2022 – Turin (Italy) – Edera Squat – SUCA Fest, 4 giorni di workshop (2 al Mezcal Squat), autoproduzione e banchetti DIY, serigrafia su tela e carta, ecc – https://gancio.cisti.org/event/suca-fest

3) 21 June 2022 – Turin (Italy) – La Barca Squat – Concerto e distro DIY

4) 22-23 July 2022 – Sinj (Croatia) – SARS Festival

5) 29-30 July 2022 – Kanal Fest – Šibenik (Croatia)

6) 02-06 August 2022 – Monteparadiso Festival – Pula (Croatia)

7) 12-13 August 2022 – Empeduja Punk Festival – Rijeka (Croatia) – Empeduja Beach Bar istarska ulica

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Roma: Ateneo Occupato 22 anni di occupazione ! [ITA]

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[Fanzine] Opuscolo di sviluppo del manifesto contro la legalizzazione degli spazi occupati (Barocchio Squat – El Paso) [ITA]

PDF: Testo-legalizzazione-paso-barocchio-1994

Torino, febbraio 1994

OPUSCOLO DI SVILUPPO DEL MANIFESTO CONTRO LA LEGALIZZAZIONE DEGLI SPAZI OCCUPATI

da El Paso Occupato e Barocchio Occupato

Tradotto in Spagnolo da: Resiste!

INTRODUZIONE: VIVRE LIBRES OU MOURIR
Il nostro sogno è vivere liberi, distruggere ogni forma di potere costituito ed ogni gerarchia che ne
sono la negazione.
Per noi la libertà non può essere separata dal piacere. Siamo però disposti a sforzi titanici per
realizzare libertà e piacere. Consapevoli che non esiste libertà nel sacrificio e nell’immolazione.
In questo senso l’esperienza più completa che oggi ci prendiamo il lusso di vivere è quella
dell’autogestione cui fa spazio l’azione diretta, intesa come esperienza aperta, collettiva,
estendibile, che se ne infischia dei recinti tracciati dallo Stato tra legalità e illegalità.
L’occupazione degli spazi abbandonati riunisce queste prerogative ed apre la strada, nel modo più
corretto, all’autogestione. Lo sviluppo dell’autogestione della nostra vita non è praticabile senza
sovvertire l’esistente.
L’AUTOGESTlONE
é la forma di gestione dell’anarchia. II suo cuore pulsante.
Autogestione è la possibilità di stabilire secondo il principio della responsabilità individuale ed il
metodo dell’unanimità (non certo quello – democratico – della maggioranza), le regole della propria
esistenza.
Autogestione per offrirsi la possibilità di riunificare sfere separate dell’esperienza umana: pensiero
e azione, attività manuale e attività intellettuale, per riconquistare quella completezza che ci è
stata sottratta dalla specializzazione delle attività imposta dalla cultura del potere.
PERCHE’ L’AUTOGESTlONE E’ LA FORZA PRIMA DELL’OCCUPAZIONE ED E’ LA PREMESSA
INDISPENSABILE ALLA SUA EVOLUZIONE IN SENSO SOVVERSIVO.
Fin dal lontano 1988 gli occupanti di El Paso scrivevano sul bollettino dei Centri Sociali che gli
occupanti si ponevano come soggetti della loro azione, primi fruitori, primi ad averne soddisfazione.
L’occupazione parte dalla necessità di soddisfare bisogni reali di casa – spazio espressivo – socialità
– non mercificazione – estraneità alle regole alienanti delle istituzioni.
Solo questo interesse diretto, il desiderio di concretizzare queste forti aspirazioni negate dà la forza
agli occupanti di superare le fasi repressive, di passare di sgombero in sgombero, di denuncia in
denuncia fino a riuscire ad aprirsi uno spazio ed iniziare realmente l’autogestione collettiva. E di
sopportare le mille angherie del potere contro i posti occupati (controlli-irruzioni-nuove denunce).
II fatto che gli occupanti rivolgano egoisticamente prima di tutto verso di sé i risultati delle loro
azioni e dell’autogestione è la migliore garanzia di genuinità del loro discorso. Chi vorrà fare
altrettanto trova così già sperimentata una strada nuova. In questo modo senza dover rinunciarealla lotta politica o meglio alla lotta per la distruzione della politica, gli occupanti si negano come
avanguardia militante staccata e si propongono come primi fruitori del loro operato, mettendosi in
gioco personalmente.
La bontà del loro esperimento di vita e la carica sovversiva delle loro proposte si vedranno dagli
esiti dell’autogestione dentro e fuori dagli squatt.
Gli occupanti personalmente coinvolti, non più soltanto sul piano dell’astrazione ideologica – come
lo erano i militanti dei collettivi politici – avranno così mille buone ragioni per combattere a fondo
per la realizzazione dei progetti autogestionari che li vedono protagonisti di un immediato
miglioramento della qualità della loro vita dovuto alla riappropriazione di spazi di libertà sottratti
dal potere.

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