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01/04/2019 14:27 CEST | Aggiornato 4 ore fa

La maledizione del grano contro chi rinnegava le leggi dell’accoglienza

Joel Carillet via Getty Images

Ogni anno, alle pendici dell'Acropoli di Atene, "dove per la prima volta crebbe il grano", i sacerdoti Bouzygai officiavano la cerimonia dell' "aratura sacra" in onore di Demetra, la dea che secondo il mito greco inventò l'agricoltura e donò il grano agli uomini affinché "essi e i loro discendenti potessero più facilmente innalzarsi al di sopra dei modi primitivi di vivere".

I Bouzygai, famiglia aristocratica e sacerdotale, discendenti dell'eroe mitologico Bouzyges, primo uomo ad aggiogare i buoi a un aratro, durante questa cerimonia sacra scagliavano l'araì, una maledizione, contro alcune categorie di persone ben definite.

Le maledizioni scagliate erano indirizzate a chi compiva atti che andavano contro il volere degli dei e nello specifico contro: chi si rifiutava di concedere acqua e fuoco a chi ne faceva richiesta; chi non indicava la via al viandante; chi lasciava senza sepoltura i cadaveri.

Insieme al dono del grano, dell'aratura e quindi l'inizio della civiltà, la dea Demetra indicò, di fatto, norme di comportamento sociali utili a regolare la convivenza tra gli uomini e affinché potessero compiere un percorso che li allontanasse dai "modi primitivi del vivere". Negare cibo, acqua o un riparo significa condurre un uomo alla morte.

Non indicare la strada all'errante significava lasciare un uomo nella sua sofferenza materiale e immateriale, fisica ed emotiva, sradicato e solo nel suo disagio che andava oltre i bisogni primari ma che investiva anche la sfera relazionale ed emotiva.

Non seppellire i cadaveri, per i greci, era un atto ignobile, abbandonare il corpo in balia degli eventi e degli animali significava non onorare il dolore dei viventi ai quali viene negata una tomba sulla quale poter piangere e pregare e, soprattutto, non avere rispetto della morte. La sepoltura dei morti era uno dei supremi doveri dei vivi che rispettavano le leggi degli dèi.

Senza sepoltura la psyché, lo spirito di un uomo, non avrebbe potuto raggiungere l'Ade, il regno delle ombre, e sarebbe stata costretta a vagare senza posa e a diventare uno spettro malefico e terribile per gli uomini

Che queste "maledizioni divine" fossero lanciate durante la giornata del grano e associate a un rito propiziatorio fondamentale legato all'agricoltura aiuta a capire l'importanza del rispetto di alcuni comportamenti sociali in un tempo e in un'organizzazione esclusivamente classista, in una società dove i diritti umani non esistevano ma vigevano leggi volute dagli dei che gli uomini erano tenuti a rispettare. La violazione configurava la rottura del patto con gli dei stessi, infrangere un ordine soprannaturale.

Con l'affermarsi dei diritti umani, siamo una società sicuramente più evoluta e civile, ma che opera nel disincanto e nello sradicamento, orfani di antichi insegnamenti. Una società che ha ucciso i padri "celesti" e continua senza timore con i fratelli terreni. Rifiutando acqua e fuoco a chi ne faccia richiesta, non indicando la via ai profughi e trasformando il Mediterraneo in una enorme fossa comune di cadaveri senza nome, si rinnega quell'antica alleanza tra uomini e dei.

E il Mediterraneo, culla della civiltà e crocevia di culture, si trasforma nel luogo in cui i "modi primitivi del vivere" ritornano a essere una regola. Si trasforma nel luogo della maledizione e del rinnego delle antiche e sacre leggi dell'accoglienza.