Se dovessi sintetizzare in una frase questi quattro anni di pontificato di papa Francesco direi: parole semplici e gesti forti. Le omelie mattutine, le conversazioni del mercoledì, le interviste, il suo magistero hanno un linguaggio "popolare". Papa Bergoglio ha avviato un processo che va valutato non tanto per i frutti che già si raccolgono ma per la semina che ogni giorno mette in atto.
Il merito principale della tre giorni torinese è aver rilanciato l'immagine di un Pd che si sente e si propone come argine del sistema democratico contro l'onda montante dei populismi. È un compito che spetta anche ad altre forze, di governo e di opposizione, ma non può prescindere da noi: sarebbe illusorio, in questa complessa fase della vita politica nazionale e internazionale, prospettare uno scenario di isolamento dei Democratici.
L'isolamento non promette una soluzione, al contrario: dipendiamo in maniera vitale gli uni dagli altri. Abbiamo più bisogno che mai di un'Europa creativa, molteplice, varia e aperta al mondo per mantenere la nostra società democratica, libera e attenta ai problemi sociali in una realtà globalizzata.
Il vice presidente della Camera del PD, Matteo Mauri, rispondendo a Francesco Boccia sulle colonne di Huffington Post, dice che il governo italiano non può varare da solo la Tobin tax. Servono anche gli altri paesi europei. Falso, visto che una prima Tobin tax (anche se all'acqua di rose) l'ha già varata il governo Monti. Il problema è che il governo Renzi non ha fatto niente né a Roma, né a Bruxelles.
Più che impraticabile: controproducente. Parliamo della tassa sulle transazioni finanziarie ("Ttf"). Non è un'idea particolarmente nuova ma è stata rilanciata con una certa enfasi nell'ambito del dibattito congressuale del Partito Democratico. Trae ispirazione dalla "Tobin tax", l'idea del noto economista di tassare le transazioni speculative in valuta.
La legge di bilancio 2017, approvata nella fase finale del referendum con fin troppa disattenzione, contiene la norma (la flat tax), ora è entrata in vigore, che offre ai super ricchi residenti all'estero la possibilità di trovare rifugio fiscale in Italia con la promessa di pagare 100.000 euro all'anno, tutto compreso e naturalmente senza pagare Imu e Tasi visto che saranno residenti. Più 25.000 euro per ogni familiare aggiuntivo. È una norma vergognosa.
Oggi a quattro anni dalla sua elezione al soglio pontificio ancora una volta giunga a Papa Francesco il nostro grazie per la sua incessante opera in favore dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Società xenofobe e impaurite, politiche ingiuste e sbagliate, muri e chiusure talvolta sembrano avere la meglio su un popolo di oppressi e indifesi. Papa Francesco in questi quattro anni ha incontrato, abbracciato, ascoltato migliaia di rifugiati.
Il decreto Minniti-Orlando oltre a rendere più difficile la vita di migliaia di esseri umani che già vivono in condizioni difficilissime, ferisce a fondo la nostra civiltà giuridica e crea un precedente pericolosissimo. Per questo mi auguro che venga modificato profondamente in aula e ritengo che nessun parlamentare che si ritenga e si definisca di sinistra possa approvare una simile vergogna.
C'è uno strano parallelo tra gli eventi di Rotterdam e quelli di Napoli. Va bene, Salvini non è Erdogan e per fortuna non sta al governo, però pensiamoci. Non si parla dei fatti contingenti, ma della logica che ne sottende l'escalation: chi semina zizzania, chi divide, chi si permette di dire cose inaudite.
Non sembrano esserci dubbi, la terza ondata è in corso e si chiama: autoaffermazione dell'autorità femminile. E questo avrà la forza di cambiare in senso decisamente qualitativo il tanto sottolineato protagonismo femminile che avrebbe potuto rimanere semplicemente un inerte dato numerico.
I "clochard" sono uomini della buona novella, quella che tutti raccontano ma pochi conoscono. Di notte trovano la loro tana, senza nessuno che dia gomitate perché lo spazio è poco. Di notte, loro sono liberi di guardare i loro destini. Lì, troveremo gli occhi velati dal dolore di persone che sono morte per dormire sotto le stelle.
Si sta aprendo una ferita profonda tra la vecchia Europa e la Turchia di Erdogan. La vecchia Europa deve mettersi d'accordo con se stessa, Olanda, Danimarca e Germania sono state chiare in tal senso: non consentiranno comizi per chi lavora ad ulteriori strette autoritarie. E l'Italia?
Diritto evidentemente ostacolato, impedito o anche precluso alle persone più umili e povere, nonché ai tanti stranieri che affollano il sistema penale carcerario, il "garantismo" è viceversa abusato dalle persone più facoltose, che possono permettersi difese molto costose e approfittare delle falle numerose, e spesso volute con la legislazione ad personam, del sistema processuale.
La settimana scorsa, l'Italia è stata sotto esame alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Vedremo se governo e Parlamento terranno conto delle raccomandazioni dell'Onu e rinnoveranno la strategia Lgbt, presenteranno una riforma complessiva della legge sulle adozioni e del diritto di famiglia per garantire l'accesso alle adozioni, all'istituto del matrimonio civile e alla Pma alle coppie dello stesso sesso e per garantire il riconoscimento dei figli dei genitori same-sex alla nascita.
La camera dei deputati si doterà di una stanza per i lobbisti. Che una regolamentazione della materia sia nel nostro paese necessaria è tema antico e sempre attuale, ma non bastano una norma è una sala. Bisogna prima rimuovere la sostanziale differenza di culture, di tradizioni, di stili di comportamento, di strutture economiche che esiste tra l'Italia e il mondo anglosassone, e non è cosa facile.
War of terror, la mostra di Edmund Clark allestita ora all'Imperial War Museum, è una riflessione sulle misure di sicurezza adottate a partire dall'attacco alle Torri gemelle del 2001. Qui il terrore rappresentato non è quello sanguinolento scatenato dal crepitio dei kalasnikov o da cinture imbottite di esplosivo. War of terror è costruita come un'esposizione fatta di suoni, fotografie, documenti e installazioni multimediali.
Gestiscono account, pagine social, mail, gruppi, canali e seguono l'entourage di aziende, politici, organizzazioni, utilizzano termini anglosassoni proprio come facevano gli yuppies e al sostantivo marketing hanno aggiunto "tools", "influencer" in "cloud": sono i social media manager.
Al Lingotto c'era un Renzi zero effetti speciali del varietà del sabato sera, perché la scena politica, odierna, è fatta di posizionamenti. E l'ipotesi di alleanze, pre voto, con i campi progressisti di Pisapia, con i fuoriusciti dal Pd, con altri arcipelaghi di sinistra portano più danni che voti.
L'ultimo rapporto sul mercato unico digitale presentato dalla Commissione Eu vede l'Italia ancora molto in ritardo. Il nostro Paese si colloca al 25° posto su 28 Stati membri. Per quanto riguarda l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese e l'erogazione di servizi pubblici online, l'Italia si avvicina alla media. Rispetto all'anno scorso ha fatto progressi in materia di connettività, in particolare grazie al miglioramento dell'accesso alle reti Nga.
Quel che è avvenuto nella chiesa di Sant'Ildefonso e nel piazzale di fronte alla parrocchia milanese fornisce ai cristiani di rito cattolico un formidabile esempio della grandezza, della generosità e della creatività dell'opera dell'uomo.
Da pochi mesi La Scala ha riproposto una buona edizione del Don Carlo di Verdi. Presso i grandi compositori, qualcosa con il Don Carlo non ha mai funzionato del tutto, causa quell'enorme tentativo di accogliere, celebrare diremo, l'idea francese del grand-opéra.
È stato l'allenatore del cuore di tre fuoriclasse in campo come Roberto Baggio, Francesco Totti e Andrea Pirlo, ma anche di tre fuoriclasse in panchina come Pep Guardiola, Antonio Conte e Massimiliano Allegri. Domenica 19 marzo, Carlo Mazzone sarà giustamente festeggiato da tutti gli sportivi per i suoi 80 anni.