Tony Blair

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Tony Blair
Tony Blair 3.jpg

Primo ministro del Regno Unito
Durata mandato 2 maggio 1997 –
27 giugno 2007
Monarca Elisabetta II
Predecessore Sir John Major
Successore Gordon Brown

Presidente del Consiglio europeo
Durata mandato 1º gennaio 1998 –
30 giugno 1998
Predecessore Jean-Claude Juncker
Successore Viktor Klima

Durata mandato 1º luglio 2005 –
31 dicembre 2005
Predecessore Jean-Claude Juncker
Successore Wolfgang Schüssel

Leader del Partito Laburista
Durata mandato 1994 –
2007
Predecessore Margaret Beckett
Successore Gordon Brown

Segretario di Stato per l'Energia e il Cambiamento climatico
Durata mandato 23 novembre 1988 –
2 novembre 1989
Predecessore John Prescott
Successore Frank Dobson

Parlamentare del Regno Unito, Camera dei Comuni
Durata mandato 9 giugno 1983 –
27 giugno 2007

Dati generali
Partito politico Partito Laburista
Tendenza politica Terza via
Titolo di studio Laurea in Giurisprudenza
Università St John's College, Oxford

Anthony Charles Lynton Blair, detto Tony (Edimburgo, 6 maggio 1953), è un politico britannico.

È stato Primo ministro del Regno Unito dal 2 maggio 1997 al 27 giugno 2007, giorno delle sue dimissioni. Da allora ha ricoperto, fino al 27 maggio 2015, l'incarico di inviato per la pace nel Medio Oriente del Quartetto per il Medio Oriente, su mandato di ONU, Unione europea, USA e Russia[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Blair è nato a Edimburgo, secondo figlio di Leo Blair e Hazel Corscadden. Gli antenati della madre, originari dell'Ulster e della Scozia, si erano stabiliti nella Contea del Donegal. Il padre Leo, figlio di due attori inglesi, Charles Parsons (conosciuto come Jimmy Lynton) e Mary Augusta Ridgway Bridson, era stato adottato dallo scozzese James Blair, operaio nei cantieri navali.

Leo Blair studiò giurisprudenza ed esercitò la professione di avvocato, prima di diventare ricercatore universitario. Col tempo divenne un militante del Partito Conservatore. Pensò anche di candidarsi al Parlamento a Durham, dove si era trasferito con la famiglia. La carriera di Leo Blair fu però di fatto interrotta da un ictus quando Tony aveva undici anni.

Tony Blair, dopo aver passato a Durham gran parte della sua infanzia e aver frequentato nella stessa città la Choristers School, frequentò a Edimburgo il Fettes College, indicato a volte come la Eton scozzese. Al Fettes conobbe Charlie Falconer, che avrebbe poi nominato Lord Cancelliere. In seguito, studiò Diritto al St John's College dell'Università di Oxford. Durante gli anni universitari, suonò la chitarra e fece il cantante in un gruppo rock chiamato Ugly Rumours.

Dopo la laurea, Blair iniziò la pratica legale nello studio di un altro futuro Lord Cancelliere, Derry Irvine. Nello studio di Irvine conobbe la sua futura moglie Cherie Booth.

Tony sposò Cherie il 29 marzo 1980. La moglie avrà una brillante carriera legale, divenendo Queen's Counsel (nel sistema britannico, il titolo di Queen's Counsel, o QC è riservato a una ristretta élite di avvocati ai vertici della professione forense). I coniugi Blair hanno quattro figli: Euan, Kathryn, Nicky e Leo. Quest'ultimo, oltre a portare il nome del nonno, ha un'altra particolarità: è nato da un Primo Ministro britannico in carica. Un simile evento era accaduto l'ultima volta l'11 luglio 1849, quando John Russel divenne padre di Francis. I figli dei Blair sono stati educati alla fede cattolica.

Leo, il più giovane figlio dei Blair è stato al centro di un dibattito pubblico riguardo al vaccino MMR contro morbillo, orecchioni e rosolia, dal momento che il padre ha rifiutato di dichiarare se ha ricevuto o meno il controverso trattamento. In seguito è emerso che il ragazzo ha ricevuto un vaccino non disponibile nel sistema sanitario nazionale.

Euan e Nicky hanno frequentato la London Oratory School a Fulham, una scuola cattolica. I Blair furono criticati per averla preferita alle scuole di Islington, dove abitavano. Euan Blair ha ricevuto un'ampia e indesiderata attenzione da parte dei media quando, nel luglio del 2000 durante i festeggiamenti per la fine della scuola secondaria, fu sorpreso dalla polizia in una piazza di Londra, Leicester Square, in stato di ubriachezza, poco dopo che il padre aveva proposto di comminare una sanzione pecuniaria a coloro che tenessero simili comportamenti. Dopo aver lasciato l'Università di Bristol, Euan ha ottenuto un incarico all'House Committee on Rules, sotto la direzione di David Dreier, un membro del congresso repubblicano.

Durante il suo mandato, Blair è stato considerato uno dei primi ministri più religiosi nella storia contemporanea del paese ed il più legato alla Chiesa cattolica. È stato anche visto assistere privatamente alla messa presso la Cattedrale di Westminster. Dopo le sue dimissioni si è convertito al cattolicesimo il 21 dicembre 2007.[2]

Primi passi nella politica[modifica | modifica wikitesto]

Poco dopo la laurea, nel 1975, Blair aderì al Labour Party. Nel corso dei primi anni ottanta, s'impegnò per il partito nel collegio di Hackney South e Shoreditch, dove si schierò con la "soft left", che sembrava in procinto di prendere il controllo del Labour. Cercò di essere candidato per il consiglio del Borough di Hackney, ma i suoi tentativi fallirono. Attraverso suo suocero, l'attore Tony Booth, prese quindi contatto con il parlamentare laburista Tom Pendry, cercando suggerimenti sul modo migliore per essere eletto alla Camera dei Comuni.

Pendry gli suggerì di concorrere per la candidatura laburista alle elezioni suppletive che si sarebbero svolte nel 1982 per il seggio di Beaconsfield, dove Pendry conosceva un importante membro del partito. Beaconsfield era una circoscrizione sicura del Partito Conservatore. Blair ottenne la candidatura, ma ricevette solo il 10% dei voti. La campagna gli consentì comunque di farsi conoscere all'interno del partito e di impressionare favorevolmente il leader laburista Michael Foot. In questo periodo Blair tendeva a descrivere se stesso come un socialista di tipo classico, in accordo con gli orientamenti dello stesso Foot. Ne fa fede una lettera che scrisse al leader del partito nel luglio del 1982, resa pubblica nel giugno del 2006.

Nel 1983 Blair si rese conto che l'appena creato collegio elettorale di Sedgefield, vicino a Durham, era privo di un candidato per il Labour. L'elettorato della zona era tradizionalmente d'ispirazione laburista e quindi oggetto del desiderio di diversi parlamentari del partito, eletti in seggi che erano stati soppressi nella ridefinizione delle circoscrizioni. Blair riuscì a trovare una corrente del partito locale che non si era ancora pronunciata sul candidato e, con il cruciale aiuto di John Burton, ottenne il loro appoggio. All'ultimo momento riuscì a farsi includere nella lista dei candidabili e, infine, a essere selezionato, battendo il parlamentare Les Huckfield.

Alle elezioni generali del 1983, il candidato Blair sposò le linee politiche, decisamente di sinistra, che caratterizzavano il Labour Party nei primi anni ottanta. Il manifesto elettorale laburista per le elezioni del 1983 era fortemente connotato in questo senso e Blair appoggiò molte proposte in esso contenute, come il ritiro dalla Comunità economica europea (sebbene in precedenza avesse dichiarato di essere personalmente favorevole alla permanenza del Regno Unito nella CEE) e come il disarmo nucleare unilaterale. Nonostante la grave sconfitta del partito a livello nazionale, il risultato a Sedgefield confermò le attese, eleggendo Blair alla Camera.

Pronunciò il primo discorso da parlamentare il 6 luglio 1983. In un passaggio, affermò: "Non sono socialista perché la lettura di un libro di testo ha acceso la mia fantasia e neppure perché provengo da una tradizione accettata senza riflettere; lo sono perché credo che il socialismo sia l'ideale più vicino a un'esistenza che sia insieme, razionale e morale. Esso è per la cooperazione, non per la competizione; per l'amicizia, non per la paura. Esso sostiene l'uguaglianza".

Dieci anni dopo questo discorso (e nove dopo aver assunto la prima carica nel gruppo parlamentare laburista)[3], il 14 settembre del 1993, da ministro dell'interno-ombra di un Labour ancora all'opposizione, Blair delineava in un'intervista al periodico cristiano Third Way il profilo del futuro New Labour dichiarando la necessità di coniugare il valore della eguaglianza, con quello della libertà responsabile presente nella tradizione cristiana.[4]

Bill Clinton incontra Blair a Firenze il 20 novembre 1999

Il New Labour e il governo[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 luglio 1994, dopo la morte del suo predecessore, John Smith, avvenuta nel maggio dello stesso anno, è divenuto capo del Partito Laburista del Regno Unito. Tre anni dopo, con una grande vittoria elettorale, ha riportato al governo il partito laburista, ponendo termine a 18 anni di governi conservatori. Nella storia del partito laburista britannico, è il primo ministro che si è mantenuto più a lungo in carica, nonché l'unico che abbia condotto il partito alla vittoria in tre elezioni politiche consecutive. Blair, il più giovane Primo Ministro del Regno dopo Lord Liverpool (in carica dal 1812 al 1827), ha impegnato le Forze armate britanniche in quattro guerre, in Kosovo, Sierra Leone (operazione Palliser e operazione Barras), Afghanistan e Iraq.

È stato uno dei leader europei che più ha insistito affinché nel 1999 le forze militari della NATO intervenissero in Kosovo, territorio all'epoca compreso nella dissolta Repubblica Federale di Jugoslavia, contro il governo federale serbo guidato da Slobodan Milošević, resosi responsabile di efferati crimini di guerra. Il contributo di Blair nel conflitto, che ha portato alla dichiarazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo, è stato ritenuto dalla popolazione kosovara[Ritenuto cosa ?]. Diverse famiglie in suo onore hanno chiamato i loro figli Blèr, Toni o Toniblèr.[5]

Blair con Vladimir Putin il 23 marzo 2001, a Stoccolma

Blair ha impresso una profonda svolta in senso riformista alla sinistra britannica, durante la sua leadership il partito laburista ha adottato il nome di “New Labour” per marcare la discontinuità con le impostazioni ideologiche dei decenni passati, dogmaticamente indirizzate alla nazionalizzazione del sistema economico. Una linea sostenuta anche in Italia dalle correnti liberalsocialiste.[6]

Il primo ministro ha spesso presentato la sua visione politica come la “moderna socialdemocrazia” o, con una formula spesso ripetuta anche in Italia, come la “Terza Via” (sottinteso: tra il neoliberismo della destra e le politiche assistenziali della “vecchia” sinistra). I critici di sinistra asseriscono però che Blair abbia tradito i principi dei padri fondatori del Labour e che il suo governo si sia spostato troppo a destra, non prestando sufficiente attenzione a tradizionali principi laburisti come la redistribuzione della ricchezza.

Sul fronte politico interno Tony Blair diresse i suoi sforzi verso un processo di "devolution" del potere per conferire maggiori autonomie e un parlamento proprio alla Scozia e, in misura minore, a Irlanda del Nord e Galles. Blair si impegnò in misura considerevole anche verso la risoluzione della questione dell'Irlanda del Nord, riuscendo, nell'aprile del 1998, dopo lunghi negoziati, a far siglare sia dai cattolici che dai protestanti nordirlandesi il cosiddetto "Accordo del Venerdì Santo", che prevedeva un'amministrazione dell'Irlanda del Nord a potere condiviso, e che entrò effettivamente in vigore nel 1999.

Dall'11 settembre 2001 e dal conseguente inizio della Guerra al terrorismo, gli affari internazionali hanno occupato una parte maggiore dell'agenda politica di Blair. Forze Britanniche hanno partecipato alla Guerra in Afghanistan contro i Talebani alla fine del 2001, come alla ben più complessa Guerra in Iraq nei primi mesi del 2003 e alle seguenti operazioni di peacekeeping, confermando così il tradizionale ruolo del Regno Unito come maggiore alleato degli Stati Uniti.

Blair e George W. Bush alla Casa Bianca il 16 aprile 2004

Nell'ottobre 2004 Blair aveva dichiarato la sua intenzione di presentarsi alle elezioni per ottenere un terzo mandato da Primo Ministro, ma che non avrebbe cercato di ottenerne un quarto.

Il Labour ha così vinto, nel 2005, per la prima volta nella sua storia, una terza elezione generale consecutiva, anche se ha visto il suo margine di vantaggio alla Camera dei Comuni ridursi a 66 seggi. Anche se la maggioranza alla Camera Bassa è rimasta ampia e il governo non correva alcun rischio di essere sfiduciato, l'erosione dell'elettorato laburista ha rinsaldato l'ipotesi di un avvicendamento alla guida del governo, dove il nome più probabile era quello del Cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown. In effetti, il 10 maggio 2007 Blair ha poi annunciato le sue dimissioni da Primo Ministro e da Capo del Partito Laburista. Il 24 giugno 2007 Brown venne eletto capo del Partito Laburista e il 27 giugno 2007 divenne Primo ministro.[7]

L'attività di inviato speciale per il Quartetto per il Medio Oriente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007, Blair venne nominato inviato speciale per il Quartetto per il Medio Oriente. L'attività svolta dall'ex premier è stata fonte di numerose critiche aventi ad oggetto la mancanza di effettivi avanzamenti nei negoziati, oltre che presunte cattivi rapporti con l'Autorità nazionale palestinese.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Privy Councillor (1994)
  • Congressional Gold Medal (2003)
  • Laurea Honoris Causa in Legge, Queen's University Belfast (2008)
  • Dan David Prize (2009)
  • Liberty Medal (2010)

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel quarto episodio della quindicesima stagione dei Simpson, Tony Blair doppia se stesso nella scena all'aeroporto, dove dà loro il benvenuto in Inghilterra.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro del Congresso (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro del Congresso (Stati Uniti)
«L'America ha molti alleati, ma come abbiamo visto in questi ultimi mesi, si può contare sulla Gran Bretagna nell'adempimento delle funzioni di un vero amico in tempi difficili. Plaudo straordinaria alla leadership di Tony Blair e al suo continuo appoggio agli Stati Uniti.[9]»
— 18 luglio 2003
Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia Presidenziale della Libertà (Stati Uniti)
— 13 gennaio 2009

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Blair appointed Middle East envoy, BBC News, 27 giugno 2007.
  2. ^ Tony Blair joins Catholic faith, BBC News, 21 dicembre 2007. URL consultato il 22 dicembre 2007.
  3. ^ Labour's front bench spokesmen named. The Times (London, England), Thursday, Nov 08, 1984; pg. 4; Issue 61981.
  4. ^ (EN) Roy Mc Cloughry, Christianity and New Labour, Critica Sociale, 1993. URL consultato il 6 aprile 2008.
  5. ^ Julian Borger, Mi chiamo Toniblèr, The Guardian; tradotto in Internazionale, n. 1096, 3/9 aprile 2015, p. 49.
  6. ^ Tony Blair: "La mia vocazione per l'uomo" Intervista a Critica Sociale
  7. ^ Guido Mariani, Tony Blair, le consulenze d'oro dell'ex primo ministro, su Lettera43.it, 3 luglio 2014.
  8. ^ www.repubblica.it
  9. ^ Ginny Brown-Waite, promotore della legge di assegnazione nella Camera dei rappresentanti

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tony Blair, Il mio nuovo laburismo: scritti politici 1980-1997; a cura di Enrico Sartor, L'Aquila, Textus, 1997.
  • Léonard Anthony, Rachid Nekkaz, Millenarium: quale avvenire per l'umanità?, testimonianze di Tony Blair etc., Milano, Baldini & Castoldi, 2000 (I saggi) ISBN 88-8089-841-8.
  • Andrea Romano, The boy: Tony Blair e i destini della sinistra, Milano, Mondadori, 2005 (Frecce) ISBN 88-04-53412-5.
  • Tony Blair, Un viaggio, Milano, Rizzoli, 2010 (Saggi stranieri) ISBN 978-88-17-04314-4
  • Tom Bower, Broken Vows: Tony Blair The Tragedy of Power 978–0–571–31423–2, Faber & Faber, 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Primo ministro del Regno Unito Successore Royal Coat of Arms of the United Kingdom (HM Government).svg
John Major 2 maggio 1997 - 27 giugno 2007 Gordon Brown
Predecessore Presidente del Consiglio europeo Successore Flag of Europe.svg
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Margaret Beckett 1994 - 2007 Gordon Brown
Predecessore Segretario di Stato per l'Energia e il Cambiamento climatico Successore Royal Coat of Arms of the United Kingdom (HM Government).svg
John Prescott 23 novembre 1988 - 2 novembre 1989 Frank Dobson
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