Segue un discorso del segretario nazionale del Partito dellUguaglianza
Socialista degli Stati Uniti (SEP) David North, dato alla Michigan
State University ad East Lansing
LOlocausto e la coscienza politica contemporanea
Siamo a poco più di mezzo secolo dal collasso del Terzo
Reich di Hitler, e lumanità continua a cercare di
comprendere e superare leredità dorrori e bestialità
che esso ci ha lasciato. Le scene dei massacri che vennero alla
luce nella primavera del 1945, con lapertura dei campi di
sterminio, sono immagini che non saranno mai cancellate dalla
coscienza umana. Ma di non dimenticare mai i crimini contro lumanità
che furono commessi ad Auschwitz, Treblinka, Bergen-Belsen, Buchenwald,
e Dachau non è sufficiente. È assolutamente necessario
anche comprendere appieno il significato e la portata storica
di quei crimini.
Su questo punto ci si trova di fronte ad un grosso problema:
nonostante tutto ciò che è stato detto e scritto
a proposito dellOlocausto, esso continua a rimanere in un
cono dombra. È vero sì che moltissimi dati
e fatti dellOlocausto sono ormai conosciuti. Possediamo
informazioni molto dettagliate su come i Nazisti organizzarono
ed eseguirono la loro Soluzione Finale, il massacro
di sei milioni dEbrei europei. Ciò nonostante, le
domande più importanti per capire lOlocausto, quelle
sulle sue origini storiche, cause politiche, e infine quella del
suo significato nel contesto della storia del ventesimo secolo,
sono state trattate, con pochissime eccezioni, in maniera inadeguata.
E questo è veramente un fatto intollerabile. La domanda
più ovvia da porsi di fronte al fenomeno dellOlocausto
è perché accadde?, ed è proprio
a questa che è più difficile ad ottenere una risposta.
È fin troppo facile risolvere la questione con largomento
che lOlocausto fu un evento così terribile da sfuggire
a qualsiasi analisi razionale. Se, come disse Adorno, non è
più possibile scrivere poesie dopo Auschwitz, si potrebbe
estendere questa logica per concludere che non è più
neanche possibile aver troppa fiducia nellabilità
dello storico di comprendere le forze che spingono allattività
sociale, o in questo caso antisociale, delluomo. Scienza
storica e teoria politica sembrano essere completamente disarmate
di fronte ad un male così indescrivibile.
Quindi, per coloro che assumono questa posizione, cè
ben poco da imparare con uno studio delle fondamenta economiche,
strutture di classe, e lotte politiche della società europea
e tedesca prima della salita al potere del Terzo Reich. Questapproccio
scientifico-materialista non potrebbe offrire nulla di più
di uno sfondo costituito da fortuite condizioni sociali, su cui
vediamo agire quelle forze del male intrinseche nelluomo,
le quali, dal profondo della sua anima o psiche, emergono inevitabilmente
e spezzano i vincoli morali della civiltà.
Possiamo trovare questa cupa visione della condizione umana
anche in un famoso romanzo degli anni cinquanta. La maggior parte
di voi, sono convinto, conoscono Il Signore delle Mosche
di William Golding, unopera in cui la condizione naturale
umana è proprio il barbarismo. Basta rimuovere un gruppo
ordinario di scolaretti dalle restrizioni normali della civiltà
per vederli regredire nel giro di qualche settimana fino a selvaggi
e omicidi. Questopera misantropica fu il prodotto delle
conclusioni tratte da Golding sulle sue esperienze nella seconda
guerra mondiale. Chiunque abbia vissuto in quegli anni,
scrisse più tardi, senza capire che luomo produce
il male così come unape produce il miele, deve esser
stato o cieco o con una rotella di meno in testa.1
La popolarità del IlSignore delle Mosche
rifletteva la disperazione e lo smarrimento provocato degli orrori
della seconda guerra mondiale. Questo clima fu rafforzato dai
rapporti politici che emersero dopo la guerra. Dopo il 1945, discutere
obbiettivamente il carattere del Terzo Reich divenne ancor più
difficile di prima. Nel clima politico reazionario della guerra
fredda non si riteneva più appropriato discutere, e questo
specialmente negli Stati Uniti, il rapporto esistente tra il fascismo
ed il capitalismo moderno.
Negli anni trenta le persone con una coscienza politica e di
classe, comprendevano che la nascita del fascismo europeo dopo
la prima guerra mondiale fu una reazione diretta da parte della
società capitalista contro i pericoli rivoluzionari posti
da movimenti socialisti di massa dei lavoratori. Gli esempi dellItalia
di Mussolini, della Germania di Hitler, e della Spagna di Franco
dimostravano anche troppo chiaramente che il fascismo era essenzialmente
la mobilitazione controrivoluzionaria dei ceti medi infuriati,
della piccola borghesia contro il movimento socialista dei lavoratori,
negli interessi del capitalismo. Dove il fascismo salì
al potere, la classe operaia cessò di esistere come forza
politica e sociale organizzata.
Negli anni trenta, non era solo il rapporto tra il capitalismo
e il fascismo ad essere compreso da molti. I socialisti avvertirono
ripetutamente che la crisi mondiale delleconomia capitalista
che stava mandando in rovina i ceti medi e stava spingendoli tra
le braccia del fascismo, minacciava sfociare nelleliminazione
fisica degli Ebrei.
Come Leon Trotski scrisse nel 1940: Il periodo del decadimento
del commercio estero e del declino del commercio interno è
allo stesso tempo il periodo della mostruosa intensificazione
dello sciovinismo, e specialmente dellantisemitismo. Nellepoca
della sua ascesa, il capitalismo strappò gli Ebrei dal
ghetto e li utilizzò come strumenti della sua espansione
commerciale. Oggi nella fase di decadimento della società
capitalista, esso cerca di far schizzare la gente ebrea da tutti
i suoi pori; su gli oltre due miliardi che abitano il mondo, diciassette
milioni di individui, cioè meno delluno percento,
non trovano più posto sul pianeta! In mezzo a tratti di
terra sconfinati e di fronte alle meraviglie di una tecnologia
che ha conquistato i cieli e la terra per la razza umana, la borghesia
riesce a trasformare il nostro pianeta in unorrenda prigione.2
Una discussione franca delle vere origini, delle basi di classe,
e degli obiettivi politici del fascismo fu severamente limitata
da parte del governo americano e dei suoi interessi politici,
e ciò risultò nella formazione di un vuoto intellettuale
che rese possibile linfiltrazione di certe concezioni del
fascismo, del Terzo Reich, e dellOlocausto, prive di alcun
senso storico e di rigore scientifico. Ciò ebbe conseguenze
di vasta portata per la coscienza popolare. Rimosso del suo contesto
politico e storico fondamentale, lOlocausto divenne così
incomprensibile. La coscienza pubblica dellOlocausto diventò
sempre più condizionata dai sensazionalismi, dai luoghi
comuni sulla moralità, e dagli strazi esistenzialisti.
A quel punto, se proprio rimanesse possibile ricavare una lezione
da imparare dallOlocausto, questa sarebbe che luomo
è capace, datagliene la possibilità, di una brutalità
orribile, e che credere al progresso umano sia unillusione
dopo il massacro a sangue freddo di sei milioni di persone. In
tal modo lOlocausto divenne un modo per giustificare lo
status quo delle condizioni esistenti, e per deprecare la lotta
per un mondo migliore.
Non voglio qui suggerire che nessun lavoro di valore scientifico
sia stato prodotto negli ultimi cinquantanni. Ci sono stati
invece molti storici che hanno scritto monografie eccezionali
su diversi aspetti del regime nazista e sullOlocausto. Ma
la coscienza pubblica non è stata raggiunta dal lavoro
di questi grandi storici, le cui opere sono lette, specialmente
negli Stati Uniti, solo dagli specialisti nel campo.
E, se mi fosse permesso un commento sul basso livello moderno
di coscienza storica e politica, vorrei anche notare che è
molto raro trovare nella saggistica storica contemporanea un qualsiasi
riferimento agli scritti di Leon Trotski dal 1930 al 1934 sul
tema del nazismo, e ciò a dispetto del fatto che nessunaltra
persona di quel tempo comprese così chiaramente limmensità
del pericolo e del potenziale distruttivo costituito dal fascismo
tedesco.
Le opere che attraggono la più grande attenzione sono
invece proprio quelle che non mettono in discussione, e anzi rafforzano,
i più gretti pregiudizi ed errori. Il libro I volenterosi
carnefici di Hitler, I Tedeschi comuni e lOlocausto
di Daniel Goldhagen, unopera di grandissimo successo e di
infimo livello, ricade proprio in questa categoria.
La tesi di Goldhagen
La tesi principale del libro di Goldhagen si può riassumere
facilmente. La causa dellOlocausto si può trovare
nella mentalità e nelle convinzioni dei tedeschi. Una vasta
collettività nazionale costituita dal popolo tedesco e
motivata da unideologia antisemita unicamente tedesca, eseguì
un atto di carattere fondamentalmente germanico: lOlocausto.
Luccisione sistematica degli Ebrei divenne un passatempo
nazionale a cui parteciparono tutti i Tedeschi che ne avessero
avuto la possibilità.
I Tedeschi uccisero gli Ebrei perché, giacché
tedeschi, erano consumati da un incontrollabile antisemitismo
germanico. Lodio degli Ebrei costituisce la base del modo
di vedere il mondo, del weltanschauung universalmente accettato
dal popolo tedesco.
Le caratteristiche politiche del regime furono solo di importanza
secondaria. Goldhagen insiste che termini quali i nazisti
e gli uomini delle SS sono definizioni inappropriate
che non dovrebbero essere usate per riferirsi agli assassini.
Per Goldhagen lunico, fondamentale rapporto di causa che
esiste tra il Terzo Reich e lo sterminio degli Ebrei sembra essere
il fatto che esso permise finalmente ai Tedeschi di agire, senza
vincoli, da tedeschi, e in maniera consistente con le credenze
tedesche.
Come scrive Goldhagen: Il termine di riferimento più
appropriato, anzi lunico termine generale appropriato per
i Tedeschi che perpetrarono lOlocausto, è semplicemente
quello di tedeschi. Essi erano tedeschi che agivano
nel nome della Germania e del suo leader popolarissimo, Adolf
Hitler (pagina 6).
Tanto per non perdere il filo delle stupefacenti e acute osservazioni
di Goldhagen, non mi lascerò distrarre dal fatto che Hitler
stesso era un austriaco, che esso scopiazzò le sue teorie
razziali dagli scritti di un conte francese del diciannovesimo
secolo, Gobineau, o che il suo eroe politico Mussolini era un
italiano, o che il suo ideologo capo, Alfred Rosenberg, veniva
da una provincia baltica della Russia zarista, o che, infine,
il compagno darmi con cui teneva i più stretti rapporti,
Rudolf Hess, nacque in Egitto.
Invece di riflettere sulle implicazioni di queste contraddizioni
piuttosto imbarazzanti, passiamo rapidamente alle conclusioni
di Goldhagen: Fu lantisemitismo a spingere molte migliaia
di Tedeschi comuni (e ne avrebbe spinti altri milioni,
se le condizioni fossero state quelle giuste) a massacrare gli
Ebrei. Non furono né le difficoltà economiche, né
i mezzi coercitivi a disposizione di uno stato totalitario, né
le pressioni psicologiche della società, né le predisposizioni
psicologiche, ma furono le idee sugli ebrei diffusissime da decenni
in Germania, a causare il fatto che i Tedeschi comuni uccisero
senza pietà e sistematicamente migliaia di uomini, donne,
e bambini ebrei indifesi. (pagina 9)
Impiegando una versione rozza dellepistemologia Kantiana,
Goldhagen afferma ripetutamente che lantisemitismo era una
componente integrale, esistente a priori, dellapparato cognitivo
dei tedeschi: Il credo antisemita, egli scrive, era
fondamentalmente incontestato in Germania. (pagina 33)
La metodologia di Goldhagen
Esaminerò più tardi a che grado gli argomenti
portati avanti da Goldhagen si basino sui fatti. Per il momento,
invece, vorrei fare delle osservazioni sul suo metodo di pensiero
e di analisi.
Il tratto più comune del pensiero volgare è la
sua tendenza a semplificare una realtà complessa e dalle
molte facciate, riducendola a definizione amorfe e uni-dimensionali.
Il pensiero scientifico cerca di identificare ed esaminare tutti
quegli elementi diversi ed antagonistici contenuti in ogni fenomeno.
Esso cerca, dunque, di sviluppare concetti che esprimano accuratamente
la complessità, o la natura contraddittoria, di quella
realtà che è riflessa nella mente dello scienziato.
Il pensiero volgare, invece, si accontenta di vacue generalizzazioni
che ignorano le contraddizioni fondamentali costituenti la struttura
del fenomeno che presuma di analizzare. Queste vuote generalizzazioni
sono conosciute in filosofia come identità astratte, identità
che escludono una qualsiasi differenza interna. Esse sono astratte
nel senso cattivo del termine perché sono delle rappresentazioni
inadeguate della realtà: il mondo materiale non è
fatto di tali fenomeni privi di contraddizioni interne.
Ogni identità racchiude dentro a se stessa
delle differenze. Ecco dunque il difetto fondamentale del pensiero
volgare: esso agisce tramite concetti uni-dimensionali dellordine
più povero, tramite identità astratte che sono incapaci
di fornirci una rappresentazione veritiera e scientifica della
realtà.
Il difetto metodologico del libro del professor Goldhagen è
indicato già dal titolo: I volenterosi carnefici di
Hitler, I Tedeschi comuni e lOlocausto. Fermiamoci qui.
Cosa si intende per Tedeschi comuni? Per coloro che
desiderano un esempio classico di una identità astratta,
eccolo qua. Questa è una categoria così vasta da
essere capace di includere tutti, fatta eccezione, presumibilmente,
per i Tedeschi di origine ebrea. Che cosè, dopotutto,
che fa di un tedesco un Tedesco comune? Sarà
forse una grossa mole e una passione per wurstel e crauti? Saranno
allora i capelli biondi, gli occhi blu, e la tendenza a prendere
il sole nudo? Non sarà mica il talento per il filosofare
più astruso e una passione per panciuti soprani Wagneriani?
Un concetto costruito su tali stupidi e arbitrati stereotipi non
può avere nessun valore scientifico nella cognizione della
realtà oggettiva.
Ma se volessimo provare ad includere nella nostra definizione
delle caratteristiche sociologiche più serie, linutilità
del concetto del Tedesco comune diventerebbe immediatamente
evidente. Nel 1933 la società tedesca era caratterizzata
da una struttura di classi sociali complessa. Questo Tedesco
comune, al tempo dellascesa al potere di Hitler, era
un operaio di fabbrica, un negoziante fallito, un membro demoralizzato
dei lazzaroni, degli strati più bassi della
società, un contadino assillato dai creditori, un proprietario
terriero junker della Prussia orientale, o un magnate dellindustria?
Quando tutti questi elementi provenienti da strati sociali
diversi sono sbattuti assieme e considerati come Tedeschi
comuni, ciò significa semplicemente che questo concetto
non riesce a riflettere gli antagonismi interni ed i conflitti
che caratterizzavano la società tedesca nel 1933. Perciò,
quello che Goldhagen offre ai suoi lettori non è un esame
scientifico della società tedesca come esisteva veramente
nel 1933, invece, ed è spiacevole dirlo, la rappresentazione
ideale ed acritica di una società omogenea che è
conforme al mito nazista di un volk tedesco unito
da razza e sangue.
Avendo scelto il concetto di Tedesco comune come
base di tutta la sua analisi, Goldhagen è costretto ad
escludere dal suo libro qualsiasi cosa o qualsiasi persona che
possa mettere in discussione la validità del suo stereotipo.
La sua risposta allo spettro nazista del der ewige Jude,
lEbreo eterno che funge da nemico giurato del popolo tedesco,
è lo spettro del der ewige Deutsche, il Tedesco
eterno, nemico giurato ed immutabile del popolo ebreo.
Avendo presupposto una nazione priva di alcuna differenziazione
interna, oltre a quella divisione fissa tra Tedeschi ed Ebrei,
Goldhagen è costretto a presupporre una nazione senza una
vera storia. Infatti non cè quasi nessun riferimento
agli eventi e alle personalità che guidarono il corso dello
sviluppo tedesco nei cento anni precedenti alla scalata al potere
di Hitler.
Nel libro di Goldhagen il movimento socialista è praticamente
invisibile. Non si riesce a trovare un solo riferimento a Karl
Marx, Frederick Engels, Ferdinand Lassalle, August Bebel o Wilhelm
Liebknecht in questo testo di 622 pagine. Non cè
nemmeno una parola sulle leggi anti-socialiste implementate dal
regime di Bismarck nel 1878-90. Il Partito Social Democratico,
il primo partito di massa nella storia, che nel 1912 occupava
il maggior numero di seggi nel parlamento tedesco, è menzionato
solo di passaggio. Non cè alcun riferimento alla
rivoluzione del 1918 o allinsurrezione della Lega di Spartaco.
Queste omissioni non sono una semplice svista. Goldhagen non
può trattare il movimento socialista tedesco perché
la sua esistenza storica rappresenta una totale confutazione della
sua teoria. Eppure senza un esame del sorgere del movimento socialista
dei lavoratori tedeschi, è impossibile capire la natura
e il significato dellantisemitismo moderno.
La nascita dellantisemitismo moderno
Lostilità nei confronti degli Ebrei non è
certo un fenomeno moderno, né ristretto alla Germania.
Fu comunque solamente nellultimo terzo dellottocento
che lantisemitismo emerse come fenomeno politico distinto
e poderoso, non solo in Germania, ma in molti paesi europei. Il
fatto che la crescita dei movimenti politici antisemiti fosse
radicata in certi complessi processi sociali relativi allo sviluppo
del capitalismo industriale moderno è indisputabile.
Il processo più importante fu lemergere di quella
nuova e potentissima classe sociale che è il proletariato
industriale. Fin dal decennio del 1870, e certamente a cominciare
dalla Comune di Parigi del 1871, lesistenza di una classe
operaia di massa, una classe che veniva sempre più influenzata
dallideologia socialista, era riconosciuta come una potenziale
minaccia rivoluzionaria agli interessi capitalisti.
Reagendo contro questo pericolo, le classi privilegiate, composte
allora dalla borghesia e dai forti interessi terrieri, cercarono
di coltivare una base di massa per la difesa dellordine
sociale esistente. Paradossalmente, la base di massa per la difesa
del capitalismo contro il movimento socialista dei lavoratori
emerse da quegli elementi dei ceti medi la cui posizione sociale
ed economica era costantemente indebolita dallo sviluppo industriale
moderno.
In Germania, linizio di una forte depressione economica
fu annunciato nel 1873 da uno spettacolare crollo in borsa che
colpì particolarmente i risparmi degli investitori provenienti
dai ceti medi. Ciò diede rapidamente vita a moltissimi
risentimenti contro le politiche del libero commercio e dei liberi
mercati. Sfortunatamente, un numero significativo di speculatori
ebrei furono coinvolti negli scandali del crollo in borsa, e ciò
significò che le classi medie, disorientate dagli eventi,
ebbero di fronte un bersaglio facile su cui fissarsi. In questo
contesto, lidentificare lEbreo con i mali del capitalismo
moderno acquisì un significato politico nuovo.
Non cè dubbio che la suscettibilità delle
masse piccolo-borghesi a questo tipo di appelli fu facilitata
da pregiudizi religiosi che già esistevano. Ma le condizioni
oggettive create dagli sviluppi capitalisti diressero questi vecchi
pregiudizi lungo un binario estremamente reazionario, e gli impressero
una forza straordinariamente distruttiva.
Scrittori antisemiti come Otto Glagau, Rudolf Meyer e Wilhelm
Marr, i quali descrivevano gli Ebrei come la personificazione
della rapacità capitalista, acquisirono un pubblico tra
gli strati disperati della Mittelstand tedesca: i piccoli
commercianti, gli artigiani, i disoccupati e i professionisti
innervositi.
Gli sforzi per dirigere i confusi sentimenti anticapitalisti
della Mittelstand tedesca verso la furia antisemita furono
facilitati dai significativi miglioramenti nella posizione sociali
degli Ebrei tedeschi durante il corso dellottocento. Attorno
al 1870, scrive lo storico Robert Wistrich, gli Ebrei
sembravano i tipici borghesi in una società che non era
ancora completamente imborghesita, gli innovatori che annunciavano
la modernità in una nazione che moderna ancora non era.3
Secondo le cifre di Wistrich, il 22 percento degli impiegati
di banca e degli operatori di borsa nel 1882 erano ebrei. In un
periodo in cui gli Ebrei erano poco più delluno percento
della popolazione tedesca, essi rappresentavano il 43,25 percento
dei proprietari e direttori di banche e istituti di credito. Alcune
delle più grandi banche tedesche erano controllate dagli
Ebrei, come quella di Bleichröder a Berlino, Warburg ad Amburgo,
Oppenhein a Colonia, e Rothschild a Francoforte. Nei primi anni
del novecento, il famoso economista Werner Sombart notava che
il 25 percento dei membri dei consigli damministrazione
nei dieci settori industriali più importanti di Germania
erano ebrei.
Un altro fattore importante del successo degli Ebrei tedeschi
era la loro posizione vantaggiosa nelle professioni specialistiche:
nel 1882 l11,7 percento di tutti i dottori, l8,6 percento
dei giornalisti, e il 7,9 percento degli avvocati erano ebrei.
Come indicano queste cifre, la gioventù ebrea frequentò
le università in numeri grandi.
Questo successo consentì agli appelli antisemiti di
fare leva sullinsicurezza della Mittelstand tedesca,
che era ostile alla competizione degli Ebrei.
In epoche precedenti, questi sentimenti di ostilità
verso gli Ebrei erano concentrati sul cosiddetto esclusivismo
degli Ebrei, la cui religione e tradizione li teneva separati
dal resto della popolazione. Il nuovo antisemitismo politico protestava
invece lintegrazione eccessiva degli Ebrei nella vita nazionale;
e queste proteste erano sostenute da quelle teorie pseudoscientifiche
della razza che andavano così di moda nel tardo ottocento.
I richiami demagogici per la lotta contro il capitale ebreo si
unirono agli appelli isterici per la difesa della razza germanica
contro il pericolo del dominio semita. Wilhelm Marr dichiarò
che lo scontro tra il semitismo e la germanità
era un destino storico irreversibile.4
Lantisemitismo in Europa
Lantisemitismo politico non fu ristretto alla sola Germania.
Un fenomeno analogo si sviluppò anche in Francia. Lantisemitismo
fu concepito dai suoi fautori come il mezzo più efficace
per mobilizzare le masse contro non solo lemergente proletariato
socialista, ma tutti gli elementi della democrazia liberale. Sulla
base dellantisemitismo divenne possibile fondare un nuovo
consenso nazionale che potesse trascendere le divisioni di classe
create dal processo di industrializzazione capitalista, quel fenomeno
su cui lappello del socialismo era basato. Il teorico reazionario
Morès concepiva lantisemitismo come la leva per reintegrare
il proletariato nel corpo della nazione. Bisogna sopprimere
il proletariato, egli scrisse. Bisogna dare a questa
gente qualcosa da difendere, qualcosa da conquistare. Questo
progetto nazionale andava realizzato attraverso la rivoluzione
contro gli Ebrei.5
Larcireazionario Charles Maurras dichiarò che
lunità integrale nazionale non sarebbe potuto essere
realizzata senza usare lantisemitismo, il quale facilitava
la soppressione degli antagonismi di classe. Tutto sembrerebbe
impossibile o tremendamente difficile senza la provvidenziale
apparizione dellantisemitismo. Esso consente di arrangiare,
semplificare tutto. Se uno non fosse antisemita a causa del suo
patriottismo, basterebbe semplicemente avere il buon senso di
riconoscere le opportunità che esso offre per diventarlo
lo stesso.6
Fu questo il contesto ideologico del famoso caso Dreyfus che
esplose in Francia nel 1894. Il ricco Ebreo ufficiale dellesercito
falsamente accusato di spionaggio a favore della Germania divenne
il fulcro di unasprissima agitazione antisemita. In più
di settanta città e paesi ci furono sommosse antiebree
in cui le folle gridavano, Morte agli Ebrei! Le sinagoghe
furono attaccate, i negozi degli ebrei furono saccheggiati, e
gli ebrei vennero picchiati nelle strade.
Come nel caso tedesco, il movimento antisemita trasse il suo
sostegno popolare dai ceti medi, e specialmente dai negozianti
ed altri settori dei piccoli commercianti. Non si trova alcun
riferimento allaffare Dreyfus o ai movimenti antisemiti
in Francia nel libro del professor Goldhagen.
Lantisemitismo e il Partito Social Democratico
Una delle premesse centrali de I volenterosi carnefici di
Hitler, è che lantisemitismo era universalmente
accettato da tutti i settori della società tedesca. Il
professor Goldhagen insiste perfino che non esista alcuna prova
significativa o credibile che fosse esistita la minima opposizione
allantisemitismo in Germania. Che una tale affermazione
possa essere fatta in un libro che è considerato unopera
basata su una seria ricerca accademica è stupefacente.
La storia della Social-Democrazia tedesca (Spd), negli anni
in cui rappresentava un movimento rivoluzionario di massa della
classe operaia, cioè, dal 1870 allinizio della prima
guerra mondiale nel 1914, è quella di una lotta serrata
contro lantisemitismo. Le esigenze della lotta politica
per la classe operaia richiedevano un atteggiamento intransigente
contro tutte le forme di propaganda antisemita. Tenendo anche
da parte i principi democratici e le considerazioni morali, il
Partito Social Democratico concepiva lassociazione tra lantisemitismo
e la retorica demagogica contro il capitalismo come un tentativo
di disorientare la classe operaia e di renderla succube dei rappresentanti
politici dei ceti medi.
La creazione da parte di Adolf Stoecker del Partito Cristiano-Sociale
dei Lavoratori, una formazione politica espressamente antisemita,
fu un tentativo di usare gli Ebrei come capri espiatori e togliere
così i consensi della classe operaia da quella Social-Democrazia,
che, seppur ancora illegale, stava diventando sempre più
influente. Contro Stoecker, la Social-Democrazia organizzò
una forte campagna di educazione della classe operaia nel tentativo
di chiarire il carattere reazionario dellantisemitismo.
Il programma ufficiale dellSpd per le elezioni del 1881
dichiarava ciò che segue:
Le scandalose sommosse antisemite sono state rese possibile
dalle leggi antisocialiste; prima di esse, il contenimento dellantisemitismo
aveva dovuto allazione dei social democratici, i quali ammonivano
la classe operaia contro questattività disgraziata
che può solo derivare dalle motivazioni più abbiette.7
La controffensiva dellSpd ebbe una grandissima influenza
a livello politico e morale sulla classe operaia. Raduni antisemiti
furono dispersi dai lavoratori, e Stoecker venne sbeffeggiato.
Lopposizione dellSpd allantisemitismo trovò
un simbolo forte nella scelta di un uomo daffari socialista
ed ebreo di nome Paul Singer come candidato per il parlamento
in un distretto chiave di Berlino. Nelle elezioni del 1887, Singer
ricevette più voti nella città di qualunque altro
candidato.
Lopposizione allantisemitismo, scrive
lo storico Wistrich, era diventata un motivo dorgoglio
per il movimento dei lavoratori ...
La forte campagna intrapresa dai social democratici tedeschi
contro il movimento berlinese di Adolf Stoecker immunizzò
la maggior parte della classe operaia contro lantisemitismo.
Essa non sradicò i pregiudizi dei lavoratori su gli ebrei,
ma li rese certo politicamente marginali ... La lotta contro Stoecker
fu una lotta per la Social Democrazia, unaffermazione dei
diritti democratici della lotta operaia stessa.8
Il ruolo giocato dallSpd nella lotta contro lantisemitismo
finì per vincerle il grande sostegno di quel settore della
popolazione tedesca che aveva guardato alle sue attività
a lungo con dubbi e riserve, e cioè il ceto medio ebreo.
Accantonando il contributo, seppur molto importante, dato da una
piccola ma significativa parte degli intellettuali ebrei tedeschi
sin dallinizio del movimento socialista, la gran parte dei
ceti medi e della borghesia, per motivi di gretto egoismo economico,
rimaneva distante dalla Social-Democrazia. Unaltra ragione
per questo atteggiamento antagonista da parte di molti Ebrei nei
confronti dellSpd fu il loro desiderio, forse radicato in
certe insicurezze interiori, di dimostrare con più veemenza
possibile la loro fedeltà al regime del Kaiser Wilhelm.
Verso la fine del secolo, però, era diventato impossibile
per gli Ebrei di Germania di ignorare il fatto che la Social-Democrazia
era lunico partito che si opponeva senza esitazioni allantisemitismo.
In fatti lo Spd era anche lunico partito che aveva alcuni
Ebrei tra i ranghi dei suoi candidati al parlamento. Nelle elezioni
del 1903, lo Spd vinse per la prima volta una parte sostanziosa
del voto ebreo.
Questo fatto è un altro degli aspetti importanti della
storia politica tedesca precedente al 1933 che il professor Goldhagen
ignora.
Uno dei risultati della lotta dellSpd fu dunque il crollo
precipitoso del seguito politico dei partiti antisemiti tra la
metà dellultimo decennio dellottocento e lo
scoppio della seconda guerra mondiale. Nei primi anni del ventesimo
secolo le vampate più violente di antisemitismo accadevano
non in Germania, e nemmeno in Francia, ma in Russia.
Lantisemitismo in Russia
I sanguinosi pogrom che ebbero luogo in Russia furono una risposta
diretta da parte del regime zarista al crescente movimento operaio
rivoluzionario. Il governo sponsorizzò la formazione di
squadre paramilitari di destra dette dei Cento neri
per terrorizzare la classe operaia.
Come nel caso dei movimenti fascisti che emersero in
Europa tra le due guerre, scrive lo storico Orlando Figes,
essi traevano la loro maggior forza da quegli elementi retrogradi
che venivano erosi dalla modernizzazione e dalle riforme: i contadini
sradicati dalla loro terra e costretti a trovare lavoro nelle
città; i piccoli negozianti e artigiani schiacciati dalla
competizione delle grandi aziende; poliziotti e piccoli amministratori
governativi ... e ogni tipo di patriota da bar che si potesse
arrabbiare al vedere lavoratori emergenti, studenti,
ed Ebrei che osavano sfidare il potere divino dello zar.9
Il regime dello zar Nicola II rispose al movimento rivoluzionario
del 1905 scatenando unondata di terrore che prese di mira
principalmente gli Ebrei. Nelle due settimane susseguenti al Manifesto
zarista dellottobre 1905, un proclama che prometteva linstaurazione
di istituzioni democratiche, ci furono 690 pogrom. Tremila Ebrei
vennero assassinati durante questo periodo. Un pogrom a Odessa
costò la vita a ottocento Ebrei. Cinquecento furono feriti
e più di centomila si trovarono senza dimora. Fu presto
stabilito che i pogrom erano stati organizzati con lassistenza
diretta del governo. Ecco la dinamica politica dei pogrom descritta
da un giornale socialista di quel periodo:
La solita storia! La polizia organizza il pogrom in anticipo.
La polizia lo istiga: le stampe governative producono i volantini
che inneggiano al massacro degli Ebrei. Quando il pogrom comincia,
la poliziotti non fanno nulla. Le truppe guardano in silenzio
gli atti dei Cento neri. Ma più tardi sarà la polizia
ad inscenare la farsa del processo ai coinvolti nel pogrom. Ma
linvestigazione e il processo condotti dalle autorità
finiscono sempre alla stessa maniera: il caso si trascina inutilmente
perché alla fine vengono tutti dichiarati innocenti. A
volte persino gli Ebrei e gli intellettuali picchiati e mutilati
vengono trascinati di fronte alla corte, i mesi passano, e la
vecchia, ma sempre nuova storia, viene dimenticata, fino al prossimo
pogrom.10
Lautore di questo articolo, scritto nel giugno del 1906,
era Lenin.
Per evitare che la sua tesi sullunicità dellantisemitismo
tedesco venga disturbata da quei fatti storici che la confuterebbero,
Goldhagen ignora ogni riferimento ai terribili episodi di violenza
contro gli Ebrei che avvennero in tutta Europa prima dellavvento
del Terzo Reich.
La rinascita dellantisemitismo politico
in Germania
Fu solo dopo la prima guerra mondiale, che si concluse con
lo scoppio della rivoluzione in Germania ed il collasso della
monarchia degli Hohenzollern, che luso dellantisemitismo
come strumento di organizzazione politica ritornò ad essere
un fattore importante. La forza dellantisemitismo, che fu
strumento fondamentale della propaganda nazista, era in proporzione
diretta alla disperazione della piccola borghesia e al disorientamento
politico della classe operaia.
La piccola borghesia fu traumatizzata e portata alla rovina
dagli eventi che seguirono la disfatta bellica della Germania.
La Repubblica di Weimar, fondata sulla base dello strangolamento
della rivoluzione, barcollava da una crisi allaltra.
Il caos postbellico, scrisse Trotski, colpì
gli artigiani, i venditori, e gli impiegati dellamministrazione
civile con la stessa crudeltà che riservò ai lavoratori
... In un clima reso incandescente dalla guerra, dalla sconfitta,
dai risarcimenti bellici, dallinflazione, loccupazione
della valle della Ruhr, la crisi, i bisogni, e la disperazione,
la piccola borghesia si ribellò contro tutti i partiti
che lavevano illusa. Le forti recriminazioni di quei piccoli
proprietari sempre sullorlo della bancarotta, dei loro figli
con la laurea universitaria senza lavoro o clienti, delle loro
figlie prive di dote e di spasimanti, richiedevano una mano ferrea.11
La disperazione, le ansietà e i traumi di questambiente,
perennemente spaventato dalla prospettiva di venir spinto giù
dentro i ranghi del proletariato, vennero articolate da Hitler.
Lui stesso un prodotto del ceto medio-basso, egli passò
i suoi anni formativi a Vienna, dove le sue idee furono plasmate
dai giornali-spazzatura da due soldi di destra, e dove acquisì
quellodio per la classe operaia e il socialismo che caratterizzò
tutta la sua vita. Lantisemitismo di Hitler era, secondo
lacuto scrittore antifascista tedesco Konrad Heiden, il
prodotto del suo odio feroce e ossessivo del proletariato.
Hitler, come spiegò Heiden, odiava tutta quella
grande sfera dellesistenza umana dedicata al semplice trasferimento
di energia verso un prodotto; egli odiava quegli uomini che si
lasciavano dominare e schiacciare dal processo produttivo. Per
tutta la sua vita i lavoratori erano per lui unimmagine
orrenda, una massa deprimente e raccapricciante ... tutto ciò
che disse più tardi dai palchi per lusingare i lavoratori
e i manovali era una menzogna.
Ed è qui che troviamo la chiave per capire lossessione
demonica di Hitler verso gli Ebrei. Nel Mein Kampf, Hitler
spiega come la sua conversione allantisemitismo avvenne
proprio a causa delle sue esperienze col movimento dei lavoratori.
Fu tra i lavoratori che Hitler venne per la prima volta in contatto
con gli Ebrei. Scoprì allora, con grande meraviglia, che
molti Ebrei avevano ruoli importanti nel movimento dei lavoratori.
Una gran luce si accese sopra di lui, scrisse Heiden.
Improvvisamente la questione ebrea diventò
chiara ... Il movimento dei lavoratori non lo disgustava perché
era guidato dagli Ebrei; gli Ebrei lo disgustavano perché
guidavano il movimento dei lavoratori.
Una cosa, secondo Heiden, è certa. Non fu Rothschild
il capitalista, ma Karl Marx il socialista ad innescare lantisemitismo
di Adolf Hitler.
Il professor Goldhagen avrebbe potuto trarre gran profitto
intellettuale da uno studio attento della biografia di Hitler
scritta da Heiden. Ma, se lavesse fatto, egli avrebbe scritto
unopera molto diversa che probabilmente non avrebbe reso
così tanti profitti monetari quanto I volenterosi carnefici
di Hitler. Nella vita facciamo tutti le nostre scelte.
La crisi del movimento dei lavoratori tedesco
Lantisemitismo fu, senza alcun dubbio, una forza poderosa
in Germania dopo la prima guerra mondiale. Eppure, nonostante
le affermazioni di Goldhagen, lodio degli Ebrei, come fenomeno
a sé stante, non era in grado di garantire quella base
politica necessaria a Hitler per salire al potere. La scalata
al potere dei nazisti non avvenne cavalcando unonda irresistibile
di antisemitismo. Studi attenti delle basi sociali del partito
nazista hanno stabilito che il fascino dellantisemitismo
rimase assai limitato prima del 1933. Infatti I nazisti scoprirono
che il loro antisemitismo li rendeva incapaci di attrarre consensi
in certe aree della Germania, e i loro capi locali furono istruiti
a contenere la loro ostilità verso gli Ebrei, e perfino,
a volte, ad eliminare dai loro discorsi ogni riferimento antisemita.
In ogni caso, non si può spiegare la vittoria dei nazisti
semplicemente misurando la quantità di antisemitismo presente
in Germania nel 1933. La presenza seppur repellente dellantisemitismo
era solo uno dei fattori in gioco nella vita politica tedesca,
e nemmeno il più importante. Un qualunque regime politico
di destra o di sinistra non si può semplicemente ridurre
alla somma di tutti i pregiudizi e le ostilità della popolazione.
È invece, in ultima analisi, lespressione di certi
rapporti tra le classi più importanti; rapporti che vengono
forgiati nel corso di conflitti politici e sociali. La leadership
politica delle classi contendenti e il programma su cui esse basano
la lotta hanno un significato immenso nel risultato di questi
conflitti.
Se anche fosse possibile quantificare lammontare preciso
di antisemitismo presente in ciascun paese, questa misurazione
molto probabilmente indicherebbe che la presenza di tale veleno
nella Russia del 1917 non era certo minore a quella del 1933 in
Germania. Nonostante ciò, la politica chiara e decisa dei
Bolscevichi giocò un ruolo fondamentale nel permettere
alla classe operaia di stabilire la sua autorità politica
sopra sezioni sostanziali degli strati della piccola borghesia
urbana e rurale che non erano certo conosciuti per la loro simpatia
verso gli Ebrei.
Le lotte politiche del 1917 in Russia non si conclusero con
una vittoria dei fascisti, ma dei socialisti.
La vittoria del fascismo non fu il prodotto diretto e inevitabile
dellantisemitismo, ma quello di un processo politico plasmato
dalla lotta di classe. In questo processo, il fattore critico
fu la crisi del movimento socialista tedesco, che, e ciò
và riconosciuto, fu parte di una più estesa crisi
politica del socialismo internazionale.
Lascesa di Hitler non fu irresistibile, e la sua vittoria
non fu inevitabile. I nazisti riuscirono a salire al potere solamente
dopo che i partiti socialisti e comunisti di massa dimostrarono
di essere, nellintero periodo politico postbellico, fallimentari
e completamente incapaci di mostrare alle masse una via duscita
dai disastri creati dal capitalismo.
Nel contesto di questo discorso mi sarà possibile solamente
tracciare a grandi linee la crisi del movimento dei lavoratori
tedesco.
Nellagosto del 1914, dopo lo scoppio della prima guerra
mondiale, la Social-Democrazia abbandonò i suoi principi
rivoluzionari e votò a favore dei finanziamenti bellici
per il governo tedesco. Questo tradimento, che fu il prodotto
di anni di degenerazione opportunista, segnò la fine definitiva
del carattere rivoluzionario dellSpd. Dal quel momento in
poi la Social-Democrazia cominciò a funzionare sempre più
apertamente da pilastro del dominio borghese. Il passaggio definitivo
dellSpd allo schieramento borghese trovò conferma
negli eventi del 1918-9.
Il governo Social-Democratico che andò al potere dopo
la rivoluzione del novembre 1918 si dedicò interamente
al disarmo politico e fisico della classe operaia e alla difesa
del domino capitalista. Nel gennaio del 1919, esso organizzò
la soppressione della rivolta di Spartaco e sancì gli omicidi
di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg.
La vittoria della rivoluzione Bolscevica fornì limpulso
politico alla fondazione del Partito Comunista tedesco, noto come
Kpd. Ma fin dallinizio il partito era afflitto da una continua
crisi di leadership politica. In un certo senso, non si riprese
mai dalla perdita di Rosa Luxemburg. Nessuna figura di esperienza
e abilità paragonabile era pronta a sostituirla. Lo sviluppo
di una leadership politica rivoluzionaria, come dimostrò
lesperienza dei Bolscevichi, e un processo difficile e lungo
che richiede anni, non mesi.
Perciò, il Kpd era completamente impreparato alla crisi
rivoluzionaria che emerse nel 1923 dopo loccupazione francese
della Ruhr. Leruzione di uninflazione selvaggia rovinò
i ceti medi, indebolì lautorità della Social-Democrazia
riformista e portò ad un grande aumento di consensi per
il Kpd.
Tutte le condizioni necessarie ad una rivoluzione sociale erano
presenti in Germania, eccetto una: una guida decisa e politicamente
matura. Con lavvicinarsi della crisi nellottobre 1923,
molti si attendevano un tentativo da parte del Kpd di organizzare
il rovesciamento del governo di Weimar. Il piano dazione
di questa insurrezione, infatti, venne preparato ma successivamente
sospeso dalla leadership nervosa ed indecisa del Kpd. Ad Amburgo,
dove i lavoratori comunisti non furono avvisati di questo ripensamento,
linsurrezione cominciò. Ma questazione isolata
fu soppressa facilmente. Il governo borghese, che solo pochi giorni
prima era convinto dellinevitabilità del suo rovesciamento,
riprese fiducia in se stesso. La crisi passò, e il dominio
borghese venne stabilizzato.
Negli anni che seguirono, la vita politica dellKpd fu
plasmata dalla crescente influenza della burocrazia stalinista
nellUnione Sovietica e dalla soppressione dellOpposizione
di Sinistra guidata da Leon Trotski. La vittoria dello stalinismo
nellUnione Sovietica dimostrò poi di aver causato
conseguenze tragiche per il Partito Comunista Tedesco e per la
classe operaia.
Il breve periodo di stabilità e di prosperità
che seguì la sconfitta della classe operaia nel 1923 terminò
con il crollo di Wall Street nel 1929 e con linizio della
susseguente depressione mondiale. Lindustria tedesca arrivò
al collasso, milioni di persone persero il lavoro e i ceti medi
furono rovinati. Queste erano le condizioni che permisero al partito
nazista di ottenere un sostegno di massa.
Ma sia lo Spd che il Kpd, cioè le organizzazioni politiche
della classe operaia, rimasero fattori importantissimi della politica
tedesca. Questi due partiti avevano un seguito fedele di milioni
di lavoratori. Messi di fronte al pericolo della controrivoluzione
fascista, lurgente compito strategico del movimento dei
lavoratori fu di unire le forze in una lotta comune contro i nazisti.
Ma i capi della Social-Democrazia, impegnati alla difesa del
regime borghese di Weimar, si opposero a qualsiasi collaborazione
politica col Kpd, anche se solo per organizzare un fronte comune
contro gli attacchi delle Camicie brune naziste.
Nonostante la posizione ostruzionistica della Social-Democrazia,
il compito del Kpd era di far ammettere ed accettare ai capi dellSpd
la necessità di unazione comune di entrambi i partiti
contro il pericolo nazista, a dispetto di qualsiasi differenza
politica.
Però il Kpd, seguendo gli ordini di Stalin, seguì
invece una linea politica che faceva il gioco dei Social-Democratici
e dei fascisti. Nel 1928, un anno dopo lespulsione di Trotski
e dellOpposizione di Sinistra dal Partito e dallInternazionale
Comunista, gli stalinisti improvvisamente annunciarono linizio
del cosiddetto Terzo periodo, che doveva essere caratterizzato
da battaglie rivoluzionarie decisive. Questa politica fu introdotta
in larga misura per accompagnare e giustificare la collettivizzazione
nellUnione Sovietica. Nella sua implementazione pratica,
il Terzo periodo consisteva nel denunciare la Social-Democrazia
come nulla più di unappendice del fascismo. Per questo,
in Germania, gli stalinisti insistevano che un fronte unito con
la Social-Democrazia era impossibile, dato che questultima
era solo lala sinistra del fascismo. I social democratici
vennero perciò chiamati i socialfascisti.
La conseguenza di una politica così criminalmente irresponsabile
da avvicinarsi alla pura follia fu di escludere ogni possibilità
di una lotta unita delle masse dei lavoratori socialisti contro
il fascismo.
Nel suo breve sommario degli avvenimenti politici che precedettero
lassunzione della carica di cancelliere da parte di Hitler
nel gennaio del 1933, Goldhagen osserva che i nazisti ricevettero
quasi quattordici milioni di voti nelle elezioni del luglio 1932,
il 37,4 percento dei votanti. Questa cifra appare in corsivo nel
testo per sottolineare la natura travolgente dei sentimenti filonazisti.
Goldhagen non riporta i voti ottenuti dai partiti Social-Democratici
e Comunisti. Infatti, lo Spd ricevette 7,95 milioni di voti (pari
al 21,6 percento) e il Kpd 5,2 milioni (il 14,6 percento). Ciò
vale a dire che il voto combinato dei due partiti socialisti tedeschi
fu di quasi 13,2 milioni, ovvero il 36,2 percento. In altre parole,
la vita politica tedesca era polarizzata tra la rivoluzione socialista
da un lato e la controrivoluzione fascista dallaltro.
Lelezione successiva del novembre 1932, a cui Goldhagen
non fa nemmeno riferimento, vide il voto per i nazisti calare
in maniera drammatica di due milioni. I nazisti ricevettero un
totale di 11, 73 milioni (il 33,1 percento). Il voto dellSpd
diminuì arrivando a 7,24 milioni (il 20,4 percento), mentre
quello del Kpd salì fino a 5,98 milioni (il 16,9 percento).
Il voto combinato dei due partiti socialisti era allora mezzo
milione in più di quello fascista. In punti percentuali,
il voto combinato dellSpd e del Kpd era del 37,3 percento.
Questelezione fu un disastro politico per i nazisti.
Dimostrò chiaramente che lapice della loro popolarità
era già alle loro spalle, e che la tattica politica di
Hitler, una strana mistura di ultimatum e vacillamenti, era costata
cara ai nazisti.
Lelezione di novembre assestò un colpo durissimo
a Hitler e il suo partito, afferma il noto storico americano
Henry Ashby Turner in uno studio recente dellultimo stadio
della salita al potere nazista. Dopo una serie continua
di guadagni spettacolari nei precedenti tre anni, il titano nazista
scivolò. Molti votanti che avevano espresso la loro preferenza
per i nazisti a luglio credendo che essi sarebbero rapidamente
passati al potere instaurando rimedi rapidi e decisi per migliorare
le condizioni della Germania, frustrati dal fallimento di Hitler
nel tentativo di ottenere la cancelleria, lo abbandonarono.12
In termini strettamente elettorali, anche alla vigilia della
nomina di Hitler alla cancelleria, il movimento di massa socialista
costituiva una forza superiore ai fascisti. Questa forza sociale,
occupando una posizione decisiva nellindustria, era potenzialmente
infinitamente più potente. Come scrisse Trotski nel 1931,
Sulla bilancia delle statistiche elettorali, mille voti
fascisti pesano quanto mille voti comunisti. Ma sulla bilancia
della lotta rivoluzionaria, mille lavoratori in una grande fabbrica
rappresentano una forza che è cento volte superiore ai
mille piccoli funzionari, impiegati, le loro mogli e suocere.
La grande massa dei fascisti consiste di polvere umana.13
Ciò nonostante, la classe operaia era ormai politicamente
immobilizzata dalle politiche irresponsabili e disfattiste della
sua leadership. La Social-Democrazia continuava ad aggrapparsi
al corpo putrescente della Repubblica di Weimar, cercando di rassicurarsi
che la costituzione democratica potesse proteggere la classe operaia
anche nel caso che Hitler salisse al potere. Il Kpd, da parte
sua, si rifiutava di modificare la sua tattica disastrosa, nascondendo
la propria demoralizzazione crescente dietro una maschera di arroganza
demagogica.
Il finale di partita fu giocato nel gennaio del 1933. Finalmente
convinti che i due partiti dei lavoratori erano troppo paralizzati
per offrire resistenza, la borghesia tedesca invitò Hitler
a prendere il potere attraverso mezzi costituzionali. Senza sparare
un sol colpo, Hitler divenne cancelliere il 30 gennaio 1933.
La classe operaia soffrì la più grande sconfitta
della sua storia, e questa sconfitta aprì la via per la
catastrofe che seguì.
Una rivoluzione pacifica?
Verso la fine del suo libro, Goldhagen scrive che La
rivoluzione nazista tedesca ... fu una rivoluzione particolare
nel senso che, allinterno del paese, essa venne realizzata
(a parte la repressione della sinistra politica nei primi anni),
senza grandi violenze o coercizioni ... Per la maggior parte,
fu una rivoluzione pacifica che il popolo tedesco accettò
volentieri. Allinterno della Germania, la rivoluzione nazista
fu, tutto sommato, consensuale (p. 456).
Prima di leggere queste parole, mi ero formato una certa opinione
di Goldhagen: una figura piuttosto triste, e anche un pò
patetica; un giovane il cui studio del destino degli Ebrei dEuropa
laveva lasciato intellettualmente, se non emotivamente traumatizzato.
Ma da questo paragrafo emerge un qualcosa veramente brutta. Eccezion
fatta per il suo trattamento degli Ebrei, la rivoluzione
nazista (Goldhagen non usa la parola controrivoluzione)
fu un affare piuttosto benigno. Il suo riferimento alla repressione
della sinistra appare nel testo tra parentesi, il ché
suggerisce che non sia stata poi un fatto di grande rilievo.
Laffermazione che la conquista del potere da parte nazista
fu una rivoluzione pacifica che il popolo tedesco accettò
volentieri è una falsità deplorevole. Ciò
che Goldhagen chiama la repressione della sinistra politica
consistette, infatti, della distruzione fisica dei quei partiti
socialisti di massa che rappresentavano le speranze e aspirazioni
di milioni di lavoratori, e dei migliori elementi di quegli intellettuali
tedeschi che volevano un mondo giusto e decente. Il socialismo
tedesco non era semplicemente un movimento politico: era, nonostante
tutte le sue contraddizioni interne, sia la forza ispiratrice
che lespressione di uno straordinario fiorire della cultura
e dellintelletto umano. La sua distruzione richiese i metodi
barbarici che erano la specialità dei nazisti.
I roghi dei libri, la fuga di scienziati, artisti e scrittori
dalla Germania, listituzione del campo di concentramento
di Dachau e lincarcerazione di migliaia di oppositori politici
di sinistra, la messa al bando di tutti i partiti tranne quello
Nazional-Socialista, la dissoluzione dei sindacati; furono questi,
nei primi mesi del regime nazista, i risultati principali della
sua rivoluzione pacifica.
Nonostante il terrore scatenato dai nazisti, ci fu unopposizione
consistente e considerevole.
Una minoranza non indifferente di social democratici
e comunisti, scrive lo storico F.L. Carsten, non erano
disposti ad inchinarsi e ad accettare passivamente ogni cosa che
il nuovo regime gli potesse ordinare. Il terrore largamente diffuso
che accompagnò la presa del potere e gli arresti
in massa dei primi mesi, la dicevano già lunga su cosa
li aspettasse in futuro. Molti di essi, allora, risposero a ciò
formando gruppi clandestini, producendo e distribuendo volantini
e dichiarazioni, e contrastando la propaganda nazista come meglio
potevano. Nel 1933 e 1934 centinaia di gruppi clandestini emersero
rapidamente in tutta la Germania, venendo spesso liquidati immediatamente
dalla Gestapo ... Si può affermare con relativa certezza
che nel periodo tra il 1933 e il 1935 il Kpd perse 75.000 membri
a causa di arresti, e che migliaia di essi furono uccisi. Ciò
significa che circa un quarto degli iscritti al partito nel 1932
furono persi.14
Il terrore nazista intimidì ed atterrì milioni
di Tedeschi. Molti settori della classe operaia, avviliti e demoralizzati
dal vergognoso collasso delle loro organizzazioni, divennero apatici.
Eppure, persino di fronte alla tremenda brutalità dei nazisti,
ci fu lo stesso unopposizione al regime attiva e significativa
da parte dei lavoratori.
Anche se la maggioranza dei lavoratori si erano riconciliati
con la realtà del regime nazista, spiega Carsten,
rimane il fatto che coloro che vennero imprigionati per
motivi politici appartenevano per la maggior parte alla classe
operaia. Dei 21.823 Tedeschi imprigionati alla Steinwache
di Dortmund per motivi politici, la grande maggioranza erano lavoratori.
Oltre il 70 percento delle 629 persone provenienti da Solingen
implicate nellopposizione politica erano membri della classe
operaia, e presumibilmente lo erano anche molte delle 49 casalinghe
nella lista. A Oberhausen nella valle della Ruhr, la cifra si
avvicina al 90 percento. Nelle aree meno industrializzate, la
cifre erano certamente inferiori, ma la classe operaia tedesca
senza dubbio costituiva la gran parte di coloro che pagarono per
le loro convinzioni politiche. Negli anni dal 1933 al 1944, 2.162
persone vennero arrestate ad Essen per attività politiche
di sinistra e 1.721 a Dusseldorf (297 di esse erano donne). Nel
penitenziario di Brandenburg, 1.807 furono giustiziati per motivi
politici durante la guerra, e 775 di essi erano lavoratori o artigiani.
Questo è un passato di cui essere orgogliosi. Queste persone
non riuscirono a rovesciare il regime, ma questo era comunque
un obbiettivo irraggiungibile. Quando, nel 1944, furono gli elementi
conservatori e militari a tentare, anchessi fallirono ugualmente.
Solo dopo la sconfitta militare il regime venne finalmente eliminato,
e persino durante il suo crollo riuscì ad ingolfare molti
dei suoi nemici. Per la dittatura, lopposizione disorganizzata
non era più di unirritazione, ma, come le altre minoranze,
essa venne perseguitata senza alcuna pietà.15
Fatti come questi non vengono menzionati ne I volenterosi
carnefici di Hitler. Goldhagen dà limpressione
di non essere particolarmente interessato allimpatto del
fascismo su coloro che non erano ebrei. Questinsensibilità
deriva dalla sua prospettiva ristretta e amareggiata: concependo
lOlocausto come un crimine commesso dai Tedeschi comuni
contro gli Ebrei, egli non si interessa di ciò che i Tedeschi
potessero aver fatto contro loro stessi. In ogni caso, la sua
tesi non gli permette di riconoscere lesistenza di una qualunque
opposizione sostanziale a Hitler da parte dei Tedeschi.
Ciò non è semplicemente sbagliato nei fatti.
Lironia della posizione presa dal professore Goldhagen è
che essa lo rende completamente incapace di capire le cause dellOlocausto
o il suo significato universale e storico.
Il destino degli Ebrei come popolo storicamente oppresso e
quello della classe operaia sono connessi inestricabilmente e
tragicamente. Il crollo del movimento socialista tedesco spianò
la via alla distruzione degli Ebrei dEuropa. Tutti i diritti
democratici degli Ebrei, a partire naturalmente da quello di esistere,
dipendevano dalla forza politica della classe operaia. Il massacro
degli Ebrei non cominciò nel 1933. Prima che un crimine
di tale portata potesse essere organizzato e messo in atto, i
nazisti dovevano terrorizzare e distruggere gli elementi progressisti,
umanitari, ed intellettualmente vitali della società tedesca.
LOlocausto fu, in ultima analisi, il prezzo che il popolo
ebreo e tutta lumanità dovettero pagare per il fallimento
della classe operaia nel rovesciare il capitalismo.
Questa è una lezione che non si può dimenticare.
Viviamo in un mondo dove le contraddizioni del capitalismo stanno
assumendo ancora una volta dimensioni esplosive. Masse sconfinate
di persone vengono marginalizzate, se non completamente separate,
dal processo produttivo a causa del folle operato del capitalismo
globale. In quasi ogni paese dEuropa il tasso di disoccupazione
ha superato il 10 percento. In mancanza dello sviluppo di una
vera alternativa alla follia sociale del mercato capitalista,
le vittime disorientate del capitalismo restano suscettibili alla
delirante demagogia di destra.
Solo ieri, il quotidiano New York Times ha pubblicato
un articolo sul risorgere dellantisemitismo in Russia: Frustrati
dagli sconvolgimenti politici e sociali susseguenti al collasso
del Comunismo e dellUnione Sovietica del 1991, e spinti
dai politicanti che sono disposti a fare leva sui loro risentimenti,
molte persone stanno ritornando ai capri espiatori tradizionali:
gli Ebrei.
Volendo tentare di contrastare questi pericolosi sviluppi,
qual è il valore dellopera di Goldhagen?
In queste condizioni di grande e crescente crisi e dislocazione
sociale, le lezioni politiche degli anni trenta assumeranno di
nuovo una rilevanza contemporanea straordinaria. Questa è
la ragione per cui è necessario studiare ed assimilare
le origini e le vere cause dellOlocausto.
Citazioni: 1. Andrew Michael Roberts , The Novel:
From Its Origins to the Present Day (London: Bloomsbury, 1993),
p. 173.
2. Documents of the Fourth International:
The Formative Years 1933-40 (New York: Pathfinder, 1973),
p. 312.
3. Robert S. Wistrich, Socialism and the
Jews: The Dilemmas of Assimilation in Germany and Austria-Hungary
(London and Toronto: Associated University Presses, 1982), p.
56.
4. Citato in Wistrich, p. 53.
5. Citato in Zeev Sternhell, Neither Right
Nor Left: Fascist Ideology in France, trans. David Maisel
(Princeton: Princeton University Press, 1986), pp. 45-46.
6. Ibid., p. 46.
7. Citato in Wistrich, p. 94.
8. Wistrich, 94-101.
9. Orlando Figes, A Peoples Tragedy:
A History of the Russian Revolution (New York: Viking Press,
1996), pp. 196-97.