Reflections
Capo di Ponte (BS) [Italy]: Three Day Against The Techno-Sciences 26-27-28 July 2019 [en]
The program will come soon
Today more than ever, we feel the necessity to organize a meeting involving comrades from different countries already engaged in a critique and in opposition to developments of techno-sciences. An important moment to exchange and share analyses, reflections and experiences, to reinforce criticism and refine one’s thinking even more in confrontation with other groups and individualities that have been pursuing for a long time paths of opposition to the developments of techno-sciences.
Apr 9, 2019 Read the whole text...
Costantino e Pierleone
L’Anarchia in tribunale?
[it]
La gran parte dei processi a carico dei compagni hanno finora avuto come base imputazioni specifiche: rapine, imbrattazioni di edifici o altro, occupazioni abusive, manifestazioni spontanee, resistenza e oltraggio, furtarelli…
I compagni hanno risposto, quasi sempre, mobilitandosi su due livelli in certo qual modo simpatetici e complementari: da un lato la denuncia degli obiettivi e metodi di polizia, carabinieri e magistratura; dall’altro l’utilizzo degli avvocati che sul piano strettamente tecnico riuscissero a dimostrare l’estraneità dei compagni ai “delitti” loro attribuiti, nonché la pretestuosità ed artefazione delle “prove” a loro carico. All’occasione non si è mancato di ricorrere anche al rito abbreviato, o ad argomentazioni concilianti ed umanitarie, facendo leva, ad esempio, sulla giovane età dei compagni, sulle particolari circostanze, sulle attenuanti del caso…
Apr 8, 2019 Read the whole text...
Alfredo Cospito
Quale internazionale?
Intervista e dialogo dal carcere di Ferrara (1ª e 2ª parte) [it]
(English version: 325.nostate.net)
Il testo che segue sono le parti prima e seconda di “Quale internazionale? Intervista e dialogo con Alfredo Cospito dal carcere di Ferrara”, parti di un dibattito che alcuni compagni stanno intraprendendo con il compagno anarchico prigioniero Alfredo Cospito, pubblicate rispettivamente nei numeri 2 (autunno 2018) e 3 (inverno 2019) del giornale anarchico in lingua italiana “Vetriolo”. Complessivamente sono state elaborate otto domande, per la verità non proprio dei quesiti ma degli interventi, in qualche caso polemici, per discutere e dibattere con il compagno. Data la complessità e la vastità degli argomenti trattati tutto il testo non poteva e non può essere integralmente pubblicato sulle pagine di un solo numero del giornale. La pubblicazione dell’intervista/dialogo proseguirà, sempre suddivisa in parti, a partire dal prossimo numero e successivamente, quando verrà terminata la pubblicazione in “Vetriolo”, vi è l’intenzione di pubblicare integralmente tutte le domande e le risposte in un libretto o in un opuscolo. Nel frattempo, su richiesta di Alfredo, pubblichiamo anche tramite internet le parti prima e seconda, ovvero quelle fino ad ora uscite nel giornale e, con l’occasione, correggiamo dei refusi e degli errori di battitura presenti alle pagine 6 e 7 del numero 3, dei quali ci scusiamo con i lettori e che riportiamo anche qui di seguito.
Apr 7, 2019 Read the whole text...
Grecia: Usare le idee come prove – Il laboratorio della repressione dello Stato greco Intervista al prigioniero anarchico Nikos Romanos [it]
Dopo diversi tentativi falliti in tutta Europa per incastrare gli anarchici e gli altri anti-autoritari con accuse di cospirazione e terrorismo, lo stato greco è in prima linea nello sviluppo di nuove strategie legali per attaccare i movimenti sociali. L’articolo 187A del codice penale greco esiste dal 2004, ma l’anno scorso i funzionari greci l’hanno usato in modo nuovo contro Nikos Romanos e altri prigionieri anarchici, condannandoli e sentenziandoli a molti anni di reclusione sulla base di una nuova interpretazione dell’articolo. Indipendentemente dal fatto che questi verdetti siano rovesciati nelle corti superiori, i processi indicano un importante spostamento strategico nel monitoraggio di movimenti sociali in Grecia. Offrono un importante segnale di avvertimento sulle nuove forme che la repressione può assumere in tutto il mondo mentre il conflitto sociale si intensifica.
Mar 31, 2019 Read the whole text...
Putting Ideas on Trial: The Greek State’s Laboratory of Repression An Interview with Nikos Romanos, Imprisoned Anarchist [en]
After several failed attempts across Europe to frame anarchists and other anti-authoritarians with conspiracy and terrorism charges, the Greek state is at the forefront of developing new legal strategies to attack social movements. Article 187A of the Greek legal penal code has existed since 2004, but last year, Greek officials used it in a new way against Nikos Romanos and several other anarchist prisoners, convicting and sentencing them to many years in prison based on a new interpretation of the article. Regardless of whether these verdicts are overturned in higher courts, the trials indicate a major strategic shift in the policing of social movements in Greece. They offer an important warning sign about the new forms that repression may assume around the world as social conflict intensifies.
Mar 28, 2019 Read the whole text...
Marco Bisesti
Assaut à la perche
[it]
Pubblicata la traduzione francese dell’articolo “L’assalto con l’asta. Un incontro sportivo tra lotte e repressione” del compagno anarchico Marco Bisesti (imprigionato a seguito dell’operazione “Scripta manent”). Lo scritto è tratto dal numero 3 del giornale anarchico “Vetriolo” (inverno 2019).
Assaut à la perche
Un événement sportif entre luttes et répression
Vetriolo, giornale anarchico n° 3 / hiver 2019
Après un an de procès, voici aussi, immanquable, ma contribution à propos de la répression.
Le procès qui se déroule à Turin, bien qu’il analyse des publications anarchistes et les parcours de vie des différents inculpés sur une période de quelques dizaines d’années, est avant tout l’énième tentative de faire plier l’hypothèse, jamais abandonnée, qu’il est toujours possible de mettre en œuvre des formes violentes de lutte. Ce n’est pas qu’il fallait ce procès, ou la répression en général, pour rendre cela visible : l’opiniâtre pratique anarchiste se montre par elle-même. Je dis là quelque chose de banal. Mais, au vu de la facilité avec laquelle on prend la lutte contre la répression pour un manuel de défense des libertés octroyées par l’État, il vaut mieux le réaffirmer. Les espaces de manœuvre, les luttes revendicatives habituent à raisonner sur le seuil de la légitimité.
Mar 21, 2019 Read the whole text...
Anna
Degenerazioni
Tra orgoglio e vittimismo di genere [it]
(Scritto apparso sul numero 3 del giornale anarchico Vetriolo)
Sono anarchica, non sono femminista perché percepisco il femminismo come un ripiegamento settoriale e vittimista, non ho mai fatto discriminazioni di genere anche se non uso convenzioni linguistiche gender-friendly, anzi uso spesso un linguaggio sporco e politicamente scorretto. Ritengo che nella ricerca dell’anarchia, ovvero nella pratica di rapporti antiautoritari sia già contenuto e vada coltivato l’annullamento di privilegi ed oppressioni di genere. Ah, dimenticavo, detesto l’autocoscienza in sede pubblica e pure le assemblee le ritengo uno strumento spuntato. Capisco ed ho la volontà di incontro, ma vedo come troppo spesso il momento assembleare scada nell’autorappresentazione sterile. Ecco, di questi tempi si rischia di dover esordire con un preambolo simile per entrare nel ginepraio dei luoghi comuni su genere e femminismo, districandosi nell’intricatissima incapacità e inabilità a rapportarsi della galassia anarchica, con un range di comportamenti che va dall’iperemotività al burocratico calcolo della posizione da assumere (e del grado di compromesso negoziabile) in una lotta. Non credo che comportamenti autoritari e sessisti si combattano cercando di diffondere nuove convenzioni linguistiche e riscaldando in salsa alternativa brandelli di retorica indignata mainstream (tra #nonunadimeno, contatori di femminicidi in TV, pride, scarpette rosse e coccarde arcobaleno).
Mar 5, 2019 Read the whole text...
Feral Faun
Ferocia Ribelle: la Giocosa Violenza della Rivolta
[it]
“Noi non ci limitiamo a parlare della violenza; essa è il nostro elemento,
la nostra sorte di ogni giorno…
la condizione nella quale siamo costretti a vivere…”
– Os Cangaceiros –
Il controllo sociale è impossibile senza violenza. La società produce sistemi di violenza razionalizzata per socializzare gli individui – per renderli delle risorse utili alla società; mentre alcuni di tali sistemi, come quello militare, quello poliziesco e quello giudiziario, possono ancora essere visti separatamente a causa della palese brutalità della loro violenza, per la maggior parte essi sono diventati così interconnessi e così pervasivi che essi agiscono come un complesso unico – il complesso che è la società nella quale viviamo. Questa violenza sistematica esiste per lo più come una costante minaccia inespressa – un subdolo, persino noioso terrorismo che instilla la paura di uscire dai ranghi. I gesti e gli ordini dei “superiori” che ci minacciano con punizioni o povertà; i criminali armati e in uniforme che sono lì per “proteggere e servire” (uh?!?), il fuoco incrociato di notizie riguardo guerra, tortura, serial killer, gang di strada, tutto immerso in un’atmosfera di violenza subdola, velata, razionalizzata, che incute paura e argina la violenza delle nostre passioni. Alla luce della violenza sociale sistematica che ci circonda, non stupisce che le perone si lascino trarre in inganno nel percepire la violenza come un’entità singola, monolitica, piuttosto che come specifiche azioni o modi di relazionarsi. Il sistema della violenza prodotto dalla società diventa un monolite che agisce per perpetuare sé stesso. In reazione a questo sistema monolitico di violenza si sviluppa la “patologia del pacifismo”. Incapace di guardare oltre le categorie sociali, il pacifista crea una falsa dicotomia, limitando la questione della violenza alla scelta etica/intellettuale tra l’accettazione della violenza come sistema monolitico e il rifiuto totale della violenza. Ma questa scelta esiste solo nella sfera del’inutile astrazione, perché nel mondo nel quale viviamo il pacifismo e la violenza dipendono l’uno dall’altra. Il pacifismo è un ideologia che persegue la completa pace sociale come obbiettivo finale. Ma la completa pace sociale richiederebbe la completa soppressione delle passioni individuali – che sono alla base dei casi individuali di violenza – e questo richiederebbe un controllo sociale totale. Il controllo sociale totale è possibile soltanto attraverso l’uso della costante minaccia della polizia, della prigione, della psichiatria, della censura sociale, della povertà o della guerra. Così l’ideale pacifista richiede un sistema monolitico di violenza e riflette la contraddizione sociale intrinseca alla necessità che l’autorità si sforzi di mantenere la pace per mantenere un sistema sociale che funzioni senza attriti, ma che questo sia possibile soltanto mantenendo un sistema di violenza razionalizzata. Il sistema razionale di violenza non perpetua solo se stesso ma evoca anche delle risposte spesso nella forma di cieche esplosioni di violenza da parte di individui esasperati, che poi il sistema strumentalizza per giustificare la propria esistenza, e sporadicamente nella forma di consapevole ribellione violenta. La violenza delle passioni che viene soppressa si ritorce contro chi la subisce, diventando quella violenza sottesa e logorante dello stress e dell’ansia. Essa è evidente nei milioni di piccole punture di umiliazione che si verificano tra la gente per strada e nei luoghi pubblici di ogni città – sguardi di disprezzo e ostilità tra estranei e le battaglie verbali tra presunti amici che si rinfacciano colpe e biasimi. Questa è la più subdola e totale forma di violenza razionalizzata; ognuno vi si adegua per paura del disprezzo degli altri. Questa è la sottile forma di violenza praticata dai pacifisti.
Feb 17, 2019 Read the whole text...
Italia: Dissociat*, infam* eppur frocie! A proposito di violenza e anormalità dentro il corteo contro lo sgombero dell’Asilo e gli arresti [it]
È l’alba del 7 febbraio a Torino, quando Chiara Appendino e la sua giunta pentastellata si assumono la responsabilità politica di sgomberare militarmente l’Asilo, occupato da 24 anni. Sei compagn* arrestat* con l’accusa di Associazione sovversiva per la lotta contro i Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio de* migrant*). Chiara Appendino e la sua giunta: gli stessi che da anni portano avanti una profumata opera di ”lavaggio rosa” dichiarandosi amici di una supposta Identità lgbtq*ia+, per legittimare quella guerra ai poveri chiamata riqualificazione delle periferie. Con questa strategia di governo, a Torino come altrove, il Comune elargisce diritti ai “cittadini gay” per ripulirsi l’immagine ed oscurare la propria violenza contro poveri, reietti e fuorilegge. Riconoscimento in cambio di supporto politico, assimilazione in cambio di silenzio: a Torino la Normalità Gay – quella bianchissima, borghese, sposata, satolla di soldi, documenti e diritti – ripulisce l’immagine di sfratti, sgomberi, deportazioni e arresti a 5 stelle. Privi di qualunque carica sovversiva, corpi un tempo considerati “anormali” sono oggi complici attivi dei padroni di questa città.
Feb 13, 2019 Read the whole text...
Di quale insurrezione parliamo? [it]
Il 4 novembre 2018, in Nuova Caledonia, quelle e quelli che credono alle gioie della democrazia sono andati a deporre i loro bollettini di voto per decidere dell’indipendenza. Risultato scontato, non abbiamo assistito alla nascita di un nuovo Stato e l’isola resta sotto la protezione coloniale francese. La sera, delle grosse sommosse hanno scosso le zone a maggioranza canaca. Queste spinte nazionaliste hanno attirato l’attenzione dei media e di una parte della sinistra radicale, sempre pronta a correre dietro agli sfortunati, soprattutto quando sono così lontani, chiudendo gli occhi su quello che significa l’indipendenza di ogni pezzo di terra: un nuovo Stato, ma canaco, con un potere canaco, una polizia canaca, dei tribunali canachi, delle prigion canache, forse un’esercito canaco… che felicità!
Feb 5, 2019 Read the whole text...
M
Risposta ai commenti contro le immagini di anarhija.info
[it]
Ho avuto il dubbio onore di leggere questi, chiamiamoli così, commenti.
Mi lascia perplesso che tali immagini, che chiaramente ricoprono una funzione puramente cosmetica e che non mi disturbano minimamente, anzi, in genere le trovo carine e di buon gusto, debbano essere bandite, mentre una mail offensiva contro una compagna che ormai da anni porta avanti questo progetto sia una cosa perfettamente legittima.
Che vuole questa gente e, soprattutto, chi è? Non ci perderei il sonno.
Pare che ci siano persone in giro che non sanno bene come impiegare il proprio tempo e alle quali il concetto di estetica è assolutamente alieno. Suvvia.
Jan 20, 2019 Read the whole text...
Anarhija.info
3° vizio capitale: la Lussuria
[it]
A seguito di mail pervenutemi (allegate alla fine del testo), e supponendo che ci siano altri anarchici che pensano allo stesso modo, tengo a chiarire una volta per tutte che il mio sito anarhija.info non è un’agenzia stampa anarchica. I testi che pubblico riflettono solo le mie posizioni personali, quelli che non li considero affini vengono semplicemente cestinati, dato che parto da una posizione individualista (e anche nichilista). Lo stesso discorso vale per le immagini che accompagnano i vari testi, che nella maggior parte non sono né simboliche né metaforiche, ma esprimono il mio personale gusto estetico (poi ognuno vede fin dove la sua intelligenza lo illumina).
Jan 20, 2019 Read the whole text...
Storie Di Ordinaria Quotidianità [it]
Un testo su un ordinario abuso di potere e coatti Trattamenti Sanitari Obbligatori contro chi non si allinea alla pacificazione passiva della società e si ribella subendone tutte le conseguenze giuridiche e psichiatriche (il testo è la bozza integrale di un documento, redatto poi dall’avvocato, mandato al Tribunale di StranaLanda).
Al Giudice del Tribunale di StranaLanda
dr.ssa Stacippa
per il procedimento penale 666999/2766 P.R.R.R.
nel quale il sottoscritto Dott. Nessunx è imputato
Ci sono momenti della vita in cui ti girano le balle.
Ci sono persone a cui le balle girano tutta la vita, per svariati motivi che non voglio elencare.
Quest’ultima categoria di persone fa uno sforzo quotidiano: supera apparentemente il proprio malessere interiore per far quadrare la convivenza necessaria a una discreta socialità o meglio chiamamola socializzazione in una società che non si sono scelti ma che gli é stata calzata a forza nonostante gli andasse scomoda, se non proprio stretta.
E questo in Generale.
Capita poi che nel Particolare all’improvviso [...]
Jan 16, 2019 Read the whole text...
Uccidere gli spettri [it]
Dopo aver avuto la fortuna non simulata di non essermi ritrovato tra i Gilet gialli qui dove vivo, e aver avuto tempo di leggere i “pro” e i “contro”, talvolta con sfumature, e aver parlato con persone che sono andate tra le masse fluorescenti, ho pensato di dare anch’io il mio contributo sui Gilet gialli.
“Vi sono tre specie di despoti. Il despota che tiranneggia il corpo. Il despota che tiranneggia l’anima. Il despota che tiranneggia l’anima e il corpo. Il primo si chiama principe. Il secondo si chiama papa. Il terzo si chiama popolo.” Oscar Wilde
Jan 8, 2019 Read the whole text...
Telefoni, Facebook, Instagram, Snapchat... strumenti preziosi per gli sbirri e la giustizia [it]
Avere un telefono alla manifestazione pare una cosa pratica, per ritrovare i compagni, avere delle informazioni... Però, i telefoni sono localizzabili costantemente e permettono agli sbirri di sapere dove ti trovi in ogni istante. Le chiamate possono essere ascoltate, gli SMS letti, tutto ciò che viene detto sulle reti sociali può essere trovato, i telefoni possono essere utilizzati come per microfoni anche quando non chiamiamo, le telecamere degli smartphone possono essere attivate a distanza...
Jan 3, 2019 Read the whole text...
45 Modi per sabotare la scuola [it]
Buon giorno ragazzi. La scuola è un killer lento e subdolo. Uccide la mente, soffoca ogni capacità di pensare e di agire. Se ne sei colpito, una cosa che puoi fare è contrattaccare. Questo scritto non è per quelli che non sono sicuri se la scuola è una cosa giusta o sbagliata. La scuola insegna obbedienza e sottomissione. Dopo Kossiga che consiglia agli studenti di scrivere “autonomia” e “movimento” con le lettere iniziali in minuscolo, Nonno Sandro che prende le difese “di questi bravi giovini”, i vari giornali che sbavano sul fatto che questi studenti non sono come quelli del ’68 mano nella mano per la Celebrazione della stabilità (il trionfo della restaurazione? La fine degli anni di piombo? Il perdono al signor Prodigo? Un fantomatico “dissenso istituzionale”? Siamo o non siamo nell’era del “We are the world, we are the children”?) non resta che dichiarare il proprio disprezzo per “i ragazzi del’85” e per tutti i loro sostenitori (NON esclusi gli anarchici). Il vostro patetico diritto alo studio tenetevelo tutto, noi stiamo dall’altra parte della barricata, assieme a Franti. Distruggi la tua scuola!
Jan 3, 2019 Read the whole text...
A few thoughts on the spectacle [en]
One of the main characteristics of anarchism is a disrespect for, and the will to confront, any form of authority and in that vein anarchists have been carrying out actions and developed theories and strategies with various results during different periods. Over the last 20 years the political/economical/social situation has been radically changed by the way society/civilisation has been progressing, and capitalism, which has developed to a phase where it is too hard to follow its authoritarian and destructive nature and performances. One thing is clear, the phase that civilization has now reached (to a great extent helped by the development of capital, but we must not forget that capitalism is not the only form of authority that must undoubtedly be confronted) is so destructive and aggressive that every day more and more people are becoming aware of this fact. Parallel to this, many ideas and movements have been born or reborn, or just become more visible or present: the eco movement, antimilitarist movements, vegetarianism/veganism, the animal rights movement, the animal liberation movement, syndicalism, anarcho-syndicalism, communism, neomarxism..., and in the end the movement of the movements, the antiglobalization movement. All of them with their own critique, claims and goals. One would have thought that the more enemies capitalism has the easier would be its destruction, but unfortunately the present situation is saying absolutely the contrary.
Dec 19, 2018 Read the whole text...
Pure i “Gialli” sono diventati amici nostri? [it]
Nel pieno del movimento dei “Gilet gialli”, queste ultime due settimane hanno visto accadere degli scontri a Parigi e non solo, come pure diversi atti di sabotaggio. Da allora, un certo numero di anarchici si sono posti la domanda se intervenire o meno in questo movimento, allo stesso modo in cui intervengono da sempre in diversi movimenti sociali. Tuttavia, anche se solitamente questo tipo d’intervento sembra ovvio, ci sembra degno di nota il fatto che questo non sia completamente il caso e che ci sia dibattito a proposito. Come un segno che qualcosa qui stona.
Dec 13, 2018 Read the whole text...
Per un Dicembre Nero [it]
Dicembre è ancora un mese marchiato con il sigillo della memoria insorgente degli anarchicx che insorgono in aperto antagonismo con qualsiasi forma di potere.
Dicembre 2018 sarà il mese in cui saranno trascorsi 10 anni dalla data quando il compagno Alexandros Grigoropoulos è stato strappato dalle strade per essere assassinato da proiettili della polizia nel quartiere dell’Exarchia, in Grecia, nell’anno 2008. E ‘anche il mese in cui cinque anni fa, il compagno Sebastian Oversluij è stato colpito a morte dai proiettili di un mercenario del capitale nel bel mezzo di un esproprio bancario nel 2013 in Cile.
Dec 2, 2018 Read the whole text...
[Argentina]: Né Vittime né Carnefici [it]
Non vogliamo parlare di repressione, nemmeno di persecuzioni o “caccia alle streghe”, come è stato detto o come abbiamo letto. Non consideriamo libri o giornali delle “armi”, né abbiamo una retorica romantica sulla lotta anarchica. Essere anarchici non è qualcosa di semplice, non è una questione di scegliere un’ideologia e attraversare la vita senza alcun cambiamento, essere un anarchico ha un peso, e un peso abbastanza importante.
Siamo nemici dichiarati dello Stato, siamo sfruttati, siamo oppressi, noi non chiediamo nulla, non vogliamo regali o riforme, non vogliamo leggi. Siamo anarchici che combattono come possono, sempre basandoci sui nostri valori.
Nov 22, 2018 Read the whole text...
Flower Bomb
Vegan Means Attack
Fomenting A Wildfire Against Speciesism and Moral Anthropocentrism [it]
My veganism exists as a nihilist confrontation against the existing moral fabric of anthropocentrism and speciesism. Here on this landmass called “america”, the moral justifications for consuming the flesh and secretions of non-human animals go hand in hand with the industrialization of their enslavement and reduction to commodity status. This is a reflection of capitalist society reducing chaos to order, animal bodies from wild to domesticated, and the marketing of bodies that are socially recognized as mere products for consumption. My veganism is defined not only by an individualist refusal to internalize, validate and reinforce these authoritarian social values, but also by consecutively attacking them as well.
Nov 12, 2018 Read the whole text...
Francia: Kairos n°7 – versione in lingua italiana [it]
Traduzione del foglio anarchico francese Kairos n° 7
La lunga estate del 2017 è stata scottante. Enedis, filiale di Energie de France incaricata della gestione della rete elettrica, è stata particolarmente toccata. Il 18 maggio, per “festeggiare” l’anniversario della macchina degli sbirri incendiata in Quai de Valmy [a Parigi; NdT], un furgoncino di questa società si infiamma a Rennes. Poi, una dozzina di loro veicoli brucia il 30 maggio a Grenoble. Come una strizzatina d’occhio a questa azione, “ai primi di giugno, da qualche parte in Francia” altri tre furgoni di Enedis bruciano. L’11 giugno è a Crest (nel dipartimento della Drôme) che un locale di questa impresa viene dato alle fiamme. A Bagnolet (Seine-Saint-Denis), un furgoncino di un’azienda associata a Enedis nella posa dei contatori elettrici connessi Linky è in preda al fuoco il 2 luglio. Diverse macchine finiscono in cenere il 17 agosto, su un altro parcheggio di Enedis, a Bar-le-Duc (Meuse).
Nov 5, 2018 Read the whole text...
Complicity, Not Debt: An anarchist basis for solidarity [en]
“We owe each other nothing, for what I seem to owe to you, I owe at most to myself.” — Max Stirner
None of us owes anyone anything. This should be a guiding principle behind all anarchist practice. All systems of power, all hierarchies and all economic relationships are justified by the idea that each of us as individuals owes her existence to the collectivity that is this social order. This is a debt without end, an eternal obligation that can never be fulfilled, which keeps us chained to a cycle of activity that maintains this society. Our aim as anarchists and insurrectionaries is the complete overturning precisely of this cycle of activity, of the social relationships that rule over our lives. What better place to start than the absolute refusal of the most basic of economic and political principles: debt.
Oct 16, 2018 Read the whole text...
Italy: “Vetriolo” — Anarchist paper, issue 2, autumn 2018 [in Italian] [en]
It’s been a long while. After a year we are publishing another issue of Vetriolo, issue number 2. We haven’t brought out the paper more frequently up to now, nor have we wanted to. Not that we didn’t have anything to say during this time, on the contrary. However we have never strenuously followed the possibility of giving a strict periodicity to the publication, which because of its form (with fairly concise texts of agitation, analysis and topicality as well as more extensive and complicated theoretical articles) is not suited to it. At the same time we’d like the paper to come out without long delays. In any case we think that this paper is an important instrument for the anarchist movement regardless of the frequency with which it comes out. The pages of Vetriolo have always been and will continue to be a means aimed at discussion, dialogue and confrontation among anarchists. The paper will continue to give time and space to dialogue and debate among revolutionaries, including those who find themselves imprisoned. In this issue there are writings and articles by Marco, Anna and Alfredo, imprisoned following the arrests of the repressive operation ‘scripta manent’ of 6th September 2016.
Sep 27, 2018 Read the whole text...
Michela Ortu e Pierleone Porcu
Senza indugi
[it]
Stanchi di essere un’isola nell’isola:
Rompiamo il silenzio!
SOLIDALI CON I RECALCITRANTI,
NESSUNA REPRESSIONE POTRA’ DISTRUGGERE CIO’ CHE SIAMO.
«[…]– Giù la maschera. – I tempi sono sempre maturi per togliere l’ingiustizia quando l’ingiustizia esiste. –Attendete che l’uomo sia rimesso in piedi per rialzarlo? – Allora sarà venuto il momento di dargli aiuto? – O quando giace? O quando l’aggressore gli sta sopra? O quando vi chiede soccorso?» – Carlo Cafiero
Cos’è la nostra lotta. Cos’è la nostra vita.
Sep 21, 2018 Read the whole text...