Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in tedesco e in inglese il 22 aprile 2013
Sabato 20 aprile una seduta comune del Parlamento italiano
ha posto fine allo stallo politico verificatosi da una settimana,
eleggendo l'87enne Giorgio Napolitano ad un altro mandato presidenziale
Napolitano è stato eletto con 739 voti su 1.007.
Napolitano ha ricevuto la maggioranza dei voti necessari al
sesto scrutinio, dopo l'esclusione di una serie di altri candidati
negli scrutini precedenti, caratterizzati da aggressive lotte
intestine fra e all'interno dei principali schieramenti politici.
Il presidente in carica, il cui mandato scade il 15 maggio, ha
deciso di accettare la rielezione dopo ferventi appelli da rappresentanti
del campo di centro-sinistra guidato da Pier Luigi Bersani, del
campo del centro-destra di Silvio Berlusconi e dall'alleanza elettorale
guidata dal primo ministro ad interim, Mario Monti.
Napolitano, la cui carriera politica iniziò nel Partito
Comunista alla fine della seconda guerra mondiale, ha svolto un
ruolo centrale nell'applicazione delle politiche di austerità,
che hanno ricevuto un enorme pollice verso dagli elettori nelle
elezioni parlamentari del 25 febbraio. E' stato Napolitano che
ha dato il sigillo di approvazione per la sostituzione di Berlusconi
con Monti a capo di un governo tecnico nel novembre 2011. Il governo
Monti ha continuato a implementare vigorosamente la tornata più
recente di misure di austerità dettate dall'UE.
In linea generale si pensa che Napolitano abbia dato il suo
accordo, a un ulteriore mandato come presidente, a condizione
di una cooperazione tra il popolo della Libertà (PdL) di
Berlusconi e il Partito Democratico (PD) nella formazione di un
nuovo governo. I due campi non erano stati in grado di formare
un governo nel corso delle ultime otto settimane a causa della
resistenza all'interno del Partito Democratico ad instaurare una
collaborazione con Berlusconi.
Se la richiesta di Napolitano viene soddisfatta, nonostante
il massiccio voto contro l'austerità nelle elezioni parlamentari
di febbraio, la politica italiana sarà dominata dalle stesse
politiche economiche. Sia Berlusconi che Bersani avevano dato
il loro supporto al governo Monti, fino a quando Berlusconi ritirò
il suo appoggio alla fine dell'anno scorso, a causa del suo coinvolgimento
in numerosi casi giudiziari.
La forma precisa della nuova versione del precedente governo
rimane incerta. Una possibilità è un altro governo
tecnico, guidato da un giurista o da un esperto finanziario indipendente.
Dopo la sua partecipazione alle elezioni di febbraio, in qualità
di capo della sua alleanza elettorale, Monti stesso non è
più eleggibile a dirigere tale governo di "esperti".
E' possibile anche un governo guidato da un candidato del Partito
Democratico, sia in una coalizione con Berlusconi o in base al
suo sostegno. Pier Luigi Bersani si è dimesso da presidente
del PD venerdì, dopo il fallimento di due dei suoi candidati
presidenziali ad ottenere sufficiente sostegno da parte dei legislatori
del suo stesso partito.
Ci sono diversi candidati, per l' incarico di capo del governo,
all'interno del profondamente diviso Partito Democratico. In particolare,
il 38enne sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non ha fatto mistero
delle sue ambizioni.
Il Movimento 5 Stelle guidato dal comico Beppe Grillo, che
ha ottenuto il 25 per cento dei voti e sorprendentemente è
emerso come il più forte partito unico alle elezioni parlamentari,
ha risposto alla rielezione di Napolitano con forti proteste.
I suoi deputati hanno risposto alle elezioni con urla e fischi
e hanno organizzato una manifestazione davanti al Parlamento.
Grillo ha definito l'elezione, sul suo blog, come "golpe"
da parte della casta politica che cerca di salvare se stessa dalla
distruzione, e ha chiesto una manifestazione di massa di milioni
di persone a Roma.
Grillo finora ha rifiutato di collaborare con i Democratici
o con Berlusconi nella formazione di un governo, ma ha fatto una
serie di aperture al campo di centro-sinistra durante le elezioni
presidenziali.
Mentre gli altri partiti selezionavano e poi eliminavano un
candidato dopo l'altro, il Movimento 5 Stelle è rimasto
fedele al suo candidato, Stefano Rodotà, con Grillo che
ripetutamente sollecitava gli altri partiti a votare per lui.
Il 79enne Radotà è un professore di diritto che
gode di un sostegno considerevole, soprattutto nelle file del
Partito Democratico e dei suoi alleati. Per 15 anni, ha rappresentato
il Partito Comunista e le sue organizzazioni eredi alla Camera
dei deputati.
L'elezione di Radotà, che appariva ben possibile, dopo
il fallimento di diversi altri candidati, avrebbe aperto la strada
a una cooperazione tra il Movimento 5 Stelle e un'ala del Partito
Democratico, con il suo partito alleato, Sinistra Ecologia Libertà
(SEL), che aveva richiesto chiaramente l'elezione di Rodotà.
Grillo è stato in grado di conquistare molti voti nelle
elezioni generali in base alle sue violente invettive contro il
sistema politico e la sua focalizzazione sulla corruzione diffusa
nei ranghi della geriatrica casta politica a Roma, che blocca
le carriere di molti ambiziosi arrivisti più giovani. Grillo
non ha obiezioni alla politica di risanamento del bilancio e ai
tagli sociali ad essa associati. Al contrario, egli ritiene che
una generazione di politici più giovane e fresca potrebbe
applicare tali misure in modo più efficace.
La rielezione di Napolitano può servire solo come un
palliativo a breve termine della crisi politica in Italia e può
essere considerata solo come una soluzione temporanea. Molti osservatori
ritengono che sia altamente improbabile che l'87enne rimarrà
in carica altri sette anni e si aspettano che si dimetterà
appena ci sarà un qualunque segno di stabilità politica.
La continuazione della politica di austerità in corso,
da parte di un governo sostenuto da Berlusconi e dai Democratici,
semplicemente esacerberà la crisi sociale e politica in
Italia, che si trova in una profonda recessione. L'inevitabile
risultato saranno durissimi scontri sociali e lotte di classe.