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12 MAGGIO 2017 3:43 P.M. (AGGIORNAMENTO: 12 Maggio 2017 5:09 P.M.)
BETHLEHEM (Ma’an) – Le forze israeliane hanno ucciso un palestinese di 23 anni nel villaggio di Nabi Saleh nella zona centrale vicino a Ramallah venerdì, dopo gli scontri scoppiati durante una marcia nel villaggio a sostegno di circa 1.300 palestinesi che sono in uno sciopero della fame di massa nelle prigioni israeliane, mentre decine di altri palestinesi sono stati feriti quando gli scontri sono scoppiati in diverse altre aree del territorio occupato.
I gruppi per i diritti umani hanno normalmente condannato l’uso della forza eccessiva da parte di Israele nei confronti dei manifestanti palestinesi, il che comprende tipicamente l’esplosione di proiettili di gomma, proiettili reali, bombole di gas lacrimogeni, granate da stordimento e varie altre armi – la maggior parte delle quali hanno la possibilità di causare decessi – Ai palestinesi che lanciano pietre e ocasionalmente qualche Molotov.
Ramallah
Nel villaggio di Nabi Saleh, nella zona di Ramallah, Saba Abu Ubeid, residente del distretto di Salfit nella West Bank, è stato ucciso dopo essere stato colpito al petto con una pallottola da guerra sparata dalle forze israeliane, dopo gli scontri che sono scoppiati durante la marcia settimanale nel villaggio, secondo il ministero palestinese della salute.
Il ministero ha affermato che gli equipaggi medici hanno trasportato Abu Ubeid all’ospedale governativo di Salfit dopo che è stato colpito, quando la sua condizione è stata segnalata come critica. Tuttavia, è stato successivamente dichiarato morto dal ministero.
Il villaggio aveva lanciato la marcia settimanale dopo le preghiere del venerdì in solidarietà con le centinaia di prigionieri palestinesi durante il loro 26° giorno di uno sciopero della fame di massa nelle prigioni israeliane.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto a Ma’an che “decine di palestinesi stavano lanciando pietre a Nabi Saleh”. In risposta alla “minaccia immediata” e per “preservare la quiete della regione”, le forze israeliane hanno usato “mezzi di dispersione di folla” sui manifestanti palestinesi. Il portavoce ha detto di essere a conoscenza che “uno dei ribelli è morto e un altro è stato ferito”.
Ha confermato che l’esercito israeliano aveva aperto il fuoco con munizioni letali sul gruppo di manifestanti disarmati.
Abu Ubeid è il 21esimo palestinese ad essere ucciso dalle forze e dai coloni israeliani dall’inizio del 2017, molti dei quali sono stati uccisi anche in mezzo a scontri con le forze israeliane.
Immagine del 23enne Saba Abu Ubeid del distretto della West Bank di Salfit, ucciso dalle forze israeliane
Nel frattempo, almeno 66 palestinesi sono stati feriti nel quartiere nordoccidentale di Nablus, quando sono scoppiati gli scontri con le forze israeliane. Un palestinese è stato ferito con un proiettile letale, molti sono stati feriti da proiettili di acciaio rivestiti di gomma, mentre decine di altre persone hanno subito inalazione di gas lacrimogeno, secondo il responsabile del servizio di ambulanza per la Mezzaluna Rossa palestinese a Nablus, Ahmad Jibreel.
I testimoni hanno detto che gli scontri sono stati tra centinaia di palestinesi e le forze israeliane dopo le preghiere di venerdì, quando i palestinesi hanno marciato verso il bivio di Beita e il punto di controllo di Beit Furik in una dimostrazione a sostegno degli scioperanti della fame.
Jibreel ha detto a Ma’an che la Mezzaluna Rossa aveva curato 40 palestinesi che avevano sofferto di inalazione di gas lacrimogeno alla congiunzione di Beita, mentre 16 sono stati feriti con proiettili di gomma. Ha osservato che gli scontri al bivio di Beita erano ancora in corso a partire dalle 4 del pomeriggio.
Jibreel ha aggiunto che le forze israeliane avevano aperto direttamente il fuoco contro tre ambulanze della mezzaluna rossa durante gli scontri vicino a Beit Furik, causando danni alle ambulanze, inclusi parabrezza sfondati.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto a Ma’an che avrebbe esaminato i rapporti sugli scontri a Nablus.
Qalqiliya
A Qalqiliya, Murad Shteiwi, coordinatore della resistenza popolare nel villaggio di Kafr Qaddum, ha affermato che la polizia di frontiera israeliana ha fermato la marcia settimanale del villaggio sparando bombolette di gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma ai manifestanti, causando gravi inalazioni di lacrimigeni a decine di palestinesi.
Ha aggiunto che i palestinesi avevano dato fuoco a decine di pneumatici in gomma in risposta alle forze israeliane che stavano entrando nell villaggio.
Shteiwi ha notato che la marcia è stata organizzata dal movimento Fatah e dalla commissione popolare per commemorare il 69 ° anniversario della “Nakba” (catastrofe) quando 750.000 palestinesi sono stati espulsi dalle loro terre in quello che è diventato Israele. La Nakba è celebrata ufficialmente il 15 maggio.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto a Ma’an che avrebbe esaminato i rapporti sugli scontri a Kafr Qaddum.
Hebron
Nel distretto meridionale della West Bank di Hebron, parecchi palestinesi hanno sofferto anche per l’inalazione di gas di lacrimogeni durante gli scontri con le forze israeliane nel villaggio di Beit Ummar.
L’attivista locale Muhammad Ayyad Awad ha detto a Ma’an che le forze israeliane hanno sparato i gas lacrimogeni ai manifestanti dopo aver soppresso una marcia organizzata nel villaggio in solidarietà con lo sciopero della fame.
Ha detto che i palestinesi hanno risposto alle forze israeliane gettando pietre e bottiglie vuote ai soldati e bruciando pneumatici in gomma.
Awad ha aggiunto che i soldati israeliani si erano sistemati sul tetto di una casa appartenente a Mahmoud Saleh Abu Ayyash e hanno cominciato a sparare gas lacrimogeni ai giovani, che sono stati poi curati sul da equipaggi medici.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto a Ma’an che un “violento scontro” era scoppiato tra circa 50 palestinesi di Beit Ummar che “hanno fanno rotolare i pneumatici in fiamme” alle forze israeliane. “Per prevenire un’escalation del disordine”, ha detto, le forze israeliane hanno usato “mezzi di dispersione” sui manifestanti.