Brulotti

Volontarismo

Free-lancer [Luigi Galleani]
 
«Prima la volontà,
 poi la forza,
 infine la vittoria»

Multatuli
 

Non lasciatevi ingannare dal titolo. Non vuol essere una disquisizione filosofica, questo mio articolo. Metto in discussione un problema indubbiamente vecchio, a cui la guerra dà forza nuova e nuovo sapore di attualità. Si tratta di indagare se la volontà è un fattore rivoluzionario. In termini più espliciti: se è vero che i fatti storici sono ferreamente concatenati, se essi sono determinati e diretti da una legge naturale di causalità meccanica, che non ammette eccezioni; se il «salto» è o no possibile nel corso della storia, se la volontà umana può o no con un audace atto di violenza, imprimere allo sviluppo storico della società un indirizzo nuovo, creare un nuovo ordine di cose, sovvertendo i rapporti sociali esistenti.

Brulotti

Il commercio

Edward Carpenter
 
«Egli (Vespasiano) s'era messo in un affare, vergognoso anche per un semplice cittadino, 
comperando gran quantità di merci e• rivendendole con grande guadagno».
Svetonio
 
Io credo che il carattere speciale della nostra età commerciale, nel suoi lati buoni e cattivi, possa esser studiato meglio sul mercato che altrove.
Quando la prima volta mi trovai con dinanzi la mia propria merce, a rivendere al pubblico frutta, patate, rose e lamponi coltivati da me, fu come se si squarciasse un velo avanti ai miei occhi! Ero stato spesso prima d'allora al mercato, ed ero abituato, lo dico con ritegno, a considerare il negoziante come la personificazione della cattiveria e dell'astuzia insieme, come persona che complotta coi suoi colleghi per derubare il pubblico e profittare della sua inesperienza. Ma quando io stesso mi trovai nel novero dei commercianti e nel loro ambiente, guardai la situazione in modo del tutto diverso.
Brulotti

Darwin tra le macchine

Samuel Butler
 
Tuttavia, giorno dopo giorno le macchine stanno guadagnando terreno su di noi; giorno dopo giorno stiamo diventando sempre più asserviti nei loro confronti; un maggior numero di uomini vengono quotidianamente legati come schiavi per badare ad esse, dedicano quotidianamente le energie della loro intera vita allo sviluppo della vita meccanica. Il risultato è semplicemente questione di tempo, ma il fatto che verrà il momento in cui le macchine avranno la vera supremazia sul mondo e sui suoi abitanti è qualcosa che nessuna persona di pensiero veramente filosofico può mettere per un attimo in discussione.
La nostra opinione è che si debba da subito dichiarar loro una guerra mortale. Tutte le macchine di ogni tipo devono essere distrutte da chi sostiene la propria specie. Che non venga fatta alcuna eccezione, non venga mostrata nessuna pietà...
Intempestivi

Nessuna richiesta, nessun dovere

 

Ci sono rimasti male, proprio male. Il governo non ha accolto le ragioni degli oppositori come si deve al Tap, il mega-gasdotto che dovrà far passare anche in Italia il gas azero. Il Tap si può e si deve fare, magari non perché quel gas sia effettivamente indispensabile, ma di sicuro perché l'Italia non può permettersi di pagare le penali previste in caso di non adempimento di certi obblighi contrattuali. Non è una motivazione fantastica? Sì, il progetto è inutile e nocivo, ma dato che fare la cosa sbagliata è più economico che fare la cosa giusta, tanto vale continuare a fare la cosa sbagliata fino in fondo! Ragionamento politico-contabil-burocratico per altro già usato per il Tav e che ha già scatenato i contro politici-contabili-burocrati di movimento, i quali calcolatrice alla mano e comma in bocca accatastano precisazioni su precisazioni...
Ma oggi in Salento non è ancora il giorno di fare i conti. Oggi è il giorno della delusione e della rabbia.
Brulotti

La vita e i principi

Volin
 
C'è un solo caso — ipotetico — in cui mi vedrei costretto a rinunciare momentaneamente ad ogni giudizio, ad ogni critica sull'atteggiamento dei compagni della CNT e della FAI; vale a dire se tutti i compagni spagnoli, senza eccezione alcuna, fossero d'accordo sull'inevitabilità degli inizi, e sulla necessità assoluta delle «concessioni» compiute e confessate; fronte unico con organismi politici e riformisti, partecipazione al governo, comando unico, accordi con il governo stalinista, ecc. ecc. In questo caso sarei costretto a dirmi: «poiché tutti laggiù sono d'accordo, deve esserci davvero qualcosa di eccezionale, straordinario, imprevisto ed imprevedibile, che supera le nostre miserabili “tre dimensioni”, il nostro povero giudizio umano, il nostro pensiero e la nostra verità. Quindi, guardiamoci dal giudicare e criticare prima di stare sul posto e di poter constatare il sovrannaturale della situazione...».
Brulotti

In ogni azimut

 

Cosa c’è di più conturbante del riflesso di un cielo carico di uragani su un mare mosso? Gli occhi spalancati. Di una foresta autunnale con mille sfumature illuminate dalle fiamme che danzano sulla pala eolica industriale? Imperturbabili. Della cura impiegata nel far germogliare una collera implacabile contro la macabra normalità di un mattatoio industriale? Con determinazione. Delle ombre che si aprono un varco nella notte dei corpi addormentati, lasciandosi alle spalle le ceneri della reclusione? Senza esitazione. Di una montagna lacerata che si tinge coi colori di ostinati sabotaggi piuttosto che del minerale che le viene estratto? Avanzando. Di un campo sportivo per cravatte ed uniformi rivoltato e trasformato nell’area di un altro gioco per contrastare le frontiere? Con immaginazione. Del sordo grido del vetro che si crepa senza il mormorio del minimo rimpianto per le famiglie delle vetrine? Furtivamente. Del covo troppo banale da cui si dipanano i lacci tecnologici che finisce per essere scovato e carbonizzato? Con attenzione. Della diffusione di attacchi distruttivi contro mille ingranaggi che abbiamo proprio sotto il naso? In ogni azimut.
Brulotti

Goebbels è vivo

 
Ogni orrore ha il suo glossario burocratico.
Ogni forma di dominio, per rendere invisibile il sangue che versa, deve piegare e distorcere le parole incaricate di esprimere la realtà fino a far loro acquisire la falsità necessaria per dissimulare le infamie commesse.
Da qui l'uso ed abuso di neologismi e metafore dall'effetto anestetizzante.
L'esempio storico più celebre, ed al tempo stesso famigerato, è senza dubbio quello fornito dalla propaganda nazista, di cui riportiamo qui alcuni indicativi esempi.
 
Gli ingegneri di anime non sono scomparsi con la caduta del nazismo, anzi, si sono moltiplicati. Oggi si trovano ovunque, dai ministeri delle grandi metropoli alle amministrazioni comunali delle piccole città.
E il loro compito rimane lo stesso...
Brulotti

Il nemico di sempre

Se un giorno morirà l’anarchismo, accadrà perché gli stessi anarchici l’avranno ucciso. Un’affermazione forte, certo, ma se ci riflettiamo un po’, non così priva di significato. Gli avversari dell’anarchia, dallo Stato ai capitalisti, dai preti ai vari autoritari, possono ferirla, anche gravemente, ma non sono mai riusciti a eliminarla. Forse a causa dell’attrazione irresistibile che essa esercita sulle anime ribelli, sui refrattari all’ordine, sugli assetati di vendetta e di libertà, forse perché l’idea che sta nel cuore, anzi no, che è il cuore dell’anarchismo – ovvero, che l’autorità è nemica della libertà, l’origine di ogni sofferenza e di ogni oppressione – non cessa di emergere in quella infame prigione che è la società umana moderna. In ogni caso, due secoli di repressioni feroci, di fallimenti di rivoluzioni e di insurrezioni, di tradimenti, non hanno spedito l’anarchismo «al museo della storia umana», come avrebbero sperato i suoi detrattori corazzati di «realismo» e di «dialettica storica». Il nostro nemico, il potere in tutte le sue forme, è potente, forse perfino più potente che mai, ma l’anarchismo non morirà finché ci saranno anarchici che l’incarneranno attraverso la lotta, che lo custodiranno, che lo ameranno.

Intempestivi

Non svegliar lo schiavo che dorme

«Mi piace chi ha idee diverse dalle mie ma le esprime rispettosamente, chi invece muove le mani prende a calci e tira bombe non è un anarchico è un cretino, un delinquente che deve passare qualche giorno in galera soprattutto perché ha disturbato la gente di Ala che doveva dormire tranquilla»
Matteo Salvini, 14 ottobre 2018
 
È questo l'ultimo rutto del Bullo degli Interni, lanciato per digerire l'esplosione avvenuta un paio di notti fa ad Ala, nel Trentino, ai danni della locale sede della Lega. Atteso l’indomani proprio in quel paesino per un comizio elettorale, il leader del Carroccio non ha apprezzato il rumoroso benvenuto. Dalle sue parole pare di capire quali siano i due bocconi che proprio non gli sono andati giù.
Il primo è la sfacciataggine di chi lo ha aspettato per contendergli sotto il naso l'uso della forza. Infatti, per le questioni interne, il compito di esercitare il monopolio della violenza — prerogativa e fondamento dello Stato — è affidato proprio all'inquilino del Viminale.
Contropelo

Smarriti tra gli specchi

 
«I nostri nemici disegnano il nostro volto.
Questa verità spaventa»
 
In linea di massima, ciò che siamo ha ben poco di spontaneo e naturale. È anzitutto il risultato del secolare condizionamento imposto dall’organizzazione sociale dominante. La società in cui viviamo — autoritaria, capitalista, tecno-industriale — produce le persone di cui ha bisogno. Ne progetta il modello, le fabbrica in serie, ne formatta la mentalità, concedendo tutt’al più una diversificazione di tonalità (purché registrata). Lo scopo è quello di produrre il genere di persona di cui questa società ha bisogno per funzionare, ovvero il cittadino sottomesso, conformista, che crede ai miti necessari allo Stato («democrazia», «lavoro», «progresso»).
Ma poiché a nessuno piace considerarsi un automa, tutti credono di esseri autonomi.
Brulotti

Avremmo dovuto chiedere scusa?

Jean-Paul Michel
 
Come si può pensare di dover presentare delle “scuse” tardive — o anche solo formulare dei “rimpianti” — per l’ardente cammino alla cieca, per la febbre che è stata?
Per non aver desiderato che bellezze di fuoco e fratellanze mai osate — con un pauroso disinteresse (mai più ritrovato) da parte di tutti nei confronti di tutti i poteri?
Per ingenuità di questo calibro, bisogna senz’altro pagare. Siamo venuti a più miti consigli.
Ma, per essere state sognate, potrebbero mai cessare d’essere bellezze, fratellanze, dispendio senza calcolo — anche se in effetti avessimo ignorato tutto del mondo in cui pretendevano di avere un valore?
Intempestivi

La legge è legge!

«Che si tratti di dare esecuzione ad un ordine di ripristino dei segni di confine tra mondi miserrimi, o di assicurare alla giustizia il più spietato boss d'una cosca sanguinaria, la discrezionalità amministrativa cessa: altrimenti, per dirla con Blaise Pascal, “non rendendo forte la Giustizia, si finirebbe per rendere giusta la Forza”».
 
Così si è espressa la Cassazione nella sua sentenza n. 24198, emessa il 4/10/2018, stigmatizzando l'inerzia del Ministero degli Interni nell'attuare gli sgomberi di decine di alloggi occupati a Firenze verso la metà degli anni 90 dal “Movimento di lotta per la casa”. All'epoca la Procura di Firenze accolse le denunce dei proprietari di quegli immobili e diede subito ordine di sgombero, ma questo venne eseguito solo dopo anni. Un ritardo dovuto a motivi di «ordine pubblico», ovvero al timore che simili provvedimenti scatenassero la rabbia di chi non aveva un tetto sulla testa.
Brulotti

Raccontami una storia

 

Quello che segue è un articolo reperito in rete in cui viene spiegato significato e funzione di un concetto solitamente chiamato storytelling aziendale, corporate storytelling o storytelling management. Purtroppo, nel corso del suo scaricamento, il testo è stato infettato da un virus che ne ha modificato qua e là alcuni vocaboli e passaggi. Poca cosa, sia chiaro, nulla di fondamentale. Confidiamo nell'intelligenza dei lettori, i quali saranno senz'altro in grado di capire comunque il senso del testo.
 
Il termine storytelling è formato da due parole inglesi: story e telling...
Brulotti

Ombre

In questa epoca di insignificanza generalizzata, ciò che non viene nominato non esiste. Addirittura ciò che viene surrogato dai media diviene verità incondizionata. In esso sta la grande potenza del linguaggio mediatico da circo: il fatto diventa propaganda perché la propaganda è il fatto nell'era tecnologica.

Le notizie volano veloci. Si susseguono costantemente, anche sui canali cosiddetti di controinformazione. La sofferenza sta nel non sapere più cogliere il significato. La riflessione, la quale abbisogna di tempo e spazio, perde di senso perché non c'è più tempo e non si trova più spazio per riflettere. Ormai, come nel mito, la suggestione ha preso il posto della riflessione.
Se ci fermiamo a riflettere su qualche fatto accaduto quest'anno, l'insignificanza assume la forma di una sibillina conferma.
Brulotti

Bulli e pupi

Chissà se a partire dal 2021 l'italica gioventù tornerà effettivamente a giurare fedeltà alla bandiera. A detta del Bullo degli Interni sarebbe un bene, perché «così almeno si impara un po' di educazione che i genitori non sono in grado di insegnare» e inoltre si contrasterebbero «i rigurgiti razzisti». Già, infatti a lui un anno di leva cosa ha insegnato?
«Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani; son colerosi, terremotati, voi col sapone non vi siete mai lavati»
«Carrozze della metro solo per milanesi»
«Bisogna salvare chiunque in mezzo al mare, ma poi riportarlo indietro. Bisogna scaricarli sulle spiagge, con una bella pacca sulla spalla, un sacchetto di noccioline e un gelato»
«Se un figlio cresce con genitori o un genitore gay, parte da un gradino più sotto. Parte con un handicap»
«Quando saremo al governo polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città. La nostra sarà una pulizia etnica controllata e finanziata»
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