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Donnerstag Mai 18, 2017 12:50 by Zaher Baher Zaarif1 at yahoo dot co dot uk UK
This article covers the current military situation in Rojava. While the PYD and Syrian Democratic Party are getting closer and closer to UNited States some of the anarchists and anarchist-communists are happy with that . The Article tries to bring the attention of those anarchists that the partnership between them is in the interest of US and its allies in Europe and the region . In the end, Rojava, might lose what it has been achieved so far. We, supporters of Rojava, should be worried about its partnership with the United States. |
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Spring zu Komment: 1Noi, sostenitori del Rojava, dovremmo essere preoccupati per l'alleanza con gli USA
by Zaher Baher
Questo articolo si occupa dell'attuale situazione militare in Rojava. Mentre il PYD e le Forze Democratiche Siriane si avvicinano sempre di più agli USA, sembra che tra gli anarchici ed i comunisti-anarchici c'è chi se ne dimostra felice. Questo articolo cerca di spiegare a questi anarchici che tale alleanza è solo negli interessi degli USA e dei loro alleati in Europa e nella regione. Alla fine, il Rojava potrebbe perdere ciò che ha conquistato finora.
Noi, sostenitori del Rojava, dovremmo essere preoccupati per l'alleanza con gli USA.
By: Zaher Baher
17 maggio 2017
Gli equilibri politici e militari in Siria sono in continuo mutamento. Le relazioni tra le Forze Democratiche Siriane (SDF), co-fondate dalle Unità di Difesa del Popolo (YPG), ed anche quelle con Russia ed USA fluttuano costantemente. Le dinamiche dietro questi cambiamenti hanno poco a che fare con l'ISIS. Infatti, tutto dipende dai rispettivi interessi generali delle grandi potenze e dai loro scontri per stabilire una predominanza di potere nell'area.
L'anno scorso c'è stata una costante erosione della posizione degli Stati Uniti in Siria nei confronti della Russia, che da allora è in una posizione di vantaggio. Il pesante coinvolgimento della Russia in Siria e l'essere diventata un alleato importante della Turchia ha cambiato molte cose. La relativa inattività degli Stati Uniti ha dato l'opportunità alla Russia, alla Turchia e all'Iran di svolgere un ruolo significativo nel prendere le decisioni.
Sotto la nuova amministrazione di Trump questo è cambiato in qualche modo. Probabilmente Trump ha un approccio diverso sulla Siria. Nonostante gli Usa siano ancora una delle maggiori potenze del mondo, non riescono a muoversi nella regione, specialmente in Siria.
Dopo una lunga pausa, Trump ha deciso di allearsi con le SDF contro l'ISIS per sconfiggerlo a Raqqa, indipendentemente dalla posizione e dalla reazione della Turchia. Trump ha ora approvato un accordo per fornire direttamente armi pesanti alle SDF, vedendole come la forza più efficace e affidabile soprattutto dopo che le SDF hanno strappato la città di Tabqa City all'ISIS. L'amministrazione statunitense è attualmente più che mai determinata nella ri-conquista di Raqqa, capitale di fatto dell'ISIS. Ora è chiaro che l'amministrazione statunitense, le SDF e il Partito Democratico Popolare (PYD) si stanno avvicinando l'un l'altro fino al punto che le SDF puntano a raggiungere ciò che gli Stati Uniti vogliono raggiungere, anche se ciò potrebbe avvenire a spese di ciò che è stato raggiunto finora in Rojava.
Noi sostenitori del Rojava dovrebbero essere molto preoccupati per l'attuale sviluppo in relazione a ciò che potrebbe accadere alla democratica auto-amministrazione del Rojava ed al Movimento della Società Democratica (Tev-Dem). Dobbiamo preoccuparci delle seguenti conseguenze:
Primo: è una questione di influenza per gli Stati Uniti, mentre assistono al fatto che la Russia quasi controlla la situazione ed è riuscita a portare la Turchia dalla sua parte. Gli Stati Uniti vogliono dimostrarsi ancora molto attivi prima di perdere il loro potere nell'area. Vogliono giocare il ruolo principale e raggiungere il proprio obiettivo, ma questo può essere fatto solo attraverso le SDF ed il PYD. Non c'è dubbio che gli Stati Uniti siano più preoccupati per i propri interessi piuttosto che per gli interessi curdi in Rojava.
Secondo: per controllare le SDF ed il PYD, occorreva farne uno strumento da usare per gli interessi statunitensi. Il che è il miglior modo per far perdere credibilità al PYD ed alle SDF in Siria, nella regione, in Europa, ovunque.
Terzo: l'attuale atteggiamento degli USA verso il Rojava e l'armamento delle SDF potrebbero essere diretti ad allontanarle dal PKK per indebolire l'influenza di quest'ultimo sugli sviluppi in Rojava.
Quarto: non c'è dubbio alcuno che qualsiasi cosa accada renderà la Turchia sempre più aggressiva contro le YPG ed il PKK. Questo potrebbe indurre la Turchia ad alzare la posta. Potrebbe ripetere le operazioni militari del mese scorso contro le YPG o persino estendere queste operazioni sul territorio del Rojava nonchè contro le YPG & PKK a Shangal, nel Kurdistan iracheno.
Quinto: Con l'ostilità della Russia contro le SDF e il PYD, Assad potrebbe essere spinto a cambiare l'atteggiamento della Siria verso di loro in futuro, se non adesso. Se il Rojava avesse scelto la Russia anziché gli USA, sarebbe stato molto meglio perché la Russia è più affidabile come alleato rispetto agli Stati Uniti. Sembra che Assad resterà al potere dopo la sconfitta dell'ISIS. Assad normalmente ascolta la Russia con molta diligenza. In questo caso, sotto pressione della Russia ci sarebbero state maggiori possibilità affinchè Assad permettesse al Rojava di perseguire un futuro migliore di quello che gli Stati Uniti e i paesi occidentali potrebbero decidere per il Rojava.
Sesto: l'intensificarsi ed il prolungarsi della guerra in atto ha portato il Rojava a confrontarsi con la grande questione della dislocazione. La continuazione della guerra costa alle SDF tante vite e le rende sempre più deboli. Più è forte e più è grande il peso delle SDF in Rojava, più deve necessariamente dipendere da una delle maggiori potenze, ma nel frattempo il Rojava si sarà indebolito. Quanto più le SDF avanzano militarmente, tanto più arretrano socialmente ed economicamente in Rojava. Più diventano forti le SDF ed il PYD, minore è la forza che l'auto-amministrazione locale ed il Tev-Dem avranno. Il numero di combattenti delle SDF è stimato in 50.000. Immaginate che solo 10.000 di essi, invece di stare al fronte, lavorino nei campi e nelle cooperative a costruire scuole, ospedali, case e parchi. Il Rojava sarebbe oggi tutta un'altra cosa.
Settimo: spesso ho scritto nei miei articoli che un successo del Rojava - quel successo che ha avuto nel modo in cui speravamo - sarebbe dipeso in futuro da un paio di fattori, o come minimo uno, per poter preservare la sperimentazione. Uno era l'ampliamento del movimento del Rojava ad almeno un paio di altri paesi della regione. L'altro fattore era la solidarietà internazionale. Ma, non si è verificato nessuno dei due. Se c'è qualcosa che può ora preservare il Rojava, sono l'ISIS e le forze dell'opposizione in Siria che si oppongono contro tutte le probabilità. In breve, solo una prolungata campagna militare anti-ISIS può preservare il Rojava.
A mio parere, dopo aver sconfitto l'ISIS nella regione di Kobane, le YPG avrebbero dovuto sospendere le operazioni militari tranne che per l'autodifesa dei confini stabiliti. Dopo aver sconfitto l'ISIS nella regione di Kobane e dopo il maggiore intervento degli Stati Uniti e della Russia, le YPG ed il PYD avrebbero dovuto ritirarsi dalla guerra. Il PYD avrebbe dovuto affrontare meglio la situazione e ritirarsi dal potere nel Tev-Dem e lasciare che il resto della popolazione prendesse le proprie decisioni sulla pace e sulla guerra. Chiaramente la natura attuale, la direzione e il potenziale corso della guerra in atto sono completamente cambiati nel Rojava. È una guerra delle grandi potenze, dei governi europei e dei governi regionali per proteggere i propri interessi e dividersi il dominio.
La situazione al momento sembra molto grama. Sembra che una volta che l'ISIS sia stato sconfitto a Mosul e Raqqa, avrà inizio probabilmente una guerra che coinvolgerà il Rojava ed il PKK in Iraq sui monti di Qandil e nella città di Shangal. Questi sono i calcoli che stanno facendo Barzani, capo del Governo Regionale del Kurdistan iracheno (KRG), la Turchia e forse anche l'Iran e l'Iraq con la benedizione degli Stati Uniti, della Russia e della Germania. Una tale guerra potrebbe iniziare entro la fine di agosto o settembre dopo la sconfitta militare dell'ISIS a Mosul e Raqqa.
Zaherbaher.com
(traduzione a cura di AL/fdca - Ufficio Relazioni Internazionali)