La storia del centro sociale Leoncavallo SPA, origini e attualità.

Karl Marx, ritratto
  • Storia

    Leoncavallo, dal 1975 autogestione e diritti

    La vecchia sede del centro sociale Leoncavallo in via Leoncavallo 22.
    Portone d'ingresso (1993).

  • 18 marzo 1978

    Fausto e Iaio

    In un agguato fascista vengono uccisi a colpi d'arma da fuoco Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci. Centomila persone parteciperanno ai loro funerali.

  • 16 agosto 1989

    Contro i padroni della città

    L'assemblea decide che questa volta non passeranno. L'inverno è finito e una nuova fase per i centri sociali si apre in tutta Italia. Nella foto "Quando ci vuole, ci vuole!".

  • 20 agosto 1989

    La ricostruzione

    Nonostante ruspe, Cabassi, socialisti e sinceri democratici la comunità del Leoncavallo non indietreggia. Grazie a una rinnovata solidarietà di movimento il centro sociale verrà ricostruito. Nella foto lo sgombero delle macerie

  • 1° maggio 1991

    "Cisl, Uil, Cgil vi pagano i padroni sulla nostra pelle"

    Attacco alla contrattazione nazionale, introduzione della cosidetta flessibilità. Volevamo salire sul palco, non ce l'hanno permesso.

  • 1993

    Spettacoli e solidarietà

    L'opposizione al sindaco Formentini e alla Lega veniva fatta anche dal palco. Nella foto Dario Fo e Franca Rame in una delle loro performance al Leoncavallo.

  • 2 luglio 1993

    Radio Onda D'Urto, il sequestro

    Un intervento della magistratura mette sotto sequestro gli impianti di Radio Onda d'Urto e rinvia a giudizio gran parte della redazione in base all'art. 30 comma 7 della legge 223/90 per violazione della legge Mammi. Nella foto le "Tute Bianche" sul tetto di via Leoncavallo.

  • Dicembre 1993

    "Ridateci il 33"

    Inizia il blocco stradale di via Leoncavallo contro lo sgombero annunciato del centro sociale. Fa freddo e il tram è un buon riparo. Nella foto Borelli, Di Pietro e il questore Serra chiedono la restituzione del mezzo.

  • 1994

    Difendere i diritti negati, combattere la Lega

    La destra sociale cresce nel paese, ma l'unica opposizione è nella strade. La cosidetta sinistra istituzionale inzia l'inseguimento ai voti moderati, diventando nei fatti un'altra destra. Nella foto l'arrivo di un corteo nella sede di via Salomone.

  • 8 settembre 1994

    Leoncavallo vive!

    Dopo lo sgombero di via Salomone, l'8 settembre 1994 occupiamo l'ex-stamperia di via Watteau. Dal tetto l'autoblindo si vedeva molto meglio.

  • 10 settembre 1994

    Manifestazione Nazionale dei centri sociali

    In difesa del Leoncavallo scendono in strada oltre 20.000 persone. I primi incidenti, innescati ad arte dalla polizia, avvengono in piazza Cavour. Nella foto un tutore dell'ordine in borghese carica la sua arma da fuoco.

  • Politica

    Per il comune e l'autonomia

    Oltre la proprietà pubblica e privata, perchè tutto è di tutti. Perchè la cooperazione sociale è un processo del comune che smaschera quotidianamente il carattere predatorio e distruttivo del capitalismo.

  • Storia
  • 18 marzo 1978
  • 16 agosto 1989
  • 20 agosto 1989
  • 1° maggio 1991
  • 1993
  • 2 luglio 1993
  • Dicembre 1993
  • 1994
  • 8 settembre 1994
  • 10 settembre 1994
  • Politica

Che cos'è il Leoncavallo

Il Leoncavallo SPA - Spazio Pubblico Autogestito - è un centro sociale occupato. Nato a Milano nel 1975, svolge attività politica e culturale in completa autogestione. Una storia lunga legata a doppio filo con quella dei movimenti extraparlamentari, che vive grazie alle generazioni che si susseguono nel tempo.

L'occupazione

La storia del Leoncavallo inizia il 18 ottobre 1975, quando un’area dismessa di 3600 mq, situata in via Leoncavallo 22 a Milano, viene occupata da un gruppo di militanti extraparlamentari provenienti da diverse esperienze interne al movimento rivoluzionario che caratterizzò il lungo '68 italiano.
L’occupazione si caratterizza immediatamente per la proposizione di temi che investono la società intera: la creazione di un asilo nido, una scuola materna, il doposcuola, la mensa popolare, il consultorio ginecologico, le attività culturali, sono gli obiettivi immediati che il neo comitato di occupazione si prefigge. Questo il primo volantino che il comitato di occupazione distribuisce in quartiere.

Le attività che iniziano a prodursi nei primi anni di vita permettono al Leoncavallo di radicarsi nella zona: nascono Radio Specchio Rosso, la Casa delle Donne e la Scuola Popolare.
Le istanze e le rivendicazioni che emergono abbracciano sempre più “la vita nel suo complesso”.

L'omicidio di Fausto e Iaio

Il 18 marzo 1978, in un agguato fascista vengono uccisi, a colpi d'arma da fuoco, Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, militanti del Leoncavallo e impegnati in una contro inchiesta sullo spaccio di eroina nel quartiere - visita www.faustoeiaio.info per approfondire.
La reazione è imponente. Il giorno dei funerali le fabbriche scioperano, e centomila persone gremiscono piazza Duomo. Le madri di Fausto e Iaio e altre donne del centro sociale danno vita al gruppo "mamme del Leoncavallo", impegnandosi nell'immediato alla lotta contro l'eroina.

Sono anni difficili, l’attacco militare e giudiziario dello Stato contro il movimento è duro e produce i suoi frutti: carcere, eroina, clandestinità, esilio, falcidiano i corpi di un'intera generazione.
Il Leo, come altri spazi sociali diventa anche luogo di rifugio. Mappa dei centri sociali presenti a Milano fra il 1975 e il 1978.

I racconti delle compagne e dei compagni di quel periodo parlano di un Leoncavallo in impasse, nonostante attività e iniziative continuassero a prodursi.

Primo, Paolo e Roberto ci offrono uno spaccato significativo di quel periodo.

Gli anni '80 e la Milano da "pere"

La pratica della occupazioni di aree dismesse continua a diffondersi: via Gorizia, c.so San Gottardo, via Scaldasole, v.le Bligny, via della Pergola, via Conchetta sono solo alcune realtà che si svilupperanno lungo il decennio della stura al liberismo - Margaret Thatcher è già al governo nel Regno Unito (maggio 1979) e un noto attore di film western sta per diventare il 40° presidente degli Stati Uniti d'America (1981).
Riflusso dei movimenti, rampantismo, avvento della tv privata, eroina. Il Leoncavallo è una "riserva indiana": disparate soggettività superstiti dei movimenti precedenti, sotto il giogo della dinamica repressiva. Ma la vecchia talpa è sempre all'opera, e ti sorprende sempre.
In quei primi anni '80 a Milano, fra gli altri centri sociali, c'è anche il Virus di via Correggio, vero e proprio punto di riferimento della cultura punk che da qualche anno si diffonde in città. Dalla periferia al centro città, arrivano i punk. 1978 - 1982.

Il 15 maggio 1984 il Virus viene sgomberato, e parte dei suoi occupanti trova nel Leoncavallo un luogo dove continuare l'esperienza. Dopo qualche mese, all'interno del Leo, nasce Helter Skelter: il portato di pratiche e iniziative culturali che si producono e sedimentano, contribuiranno a trasformare non solo il centro sociale, ma soprattutto le singolarità e le soggettività interne.

La storia del Leoncavallo: approfondimenti

La comunità che abita il Leoncavallo è sempre più eterogenea: “vecchi” militanti che si richiamano alle diverse esperienza del ciclo di lotte precedenti, nuove soggettività che trovano nelle cosiddette “controculture giovanili” una strada, e infine i collettivi autonomi, che dalla vicina casa occupata di via dei Transiti, proprio in quel periodo, iniziano ad arrivare.
La contaminazione produce pratiche politiche e culturali innovative, la contaminazione produce cooperazione.
All’interno del Leoncavallo, oltre alle attività già esistenti nascono corsi di fotografia, collettivi musicali e teatrali, laboratori di pittura, un'officina, una palestra, la sala-video, e il centro di documentazione.
Sono gli anni della battaglia contro il nucleare - il referendum si svolse l’8 novembre 1987 -, dela lotta all’eroina e alla repressione. I movimenti stuenteschi ritornano sulla scena. Il movimento studentesco del 1985.

[continua]

Inventare,
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Gioverebbe alla nostra felicità sapere che quanto crediamo più intimamente nostro è spesso di tanti, talvolta di tutti.

Paolo Godoni, La vita comune, DeriveApprodi 2016
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