E’ ormai passata quasi una settimana dallo sgombero dell’Asilo di via Alessandria, spazio occupato nel lontano 1995. In città si sono susseguiti diversi cortei e appuntamenti di lotta per esprimere con chiarezza che quando si sgombera uno spazio occupato con una storia di resistenza e lotta, non lo si può fare senza pagare un prezzo alto e senza aspettarsi una risposta di degna e determinata rabbia.
Dopo queste giornate ci sono compagni e compagne in carcere che vogliamo subito liberi e libere.
L’inchiesta della magistratura, che costruisce accuse di associazione eversiva per alcune campagne di lotta contro i CPR ed i luoghi di negazione della dignità dei migranti, è stato il pretesto per lo sgombero. L’intera operazione è apparsa da subito come frutto di una rappresentazione studiata a tavolino.
Il massiccio spiegamento di forze dell’ordine, con uomini e mezzi provenienti da altre città, è stato un chiaro messaggio rispetto chi voleva resistere e chi voleva portare solidarietà, ma anche per gli abitanti della zona, ancora oggi militarizzata, con il duplice segnale inviato al quartiere: da un lato quello muscolare, dall’altro quello dell’individuazione di un finto pericolo, un’occupazione, e con essa chi la abita e la rende viva.
Immediato e scontato il consenso delle istituzioni, Sindaca Appendino in testa, tutti impegnati a cinguettare, chi congratulandosi, chi rilanciando e invocando subito nuovi sgomberi. E, come da copione, il Ministro degli Interni ha gongolato convinto di avere un nuovo scalpo caldo per la sua continua campagna elettorale.
Sono state giornate in cui la questura cittadina ha scientificamente messo in campo una durissima repressione contro ogni voce di dissenso. L’abbiamo visto sin dalle prime ore delle sgombero, attraverso provocazioni, aggressioni, caccia al manifestante, sequestri veri e propri durati anche diverse ore. [Read More]
Torino: Dentro e dietro quello striscione c’era tutto
Torino: Solidarietà all’Asilo sgomberato
La mattina del 7 febbraio gli sbirri si presentano alla porta dell’Asilo Occupato di via Alessandria 12 decisi a sgomberarlo, poco dopo altre camionette assediano e terrorizzano la palazzina abitativa “Le Serrande” di Corso Giulio Cesare 45 pronti a compiere degli arresti.
Solidarietà agli occupanti dell’Asilo che in 6 sul tetto per più di 24 ore hanno tenuto sotto scacco una macchina da sgombero, inutile e costosissima.
Infatti molteplici gli ingranaggi: polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, vigili urbani, più ROS e DIGOS tutti presenti in gran numero (chiamati anche da fuori Torino). A dirigere questa macchina repressiva: la pentastellata sindaca Chiara Appendino, l’arrivista in cerca di telecamere nonchè questore di Torino Francesco Messina, il capo della DIGOS Carlo Ambra, per non dimenticare ovviamente il fascista verde Matteo Salvini nel ruolo di mandante.
Con lo sgombero dell’Asilo si tenta non solo di cancellare 24 anni di Autogestione e lotte ma anche una delle tante facce del quartiere popolare più vissuto della città dove, da un decennio a questa parte, è iniziato uno squallido e disumano processo di riqualificazione, speculazione e ricollocazione demografica. Dopo la svendita di spazi abbandonati a grandi investitori, come Lavazza e Scuola Holden, per convertirli in macchine da soldi ben arredate, a cui si è succeduta la vendita al palazzinaro senza scrupoli Giorgio Maria Molino di un intero blocco di caseggiati di edilizia popolare, sono arrivate le restrizioni allo storico mercato popolare del Balon culminate circa un mesa fa con il provvedimento che ne vorrebbe sentenziare la morte spostandolo ai margini della città. [Read More]
Torino: Asilo sotto sgombero, occupanti sul tetto, corteo serale
È prima dell’alba che decine di camionette in assetto anti-sommossa sono sbarcate all’Asilo di via alessandria, occupato dal 1995. Mentre alcuni occupanti riuscivano a raggiungere il tetto, è iniziato un vero e proprio assedio intorno alla palazzina. Tutt’intorno scene surreali, con una polizia in stile rambo che ha bloccato contro il muro una decina di solidali per ore, mentre altri venivano caricati fin dentro il centro cittadino per il solo fatto di essersi voluti avvicinare alle persone sul tetto. Uno sgombero condotta nel grottesco stile spettacolare a cui ci ha abituato la Questura di Torino, in cui l’ingente spiegamento di forze non serve tanto a gestire l’ordine pubblico quanto ad attestare la pericolosità degli sgomberati. Non si tratta solo di isolare e prevenire l’espressione di qualsiasi solidarietà, la paura che rimanda l’invasione di un quartiere da parte centinaia di robocop armati di tutto punto diventa incarnazione e testimonianza della paura che devono suscitare gli occupanti. Un quartiere, quello di Aurora, sui planavano da tempo gli avvoltoi di interessi speculativi legati al rilancio di una zona molto appetitosa, a ridosso del centro, destinata a diventare un polo di Torino capitale del food e in cui la presenza dell’asilo risultava nota stonata.
Come spesso accade, questura e procura si sono mosse a braccetto, accompagnando allo sgombero un’indagine volta a far rientrare le lotte portate contro i centri di espulsione per migranti (già CIE ora CPR) nelle casella delle attività definite con finalità “terroristiche”. [Read More]
L’Aia (Paesi Bassi): Assoluzione per tutti gli arrestati durante gli scontri del 19 novembre 2016
Il 19 novembre 2016, un gruppo di 250 manifestanti si riunì a Kerkplein per manifestare contro la crescente repressione nei confronti degli anarchici e degli antifascisti, a L’Aia così come nel resto del mondo. Il divieto di manifestare e l’identificazione di anarchici e antifascisti è uno strumento spesso ultilizzato dalla repressione, una scusa per adottare misure coercitive nei loro confronti. La manifestazione fu infatti dispersa con violenza dalla polizia e terminò con l’arresto di 166 persone.
Ora, a distanza di due anni, il pubblico ministero ha deciso di perseguire i 166 manifestanti che furono arrestati a Kerkplein. Le prime 50 persone si sono dovute presentare in tribunale il mese scorso. Dopo due giorni interi, il 3 dicembre il giudice ha decretato e le prime 50 persone sono state assolte. Ieri (13/12/2018) il pubblico ministero ha deciso di non appellarsi e di archiviare tutti i casi rimanenti. [Read More]
Almada (Portogallo): Il Centro de Cultura Libertária ha bisogno del tuo aiuto!
Il Centro de Cultura Libertária, associazione anarchica con 44 anni di attività a Cacilhas-Almada è di nuovo sotto minaccia. La continua pressione del mercato immobiliare, la modifica della legge sugli affitti e la gentrification che impongono l’uscita degli abitanti dai luoghi centrali delle città, la distruzione degli spazi senza fini di lucro e la chiusura delle piccole attività commerciali, colpiscono, adesso, anche il CCL.
Cosa succede?
Non è la prima volta che la permanenza del CCL nella sua sede storica è messa in causa.
Tra il 2009 e il 2011 il Centro de Cultura Libertária ha resistito contro un processo di sgombero da parte del proprietario. Solo la solidarietà di molti collettivi e individualità, di qui e dall’estero, ci ha permesso far fronte ai costi del processo giudiziario, che ha comportato due verdetti e un ricorso. Alla fine, siamo arrivati ad un accordo sull’aumento dell’affitto che ci ha permesso di usare lo spazio senza cambiamenti fino alla fine del contratto.
Intanto, nel 2014, a causa dei cambiamenti della legge degli affitti a favore degli interessi dei proprietari, la durata del contratto del CCL è passata ad essere di cinque anni. Siamo arrivati adesso, alla fine del 2018, al punto in cui, così come sta succedendo a migliaia di inquilini, la continuazione dell’affitto del nostro spazio sarà alla mercé del proprietario e delle condizioni che questo ci vorrà imporre. [Read More]
Firenze: Polveriera in lotta, lunedì 17 Dicembre, assemblea contro lo sgombero
Assemblea contro lo sgombero
Dalle 19.00 in via Santa Reparata 12 r
Da cinque anni La Polveriera Spazio Comune è un luogo in cui ogni collettivo – studentesco e non –, realtà di movimento, gruppo di artisti, aggregazione fuori dagli schemi, che provenga dalla città o sia in visita, può realizzarsi ed esprimersi. Questo spazio rappresenta una singolarità nel tessuto del centro di Firenze, aggredito dalla gentrificazione e sistematicamente spogliato delle proprie realtà sociali. Come in altre città in tutta Italia, si vede la continua marginalizzazione verso la periferia dei cittadini e la repressione dei luoghi che promuovono o sono sfondo di una socialità libera e orizzontale, siano esse piazze, strade, o spazi comuni.
Con l’annuncio dello sgombero da parte del CDA dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario – per motivi puramente immobiliari – La Polveriera chiede una mobilitazione straordinaria a tutte le realtà che le sono vicine o che hanno attraversato i suoi spazi. Invita a partecipare, a condividere e usare lo spazio, poiché esso è stato fatto per essere fruito. Incoraggia pertanto a continuare, come sempre è stato fatto in questi anni, ad arricchirla di contenuti, aggregazione e confronto. E, ancora di più, esprime la necessità di intraprendere un percorso di lotta comune, mobilitarsi in difesa delle autogestioni e occupazioni, combattendo assieme il processo di gentrificazione e turistificazione. [Read More]
Oulx : Nasce un nuovo rifugio autogestito
Oggi è stata aperta la casa cantoniera di Oulx, edificio vuoto e inutilizzato da decenni.
Da oggi le si vuole ridare vita.
Contro le frontiere e il dispositivo che le supporta e determina.
Contro il Decreto Salvini e la sua politica di repressione e guerra ai poveri.
Per un mondo dove tutte e tutti possano scegliere dove e come vivere.
La situazione alla frontiera continua a peggiorare: la militarizzazione crescente, l’inverno ormai arrivato. Il sistema di controllo e gestione sempre più forte che viene imposto su tutti coloro che, senza il pezzo di carta considerato “giusto”, continuano a voler attraversare questa linea chiamata frontiera.
Il Rifugio Autogestito Chez Jesus, il sottochiesa occupato di Claviere, è stato sgomberato quasi due mesi fa. Da allora sempre più numerose sono le persone che si perdono e che rischiano la vita o gli arti tra le montagne, senza informazioni o l’abbigliamento adatto per affrontare il viaggio. Senza lo spazio d il tempo per potersi organizzare, riposare, ripartire. E sotto lo sguardo costante delle varie forze di polizia che cercano di impedire i contatti tra chi in viaggio e i solidali.
Questo luogo vuole essere anche questo. [Read More]
Firenze: La Polveriera è sotto sgombero! Difendiamo le autogestioni!
Venerdì scorso il CDA dell’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio ha approvato – senza alcun preavviso e con il solo voto contrario delle rappresentanze studentesche – lo sgombero degli spazi comuni della Polveriera come condizione per l’avvio dei lavori di riqualificazione di sant’Apollonia.
Anni fa (diversa era la giunta regionale, uguale il partito) questo progetto di riqualificazione fu presentato con la promessa di restituire un luogo semi-abbandonato e fatiscente agli studenti e abitanti del centro storico. Un progetto che oggi prevede uno stanziamento di 2.3 milioni di euro, ma che nel frattempo è cambiato: invece che agli studenti, gli spazi recuperati serviranno per ospitare uffici di fondazioni ed enti regionali. Così come il giardino del chiostro interno è stato chiuso per essere cornice e sfondo esclusivo degli eventi organizzati nell’auditorium che la regione affitta, anche gli spazi del loggiato – sin dagli anni ’70 percorsi dagli studenti e dalle studentesse che frequentano la mensa universitaria – dovranno essere chiusi. [Read More]
Milano: Villa Vegan sotto sgombero
Nei giorni scorsi è giunta voce che vogliono sgomberare Villa Vegan martedì 30 ottobre.
Riteniamo sia un’informazione di fiducia e siamo determinat* a resistere, quindi facciamo una chiamata a tutte le persone solidali a raggiungerci per preparare insieme la resistenza e la mobilitazione contro lo sgombero. È benvenut* chiunque abbia voglia di supportare il posto, chi lo ha attraversato negli anni, chi ha portato avanti le lotte che qui hanno trovato complicità, tutte le compagne e i compagni che pensano che se vogliono sgomberare uno spazio anarchico occupato da 20 anni gli deve costare caro.
In tutti questi anni di occupazione Villa Vegan ha ospitato compagni e compagne da tutto il mondo, ha dato supporto logistico a tanti progetti autogestiti, in particolare quelli della scena punk hardcore, e a tantissime lotte, tra le quali quelle anticarcerarie e la solidarietà alle prigioniere e ai prigionieri, ecologiste e per la liberazione animale, contro il razzismo ed i CIE (rinominati poi CPR), transfemministe queer e contro la violenza di genere, antifasciste; lotte che rifiutano i rapporti con le istituzioni e sempre in opposizione al sistema capitalistico e allo Stato.
Con gli sgomberi degli spazi occupati, l’interminabile cementificazione, le retate contro le persone migranti, irregolari e indesiderate di ogni tipo, la riqualificazione” dei quartieri, la crescente militarizzazione e sorveglianza delle strade, vogliono trasformare i luoghi in cui abitiamo in città-vetrine utili solo per fare girare l’economia e in dormitori per chi è inserit* nel ritmo di produzione e consumo, chiudendo sempre più ogni spazio possibile di resistenza. Per questo
motivo ogni sgombero non riguarda soltanto il posto specifico che viene attaccato ma il piano più generale di controllo sociale da parte del potere politico ed economico, e va contrastato. [Read More]
Montreuil/Parigi (Francia): apertura de l’Écharde
Lunedi 1 ottobre 2018, mentre gli/le artist* del “Jardin d’Alice” erano in procinto di restituire saggiamente le chiavi dell’immobile in rue Garibaldi n°19 à Montreuil (periferia Est di Parigi, ndt), una trentina di persone sono venute per mettergli i bastoni fra le ruote occupando l’edificio. Dopo aver sorvegliato e protetto questo posto per 3 anni, il collettivo doveva restituirlo al gigante dell’immobiliare Nexity che gestisce l’edificio per conto dell’ EPFIF (Ufficio Pubblico Fondiario della régione Ile-de-France). Mentre lo stato cerca di svuotare di senso le lotte dei “mal-logé.é.s” (persone abitanti in pessime condizioni e in alloggi inadeguati, ndt) facendo firmare delle convenzioni di occupazione precaria (conventions d’occupation précaire) a degli artisti come a degli zadisti (abitanti delle Zad, Zone da Difendere), mentre i comuni di sinistra sventolano le requisizioni di immobili per raccimolare qualche voto, noi, come altr*, occupiamo. [Read More]