Parigi [Francia]: Singing in the rain (14/09/2017) [it]

Progetto di costruzione di 33 nuove prigioni. Inaugurazione imminente della Città giudiziaria (quartiere di Batignolles). Lo Stato sta rafforzando il suo apparato repressivo con il pretesto di umanizzare la prigionia, del controllo nelle sue muolteplici forme e della macina giudiziaria.
Tuttavia, gli ingranaggi della macchina detentiva e giudiziaria non sono irraggiungibili. Qualche ricerca e il desiderio di agire possono allontanare la paura e l’impotenza.
E perciò, nella notte tra 13 e 14 settembre, abbiamo spaccato i vetri degli uffici dell’associazione Comunicazione Inserimento Formazione Apprendistato, situati in via Carrières d’Amérique 18, lasciando la scritta “Investigatori sociali collaborazionisti di sbirri”. La CIFA [acronimo dell’associazione, ndt.] già da molto tempo collabora con la Direzione Interregionale di Servizi Penitenziari di Parigi, realizzando una fusione, qualche anno fa, con l’Associazione di Politiche Criminali Applicate e di Reinserimento Sociale (APCARS), che conduce inchieste sociali per conto dei giudici.
La stessa sorte è toccata anche ai vetri dello studio di architetti Canale 3, in viale Darius Milhaud 76, parimenti
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Portogallo: Tormentas de Fogo – Novo sito di contra-informazione [it]


TORMENTAS DE FOGONUOVO SITO ANARCHICO DI CONTRA-INFORMAZIONE MULTILINGUE
(PORTOGHESE, INGLESE, ITALIANO) – tormentasdefogo@riseup.net

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Carcere di Korydallos – Atene [Grecia]: Dichiarazione del prigioniero anarchico Panagiotis Z. [it]

Ho letto da qualche parte che in tutto il mondo, in mezzo a tutti quei milioni, non esistono due ragazzi o due ragazze identiche come due gocce d’acqua. La stessa cosa succede con i rivoluzionari. Ognuno di loro partecipa con i propri sogni, con i propri amori. Con il proprio “sé”, il proprio “Io posso”. Ahimè, se fosse l’incontrario. Sarebbero o macchine o amebe. E la storia la puttana, è così come la scrivono, sia i borghesi che i comunisti: orizzontale, piatta. Loro parlano di popolo, parlano di masse. Nessuno di loro potrà mai sentire l’intensità, la passione, il culmine e la caduta di mondi interi, in sole ventiquattro ore di vita di un rivoluzionario.” Chronis Missios
Tutto ebbe inizio nel 2012 durante una manifestazione contro il memorandum, alla quale partecipai anch’io, come tutte le persone. Alla fine della manifestazione alcuni se ne tornarono a casa, altri andarono nei bar, e altri ancora in piazza Exarchia. Io ho continuato a piedi verso casa mia. Questo ha ben poca importanza per lo Stato e i suoi lacchè, dato che non mi hanno permesso di difendermi prima dell’arresto.
Nella sera di martedì 25/07/2017, mentre uscivo dalla casa di un amico – ho detto che quello non era casa mia – sono stato circondato da 25 porci della Sicurezza di Stato, che mi hanno ammanettato e portato in questura annunciandomi che è stato emesso un mandato d’arresto contro di me tre mesi fa, su cui non sono mai stato informato. Dopo circa trenta minuti, il capo mi ha chiamato nel suo ufficio ed entrando mi ha offerto la mano. Di riflesso, ho riso, dicendogli di tenersela, e mi sono seduto ad ascoltare. Ha detto che sa che io sono un bravo ragazzo, ma che sospetta il mio coinvolgimento nelle proteste. Non ho né negato né affermato nulla. Non ho risposto. Poi, ha menzionato alcuni nomi senza chiedermi nulla di particolare. E allora, recitando il ruolo di sbirro “buono”, mi disse che non andranno in casa mia “perché la mia mamma è anziana, e non vogliono che le succeda qualcosa”. Tutto ciò è durato cinque minuti. Sono tornato nel corridoio del sesto piano, e dopo un’ora mi hanno portato al settimo, nelle celle, dove rinchiudono i corpi degli umani. Il giorno dopo è seguita la tipica procedura, mi hanno fotografato e portato al tribunale di Evelpidon-Loukareos, dove mi hanno informato della custodia cautelare in Korydallos, con il pretesto di residenza sconosciuta, senza
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Italia / Germania: Aggiornamenti sul processo contro il prigioniero anarchico Riccardo (05/10/2017) [it]

E’ stata fissata la data dell’udienza che vede imputato Riccardo di reati inerenti alle giornate di rivolta contro il G20 d’ Amburgo di luglio. Si terrà il 5 ottobre presso il Tribunale di Amburgo.
Invitiamo tutti/e a partecipare alla presenza solidale in aula (Riccardo sarà presente) e presso il Tribunale organizzata per quella data così come alle iniziative che verranno promosse a Genova in quei giorni di cui seguiranno aggiornamenti.

Incontro per discutere iniziative di solidarietà e aggiornamenti
MARTEDì 19 SETTEMBRE presso Il Mainasso,
Piazza Santa Maria in Passione 6, Genova

Italy / Germany: Updates on trial against the imprisoned anarchist Riccardo (05/10/2017) [en]

The date of the hearing against Riccardo, charged with criminal offences relating to riots against G20 in Hamburg in July, is set. It will be held on 5 October at the Court of Hamburg.
We call on everyone to take part in solidarity presence, organised for that day, in the courtroom (Riccardo will be there) and at the Court, as well as in activities which will be promoted in Genoa during those days. The updates will follow.

A meeting to discuss solidarity initiatives and updates
TUESDAY 19 SEPTEMBER, squat Il Mainasso — 6, Square Santa Maria in Passione — Genoa

Italy: Anarchist newspaper “Vetriolo” issue 1 is out, autumn 2017 [en]

We published issue 1 of anarchist paper Vetriolo at last. At the same time we also printed issue 0 for those who have recently asked for copies, as it had been out of stock for a while. After several months of censorship the contribution anarchist comrade Alfredo Cospito wrote last winter for the previous issue has arrived. His letter had been blocked and seized on order of inquisitor judge Sparagna, the “scripta manent” operation’s instigator.
In this new issue there’s space for analysis on questions that were raised in the previous one, in particular the questions of cities, political alliances and internationalism, the history of the exploited’ movement and the continuation of an attempt at the analysis and elaboration of an anarchist theory of the State. Moreover we also treated other questions: a critical reflection of the concept of consistency; another one on survival in urban spaces and the changes that the latter undergo; an article of analysis on technology, in particular robotics, from an ecological point of view and in terms of its social and antisocial consequences. We dedicate an important part to the issue of “war”. With our often bitter tone and polemic articles we
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Salonicco [Grecia]: Attacco incendiario contro compagnia di telecomunicazioni (04/05/2017) [it]

Stiamo affrontando la tecnologia come strumento nelle mani dei padroni e del capitalismo, che ci toglie le nostre capacità, pratiche o meno. Il loro obiettivo è stabilire qualunque tipo di tecnologia come qualcosa di indispensabile per ognuno di noi, per sottomettere ogni mente e ogni corpo a questo o quello strumento tecnologico, che a prima vista rende le nostre vite più facili e più piacevoli.
La conseguenza reale dall’altra parte è la distruzione di relazioni sociali e umane, della terra e della natura. Tutto questo per lo sviluppo di un’efficace controllo sociale e per realizzare profitti.
Una parte interna del complesso tecnologico è rappresentata dalle telecomunicazioni, che causano alle persone molti sintomi nocivi.
Le telecomunicazioni fanno parte del piano totalitario di controllo, dove le comunicazioni registrate alimentano le banche dati degli Stati per motivi di sicurezza interna. Le compagnie nazionali e multinazionali, che detengono il monopolio su questi strumenti, collaborano con lo Stato raccogliendo dati e partecipando attivamente al sistema repressivo.
Inoltre, le telecomunicazioni odierne, con
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Montreal [Canada]: Incendio di due auto di lusso a Saint-Henri (13/07/2017) [it]

Nella notte del 13 luglio, ispirati/e dagli scontri di Amburgo, abbiamo bruciato due macchine di lusso, giusto a fianco di un palazzo in comproprietà [per ricchi; NdT] a Saint-Henri. In un quartiere in cui la gente deve scegliere fra comprare del cibo oppure pagare l’affitto, non siate sorpresi del fatto che diamo fuoco alle vostre sfrontate esibizioni di privilegio.
Abbiamo utilizzato un metodo abbastanza semplice: dei bastoncini accendi-fuoco che abbiamo ricoperto per metà con della pasta accendi-fuoco. Tutto il materiale necessario è stato trovato in un negozio di attrezzatura per campeggio. Abbiamo acceso l’estremità del bastoncino ricoperta con la pasta e poi lo abbiamo piazzato in un angolo della griglia della macchina, quella che si trova fra i fari. Abbiamo utilizzato due bastoncini per macchina. Il fuoco comincia ad essere visibile solo quando la plastica o l’olio del motore cominciano a bruciare, cosa che lascia abbastanza tempo per andarsene senza farsi notare. Bisogna fare attenzione: il fuoco può facilmente estendersi alle auto parcheggiate a fianco dell’obiettivo.
La polizia, che partecipa con
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Bagnolet (Seine-Saint-Denis) [Francia]: Incendio solidale (09/2017) [it]

Questa notte è stato incendiato un veicolo della Orange [compagnia di telecomunicazioni, ndt.] sul parcheggio delle Poste in via Sadi Carnot a Bagnolet. Macchine, cavi e fibra ottica bruciano benissimo... non è poi così difficile!
Un saluto agli incendiari di trasmettitori, a tutti a coloro che si mettono in gioco. Morte alla rassegnazione, morte alla politica!
Un pensiero solidale a Kara e Krème – e per gli anarchici italiani colpiti dalla repressione per il caso di Firenze e Scripta Manent.
Fuoco e fiamme contro questo mondo!

Distruggere l’Argentina [it]

Questo ci ha donato un sorriso di complicità con i nostri compagni che lottano nel territorio dominato dallo Stato argentino. Questo testo rivendica alcune azioni nel mese di agitazioni per Santiago Maldonado. C’è anche una dichiarazione su alcune menzogne lanciate contro di loro dalle masse. Ad esempio, alla manifestazione di 1° agosto sono stati accusati di essere degli “infiltrati” solo perché avevano deciso di spezzare la normalità, invece di comportarsi in modo pacifico. Questo è quello che succede quando lo Stato ci attacca. Restituiamo il colpo con tutta la nostra forza!!!
VOGLIAMO IL NOSTRO COMPAGNO INDIETRO, ADESSO!!!

Queste non sono solo parole: abbiamo raggiunto il “livello” di azione diretta e loro raccontano menzogne su di noi perché ci temono. Non tutto quello che succede colpisce i giornali del sistema! E neanche i nostri! E tutto avviene molto velocemente, compagni. Vertigine rivoluzionaria, che scuote il cuore: è ciò che volevamo, e infine lo abbiamo ottenuto. Non lusinghiamoci. Come i nostri meravigliosi compagni di Portogallo ci avvertirono, siate intelligenti: né “anarchismo libraio” né “punk auto-distruttivo”, va bene? Noi non ci inventiamo nulla. Abbiamo conosciuto el Lechu, ed è meglio che ci ascoltino bene quelli che oggi lo rivendicano come una figura pubblica... Lui è, sottolineiamo, uno di noi: ANARCHICO! Nemico dello Stato, del capitale e della merdosa “pace sociale” di coloro (... e che il fulmine possa cadere sulle teste di quelli che lo chiamano “tossico ayahuasca” [bevanda psicoattiva, ndt]) che adesso frignano per la sua scomparsa facendo politica con i nostri ideali. Noi non siamo degli “infiltrati”, come quei complici dello spettacolo che starnazzano ogni volta quando si infiamma la passione della rivolta anarchica.
Il 31 agosto è stato bruciato l’edificio di GEOF... l’edificio del Gruppo Speciale di Operazioni Speciali della Polizia Federale “anti-terrorismo” nel mezzo del quartiere borghese di Palermo... pieno centro di Buenos Aires, e i media merdosi non ne hanno parlato; hanno fatto la stessa cosa con tanti attacchi che
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Salonicco [Grecia]: Spazio occupato 111 – Solidarietà con i compagni detenuti in Italia [it]

Il 3 agosto 2017 gli sbirri hanno perquisito diverse case e spazi occupati a Firenze (sgombero della Riottosa), Roma e Lecce, con l’obiettivo di arrestare 8 compagni di Firenze. Questa operazione riguarda 2 attacchi. Il primo concerne il collocamento di un ordigno esplosivo in una libreria fascista legata a Casapound, il 1° gennaio 2017, che comportò il ferimento di un artificiere di polizia (che perse una mano e un occhio). Il secondo attacco era con molotov contro la caserma di carabinieri, il 4 aprile 2016. I due attacchi hanno avuto luogo a Firenze. Gli sbirri affermano di aver identificato le persone tramite intercettazioni e identificazioni delle tracce di DNA.
Le accuse sono: “tentato omicidio” per i 5 compagni nel primo caso, e “fabbricazione, detenzione e trasporto di ordigni esplosivi in spazio pubblico” per tutti i compagni, tutto questo nel contesto di “costituzione di un’organizzazione criminale”. Alcuni giorni dopo, 6 compagni vengono rilasciati, sebbene le accuse rimangono, e 2 compagni vengono imprigionati per l’attacco alla libreria fascista. A uno dei due compagni è stata imposta la censura sulla corrispondenza.
Nell’estate 2017 è stata messa in scena un’altra opera teatrale, con lo Stato italiano, la società e i mass media come registi. I protagonisti illustri erano lo sbirro “buono”, la vittima che eroicamente perse un occhio e una mano, la polizia e i fascisti, attaccati da protagonisti “cattivi”, gli anarchici. Il messaggio che questa opera cerca di promuovere è la punizione dei “cattivi”, utilizzandoli come esempio per ...

Italia: E’ uscito “Vetriolo” – numero 1 – autunno ‘17 [it]

Infine abbiamo pubblicato il numero 1 del giornale anarchico Vetriolo. In concomitanza abbiamo anche ristampato il numero 0, per coloro che recentemente ce ne hanno chiesto copie, siccome esaurito da tempo. Dopo svariati mesi di censura è arrivato il contributo che il compagno anarchico Alfredo Cospito scrisse nell’inverno scorso per l’uscita del precedente numero; lettera che venne bloccata e sequestrata per ordine del giudice inquisitore Sparagna, mandante dell’operazione “scripta manent”.
In questo nuovo numero c’è spazio per approfondimenti su questioni aperte nel precedente, in particolare sulla questione delle città, sul frontismo e l’internazionalismo, sulla storia del movimento degli sfruttati, e il proseguo del tentativo di analisi ed elaborazione di una teoria anarchica dello Stato. Inoltre, abbiamo analizzato anche altre questioni: una riflessione etica sul concetto di coerenza; un’altra sulla sopravvivenza negli spazi urbani e sulle modificazioni che in questi avvengono; un articolo di analisi della tecnologia e, in particolare, della robotica, sia da un punto di vista ecologico che da quello delle conseguenze sociali e anti-sociali. Uno spazio importante lo dedichiamo al tema della “guerra”. Con il nostro tono spesso aspro e con articoli polemici, auspichiamo
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Sulle ITS e minacce virtuali [it]

Questo testo non pretende essere né una risposta né intende disarmare qualche discorso, e tanto meno vuole essere una critica. È una risposta ad una serie di minacce ricevute via mail, con le quali, mi pare, queste persone abbiano definitivamente toccato il fondo e non possono diventare più ridicole.
Vari testi e riflessioni critiche da differenti parti del pianeta sono state mosse negli ultimi mesi contro le ITS in Messico e in generale contro tutta la tendenza autodenominata “eco-estremista”. Possiamo leggere i contributi di gruppi anarchici insurrezionali del Messico, come anche le critiche di altri compagni come Eat di Indonesia, la critica realizzata da uno dei gestori del blog It’s Going Down! di Nord America, o i due testi pubblicati nel Regno Unito, intitolati Eco-estremiso e l’attacco indiscriminato – La Chiesa di ITS Messico e Darko Mathers non era un eco-fascista. Era alquanto ovvio che questa “tendenza eco-estremista” avrebbe ricevuto una risposta.
Dopotutto, negli ultimi anni la dialettica tra i diversi gruppi di azione diretta contro il dominio (siano essi anarchici o meno) è stata una costante, sfruttando le azioni per stabilire un dialogo fruttuoso che affila sia la teoria che la pratica, migliorando i colpi di quelle persone che in maniera puntuale e strategica, o come parte già irrinunciabile delle loro vite, hanno scelto di passare all’attacco qui e adesso. E ovviamente, le risposte delle ITS (Individualità Tendenti al Selvaggio) non si sono fatte attendere, però devo dire che si sono dimostrate più deludenti di
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Cile: Lettera del prigioniero anarchico Marcelo Villarroel Sepúlveda sulla scomparsa dell’anarchico Santiago Maldonado (30/08/2017) [it]

Questo è una lettera del prigioniero anarchico Marcelo Villarroel sul caso del compagno anarchico Santiago Maldonado, ancora assente. È anche una chiamata all’azione. Le sue parole sono benvenute!!! Fuoco alle prigioni!!! Vogliamo il nostro compango Santiago Maldonado vivo adesso!!!

Lotta contro tutte le carceri, l’amnesia e la passività codarda!!!
Queste parole nascono e diventano necessarie nel momento quando è necessario abbracciare tutti coloro che si danno senza riserve quando cercano l’incontro con la liberazione totale.
Per l’espansione della rivolta, per l’inequivocabile confronto con il potere, per l’estensione di pratiche autonome nel rifiuto del dominio e di tutto ciò che rende possibile la sua esistenza.
Mentre scrivo, sono guidato dal disprezzo e dalla rabbia... Mentre ogni persona comprende la propria vita, c’è un caro amico che manca...
SANTIAGO MALDONADO – el “Lechu”, el “Brujo”, scomparso. E io non posso rimanere in silenzio o ignorare la sua assenza fisica.
Da quando abbiamo dovuto vivere il carcere nella regione dominata dallo Stato argentino, i nostri passi si sono incrociati. C’eravamo noi, i prigionieri nella provincia di Newken, e c’era Santiago, nella cità di La Plata, accanto ad universo di compagni attivi, condividendo complicità e rimanendo solidale...
Sono trascorsi più di
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Basilea [Svizzera]: Due notti consecutive di incendio contro il mondo di autorità (03/09/2017) [it]

[Nel corso di due notti consecutive a Basilea, le fiamme hanno incendiato i veicoli di questo mondo di controllo e autorità. Nella notta tra sabato e domenica di 3 settembre, una macchina di sbirri in borghese è stata incendiata nella via General Guisan. L’attacco è stato rivendicato su Barrikade.info. Poi, nella notte tra domenica e lunedì 4 settembre nella via Johanniter, un veicolo dell’azienda, probabilmente della società Swisscom, è andato in fumo. Questo secondo incendio, per adesso, non è stato rivendicato].

Incendiata autocivetta della polizia Basilese
Questo incendio è legato anche alla lotta contro l’ingrandimento [del carcere] di Bässlergut. Secondo noi, il ruolo di polizia precede quello delle grosse aziende di costruzione: è questa che, con controlli razziali, dà la caccia alle persone per strade e riempie le carceri.
Niente più sbirri! Niente più controlli di polizia!
Pur un autunno caldo!

Berna [Svizzera]: Attacco di solidarietà contro l’ambasciata tedesca (29/08/2017) [it]

La notte scorsa [tra 28 e 29 agosto], abbiamo attaccato con la pittura l’ambasciata tedesca di Berna. Questa azione è stata eseguita in solidarietà con tutti le persone ferite, incarcerate, condannate e ribelli nelle manifestazioni contro il vertice di G20 ad Amburgo, e anche con quelle che si oppongono alla criminalizzazione e al divieto della piattaforma di Linksunten.indymedia. Le persone che non si lasciano pacificare con le condizioni esistenti vengono perseguite e punite con più grande fermezza.
Più di trenta persone si trovano ancora oggi in carcere, in parte per motivi inattendibili. Altri soffrono ancora oggi le conseguenze della repressione. Chi fisicamente per colpi di manganello, fratture, chi psicologicamente per l’atteggiamento barbarico degli sbirri. L’aggressione bestiale contro la manifestazione Welcome to Hell o le multiple lesioni gravi a Rodenbarg (in occasione del blocco di venerdì 7/07) sono solo qualche esempio.
Ieri una persona di 21 anni è stata condannata a 2 anni e 7 mesi di carcere, e ci saranno altri processi nei
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Amburgo [Germania]: Processati gli accusati dell’anti-vertice di G20 (08/2017) [it]

Da questo lunedì, 28 agosto, quasi due mesi dalla fine di G20, sono iniziati i processi contro le persone accusate, tutte in custodia cautelare ad Amburgo.
Due processi si sono già conclusi e i prossimi si aspettano nei giorni successivi.

Primo processo (28/08/2017): 2 anni e 7 mesi di carcere per un presunto manifestante. Danese, di 21 anni, accusato di aver lanciato 2 bottiglie contro uno sbirro durante la protesta “Welcome to Hell” di 6 luglio. Le accuse sono “aggressione con gravi lesioni personali a pubblico ufficiale”, “gravi disturbi di ordine pubblico” e “ribellione”. Il giudice ha colpito duro, infliggendo una pena detentiva di 2 anni e 7 mesi. Questa sentenza va oltre la richiesta del P.M., il quale aveva chiesto un anno e nove mesi. Il giudice ha giustificato la propria decisione con la nuova legge rivolta a rafforzare la protezione di agenti dello Stato durante il servizio, entrata in vigore il
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Messico: Due lettere del detenuto anarchico Fernando Bárcenas (31/08/2017) [it]

31/Agosto/2017
Ai compagni ribelli e a coloro che non capiscono il mondo che li circonda.
Ancora una volta mi ritrovo a scrivere in questo spazio di riflessione che mi permette a conoscermi un po’ di più e a comprendere che nonostante tutto sono libero.
E’ vero che per molti mesi mi ero imposto il silenzio, dato che il mio umore cambia come tutto nella vita, e ogni tanto mi piace la solitudine...
Però adesso che sento il bisogno di scrivere lo voglio fare soprattutto per due cose: primo per ribadire la mia posizione di guerra quotidiana, dato che certe volte alcune persone fanno finta di essersi scordate che viviamo in guerra. Secondo per chiarire alcune cose e questioni su come noi “dentro” percepiamo la solidarietà dei compagni “fuori”.
Comunque, per quelli che non conoscono molto questa questione, sarò breve e spigherò che sono prigioniero da 13 dicembre per aver osato attaccare e mettere in questione il modo di vita che ci viene imposto. Per questo la posizone
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Cévennes [Francia]: Audaci, si voleva incendiare il cielo (19/08/2017) [it]

qualche morso contro l’addomesticamento delle montagne (attorno al 19 agosto)

Se amiamo gli spazi di montagna, è per la loro vastità. Le loro forme caotiche, la loro potenza che rivela le forze differenti che le hanno forgiate. Le montagne rappresentano l’immaginario di selvaggio e di intensità, una sensazione rara e preziosa di sfuggire per un breve istante ad un mondo soffocante, artificiale, sotto controllo.
Le montagne ci arricchiscono per la sfida che rappresentano, per l’ostilità delle loro pendici ripide, per l’inaccessibilità originaria delle loro cime. Perché non offrono conforto, tracce, cammini tracciati, e perché obbligano chi vuole percorrerle a deviazioni, a mettersi in discussione, obbligano alla volontà, a rischiare, ma anche all’umiltà e alla pazienza.
Perché esiste un piccolo assaggio di imprevedibile, perché non esiste una linea dritta, una logica di profitto. Perché sono ancora un rifugio per molte specie viventi, perché non si adattano ad un mondo iper-veloce, di produttività, profitto e controllo. Ci piace che esse siano, se non un ostacolo, allora almeno un freno alla marcia di questo mondo. Che gli architetti non sappiano costruirvi città, che i loro rilievi blocchino le onde, qui i loro crepacci intrappolino gli escursionisti troppo abituati all’affidabilità dell’asfalto.
Quindi, chiaro, ci sono strade e tunnel. Le seggiovie e le piste attrezzate. Ci sono la segnaletica, sentieri ben tenuti, i rifugi confortevoli, i dati GPS. Antenne, piloni, cavi di alta tensione, pascoli riservati al bestiame, cave e miniere, foreste disboscate, l’agricoltura che arriva sempre più in alto. Evidentemente, la volontà di controllo e di profitto della specie umana non si ferma alle pianure e alle colline. E’ da molto tempo che queste montagne sono state studiate, mappate, colonizzate, rese sicure e redditizie. Che vi si gioca con gli esseri viventi come
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Francia: Viaggio a Nantes rivoltante (28/08/2017) [it]

azione diretta e lotta di classe
Nella notte dal 27 al 28 agosto, passeggiavo nel centro di Nantes, dove molte strade portano ancora i nomo di famosi commercianti di schiavi.
Deciso a fottere la borghesia, ho trovato un grosso fuoristrada di borghesi, in quartiere di borghesi, e l’ho incendiato con gioia. Il 99% di gentili cittadini contro l’1% di cattivi speculatori, il popolo
unito, sono tutte stronzate. Tutta la borghesia, la grande, la media, la piccola, e quelle e quelli che vogliono assomigliarle, devono essere attaccati.
Un pensiero per i sudanesi espulsi in questi ultimi giorni e per tutti gli altri.

(tradotto da guerresociale)