Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in tedesco il 7 aprile 2016 e in inglese il 9 aprile 2016
Dopo cinque anni dalla guerra della NATO in Libia, lItalia,
lEU e gli USA sono già allo stadio avanzato di un
nuovo intervento militare nella regione. I poteri imperialisti
occidentali vogliono installare le loro basi militari in Libia,
con lo scopo di controllare le grandi risorse di petrolio e gas
della regione e per assicurarsi unimportante via daccesso
al resto del continente africano.
Per mesi, il paese nordafricano ha visto un segreto accrescersi
di agenti e funzionari americani, inglesi, francesi e italiani;
allo stesso tempo, operazioni di ricognizione e droni armati,
controllati da Sigonella in Sicilia, hanno effettuato missioni
di sorveglianza e attacchi aerei in Libia,
La scorsa settimana, lUE e gli USA hanno fatto passi
avanti, con linstallazione del loro regime fantoccio a Tripoli.
Il designato capo del governo, Fayez Al-Sarraj, mercoledì,
via nave, ha lasciato il suo esilio in Tunisia ed è arrivato
nella capitale libica alla testa di una delegazione governativa
composta da nove membri. Al-Sarraj è la marionetta creata
da Martin Kobler, il negoziatore tedesco delle Nazioni Unite;
a Fayez Al-Sarraj è stato affidato il compito di richiedere,
al più presto, un intervento militare ufficiale alle Nazioni
Unite contro le forze ISIS in Libia.
Al-Sarraj, un architetto 54enne di Tripoli, è stato
postato in Libia per formare un cosiddetto governo di unità
nazionale. È tornato a un paese profondamente diviso e
rovinato, in cui almeno due governi e cinque milizie stanno conducendo
una sanguinosa guerra civile. Al-Sarraj, tuttal più,
potrà contare sul debole sostegno di una sezione del parlamento,
riconosciuta a livello internazionale, situata a Tobruk, nella
parte orientale del paese.
Un contro-parlamento, sostenuto dai Fratelli Musulmani, ha
sede a Tripoli insieme a un contro-governo comandato da Chalifa
al-Ghaweil.
Un ruolo particolare è giocato dal generale Chalifa
Haftar, un ex ufficiale del governo di Muammar Gheddafi, che ha
partecipato al rovesciamento di Gheddafi nel 2011 per conto della
CIA. Haftar ora comanda lesercito libico. Né Haftar,
né il contro-parlamento a Tripoli hanno riconosciuto la
legittimità del governo Al-Sarraj
Negli ultimi 10 giorni, al-Ghweil e i suoi seguaci sono passati
alla clandestinità. Come governatore di Tripoli, in precedenza,
aveva opposto con tutti i mezzi a sua disposizione larrivo
di Al-Sarraj. Aveva dichiarato lo stato di emergenza in città
e chiuso laeroporto; poi aveva chiesto che Al-Sarraj si
arrendesse o che ritornasse in Tunisia. Lo ha definito un intruso
illegale intenzionato a subordinare il paese alle forze
internazionali.
Per forza di cose, Al-Sarraj ha dovuto rintanarsi nella base
navale di Abu Sittah, in quanto tutte le strade per Tripoli erano
state bloccate. Da lì, nella sua prima dichiarazione di
governo, ha promesso di guidare il paese nella lotta contro ISIS,
di rispettare la legge della Sharia e di riaprire la banca centrale
libica.
Da parte sua, la banca centrale ha rilasciato una dichiarazione,
accogliendo il governo Al-Sarraj quale inizio di una nuova
era; e ha richiesto che sia ripresa la produzione
e lesportazione di petrolio e gas. Una dichiarazione
simile è stata rilasciata dalla Compagnia Petrolifera Nazionale
libica.
Nel frattempo, a Tripoli, si intensificano scontri a fuoco
e sanguinose battaglie tra milizie rivali. La notte seguente larrivo
di Al-Sarraj, almeno un uomo è stato ucciso. Le milizie
che sostengono il contro-governo hanno preso dassalto lemittente
televisiva Nabaa, finanziata dal Qatar, costringendola al silenzio.
Le scuole e le strutture pubbliche sono rimaste chiuse.
Come gli Stati Uniti a Kabul nel 2001 o a Baghdad nel 2003,
lItalia e lUnione Europea ora si trovano confrontate
dal problema di istituire una zona militare protetta, una green
zone, per il loro regime fantoccio a Tripoli. Ma per fare
questo possono contare solo su qualche forza in Libia. Come esposto
dalla pubblicazione on-line The Intercept un gruppo mercenario
privato, guidata dal fondatore di Blackwater, Erik Prince, ha
già offerto i propri servizi.
Ununità militare libica di Misrata ha dichiarato
il suo sostegno al nuovo governo. I suoi combattenti sono al soldo
del governo italiano e stanno proteggendo gli impianti di estrazione
del petrolio di proprietà della compagnia petrolifera italiana
ENI in Libia occidentale. LItalia non ha mai cessato la
sue operazioni di estrazione di petrolio e gas in Libia.
Le potenze occidentali non sono particolarmente selettive nella
loro presunta lotta contro lo Stato Islamico, affidandosi ad altre
forze islamiche estremiste. I criteri applicati non sono i
valori occidentali, come è tipicamente sostenuto,
ma esclusivamente la disponibilità a collaborare con gli
imperialisti.?Le milizie sono pagate con i resti delle finanze
statali della Libia, che si trovano in conti bancari congelati
in Europa, dopo il rovesciamento di Gheddafi.
E significativo che nella lista dei 32 ministri del nuovo
governo di Al-Sarraj ci siano quattro persone che sono considerate
fondamentalisti islamici in quanto appartengono o ai Fratelli
Musulmani o al Gruppo Combattente Islamico Libico (LIFG). Il fondatore
del LIFG, Abdelhakim Belhadj, è un ex combattente di al-Qaeda
e confidente di Osama bin Laden. Come rivelato dal blogger Angelika
Gutschke nel settimanale Der Freitag, il negoziatore
delle Nazioni Unite, Martin Kobler, ha incontrato Belhadj in Turchia
per discutere la formazione del nuovo governo.
Al suo arrivo in Libia, gli Stati Uniti, lUnione Europea,
Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno congratulato Al-Sarraj
e subito riconosciuto il suo governo come unico rappresentante
legittimo della Libia. Il ministro degli Esteri tedesco,
Frank-Walter Steinmeier, ha espressamente accolto con favore il
governo di unità; a margine di una riunione
in Uzbekistan, ha fatto appello a tutte le forze politiche
del paese perché sostengano il nuovo governo di Tripoli.
LUE ha imposto sanzioni contro i politici libici come
al-Ghweil per la lotta contro Al-Sarraj, imponendogli anche un
divieto di viaggio verso lUE e il congelamento dei suoi
conti bancari europei.
Dopo limposizione di Al-Sarraj, il ministro degli Esteri
francese Jean-Marc Ayrault ha parlato esplicitamente a favore
di un intervento: Dobbiamo essere pronti a reagire se il
governo di unità di Fayiz Al-Sarraj chiede aiuto, se necessario,
militarmente.
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha chiesto
a tutti coloro che detengono il potere in Libia di riconoscere
rapidamente il nuovo governo, minacciando che altrimenti la comunità
internazionale potrebbe intervenire ancora più velocemente,
con attacchi military. Laura Boldrini, collega di partito di Sinistra
Ecologia e Libertà di Nichi Vendola, inoltre, non si è
opposta ad attacchi aerei, ma semplicemente li fa dipendenti dalla
condizione che Ci devono essere dei presupposti perché
lItalia possa svolgere un ruolo di normalizzazione e stabilizzazione
in Libia. Ci deve essere un Governo di unità nazionale
che deve chiedere un intervento.
Questo tipo di intervento è in costruzione da più
di un anno. A metà marzo, il ministro della Difesa, Roberta
Pinotti, ha confermato che i piani per un intervento sono esistiti
per oltre un anno. LItalia capitanerebbe una missione delle
Nazioni Unite con un massimo di 6.000 soldati, che sarebbero appoggiati
da attacchi aerei dalle basi aeree di Trapani e Sigonella.
Decine di uomini delle forze speciali italiane, delle agenzie
militari e dello spionaggio, sono state attive in Libia per settimane,
lavorando fianco a fianco con specialisti militari
di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Una decisione del 10
febbraio del Governo pone le forze italiane in Libia sotto il
controllo diretto del premier Matteo Renzi.
Quando Al-Sarraj è arrivato a Tripoli, Renzi partecipava
al vertice sulla sicurezza nucleare a Washington. Soprattutto
il presidente Barack Obama si è espresso a favore di un
intervento, dal momento che linstallazione di Al-Sarraj
potrebbe, al massimo, rafforzare la struttura dello
Stato libico. come ha definito Obama le urgenze libiche.
La élite italiana sta spingendo per svolgere un ruolo
di primo piano in qualsiasi missione militare. Con un articolo
intitolato Libia: preparativi per lintervento
il giornale di destra Centro-Destra ha scritto che il controllo
militare del Mediterraneo è di importanza cruciale, dicendo
che questo sarebbe un obiettivo primario per evitare che
gli interessi italiani in Libia siano ignorati e che - nei confronti
non solo di Tripoli, ma anche di Roma - gli alleati conducano
una guerra di rapina ... In altre parole, se uneventuale
coalizione internazionale intervenisse in Libia, e lItalia
avesse un ruolo da comprimaria e non da protagonista, sarebbe
tutto inutile. Anzi, sarebbe la farsa della tragedia del 2011.
Nel Corriere della Sera, lambasciatore americano
a Roma, John Phillips, ha chiesto il dispiegamento di fino a 5.000
soldati italiani. Ha detto: La Libia è la maggiore
priorità per voi ed è molto importante anche per
noi. E importa che prendiate la guida dellazione internazionale.
Ma la stragrande maggioranza della popolazione italiana rifiuta
lintervento militare in Libia, anche Centro-Destra
ha dovuto ammettere: il cono dombra attorno allintera
vicenda ha spinto, secondo un recente sondaggio, l81 per
cento dei cittadini a dichiararsi contrari a qualunque tipo di
intervento.
Le potenze imperialiste stanno sfruttando il caos da esse stesse
creato come pretesto per un intervento massiccio. Cinque anni
fa, il pretesto era che i civili a Bengasi dovevano essere salvati
da un imminente massacro da parte dellesercito di Gheddafi.
Il risultato fu che circa 30.000 persone caddero vittime delloperazione
militare della NATO. Gheddafi fu ucciso in un linciaggio, la civiltà
della Libia, leconomia e le infrastrutture sono state distrutte;
circa due milioni di libici sono stati costretti allesilio
e centinaia di migliaia sono diventati sfollati allinterno
del proprio paese.
Secondo lEconomist, nel 2016 la Libia è
lo stato con leconomia che si contrae più velocemente
al mondo. La produzione di petrolio è al livello
più basso; linfrastruttura è crollata. Il
dinaro libico è al suo livello più basso dalla sua
introduzione, e molte banche sono chiuse. I prezzi sono in costante
aumento. Un terzo dei sei milioni della popolazione libica vive
in povertà, e un milione di persone soffrono la fame.
Nella guerra del 2011, la NATO ha scatenato i combattenti islamici
come suoi agenti e forze di terra e ha fornito loro le armi, in
parte attraverso la Turchia, lArabia Saudita e il Qatar,
così gettando le basi per le milizie rivali di oggi, e
anche per lo sviluppo e avanzamento di ISIS in Siria, in Iraq
e nella stessa Libia.
I fondamentalisti islamici sono stati dapprima armati e sostenuti
contro Gheddafi. Più tardi, con grandi quantità
di armi dagli arsenali di Gheddafi, sono stati dispiegati in Siria,
dove hanno combattuto contro Assad.?Dal 2015, i combattenti ISIS
hanno iniziato il ritorno in Libia, dove ora servono alle potenze
occidentali come pretesto per un nuovo intervento.
Ogni città che ha fatto resistenza agli islamisti è
stata rasata a terra dai caccia della NATO. Ad esempio, Sirte,
la città natale di Gheddafi, che è stata teatro
della più lunga resistenza alla guerra della NATO, è
stata talmente danneggiata, che ISIS ha potuto catturarla facilmente
lanno scorso.
Il governo italiano ha anche nominato come ulteriore casus
belli larresto della fuga disperata dei rifugiati
dalle guerre imperialiste in Medio Oriente e Nord Africa verso
lEuropa attraverso la Libia, o, come viene eufemisticamente
indicato nei circoli ufficiali, la lotta contro trafficanti
criminali.
In una intervista pubblicata con rilievo in diversi giornali,
il ministro dellInterno Angelino Alfano ha detto: Per
lItalia, la stabilità della Libia è decisiva,
non solo per quanto riguarda la lotta anti-ISIS, ma anche per
la questione dellimmigrazione, perché oltre il novanta
per cento delle navi partono da lì.
Dopo la chiusura della cosiddetta rotta dei Balcani, si prevede
che di nuovo i profughi cercheranno di intraprendere il pericoloso
passaggio attraverso il Mediterraneo verso lEuropa. Si stima
che fra 500.000 e 800.000 persone abbiano attraversato il Sahara
durante i mesi invernali al fine di raggiungere la Libia, dove
sono ora in attesa di un clima più mite per intraprendere
il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo, nella speranza
di raggiungere lEuropa.