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Luigi Ghirri, il paesaggio dell'architettura

Apre oggi alla Triennale di Milano “Luigi Ghirri. Il paesaggio dell'architettura”, retrospettiva dedicata a un aspetto meno noto della produzione del grande fotografo emiliano. Sonia S. Braga

In pochi hanno saputo raccontare per immagini l'identità, gli spazi e le trasformazioni del paesaggio italiano come il fotografo Luigi Ghirri.

E ora, in occasione della Milano Arch Week, la Triennale gli rende omaggio con una grande retrospettiva che pone l'accento sul suo legame con l'architettura. Una storia che inizia nel 1983 con la collaborazione alla rivista «Lotus International», introducendo un rapporto di studio e ricerca sull'identità dei luoghi durato quasi un decennio.

Curata da Michele Nestasi, la mostra "Luigi Ghirri. Il paesaggio dell'architettura" presenta oltre 350 fotografie tra stampe originali e immagini proiettate, molte delle quali inedite, provenienti dall'archivio di Lotus e della Triennale di Milano.

L'architettura e il paesaggio sono i soggetti privilegiati dell'obiettivo maturo del fotografo: «un luogo del nostro tempo, la nostra cifra epocale».

Il risultato di questo lavoro sul significato dei luoghi è un corpus fotografico che spazia dagli interventi di singoli architetti (fondamentale il rapporto con Aldo Rossi) alle esposizioni alla Triennale di Milano, fino a progetti editoriali come Paesaggio italiano (1989), concepito da Ghirri come un vero e proprio libro d'autore, per arrivare agli anni '90, con la sezione fotografica di Atlante metropolitano, sul tema della città e della metropoli contemporanea.

Per apprezzare il lavoro di Ghirri in ambito editoriale e critico la mostra propone anche una selezione di pubblicazioni che documentano le origini e i committenti del suo lavoro in ambito architettonico. L'allestimento, ideato dallo studio milanese Calzoni Architetti - Sonia Calzoni, ricrea un paesaggio unitario dai confini sfumati, con neon colorati a indicare le sette sezioni tematiche che compongono il percorso espositivo.

Qui gli scatti di piccolo formato di Ghirri, sono sospesi su alti piedistalli e sulle pareti di una "gabbia" ispirata all'installazione di Achille Castiglioni per la Triennale dell'86, immortalata proprio dagli scatti del fotografo. Non solo. L'intenso lavoro curatoriale svolto da Ghirri racconta come egli non si limitasse a fotografare, ma fosse uno dei protagonisti più attivi della fotografia italiana, riconoscendo il lavoro di altri fotografi e promuovendo una nuova visione della realtà - oltre il puro approccio documentario - che avrebbe segnato la scuola di paesaggio italiana nata proprio negli anni '80.

In mostra c'è anche il servizio fotografico del 1988 sulle opere di Jože Plečnik di sistemazione del lungofiume di Lubiana: la sezione si intitola "Il percorso" perché Ghirri ha documentato il lavoro dell'architetto lungo un ampio tratto della Ljubljanica, restituendolo come un progetto unitario costruito su una sequenza di episodi. Si tratta di un soggetto meno conosciuto che ben rispecchia l'attitudine narrativa del fotografo emiliano.

In chiusura del percorso, entro uno spazio marcatamente immersivo, si susseguono cinque proiezioni di grande formato.

 

"Luigi Ghirri. Il paesaggio dell'architettura"

Triennale di Milano

viale Alemagna, 6

Milano

dal 25 maggio al 26 agosto

Orari: da martedì a domenica; 10.30-20.30

www.triennale.org