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_________________NUOVO LIBRO
è stata una delle interviste più emozionanti che io abbia mai fatto. è uscita oggi su repubblica. il vescovo di pinerolo, derio olivero, mi racconta come è guarito dal covid, perché chiede ai vescovi prudenza rispetto all'apertura delle chiese e soprattutto cosa ha provato quando stava per morire.
qui sotto un assaggio.
come è stata la sua malattia?
"durissima. devo ringraziare i medici dell'ospedale di pinerolo, un'eccellenza in italia. a un certo punto ero certo che sarei morto. anche i medici me l'hanno confermato. prima della malattia se mi avessero chiesto cosa pensassi della morte avrei risposto che avevo molta paura. e, invece, in quei momenti in cui davvero ero vicino alla morte ero in pace, tranquillo". ...continua a leggere
tre sere fa è andata in onda la trasmissione “report” in parte dedicata all’opposizione al pontificato di papa francesco. in tanti si chiedono: perché questa opposizione? chi la muove? da dove è originata e con quali finalità? voglio provare a dire la mia, seppure in modo molto sintetico e, a motivo della complessità dei fattori in gioco, non esaustivo. ...continua a leggere
amsterdam, come diverse città europee, è luogo di memoria. qui vi è la casa dove si nascose per mesi anna frank dal luglio del 1942 all’agosto del 1944. e anche la casa nella quale abitò etty hillesum, spesso definita come la sorella spirituale di anna, dal 1937 al giugno 1943. ...continua a leggere
oggi su repubblica ho fatto una lunga intervista a gianfranco ravasi, settantasette anni, biblista fra i più autorevoli al mondo.
per definire questi giorni usa la parola "trauma", che significa storcere, perforare. trauma è una ferita inflitta in profondità. e indica come chiave di lettura un saggio di un professore di new york, david mclain carr, che nel suo holy resilience parla della santa resilienza come chiave di lettura di tutta la bibbia. può avere un significato anche per noi adesso, dice. ...continua a leggere
ha scritto un libro che ritengo utile in questi giorni: “nel silenzio dell’eremo. sette giorni per trovare la pace interiore” (mondadori). enrica bortolazzi, giornalista e fotografa di reportage, istruttrice di yoga, fondatrice insieme a franco berrino dell’associazione “la grande via”, l’ha messo in pagina dopo aver trascorso una settimana nel silenzio dell’eremo di camaldoli.
dopo aver letto il suo libro le ho chiesto un esercizio non facile. provare a sintetizzare quei sette giorni come promemoria utile per chi desidera trovare la pace interiore.
“cerco di schematizzare un libro non facilmente schematizzabile perché credo che la sua caratteristica sia far entrare piano il lettore nelle giornate per vedere cosa si annida lì dentro”, mi ha risposto. ma “ci provo”.
ecco qui (i titoli dei paragrafi sono miei).
la salita
“dovendo suddividere le giornate come se fossero dei passaggi ricordo la salita come cosa faticosa, solitudine, contatto con la natura nel freddo dell’inverno. il riconoscimento della bellezza degli alberi, del piccolo ruscello, del calpestio delle foglie. il trovarsi immersi in qualcosa che non è usuale, che produce uno stacco della quotidianità, il freddo intenso che non richiama alla camminata. la foresta che ci avvolge in un abbraccio di ghiaccio”. ...continua la leggere
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