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L’Aia, Paesi Bassi: A fuoco tutte le prigioni – Graffiti in solidarietà con lx prigionierx anarchicx Lisa e Peike

Il fine settimana passato (22 ottobre) abbiamo eseguito un graffito di solidarietà lungo 80 metri di fronte al quartier generale della polizia e al centro di addestramento dell’Aia, con il seguente testo: Fuoco a tutte le prigioni.

Il graffito è in solidarietà con Lisa e Peike che si trovano entrambx in prigione in Germania. Lisa è incarcerata per sette anni e mezzo in seguito a una condanna per un sospetto di rapina a una banca. Peike è stato condannato a due anni e sette mesi per le proteste contro il G20 ad Amburgo.

Lx vogliamo liberx! Lisa e Peike e tuttx lx prigionierx anarchicx liberx! Fuoco a tutte le prigioni!

Anarchist Damage Squad

in inglese, tedesco, francese

Lipsia, Germania: Spaccati i vetri a “Staytoo”

19 ottobre 2017

L’appartamento Staytoo si trova nella Karl-Liebknecht-Straße 144, chiamata anche amorevolmente “Karli”. Lontano solo un tiro di pietra dalla HTWK (facoltà tecnico -scientifica, economica e culturale) Hochschule für Technik, Wirtschaft und Kultur – e dalla HFTL (Hochschule für Telekommunikation Leipzig – facoltà per le telecomunicazioni Lipsia). Mentre abbiamo già attaccato l’appartamento e due altri obiettivi a Connewitz e nel “Quartiere dell’ambiente Südvorstadt”, lx studentx stavano ancora tranquillamente a letto. Abbiamo colpito gli obiettivi nel contesto di riflessioni a lungo termine sul problema della riduzione dello spazio abitativo per gli strati a salario basso.

La lotta per l’abitazione in Germania è al momento una delle questioni più importanti. Gli affitti aumentano, a fine mese per vivere non rimane quasi più nulla. Ne profittano solo pochx. A loro appartengono le case oppure hanno delle partecipazioni di una ditta immobiliare abitativa. In generale il denaro con il quale fanno questi affari viene da gente che già ha sfruttato la gente altrove. Vale a dire che siamo doppiamente fottutx: Da un lato sul lavoro dove dovevamo sfacchinare per il profitto delle ditte, dall’altro come inquilinx dovendo di nuovo lasciare una parte del nostro salario ai capitalisti. Lipsia nel momento è particolarmente “attrattiva” per lx possidenti del mondo. Lauti guadagni attirano in città dei cd investitori.

Nella resistenza contro queste condizioni disumane si può mettere in discussione l’ideologia borghese e appare la possibilità di una società altra. Per chiedere l’esproprio dex possidenti per il bene di tuttx non c’è luogo più ovvio che i quartieri.

La solidarietà non può rimanere solo parola vuota ma deve essere un’esperienza che la gente che lotta contro queste condizioni condivide. Dei centri sociali dove il vicinato trovi spazi di scambio e di lotta non sarebbero che conseguenti.

Contro l’aumento degli affitti non può aiutare nessun appello allo Stato e rappresentanti – uguale di quale partito. Solo la resistenza solidale dal basso nelle case e nei quartieri possono aiutarci a liberarci da questa situazione di merda.

Aggreghiamoci e sosteniamoci a vicenda, uguale se contro gli sgomberi coatti, nelle visite degli appartamenti da affittare o per andare negli uffici o dal capo.
L’attacco della notte scorsa è un passo in questa direzione.

PS: Saluti solidali a Nero, che mercoledì è stato condannato alla prigione perché avrebbe accecato un elicottero degli sbirri sopra la Rigaer Straße.

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Hannover, Germania: Incendiata auto d’immobiliare

18 ottobre 2017

Nella notte al 18 ottobre abbiamo incendiato un’auto della ditta Haack-Immobilien a Linden-Nord.

È la nostra risposta agli sgomberi coatti e alle disdette della ditta Haack.

Chi lucra sullo spazio abitativo diventa un rischio per la sicurezza dex inquilinx.

Noi diventiamo un rischio per la sicurezza di Haack!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Spaccati i vetri a Degewo

17 ottobre 2017

Nella notte da lunedì a martedì abbiamo visitato l’impresa regionale per l’edilizia abitativa Degewo.

Tra il 2008 e il 2012 le imprese d’edilizia abitativa hanno eseguito 5500 sgomberi coatti. Le ragioni per mandare le persone momentaneamente all’addiaccio sono al più dei ritardi nel pagamento degli affitti, subaffitti illeciti, inquinamento acustico oppure trascurare l’abitazione. Campione con 1902 abitazioni sgomberate entro sei anni è la compagnia per l’edilizia abitativa Gesobau. Segue Degewo con 1223 sgomberi e la Gewobag con 804 casi.

“Ci vuole questo mezzo [lo sgombero coatto], anche come segnale per altrx inquilinx che un dato agire ha delle conseguenze”, dice una portavoce Gesobau.
Gli sgomberi coatti sono il mezzo ultimativo della ristrutturazione berlinese, fiancheggiati dalla violenza sbirresca nelle zone di pericolosità e dall’ampliamento della vigilanza e del controllo dello spazio urbano e della vita quotidiana, arrivando persino al lavoro coatto.
Lo sgombero coatto termina fisicamente la lotta esistenziale dex abitanti per il proprio tetto e lo spazio privato che in questa società ha il valore di un’oasi di libertà. Lì finisce – apparentemente, ma anche percettibilmente – l’ambito della presa dello Stato. Fino al punto dove le condizioni per la graziosa concessione di una pace domiciliare da parte dello Stato non possono più essere osservate e arriva la povertà, s’accolgono amicx senza tetto, si hanno altri progetti di vita oppure altre idee culturali.
Così i conflitti s’acuiscono nei palazzi abitativi variamente stigmatizzati di Berlino. Vi dominano le compagnie regionali per l’edilizia abitativa. Imprese con abitazioni che furono sottratte al libero mercato. Per ragioni di sicurezza. Per evitare che le ditte avide di denaro spremano troppo velocemente la povera gente e che poi questa si ribelli. Meglio smorzare.
Esempio Brunnenviertel: Interi palazzi nelle mani di Degewo, relativa povertà e criminalità. Dove nel management del quartiere opera da anni una task force di sbirri, assistenti sociali e politicanti insieme a Degewo per imporre una mescolanza sociale. Mezzo principe è la selezione di una parte del locatariato. Con aumenti degli affitti e misure repressive per delle quisquilie si provocano gli sgomberi coatti. Le case liberate sono affittate a gente dell’Europa Centrale e Occidentale degli strati meglio salariati. Nel contempo per strada e nei cortili interni un’armada di sbirri e servizi di sicurezza privati garantisce che le misure igieniste razziste trovino la loro espressione anche nell’immagine della strada. Inclusivo BSR (nettezza urbana) e manager del quartiere, che pattugliano fianco a fianco per rivalutare questa immagine.

Ora Degewo costruisce case nuove negli ultimi spazi liberi del Brunnenviertel. Il 30 % delle case sono affittate a 6,50 Euro escluse le spese di riscaldamento e il 70 % partendo dai circa 10 Euro escluse le spese di riscaldamento. Chi nel nuovo vicinato si ribella contro la continua espulsione non raccoglierà comprensione bensì un’operazione di polizia.
Esempio SO36: I palazzi della Naunynstraße, Waldemarstraße e Mariannenstraße appartengono quasi tutti a Degewo. Nel passato il quartiere era il centro delle rivolte del 1. Maggio. Vi si concentra tuttora la gente povera e disadattata. Come nel Brunnenviertel, i servizi di sicurezza privati pattugliano su commissione della Degewo i cortili interni prima pieni di vita.

E quest’anno ci fu un grosso aumento degli affitti che costerà la casa ad alcunx. Ma la resistenza si muove con piccole azioni di protesta. È gestibile nel senso dell’ordine grazie all’impresa di proprietà regionale:
All’interno della coalizione rosso-rosso-verde si ridestano le obiezioni ai piani della Degewo. “Gli aumenti degli affitti naturalmente devono essere ritirati”, dice la parlamentare verde Katrin Schmidberger. “Anzitutto lx inquilini sociali già molto caricatx devono essere sgravatx.” Schmidberger ha come alleata la senatrice per lo sviluppo urbano Katrin Lompscher (Linke).

Qui un potenziale di rivolta c’è solo se lx inquilinx capiscono che a lungo termine piccoli aumenti periodici degli affitti raggiungeranno lo stesso scopo: commistione sociale ed isolamento della gente povera.
Esempio Rigaer Straße: Apparentemente la lotta per la Rigaer94 è una lotta per un simbolo di un ambiente. Effettivamente nel contempo è un micro conflitto che somiglia agli altri esempi. Si tratta della questione esistenziale del tetto e di uno spazio che dovrebbe essere un’oasi di libertà dalla presa diretta dello Stato. Ora la politica e gli sbirri lo hanno capito. Ecco il perché degli sforzi attuali di acquistare la casa tramite la Degewo regionale oppure di assumerne l’amministrazione. Così scadrebbe il fattore rischio di un’immobiliare che potrebbe preferire i propri interessi individuali alla pace sociale. Che questa pace è fragile lo ha dimostrato l’estate scorsa quando ci fu un vasto sostegno alla Rigaer94 da parte del vicinato e dell’ambiente.

Concetti del passato con azioni militanti e manifestazioni possono far salire il prezzo degli sgomberi coatti nella Rigaer94 ma non impedirli. Solo una rivolta estesa potrebbe creare un effetto deterrente nel conflitto urbano in generale. Questa potrebbe essere preparata spezzando l’isolamento per es. degli esempi nominati Brunnenviertel, SO36 e Rigaer Straße. Le azioni militanti possono mettere in discussione il proprio riferimento ambientale e dovrebbero essere percepibili nei punti caldi sociali. In linea di massima il concetto del pericolo che ci siano reazioni immediate agli attacchi dello Stato sembra essere vincente. La parola d’ordine di gettare nel caos Berlino nel giorno X non è stata ignorata.
Come avviso a Degewo che questo conflitto è incandescente e che farebbero meglio a non esagerare, abbiamo distrutto a martellate i vetri della sua sede nella Kurfürstenstraße est. Ma l’avviso vale anche per le altre imprese immobiliari statali e il resto del pantano della politica urbana di Berlino e naturalmente per i porci degli organi di sicurezza.

Berlino deve diventare come Amburgo in luglio! Per l’attacco permanente!
Questo mezzo è necessario anche come segnale per altri padroni di casa che un dato agire ha delle conseguenze!
PS: Saluti solidali a Nero che mercoledì è stato condannato alla prigione perché avrebbe accecato un elicottero degli sbirri sopra la Rigaer Straße.

Fonte: Indymedia

Sydney, Australia: Solidarietà con gli/le anarchic* sottopost* alla repressione a Porto Alegre

Solidarietà da Sydney, cosiddetta Australia, con gli/le anarchic* di Porto Alegre che subiscono la repressione dello stato brasiliano. Le foto sono state scattate davanti alla vetrina di Jura Books, libreria e biblioteca anarchica a Petersham, Sydney.

in portoghese, inglese

Monaco di Baviera: Bruciato camion dell’esercito federale

10 ottobre 2017

Nella notte dal 9 al 10 ottobre 2017 attentato incendiario a vetture militari sul terreno per esercitazioni dell’esercito federale al lago di Starnberg presso Monaco.

Il 4 settembre 2009, cioè 8 anni fa, l’esercito federale, ordinando il bombardamento di due autocisterne prima rubate dall’aviazione US-americana contro la popolazione civile locale, perpetrava un massacro a Kunduz in Afghanistan, dove perirono 100 civili. Responsabile per l’operazione è l’allora comandante dei cosiddetti Provincial Reconstruction Teams dell’esercito federale, il colonnello Georg Klein. Non solo usciva indenne da questo crimine di guerra – dopo un anno il procedimento fu archiviato dalla procura federale, ma nel 2013 fu anche promosso generale di brigata e nel frattempo dirige l’intero ambito di formazione dell’esercito federale come “generale amministratore dell’ufficio federale per il management del personale dell’esercito federale”.

Mentre gli assassini possono salire i gradini di carriera, lx profughx d’Afghanistan sono ricacciatx con trasporti collettivi, che tra l’altro partono anche dall’aeroporto di Monaco.

War starts here – let‘s stop it here!
Contro ogni guerra, contro ogni espulsione!
Stop deportation!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Vetri rotti a Bildungswerk (ente di formazione) Kreuzberg (BWK) e SPD

3 ottobre 2017

Grazie ad uno degli opuscoli “radikal & bewegungslos” (radicale e immobile) ci siamo accorti del Bildungswerk Kreuzberg. Tra i tumulti purtroppo raramente di militanza di massa come per l’apertura della BCE e il G20 è opportuno identificare e attaccare le piccole ruote della macchina repressiva. Il BWK ha una funzione che essx stessx chiamano integrazione – per noi è lotta controinsurrezionale.

Nihat Sorgeç è manager industriale e amministratore del BWK, guarda caso portatore della medaglia federale ai meriti. Il suo BWK pesca lx giovani nell’ambiente del cosiddetto “ceto inferiore migrante e lontano dalla formazione” che, basta che quadra la grana, sono dispostx a tutto. BWK da loro una formazione come guardie carcerarie e sbirri e chi non passa gli esami d’ammissione finisce nell’industria della sicurezza privata. Come funziona e l’approccio strategico della formazione di manovalanza repressiva sono spiegati nello stesso opuscolo.

Come espressione della nostra solidarietà attiva con lx prigionierx del G20 ad Amburgo, come saluto a Lisa nella prigione di Colonia per presunta rapina in banca, come saluto a Nero nella prigione di Moabit per presunto accecamento di un elicottero degli sbirri e per tuttx lx prigionierx della guerra sociale, il  3 ottobre in Trautenaustraße abbiamo spaccato i vetri alla filiale del BWK e già che c’eravamo anche agli uffici SPD di fronte.

Questo attacco s’intende come piccolo contributo alle giornate anti-galera dal 6 all’8 ottobre a Berlino. Con questo seguiamo una linea che già attuava azioni contro le iniziative di reclutamento degli sbirri nei jobpoint di diversi circondari, il 27ottobre 2016 a Neukölln e il 10 gennaio 2017 a Charlottenburg.

Naturalmente l’ente attaccata non fermerà subito i suoi programmi, ma se siamo dispostx in situazioni ad altissimo rischio negli scontri sotto gli occhi degli sbirri in borghese e delle loro telecamere a lanciare pietre agli sbirri, coerentemente dobbiamo sabotare come minimo il loro rifornimento.

Nessunx è costrettx a diventare guardia carceraria o sbirrx!
Lotta all’infamia e alla bassa manovalanza repressiva!

Kaos Westberlin

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Brema, Germania: Vetri rotti a GdP (sindacato di polizia)

4 ottobre 2017

Libertà a tuttx lx prigionierx del G20! Parole che splendevano sulla facciata di fronte all’ufficio GDP del quale abbiamo spaccato i vetri.

Dai tumulti G20, sbirri e giustizia tentano di attizzare la paura. Nei processi contro lx arrestatx vogliono dimostrare con delle pene alte che gli sbirri sono intoccabili. Chi osa mettere in discussione l’autorità e di agire di conseguenza deve fare i conti con la galera. Chi lancia bottiglie è processatx come terrorista. Con l’inasprimento del § 113 vogliono impedire che l’odio diffuso agli sbirri vada anche per le vie di fatto.

Il sindacato di polizia è uno degli attori che accelera continuamente l’inasprimento della repressione. Nel loro odio su tutto ciò che si muove si superano continuamente con richieste di leggi nuove e più dure, più competenze e armi nuove agli sbirri. Il GdP ha molto successo nel rappresentare gli sbirri sempre come vittime che senza alcuna colpa diventano bersagli della rabbia.
Il tutto serve per terrorizzarci sempre di più.

La paura paralizza, ci rende impotenti, per noi la rottura con queste condizioni rimane il mezzo migliore contro la paura e l’impotenza. Questa rottura può esprimersi nella solidarietà con lx arrestatx.

Forza a tuttx lx incarceratx, perquisitx, spiatx – qui e dappertutto!

Il G20 è passato, le nostre lotte no!

Anarchicx

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Lipsia, Germania: Vetri rotti a Leipziger Volkszeitung

29 settembre 2017

Visita a LVZ nella notte dal 28/9 al 29/9 con alcuni vetri spaccati e lo slogan: “Ci cercate – veniamo noi da voi, 12/12”

Motivo dell’affermazione era la pubblicazione di foto segnaletiche alcune settimane fa con le quali la polizia cercava lx autorix degli scontri del 12/12/2016.

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

[Italia]: Processo in cassazione per articolo sul mensile “Invece”

Giovedì 19 ottobre c’è stata la cassazione a Roma per il processo al compagno accusato di istigazione alla
violenza per un articolo apparso sul mensile anarchico “Invece” nel maggio del 2012.

L’articolo riguarda un libro scritto da Pierpaolo Sinconi, capitano dei carabinieri. Egli ha partecipato alle missioni di guerra in Bosnia Erzegovina, Kosovo ed Iraq. Ha insegnato presso centri di formazione per il peacekeeping in Africa, America, Asia ed Europa. Fa parte del gruppo di esperti in peacekeeping e peacebuilding dei paesi del “G8”. E dal 2006 insegna Diritto Internazionale e Diritto Internazionale Umanitario presso il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units di Vicenza.

Il reato contestato è “istigazione alla violenza”.
Nonostante l’articolo fosse firmato, i Ros di Roma e Trento hanno svolto indagini per individuare chi fosse l’autore, da lì le perquisizioni nel settembre 2013.

La sentenza è stata confermata a un anno e tre mesi di reclusione, inoltre il PM ha dichiarato il ricorso in cassazione inammissibile quindi il compagno riceverà anche una multa.
La condanna essendo sotto i tre anni non avrà l’arresto immediato, si hanno ora 30 giorni per depositare gli incartamenti necessari per la richiesta delle possibili pene alternative.

CONTRO CHI VIVE DI GUERRA LA VERNICE È IL MINIMO!

Anarchici ed anarchiche di Trento e Rovereto

Berlino: Martelli, pietre e vernice alla tipografia federale e al gruppo mediatico DuMont

27 settembre 2017

Quando lx guerrafondaix degli Stati industriali più potenti del mondo s’incontrarono ad Amburgo, sulle prime pagine dei giornali si poteva leggere di guerra civile e terrore di strada, di caotici dell’odio e incendiari assassini. Giammai per parlare dei crimini dex signorx in doppiopetto nelle loro berline blindate, ma per diffamare, delegittimare e insozzare la festa della rivolta che s’incendiava contro il mondo dei G20. Stampa borghese, politicx e sbirri si sperticarono a vicenda nella corsa alle espressioni più creative nella battaglia propagandistica relativa a questi eventi. L’intenzione del vocabolario dei padroni e pennivendoli della stampa scandalistica era di dividerci, di spezzare la solidarietà e di comprimere l’azione dex autorix nella logica dei criminalisti per gettare le basi per un trattamento giuridico degli eventi. Ne risultano ora i processi spettacolo dove la servitù dello Stato dispiega “la massima durezza della legge” per statuire un esempio. Tuttx che parteciparono a questa persecuzione sono responsabili del fatto che delle persone sono in carcere ad Amburgo e che probabilmente saranno derubatx ancora a lungo della loro libertà.

Nel solco della campagna mediatica scatenata, i sobillatori del ministero federale degli interni come Thomas De Maizière sfruttano l’occasione per scendere in campo contro il cd estremismo di sinistra e per dare un senso al proprio essere paranoico. Nazi e fanatici islamisti sono secondo lui ugualmente terroristi come le persone che scendono in strada contro il dominio degli Stati G20. La propaganda per giustificare lo stato d’emergenza continua allegramente.

All’impiego delle unità antiterrorismo dei commando speciali sul Schulterblatt ad Amburgo seguiranno altri due, come per lo sgombero della fabbrica di tappeti occupata e in una demo antifascista a Wurzen. Per chi ha manifestato combattendo richiedono le catene elettroniche ai piedi e i divieti d’espatrio e di viaggiare e dopo di che il segretario generale della CDU, Stefan Evers, sognava già in primavera con un linguaggio in puro stile NS di “sterminare con il fumo i fascisti di sinistra”, ora dovrebbero essere caccia libera ai centri e progetti autonomi come la Rote Flora o la Rigaer Straße. ZDF rincara la dose avvalendosi della consulenza di un politico AFD per il documentario “Pericolo da sinistra”, dove tentano disperatamente d’inventarsi un collegamento dei giorni di ribellione di Amburgo con la RAF per dare una base alla tesi del terrorismo.

È ovvio che il fatto che i neonazi da tanto tempo tirano di nuovo una scia di sangue che attraversa la repubblica è solo un piccolo difetto nella visione del mondo reazionaria dex teorici dell’estremismo. I quasi 200 omicidi razzisti dall’inizio degli anni ’90 non li impedisce affatto a fare i loro paragoni tra destra e sinistra. Ecco perché non stupisce che l’aizzamento contro lx profughx e le mobilitazioni razziste degli ultimi anni spariscono nel consenso sociale, mentre con una grande messa in scena mediatica vietano la piattaforma internet linksunten.indymedia, una manovra elettorale per la caccia ai voti e per provare che „il diritto e l’ordine” imperano anche dopo il vertice.

Tali attacchi alle nostre strutture e la repressione con la quale lx prigionierx delle proteste contro il G20 sono confrontatx non ci stupiscono più di tanto, poiché alla fine non abbiamo mai creduto nello Stato di diritto borghese. Ma la veemenza con la quale girano la vite della repressione e quanto senza fronzoli alcuni i nemici della libertà si tolgono la maschera democratica senza suscitare alcuna indignazione, chiarisce in profondità in quale stato si ritrova la presunta società democratica. Ma a noi rafforza solo la convinzione che l’ordine sociale imperante è da buttare nell’immondezzaio della storia.

Ecco perché nella notte dal 26/9 al 27/9 abbiamo attaccato la tipografia federale e il palazzo nuovo del gruppo mediatico du Mont nella Alten Jakobstraße con la vernice, le pietre e a martellate e scritto lo slogan “Free G20 Prisoners”. Con questo gesto di solidarietà mandiamo dei saluti combattivi ax prigionierx ad Amburgo, a chi fa Indymedia-Linksunten e a chi è colpitx dalle perquisizioni che ieri mattina 7/9 furono operate in 14 luoghi diversi dalla “Commissione Speciale Schwarzer Block”. Inoltre auguriamo tanta forza e capacità di resistenza a Kara e Krem, accusatx a Parigi di partecipazione alla distruzione di una macchina degli sbirri.

La tipografia federale che appartiene di nuovo allo Stato dal 2009, e la Veridos Srl, una cooperazione della tipografia federale e Giesecke & Devrient (G&D), con sede nello stesso palazzo, in nome dell’antiterrorismo sono in procinto di costruire una Firewall biometrica attorno alla fortezza Europa.

Così i confini interni d’Africa sono riarmate con lettori biometrici, ed i relativi documenti con le foto biometriche per i vari paesi africani sono stampate qui a Berlino. L’obiettivo è la registrazione dei dati biometrici dell’intera popolazione continente per proteggere dai movimenti migratori i confini esterni UE già su terraferma africana. Così la tipografia federale è una colonna portante dell’architettura di sicurezza d’Europa e della ristrutturazione dei suoi confini mortali.

Il gruppo mediatico DuMont è editore di diversi grandi quotidiani in Germania, tra l’altro della Hamburger Morgenpost, del Berliner Kurier e della Berliner Zeitung. Questi con la loro diffamazione e il loro aizzamento sono corresponsabili della criminalizzazione delle proteste contro il G20 e le seguenti aggressioni contro le strutture antiautoritarie. Loro e colleghx delle edizioni Springer sono la manovalanza del fanatismo sicuritario reazionario.

Basta con lo Stato e con chi lo difende
Libertà per tuttx lx prigionierx – Fuoco alle carceri

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Francoforte sul Meno, Germania: Pietre e pece a Jobcenter

25 settembre 2017

La nostra scelta: Lotta al capitale! Nella “notte elettorale” dal 24 al 25 settembre abbiamo attaccato l’ufficio di collocamento a Frankfurt Bockenheim spaccando i vetri dell’entrata principale e degli uffici al pianoterra e lasciando la scritta “La nostra scelta: Lotta al capitale”. Mentre milioni di tedeschx si davano di nuovo all’illusione di un cambiamento grazie all’elezione di questo o di quell’altro partito facendo con il loro voto probabilmente la loro unica “azione politica” dei prossimi quattro anni, con l’azione volevamo esprimere la nostra inconciliabilità con questo sistema di sfruttamento, rappresentato secondo noi simbolicamente anche dall’ufficio di collocamento come luogo di precarizzazione e vessazione della popolazione dipendente da un salario e del proletariato.

Non ci illudevamo che con una croce sulla scheda elettorale potevamo eliminare il capitale e lo Stato che quotidianamente ci limitano, logorano, sfruttano, opprimono e ci prescrivono come dobbiamo vivere. Il nostro linguaggio è l’azione!

Vogliamo chiarire che ci difendiamo e che non ci lasciamo inabilitare votando per un partito qualsiasi di questo sistema!

La nostra scelta: Lotta al capitale!

Alcunx autonomx

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Vernice all’albergo Orania

22 settembre 2017

Nella notte dal 21/9/2017 al 22/9/2017 fu attaccato con estintori alla vernice l’hotel Orania in piazza Oranien 17 a Kreuzberg. Mentre innumerevoli persone non possono più pagare l’affitto e se ne devono andare da Kreuzberg e da altri quartieri illustrati come “hipe”, pare non essere un problema aprire un albergo di lusso dove un pernottamento inizia già con il buon prezzo di cento euro.

Tuttora ricordiamo l’occupazione dell’O-Platz da parte di gente fuggita e la relativa campagna diffamatoria di CDU e SPD e i tentativi di divisione dei verdi. Ricordiamo le zone di pericolo che proclamano dappertutto dove i quartieri e le persone agiscono in modo collettivo e resistenziale. E non abbiamo dimenticato affatto lo sgombero della Liebig14 e della Friedel54.

Se l’amministratore, che tra l’altro ha corteggiato anche gli Stati G7 nel suo castello Elmau in Baviera, dice che con il suo albergo farebbe qualcosa per la bellissima piazza Oranien, allora gli sputiamo in faccia. La sua visione non è voler creare un’altra offerta per il turismo di massa e a buon prezzo – che non è che consideriamo più gradevole –, eh no, è tuttavia così onesto a dire chi è che vuole attirare a Kreuzberg 36: sfruttatorix, yuppie e tuttx coloro che profittano delle condizioni (materialmente) dominanti. Il museo a ciel aperto Kreuzberg e simili progettati da altri – un po’ di charme squat, un po’ malfamato, un po’ sporco – si piglia un altro oggetto di lusso che non ha nulla a che fare con le necessità della gente che abita nel quartiere.

Kreuzberg, un museo a ciel aperto pianificato in ogni dettaglio con il giusto mix dell’ex charme squat, della sporcizia e cultura hipster chic, ottiene un altro oggetto di lusso che ancora una volta non s’orienta alle necessità della gente del quartiere.

Non abbiamo alcuna voglia di lasciare che il capitalismo e lacchè dettino chi può abitare a Kreuzberg o altrove e che chi non può più pagare è sfrattatx con la forza. Riprendiamo le nostre vite nelle nostre mani. Le riprendiamo nelle nostre mani nelle lotte per i nostri luoghi, per le nostre strade e case. Ci riprendiamo le case vuote e le riempiamo di nuova vita collettiva. Discutiamo su delle nuove forme di convivenza.

Non ci prenderete l’aria per respirare. Qui salutiamo lx compas che occuparono la vecchia fabbrica di tappeti ad Alt Stralau e che così espropriarono temporaneamente un oggetto di speculazione, riempendolo di vita. Che la risposta dello Stato è stato un massiccio impiego dei comandi speciali della polizia per sgomberare l’edificio, chiarisce una volta ancora dove dobbiamo tirare le linee di separazione.

Mandiamo saluti solidali ax nostrx amicx che dai giorni G20 ad Amburgo sono in galera ed attendono i loro processi, e anche a chi è già statx condannatx. Gli attacchi contro di noi non saranno dimenticati.

Pace alle capanne e guerra ai palazzi!
La città ci appartiene!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Amburgo: Incendiata auto DITIB

23 September 2017

Con la presente rivendicazione noi, il commando vendetta Ali Cicek, assumiamo la responsabilità per l’attentato incendiario a una vettura DITIB ad Amburgo-Wilhelmsburg nella notte a venerdì 22 settembre. La VW-Golf color argento si trovava sul terreno della Muradiye Moschee in detto quartiere. La moschea o edifici circostanti non furono danneggiati con l’attentato.

DITIB (Unione Turco-islamica dell’istituto per la religione) non è una semplice associazione di moschee. In Germania la DITIB compare apertamente come portavoce del regime fascista AKP. Dal punto di vista organizzativo l’associazione è legata all’autorità turca per la religione Diyanet, da dove riceve tutti gli ordini e tutte le indicazioni. Anche i contenuti delle prediche sono decisi da Ankara e i predicatori stessi formati in Turchia. Con il pretesto della libertà religiosa la DITIB aizza contro l’opposizione democratica in Turchia e le minoranze etniche e religiose come quella Curda, Armena, Ebrea, Assira ecc. e diffonde un’interpretazione reazionaria della religione islamica. Come si scopriva varie volte l’anno passato, anche il servizio segreto turco MIT s’organizza passando per le strutture DITIB e anche tanti imam hanno lavorato per il MIT per spiare e terrorizzare chi non la pensa come loro. Solo poco tempo fu svelato che gli sbirri di Erdogan non indietreggerebbero neanche davanti all’assassinio di politici curdi in Europa. Nelle moschee DITIB non si diffonde solo la propaganda nazionalista-islamica del regime Erdogan ma si pubblicizza anche apertamente la guerra santa contro i miscredenti. Dall’ambiente DITIB, anzitutto anche qui ad Amburgo, si registrano tante partenze per il cosiddetto “Stato Islamico”. Malgrado tutto, il governo federale continua una collaborazione stretta con la DITIB nelle “questioni d’integrazione”. Malgrado la critica superficiale della situazione in Turchia, la collaborazione dello Stato tedesco con il regime fascista Erdogan, che sia con la DITIB, sia con le forniture d’armi oppure il deal con lx profughx, rimane più che stretta.

Istituzioni come DITIB, UETD, ATF e tante altre sono propaggini dirette del regime in Turchia e faremo loro pagare per i crimini del fascismo AKP/MHP in Kurdistan e nel Medio Oriente. Attualmente il governo turco ed alleati stanno architettando ulteriori progetti d’occupazione per la Siria del Nord e il Kurdistan del Sud. Il loro obiettivo non è altro che l’annientamento del movimento di liberazione curdo. Il regime AKP e MHP in Turchia è il principale baluardo della controrivoluzione in tutta la regione e deve essere eliminato.
Continueremo le nostre azioni contro i nemici della lotta di liberazione in Kurdistan e la rivoluzione nel Medio Oriente.

Morte al fascismo!
Vittoria alla guerra popolare rivoluzionaria in Kurdistan!

Commando Vendetta Ali Cicek

Fonte: Email

Traduzione dal tedesco mc, CH

Parigi: Attacco all’ambasciata tedesca a Parigi in sostegno agli/lle arrestat* all’anti-G20

25 luglio 2017

 Nella notte dal 16 al 17 luglio 2017, abbiamo condotto un’azione diretta simbolica contro l’ambasciata tedesca a Parigi, in sostegno agli/lle arrestat* di Amburgo, denunciando in questo modo la repressione subita durante le manifestazioni anti-G20.

Quella notte, degli «pshiit, bam, boum» sono risuonati in via Marbeau. Il tempo di acccendere la miccia e la facciata veniva ridecorata con un «Welcome 2 hell», i vetri attaccati a colpi di martello e la porta d’entrata del pubblico ha preso fuoco grazie a un cocktail molotov.

Con questo atto abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà nei confronti della quarantina di persone ancora incarcerate ad Amburgo in seguito agli scontri che hanno accolto il G20 dal 5 al 9 luglio scorsi. Volevamo anche mettere al corrente le autorità tedesche della nostra determinazione a continuare ovunque la lotta contro il capitalismo e i suoi meandri securitari.

Malgrado lo stato di assedio imposto agli/lle abitanti di Amburgo durante il G20, e le 20 000 forze dell’ordine, i cannoni ad acqua e i veicoli blindati utilizzati per lo spettacolo, gli/le anarchic* venut* da tutti i paesi hanno messo in seria difficoltà il mantenimento dell’ordine tedesco. Quello che è accaduto nelle strade di Amburgo non è che un saggio dell’immensa collera sociale che urla dentro di noi. Siamo milioni a non sopportare più il mondo che ci viene imposto, e questa rivolta si fa sentire con più forza ogni anno che passa.

Siamo quell* che vi servono al ristorante, puliscono nei vostri alberghi svuotano e riciclano la spazzatura, riempiono i vostri moduli, accompagnano i/le vostr* figl*, cambiano le vostre lenzuola, che vi divertono, sistemano i vostri prodotti nei reparti dei vostri negozi, traslocano i vostri mobili, tirano la vostra fibra ottica, costruiscono le vostre case, guidano i vostri mezzi, tagliano le siepi dei vostri giardini, riparano i vostri ascensori…

Siamo quella parte di popolo la cui coscienza politica spinge a reagire all’ingiustizia, a non accettare più l’inaccettabile.

Perché non crediamo nella riforma del sistema.
Perché la radicalità dele nostre idee si riflette in ciascuno dei notri gesti contro questo naufragio universale istituzionalizzato.
E dato che i governi si ostinano a calpestarci, organizziamo il contrattacco in ogni luogo; moltiplichiamo le azioni dirette contro le loro rappresentazioni. Usciamo dalla nostra zona di conforto per fare irruzionw nel loro quotidiano. All’abbordaggio dei loro quartieri, non lasciamoli sorseggiare tranquillamente il loro champagne mentre giustiziano l’umanità in tutta impunità. Riserviamogli un Welcome to Hell Part 2!

Per tutt* i/le prigionier* della guerra sociale.
La lucha sigue !

Collettivo di anarchic* solidal* ma non responsabili, pirat* dell’era anticapitalista senza frontiere, alla conquista dell’altrove.

Torino: Lettera di Beppe dal carcere

Lettera scritta il 4 ottobre ricevuta il 9

Ciao a tutte e tutti.
Sono stato arrestato il 4 agosto con la misura cautelare di custodia nel carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino insieme ad altr* 4 compagn* e due compagne con la misura cautelare di divieto di dimora dal comune di Torino e provincia per esserci frapposte all’ennesima retata nel nostro quartiere, ma già molto abbiamo detto al riguardo e non mi dilungherò oltre.

Dopo due settimane in carcere, il Tribunale della Libertà ha modificato la misura cautelare per i/le cinque arrestate alla custodia cautelare presso i domicili da noi presentati. Per quel che mi riguarda ho deciso di andare da una compagna presso il comune di Roma. Lì i controlli si sono susseguiti di giorno in giorno fino al 22 settembre; giornata nella quale, alle sette del mattino circa si sono presentati alla mia porta vari poliziotti in borghese e due volanti per notificarmi un aggravamento di pena, richiesto dai carabinieri preposti al mio controllo della caserma di La Storta per una presunta evasione effettuata in daa 31 agosto. Da quel momento (22/9) sono quindi stato tradotto al carcere di Regina Coeli.

Non cercherò certo qui, tra queste righe, di difendermi da tale accusa, ma quantomeno ne approfitterò per salutare e abbracciare col cuore le mie sorelle e i miei fratelli, compagne e compagni. Ripetendo a me stesso che, nonostante la repressione, le angherie e i soprusi ci saremo sempre l’un per l’altra. Che non smetteremo di lottare. Che ci ritroveremo ancora sulle barricate, sorridenti, determinate e a testa alta. Che per quanto possano temporaneamente o meno togliere di mezzo una/o di noi, altre ed altri saranno li a colmare il vuoto. Che non ci sarà pace né tregua per chi ci opprime e reprime.

Con rabbia e amore, vostro compagno
Beppe

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Beppe è stato trasferito il 13 al carcere delle Vallette a Torino, per scrivergli:

Giuseppe de Salvatore
Casa Circondariale Lorusso e Cutugno,
Via Maria Adelaide Aglietta, 35,
10149 Torino

[NdR: Beppe è stato accusato, con altr* compagni e compagne anarchic*, di resistenza aggravata e danneggiamenti; le accuse si riferiscono al tentativo di opporsi a una retata di polizia in un parco della zona Barriera di Torino dell’aprile 2017, quando ci fu una carica contro compagn* che cercavano di ostacolare con cori e slogan i controlli nei confronti di chi si trovava nell’area, tra cui immigrati e persone senza casa. ]

Amsterdam: Manifestazione spontanea in solidarietà con i/le prigionier* del G20

Ricevuto il 1° ottobre 2017

Ieri (30 settembre 2017) una manifestazione si è svolta ad Amsterdam in solidarietà con i/le compagn* che al momento si trovano in prigione in seguito alle proteste contro il G20 ad Amburgo (Germania) lo scorso luglio. Dopo la manifestazione un corteo spontaneo è partito verso il centro di Amsterdam.

100 persone hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con i/le prigionier* del G20. Ci sono stati prese di parola e interventi musicali. Dopo la manifestazione una cinquantina di persone hanno dato vita a un corteo improvvisato nel centro di Amsterdam, fino a Spuiplein.

Libertà per tutt* i/le prigionier* del G20! Libertà per Peike!

in inglese

Stoccarda: Vernice a sindacato tedesco di polizia (DPolG)

1° settembre 2017

Nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre abbiamo marcato con la vernice rossa la sede della “Deutsche Polizei Gewerkschaft” a Stoccarda.

Quest’associazione lobbistica degli sbirri non ha nulla a che vedere con un lavoro sindacale progressista. Non solo perora un ulteriore riarmo degli sbirri ma è anche all’avanguardia quando le élite di Stato istigano e mobilitano l’apparato dello Stato contro la sinistra. Wendt, il presidente del DPolG, non solo plaude l’orgia di violenza della sua truppa di picchiatori durante il vertice G20 ad Amburgo ma era anche solertissimo nel lodare il divieto di Indymedia come passo coerente contro gli “estremisti di sinistra”. Questo Law-and-Order Club è parte organizzata della tendenza verso destra di tutta la società e deve essere contrastata come tutti i suoi altri attori. La vernice è il minimo!

Fonte: Indymedia

Traduzione dal tedesco mc, CH

Berlino: Demolita auto elettorale del Linkspartei

18 settembre 2017

Breve spiegazione per l’azione contro “die Linke” la sera del 18 settembre 2017. Tre mesi fa nella Rigaer Straße ci fu un concerto che secondo la stampa culminava in “pesanti scontri”. Posto nel contesto fu arrestato Nero che avrebbe accecato con il laser un elicottero degli sbirri.

Il 24 settembre c’erano le elezioni parlamentari federali. In questo contesto si fecero sentire una pletora di piccoli e grandi partiti che promisero tutto a tuttx e anche mari e monti. Non c’interessano le loro promesse e sappiamo benissimo che sono solo menzogne. Nel capitalismo non importa che cosa promette quale partito, poiché tutti sono sottomessi alle leggi del mercato.

Il Linkspartei per esempio fa pubblicità con affitti pagabili e la certezza dell’esigenza base di una casa. Criticano le operazioni di polizia brutali e tentano di costruirsi l’immagine da criticx del sistema e d’attivistx. Parlano di giustizia sociale, eppure… Gran parte degli sgomberi più grandi degli ultimi anni… Liebig 14, York59 come anche alcuni attacchi e tentativi di sgombero della Rigaer 94 si sono svolti sotto un parlamento rosso.

Il loro perbenismo è ipocrita e non vogliamo solo fare finta di nulla! Come piccolo avvio abbiamo reso inutilizzabile un’auto elettorale della Linkspartei a Friedrichshain.

Libertà per tuttx lx prigionierx! Per l’Anarchia!

Un gruppuscolo autonomo

Traduzione dal tedesco mc, CH

Darmstadt, Germania: Vernice ad associazione studentesca Germania

23 agosto 2017

Noi, il gruppo d’azione Attacke, nella notte da martedì a mercoledì abbiamo attaccato con la vernice la sede dell’associazione studentesca Germania a Darmstadt. Dato che ultimamente gente di destra e neonazi si sentivano sempre più al sicuro e si presentarono sempre più apertamente, abbiamo pensato che era ora di ben chiarire che non hanno nulla da cercare né a Darmstadt né altrove!

Le associazioni studentesche e anzitutto la federazione nazionale “deutsche Burschenschaft” rappresentano un filo rosso nella storia della BRD che parte con la fondazione della nazione, passa per il nazionalsocialismo e continua fino ad oggi, riferendosi ai costumi e valori tedeschi. E cosa sono i valori tedeschi se non valori di merda. Sono permeati d’idee antifemministe, popolar-scioviniste, elitarie e nazionaliste. Anche se l’associazione Germania è uscita dalla federazione “deutsche Burschenschaft” manca tuttora una presa di distanza chiara.

Le associazioni studentesche sono una base di ritiro e di germinazione stabile per le più varie strutture neonazi, come lo dimostrano i tanti intrecci con AfD e anzitutto con il “movimento identitario”.

Ecco perché abbiamo iniziato e vi incitiamo:
Togliete il terreno ax nazi!
Attaccatelx dove si sentono al sicuro!
Smantellare le associazioni maschili!

Fonte: Linksunten

Traduzione dal tedesco mc, CH

È uscito il quinto numero del giornale ecologista radicale «L’Urlo della terra»

In questo numero:

Monsanto-Bayer  matrimonio criminale
Ecologismo e transumanismo connessioni contro natura
Dove trans-xeno-femminismo, queer e antispecismo incontrano la tecnoscienza
Il cyborg: una metafora che si incarna, un dispositivo di potere e la fine di ogni liberazione
Vaccini: armi di distruzione di massa
G7 agricoltura: affari, controllo e dominio
Come sbancarsi la vita  la fondazione Mach in Trentino
Non una semplice isola
Loro hanno paura di noi perché noi non abbiamo paura di loro
La riproduzione artificiale dell’umano di Alexis Escudero – Ortica edizioni, 2016
Salti nella notte…
Disarticolare il mondo dell’autorità

EDITORIALE:
In tanti anni che lavoriamo su questioni come l’ecologismo, le nocività e la tecnologia, abbiamo sempre pensato che il punto di partenza, preliminare ad ogni percorso di lotta, fosse quello di chiarire, tra le varie posizioni critiche, chi questo sistema di sfruttamento lo vuole combattere e chi invece lo rafforza alimentandolo, costruendogli possibili scappatoie.

Parlando di nocività, per esempio, il lavoro svolto da gran parte dell’ambientalismo e da certo ecologismo è il caso sicuramente  più emblematico e significativo su come il sistema non solo abbia recuperato delle istanze, ma su come sia riuscito a intervenire e trasformare la realtà in nome di queste. Negli anni si è aggiunto anche l’animalismo e gran parte dell’antipecismo.

Abbiamo però dato per scontato che certi ambienti più sensibili con idee radicali verso le trasformazioni di questo mondo fossero perlomeno più fermi nel considerare e riconoscere certi processi come manifestazioni del potere. La scienza può forse essere considerata neutrale in questi tempi? Eppure in tante/i hanno posto dei seri dubbi sulla non neutralità.

In vari mesi di presentazioni del giornale, ma anche dei nostri progetti legati alla critica delle tecno-scienze, non avremmo  pensato di uscirne così sconfortate/i. Sconforto perchè è come se tutto un lavoro passato non fosse stato compreso fino in fondo. Ci siamo interrogate/i sul perchè di una simile situazione. Forse è per il modo con cui è stata criticata la tecnologia e un certo progresso in certi contesti senza andare a fondo nel problema, pensiamo al nucleare: basta soffermarsi solo sull’aspetto radioattivo delle scorie o su come questa tecnologia sia calata dall’alto? Per il primo aspetto potranno propinarci una “soluzione” per lo stoccaggio delle scorie e per il secondo aspetto potranno far diventare il nucleare una “partecipazione”: non potendone uscire bisogna imparare a conviverci e a cogestirlo insieme alle compagnie energetiche…

Aspetti parziali che non tengono conto della complessità di una nocività radioattiva, sociale, ecologica…

La critica alla tecnologia fatta solo ed esclusivamente perché questa è una manifestazione del potere, se può in un primo momento sembrare positiva, ha dei limiti perché di fatto ha portato a un allentamento del pensiero, a tanti slogan e luoghi comuni acritici.

Nel confronto, spesso anche scontro acceso, tra le varie posizioni, pensavamo di trovare convinte/i tecnofile/i solo tra i soliti ambienti di sinistra, fiduciosi nel progresso sempre e comunque, anche se nucleare o nanotecnologico. O in certi ambienti polverosi fermi con analisi ottocentesche che, anche se nel mentre siamo arrivate/i alla cibernetica e alle figlie in provetta, loro cercano ancora la borghesia… Invece abbiamo scoperto ambienti libertari difensori del transumanesimo, arrivando addirittura a distinguerne uno di destra e uno libertario-anarchico, tanto da ipotizzare di impossessarsi dei Big Data (i pseudo dibattiti sul transumanismo pubblicati su “Umanità Nova”).

Abbiamo visto dei contesti femministi, anche libertari, sostenere le tesi dello xenofemminismo e la riproduzione artificiale dell’umano, usando come motivazione tutti gli stereotipi degli ambienti accademici pro-scienza, arrivando a giustificare i più controversi processi della tecno-scienza, distruggendo così in un colpo solo anni di lotte di donne reali e non ancora metafore cyborg in attesa dell’ennesimo decostruzionismo.

Anche alcuni contesti antispecisti, quelli più impegnati nell’approfondimento teorico, sono caduti nel sogno transumanista di una tecnologia liberatrice.

In tutto questo ovviamente la natura non esiste più. Cancellato finalmente il selvatico, dentro e fuori di noi, si scopre che l’empatia tanto decantata nei volantini patinati era esclusivamente destinata agli animali creati dall’uomo nelle selezioni per l’allevamento o per la vivisezione…

Sicuramente abbiamo scoperto che l’intossicazione del sistema, con i suoi mezzi di dissuasione e propaganda di massa, non risparmia nessun contesto, nemmeno quelli critici. Forse allora sarà da questa critica che sarà necessario ripartire, ma dovremmo prima capire che direzione sta prendendo: se verso le braccia cyborg del dominio o verso una landa selvaggia dove la liberazione è ancora possibile.

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[Italia]: In cassazione si conclude la vicenda processuale contro Silvia, Billy e Costa

Dopo cinque anni di udienze si è concluso in questi giorni a Roma il processo in cassazione contro Silvia, Billy e Costa accusati dalla Procura della repubblica di Torino di trasporto e ricettazione di esplosivi tra l’Italia e la Svizzera con finalità di terrorismo.

Dal momento in cui Silvia, Billy e Costa avevano terminato di scontare le pene inflitte nel processo in Svizzera, la Procura di Torino, nelle vesti del Procuratore Arnaldi Di Balme, ha cercato di imbastire un processo prima per associazione sovversiva (coinvolgendo anche altre persone facenti parte della Coalizione contro le nocività) e successivamente, con più appelli, ha cercato di dimostrare che un pezzo del tentativo del sabotaggio in Svizzera fosse stato preparato in Italia, perlomeno nel recupero e trasporto dei materiali necessari.

La cassazione ha invece confermato la precedente sentenza di improcedibilità secondo il principio “Ne bis in idem”, ovvero non poter giudicare una persona più volte per lo stesso reato, appellandosi dunque ad un principio di difetto di giurisdizione.

Per chi volesse approfondire rimandiamo alla lettura della pubblicazione “Solidarietà e complicità”: raccolta di testi intorno al tentativo di sabotaggio del centro IBM sulle nanotecnologie in Svizzera e sulla solidarietà espressa da realtà di movimento anche a livello internazionale.

in portoghese

[Torino, Italia] Appello alla solidarietà internazionale per il 16 novembre – giudizio “Scripta Manent”

Il 16 novembre, alle ore 10.00, davanti all’aula bunker a Torino, si terrà la prima udienza del processo “Scripta Manent”, che avrà un lungo percorso di giudizio, e che vede imputati/e 22 compagni/e anarchici/che, di cui sette attualmente in carcere.

L’apparato repressivo dello stato accusa parte del movimento anarchico di attaccarlo con pratiche di: azione diretta distruttiva contro le sue strutture e i suoi uomini, realizzazione e diffusione di stampa anarchica e sostegno ai prigionieri ed alle prigioniere rivoluzionarie.

Il teorema del P.M. Sparagna è quello per cui le posizioni delle compagne e dei compagni indagati sono isolate e lontane dal contesto anarchico.

Il suo è un chiaro tentativo di parcellizzare e rinchiudere l’anarchismo entro determinati recinti, giudiziari ed interpretativi.

Scardiniamo il tentativo di isolare questi compagni e queste compagne e sosteniamo che le pratiche e le posizioni di cui sono accusati/e sono patrimonio di tutti gli anarchici e rivoluzionari, e riaffermiamo la nostra vicinanza e solidarietà agli imputati e alle imputate.

Facciamo un appello a partecipare al presidio di giovedì 16 novembre alle ore 10.00 di fronte all’aula bunker del carcere “Le Vallette” di Torino e rilanciamo, per quel giorno, una chiamata alla solidarietà internazionale con tutti gli anarchici, i ribelli e i rivoluzionari prigionieri; nei luoghi e secondo le modalità che ognuno/a ritiene più opportune.

in spagnolo, inglese, portoghese, tedesco

Amburgo, G20: Riccardo libero!

Il compagno anarchico Riccardo, arrestato in seguito alle giornate contro il G20 ad Amburgo, è stato scarcerato oggi 5 ottobre in seguito alla sentenza che lo ha condannato a 1 anno e 9 mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Solidarietà ai ribelli del G20! Libertà per tutti e tutte!!

Amburgo: Aggiornamenti sul processo a Riccardo, anarchico imprigionato (G20)

Ricevuto il 23 settembre

Il processo che vedrà imputato Riccardo si terrà il 5 di ottobre alle h.9.00 presso il tribunale di Altona – Amburgo (Max Bauer Allee 91.)

Sarà a porte aperte ma non ci è ancora dato di sapere se la sentenza sarà emessa nello stesso giorno o se slitterà ad un’altra data. Dipende dall’iter processuale (in molti casi hanno sentenziato in un solo giorno anche perché gli imputati hanno confessato).

Sarà giudicato tramite il secondo grado di una corte che prevede pene dai due anni in su (in Germania le corti sono divise in 3 livelli in base alla pena richiesta, non è una corte speciale).

I capi di accusa formalizzati sono: interruzione della pace pubblica, attacco tramite assalto (che equivale a lesioni – concorso in Italia) e resistenza.

Per quanto riguarda la censura alla posta non ci sono stati blocchi sistematici ma qualche lettera viene bloccata (finora sono 3, diluite nel tempo: una cartolina, una lettera, una busta contenente giornali da Amburgo). Poi sono state bloccate che buste contenenti materiale controinformativo e opuscoli.

Indirizzo:
Riccardo Lupano
Jva Billwerder
Dweerlandweg 100
22113 Hamburg
Germany