Il Comitato Internazionale della Quarta Internazionale lancia
un appello ai lavoratori francesi, i giovani e glintellettuali
a boicottare lelezione del ballottaggio presidenziale del
cinque Maggio che oppone il candidato neo-fascista del Fronte
Nazionale, Jean-Marie Le Pen, al presidente conservativo della
Francia, Jacques Chirac.
La svolta elettorale di Le Pen nel primo turno di votazione
ha svelato la continua profonda crisi della Quinta Repubblica
francese. Un ordine politico che produce una scelta tra i due
tali candidati ha perso ogni credibilità. Il proletariato
deve rifiutare questa farsa antidemocratica e prepararsi a mobilitare
la sua forza indipendente contro di chiunque vinca tra i due reazionari.
Perché il boicottaggio sia la risposta politica necessaria
e corretta per la classe operaia al ballottaggio del 5 Maggio?
Perché negherà la legittimità della frode
elettorale e procurerà un modo per convertire la scontentezza
di massa in una efficace azione politica.
Unanalisi del primo turno elettorale chiarisce che una
vasta parte degli elettori francesi furono privati dei loro diritti
elettorali al ballottaggio. Un terzo di tutti gli elettori eleggibili
restarono a casa dal disgusto per tutti i candidati, mentre il
40 percento che hanno votato scelsero partiti che si definiscono
di sinistra. Tra questi elettori, lundici percento votarono
per partiti identificati con la politica socialista rivoluzionaria.
Eppure lelettorato ha soltanto la scelta tra i due candidati
di estrema destra, che allinsieme, hanno ricevuto il supporto
di meno di un quarto degli stessi elettori.
Centinaia di migliaia di lavoratori e giovani francesi hanno
preso alle strade per esprimere la loro opposizione alla politica
anti-immigrante e anti-classe operaia della Fronte Nazionale di
Le Pen, cosi come, il loro odio del sistema dellineguaglianza
sociale e la corruzione politica che fece nascere questo reazionario
movimento politico.
In più centinaia di migliaia di persone marceranno il
primo maggio a Parigi. Questo giorno internazionale dellunità
operaia dovrebbe essere utilizzata per cominciare una vera campagna
di opposizione di classe ai due candidati di reazione borghese
attraverso un boicottaggio dellelezione. Questa non è
questione di una semplice astensione, ma di un proletariato che
inizia a muoversi come una forza indipendente contro tali elementisia
i fascisti sia i gollistiche tentano di fare capro espiatorio
degli immigranti e delle sezioni più oppresse della società.
La campagna allestita dal Partito Socialista, dal Partito Comunista,
dai Verdi e dalle altre sezioni sinistre francesi per sostenere
Chirac nel secondo turno è solo degno di disprezzo. Un
voto a Chirac in nessun modo promuove la lotta contro di Le Pen,
ma soltanto intensificherà il disorientamento politico
che in primo luogo conferì il successo ai neo-fascisti
allelezione.
Il primo turno dellelezione vide la più grossa
percentuale di astensione non vista dal 1958, chiaramente rivelando
lalienazione delle masse enormi della popolazione per gli
entrambi partitigollista e socialistache hanno dominato
la vita politica da decenni. Questi partiti dellèlite
dominante sono diventati in sostanza indistinguibili nella loro
politica e sempre più incapaci di rispondere, o anche comprendere,
lo stato danimo delle masse.
In mancanza di qualsiasi alternativa indipendente dai partiti
che hanno ricavato i loro voti dal proletariato, la Fronte Nazionale
fu capace di intraprendere una campagna populista di destra, attraendo
il piccolo uomo contro il monolitico stabilimento
politico.
Come risultato, Le Pen raccolse il suo supporto non solamente
dalla roccaforte tradizionale della Francia meridionale, ma anche
dalle regioni della classe operaia del settentrione, dove hanno
fornito tradizionalmente la base di supporto al Partito Comunista
stalinista, in cui ha visto i suoi voti crollare da 2.6 milioni
nel 1995 ad appena 960.000.
I pericoli posati dalla crescita di supporto per un partito
neo-fascista in Francia non devono essere sottovalutati. Nel valutare
limportanza dei voti di Le Pen, in ogni modo, è critico
comprendere che i risultati dellelezione rivelano complessivamente
una crisi di fiducia nellorganizzazione politica borghese.
Il quaranta percento di quelli che votarono, hanno respinto
i partiti del governo, raddoppiando il totale del 1988 e 1995,
rivelò Le Monde. Se si aggiunge le astensioni, oggi
tre su ogni cinque elettori hanno respinto i candidati capaci
di condurre un governo. Solo questa cifra significa che oltre
a ciò, il fallimento della sinistra, il successo dellestrema
destra e la fragilità della destra, si sta esprimendo un
rifiuto fondamentale ed allarmante.
I partiti politici e pubblici ufficiali che esigono voti per
Chirac in nome di un referendum contro Le Pen oppure
un plebiscito per la democrazia, stanno tentando di
riaccendere la fiducia popolare nel sistema politico che è
rifiutato da larghe sezioni del popolo francese. Da parte sua,
Le Pen ha accolto la chiusura dei ranghi tra i socialisti e i
gollisti, come prova della sua demagogia reazionaria.
Chirac si è avvolto nel tricolore (francese), proclamando
che la sua vittoria sarà necessaria per salvare lonore
della Francia. È conveniente che un obiettivo dubbioso
sidentificasse con lelezione di un uomo il cui nome
è sinonimo di corruzione e tangente.
Il presidente in carica ha rifiutato di dibattere Le Pen. Affrontato
con intolleranza ed avversione, nessun dibattito sarà possibile,
Chirac dichiarò alla manifestazione della sua prima campagna
elettorale dalla votazione fin del 21 aprile. Nel momento
in cui in passato non ho accettato qualsiasi alleanza con il Fronte
Nazionale... In futuro non accetterò un dibattito con il
loro leader.
Le Pen non ha nessuna difficoltà ad esporre questa ipocrisia.
Egli ha rivelato che Chirac sollecitò proprio tale alleanza
nel 1988, poco dopo il leader del Fronte Nazionale fece la sua
osservazione infame a proposito delle camere a gas naziste paragonandole
ad un piccolo particolare di storia. Come risultato
di questo patto, il leader del Fronte Nazionale incoraggiò
i suoi elettori a votare il secondo ballottaggio per il gollista
RPR.
Chirac possiede altri motivi per evitare un dibattito con Le
Pen. Come tutto il resto della destra francese, egli ha i suoi
occhi puntati sulle elezioni parlamentari che si svolgeranno in
giugno. La sua preoccupazione principale non è di sconfiggere
Le Pen, ma di unificare i partiti di destra per ottenere una maggioranza
parlamentare. A questo scopo lui ha stabilito un nuovo fronte
politico, lUnione per una Maggioranza Presidenziale (UMP),
che garantisce unalleanza della destra e centrodestra.
Chirac non ha alcuna differenza di principi politici con Le
Pen. Chirac sta attento a lasciare la porta aperta in futuro per
collaborare con i neo-fascisti.
Lintero montaggio elettorale è diventato una soffocazione
politica alle masse, offrendo al proletariato nessun mezzo per
esprimere il loro malcontento sociale. I così detti partiti
di sinistraSocialisti e Comunistisostengono la più
gran responsabilità per questa situazione. Offrendosi come
i migliori amministratori dello stato e delleconomia capitalista,
hanno presieduto sulla distruzione dei servizi sociali, sulla
privatizzazione dellindustria e sugli attacchi ai diritti
democratici.
Lesposizione nauseante della codardia politica del Primo
Ministro del Partito Socialista e candidato presidenziale, Lionel
Jospin, che annunciò la sua dimissione entro le ore del
dèbâcle elettorale del suo partito, esemplifica il
fallimento della sinistra ufficiale. La prostrazione
di Jospin a Le Pen lo definisce come un erede politico del leader
Edouard Daladier del Partito Radicale francese, che si dimise
dopo una rivolta fascista del Febbraio 1934, che poi spianò
la strada alla presa di potere fascista nel maggio-giugno 1940.
Un boicottaggio è necessario per iniziare la chiarificazione
politica della classe operaia e controbattere il disorientamento
creato dalla slealtà dei partiti socialisti e comunisti.
Il proletariato, gli studenti e gli intellettuali che si stanno
consumando dalla rabbia sui risultati dellelezione non si
devono lasciare in isolamento, o anche peggio, accerchiarsi nellaiutare
ad eleggere un governo devoto ad attaccare la classe operaia.
Una politica attiva è richiesta per includere un organizzazione
di riunioni, promovendo un boicottaggio, manifestazioni e scioperi
politici.
Quelli che sostengono che un voto a Chirac sia lunica
via per sconfiggere il Fronte Nazionale, semplicemente rivelano
la loro paralisi e il pessimismo. Uno stabilimento politico che
considera tale personaggio come il campione della democrazia mette
in mostra soltanto la sua vera decrepitezza.
Una presidenza di Chirac, con una maggioranza di destra in
parlamento, è chiaramente il risultato preferibile dalle
maggiori sezioni influenti della borghesia francese. Tale governo
porterà a termine una gran parte della loro agenda politica
promossa dal Fronte Nazionale, i cui motti pubblicitari elettorali
di anti-immigrante e di legge-e-ordine, furono ripetuti in gran
misura dai gollisti nella campagna elettorale.
Una sostanziosa sezione dellelettorato, circa lundici
percento, votò per organizzazioni che si proclamano trotskisti
e affermano di promuovere una politica rivoluzionaria. Questi
partiti e i loro candidatiArlette Laguiller del Lutte Ouvrière,
Oliver Besancenot della Ligue Communiste Révolutionnaire,
e Daniel Gluckstein del Parti des Travailleurshanno adesso
la responsabilità di assumersi la richiesta dellelettorato
e condurre seriamente una campagna per il boicottaggio.
Il responso iniziale di Laguiller, in ogni caso, fu completamente
passivo. Nella sua più recente dichiarazione, fece notare
che non vorrebbe chiedere lastensione nel secondo
turno dellelezione presidenziale ed aggiunse che vorrebbe
incoraggiare i lavoratori di non votare per Le Pen, mentre si
rifiuta di unirsi con lalleanza che punta i voti per Chirac.
Questo è un pretesto, non è una politica orientata
a combattere la destra. Laguiller lascia il proletariato incerto
di cosa dovrebbe fare successivamente. La formula di Laguiller
è di lasciar decidere lelettore stesso, ed implicitamente
lo incoraggia a votare per Chirac.
Una politica attiva, sotto forma di un boicottaggio organizzato,
è necessaria per unire il proletariato ed aprire una nuova
via di lotta che veramente contribuirà alla costruzione
di un movimento indipendente di massa socialista.
La classe operaia francese non può trovare una via duscita
dalla crisi politica basandosi in un programma nazionale francese.
Lalternativa proposta dai partiti socialisti e comunistiuno
stato assistenziale burocratizzato senza assistenza socialenon
rappresenta per niente unalternativa.
Contro lo sciovinismo nazionale, la xenofobia e il protezionismo
promossi da Le Penripetuto dalle larghe sezioni della così
detta sinistraa classe operaia deve avanzare il suo programma
internazionale per unire le lotte dei lavoratori in tutta lEuropa,
in difesa dei tenori di vita e dei diritti democratici. Lalternativa
per i lavoratori al Singolo Mercato Europeo delle imprese transnazionali,
è la lotta per gli Stati Uniti Socialista dellEuropa.