BBL Below the BassLine è un progetto in continua evoluzione. Unisce il
linguaggio del jazz con i ritmi in levare del Reggae, dello Ska e del
Rocksteady e prevede incursioni nel calypso, nel funky, nella musica
sudafricana e nella bossa-nova. Un percorso nel groove che va da
Ernest Ranglin a Lee Morgan, da Abdullah Ibrahim agli Skatalites.
Venerdì 30 NOVEMBRE 2018 dalle ore 20:30 alle 23:30
La società dell’Algoritmo
Con Renato Curcio al Centro Sociale “28 maggio” il 30 novembre alle ore 20.30 parleremo di quella parte di Internet che ci è permesso frequentare e lo immagineremo come un giovane continente – non ha più di trent’anni – già ampiamente colonizzato. In esso, i coloni che si sono aggiudicati le posizioni migliori, pur continuando a essere in conflitto tra loro, come nelle migliori tradizioni capitalistiche, innalzano i vessilli dei marchi più noti dell’oligarchia digitale planetaria. In questo continente, algoritmi “intelligenti” col volto nascosto ma con grandi ambizioni classificatorie, predittive e giudicanti, si mimetizzano dentro i più diversi strumenti e negli immancabili smartphone, al servizio di piattaforme variamente specializzate nella costruzione di nuove dipendenze in molti campi: dalle comunicazioni, ai consumi, alle competizioni online, non disdegnando affatto esperimenti psico-sociali o politici di ampia portata.
Perché 28 maggio?
Per non dimenticare una strage Fascista e di Stato avvenuta in piazza Loggia il 28 maggio del 1974 alle ore 10,12.
Chi siamo?
Siamo Comunisti, apparteniamo alla classe degli sfruttati, degli emarginati, dei diseredati, dei precari,dei disoccupati.
La nostra storia come centro sociale inizia nel 1998 in una struttura di novanta metri quadrati, un ex negozio in affitto, in via XX settembre a Rovato, un comune guidato allora da uno dei sindaci più razzisti della provincia, Roberto Manenti. noto per le sue ordinanze contro gli immigrati e per aver inaugurato una via ai caduti della repubblica sociale di Salò. Infatti il giorno dell’inaugurazione si presentavano due pattuglie dei carabinieri a darci il benvenuto. Quella sede, nonostante i limiti di spazio ci permise di sviluppare iniziative innovative, incontri, dibattiti, corsi vari, rappresentazioni teatrali, concerti in acustica, proiezione di filmati, cene di autofinanziamento diventando un punto di riferimento politico importante per il nostro territorio.
Dopo i sei anni di convenzione, l’affitto non venne più rinnovato, a causa delle pressioni politiche sulla proprietà. Scegliemmo comunque di continuare.
Alcuni compagni, dopo mesi di ricerca, trovarono una struttura adeguata nei pressi della stazione di Rovato in via Europa n. 54. Si trattava di una vecchia fabbrica dismessa che veniva venduta a lotti di trecento metri quadrati.
I compagni presentarono un progetto che inizialmente sembrava folle: acquistarla per poi ristrutturarla e renderla agibile attraverso una forma di partecipazione militante senza dover passare dalle banche che sono per noi la massima espressione negativa di questa società capitalistica.
Presa la decisione ci fu una grande mobilitazione di tutti i compagni/e nel reperire risorse e nel lavoro di sistemazione dello spazio e dell’ambiente:
dai muri che non c’erano, ai bagni, alle porte, alle finestre, al pavimento, agli impianti, si doveva costruire tutto perché il posto era una grande “scatola” vuota che doveva essere riempita.
Il risultato è stato qualcosa di straordinario, nei 300 metri quadrati abbiamo ritagliato tutto quello che può servire per svolgere ogni tipo di attività:
ampio salone per concerti e dibattiti, sale riunioni e ufficio, cucina e magazzino, tutto costruito dai compagni/e utilizzando molto spesso oggetti recuperati che la gente buttava e che noi abbiamo fatto rivivere.
Da quel momento sono iniziate le sfide nella gestione, nei turni, nella manutenzione, nell’organizzazione di centinaia di attività che si svolgevano e si svolgono all’interno del Centro Sociale 28 maggio, il tutto supportato della caparbia volontà di dimostrare che un sogno lo si può realizzare se insieme viene sognato.
Comunicato della Banda Bassotti per il concerto del 27 ottobre al cs 28maggio;
RACCOLTA PER IL DONBASS
NON VENITE A MANI VUOTE!
Servono antibiotici, antivirali e antistaminici come ziprofloksacin, locson, zeftriacson, zefotacson, norflocsacin, rimantadin antivirale, loratadin antistaminico. O cose simili
INVITIAMO I PARTECIPANTI al concerto a portare qualcosa, anche una cosa a testa, per il Donbass. Seguite attentamente anche la lista che pubblichiamo sotto. Sono cose facili ed economiche da reperire in casa ed al supermercato, che in Donbass servono. Appena entrate al concerto, potete portarle direttamente al banchetto della Banda Bassotti
LISTA:
Confezioni di Tè nero; Confezioni Caffè solubile; confezioni in plastica olio etravergine oliva; pannolini bambini; pannoloni adulti; assorbenti donne e puerpere; salviette umidificate per l’igiene personale dell’adulto e per l’igiene dei neonati; pasta Fissan; prodotti specifici per la cura dei neonati, shampoo antipidocchi. Farmaci: tachipirina 1000; Nurofen; ANTIBIOTICI e ANTISTAMINICI, Sciroppi per la tosse. Guanti lattice monouso; siringhe. Biancheria intima nuova uomo, donna, bambino. NO VESTITI, NO SCATOLAME, NO VETRO.
Sono anni che in Italia si è inserito il “reato di solidarietà” assente nel codice penale ma presente nel “codice politico e sociale”, reato di chi intende mettere in discussione non tanto il diritto all’accoglienza , ma quello all’Uguaglianza. L’arresto di Mimmo Lucano è l’esempio più lampante dell’uso di questo reato.
Il sindaco di Riace è fra i 50 uomini più influenti al mondo secondo la rivista Fortune, al quale Papa Francesco ha rivolto parole di ammirazione e gratitudine. Le battaglie personali di Mimmo e i riconoscimenti internazionali per il suo modello di integrazione hanno fatto scuola in Europa, da Bruxelles a Cambridge.
Evidentemente però c’è chi ha avuto interesse a smontare e a denigrare un sistema che dà invece valore non solo a Riace, ma a tutta la Calabria, perché manda in corto circuito la logica della guerra tra poveri, rompendo la narrazione per cui “bianchi” e “neri” avrebbero interessi contrapposti.
Il reato di “immigrazione clandestina” è un’invenzione di Bossi e Fini, ed è il classico reato che produce “crimine” là dove non c’è. Il sindaco di Riace è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, cioè per aver organizzato la solidarietà, per aver rotto questo schema, suggerendo così possibilità di integrazione – oltretutto a costo quasi zero!
L’esperienza positiva di Riace, della sua amministrazione, ha avuto contro sin dall’inizio i fascisti i razzisti e la ndrangheta e poi anche settori degli apparati dello stato, in assoluta continuità tra la gestione Minniti e quella di Salvini, che hanno fatto di tutto per impedire che questa esperienza potesse essere un punto di riferimento per altre amministrazioni. Per questo da due anni a Riace erano stati tagliati e sospesi i fondi che in giro vengono distribuiti a pioggia e anche in pessime mani. L’arresto suona, politicamente, come una vendetta per aver dimostrato che nel nostro Paese si può essere accoglienti e si può combattere la deriva razzista e xenofoba insegnando e praticando solidarietà.
L’arresto del sindaco dell’accoglienza è un atto gravissimo, un segno di quel degrado autoritario e pericoloso che minaccia i principi stessi della nostra Costituzione. Contro quest’arresto bisogna alzare più alta possibile la voce dell’indignazione.
Siamo tutti in pericolo, NON SI ARRESTA UNA SPERANZA!
A questo governo e a tutte le istituzione noi diciamo: se arrestate Mimmo allora dovrete arrestare tutti noi compagne e compagni che pratichiamo da tempo il vostro “reato di solidarietà”!!!
FIOM E DINTORNI A BRESCIA NEGLI ANNI 70
Partendo dal libro “Liberare il lavoro. La Fiom di Brescia negli anni ’70” di Massimo Tedeschi ed Elio Montanari
edito da Fiom-Cgil Brescia, 2001, facciamo un viaggio nel mondo del sindacalismo bresciano di quegli anni intervistando Giorgio Cremaschi (cliccare su Buon Compleanno Giorgio!!!):
Quello che è successo dai primi di gennaio in poi, dal momento in cui si sono messe in piedi le liste elettorali per le politiche del 4 marzo, non è nient’altro che lo specchio della realtà politica con cui abbiamo sempre avuto a che fare.
Si potrebbe dire : niente di nuovo sotto il sole!
Per quest’ottima ragione se noi intendiamo costruire qualcosa di nuovo dobbiamo cambiare il nostro modo di agire e di rapportarci al nostro interno, partendo dalla denuncia diretta nei confronti di chi agisce attraverso le vecchie modalità che hanno sempre adottato alcune componenti che interpretano la politica come gestione del potere per il potere.
“ Il segreto è che siamo sognatori, siamo utopistici, ma non di quei sognatori che stanno sempre con il cuscino sotto la testa sulla veranda di casa, siamo sognatori con i piedi piantati per terra, siamo sognatori con gli occhi bene aperti, siamo sognatori che conoscono gli amici e conoscono i nemici”