anarchist counter-information in serbo-croatian (without reference to communist guerilla)

Cile: Ultima ora – Emesso il verdetto contro i compagni per il Caso PDI (31/01/2017) [it]

Oggi 31 gennaio del 2017 la nauseabonda autorità ha emesso mediante il terzo tribunale orale nella sezione penale il verdetto contro i 5 compagni accusati dell’attacco incendiario al covo degli inquisitori nel novembre 2014.
Con la morale e legalità borghese al suo favore, i giudici hanno deciso così sulle vite dei compagni:

Natalia Alvarado: Assolta da tutte le accuse
Maria Paz Vera: Assolta da tutte le accuse
Manuel Espinoza: Colpevole del reato di incendio in luogo abitato. Assolto dal reato di trasporto di ordigno incendiario e tentato omicidio.
Víctor Zuñiga (Amaru): Colpevole del reato di incendio in luogo abitato. Assolto dal reato di trasporto di ordigno incendiario e tentato omicidio.
Felipe Roman: Colpevole del reato di incendio in luogo abitato. Assolto dal reato di trasporto di ordigno incendiario e tentato omicidio.

Il persecutore del caso ha calcolato le pene contro i compagni condannati sperando di ottenere 15 anni di carcere contro ognuno.
L’udienza della sentenza, dove verranno emesse la quantità di anni di prigione, si realizzerà il 24 di febbraio 2017.
Ricordiamo che dopo questa udienza esiste la possibilità che entrambe le parti, difesa/accusa, possono fare ricorso alla sentenza.

Con l’allegria che le compagne Maria Paz e Natalia ritornano ad essere libere: Solidarietà insorta ed incendiaria con Manuel, Amaru e Felipe!
Nulla in cui sperare né credere nei tribunali, la sua giustizia, i suoi giudici ed il mondo che li perpetua!

(traduzione: Io,me e me stesso)

Rennes [Francia] : Contro la delazione e le tecnologie che la favoriscono solidarietà offensive (30/01/2017) [it]

Nella notte fra domenica e lunedì [29 e 30 gennaio; NdT], abbiamo attaccato un’agenzia della Posta spaccandone i vetri ed il bancomat.
Un martello, un percorso discreto, qualche amico ed un po’ di determinazione sono gli ingredienti essenziali per rompere la monotonia e rendere più piacevoli le nostre serate.
C’è sempre una buona ragione per prendersela con la Posta. Che sia per la sua collaborazione con l’espulsione delle persone sans papiers o che sia, più di recente, per i nuovi servizi che prodiga ai Comuni, al fine di identificare i piccoli reati e le degradazioni (discarica selvaggia, scritte sui muri, degradazioni del mobilio urbano...). Attraverso i loro smartphones direttamente connessi alle polizie municipali e ai servizi dei Comuni, i/le postini/e possono rilevare e denunciare tali “infrazioni ed inciviltà”. Dietro la volontà di fare della città un posto sempre più ascettico, vi è anche un modo per rendere gli atti di delazione sempre più accettabili e di fare di ciascuno un possibile sbirro. Una volta ancora, gli smartphones non sono soltanto un semplice oggetto di abbruttimento, ma sono, evidentemente, dei nuovi mezzi di controllo, che sia in manifestazione, nelle procedure giudiziarie o nella vita sociale o sentimentale (geolocalizzazione, social-media).
Che siano blu, gialli [il colore delle divise dei postini francesi; NdT], vicini vigilanti [forma di cittadini-delatori in contatto diretto e costante con la polizia, che si diffonde sempre più in Francia; NdT] o semplici cittadini che cercano di rendersi utili partecipando alle logiche securitarie, sono tutti/e dei/le secondini/e in questa città-prigione.
Morte alle guardie, con o senza uniforme.
Morte alla società tecnologica.
Evviva il vandalismo!
Per Damien, incarcerato l’8 dicembre a Parigi (10 mesi di gabbia e 14000 euro di danni per dei danneggiamenti avvenuti durante la manifestazione spontanea del 14 aprile) e per tutti/e quelli/e che non hanno più voglia di aspettare.
Abbiamo tutti/ un bersaglio a nostra portata...

dei/le casseurs cronici/he

(tradotto da guerresociale)

Londra [UK]: Concerto benefit di solidarietà con gli anarchici arrestati nell’operazione “Scripta Manent” – 11/2/2017 [it]

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SOLIDARIETA’ CON GLI ANARCHICI ARRESTATI IN SEGUITO ALL’ULTIMA OPERAZIONE DI POLIZIA IN ITALIA
Nelle prime ore del 6 settembre 2016 un’operazione coordinata dalla Digos (polizia politica) di Torino ha portato alla perquisizione di 30 abitazioni in varie regioni italiane (Piemonte, Liguria, Lazio, Umbria, Lombardia, Abruzzo, Campania, Sardegna ed Emilia Romagna), e all’arresto di cinque compagni anarchici accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Inoltre, due anarchici che si trovano in carcere da settembre 2012 ricevono la notifica in prigione.
L’operazione di polizia nominata “Scripta Manent” (dal detto latino “le parole volano, gli scritti rimangono”) è solo l’ultima di una serie di altre simili portate avanti attraverso gli ultimi decenni, con lo scopo di allontanare gli anarchici dalle strade e imprigionarli. Perché? Perché le idee e le pratiche anarchiche sono pericolose per il potere. Queste idee e pratiche, teoria ed azione, hanno un solo ed unico inequivocabile obiettivo: la liberazione totale e la distruzione di tutte le forme di repressione, a prescindere se viviamo in tempi di “crisi” o meno. Ma, durante un periodo di “crisi” le persone spesso cessano di essere recipienti passivi di decisioni imposte dall’alto. Gli anarchici, in questo senso, possono rappresentare un esempio in termini di attacco, dell’azione diretta e dell’auto-organizzazione di lotta. Questo è il motivo che sta dietro molte operazioni da nomi fantasiosi (Cervantes, Nottetempo, Ardire ecc.), che sono costate a numerosi compagni tempo in carcere e infiniti processi giudiziari.
Il pubblico ministero in Italia non ha bisogno neanche di una prova del “crimine” per ordinare perquisizioni e arresti contro i compagni. Quindi, se sei una anarchico in Italia puoi aspettarti che la tua casa venga invasa da una dozzina di sbirri armati in ogni momento, e che finisci in carcere per mesi, in attesa del processo per qualche indagine di polizia spesso basata su prove inconsistenti.
“Scripta Manent”, in particolare, è focalizzata su una serie di azioni dirette rivendicate da vari gruppi della FAI, Federazione Anarchica Informale, tra il 2004 e 2012. Gli attacchi inseriti in questa indagine includono
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Nuovo archivio delle edizioni in lingua inglese “Elephant Editions” (Lavori in corso) [it]

archive.elephanteditions.net

Quando le parole si mescolano con la passione di approfondire la nostra comprensione della realtà, diventano armi indispensabili per l’auto-organizzazione della lotta contro tutto quello che ci opprime. Non rimangono solo sulla carta – o sullo schermo – ma penetrano nei cuori e spiriti ribelli, donando coraggio e risolutezza – se molti di noi non reagiscono contro ciò che viola la nostra dignità spesso non è per mancanza di coraggio, ma perché semplicemente non sappiamo da dove iniziare.
Dobbiamo liberare la realtà dalla dimensione fittizia creata dai media, per renderla tangibile ed esposta all’attacco. Per poter raggiungere questo abbiamo bisogno di conoscere il nemico in tutte le sue forme, incluse quelle che giacciono nascoste dentro di noi, accovacciate, aspettando di balzare per spingerci indietro nell’ovile del consenso o dissenso governabile. Leggere certi testi diventa un incontro, le tensioni che sentiamo bruciare dentro diventano più chiare, e diviene più facile assimilarle per passare all’attacco.
Abbiamo bisogno anche di analisi – dell’economia, delle “nuove” tecnologie. Senza le nostre, proprie idee, analisi e progettualità non siamo nulla, mere astrazioni che costruiscono castelli in aria.
Attacco e teoria dell’attacco, che è la stessa cosa per gli anarchici, rappresentano gli elementi essenziali di lotta, senza i quali esisterebbe solo di nome. Perciò, abbiamo bisogno anche della critica dei metodi anarchici: delle fisse organizzazioni anarchiche di sintesi, del sindacalismo o delle federazioni che poggiano sui numeri, dato che sono limitative e anacronistiche in termini di attacco. Nello stesso tempo, abbiamo bisogno di una critica delle organizzazioni clandestine fisse e dell’“attacco al cuore dello Stato”, prevalenti negli anni Settanta, e di valorizzare i piccoli gruppi basati sull’affinità, sull’agire diretto, per trasformare la realtà senza nessun senso di sacrificio, ma per la propria gioia e libertà immediata, nel contesto della libertà per tutti.
L’anarchismo non è un concetto storico o una teoria politica, è un modo di concepire la vita, “una scommessa che dobbiamo giocare giorno dopo giorno”, e non consideriamo la storia come fondamento – o “fare la storia” l’obiettivo – della nostra azione. Tuttavia, gli anarchici possiedono un ricco e passionale passato, o meglio lascito, che diventa nostro solo quando lo incontriamo attraverso il proprio confronto con l’autorità e il dominio. Lontano dai tediosi tomi scolastici, le vite dei compagni del passato, le loro idee, i loro metodi e le loro azioni, le loro lotte e le conseguenze (spesso il carcere o addirittura la morte) vivono e possiedono per noi un significato oggi, mentre cerchiamo di lottare contro le condizioni del capitale post-industriale. Per questo motivo abbiamo pubblicato, e continueremo, anche testi dei o sugli anarchici e ribelli del passato, che hanno ancora oggi molto da dire quando si incontrano attraverso una dimensione di scambio di idee ed esperienze tra chi legge e chi scrive.
Quindi, Elephant Editions è semplicemente una collezione di testi, un contributo nel grande calderone di sogni, idee e sperimentazioni per coloro che hanno deciso di trasformare i loro desideri in realtà, adesso, senza rimandare.


Novi arhiv izdanja na engleskom jeziku “Elephant Editions” (Radovi u toku)
Kada se riječi pomiješaju sa strašću za produbljivanjem našeg shvaćanja realnosti, one postaju neophodno oružje za samo-organizaciju borbe protiv svega što nas ugnjetava. Ne ostaju na papiru – ili na ekranu – već prodru u pobunjenička srca i duhove, pružajući hrabrost i odlučnost – jer ako mnogi od nas ne djeluju protiv onoga što vrijeđa naše dostojanstvo često nije zato što im nedostaje hrabrosti, nego jednostavno jer ne znamo odakle početi.
Trebamo osloboditi realnost od fiktivne dimenzije koju su stvorili mediji, kako bi postala opipljiva i izložena napadu. Da bi to postigli trebamo upoznati neprijatelja u svim njegovim oblicima, uključujući i one koji leže sakriveni unutar nas, šćućureni, čekajući da iskoče i povuku nas nazad u tor suglasja ili podatnog otpora. Čitanje određenih tekstova postaje susret, tenzije koje osjećamo da gore u nama postaju jasnije, čime ih lakše asimiliramo kako bi prešli u napad.
Trebamo i analize – ekonomije, “novih” tehnologija. Bez naših vlastitih ideja, analiza i projekata mi smo ništa, puke
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Galicia [Spain]: New operation against Gabriel Pombo da Silva and Elisa di Bernardo (24/01/2017) [en]

Careful who you call comrade!

Tuesday, 24 January, on the outskirts of Vigo (Mos), a deployment of about 60 armed men between the Guardia Civil and secret agents, searched (and almost destroyed) the house where Gabriel Pombo da Silva had lived for a few months with his partner Elisa Bernardo. At dawn the two were violently awakened, handcuffed and separated… aim: to find firearms and explosives! The search lasted about eight hours and in spite of the means employed (dogs and high technology radar tools), gave no results… among the things seized there is the usual “interesting” anarchist material, cameras, maps of various cities, some cable and old malfunctioning cell phones. While Elisa, despite the repeated threat of being placed under arrest unless she revealed the much desired hiding place, remained free, Gabriel was arrested on charges of “illegal possession and trafficking of weapons and explosives and armed group”. During the 24 hours’ detention (the release of the comrade happened, in fact, the next day) the facts were bitterly reconstructed.
About three months ago the couple got to know a self-proclaimed anarchist comrade who, during the few opportunities to meet, “confesses” her problems with drugs and a conditional sentence she is doing because of an arrest suffered in 2013 on charges of being the author of an attack with Molotov cocktails on an institution in Vigo. Heart in hand, Gabriel and Elisa, respond to the request for help from the “comrade”, accepting her for a week (at the beginning of the year) in the aforementioned house to accompany her in the worst phase of a path of detoxification. After this brief period, the girl returns to her own home… reappearing as informer (of false information) the day prior to the present named “Operación Buyo”. If we had not received certain news that during her previous arrest she had defamed other people, we would have limited ourselves to considering her a “victim of the system”, but that is not so. Maria, this is her name, is currently in jail on the same charges as Gabriel, probably hoping that being the daughter of a military leader can help her to avoid the worst since an arsenal of firearms was found at her home. In 2013, in fact, despite the charges of terrorism, one saw the sentence being reduced significantly (from 11 to 2 years !!!), then converted to parole, with her remaining imprisoned not more than a few months. With all the hatred toward the repressive system, prison and the judicial system, it is inevitable to wonder since when do those who claim themselves as anarchists receive such treatment. Each to their own conclusions.
Gabriel, for now on bail and under investigation… comments on this latest repressive operation thus:

“Inside as outside” one palpates this reactionary arrogance against who never resign themselves. You see that the pigs of every race and condition need “additives and dyes” to sweeten the whole “reality” that is inconvenient to them. “Journalists” more concerned to sell their printed shit than verifying the veracity of what they publish. “Police” more interested in organizing speculations to prove their hypotheses. What is really “surprising” (or who knows not), is that since they let me go (not to mention all that this tremendous affair contains) there was more “protection” in “Judicial Power” than within the so-called “libertarian movement”. Since 2012 there are already 3 “Operations” (Ardire, Scripta Manent and “our local” Operation Buyo) against me. In Italian ” buio ” means” dark… and yes… ”dark” is this whole operation in which a “girl” (with a dark past) approached with the question of being a “comrade” to then want me stoned alive. Those requesting information on this “girl” can read the following links and answer for themselves. I am neither a judge nor a prosecutor. In relation to the shit about the “training ground”, the “terrorist cell”, the “possession of weapons” and trafficking of the same… well… I think the facts belie all. However I understand that in this alienated society and this corrupt system it is preferred to speak / to lie about the underlying causes of poverty than watch one’s own navel. I’m still standing. I continue with my anarchist path despite all and everything. They will never be able to stop the Agustin Rueda University, that I am going to inaugurate in my parents’ house in the country there in Mos, with this kind of maneuver. In my house were seized: 5 winter cabbages, anarchist books and magazines. It is obvious that if they had found even one nail clipper in my possession, Gabriel Pombo would be writing “communiques” from a cell and not in freedom.
To those who continue to support me and show me their unconditional love: I’m here!
To those who continue to want to assassinate: I’m here!
Never Defeated!
Never repentant!!
For Anarchy and the end of domination!

Gabriel Pombo da Silva
29 January 2017


Galicija [Španjolska]: Nova represivna operacija protiv anarhista Gabriela Pombo da Silve i Elise di Bernardo (24.01.2017.)
Pazite koga nazivate drugom!
U utorak 24. januara, na periferiji naselja Vigo (Mos), masa od oko 60 naoružanih osoba iz Guardia Civil i tajnih agenata pretresla je (i skoro uništila) kuću u kojoj živi već nekoliko mjeseci Gabriel Pombo da Silva sa svojom partnericom Elisom di Bernardo. U zoru su nasilno probuđeni, stavljeni u lisice i odvojeni... cilj: pronaći vatreno oružje i eksploziv! Potraga je trajala oko 8 sati i unatoč korištenim sredstvima (psi i radari najnovije tehnologije) nije dala nikakav rezultat... između zaplijenjenim stvarima nalazi se uobičajeni “zanimljivi” anarhistički materijal, fotografski aparati, planovi raznih gradova, par kablova i stari pokvareni mobiteli. Dok je Elisa, unatoč ponovljenim prijetnjama zatvorom ako ne otkrije toliko traženo skrovište, ostala na slobodi, Gabriel je uhapšen pod optužbom za “nelegalno posjedovanje i šverc oružja i eksploziva, te za oružanu bandu”. Tokom 24 sata pritvora (drug je otpušten dan kasnije) gorko su spojene činjenice.
Prije oko tri mjeseca par je upoznao jednu navodnu anarhističku drugaricu koja,
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Bruxelles [Belgio]: Incendio di solidarietà (30/01/2017) [it]

Bruxelles, notte del 30 gennaio.
Abbiamo incendiato un veicolo di una ditta di sicurezza per inviare forza e coraggio a Damien e a tutti/e i/le detenuti/e che non rinunciano...
Né attese, né speranze.
Viva l’attacco.


Bruxelles [Belgija]: Požar solidarnosti (30.01.2017.)
Bruxelles, noć 30. januara.
Zapalili smo jedno vozilo zaštitarske tvrtke da bi poslali snage i hrabrosti Damienu i svim zatvorenicima/ama koji/e ne odustaju.
Ni očekivanja, ni nade.
Živio napad.

Carcere di Korydallos – Atene [Grecia]: Lettera dell’anarchico Giorgos Karagiannidis sullo sciopero della fame (12/2015) [it]

Lo sciopero della fame cela la sua importanza. L’importanza che proviene dalla combinazione dell’indebolimento fisico e debilitazione degli scioperanti, e dalle azioni/reazioni che si creano. Questi due fattori sono di solito (ma non per forza sempre) connessi.
L’incisività nascosta nell’atto di sciopero della fame crea delle sezioni sia nel nostro ambiente, che tra i detentori dell’autorità statale. Il principale obiettivo dei ogni sciopero è la creazione di flussi nel terreno sociale. Fino ad oggi, in Grecia, la gestione statale degli scioperi della fame è stata relativamente “indolore” (in confronto agli esempi che hanno scritto la storia degli scioperi della fame). Gli scioperanti hanno raramente raggiunto dei veri limiti critici, anche se questo, ovviamente, non rappresenta nessun tipo di garanzia per i futuri scioperi. Questo prevenire di situazioni estreme non proviene da qualche tratto morale dei funzionari istituzionali. La moralità non è una condizione indipendente, è determinata dai rapporti di potere sul campo di guerra, che stiamo conducendo. Se il concetto del costo politico non esistesse, nessun Stato, neanche quello greco, avrebbe dei problemi a lasciar morire gli scioperanti. Ma il costo politico viene bilanciato anche in rapporto al risultato di una parziale soddisfazione delle richieste degli scioperanti.
Inoltre, anche se di rado, specialmente negli ultimi anni a seguito della grande ondata di arresti degli anarchici, le richieste degli scioperi della fame sono state accettate completamente. Questo dimostra che nel conflitto caratterizzato dallo sciopero della fame, quello che viene richiesto da entrambe le parti è l’equilibrio, solido ma nello stesso tempo fragile. La fragilità di questo equilibrio dipende dal livello di competizione che ogni volta si sviluppa, cioè dall’organizzazione, determinazione e perseveranza che ogni parte dimostra per difendere le proprie posizioni. Si potrebbero dire molte cose sul modo in cui lo Stato (parlando specificamente della Grecia), a prescindere da chi gestisce il potere, affronta gli scioperi della fame, e soprattutto quelli che mostrano caratteristiche politiche, portando al conflitto politico e all’agitazione sociale. Ma ho pensato che una cosa del genere mi avrebbe portato solo ad un vagare fino a stancarmi, dato che in tutti gli scioperi della fame, sia durante il loro processo che anche (e soprattutto) alla conclusione, questo tema è stato discusso a sufficienza. Quello che io considero più importante è invece osservare con la calma i modi in cui noi percepiamo, caratterizziamo e analizziamo gli scioperi della fame. Uno sguardo sui nostri punti deboli, più visibili dopo uno sciopero della fame, a causa della polarità che li ha preceduti.
Come ogni nostra azione anche lo sciopero della fame presenta una duplice natura. Non risponde solo alle domande croniche o emergenti, ma contemporaneamente mette in moto questioni sul chi siamo, in che modo ci organizziamo, come lottiamo, che tipo di relazioni creiamo nei momenti di un periodo di intenso conflitto con lo Stato. Ed ognuna di queste domande, e tutte le altre che emergono, non possiedono solo una risposta, dato che ogni individuo o soggetto collettivo le concepisce in modi diversi. Ogni sciopero della fame inizia con una decisione che possiede una profonda dimensione esistenziale. La continua lotta che si svolge tra il corpo e la mente, tra la volontà di resistere e gli istinti di sopravvivenza, è una condizione molto particolare che logora lo scioperante, non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista spirituale/emotivo. Il nostro organismo, come un’insieme indivisibile, viene influenzato in quanto tale dal procedimento dello sciopero. La possibilità di morire è qualcosa che ogni persona dedita alla prospettiva rivoluzionaria ha sempre in mente. Però, lo sciopero della fame possiede la peculiarità che la morte non sembra più essere un momento distaccato, casuale o imprevedibile, ma una fine con un corso predeterminato, con possibilità che in effetti aumentano ogni giorno che passa. Questo mezzo possiede anche un’altra peculiarità. Di per sé non può in nessun modo colpire il regime.
Anche se può suonare eretico, io penso che lo sciopero della fame è un mezzo di lotta introverso, auto-distruttivo e riformista, a prescindere dal livello di combattività e determinazione con cui viene portato avanti, anche se raggiunge la morte dello scioperante/degli scioperanti. La natura riformista dello sciopero della fame innanzitutto proviene dal suo inizio, dato che punta a rafforzare la nostra posizione in una negoziazione, ricattando gli agenti statali. E dal momento che stiamo parlando della negoziazione, ci si aspetta che ci saranno anche degli accordi, compromessi e addirittura riduzioni delle nostre richieste originarie. Dal momento che ci stiamo rivolgendo, anche con ricatto, agli agenti statali, chiedendo di soddisfare delle nostre richieste, noi riconosciamo all’autorità istituzionalizzata il potere di fornire delle soluzioni. Inoltre, ogni sciopero cerca di soddisfare alcune richieste nel dato contesto, senza la capacità di distruggere
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Montreuil [Francia]: Tre “autolib” incendiate in solidarietà con gli anarchici detenuti (22/01/2017) [it]

Volevamo esprimere con degli atti la nostra solidarietà con Damien, condannato giovedì 19 a 10 mesi di carcere. Eravamo in molti a quella manifestazione selvaggia del 14 aprile e non permetteremo che la paghi da solo – noi non dimentichiamo.
Domenica sera del 22 abbiamo trovato tre Autolib [servizio pubblico di car-sharing, con automobili elettriche, n.d.t.] in via Galilée a Montreuil, e le abbiamo incendiate.
Ci propinano le Autolib come soluzione per una città più pulita, più ecologica, più “smart”. Noi sputtiamo sulla loro propaganda.
Per Damien, quindi, e anche per i/le compagni/e incarcerati/e in Italia per l’operazione Scripta Manent.
Libertà per tutti e per tutte!

Gli amici di Jules Bonnot e della primavera 2016

P.S. Vogliamo inviare un abbraccio complice ai compagni che avevano incendiato a Bruxelles delle macchine dei collaborazionisti nella notte di capodanno. Leggere che le notti brussellesi si illuminano di vostri attacchi (e degli altri) ci spinge ancora di più ad agire (è a questo che servono le rivendicazioni, giusto?). Tuttavia, noi pensiamo che distribuire volantini e attaccar manifesti sia importante, e che non si tratta di “arruolare” o di “sedurre”, ma di condividere le idee sovversive.
Ma siamo sicuri che ci avete già pensato. Saluti.


Montreuil [Francuska]: Tri “autolib” zapaljene u znak solidarnosti s anarhistima u zatvoru (22.01.2017.)
Željeli smo izraziti djelima našu solidarnost s Damienom, osuđenim u četvrtak 19. na 10 mjeseci zatvora. Bilo nas je mnogo da tom divljem prosvjedu 14. aprila i nećemo dozvoliti da on sam plati – mi ne zaboravljamo.
U nedjelju večer, 22., naišli smo na tri Autoliba [javna usluga car-sharinga, s električnim automobilima, nap.prev.] u ulici Galilée u Montreuilu, te smo ih zapalili.
Prikazuju nam Autolib kao rješenje za čisti, ekološki i “smart” grad. Mi bljujemo na
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Aquisgrana [Germania]: Primo giorno del processo per rapina in banca (23/01/2017) [it]

Oggi, 23 gennaio 2017, si è svolta la prima udienza del processo contro i nostri compagni anarchici accusati di aver rapinato una succursale della Pax Bank nel novembre del 2014, ad Aquisgrana.
Nell’aula erano presenti il rappresentante della Procura, il giudice, gli imputati con i rispettivi avvocati, una “giuria popolare” (che non porta decisioni), i giornalisti, ai quali non era permesso di filmare all’interno dell’aula, in accordo con la richiesta degli avvocati di difesa (anche se le loro telecamere stavano registrando fuori dall’aula), e il pubblico composto da famgliari, amici e compagni degli imputati, che avevano occupato i 30-40 posti a disposizione.
Dopo le formalità procedurali e dopo che il P.M. ha letto le accuse (rapina a mano armata e porto illegale di armi), uno degli avvocati di difesa ha chiesto il rinvio del processo di tre settimane per il fatto di non aver avuto accesso ad una parte del fascicolo d’indagine, dato che l’accusa non l’ha ancora messo a disposizione. Gli avvocati hanno sostenuto che questo ostacola loro capacità di offrire una completa e imparziale difesa ai loro clienti.
Dopo aver sentito le argomentazioni sia della difesa che dell’accusa, il giudice ha ordinato al pubblico di abbandonare l’aula per deliberare in privato con entrambe le parti, per respingere dopo la richiesta di rinvio. Tra i propri argomenti l’accusa ha sostenuto che questi documenti non sono rilevanti per il processo. Solo alla fine ha ammesso l’esistenza di un’altra parte del fascicolo legato all’indagine in corso, che comunque non avrebbero svelato.
Addirittura il giudice ha ammesso di non aver visto gran parte dei documenti che la difesa ha richiesto, ma ha continuato rimarcando che questo è usuale in molti processi. Tuttavia, gli avvocati hanno insistito sul fatto che dovrebbero essere la difesa e non l’accusa a decidere se questi documenti sono rilevanti o meno.
Infine, il giudice ha respinto il rinvio di tre settimane, però ha sospeso l’udienza fino a giovedì 26 gennaio, per concedere tempo alla difesa di leggere la parte del fascicolo d’indagine, a cui è stato garantito l’accesso (ma non a tutto).
La prossima udienza si svolgerà il 9 febbraio, e in principio il programma di questa data ha già incluso l’esposizione di alcuni testimoni, compreso un agente di polizia dello Stato spagnolo.
Numerosi sostenitori da diversi paesi erano presenti per esmprimere il proprio supporto durante le 4 ore ore e mezza dell’udienza. I nostri compagni hanno ricevuto il nostro calore nella fredda Germania, mentre uno scambio di sguardi e di gesti complici ha continuato a ripetersi tutta la mattinata, trasmettendo forza e dimostrando ancora una volta che di fronte alla repressione e alla detenzione la solidarietà tra coloro in lotta sfida i muri e le frontiere.


Aachen [Njemačka]: Prvi dan suđenja za pljačku banke (23.01.2017.)
Danas 23.01.2017. održano je prvo ročište suđenja protiv naših anarhističkih drugova optuženih za pljačku podružnice Pax Banke u Aachenu, novembra 2014.
U sudnici su bili prisutni predstavnik tužilaštva, sudac, okrivljenici sa svojim advokatima, “narodna porota” (koja ne donosi odluke), novinari, kojima nije bilo dozvoljeno snimanje unutar sudnice, u dogovoru sa zahtjevom advokata obrane (mada su njihove telekamere bile upaljene izvan sudnice), i publika sastavljena od članova obitelji, prijatelja i drugova okrivljenika, koji su zaposjeli 30-40 mjesta na raspolaganju.
Nakon proceduralnih formalnosti i nakon što je tužitelj pročitao optužnicu (oružana pljačka i ilegalno posjedovanje oružja), jedan od advokata obrane zatražio je odgodu suđenja na tri tjedna zato što nije imao pristup jednom dijelu dokumenata istrage, pošto ih tužilaštvo nije stavilo na raspolaganje. Advokati su naglasili da to onemogućava potpunu i nepristranu obranu njihovih
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Solidarietà con gli anarchici colpiti dalla repressione ad Aquisgrana – Germania [manifesto] [it]

I due compagni di Barcellona sono stati arrestati in occasioni differenti, nella primavera del 2016, per essere poi estradiati e messi in custodia cautelare. La procura di Aquisgrana li accusa di aver commesso una rapina nella Pax Bank di Aquisgrana. Il processo contro di loro inizierà il 23 gennaio 2017, e si svolgerà attraverso un periodo di 5 mesi.
Un’altra compagna, di Amsterdam, ha affrontato il processo per un’altra rapina, svoltasi in luglio 2013 nella banca di Aquisgrana. Nel dicembre è stata prosciolta. Da allora lo Stato ha fatto ricorso.
Se questi compagni sono mai entrati in queste banche come dei clienti insoliti o meno, non ci interessa, perché non abbiamo nulla da rimproverare a chiunque scelga di entrare in banca armato. La nostra solidarietà sta nelle lotte e nelle idee di queste individualità, che nonostante la repressione non hanno compromesso la propria dignità o l’etica, la propria libertà o il disprezzo per tutte le autorità.
La polizia scientifica dice di aver trovato tracce del DNA intorno alla banche, su oggetti mobili, che sembra siano compattibili con il DNA degli anarchici accusati. Questa prova è stata presentata come un indizio imparziale e infallibile della loro presenza in quelle giornate specifiche in quelle istituzioni finanziarie. Però, noi lasciamo ai tribunali e agli avvocati la discussione sulle fallacie tecniche di questo metodo investigativo, questo crescente archivio internazionale, ottenuto con tutti i mezzi necessari, diventato un problema che riguarda tutti. Queste prove scientifiche presentate come una verità assoluta sono di fatti un altro esempio di scienza al servizio di controllo sociale e dello Stato. Questa “neutralità” razionale nel nome della neutralizzazione di persone ribelli e indesiderate è in conformità usuale con i valori democratici: nel nome della sicurezza sta cercando di trasformarci tutti in partecipanti volontari della codificazione delle nostre vite.
Come in quasi tutti casi giuridici questa prova tecnologica corrisponde al profilo criminale di ogni persona che lo Stato considera indesiderata e improduttiva (dal punto di vista sociale, economico, etnico o etico). Queste caratteristiche vengono amplificate dai media ufficiali, che aiutano a legittimare la repressione. Complici nella costruzione di queste figure “pericolose” e nella creazione del consenso per rimuoverle dalla società “civile”.
Sta in coloro che non accettano e che non sono accettati da questo mondo, a combattere e organizzarsi contro lo sfruttamento, l’alienazione e la sterilizzazione della nostra immaginazione, per autodeterminazione. Sta ad ognuno di noi attaccare queste logiche basate sull’accumulazione e l’autorità, sulla schiavitù salariale e sottomissione, sulle guerre tra i poveri e guerre tra gli Stati, sulla distruzione industriale e colonizzazione tecnologica.
Combattere per una vita dignitosa, autonoma e libera.
Finché tutti saremo liberi...
Per la rivolta!


Solidarnost s anarhistima pod represijom u Aachenu – Njemačka (plakat)
Dvoje drugova iz Barcelone uhapšeno je u dva različita slučaja, u proljeće 2016., da bi poslije bili izručeni i zatvoreni u istražni zatvor. Tužilaštvo iz Aachena ih optužuje da su počinili pljačku u Pax Banci u Aachenu. Suđenje protiv njih započet će 23. januara 2017. i trajat će oko pet mjeseci.
Još jednoj drugarici, iz Amsterdama, suđeno je za jednu drugu pljačku, koja se odvila u julu 2013. u aachenskoj banci. U decembru je odriješena. Od tada je država uložila žalbu.
Da li su ti drugovi ikada ušli u te banke kao neuobičajeni klijeniti ili nisu, ne zanima nas, zato što nemamo što da prigovorimo bilo kome tko odabere da uđe u banku naoružan. Naša solidarnost leži u borbama i idejama tih pojedinaca, koji unatoč represiji nisu doveli u pitanje vlastito dostojanstvo ili prezir prema svim autoritetima.
Forenzičari kažu da su pronašli tragove DNK oko banaka, na pokretnim predmetima, koji izgleda odgovaraju uzorcima DNK optuženih anarhista. Taj je dokaz predstavljen kao neosporiv i
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Udine [Italia]: Condannata un’anarchica per l’oltraggio (21/12/2016) [it]

Condannata, ieri mattina, dal Tribunale di Udine, un’anarchica di Udine a 20 giorni con sospensione condizionale per oltraggio a pubblico ufficiale per azione di contrasto al corteo di CasaPound per le foibe del febbraio 2015.

Udine [Italija]: Anarhistica osuđena zbog napada (21.12.2016.)
Osuđena, jučer ujutro, na sudu u Udinama, jedna drugarica iz istog grada, na 20 dana uvjetne, zbog napada na policijskog službenika tokom suprotstavljanja manifestaciji fašističke udruge CasaPound u sjećanje na fojbe, u februaru 2015.

Tolosa [Francia]: Veicoli della “Toulouse Métropole” incendiati in solidarietà con l’anarchico detenuto Damien (22/01/2017) [it]

Nella notte tra 21 e 22 gennaio 4 veicoli della “Toulouse métropole” sono andati in fumo.
Dopo che siamo discretamente entrati al parcheggio di quest’azienda, abbiamo incendiato i veicoli parcheggiati.
Un piccolo contributo alla critica della metropoli, e al modo in cui imputridisce le nostre vite.
Solidarietà con Damien, incarcerato a Fleury.

Toulouse [Francuska]: Vozila poduzeća “Toulouse Métropole” zapaljena u znak solidarnosti sa zatvorenim anarhistom Damienom (22.01.2017.)
U noći između 21. i 22. januara 4 vozila poduzeća “Toulouse métropole” otišla su u dim.
Nakon što smo diskretno ušli na parking tog poduzeća, zapalili smo vozila tamo parkirana.
Mali doprinos kritici metropole i načinu na koji truje naše živote.
Solidarno s Damienom, zatvorenom u Fleuryju.

Cile: Trasferita l’anarchica detenuta Tamara Sol (01/2017) [it]

Dopo la punizione imposta alla compagna Sola per aver aggredito una miserabile guardia carceraria, la gendarmeria la mette in isolamento.
In seguito ad un malore la compagna viene portata all’ospedale e dopo, nonostante fosse ancora sotto gli effetti delle medicine, la gendarmeria la trasporta inaspettatamente nella prigione di Valparaiso.
Arrivata al Valparaiso viene portata nel Modulo B col resto della popolazione penale.
Secondo amici e familiari la compagna sta bene e si è ripresa dalla punizione, le botte e il sorprendente trasferimento.
Nessun rispetto con le carceriere!

(tradotto da RadioAzione)


Čile: Kazneni premještaj zatvorene anarhistice Tamare Sol (01.2017.)
Nakon što je drugarici Sol nametnuta kazna zbog napada na jednu bijednu zatvorsku stražarku, žandarmerija ju je stavila u izolaciju.
Nakon što joj je pozlilo, drugarica je odvedena u bolnicu, nakon čega ju je, bez obzira što se još nalazila pod lijekovima, žandarmerija neočekivano odvezla u zatvor Valparaiso.
Po dolasku u Valparaiso, smještena je na odjel B, uz ostale obične zatvorenike. Po riječim prijatelja i članova obitelji drugarici je dobro i oporavila se od kazne, batina i od neočekivanog premještaja.
Bez poštovanja prema tamničarkama!

L’Aia [Paesi Bassi]: Bancomat distrutti in solidarietà con gli anarchici accusati di rapina in banca ad Aquisgrana (01/2017) [it]

La notte scorsa abbiamo distrutto 9 bancomat nella città dell’Aia, Paesi Bassi, in solidarietà con gli anarchici accusati di rapine in banca ad Aquisgrana, Germania. L’inizio del processo è stato fissato per il 23 gennaio 2017, e si svolgerà in cerca 26 giorni, attraverso più di 5 mesi.
Non ci interessa sapere se i compagni sono in verità responsabili o meno di rapine in banca. L’espropriazione è una pratica eticamente giusta e politicamente legittima, un metodo di lotto che fa parte della storia di tutti i movimenti rivoluzionari.
Li vogliamo liberi! Amore, rabbia e solidarietà!
Distruggere tutte le banche! Fuoco alle carceri!

Den Haag [Nizozemska]: Uništeno 9 bankomata u znak solidarnosti s anarhistima optuženima za pljačke banke u Aachenu (01.2017.)
Sinoć smo uništili 9 bankomata u Haagu, Nizozemska, u znak solidarnosti s anarhistima optuženima za pljačke banke u Aachenu, Njemačka. Suđenje je zakazano za 23. januar 2017. i odvit će se kroz oko 26 dana, kroz više od 5 mjeseci.
Ne zanima nas da li su drugovi zaista odgovorni ili nisu za pljačke banke. Eksproprijacija je etički ispravno i politički legitimno djelovanje, metoda borbe koja je dio povijesti svih revolucionarnih pokreta.
Želimo ih slobodne! Ljubav, bijes i solidarnost!
Uništimo sve banke! Zapalimo zatvore!
 
 



















Damien Camelio - Contributo per un dibattito sulla giustizia