Voglio esprimere il mio rispetto e la mia comprensione per chi ha posizioni diverse dalla mia, sia sull'eutanasia sia sulla proposta di legge del fine vita assistito. Le mie valutazioni di fondo sono in dissenso da quelle del mio gruppo, quello del Ncd. Si deve avere rispetto per le scelte culturali ed esistenziali nei confronti della malattia, del dolore, della menomazione di segno del tutto diverso, sia sul piano del comportamento personale sia sul piano culturale.
C'è stato un tempo in cui la sinistra non aveva il problema del decoro ma quello della sostanza. Un tempo basato sull'idea che i problemi non si possono rimuovere, ma vanno affrontati e risolti. Quello in cui i problemi degli altri erano quelli di tutti e come tali andavano affrontati. Una sinistra moderna oggi dovrebbe pensarsi come il centro nevralgico di una capillare tessitura di servizi sui quali poggia la tenuta sociale delle città, delle comunità, dei territori.
Non ci può essere alleanza terapeutica senza la riscoperta della centralità della persona e del rispetto, non retorico, della sua volontà e del giudizio in merito a ciò che significhi vita degna di essere vissuta. È un dovere della buona politica togliere i margini di incertezza e le lacune del nostro ordinamento per rispettare i desideri legittimi dei pazienti senza il rischio da parte dei medici di incorrere in problemi giudiziari. Serve la legge, subito.
Dell'operato di Matteo Renzi ho apprezzato in questi anni il fatto che abbia messo l'Europa al centro della sua politica non solo a parole, ma anche a fatti. Il Partito Democratico è, e deve continuare a essere, centrale nella costruzione e nella difesa della nostra Europa.
Il vento del populismo soffia forte in Olanda. Se la Brexit è stato il primo scossone a un'Europa bella e addormentata, le elezioni nei paesi bassi potrebbero rilevarsi la miccia che una volta accesa è impossibile da spegnere. Il 15 marzo gli elettori olandesi sono chiamati a decidere se riconfermare il liberale in carica Mark Rutte o virare verso l'estrema destra di Geert Wilders.
Ogni partito si è formato un serbatoio "interno" di uomini, di riserve capaci di far politica perché per anni essi avevano frequentato la politica e imparato a pensare politicamente. L'educazione alla politica era un percorso lento, un passo dopo l'altro. Ma se oggi i partiti non producono più formazione, quali sono i vivai dai quali essi possono attingere classe dirigente? Come si fa educazione politica?
Quella del Lingotto è stata una tre giorni di Bella Politica, fatta di idee, incontri, confronti, progetti, ma soprattutto entusiasmo, voglia di stare e camminare insieme. Ora si riparte, con la consapevolezza che siamo e restiamo un grande partito riformista, ma che le riforme che verranno dovranno essere quanto più possibile "popolari", non populiste.
Se dovessi sintetizzare in una frase questi quattro anni di pontificato di papa Francesco direi: parole semplici e gesti forti. Le omelie mattutine, le conversazioni del mercoledì, le interviste, il suo magistero hanno un linguaggio "popolare". Papa Bergoglio ha avviato un processo che va valutato non tanto per i frutti che già si raccolgono ma per la semina che ogni giorno mette in atto.
La musica ha bisogno di chi la vuole sentire, altrimenti è esercizio di stile, mentre di stile in un uomo che muore stringendo un bottone tra i denti ce n'è veramente poco. C'è musica anche lì, in quel click sommesso che precede la fine. Ma è troppo basso per essere ascoltato da orecchie capaci di cogliere il suono solo quando è amplificato da una cassa mediatica.
Difficile ricostruire il ruolo, centrale per l'antimafia sociale, che ebbe Riccardo Orioles. Giornalista de "I Siciliani" di Pippo Fava, è in questi mesi il protagonista di una petizione su Change.org, volta a garantire una vita dignitosa a uno dei maestri del giornalismo applicato alla mafia.
Più che impraticabile: controproducente. Parliamo della tassa sulle transazioni finanziarie ("Ttf"). Non è un'idea particolarmente nuova ma è stata rilanciata con una certa enfasi nell'ambito del dibattito congressuale del Partito Democratico. Trae ispirazione dalla "Tobin tax", l'idea del noto economista di tassare le transazioni speculative in valuta.
La legge di bilancio 2017, approvata nella fase finale del referendum con fin troppa disattenzione, contiene la norma (la flat tax), ora è entrata in vigore, che offre ai super ricchi residenti all'estero la possibilità di trovare rifugio fiscale in Italia con la promessa di pagare 100.000 euro all'anno, tutto compreso e naturalmente senza pagare Imu e Tasi visto che saranno residenti. Più 25.000 euro per ogni familiare aggiuntivo. È una norma vergognosa.
Il Sud ha una ricchezza incredibile, nascosta tra le spiagge e le montagne, nelle università e nelle (poche) fabbriche, nelle case e negli uffici. Ma perché tutto questo non funziona? È colpa della classe dirigente", risponderà qualcuno. Falso. È colpa nostra. Il Sud deve essere in grado di selezionare una classe dirigente all'altezza del proprio valore.
La crisi degli accordi di Shengen, la Brexit, la crisi in Grecia, hanno radicalmente intaccato forza e credibilità del progetto europeo. Per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, i leader dei 27 paesi membri si incontreranno in Campidoglio il prossimo 25 marzo. Un'occasione per misurare il livello di ambizione e il grado di volontà dell'Unione Europea nel recepire la sfida politica e sociale comunitaria.
Oggi a quattro anni dalla sua elezione al soglio pontificio ancora una volta giunga a Papa Francesco il nostro grazie per la sua incessante opera in favore dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Società xenofobe e impaurite, politiche ingiuste e sbagliate, muri e chiusure talvolta sembrano avere la meglio su un popolo di oppressi e indifesi. Papa Francesco in questi quattro anni ha incontrato, abbracciato, ascoltato migliaia di rifugiati.
Non sembrano esserci dubbi, la terza ondata è in corso e si chiama: autoaffermazione dell'autorità femminile. E questo avrà la forza di cambiare in senso decisamente qualitativo il tanto sottolineato protagonismo femminile che avrebbe potuto rimanere semplicemente un inerte dato numerico.
I "clochard" sono uomini della buona novella, quella che tutti raccontano ma pochi conoscono. Di notte trovano la loro tana, senza nessuno che dia gomitate perché lo spazio è poco. Di notte, loro sono liberi di guardare i loro destini. Lì, troveremo gli occhi velati dal dolore di persone che sono morte per dormire sotto le stelle.
Grazie al tipo di costruzione narrativa del film, la vera vicenda e, forse, il vero nucleo tematico del film vengono fuori come sorprese, come colpi di scena. Ciononostante, lo sguardo d'insieme dello spettatore riuscirà a intravedere la soluzione e il punto di forza del film proprio nei brillanti dialoghi e nel rapporto, dai contorni teneri e commoventi, dei due protagonisti.
Diritto evidentemente ostacolato, impedito o anche precluso alle persone più umili e povere, nonché ai tanti stranieri che affollano il sistema penale carcerario, il "garantismo" è viceversa abusato dalle persone più facoltose, che possono permettersi difese molto costose e approfittare delle falle numerose, e spesso volute con la legislazione ad personam, del sistema processuale.
La settimana scorsa, l'Italia è stata sotto esame alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Vedremo se governo e Parlamento terranno conto delle raccomandazioni dell'Onu e rinnoveranno la strategia Lgbt, presenteranno una riforma complessiva della legge sulle adozioni e del diritto di famiglia per garantire l'accesso alle adozioni, all'istituto del matrimonio civile e alla Pma alle coppie dello stesso sesso e per garantire il riconoscimento dei figli dei genitori same-sex alla nascita.
War of terror, la mostra di Edmund Clark allestita ora all'Imperial War Museum, è una riflessione sulle misure di sicurezza adottate a partire dall'attacco alle Torri gemelle del 2001. Qui il terrore rappresentato non è quello sanguinolento scatenato dal crepitio dei kalasnikov o da cinture imbottite di esplosivo. War of terror è costruita come un'esposizione fatta di suoni, fotografie, documenti e installazioni multimediali.
Gestiscono account, pagine social, mail, gruppi, canali e seguono l'entourage di aziende, politici, organizzazioni, utilizzano termini anglosassoni proprio come facevano gli yuppies e al sostantivo marketing hanno aggiunto "tools", "influencer" in "cloud": sono i social media manager.