Guerra ispano-americana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Guerra ispano-americana
Affondamento della USS Maine, 1898
Affondamento della USS Maine, 1898
Data 1898
Luogo Caraibi e Oceano Pacifico
Esito Trattato di Parigi (1898): Cuba ottiene l'indipendenza, la Spagna cede le Filippine, Guam e Porto Rico agli Stati Uniti per la somma di $20 milioni.
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Repubblica Cubana:
30.000 truppe irregolari

Stati Uniti:

300.000 soldati e volontari
(Spagna)
208.812 – 278.447 tra regolari e milizia,
(Lealisti cubani)
10.005 tra regolari e milizia,
(Lealisti filippini)
51.331 tra regolari e milizia
Perdite
Cuba:
10.665 morti

Stati Uniti:

2.108 morti,
1.645 feriti
Marina spagnola:
560 morti,
300–400 feriti

Esercito spagnolo:

6.700 prigionieri, 13.000 feriti
10.000 morti per combattimento[1]
50.000 morti per malattie[1]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La guerra ispano-americana fu combattuta nel 1898 tra gli Stati Uniti e la Spagna in merito alla questione cubana.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Dopo quattro secoli dall'inizio della colonizzazione dell'emisfero occidentale, verso la fine del XIX secolo, alla Spagna rimanevano ben pochi possessi coloniali, sparpagliati nel Pacifico, in Africa, e nelle Antille. La maggior parte dei possedimenti dell'ex-impero spagnolo avevano già acquisito la loro indipendenza e molti altri territori sotto il controllo spagnolo puntavano ad acquisirla. Nelle Filippine e a Cuba operavano, già dalla seconda metà del XIX secolo, gruppi di guerriglieri indipendentisti.

Il governo spagnolo non aveva né le risorse finanziarie né quelle militari per gestire queste rivolte e a Cuba decise quindi di spingere con la forza la popolazione ad allontanarsi dalle campagne e a riversarsi nelle città e in apposite aree urbane fortificate[2], cercando di isolare i ribelli dalle loro fonti di sostegno logistico, situate proprio fra la popolazione contadina. In tali aree di "concentramento e controllo" della popolazione le condizioni di vita erano terribili, e si stima vi abbiano avuto luogo in pochi mesi molte decine di migliaia di decessi, a causa delle precarie condizioni igieniche, sanitarie e alimentari.

Fattore scatenante[modifica | modifica wikitesto]

In periodo di forti tensioni diplomatiche fra i due governi, l'esplosione della nave Maine, che costò la vita a 266 marinai, focalizzò l'attenzione dell'opinione pubblica americana su Cuba. La stampa sensazionalista dell'epoca, la cosiddetta yellow press del magnate William Randolph Hearst, contribuì in modo determinante, insieme con la propaganda dei dissidenti cubani stanziatisi negli Usa, a orientare l'opinione degli statunitensi verso una volontà di guerra contro la Spagna.

Dichiarazione di guerra[modifica | modifica wikitesto]

L'allora presidente McKinley, inizialmente titubante, venne convinto dal suo gabinetto, tra i cui componenti vi era anche il futuro Presidente USA Theodore Roosevelt, a muovere guerra alla Spagna. Nel frattempo la tensione tra i due paesi era aumentata, e il 23 aprile 1898 la Spagna dichiarò guerra agli Stati Uniti, che a loro volta la dichiararono il 25 aprile.

Esito[modifica | modifica wikitesto]

Gli americani vinsero in tempi molto brevi e con perdite relativamente basse, tanto che la guerra venne definita splendid little war. Il 12 agosto venne firmato l'armistizio seguito il 10 dicembre dal trattato di Parigi, con il quale gli Stati Uniti ottennero dalla Spagna:

  • il riconoscimento dell'indipendenza di Cuba che divenne una specie di protettorato americano;
  • la cessione agli USA di Porto Rico e dell'isola di Guam;
  • l'accettazione dell'occupazione di Manila nelle Filippine.

Questi risultati vennero quindi ratificati dal Trattato di Parigi nel dicembre dello stesso anno.

Teatro delle operazioni[modifica | modifica wikitesto]

Conquista di Cuba e Porto Rico[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1º e il 2 luglio le truppe americane sbarcate sull'isola sconfissero gli spagnoli. Restò famosa la carica dei Rough Riders, guidati dal futuro Presidente Theodore Roosevelt alla conquista della collina di San Juan nella battaglia più sanguinosa di tutta la breve guerra. Contemporaneamente altre truppe sbarcarono a Porto Rico, che fu in breve conquistata.

Al grido Remember Maine! la flotta americana il 3 luglio nella baia di Santiago distrusse in una battaglia navale una squadra spagnola di forza inferiore, comandata dall'ammiraglio Cervera e mandata frettolosamente dalle Isole di Capo Verde a contrastare la flotta statunitense comandata dall'ammiraglio Sampson.

Nel Pacifico[modifica | modifica wikitesto]

Filippine[modifica | modifica wikitesto]

Le Filippine erano state scoperte dagli Spagnoli il 17 marzo 1521 e diventarono velocemente una delle colonie chiave dell'Impero spagnolo. Il primo scontro tra americani e spagnoli si ebbe presso la baia di Manila il 1º maggio 1898, quando il Comandante George Dewey, al comando dello Squadrone Asiatico della Marina degli Stati Uniti, a bordo dell'Incrociatore protetto USS Olympia in poco più di un'ora riuscì a sconfiggere la flotta spagnola comandata dall'Ammiraglio Patricio Montojo y Pasarón. Nonostante la conquista tedesca della base navale di Qingdao, lo Squadrone Asiatico, pur con grossi problemi logistici, soprattutto per il carburante e le munizioni, riuscì non solo a decimare la flotta spagnola, ma anche a conquistare la stessa baia di Manila.

Il 20 giugno 1898 l'incrociatore statunitense USS Charleston si presentò davanti all'isola di Guam, parte della colonia spagnola delle isole Marianne: dopo una breve trattativa, il giorno seguente una forza da sbarco dei marine scese a terra e prese possesso dell'isola in modo incruento, accettando la resa della piccola guarnigione spagnola.

Le isole Hawaii[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso anno gli Stati Uniti avevano acquistato le Isole Hawaii. Aveva così inizio l'espansione verso il Pacifico e nasceva, a giudizio di molti storici, "l'imperialismo americano".[3] La distruzione della flotta e la contemporanea perdita delle ultime colonie (l'anno successivo la Spagna cederà alla Germania gli arcipelaghi delle Caroline e delle Marianne), determinarono una profonda crisi d'identità in un paese che non riusciva a inserirsi nella modernità del nuovo secolo. I militari in particolare maturarono un profondo senso di rancore verso la classe dirigente, alla quale le ristrettezze del bilancio statale non consentivano di fornire all'esercito armi più moderne. La guerra passò alla storia come "El Desastre del ‘98".[4]

Conseguenze a livello internazionale[modifica | modifica wikitesto]

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

La guerra ispano-americana ebbe una certa influenza anche nella situazione sociale italiana, in quanto causò indirettamente l'aumento del costo dei cereali d'importazione, e il conseguente aumento del costo del pane che, gravando sulle già affaticate famiglie proletarie, portò a sommosse, fra le quali la più conosciuta fu la protesta dello stomaco (nome che identifica i moti di Milano del 1898), repressa nel sangue da Bava Beccaris.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Arriba España Twentieth-Century Spain Politics and Society in Spain, 1898-1998, Francisco J. Romero Salvadó, 1999, pg. 19, MacMillan Distribution Ltd, ISBN 0-333-71694-9
  2. ^ (EN) Cuban Reconcentration Policy and its Effects - A Speech, spanamwar.com. URL consultato il 1º febbraio 2015.
  3. ^ Da un dizionario di Storiografia:
    « Nel dibattito storiografico sull'argomento, avviatosi negli Stati uniti nel primo dopoguerra, il termine imperialismo è generalmente riferito alla fase di interventismo statunitense negli anni di passaggio dal XIX al XX secolo, mentre per la seconda metà del Novecento è per lo più utilizzato il concetto di egemonia americana. Le prime ricostruzioni furono fortemente negative e condannarono la guerra ispano-americana e in particolare la conquista delle Filippine come estranea ai valori democratici della nazione (C.A. Bird, The Idea of National Interest, 1934) o quantomeno come gesto di inutile e sbagliata aggressività (S.F. Bemis, Diplomatic History of the United States, 1936, e J.W. Pratt, Expansionists of 1898, 1936). »
  4. ^ (ES) El desastre del 98, laguia2000.com, 28 giugno 2007. URL consultato il 1º febbraio 2015.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autorità GND: (DE4182065-4