Se veramente quella gente difendesse la famiglia…
La famiglia non è sotto attacco eppure qualcuno (pochi) ha deciso di scendere in piazza in suo sostegno, “a sua difesa”. Una manifestazione dai toni aggressivi ed escludenti, nascosti dietro immagini amorevoli e smielate di unità familiare, di moralità e sacra unione.
Queste famiglie sono militanti, scelgono di scendere in piazza, di ostentare un “guardate chi siamo e quanto siamo belli e giusti”, hanno energie da vendere in un’era più che apatica.
Qualche centinaio di km più a sud, pochissimi, e in qualche isoletta di un nostro paese limitrofo, muoiono affogate centinaia di famiglie.
Famiglie eh!?! Proprio quelle che piacciono a loro.
La maggiorparte dei morti affogati (morti affogati, una cosa inenarrabile nella nostra epoca di tecnologie avanzate e finger food) sono proprio il ritratto della famiglia che dovrebbe piacere tanto all’armata del Ku Klux Klan scesa ieri al Circo Massimo.
Un papà, una mamma e tanti tanti figli: famiglie eterosessuali, unite dal sacro vincolo matrimoniale, famiglie che chiedono aiuto proprio a noi,
e mentre lo chiedono annaspano nell’acqua gelida fino a morire.
Sopravvivono a volte, ma hanno visto i propri figli deglutiti dalla bocca dell’Europa, gluc, mandati giù in un sol boccone, dissolti nel blu.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, non potrebbe sopravvivere inerme davanti all’affogamento della famiglia.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia (cosa cazzo sarà poi mai sta famiglia) insegnerebbe ai propri figli a difenderla, salvando vite in mare.
Organizzando una vera solidarietà “in difesa della famiglia”.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, tante donne e tanti uomini arriverebbero qui con i figli in braccio, su un corridoio umanitario dignitoso e percorribile.
Ci vorrebbe così poco…
La sviolinata del Ministero dell’Interno a Casa Pound
Ma guarda tu, se un blog che tace da tempo con tanti “purtroppo” che lo rendono ormai muto deve riaprir bocca per parlar di fascisti.
Di fascisti, quelli di cui nella vita ho sempre provato a non occuparmi a meno che non era un problema contingente e da risolvere rapidamente: come quando ti viene la diarrea, ecco.
I fascisti, dicevamo: ma mica quelli brutti e cattivi, neri e violenti che potete immaginare, sia mai.
Parliamo di una querela per diffamazione, presentata da Gianluca Iannone contro Paolo Persichetti: una querela vecchia come il cucco per un articolo uscito su un quotidiano ormai scomparso da tempo l’8 maggio del 2010 (che trovate a questo link: Più case, meno Pound)Il povero Iannone si è offeso tantissimo, perchè addirittura il Persichetti si sarebbe azzardato di metter per iscritto che “lo sfoggio di retorica giovanilista e vitalista con un target studentesco ben preciso, l’estetismo autocontemplativo, il «siamo belli come il sole», «17 anni tutta la vita», «giovinezza al potere» che rinviano ad una sorta di impoliticità ormonale, di onanismo ideologico, di acne militante e le canzoni di Rino Gaetano, non cancellano la lunga lista di aggressioni, iniziative contro i disabili, xenofobia e brindisi alla Shoa.”
Il tutto è un po’ surreale e potete trovare più informazioni sul blog di Paolo Persichetti, dove verranno pubblicati anche i vari aggiornamenti che questa storia avrà.
Ma niente di tutto ciò è realmente capace di suscitare il minimo interesse.
La cosa più interessante, soprattutto alla luce delle aggressioni di queste precedenti ore a Napoli avvenute a suon di sprangate e martellate (con splendidi vessilli della Decima Mas) è invece un documento (protocollo N.224/SIG. DIV 2/Sez.2/4333) della Direzione centrale della Polizia di prevenzione datato 11 aprile 2015, con sigla in calce del prefetto Mario Papa, allegato dal legale di CasaPound Italia in una causa civile che vede coinvolta l’organizzione dei “fascisti del terzo millennio”, sulla base di una ordinanza emessa dal giudice.
Scoprirete a vostra insaputa che Casa Pound è in realtà quel che desideravate per i vostri figli, un gruppo di fanciulli dediti alla solidarietà e la tutela delle fasce deboli, giovincelli capaci di riportare alla luce “gli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio”, attenti al sovraffollamento carcerario e inseriti nelle rappresentanze studentesche.
Due fitte ed empatiche pagine del Ministero dell’interno, con tanti di timbrini e protocolli, che lascia basiti: non manca il riferimento alle occupazioni di immobili in disuso effettuate da “Mutuo Sociale”, peccato che lo stesso ministero che tenta di accusare di organizzazione sovversiva ed estorsione i movimenti che da anni lottano per il diritto all’abitare a fianco dei senza casa e delle fasce precarie della società, le descrive come dei metodi per “la segnalazione dello stato di degrado di strutture pubbliche per sollecitarne la riqualificazione”.
Veramente dei ragazzi stupendi, da desiderare nei quartieri e nelle piazzette.
Parola del Ministero dell’Interno!
Ora ho capito, stai ballando con David Bowie
Il primo sguardo, uscita dalla sala parto fu quello di mia madre: era l’8 gennaio del 2010, fuori diluviava ferocemente, ma noi vivevamo tutti in una bolla di gioia.
“Questo nipote mio è un portento, s’è scelto il giorno di David Bowie per
nascere”… Che altro poteva dirmi mia madre? Mi ci hai allattato, mi hai fatto ballare tutta la vita con lui, mi hai spiegato cos’era la sensualità, la bellezza, la trasgressione davanti ai due occhi di Bowie, ognuno col suo colore e il suo carattere. Quanto lo hai amato.
Ricordo le litigate con mio padre che non mi voleva portare al Glass Spider Tour e tu invece mi volevi.
Ricordo ogni cosa, purtroppo o per fortuna. Anche la canzone che ho scelto mentre il tuo corpo lasciava quel cortile trasteverino, pochi mesi fa, tra il dolore e l’incredulità di tutti. Tu l’hai battuto in giovinezza, ma è stata una bella rincorsa.
Penso a quel suo “shhhhh” che tanto ti eccitava, mi piace pensare che lo stia sussurrando al tuo orecchio. Finalmente.
Queste le note che ho scelto per salutare mia madre: con queste mi piace salutare anche te che sei stato uno di casa, che sei stato un po’ papà un po’ amante. http://youtu.be/rJCBYUKMvMQ
A te…
Tispol: una settimana di controlli stradali in tutta europa
oggi ho scoperto che esiste Tispol, e non è una bella cosa.
Tispol è il network europeo delle polizie stradali di 28 paesi europei, una rete di comunicazione che ha come obiettivo quello di ridurre gli incidenti stradali. Dicono.
Ora ci annunciano la loro nuova campagna intitolata “Alcool and Drugs” che prevede 7 giorni di serrati controlli in tutta Europa,
un reticolo di blocchi stradali in tutta europa in un’operazione congiunta mirata a effettuare quanti più controlli con etilometri e precursori.
Ci comunicano che sarà data maggiore importanza ai veicoli pesanti e commerciali.
Da notare che noi siamo uno dei pochissimi paese dotato di una legislazione che permette alla Polizia di sottoporre tutti i conducenti ad accertamenti non invasivi o a prove attraverso apparecchi elettronici portatili come gli alcoltest.
Vi ricordate Hollande quando parlava dello stato di emergenza francese? Ecco. In Francia non si può perquisire un auto, perché considerata come un immobile: per perquisirla c’è bisogno di uno specifico mandato.
Per poter effettuare controlli a tappeto, come da noi si effettuano h24 da sempre, hanno dovuto dichiarare uno stato d’emergenza, eccezionale, e con una scadenza ben precisa.
Quello che da noi esiste da molto, molto tempo.
E la differenza, capite bene, è enorme e silenziata da sempre.
Comunque occhio dal 7 al 13, che se in Italia già normalmente rompono ora avranno una settimana di delirio totale a loro disposizione.
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