domenica 24 gennaio 2021

CON LA GLOBALIZZAZIONE, TENDENZA ETERNA DELLE ELITES, AL GRANDE RESET (mia intervista video su “comedonchisciotte”)


https://comedonchisciotte.org/dalla-globalizzazione-al-grande-reset-intervista-a-fulvio-grimaldi/  

 (la foto generosamente inserita è di quando ero giovane e bello😜…)

“L’illusione della libertà continuerà fino a quando sarà remunerativo proseguire con l’illusione. Quando diventerà troppo costoso mantenere l’illusione, verranno semplicemente tolte di mezzo le scenografie, tireranno via i sipari, faranno sparire tavoli e sedie e ciò che si vedrà sarà solamente il muro di mattoni sul retro del teatro” (Frank Zappa)

“Siamo tutti nella fogna, ma alcuni tra noi guardano alle stelle” (Oscar Wilde)

Ci sono degli sprovveduti, o illusi, o frodatori, che attribuiscono all’ Operazione Coronavirus un colpo mortale alla globalizzazione e il ritorno alle volontà e al decisionismo locale, nazionale: ognuno per sé, con i suoi tamponi, le sue misure di contrasto, i suoi vaccini. Sarebbe come dire che l’industria militare ha posto fine alle guerre.

Una globalizzazione perseguita nei secoli, nel segno della croce, della mezzaluna, del commercio, della cultura, del colonialismo, dai pochi ai danni dei tanti, che invece oggi, grazie a Covid, digitalizzazione totale, Intelligenza Artificiale, dollaro piuttosto che politica, , punta al suo compimento

Il rapporto 2021 del Forum Economico Mondiale è un compendio di minacce e di squarci di apocalisse che si imporrebbero all’umanità sempre che non adottasse le ricette “salvifiche” elaborate dagli attuali manovratori del mondo - digitali, chimico-farmaceutici, militari - operanti sotto la Cupola della storica Grande Finanza Tribale. I primi rappresentati, essenzialmente, dal regime USA con i suoi sicari europei e dalla Cina. Se pensate che questo sia “complottismo”, accusa mossa a chi si permette di dare un’occhiata dietro ai sipari menzionati da Frank Zappa, dedicate un po’ di tempo alla lettura del “Rapporto Rischi Globali” compilato dal Forum Economico Mondiale in vista del suo annuale convegno a Davos in Svizzera. Si va dalla catastrofe ambientale, all’estinzione delle biodiversità, alla fine del lavoro umano, alla robotizzazione globale, alla disgregazione sociale, allo spegnimento intellettuale. E gli unici che possiamo far qualcosa siamo noi. Modernamente mai eletti. Non vi rappresentiamo per niente, fossimo matti. E non si tratta di previsioni, ma di intenzioni.

Come se Truman avesse detto ai giapponesi: “Occhio che arriva l’atomica, ma, tranquilli, ci penso io”.

https://www.nogeoingegneria.com/news-eng/the-global-risks-report-2021-world-economic-forum/

Il quadro è quanto di più tetro ci si possa immaginare, anche percorrendo i meandri più oscuri della storia umana. Come già praticato con le varie manipolazioni basate sul “peccato”, sull’eresia, sulla disobbedienza, la prospettiva immancabile è quella di una catastrofe illimitata alla quale porre, forse, rimedio, concedendo a questi “signori del mondo” il diritto e il potere di intervenire coercitivamente su ogni aspetto della società e della vita dell’individuo e delle nazioni. Quanto alla paura, al terrore che quella prospettiva implica e con la quale si conta di ottenere quanto già si è ottenuto col virus, basta la copertina del rapporto.

In questa intervista video si ragiona su una globalizzazione che parte da molto, molto lontano, che, seguendo un unico, costante filo rosso e passando di élite in élite, raggiunge oggi la sua fase conclusiva con la realizzazione del Grande Reset, che dovrà portare, se non contrastato, al Nuovo Ordine Mondiale: una conventicola di alieni straricchi che tiene in pugno tutte le ricchezze di un pianeta, a quel punto popolato da robot artificiali e da qualche rimasuglio di umanità transumana.

L’espressione più chiara e al tempo feroce di questo percorso si è vista con quanto è successo al presidente USA “fuori norma” Donald Trump che, nel quadro della vera e propria guerra alle nazioni democratiche e autodeterminate, a sovranità popolare, si era permesso di lanciare la parola d’ordine “America first”, prima l’America. Con questa visione, solo parzialmente attuata nel suo programma, aveva rafforzato il sacrosanto impegno delle nazioni che si rifiutavano a dissolversi in un amalgama indistinto, privo di identità, manipolabile e manovrabile e che ripetevano il principio implicito in ogni costituzione: Italia first, Palestina first, Siria first, Venezuela first, Russia first, Cuba first, Iraq, Libia e tutte le nazioni first e, proprio per questo, rispettose della sovranità di tutte le altre. Come i padri e le madri con i figli e i figli con i padri e le madri.

Saltando i persiani e Alessandro Magno, la marcia della globalizzazione verso il primo Grande Reset inizia in Palestina un po’ meno di 2000 anni fa e raggiunge il successo con Costantino, nel quarto secolo. Riprende slancio nei secoli degli imperi, poi dei colonialismi e fa i passi più lunghj a partire della seconda metà del XX secolo. Suoi strumenti, in costante evoluzione, l’AIDS, la droga e la presunta “guerra alla droga”, il terrorismo e la “guerra al terrorismo”. Ogni volta l’asticella del totalitarismo e della paura si alza di qualcosa. Siamo all’ennesima guerra all'invisibile pericolo, ovviamente mortale, il Coronavirus. Una semplice influenza, ma, come dice la parola stessa, l'imperatoe dei virus.

Gli strumenti della globalizzazione, dopo le fasi “soft” delle manovre persuasive, manipolatrici e ricattatrici (vedi UE) diventano, nei momenti delle svolte storiche, quelli del collaudato processo colpa-punizione-premiazione, che una popolazione ipnotizzata dai dogmi socialmente coercitivi si fa imporre.  Dogmi, pensieri unici che, grazie alla pervasività dei media unificati, la gente ha di fatto interiorizzato e continua ad autogenerare. 

Quanto verificatosi negli Stati Uniti, oltre un passato di genocidi e stermini che non hanno l’uguale nella Storia, con la capacità di una classe straordinariamente abbiente e potente di manipolare la realtà e imporre la frode, ci avvicina fortemente all’obiettivo finale dell’élite. Con il concorso compatto di tutti i poteri non eletti, tecnocratici e antidemocratici, le loro avanzatissime tecnologie e la disponibilità di mezzi sconfinati per corrompere, hanno installato nella Casa Bianca un vecchio arnese del sistema, senile, ma dimostratosi affidabile durante mezzo secolo di gangsterismo internazionale. 

Finchè si muoverà passabilmente, appeso ai fili, lo faranno marciare in quel Lock Step vaticinato da Rockefeller fin dal 2010. Poi passerà una Parca e il filo lo taglierà. Così anche da noi. Fin qui il processo del globalismo “semper ad majora” gli è riuscito. Per fermarlo, “ad majora” dovremmo marciare noi. In lock step, al passo, meglio di loro, senza fili.


venerdì 22 gennaio 2021

Il vecchio Biden e il "nuovo" governo USA --- PROSPETTIVE DRAMMATICHE PER AMERICA E MONDO --- Il futuro che si fa passato grazie a Fake News e Fake Flags

https://www.davvero.tv/videos/il-surreale-giuramento-di-joe-biden-fulvio-grimaldi  

Mia intervista per Byoblu - DavveroTV sull’insediamento di Joe Biden presidente e sul ritorno di neocon, clintoniani e obamiani. Vecchie facce delle guerre e dei colpi di Stato per il nuovo governo. Trumpismo e Neocon per il futuro dello scontro tra sovranità e globalizzazione negli USA e nel mondo

Torniamo, col senatore di lunghissima lena, poi vice di Obama e con i vecchi/nuovi associati neocon, al massacro dell'Iraq. Dell' annientamento del più avanzato e prospero paese del Medioriente e di 3 milioni di suoi cittadini Joe Biden fu, nel Partito Democratico, il massimo promotore. Altrettanta benevolenza democratica riversò su Panama, Libia, Siria, Afghanistan, sulle sanzioni genocide a decine di nazioni, di Guantanamo, sulle torture Cia rivelate da un rapporto parlamentare, sulle carceri segrete  nascoste in paesi succubi, sugli assassinii extragiudiziali mirati di Obama, sulla riduzione, sempre con Obama, della polizia a esercito interno dotato di carri armati, droni, artigleria, aerei, sulla Georgia lanciata contro la Russia, sul riarmo e sulle minacce nucleari, sul golpe e sulla nazificazione dell'Ucraina...

Il 6 gennaio 2021 è stato in stretta successione all'11 settembre 2002. Il primo è il sequitur logico e operativo del secondo. Con le Torri Gemelle si inaugura il "Patriot Act", redatto qualche tempo prima, pensate un po', proprio da senatore Joe Biden, capo della Commissione Esteri. Attentato con il quale si lancia una serie ininterrotta di aggressioni, chiamate "Guerra al terrorismo". Con il secondo, si trova la giustificazione per proclamare terrorista (nazista per "il manifesto") il presidente sconfitto col trucco e annunciare, sempre con Biden e le oligarchie mediatico-tecnico-finanziarie, l'esistenza del "terrorismo interno" e quindi la guerra ad esso. Essendo quell' "esso" 75 milioni di elettori e relative famiglie,  almeno metà dei cittadini USA, a voler essere più onesti degli scrutatori USA, è stata dichiarata la guerra a metà dell'Unione americana.

Se nella relativa libertà democratica conquistata grazie alla Resistenza che, in quanto a indipendenza e sovranità si rifaceva al nostro momento migliore, il Risorgimento, potevamo parlare di un'Italia divisa tra destra e sinistra. Posizioni  intese, allora a buona ragione, come DC e PCI, l'oggetto del contendere erano, al netto di Gladio, servizi terroristici e Cia, i rapporti di forza parlamentari. La contesa, se la confrontiamo con quanto pare abbiano in mente i Democratici di Biden quando dichiarano guerra al "terrorismo interno", si evolve in una Piazza Fontana, una Piazza della Loggia, una Via Georgofili, ogni giorno in ogni piazza degli Stati Uniti. Esageriamo? Forse sì, forse no, se pensiamo al loro sterminio dei nativi, sia in casa che nel mondo. Si tratterà di vedere se le misure di sorveglianza, controllo, manipolazione e passivizzazione, fornite al regime da high tech, media e i virus di Big Pharma, saranno tali da neutralizzare ogni capacità di rispondere.

Una specie di "guerra stellare" per la quale ai bidenian-obamian-neocon, il buon Barack, stella polare, ha fornito i mezzi, trasformando una polizia tradizionale in corpo d'élite militare, tipo Battaglione Azov in Ucraina. Logico che tra i primi annunci di Biden ci fosse quello della fornitura di armi a Kiev. Governo a cui, peraltro, è grato per aver insabbiato il processo a lui e al figlio Hunter per le malversazioni compiute con la Burisma Energia, una società ucraina di farabutti.

Una guerra stellare che ha per arma fine del mondo il controllo, la promozione e la negazione della comunicazione tra umani. Arma che privati, del tutto privi di legittimazione, esercitano contro chiunque, a partire dalle massime istituzioni, come s'è visto con l'eliminazione dai social del presidente degli Stati Uniti. La guerra contro i divergenti, "terroristi interni", è già in atto e si avvale di una violenza comunicativa mai vista. Dopo aver impedito a Trump di comunicare, il padrone di Twitter, Jack Dorsey, è stato intercettato mentre prometteva che quello era solo l'inizio, che "l'eliminazione delle voci non conformi si sarebbe allargata senza limiti e sarebbe durata per settimane e anche più a lungo". Nelle stesse ore, per aver espresso consenso a Trump, sono stati sospesi 70.000 account.

Il dato di fatto è che, con questi sviluppi, negli Stati Uniti  si è allargata e approfondita la spaccatura di classe e di strategia che da anni si va aprendo nel paese. Sul piano geografico e sociologico, Coste Orientale e Occidentale contro il centro, il famoso Midwest. Da un lato le élite riunitesi, sotto la Cupola Storica dei Grandi Finanzieri, nella consorteria tecno-scientifico-militare; dall'altro i "deplorables", così definiti da Hillary, i "miserabili" di Trump. Agricoltori, operai, impiegati, ceto medio ricuperato alle delocalizzazioni delle multinazionali e restituite all'occupazione, secondo il motto "America first". Per Biden, i suoi media, i suoi pupari, "terroristi interni". Contro i quali si è intanto già fatta una bella prova, dopo il collaudo, in campagna elettorale, delle milizie "antirazziste e antisovraniste" Black Lives Matter e Antifa. Nel giorno dell'insediamento, con i 27mila elementi armati della Guardia Nazionale, dotati di artiglieria e cacciabombardieri, fatti passare per difensori contro la Maidan di Trump, abbiamo visto come si occupa e neutralizza una grande capitale.

Oltre ad aver annunciato la guerra tra i suoi concittadini, metà terroristi interni, coadiuvato dalla hillariana riesumazione del cadavere putrefatto del Russiagate ("l'assalto al Capitol Hill l'ha manovrato la Russia"), il vecchietto non arzillo s'è messo in testa le piume di alcuni annunci che hanno prodotto orgasmi tra "followers" (come "il manifesto", il cui Guido Moltedo non ha saputo contenersi dal colmare il suo altarino, già eretto in onore di Hillary e ora di Joe, con ceri ed ex-voto "per grazia ricevuta"). Immigrazione quanta se ne vuole, dai paesi disastrati da lui e dai suoi predecessori; ritorno a Parigi per il trattato sul clima (che nessuno osserva e osserverà); no a quell' oleodotto, lunga vita ai panda e tè ogni pomeriggio alle 5 con Greta.

Infine in tutte le amministrazioni di borgo, città, Stato e federali, promozione delle minoranze discriminate e rimozione dell'odio dei poveri verso i ricchi. Quote rosa, e possibilmente maggioranza, per donne e LGBTQI, inusitatamente diventate categorie politiche e vittime in un'era postmoderna che ha ampiamente superato l'arcaica contrapposizione tra la minoranza ricchissima e la maggioranza povera. Ne è un simbolo la/il trans Rachel Levine, sottosegretaria alla Sanità, dopo esserne stata titolare, sicuramente bravissima, nello stesso dicastero in Pennsylvania (Stato cui Joe è particolarmente debitore per essere  uno dei sei che, per due ore nella notte delle elezioni, ha sospeso i conteggi per poi ricominciare con tutti i voti a Biden e nessuno più a Trump, che fin lì era avanti)

Nè Wall Street, nè Silicon Valley, nè Big Pharma, nè Pentagono, nè "il manifesto", hanno alcunchè da obiettare. Anzi, con quelle minoranze vanno a nozze, ci campano loro e i padroni liberatisi dalle maggioranze "dell'odio". E neppure Juan Guaidò, golpista fallito in Venezuela, se ne dispiace, visto che il suo ambasciatore a Washington, Carlos Vecchio,. ha potuto assistere, tra pochi eletti, alle festività inaugurali del neopresidente. Del resto, non aveva Obama dichiarato il Venezuela di Chavez e Maduro "massimo pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti"?



Di questo e d'altro si parla diffusamente nel video.


mercoledì 20 gennaio 2021

Pfizer blocca il vaccino-messia. Forse non lo è. --- TRUMP CHIUDE. BIDEN APRE, LE PORTE DELL’INFERNO --- 20 gennaio: C'era una volta in America

 20 gennaio. Insediamento di Biden. 

"Il governo non è posseduto e controllato dal popolo. Il popolo è posseduto e controllato dal governo" (Gary D. Barnett)

Lucette in fondo al mattatoio. Si corre ai ripari

Mentre, guardando in alto, vediamo i micidiali buffoni del circo degli orrori sbranarsi per i ricorrenti bottini UE e sbranare la vita nostra, dei nostri figli e anziani, dei nostri studenti, bottegai, contadini, artigiani, operai, imprenditori, guardando in lungo, vediamo, i loro padroni e padrini tornare, dopo Trump, cui interessavano gli americani, a tornare a occuparsi del resto del mondo. E sentiamo lezzo di carneficine.

Siamo emersi, col fiato mozzo e le orecchie sfondate dallo sconfinato bla-bla retorico e ruffiano, tipico di tutti gli imbonitori, del tiranello della marca imperiale. Di cui solo cinque cose avevano un carattere di concretezza:  voglio tenermi i servizi segreti, voglio gestire la manna con cui l'EU ci ricatta e strangola le prossime generazioni, voglio cacciarvi nella "transizione energetica (5G) e digitale" e continuare con i DPCM di regime. 

 In compenso, si sono accese delle fiaccole in fondo al mattatoio, che ci illuminano una via di fuga, o piuttosto di controffensiva. Abbiamo trovato le avanguardie della resistenza e del riscatto. Sono i 50mila esercizi che hanno sfidato il tiranno e i suoi sicofanti e hanno alzato le saracinesche dietro alle quali dovrebbero morire.Hanno sfidato ammende e vituperi. Bravi anche i (non troppi) clienti che li hanno sostenuti. Andiamo tutti ad almeno farci un caffè, seduti. L'altro incoraggiamento viene, come quasi sempre nei momenti peggiori della nostra Storia, dai giovani, soprattutto studenti: quelli che da settimane rifiutano l'annichilimento digitale; quelli che studiano al freddo, presidiando le proprie scuole negate; quelli che si sono organizzati e hanno occupato i licei in parecchie città italiane. C'è un refolo di vento del '68, il decennio dei rivoluzionari, studenti, operai, donne, intellettuali, che ha fatto tremare l'edificio capitalista e del quale la classe dirigente si tramanda il terrore di generazione in generazione.  Potremo dire ce n'est que un debut?


Segnali di Nuovo Ordine Mondiale

- Pfizer, il colosso farmaceutico con la fedina penale più lunga dell'Anticristo, blocca il vaccino "per rivedere gli impianti" (???), dopo che da decine di paesi si sono segnalati gravissimi effetti e decessi. 

- USA: colpo di Stato Democratico. Dopo le prove dei brogli elettorali, quelle della False Flag al Congresso "invaso".

- Nella squadra di Biden tornano i neocon fautori di guerre e colpi di Stato.

- Allineati con il Deep State, i censori delle piattaforme digitali. Miliardari privati decidono chi deve parlare. Banche e multinazionali tagliano Trump e 75 milioni di elettori. Parte la caccia alle streghe.


Credo che nella storia non si sia mai visto quanto di malvagità, mendacità e inganno un ridottissimo pugno di malfattori abbia potuto infliggere al resto dell'umanità e quale gigantesca e capillare condizione di collusione e subalternità abbia saputo ottenere dal volontariato dei suoi caporali di giornata. Una specie di matrix nella quale, con la promessa del vaccino-messia, ci hanno incatenati in un sotterraneo senza aria e senza luce. Poi quando il liquido è sceso nelle nostre vene, abbiamo incominciato a star male, qualcuno a morire, e abbiamo ritrovato i nostri morti, quelli degli errori terapeutici (tachipirina, ventilazione) e quelli perduti per negazione di cure, "causa covid".

Quod non fecit virus, vaccini fecerunt

Scusate la maccheronica parafrasi della pasquinata contro Urbano VIII. Mi pare che valga sia per il "nuovo" governo BIden, sia per il vaccino Pfizer. Assistiamo al ritorno nella Casa Bianca dei freaks di Frankenstein e dei morti viventi di Drakula. Quelli che hanno ammazzato più innocenti in giro per il mondo di quanti vengono denunciati nei lager nazisti. E, al culmine, c'è lo sgomento per il blocco del vaccino Pfizer, poche ore dopo che dalla Norvegia si sono segnalati prima 13, poi 19, poi 23, poi 29, poi 33 morti, a seguito dell' eugenetica inoculazione. Si aggiungono alle tante anafilassi, terapie invasive, reazioni gravi e morti, successive già alla prima dose, registrate negli USA, un po' ufficialmente e un po' bisbigliate,  e in altri paesi. Sarà per questo che Pfizer (vedete la sua storia di reati, scandali, processi, condanne in Wikipedia) ci ha tagliato i "viveri"?

 


 Non c'è spazio, qui, per tutte le segnalazioni di  deceduti, o di gravi effetti collaterali, subito, o a qualche giorno di distanza dalla somministrazione Pfizer. Notizie, scelte a caso, che riguardano il solo dicembre. L'Istituto "Paul Ehrlich" in Germania riferisce di 10 decessi entro 4 giorni dall'iniezione. Sempre in Germania, in due RSA, risulta che persone vaccinate sono risultate nuovamente infette e hanno contagiato altri residenti. In Israele almeno 13 vaccinati hanno subito una paralisi facciale, effetto considerato possibile dalla FDA, massima autorità sanitaria statunitense e già verificatosi durante i test della Pfizer. La VAERS, ente USA per la denuncia di effetti collaterali negativi, registra 13 morti, perlopiù nello stesso giorno della vaccinazione e 3.916 casi di conseguenze avverse. Una RSA di New York comunica 24 morti entro 14 giorni su 193 vaccinati, per un tasso di mortalità del 12,4%. Le impeccabili autorità sanitarie annunciano che i vaccini non impediscono il contagio di altri e il ricontagio proprio. In più, dicono le schede dei produttori, non si ha la minima idea di cosa possa succedere dopo tre mesi e oltre. Ma all'atto della puntura tocca firmare una dichiarazione che esonera costoro da ogni responsabilità per danni!!!

Altri decessi successivi all'inoculazione vengono riferiti da ospedali, organi sanitari e dell' "Organizzazione di Difesa dei Bambini" di Robert Kennedy Junior, pediatra, figlio del fratello assassinato del presidente Kennedy. Riguardano Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera, Messico e Israele. In questo paese si sarebbero verificati "centinaia" di shock anafilattici e altre reazioni allergiche con lingua e gola gonfiate, capogiri, debolezza estrema. Effetti analoghi vengono segnalati da molti altri paesi. Tra le conseguenze attribuite al vaccino, sono frequenti le sindromi infiammatorie multisistemiche di cervello e spina dorsale, problemi cardiocircolatori, dermatiti. Per l'anafilassi, le autorità Usa parlano di un rapporto di 92,4 casi su un milione di vaccinati. Per capire quale gravità questo dato rappresenti, tocca affidarsi agli organi responsabili, sperabilmente onesti.

Nelle colonne: età, data vaccino (dicembre), produttore, genere, clinica e Stato USA, giorni dall'iniezione, o stesso giorno



Comporta rischi alla persona e non ne blocca il contagio, o una nuova infezione. Ma cosa è davvero?

In ogni caso, scienziati negli USA e in tutto il mondo affermano che l'mRNA nel vaccino non è scientificamente e legalmente un vaccino, dal momento che, come viene ammesso, non impedisce il contagio. Si tratterebbe di un farmaco che trasforma la cellula in produttrice di patogeni a cui gli anticorpi sarebbero chiamati a rispondere. Con frequente effetto di pericolosa iperimmunità. Per la legge e gli standard delle autorità sanitarie americane (CDC e FDA), un vaccino deve produrre immunità, ma anche porre termine al contagio. Cosa che non fa. L'argomento è stato al centro di un videoconfronto tra lo zar della pandemia e delle vaccinazioni negli USA, Anthony Fauci, e tre  prestigiosi accademici: Robert Kennedy J, David Martin e Judy Mikovits

Malattie pregresse: prima non contavano, ora sarebbero decisive

Siamo abituati a tutto, ma non abbiamo potuto evitare lo sbalordimento di fronte al volteggio, degno dei trapezisti del circo di Montecarlo, dei tecnoscientifici che, di fronte alla grandinata di disastri post-vaccino, li hanno attribuiti a "gravi condizioni patologiche pregresse". Le stesse che, per tutte le morti, due milioni e passa ad oggi, erano state rigorosamente ignorate e anche escluse, a dispetto delle evidenze, poichè era opportuno che tutto fosse " PER COVID". Tutti vittime solo del Covid. Casomai qualcuno si facesse condizionare da quei medicuzzi negazionisti, per i quali CON COVID 19 non si muore, a meno che il virus non sia la spintarella finale a qualche malanno davvero grave. 


E da noi? Stamo 'na favola, anche senza più vaccini

Degli eventuali effetti collaterali del nostro primato di un milione di vaccini somministrati nulla si sente e nulla si sa. E la seconda dose, i vaccinati se la vadano a cercare dove gli pare (fuorchè in Russia!), visto che quella di Pfizer è rimandata a tempi migliori. Pensando ad Arcuri e a certi presidenti regionali, possiamo ben immaginare cosa possa essere successo, in un paese privo perfino di piano pandemico, con vaccini che richiedono tecnologie e logistiche capaci di tenerli a 80° sotto zero e che, quando scongelati, devono essere inoculati dal medico di base(!) entro pochi minuti. Auguratevi che non succeda, neanche nella località più remota e arretrata, che la confezione si sciolga e venga ricongelata. Ricevereste una pera che l'overdose di eroina sarebbe una bibita. 

Dal virus dell'infiammazione, al virus della combustione di popoli

Mica è finita con pandemia, vaccino e  suoi effetti collaterali, chiamati così per farli passare per attenuanti. Come per i missili. Permangono e ritornano gli "effetti collaterali" di una banda di briganti, terroristi, guerrafondai e affamatori di popoli. Del suo precedente passaggio sul pianeta, l'umanità non cesserà mai di leccarsi le ferite. Ora, immutata nei metodi e obiettivi,  si ripresenta avida di dominio e saccheggi imperialisti, capeggiata da una vecchia majorette maschile, male in arnese, che col suo ex-capo condivide sette guerre d'aggressione, la Guantanamo dei torturati, mai processati e mai liberati, gli assassini extragiudiziali con droni di migliaia di "sospetti", l'espulsione di 1,5 milioni di immigrati, la militarizzazione della polizia più violenta del mondo. 

Di suo, il neo presidente ci mette anche un bel tasso di corruzione, esemplificato dagli scandali e ricatti suoi e del figlio in Ucraina, come dagli intrighi perchè il papà vicepresidente assicurasse fette di mercato USA ai trafficoni cinesi amici del figlio. Tutto questo coronato dal PNAC, "Programma per il "Nuovo Secolo Americano", con cui l'autore, proprio Joe Biden, e i suoi compari neocon, programmarono di lanciare il proprio paese  (verso il Nuovo Ordine Mondiale, NOM, oggi, grazie ai farma-digitali e ai miliardari di Klaus Schwab a Davos, di incombente attualità.

La nuova squadra di Biden (o la vecchia di Obama?)

 


Di conseguenza la squadra del nuovo "commander in chief" non poteva non annoverare protagonisti di quel glorioso passato e di un analogo avvenire. Sono quasi tutti pezzi ricuperati dal museo delle cere clintonian-obamian-neocon, con, per cieligine, diversi ex-dirigenti di Facebook, il social che con tanto vigore si è schierato con Biden e contro Trump e che, approfittando della congiuntura, va appropriandosi della fama di un Catone il Censore all’ennesima potenza (“Cartago delenda est”).

Colgo fiore da fiore. Samantha Power, capo di USAID; falchissima iperinterventista, ex-ambasciatrice all’ONU, agenzia per la cooperazione, protagonista di tuttte le rivoluzioni colorate e i colpi di Stato sotto Obama. Victoria Nuland, sottosegretario di Stato; golpista di Maidan in Ucraina, che, “mandandola a farsi fottere” (“fuck you Europe”), impose all’UE il proprio candidato a premier dopo il regime change. Tony Blinken, Segretario di Stato; già vice-segretario di Stato e consigliere di Biden per la Sicurezza Nazionale, rappresenta gli interessi dei High Tech di Silicon Valley. Generale Lloyd Austin, già capo di Stato Maggiore e capo di Centcom nelle aggressioni e nei genocidi in Iraq, Siria, Afghanistan. 

Janet Ellen, Segretario del Tesoro; già a capo dello Staff economico con Clinton, poi presidente della Federal Reserve 2014-2018, quando la Fed non fece che stampare miliardi di dollari, inducendo crisi in varie parti del mondo e incrementando il debito pubblico USA a 23mila miliardi di dollari. Avril Haines , direttore Intelligence Nazionale, comprensivo di 17 Servizi Segreti; già vicedirettrice della CIA e principale consigliera di Obama per la Sicurezza Nazionale. Protagonista di un’Intelligence impegnata nella tortura, nelle carceri segrete, nell’assassinio di cittadini USA “sospettati” di terrorismo e nelle “operazioni speciali”. Neera Tanden, Segretario al Bilancio; già presidente del Centro per il Progresso Americano, ente affiancato alla CIA e alla NED (National Endowment for Democracy) nelle destabilizzazioni di Stati ritenuti disobbedienti. Insieme agli altri organismi impegnati nelle guerre ibride, porta la responsabilità per decine di migliaia di morti. Legatissima a Hillary Clinton, è stata impegnata in tutte le sue campagne elettorali. Quanto alla (vice)presidente, Kamala Harris, il supersbirro della California, dovremmo già essere informati.



 


Fior da fiore, nella serra Democratica delle piante carnivore.


giovedì 14 gennaio 2021

VIDEOPANORAMICA SU DOVE STIAMO ANDANDO ---- Con Pan, o con l’altro cornuto?


www.youtube.com/watch?v=1gXauAdPImE&t=210s&ab_channel=ATRIONLINELIBERAMENTEINFORMATO    

Mia intervista ad ATRIonline su censure USA, Great Reset, Trump, Biden, crisi italiana, Covid, e sul più e meno 

“Mascherine, distanziamenti, confinamenti, restrizioni fino al 2023”. 

E oltre, visto che ci saremo abituati. Far morire nel frattempo un altro quarto dell’economia nazionale, quella media e piccola. A quella maggiore ci avevano già pensato i Grandi Vecchi, Prodi e Draghi. Al momento, il metodo si vale dell’estensione dello stato d’emergenza bio-tecno-fascista al 30 aprile. Serve a chiudere, imbavagliare. E a distrarre gli italiani dalle coltellate che gli schieramenti mafio-politici si stanno dando sulla spartizione del bottino di 310 miliardi. Soldi che l’UE ci elargisce a strozzo per offrire al moloch globalista il sacrificio di qualche generazione italiana in arrivo.

 Ilaria Capua

La sposa poligama, seppure morganatica, di Tedros Ghebrejesus, Anthony Fauci e Roberto Burioni

Stamane, a Radio Rai, mi è toccato di ascoltare, in stretta sequenza temporale e anche logica, un crescendo di perle di saggezza e di conforto. Ha iniziato quella voce della speranza e della massima frequentazione del Covid che è l’l’italoamerikkkana Ilaria Capua, veterinaria e virologa con la passione per infettanti pipistrelli e pangolini. E per cittadini tampinati da tamponare e vaccinare. Sospettano molti della sua esistenza corporea, però sanno, per intensa esperienza, di una sua incombenza televisiva a reti unificate più assidua delle interruzioni di DAZN. Sono i vantaggi del virtuale. 

Per anni si è dedicata a instillare, con i il suo approccio tamponistico e virusiano alla scienza veterinaria, un benefico terrore a protezione del mondo animale. Con la grata occasione offertale da una scienza “improvvisata, caotica e creativa” (copyright Dr. Francesco Zambon, OMS Venezia) per queste benemerenze è stata elevata a svolgere tale missione tra gli animali umani. Risultando questi, per disposizione e opere del buon dio e della sua Chiesa, più remissivi e meglio addomesticabili.

 


Cosa ci ha voluto ricordare la signora, virale nei social e viralista in Tv, oltre alla legge mosaica che tutti, presto o tardi (presto, senza mascherina e con più di due amici in casa), verremo colti dalla signora in nero con la falce? Come si premurano a confermarci a cadenza fissa e ininterrotta (casomai ci distraessimo) anche certe epifanie fisse su schermi e carta, con i sottotitoli che dicono Prof.Galli, Prof. Ricciardi, Prof. Pregliasco, Prof. Burioni.... Sono le guide turistiche attraverso i meandri dei nostri sogni e incubi. Sono gli apostoli di una verità che più virtuale non si può. Tanto che alcuni, più che di virtuale, parlano addirittura di “fake”. E così, comunque, che ci fanno scivolare via le ore della detenzione coatta, tra paure e panico, ma anche nella consolatoria persuasività del camice bianco e l’occasionale, ma decisiva, apparizione dall’alto dell’uomo che, di bianco, ha perfino lo zucchetto.  

Alla fine della messa così cantata, non possiamo non rimanere convinti che l’unico modo per ritardare il sempre ventilato avvento della madrina in nero con la falce, di Ilaria e amici, è indossare la mascherina, fin nelle pratiche licenziose e non indossare abitudini di mancato isolamento e ridotta vicinanza ad altri. Per tutto il mese? Per tutta la stagione? Non avete capito, per salvarci, per ora si parla solo della fine del... 2023. Dopodichè, nessun problema a tenerci l’usanza spontaneamente e per sempre. Saremo perfezionati in transumani. 

Se poi moriremo, nel mondo tutto covizzato, di cancro, infarto, diabete, depressione, suicidio, vuol dire che ci ha detto sfiga. E se rotoliamo per le scale e ci fracassiamo il cranio, non dubitate che il tampone ci troverà, costi quel che costi, un briciolo di virus dei tempi di Tutancamon.

Si sono , dopo la Capua, succedute nella trasmissione varie voci incoraggianti che armonizzavano col canto della veterinaria meglio del “Volo” tra di loro, fino al gran finale uscito dalla radio con i gorgoglii attuffati di Romano Prodi. Ieri, oggi e domani, Grande Vecchio e Grande Feldmaresciallo UE e della globalizzazione. Sul glorioso petto i nastrini e l’”Euro di ferro con allori e brillanti” conferitigli da amici stranieri per la cessione a gratis dell’apparato industriale italiano e della sovranità, già dei suoi concittadini.


La virologa Capua sa bene quel che deve fare. E’ la portavoce di una classe dirigente-mediatica che, più di ogni altra del passato, è devota alla creatura con corna, coda, zampe di caprone e fiatella di zolfo, a cui i cristiani,. come sempre copiando, hanno attribuito i tratti morfologici del dio Pan. Un dio Pan, peraltro, aggiustato in modo che la sua natura silvana, ilare, vitale, festante, zufolante e assembrante, specie con ninfe, e dunque gioiosamente contagiosa, si tramutasse nel proprio Doppelgaenger negativo. Fosco, losco, rovinoso e castigoso.

  

 

Nella sua missione, in linea coi tempi farmaco-digitali, alle antiche punizioni tra ghiacci, fiamme e scudisciate, soprattutto ai nostalgici del dio pagano, riserva  ai reprobi un destino anche peggiore. L’elegantemente definita sconoscenza, che, col pane al pane, significa crassa ignoranza e non ti fa capire cosa vanno facendo a te e alla tua comunità e cosa dovresti fare tu per il tuo bene. Sconoscenza che si ottiene, per un verso, connettendo e, per l’altro, disconnettendo.

I due processi, deconstruens e construens, sono integrati e sinergici. Uno svolge il compito di disconnettere gli umani dal loro ambiente reale, fisico, sia naturale, che sociale, sapendolo indispensabile e salvifico per l’intera specie e necessario a perpetuarla integra, in quanfo fornitore di conoscenza e, dunque, coscienza di sè e dei fatti. L’altro, parallelamente, connette. A cosa? Esattamente a ciò che, oggi come oggi, s’intende per quel verbo. Il diavolo non veste Prada, veste il nulla. Se paragoniamo la realtà come la vorrebbe la classe diabolica che ci dirige, potremmo pensare a un pallone di calcio. Siamo disconnessi dalla sfera di cuoio e stiamo attaccati al forellino del gonfiamento per connetterci con l’aria. Si chiama nichilismo. La cosa da fare, sarebbe prenderlo a calci.

 


Dal momento che a leggere si deve attivare qualcosa e si fa un po’ fatica, siamo entrati nell’era del guardare e ascoltare, che ci lascia splendidamente passivi. E nemmeno quelli che appaiono e parlano faticano molto. Ecco perchè il video. Sono, o non sono à la page?


martedì 12 gennaio 2021

La "Sinistra" (sostantivo) sinistra (aggettivo) sceglie la sua fazione USA: ODIO, RAZZISMO, CENSURA, GUERRE E COVID

"Piu una società si allontana dalla verità e più odierà coloro che la dicono" (George Orwell)

 " Se l'undici settembre è servito a qualcosa, gli stessi manovratori, con il 6 gennaio nel Campidoglio, hanno ottenuto molto di più"  (anonimo, ovviamente)


Infatti, se gli stupefacenti sotto controllo USA sono serviti alla "guerra alla droga", condotta per abbattere i giovani afroamericani e disarmare le rivolte sociali in Europa; se le Torri Gemelle, con la "guerra al terrorismo", hanno consentito il Patriot Act, le guerre esterne e interne; se la bufala del finto "golpe trumpiano" del 6 gennaio e quella del milione e mezzo di vittime della pandemia hanno annullato la libertà di opinione ed espressione, cosa diavolo stiamo aspettando?

I despoti delle piattaforme e "il manifesto", dalla lotta di classe allo sterminio di classe.

L'inconcepibile censura dei social media USA, schierate con una fazione che non rappresenta più di metà degli elettori americani, alle opinioni, assolutamente legittime e legali, del presidente degli Stati Uniti introduce un paradigma del tutto inedito fin dall'epoca del rogo delle streghe e degli eretici. Ne è portatore in Italia "il manifesto", giornale letto da pochi, ma espressione di una vasta opinione, tra complice e illusa. Perciò vale la pena per trattarne a lungo.

Papa, "il manifesto": una faccia una razza

Secondo voi c'è da stupirsi o, se preferite, scandalizzarsi, se il papa, presentatosi col nome, già ingannevole, di San Francesco, si associa al Grande Reset che ci dovrebbe portare alla transumanità di un Nuovo Ordine Mondiale gestito dai miliardari e trilionari? O ci sarebbe da meravigliarsi e, nel caso, vergognarsi, che in Italia esista un giornale che scrive nella testata "quotidiano comunista" e si presenta come il massimo promotore dell'odio per i proletari e i poveri e del massimo di razzismo verso popoli da annientare?

Non c'è niente da stupirsi, ma da scandalizzarsi e vergognarsi ce n'è molto se in questo mondo di obnubilati dalla propaganda e privati di conoscenza, ci rimane ancora un briciolo di libertà/verità/raziocinio. Cosa che non manifesta tale Luciano Vasapollo, della tribù comunista smarrita, "Rete dei Comunisti".

Uno che insegna statistica, ma passa per filosofo e chiama i contadini, operai, piccola borghesia, i 70 milioni di elettori di Trump massacrati dalle guerre imperiali di Obama e dal Covid di Bill Gates, marxianamente "classi basse e bassissime" e, specularmente, i sostenitori di Biden "borghesia incarnata in un'area più elevata" (cfr. in Sinistrainrete "Assalto al Campidoglio. Si rafforza l’ipotesi di colpo di stato fallito" (intendendo, come il New York Times, la CIA e il "manifesto", non il golpe reale dei Democratici, ma quello virtuale, con l'uomo vestito da bisonte, attribuito a Donald Trump). Del resto a questi "strafalcioni" del clan romano siamo abituati fin da quando sostenne una sua "Lista per Veltroni" al secondo mandato di sindaco.

Tra i tifosi dell'esistente in marcia verso il Great Reset, Jorge Bergoglio non stupisce quando, a ogni Angelus domenicale, a scanso di perdizione eterna, intima ai peccatori la vaccinazione per "tutti tutti tutti" .Sarebbe pure dovere morale, secondo il papa, visto che sennò ammazzi anche gli altri e chi la inoculazione non la fa, il demonio se lo porta via. L'uomo, dopo tutto è quello che è: un appassionato di Grandi Reset per il Nuovo Ordine Mondiale, fin da prima con i generali argentini americo-fascisti e, oggi, al passo con i tempi, con Klaus Schwab (Davos), Bill Gates e le nobili famigle dallo Scudo Rosso, che ci lavorano dal '500. Anzi, anche prima, molto prima, se nella Bibbia, Deuteronomio, sta scritto che ai fratelli nella tribù non si chiedono interessi sui debiti e li si rimettono dopo 7 anni. Però agli estranei sì, interessi anche altissimi, soprattutto alle nazioni, perchè "il debitore è schiavo del creditore". Non sentite odore di "governance mondiale"?


Un quotidiano per teste d'uovo strapazzate

E il “quotidiano comunista” avrebbe potuto sorprenderci fino a qualche lustro fa, quando ancora aveva la perizia di mimetizzarsi all’occhio del gonzo. Poi, con la venerabile Rossanda, affiancò Hillary-Killary nel sollecitare le milizie jihadiste a far fuori Libia e Gheddafi, e la maschera cadde definitivamente. Ma all’occhio attento, il travestimento era iniziato da subito. Nella fuoruscita dal PCI, alcune purissime teste d’uovo sbattuto dell’intellighenzia rosa chic, al contatto gomito a gomito con il rozzo socialismo reale dell’URSS (garante di arcaismi, tipo sovranità nazionale e sicurezze sociali per le plebi incolte), decisero di preferire di gran lunga la vista dalla torre d'avorio, con occhiali rosa, sul capitalismo reale e i suoi roseti.

Il passaggio dalla URSS-fobia all’attuale, fremente, russofobia, pose la conventicola immediatamente in sintonia con i bravi democratici anglosassoni, reduci dal genocidio dei nativi, dell'una guerra in media all'anno e della tratta degli afroschiavi, che, fin dagli anni '30 avevano definito - e perseguito - l'URSS quale pericolo mortale per il genere umano. La profonda intesa si accompagnò sul giornale a pagine culturali, appaltate quasi tutte alla comunità di riferimento e segnate da un antisovranismo che però, paradossalmente, si risolveva in una sconfinata passione per il sovranismo culturale e politico  nordamericano. 

 

 Dal "manifesto"

E avemmo negli inserti, che Vasapollo avrebbe definitivo "di area più elevata", fumisterie e astrusierie intellettuali mirate a far sentire imbecille e succube la parte non accademica del "popolo bue", la formidabile pedagogia della cultura made in West, con la sana violenza di film, fumetti, videogiochi dove ci si picchia e ammazza a più non posso. Maturando sempre più, nulla più potè distogliere il giornale dall’allineameno con gli obiettivi globali del Deep State USA, con diritti umani e democrazia da esportare, a tutti i costi, tra i burini del Sud, fino ai vaccini globalizzanti grazie a virus globalizzati. Il tutto per la maggiore felicità, ricchezza e soddisfazione di nobili élites, antiche di secoli e dei successivi parvenu ospitati in villa, o nei bungalow nel parco.

Un manifesto dei meglio fichi del bigoncio USA



Dal "manifesto"


“il manifesto”, pinnacolo dell’estremismo mediatico-ideologico imperial-sionista, col trucco degli specialisti del transfert, dà dei “fascisti che non devono parlare” a tutti i diversi, salvo che siano donne, migranti, siano di colore nero e abitudini sessuali per ora ancora minoritarie. Maschera la sua predilezione per l’autoritarismo dei potenti e la censura, o rimozione, dei dissidenti, indugiando in forma esaperata sui mali e le malefatte di regimi svaporati tre quarti di secolo fa e di cui non restano che figure cartonate col fez e i reticolati ricostruiti dei campi. In compenso, non se l'è filato di pezza per le sevizie a Julian Assange, e tanto meno per quelle a Manning e Snowden, massimi simboli della resistenza per la libertà di stampa, pensiero, parola, rendendo visibili al mondo dei manipolati le scelleratezze USA, in particolare con Obama e i due Clinton. In cambio si straccia le vestri ogni due per tre quando, pur sussidiato fortemente da chi si sa, qualcuno chiede che sia messo alla pari con i colleghi che se la guadagnano grazie ai lettori.

I "deplorables" di Killary, il "mob" del "manifesto"

Come avrebbe potuto, se l’altro ieri, nel 2016, “il manifesto” si è speso con tutte le forze dei suoi inviati a convincere la propria clientela che nessuno meglio della candidata Hillary Clinton, poichè consacrata dall’uccisione della Libia, dell’Honduras, dell’Ucraina, della Siria, dell’Iraq, dello Yemen, corrotta e finanziata dai sauditi, avrebbe potuto rappresentare tali valori alla Casa Bianca e nel mondo. Quando si è ripresentata l’occasione di un congiunto ideologico (quanto a imperialismo genocida) e morale (quanto a corruzione personale) dell’icona scelta a onorare la scritta “quotidiano comunista”, compartecipe dei suoi fasti, figurati se il dazebao italiota del Deep State se l’è lasciata sfuggire. Come quando il testimone di Killary è passato all'ottantenne virago di tutte le guerre Nancy Pelosi, come poteva mancare l'incenso del quotidiano? Con turiboli sempre più agitati al sentire invocare dalla Speaker del Senato lo "Awomen" al posto dell'Amen, è il "genitore uno e due" anzichè il sessista "padre e madre".


Che poi è la maniaca sconfitta dal Russiagate che ora ci prova a sottrarre a Trump il controllo della valigetta della bomba, dichiarandolo demente e terrorista per via del trucco Democratico di Capitol Hill e ne vorrebbe la cacciata per mano del suo vince, Pence. O, male che vada, una muova farsa  impeachment. Il fatto è che hanno un paura maledetta del seguito popolare del pur discutibilissimo Donald, per cui è urgente mettere le mani avanti e neutralizzarlo per sempre.

E restando Hillary sempre il suo punto di riferimento preferito, anche perchè donna, alla sua umiliazione razzista dei 75 milioni di popolo che hanno votato Trump, i tremendi "deplorables", "il manifesto" prontamente risponde con "L'identità bianca malata"  facendo passare per un morbo il voto repubblicano, perlopiù dei più deboli (anche latinos e neri). Insomma, al meglio "creduloni", al peggio nazisti, terroristi e "suprematisti bianchi". Intanto le sue vignette, smunte e fiacche come i satirici che non graffiano mai il potere, ci presentano i "bifolchi" nelle spoglie del Ku.-Klux-Klan. Odio di classe (dall'alto) allo stato puro.

 "Il manifesto"

"Il manifesto", un soggetto per Freud

Più della grande stampa di massa, la cui pratica è di sostenere tutto quanto di peggio le degradate e disumanizzate classi dirigenti occidentali producono sul piano sociale, culturale, economico e della guerra, "il manifesto" è la classica espressione del transfert freudiano che attribuisce a chi non cammina sui suoi binari l'odio che esso stesso professa. Odio viscerale incontenibile per chi, con il suo pensare e agire, porta alla luce gli inauditi abusi che questo giornale supporta. Con l'odio, prova a neutralizzare il senso di colpa, spesso ricorrente nel rinnegato e nel frodatore. E, insieme all'odio, vengono trasferiti sull'altro, razzismo e totalitarismo. 

Due pesi e due vittime 


Esempi: il sostegno al razzismo neocolonialista praticato da governi e ONG verso Stati deboli e subalterni nel Sud del mondo e le loro popolazioni, sradicate, private di identità e ridotte in schiavitù; il razzismo che arriva al genocidio di questi popoli e all'annientamento di questi Stati, sempre tra i più deboli e perlopiù del Sud, attraverso il fiancheggiamento delle "democrazie che combattono le dittature". Ricordate l'immane ipocrisia collaborazionista del vicedirettore Tommaso De Francesco, sistematicamente ripetute per ogni conflitto. A Belgrado erano "male le bombe Nato, ma più male il despota Milosevic". E tale e quale con la Libia, l'Iraq, la Siria. E così con il Muro di Berlino e la predazione colonialista della DDR, la Jugoslavia, l'Afghanistan, la Somalia, il Nicaragua satanizzzato su copione CIA....Avete contato quanti veri o finti naufragi di migranti nelle foto del "manifesto" e quante delle atrocità subite nel naufragio del loro paese in Siria? Quante donne sui barconi sottratte al mare e alle guerre e quante donne tra le macerie, non sottratte alle guerre da nessuna ONG ? Anzi sepellitesotto le macerie dalle menzogne della sempre accreditata Amnesty International?

I tromboni e la trombetta dell'élite


  Dal "manifesto"


I grandi media di regime sono come un'orchestra bene affinata e composta da abili esecutori sul cui podio si alternano, in costante rotazione, direttori delegati da potenze extrademocratiche, come l'industria degli armamenti, quella high tech, l'altra del petrolio (oggi del Verde), le dinastie bancarie, Hollywood e tutto l'intrattenimento, l'OMS e Big Pharma. In questo concerto, il giornalino spurgato dalla Guerra Fredda contro l'URSS rappresenta gli squilli striduli della trombetta che si affanna a farsi sentire tra fiati, corde e percussioni.

Nessuno dei giornaloni, tutti meglio pensati e scritti rispetto alla scomposta ansia del "manifesto" di essere apprezzato dal vertice della piramide, ha superato in odio, razzismo e omaggi al totalitarismo, questo quotidiano. Già fattosi sentire, dalla campagna elettorale USA e per tutto il mandato di Donald Trump, come l'eco, tanto stonata quanto eccessiva, di una persecuzione mediatico-politico-spionistica del presidente, senza precedenti storici, ne ha condiviso ed esaltato ogni falsità, assurdità, nefandezza. Coloro che, pur da scranni ben più prestigiosi di quelli dei Fauci, Pregliasco, Ricciardi, Galli, si permettevano di seminare, con dati e scienza, dubbi sulla vulgata della pandemia, e i manifestanti che ne portavano in piazza le convinzioni, dal logaritmo della trombetta venivano inseriti nei gironi dei complottisti, negazionisti, ultradestra, fascisti, nazisti, untori irresponsabili verso la vita loro e della società tutta. Niente meno, anzi, che Mentana, Gruber, Molinari, Fontana, Floris, la stampa di regime, il regime della stampa.



 I meriti degli eroi del "manifesto", i demeriti degli oggetti del suo odio

In un'America divisa nettamente e duramente in due schieramenti, "il manifesto" ha praticato lo stesso distinguo, fondato su odio, razzismo e autoritarismo. La sua passione per la discriminazione gender e la guerra fratricida tra donne e uomini a scapito di quella tra sfruttati e sfruttatori, non mancò un colpo. La "milionmarch" delle donne all'atto dell'insediamento, con successive ricadute nella forma ricattatoria delle #MeToo, lo scatenamento della grottesca balla del Russiagate, il contenimento dei migranti (niente al confronto dell'1,5 mlioni di migranti espulsi da Obama), nessuna nuova guerra dopo le 7 guerre (più colpi di Stato, rivoluzioni made in CIA e assassinii extragiuziali a migliaia, personalmente autorizzati da Obama) di Bush-Clinton-Obama, il rientro in patria delle delocalizzazioni praticate dalle multinazionali in vista di salari di fame altrove, il rifiuto di cadere nella trappola di un virus influenzale a cui attribuire tutte le morti immaginabili per far avanzare la dittatura sanitario-digitale, l'assalto a negozi, piccole imprese, scuole, ospedali, di bande teppiste armate, come Black Lives Matter e Antifa, lanciate su ordine e dollari delle centrali di quella dittatura.....

Tutti eventi che, gestiti e interpretati a danno di un presidente che aveva dato la biada alla gloria criminale dell'establishment, Hillary detta Killary, della quale gli inviati del giornale si erano rivelati i toyboy, a ogni depravazione disposti,e in cui il "quotidiano comunista" ha svolto il suo ruolo e dato il suo contributo. Lo stesso che, da untore del panico e dell'antidemocrazia, ha dato ai cingoli della marcia verso il Grande Reset. Schiacciasassi  che sta passando sui cocci della nostra libertà e della proprietà privata dei nostri corpi e dei nostri cervelli.

Privati arricchitisi con la pandemia delle sofferenze e privazioni umane, dicono zitto! al presidente


 
Perfino l'inaudita estrommissione della massima autorità del paese dai mezzi sociali di comunicazione da parte di un conventicola di privati miliardari, accomunati da origine, fede, voracità di dominio, superiorità su leggi e costituzione, esenzione da tasse e regole, denunciata perfino da membri della "buona società" come incredibile, scandalosa prevaricazione, ha goduto della condivisione del "manifesto". E qui l'asino è proprio cascato e l'imperatore (si fa per dire) si è rivelato nudo e butterato da far schifo Un tempo la parola d'ordine "i fascisti non devono parlare", poteva essere tollerata alla luce della commistione di questi con lo Stato terrorista, per quanto già apparisse come il blocco di partenza per una corsa al totalitarismo. 

Oggi la censura a Trump di tutti i social, climax dell'esclusione da ogni forma di comunicazione di coloro che dicono, scrivono e addirittura dimostrano altre verità sul Coronavirus e sull'intera operazione virus-vaccini, è condivisa da tutti, "il manifesto" in testa. Questi stolti disinformatori amerikkkani non sanno che coloro a cui reggono lo strascico, nonostante  ogni "servo encomio", prima di subito cuciranno la bocca anche a loro, magari col filo spinato. Poichè di informazione non ci sarà più alcun bisogno, le stampelle alla dittatura potranno essere buttate via.

Non sarà fascismo, formula appassita e sorpassata da teoria e pratica, per quanto tanti nascondano la propria oscena nudità dando del fascista a chi, nel nome della libertà, si oppone. Ma è qualcosa di molto peggio, la cui portata fino a ieri nessuno nemmeno si immaginava. E' bio-tecno-fascismo, e dittatura, senza le attenuanti storiche, culturali, o congiunturali, che erano alle basi di governi autocratici in altri casi e momenti. E' totalitarismo non dell'uomo forte, del Fuehrer, di Pinochet, ma di una camarilla di vampiri postisi fuori dall'umanità. Sono alieni veri, prodotti da un'involuzione che di ogni male della Storia hanno tratto la sintesi. Come quella chimica ed eugenetica che ci stanno sparando nel sangue.

La "banalità del male", "il male assoluto", li conoscono meglio di coloro ai quali li hanno attribuiti.







domenica 10 gennaio 2021

OCCHIO AL VACCINO, come non ve lo faranno vedere in tv o sui giornali

 

https://www.affaritaliani.it/coronavirus/vaccino-covid-si-rischia-una-reazione-avversa-fatale-711866.html

 

Vaccino Covid, "Si rischia una reazione avversa

 fatale". L'intervista

Su Affaritaliani.it il parere di Loretta Bolgan, Harvard Medical School di Boston. "Alterazioni epigenetiche e infertilità"

Di Monica Camozzi


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Mentre si ascolta Loretta Bolgan parlare del vaccino, la sensazione è quella di una roulette russa. Laurea in chimica e tecnologia farmaceutiche, dottorato in scienze farmaceutiche e research fellow alla Harvard Medical School di Boston, quindi ricercatrice industriale per aziende che producono kit diagnostici e si è occupata di registrazione di farmaci, Bolgan teme, nell’ordine, “un rischio gravissimo di reazione avversa fatale; il pericolo di reazioni autoimmuni, di malattie gravi a carico del sistema nervoso; la possibilità che si verifichino alterazioni epigenetiche, ovvero capaci di modificare l’espressione dei geni. Infine, l’ipotesi che possa essere attaccato il sistema riproduttivo con lo spettro dell’infertilità”.

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“Sono sempre stata per la libertà vaccinale e terapeutica, ma questa volta sono assolutamente contro l’autorizzazione del vaccino. Non è stato rispettato alcun principio di precauzione. La popolazione farà da cavia”.

Dottoressa, perché è così allarmata?

Perché non ci sono i requisiti per mettere in commercio questi vaccini. Quando mancano dati certi si usa il principio di precauzione. Qui non è stato applicato.  Nei fatti, nonostante le rassicurazioni dei produttori, è stata fatta una sperimentazione molto parziale e non esistono dati certi. E rischiamo di scoprire le conseguenze una volta inoculato il vaccino. In particolare, il rischio gravissimo di reazione avversa fatale. Tutti i vaccini contro la SARS sono stati bloccati, perché gli animali morivano di complicazione polmonare fatale una volta reinfettati.

Cos’è una reazione avversa fatale?

Una reazione avversa fatale avviene quando il nostro sistema immunitario reagisce potenziando la malattia per cui ci stiamo vaccinando. Ovvero, scatenando la malattia da cui dovremmo proteggerci. Ma qui ci sono due tipi di problemi: il tipo di virus utilizzato per fare il vaccino. E i rischi dovuti al fatto che iniettiamo materiale genetico senza avere studi a riguardo. In linea teorica il vaccino dovrebbe essere sicuro, se il virus non mutasse. Ma il virus muta…

Andiamo per gradi. Ci spieghi perché il pericolo starebbe nel tipo di virus usato per fare il vaccino

Partiamo dal vaccino di Oxford. Prevede la produzione di un vettore in cui viene inserito un frammento della spike, ovvero la sequenza genetica che dovrebbe portare alla produzione di anticorpi e che è stata sintetizzata chimicamente a partire dalle sequenze fornite dai cinesi. Ma il virus si è modificato profondamente nel passaggio da uomo a uomo. Inoltre, essendo un virus a RNA, ha la proprietà di formare delle popolazioni di mutanti minori. Sono “quasi specie” che si formano dentro la persona quando si infetta ed entrano in competizione fra loro. In sostanza, possono produrre una resistenza verso il vaccino ma, ancor peggio, una selezione di mutanti più pericolosi e contagiosi. La persona rischia di infettarsi con virus più pericolosi.

Che probabilità ci sono che questo accada?

Il punto è questo, non lo sappiamo. La sperimentazione animale è stata condotta con il ceppo originario del virus, non con quello attuale. Il rischio  è quello  di iniettare materiale genetico senza una sperimentazione certa. Faccio un altro esempio. Il frammento con materiale genetico entra nella cellula e viene tradotto in proteina dal sistema ribosomale. Teoricamente dovrebbe restare a livello di citoplasma. Il rischio è che questo RNA non si trasformi solo in proteina, ma anche in DNA a doppia elica e che venga portato all’interno del nucleo, producendo effetti imprevedibili. Ripeto, non abbiamo una sperimentazione in grado di dircelo. Rischiamo che tutto questo si scopra una volta che le persone sono state vaccinate.

Ci sta dicendo che le persone faranno da cavie?

Nonostante il vaccino sia fatto per non integrarsi con il nostro DNA, nei fatti non ci sono studi e non possiamo sapere cosa accadrà. Il materiale genetico ingegnerizzato, quando iniettato, può scatenare reazioni avverse di immunopatologia violenta, ovvero creare quella tempesta di citochine per cui il COVID-19 si è rivelato letale. Oppure potrebbero verificarsi alterazioni epigenetiche, che significa una modifica dell’espressione dei geni. Non mutazioni della sequenza, ma cambiamenti nel modo in cui i geni vengono espressi.

Lei ha parlato del potenziamento  della malattia che invece si  dovrebbe combattere. In che modo si sostanzia questo rischio?

Il vaccino viene creato per produrre anticorpi, ma non è sterilizzante, cioè non evita l’infezione e la trasmissione del virus. Ci  stanno dicendo che è  efficace al 95% ma contesto questo dato: si tratta della capacità di formare anticorpi vaccinali, ma nessuno garantisce che sia protettivo. Fino a prova contraria  la persona può comunque infettarsi ed essere contagiosa. Sostengono che la persona venga protetta dalla malattia, ma non lo sappiamo perché  hanno scelto modelli animali che non hanno sviluppato la complicazione.

Domandiamoci perché i vaccini contro la SARS furono bloccati. Lo studio su animali, che deve sempre precedere quelli sull’uomo, ci dicono che essi morivano di complicazione polmonare fatale una volta reinfettati. Il vaccino era visto come fonte di reazione avversa quindi venne bloccato. Qui hanno vaccinato gli animali con un antigene che ha le sequenze del virus di Wuhan ma, lo ripeto, il virus circolante è mutato. Nessuno ha condotto questo studio in modo tale da rassicurarci. I vaccini messi in commercio ci dicono solo se una persona è in grado di produrre anticorpi vaccinali, sul resto abbiamo la totale incertezza. Dovremmo fare un monitoraggio a lungo termine, ma negli studi clinici è stato previsto un monitoraggio attivo molto corto, da 7 a 15 giorni.

Cosa si vede, in 7 o 15 giorni?

Nella scheda tecnica troveremo rossori, indurimento nella sede d’iniezione,  febbre, inappetenza o anafilassi (allergia grave) come reazioni acute. Le reazioni autoimmuni non si vedono subito,  si vedono più in là  nel tempo. In particolare, le reazioni autoimmuni potrebbero verificarsi soprattutto con i richiami. Potremmo avere risposte che peggiorano progressivamente. Mi spiego. Questo virus forma anticorpi autoimmuni e questo è documentato in letteratura. Significa che oltre ad anticorpi contro il virus si formano anticorpi contro le proteine umane. Quando si ha una reazione del sistema immunitario alle proteine umane, si ha una reazione autoimmune. Gran parte delle proteine oggetto dell’attacco autoimmune sono del sistema nervoso centrale. Ciò significa l’insorgere di SLA, sclerosi, e altre patologie gravissime. Ma questo non possiamo saperlo, se non facciamo una farmacovigilanza attiva nel tempo. Inoltre non sono affatto note le azioni a danno dell’apparato riproduttivo.

Vuole dire infertilità?

Si, ma non solo.

La velocità con cui lo hanno prodotto mi lascia il dubbio che non lo abbiano adeguatamente purificato da alcuni residui di lavorazione. E anche qui mi spiego. Dopo aver sintetizzato il pezzettino di sequenza genetica e creato il vettore, devono produrlo in grande quantità per fare il vaccino. 300 milioni di dosi non possono essere fatte per sintesi, bisogna  trovare  un sistema che replica questo pezzettino in quantità industriali. Per questo si sano le linee cellulari. Ebbene, il vaccino ad adenovirus di Oxford viene prodotto utilizzando  linee cellulari immortalizzate. In particolare linee cellulari fetali potenzialmente cancerogene. Se rimangono residui di lavorazione nel vaccino è molto pericoloso. Il DNA fetale ha alta capacità  di integrarsi nel DNA dell’ospite ed  essendo immortalizzato porta con sé geni mutati che potrebbero innescare la cancerogenesi. E poi rimane il problema evidenziato da uno studio dell’ISS, della vaccinazione antinfluenzale.

Cosa c’entra l’antinfluenzale?

Tre anni fa ho segnalato al sottosegretario del Ministro della Salute uno studio dell’ISS, in cui si dimostrava che l’incidenza di polmoniti gravi aumentava del 50% nei vaccinati con l’antinfluenzale. Lo studio riportava inoltre il  12% in più di mortalità nei vaccinati, per potenziamento della malattia.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29616677/  

 https://www.onb.it/2018/11/02/vaccini-antinfluenzali-risposte-ed-efficacia-per-fasce-di-eta/  

 Può trattarsi anche di una coincidenza ma varie città in cui hanno anticipato di due mesi l’antinfluenzale, dopo sono diventate zone rosse. Ho portato l’evidenza tre anni fa, ho segnalato il pericolo di potenziamento della malattia e non l’hanno considerato. Anzi, dopo due mesi sono partiti con la campagna vaccinale senza tener conto di questo grave rischio.

Come per il vaccino antinfluenzale, anche per il vaccino anti-COVID, oltre i rischi noti e potenziali, non sappiamo quanto dura la sua azione.

Vuol dire che non sappiamo per quanto tempo espleta il suo effetto protettivo?

Esatto. Sembra che la durata sia bassissima, ovvero  di  qualche mese. Ad esempio, il  vaccino con vettore adenovirale forma anticorpi contro il vettore stesso, non si possono fare richiami. L’adenovirus viene riconosciuto dal sistema immunitario e non possiamo usare lo stesso vettore. Non possiamo fare richiami. Gli anticorpi protettivi, ammesso che si formino, restano limitati nel tempo, massimo due o tre mesi. Un altro problema è che quando comincia a replicarsi per produrre la proteina,  l’adenovirus “sputa” fuori il pezzettino di sequenza dell’antigene che gli hanno messo dentro. Quindi  si replica l’adenovirus ma non la sequenza, ci sono perciò problemi di inefficacia dovuti alla modalità di costruzione del vaccino.

E sul problema della conservazione cosa ci dice?

Il vaccino va inoltre conservato a meno ottanta gradi ed è di importanza vitale che ciò avvenga. Il materiale genetico degradato è  fortemente infiammatorio.  Scatena  una reazione infiammatoria molto violenta. Quindi inoculare un vaccino degradato risulta pericolosissimo.

venerdì 8 gennaio 2021

  

Rivoluzione colorata in casa

CONGRESSO: TRUMP NELLA TRAPPOLA DEL DEEP STATE

Democrazia, vesti stracciate sull'uccisione di un cadavere

https://youtu.be/G0WqnV10nWM 

 Intervista a Davvero TV, Byoblu: invasione del Campidoglio, scandalo o farsa? Qui aggiungo riflessioni integrative (come se mezz’ora di intervista non bastasse...)

 

Nel video una chiacchierata su cosa si possa, uscendo dagli schemi dell'interpretazione col bollino, imposta dai dogmi del pensiero unico, o si debba pensare sia successo nella notte in cui abbiamo assistito al momento apicale della spaccatura interna alla potenza mondiale, cosiddetta. Ci troviamo davanti a una politica che, lasciando al lato il confronto tra dominanti e dominati e che dovrebbe vedere i secondi in lotta contro i primi, depista verso la tutela delle varie minoranze (migranti, LGBT, gender, gruppi etnici, "diritti umani", soprattutto in altri paesi), fatta passare per "progressismo? Siamo a un sequel dell'11 settembre, dei Clinton-Bush-Cheney-Obama, nel quale si inaugura una nuova fase di guerre e assalti al genere umano da parte del finanzcapitalismo predatore? Quale via percorrerà, verso quali obiettivi, lo 0,001 di esseri umani, magistrali cospiratori, che, utilizzando il voto, i media, rassegnazione e decrebrazione collettive, si sono appropriati del 90% della ricchezza complessiva e ora puntano a tutta la Terra?

 Non sono queste le domande che si è posta l'opinione pubblico-privata, al guinzaglio dei media e delle "autorità". Nella notte al Capitol Hill, tra facce angustiate e ipocrite, come solo Mr.Hyde quando ritorna a essere il Dr. Jekill, si sentiva ripetere come una giaculatoria: "E' calata la notte sulla democrazia". Intesa, quella forma di governo, come americana, o addirittura di tutto il mondo, visto che ora è di nuovo il mondo che deve dar retta agli Stati Uniti, non viceversa. Ciò che la frase contorceva, visto che la vittima di quell'assassinio è sempre stato proclamata, ma, da quelle parti, non è mai esistita, era che al Congresso USA avevano ucciso un cadavere.

 Un dato è certo e lo esemplifichiamo così. Hanno vinto quelli, partendo dal basso, dal talmente basso da risultare inconcepibile, che con alla testa Nancy Pelosi, quarta carica dello Stato, hanno proposto in parlamento di smetterla con il sessimo dell'"Amen" e adottare il politicamente corretto "Awomen", dato che il primo (parola ebraica che vuol dire "così sia") contiene "men" (uomini), mentre il secondo è corretto in "wo-men" (donne e uomini). La demenza e l'ignoranza abissali di questo segmento di punta del genere umano vince anche con l'abolizione dei termini sessisti padre, madre, figlio, figlia (da noi si salva nipote), zio, zia, nonno, nonna, cugina, cugino e via discriminando. Nei casi dei padri e delle madri, in gran parte da un'unica radice arcaia, pa e ma, si dica "genitore uno e genitore due". Per gli altri congiunti, loro hanno già i sostitutivi. In italiano non c'è che da esercitare la  fantasia.

 Risalendo i gradini dell'imprtanza dei vincitori, sono ovviamente coloro che hanno architettato la mossa, fatale per Trump, dell'assalto al Campidoglio, e quelli, che condividendo il movente restauratore dell'operazione, sono andati in orgasmo nelle varie dependance dell'Impero. Da noi, tra l'altro, si torna ai vecchi tempi della decrescita politica felice, quando spazzate vie le perversioni populiste e le ubbie sovraniste, il paese doveva dedicarsi per dritto e per rovescio sempre e solo agli interessi della case madre, della "patria grande" a stelle e strisce. Fin dai tempi di Salvatore Giuliano e della mafia. Come quando il SISMI di Nicolò Pollari, nel 2002, favorì il massacro dell'Iraq fornendo alla Casa Bianca un falso documento su un'inesistente acquisto di Saddam Hussein di 500 chili di uranio dal Niger, per le sue "armi di distruzione di massa".

 Omaggio ripetuto poi con i servigi resi da Joseph Mifsud e dai servizi alla promozione del Russiagate, l'idea che Donald Trump fosse un ammennicolo di Putin per sabotare l'elezione di Killary. E, fedeli alla linea, offerta attualizzata, se è vero quel che dice un ex-alto dirigente della CIA, con la manina di "Leonardo"  che avrebe fatto volare di qua e di là un po' di schede americane (cfr. il mio "Leonardo, scoop del Secolo: il ruolo dell'Italia nella frode elettorale USA?").

 Hanno vinto, ancora più in alto, i miliardari delle piattaforme e la loro pratica, estesa fino all'eliminazione dai social del presidente degli Stati Uniti, di decidere chi deve poter dire e chi no. Insieme a loro, uniti nella stessa corsa al Great Reset, i farmaceutici dei virus e dei vaccini e i loro sgherri e PR attaccati ai vaccinodotti dei vari paesi e fattisi antenne del 5G. Insieme ai primi, costituiscono quella coppia di Bravi, sicari del Don Rodrigo-banchiere, che ai milioni di don Abbondio del mondo intimano "Questo matrimonio non s'ha da fare". Dove il matrimonio è l'unione biologica, psichica ed emotiva tra essere umano ed essere umano, ma anche quella tra umanità e natura, e anche tra Storia e oggi, tra radici e fioritura e, soprattutto, tra libertà e verità. Insomma l'integrità e completezza dell'uomo. Il quale ce l'ha fatta per qualche migliaio di anni, resistendo e avanzando, ma oggi incorre per la prima volta in un Grande Reset che vorrebbe farne l'ingranaggio della sua macchina del tempo. Che dice di portarci nel futuro, ma, impazzita a ritroso, ci vorrebbe ridurre a un prima dell'inizio della catena darwiniana.

 Di vincitori ce ne sono a josa, troppi da elencare. C'è la moltitudine dei "diritti umani" che le servono per obliterare i diritti umani che non le garantiscano maggiore ricchezza e controllo. Ci sono quelli stufi dei traccheggiamenti di Trump sugli annientamenti di altri Stati e popoli, sull'attacco a Iran, Nordcorea, Venezuela, Cuba e stufi di un Comandante in capo che si fa rovinare i golpe, come in Bolivia, Algeria, Egitto, Bielorussia. C'è, gongolante al punto da infittire il reticolo di rughe del vizio, George Soros, con i suoi tentacoli ONG. Ci sono tutti i governi paralleli, i Deep State della metropoli e delle marche imperiali, che possono uscire allo scoperto e giocare in prima persona. Ci sono tutti coloro, foglie secche sui rami, che non resistono ai venti, ma vi si piegano, da qualunque direzione soffi e sono, in effetti, già foglie morte, a far da tappeto ai taglia-piante.

 Hanno vinto i media, gli spettacolanti, amanuensi dei palazzinari, dei produttori di armi, di catenari della sanità; hanno vinto gli schermi sgocciolanti  saliva, i giornali scritti con l'inchiostro simpatico, o delebile, a seconda dell'opportunità, tutti coloro che ti inchiodano davanti alla tv e ti estirpano il vizio di mescolarti con gli altri allo stadio, al cinema, al teatro, al museo, al circolo, a letto. E quelli che vogliono le generazioni nuove fuori dalle strade e piazze, fuori dalla vista di sè e degli altri, ma bloccati con le manette alla tastiera, con sopravvissuto un solo senso dei cinque che si misurano con il reale: quello del tatto con i tasti.

 

C'è anche chi non ha vinto. Noi. Vogliamo contarci?!