Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in tedesco il 23 gennaio 2013 e in inglese il 24 gennaio 2013
La corsa alle elezioni politiche italiane del prossimo mese
è dominata dalla discussione sulla messa in opera di ulteriori
misure di austerità. Il non eletto governo di Mario Monti,
sorto dalla pressione dei mercati finanziari nel novembre 2011,
ha lavorato sistematicamente al fine di smantellare tutte le conquiste
raggiunte dalla classe lavoratrice nel dopoguerra e rendere certo
che questa stessa classe paghi il conto della crisi bancaria
Già dopo poche settimane dalla sua nomina, il governo Monti
ha presentato un pacchetto di tagli del valore di 30.000.000.000:
decurtamenti delle indennità sociali, aumento dell'età
pensionabile da 58 a 66 anni entro il 2018, innalzamento del numero
di anni che un lavoratore deve pagare al sistema pensionistico
per ricevere la pensione da 35 a 42 anni . L'indennizzo per l'inflazione
è stato rimosso dalla maggior parte delle pensioni. L'IVA
è stata aumentata del 2 per cento, colpendo duramente le
fasce di retribuzione più bassa, e vari aumenti di tasse
hanno causato un marcato aumento del costo del carburante.
Nel corso dell'anno successivo è stata reintrodotta la
tassa sulla prima proprietà, questo ha spinto i costi di
proprietà per le famiglie a più del 30 per cento
della loro spesa totale. L'articolo 18 della legge del lavoro
del 1970, una conquista delle lotte militanti degli anni '60,
è stato modificato per consentire alle imprese di licenziare
senza giusta causa.
Poi, durante l'estate, Monti ha introdotto un ulteriore pacchetto
di austerità, i tagli al bilancio dello Stato ammontano
a 4.500.000.000 per entro la fine dell'anno e ulteriori
tagli di 21.500.000.000 sono programmati per i prossimi
due anni. Il piano finanziario di Monti del mese di dicembre riduce
le tasse sui salari, versati dai datori di lavoro, e comporta
tagli al finanziamento dell'assistenza sanitaria.
Tutti i partiti concorrenti alle elezioni sono d'accordo con l'imporre
ulteriori misure di austerità.
Il costo della vita della famiglia media è già cresciuto
di quasi 2.500 l'anno. La catastrofe sociale si presenta
a milioni di persone, in un periodo di continua contrazione economica,
con una produzione industriale ridotta di circa il 25 per cento
rispetto a cinque anni fa.
Il tasso ufficale di disoccupazione del mese di novembre dichiarava
un 11,1 per cento della popolazione senza lavoro. Tuttavia, secondo
queste stime, solamente il 57 per cento della popolazione ha un'occupazione.
Se contiamo le persone che hanno lasciato la forza lavoro, il
numero dei disoccupati si situa fra 3 e 5 milioni di individui
. Dei giovani fra i 15 e i 24 anni, circa il 37,1 per cento non
ha lavoro. Di questi, solo il 10,6 per cento è in cerca
di lavoro, il che indica una crisi ancora più profonda.
Nello scorso febbraio Monti ha detto che i giovani lavoratori
"si abituino a non avere più il posto fisso. Che monotonia.
E' bello cambiare e affrontare le sfide " ha aggiunto sprezzante.
Vi è un carattere regionale alla crisi. La scorsa estate,
l'Istat ha riferito che nel sud del paese, solo il 44 per cento
della popolazione tra i 15 e i 64 anni e il 14 per cento dei giovani
tra i 15 ei 24 anni aveva lavoro retribuito. La Sicilia ha registrato
un tasso di disoccupazione generale del 25 per cento nel mese
di settembre, con un dato ufficiale di disoccupazione giovanile
del 50 per cento.
In estate è stato reso noto che 10 città si trovano
di fronte al fallimento. Il taglio dei finanziamenti regionali,
che nel secondo programma di austerità ha accompagnato
la dissoluzione di 64 delle 107 province, ha peggiorato la crisi.
Molte delle città a rischio sono nel sud. L'intera Sicilia
è minacciata da bancarotta.
Secondo i dati dell' Organizzazione per la Cooperazione Economica
e lo Sviluppo (OCSE), nel 2009 l'Italia ha stanziato solo il 4,9
per cento del PIL per l''istruzione. Tra i 31 paesi più
ricchi esaminati dall'OCSE, solamente la Repubblica Ceca, l'Ungheria
e la Slovacchia hanno speso meno. Secondo la CGIL le ultime proposte
di austerità taglieranno un ulteriore 182.000.000
a carico del bilancio delle scuole. C'è stata un'ondata
di occupazioni studentesche che protestavano lo stato delle scuole.
Proteste simili sono scoppiate a causa dei progetti di taglio
di 1.000 posti letto negli ospedali di Roma. Le misure di austerità
hanno tolto circa 1 miliardo al sistema sanitario della
città. Il governo locale ha dichiarato che il suo settore
pubblico dell'ambito sanitario è attualmente affetto da
un deficit di 9.750 milioni . E' probabile che per raggiungerà
i 15 miliardi di euro entro la fine di quest'anno.
Dati che Eurostat ha pubblicato un anno fa indicano che i salari
medi italiani erano già tra i più bassi dell'Unione
Europea (UE). Il rapporto, basato sui dati del 2009, mostrava
un salario medio annuo di 23.406, a mala pena la metà
di quelli del Lussemburgo ( 48.914) o dell'Olanda (
44.412). Nel 2009, quando l'impatto della crisi finanziaria incominciò
a farsi sentire, il salario medio in Italia era inferiore a quello
della Grecia sconquassata dalla crisi ( 29.160) e della
Spagna ( 26.316), e sale molto più lentamente che
in quasi tutti gli altri paesi.
Ci sono stati rinnovati inviti a una più drastica contrazione
dei salari. La scorsa settimana, Mickey Levy, capo economista
della Bank of America, ha dato un avvertimento, "Alla fin
fine i lavoratori in Italia ... dovranno rendersi conto che tutte
le componenti degli alti salari del passato non sono sostenibili
e devono diminuire."
Una relazione dell'UE di questo mese in materia di disoccupazione
e sviluppo sociale ha sottolineato l'"elevato rischio",
per molti italiani, di cadere nella "trappola di una enorme
povertà" con il peggioramento della crisi economica.
Osservatori stanno già notando un aumento della povertà
infantile. Secondo la Fondazione L'Albero della Vita, 653.000
bambini italiani vivono in uno stato di assoluta povertà,
una condizione che li priva di ogni bene e servizio necessari
per uno standard di vita minimo accettabile. La maggior parte
di questi bambini vivono nel sud.
Dopo la messa al bando della politica di governo di intercettare
i migranti e consegnarli alle autorità libiche, i migranti
che si qualificano per lo status di rifugiato sono costretti a
condizioni abiette. Gli investigatori del Consiglio d'Europa hanno
fatto rapporto su un edificio abbandonato, alle porte di Roma,
contenente 800 profughi dell'Africa orientale. C'è un bagno
per ogni 100 abitanti, e i medici segnalano allagamenti, frequenti
malattie infettive ed elettricità intermittente, presa
da un collegamento illegale.
Ai rifugiati vengono assegnati a caso i permessi di soggiorno
a Roma, impedendo loro di avere accesso alle scuole locali o assistenza
medica. Bihirddim Abdellah, un giovane rifugiato sudanese di 29
anni, che vive in quell'edificio da cinque anni, ha detto alla
stampa, "Non abbiamo alcun diritto, e, a parte il lavoro
manuale occasionale, non c'è lavoro".
Le comunità Sinti e Rom continuano ad essere sfrattate
con la forza dalle loro locazioni e vengono costrette a vivere
in campi di segregazione. Un campo alle porte di Roma detiene
1.100 zingari all'interno di una recinzione metallica con telecamere
di sorveglianza. Le autorità cittadine lo descrivono come
"villaggio attrezzato".
L'anno scorso, l'Istat e il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali
ha condotto il primo studio sulle persone senzatetto che utilizzano
mense e rifugi notturni nei comuni maggiori. Quasi due terzi (62
per cento) dei 50.000 senza dimora è diventato tale dopo
aver perso il lavoro. Il 22.3 per cento aveva perso il lavoro
per licenziamento o chiusura della ditta che li impiegava, per
il 14.3 per cento la perdita del lavoro era stata causata dal
fallimento di un'attività in proprio. Solo il 6,7 per cento
dei senzatetto non aveva mai lavorato. Più della metà
dei senzatetto erano lavoratori migranti, prevalentemente rumeni,
marocchini e tunisini.
Dal 2008 i suicidi sono in crescita costante. Secondo l'istituto
di ricerca sociale EURES, ci sono stati nel 2010 in media almeno
due suicidi al giorno collegati a cause finanziarie, quando 362
persone disoccupate e 336 imprenditori si sono suicidati.
Lo scorso aprile, dozzine di mogli e familiari dei suicidi per
cause economiche-le cosidette "vedove bianche"-hanno
marciato in segno di protesta a Bologna. La marcia era guidata
da Tiziana Marrone, il cui marito disoccupato, l'artigiano Giuseppe
Campaniello si era dato fuoco davanti all'ufficio delle imposte
della città. Campaniello ha lasciato un biglietto che diceva:
"Caro amore mio, stamattina sono uscito presto e ho avuto
paura di svegliarti, oggi è una brutta giornata. Ti voglio
tanto bene. Chiedo scusa a tutti "
Le vedove bianche di Bologna protestavano contro la mancanza di
supporto per le famiglie in preda alla disperazione, confrontate
dalla disoccupazione, dal fallimento e dall'impossibilità
di rimborsare i prestiti. La pressione sta crescendo con l'aumento
dei prezzi, le multe fiscali, gli interessi maturati su imposte
non corrisposte, i pignoramenti, gli sfratti e i licenziamenti.
Suicidi sono stati riportati nel nord industriale e in tutto il
settore delle costruzioni. Nelle settimane prima della marcia
sono stati segnalati suicidi a Firenze, Napoli, Roma, Catania
e Sardegna.