Nello scenario commerciale delle città del Ventunesimo secolo, dove stanno rapidamente cambiando gli assetti di negozi e centri commerciali, un ruolo importante è giocato dai temporary shop, i negozi concepiti per avere una durata temporanea, spesso due settimane, per adempiere alla duplice funzione di punto vendita e di strumento di comunicazione. Di questo inedito format, le cui prime prove si sono viste alla fine degli anni '60 in Giappone, si è occupato approfonditamente Massimo Costa, esperto di moda e retail, fondatore di Assotemporary, associazione leader nel settore dei Temporary Spaces. Recentemente Costa ha pubblicato il libro Temporary Shop: per vendere e farsi conoscere (in tempo di crisi), edito da Franco Angeli. Il volume comprende una sezione storica che prospetta le varie tappe dell'evoluzione dei negozi a tempo nel mondo, e soprattutto delinea una serie di metodologie e di strategie commerciali per far funzionare al meglio le varie tipologie di temporary shop, siano essi dislocati nel centro città nelle stazioni o nei centri commerciali. Particolarmente interessante il capitolo sulle prospettive del temporary shop, una tendenza che implica anche la definizione di nuove professionalità.
Massimo Costa, Temporary Shop: per vendere e farsi conoscere (in tempo di crisi), Franco Angeli, 140 pp., 19 euro.