Pedofilia, cardinale Pell incriminato per gravi reati sessuali: "Andrò in Australia a difendermi"

Pedofilia, cardinale Pell incriminato per gravi reati sessuali: "Andrò in Australia a difendermi"
Il cardinale australiano George Pell è stato ordinato sacerdote nel 1966 a Roma, prima di tornare in Australia nel 1971, dove ha raggiunto i più alti ranghi della gerarchia cattolica. È stato poi scelto nel 2014 da papa Francesco per portare più trasparenza nelle finanze vaticane (reuters)

Il prefetto degli Affari economici del Vaticano accusato anche di stupro: "Dimostrerò che sono pulito". Dovrà presentarsi al tribunale di Melbourne il 18 luglio. Il Papa lo ha messo in congedo fino alla fine del processo: non apparirà in eventi e cerimonie pubbliche

CITTA' DEL VATICANO - L'ombra della pedofilia torna ad oscurare la Chiesa. Il cardinale australiano George Pell, già arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney e ora prefetto degli Affari economici della Santa Sede, è stato incriminato per presunte molestie e stupro su minori quando era sacerdote a Ballarat (tra il 1976 e il 1980) e, poi, arcivescovo a Melbourne (tra il 1996 e il 2001). Si tratta del più alto esponente ecclesiastico mai finito sotto accusa per abusi sessuali.

La notizia è piombata sul Vaticano in una data solenne, quella della festività dei Santi Pietro e Paolo. Oggi è il giorno in cui il Papa consegna agli arcivescovi metropoliti appena nominati il pallio, simbolo del giogo pastorale da prendersi sulle spalle. Una cerimonia alla quale sono presenti anche i cinque cardinali che hanno ricevuto ieri la berretta. "Lo Spirito di vita non soffia se non si prega e senza preghiera non si aprono le carceri interiori che ci tengono prigionieri", ha detto Francesco durante l'omelia davanti ai cinque nuovi cardinali che ieri hanno ricevuto la berretta rossa. Alla cerimonia avrebbe dovuto partecipare, tra i prelati di curia, anche Pell, che invece non si è presentato. E non apparirà nemmeno in tutti gli altri eventi e cerimonie pubbliche che avverranno fin quando resterà sotto accusa.

Il pontefice ha disposto che il cardinale sia posto in congedo da tutti i suoi incarichi vaticani per l'intera durata del processo. È stato lo stesso presule australiano a rivelarlo davanti ai giornalisti, in una conferenza stampa durata appena dieci minuti e convocata di prima mattina mentre a pochi metri, tra i bracci del colonnato di San Pietro, il coro stava provando i canti per la funzione solenne.

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 "Respingo le accuse contro di me, la sola ipotesi di abusi sessuali mi ripugna: ho informato il Papa e tornerò in Australia perché sono ansioso di presentarmi davanti ai giudici per difendermi strenuamente", ha detto Pell. Rientrerà a Roma, ha aggiunto, "solo quando tutto sarà finalmente chiarito" e ha lamentato un "accanimento senza tregua" dai parte dei media per le indiscrezioni trapelate. Al fianco del porporato è apparso solo il direttore della Sala Stampa vaticana, che ha ribadito la "collaborazione fornita dal cardinale durante le indagini" e il "suo impegno nella lotta alla pedofilia", anche durante il suo mandato episcopale in Australia.
 

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Le accuse, però, sono gravissime. Le autorità austrliane, che stamattina hanno notificato l'incriminazione ai legali del presule, fanno sapere che ci sono "più querelanti" a raccontare di aver subito molestie e stupro da Pell negli anni Settanta, quando l'attuale capo delle finanze vaticane era solo un sacerdote. Parlando alla stampa in mattinata, all'estremità opposta del globo, il vice commissario di polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton ha precisato che nell'inchiesta sono state seguite le stesse procedure che vengono adottate nei casi di reati sessuali storici e che il cardinale "è stato trattato come ogni altro indagato".
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Il vice commissario di polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton

Pell è stato sentito più volte dalle autorità: lo scorso ottobre tre detective della polizia del Victoria, istituita per indagare su fatti emersi durante i lavori della Commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali su minori, si sono recati a Roma per interrogare il cardinaleche non si è sottratto alle domande. Nel dare l'annuncio Patton ha precisato che le accuse riguardano più querelanti per reati che sarebbero stati commessi negli anni Settanta a Ballarat, città nativa di Pell dove allora era sacerdote. Ma su Pell pesano, in un filone d'indagine, anche le accuse di aver coperto, in una fase successiva, i comportamenti di alcuni preti pedofili della sua diocesi di Melbourne, dove è stato prima vicario episcopale e poi arcivescovo metropolita.

Durante gli anni dell'indagine della Commissione nazionale d'inchiesta australiana Pell avrebbe messo in atto il cosiddetto "Melbourne Response", uno schema di risarcimenti piuttosto bassi per le vittime per disincentivare onerose cause giudiziarie contro la diocesi. Ma il porporato si è difeso negando la reponsabilità della diocesi nei casi di pedofilia. Durante la trasmissione televisiva 60 Minutes, Peter Saunders, nominato da papa Francesco consulente nella commissione pontificale per la protezione dei minori, ha affermato che il cardinale avrebbe disprezzo nei confronti dei bambini vittime di abusi sessuali ad opera dei preti pedofili.

Nella sua difesa, Pell, dopo aver dichiarato di essere stato "tenuto all'oscuro" dei casi di pedofilia perché "si sono resi conto chiaramente che non ero della stessa stoffa", fu costretto ad ammettere di aver fallito nella gestione dello scandalo (VIDEO). In questo contesto, nel 2016 il porporato aveva risposto in videoconferenza da Roma alle domande dei giudici che indagavano sui casi di Melbourne perché aveva dichiarato di non poter raggiungere l'Australia per ragioni di salute. E anche adesso il cardinale, che ha 76 anni, ha affermato di aver parlato con i propri medici per studiare come affrontare il viaggio, che probabilmente avverrà in più tappe. Pell dovrà presentarsi davanti ai giudici il 18 luglio.
 

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La nota ufficiale emessa stamattina dalla Santa Sede sottolinea che il rientro in patria del cardinale avverrà "nel pieno rispetto delle leggi civili e riconoscendo l'importanza della propria partecipazione affinché il processo possa svolgersi in modo giusto e favorire così la ricerca della verità". Quanto al ruolo di Pell alla guida delle finanze vaticane, è stato precisato che "durante l'assenza del prefetto, la Segreteria per l'Economia continuerà a svolgere i propri compiti istituzionali. I segretari rimarranno in carica per il disbrigo degli affari ordinari, donec aliter provideatur", cioè fin quando non si provvederà diversamente.  Un impegno, quello delle riforme finanziarie, che si è trascinato tra polemiche costanti e colpi di scena. L'ultimo è legato alle dimissioni formalizzate pochi giorni fa dal revisore generale Libero Milone, che ora, alla luce della sospensione di Pell, rischiano di lasciare decapitata la Segreteria.
 

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