Oman
Oman | |||||||
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Dati amministrativi | |||||||
Nome completo | Sultanato dell'Oman | ||||||
Nome ufficiale | سلطنة عُمان | ||||||
Lingue ufficiali | araba | ||||||
Capitale | Mascate (1.310.826 ab. / 2015) | ||||||
Politica | |||||||
Forma di governo | Monarchia assoluta di carattere islamico (Sultanato) | ||||||
Sultano | Qābūs | ||||||
Capo di Governo | Fahd bin Mahmoud al Said | ||||||
Indipendenza | 1971 dal Regno Unito | ||||||
Superficie | |||||||
Totale | 309.501 km² (70º) | ||||||
% delle acque | 0% | ||||||
Popolazione | |||||||
Totale | 4.236.057[1] ab. (31 dicembre 2014) (127º) | ||||||
Densità | 9 ab./km² | ||||||
Tasso di crescita | 2,07% (stima 2015)[2] | ||||||
Geografia | |||||||
Continente | Asia | ||||||
Confini | Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Yemen | ||||||
Fuso orario | UTC +4 | ||||||
Economia | |||||||
Valuta | Riyal | ||||||
PIL (nominale) | 78 290[3] milioni di $ (2012) (66º) | ||||||
PIL pro capite (nominale) | 25 356 $ (2012) (30º) | ||||||
PIL (PPA) | 89 057 milioni di $ (2012) (75º) | ||||||
PIL pro capite (PPA) | 28 843 $ (2012) (33º) | ||||||
ISU (2013) | 0,731 (alto) (84º) | ||||||
Fecondità | 2,2 (2011)[4] | ||||||
Varie | |||||||
Codici ISO 3166 | OM, OMN, 512 | ||||||
TLD | .om, عمان. | ||||||
Prefisso tel. | +968 | ||||||
Sigla autom. | OM | ||||||
Inno nazionale | Nashid al-Salām al-Sulṭānī | ||||||
Festa nazionale | 18 novembre | ||||||
Coordinate: 20°14′N 55°58′E / 20.233333°N 55.966667°E
Il Sultanato dell'Oman (‘Omān), pronuncia Araba [ʕumaːn] pronuncia italiana "omàn" [ɔm'an][5], è uno stato asiatico situato nella porzione sud-orientale della penisola arabica. Confina con gli Emirati Arabi Uniti a nord-ovest, con l'Arabia Saudita a ovest e con lo Yemen a sud-ovest. Si affaccia sul mar Arabico a sud e a est, sul golfo dell'Oman a nord-est. All'Oman appartengono anche le exclavi di Madha e Musandam, che confinano con gli Emirati Arabi Uniti; la seconda è bagnata dallo stretto di Hormuz e dal golfo dell'Oman.
Dal XVII secolo l'Oman ha avuto un proprio impero coloniale, in competizione con Portogallo e Regno Unito per il controllo del Golfo Persico e dell'Oceano Indiano. Nel XIX secolo, periodo del massimo splendore, l'influenza politico-economica di questo impero arrivò in Iran, Pakistan e, a sud, Zanzibar[6]. Il Novecento vide invece il forte declino economico del sultanato, la cui prosperità si era basata sul fatto di essere un fiorentissimo mercato di armi e schiavi, attività entrate in crisi.
A causa di questa decadenza l'Oman cadde sotto la pesante influenza del Regno Unito, diventando parte del suo Impero come protettorato fino al 1971. Tradizionalmente il sultanato è vicino a Regno Unito e Stati Uniti, ma ha sempre conservato la sua sovranità e mantiene oggi una politica estera indipendente.
L'Oman è una monarchia assoluta governata dal sultano Qābūs, al potere dal 1970, ma il suo parlamento ha alcuni poteri legislativi e di controllo[7]. Nel novembre 2010 l'UNDP, su 135 paesi considerati, ha classificato l'Oman come lo Stato che ha avuto il maggior sviluppo socio-economico negli ultimi 40 anni[8]; il sultanato è considerato uno dei più sviluppati e stabili tra i paesi arabi[9].
Indice
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Antichità[modifica | modifica wikitesto]
Nella lingua dei Sumeri l'Oman si chiamava Magan ed era noto per esportare rame. La sua annessione all'impero persiano achemenide avvenne in data imprecisata. Compare tra le province soggette ai Persiani nelle iscrizioni di Dario I con il nome di Makā, a partire dal 524 a.C. Per secoli il paese, che dai Sasanidi era detto Mazūn, ha fatto parte dei domini persiani pur con fasi alterne. Gli Arabi vi arrivarono in ondate diverse a partire, sembra, dal I secolo a.C. per stanziarsi, inizialmente, in modo particolare nelle zone interne del paese. Secondo la tradizione araba i Banu Azd, come altre tribù, arrivarono in Oman a seguito del crollo della diga di Ma'rib in quel grande movimento che determinò la dispersione degli Arabi nel Vicino Oriente.
Fra il 627 e il 632 d.C., con l'espansione dell'Islam l'Oman venne sottratto al controllo persiano, entrando a far parte del Califfato degli Omayyadi. Già prima del 700 molti oppositori degli Omayyadi si rifugiarono in Oman. Fra questi si distinsero in primo luogo coloro che appartenevano a una corrente dell'Islam detta ibadita.
Con il crollo della dinastia omayyade nel 751 fu fondato un imamato che, con alterne vicende, durò fino alla metà del XX secolo. Per molti secoli la storia dell'Oman è assai complessa proprio per il continuo contrasto con il potere centrale del Califfo, ma anche per i contrasti interni che si sono susseguiti sia fra diverse tribù che fra diversi gruppi di potere primo fra tutti quello fra gli imam e i sultani.
Colonialismo portoghese[modifica | modifica wikitesto]
Importante centro commerciale per molti secoli, l'Oman fu oggetto delle mire espansionistiche del Portogallo, che lo sottrasse al regno di Hormuz. Nel 1508 i Portoghesi rasero al suolo Qalhat e conquistarono Mascate, il principale porto del paese, facendone la capitale del Paese. I Portoghesi, insedatisi sulla costa dove innalzarono numerosi forti, ancor oggi visibili, espansero il loro potere conquistando Sohar nel 1616. Potere che mantennero, nonostante i continui scontri con i Persiani e gli Inglesi, fino al 1650 quando, dopo una lunga guerra, furono costretti ad abbandonare definitivamente Mascate. Le cause del declino del potere portoghese sono, probabilmente da individuare nella incapacità di tessere buoni rapporti con gli Arabi e i Persiani che volevano mantenere il dominio del Golfo persico, ma anche all'incapacità di gestire proficuamente non solo le attività commerciali costituendo una Compagnia commerciale, ma anche la flotta come ha rilevato Pietro della Valle nel suo viaggio (1624-1625).
Nel 1625 divenne Imam delle regioni interne dell'Oman Nāsir bin Murshid, il capostipite di una delle dinastie di Sultani dell'Oman, quella degli Yaʿāriba o Āl Yaʿrib durante il cui dominio l'Oman passò un periodo di pace anche se lo scontro navale con i Portoghesi, sempre presenti nel Golfo Persico, si protrasse per lungo periodo. Nello stesso tempo però il paese visse una fase di sviluppo e di espansione tanto che nel 1698 l'Oman s'impadronì dell'isola africana di Zanzibar e di una rilevante porzione della costa orientale africana. Ma questo periodo di prosperità fu, con il tempo, interrota da una serie di contrasti per la successione al governo del Paese. I Persiani, sempre interessati a controllo della costa occidentale del Golfo persico, approfittarono della richiesta di aiuto giunta loro da parte dell'Imam Sayf bin Sultan per conquistare l'Oman (1737-1738) riuscendo a impadronirsi del governo.
XVIII, XIX e XX secolo[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1749 Ahmad bin Sa'id Al Bu Sa'id (r. 1749-1783), governatore di Sohar e capostipite dei sultani dell'Oman Bu Sa'id, la dinastia che governa ancor oggi l'Oman, cacciati i Persiani dall'Oman, fu eletto Imam, titolo che in seguito fu sostituito da Sayyid, che a sua volta fu sostituito da Sultan. Durante il suo lungo regno, grazie anche al prestigio di cui godeva presso i suoi sudditi, l'Oman trascorse un periodo di sviluppo e di espansione arrivando a controllare il Belucistan. Tale situazione è stata resa possibile grazie ai buoni rapporti commerciali con l'India e la Compagnia delle Indie orientali nonostante che perdurasse l'ostilità con i Persiani anche con l'intervento del Sultano a fianco degli Ottomani per la conquista di Basra (1775-1776). Alla morte di Sultan bin Ahmad nel 1856 scoppiò un conflitto fra i figli per la successione che determinò la divisione del sultanato, per cui vennero costituiti il Sultanato dell'Oman e il Sultanato di Zanzibar, che, però, fu presto sopraffatto dalle potenze coloniali europee mentre l'Oman andò perdendo il controllo sui possedimenti orientali a causa dell'espansione del potere britannico tant'è che nel 1861 il rappresentante del Governo britannico assunse il titolo di Sultan. Nel 1864 i Wahhabiti cercarono, come avevano già fatto in precedenza, di espandere il proprio dominio verso la costa orientale dell'Arabia al fine di ottenere così il controllo dell'accesso al Golfo persico. Pertanto entrarono nei giochi di potere in atto in Oman ponendosi in contrasto non soltanto con il sultano Thuwayni bin Sa'id, ma anche con la Gran Bretagna. Scontro che si concluse nel 1866 con un accordo fra il re ʿAbd Allāh bin Faysal della dinastia saudita e il Sultano dell'Oman, accordo fatto sotto l'egida del rappresentante britannico, il colonnello Pelly. Nel 1891 il Sultano Faysal bin Turki firmò con la Gran Bretagna un accordo di collaborazione in cui fu stabilito un trattamento di favore nei confronti della Gran Bretgna per quanto riguardava il commercio, la tassazione e la navigazione. Trattato che fu rinnovato nel 1939 e nel 1951. Nel 1954 l'Imam Ghalib che ancora governava le regioni interne, la cui capitale era Nizwa, volendo affermare sempre più il proprio potere entrò in contrasto con il Sultano Saʿīd bin Taymur, il cui esercito riuscì a prendere il controllo su gran parte dell'interno. Nel 1957 però Talib, fratello del vecchio Imam, riprese a combattere facendo delle montagne del Jabal Akhḍar la sua roccaforte. Sa'id bin Taymur, chiesto aiuto alla Gran Bretagna, nel 1959 mise definitivamente fine al potere degli Imam. Fra il 1960 e il 1965 la 'questione dell'Oman' concernente la presenza britannica in quel Paese, fu presa in esame a più riprese dall'ONU giungendo infine a imporre alla Gran Bretagna di sospendere qualsiasi interferenza nella vita politica e commerciale dell'Oman in nome del principio di autodeterminazione dei popoli.
Sultano Qābūs (1970-...)[modifica | modifica wikitesto]
Il 24 luglio del 1970 Sa'id bin Taymur, che aveva condotto una politica isolazionista e fortemente reazionaria, fu deposto dal figlio Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd. Basti pensare che la schiavitù era ancora in uso e che le entrate del petrolio erano utilizzate soltanto a scopi militari, bloccando così lo sviluppo economico del Paese. Il Paese si schierò immediatamente a fianco del giovane Sultano. Soltanto nel Dhofar il Fronte di Liberazione del Dhofar si oppose sostenendo che, nonostante le promesse di Sultan Qabus, la situazione politica dell'Oman non sarebbe mutata. Sempre nel 1970 il Paese assunse il nome di Sultanato dell'Oman. Sin dal suo insediamento, il Sultano Qabus ha fatto molto per migliorare la situazione economica del paese e mantenere buoni rapporti con tutti gli stati mediorientali. Nel 1996, inoltre, il Sultano emanò un decreto con cui si stabilivano norme precise per regolare la successione reale, dotando inoltre l'Oman di un'Assemblea bicamerale con limitati poteri legislativi, introducendo la figura del Primo Ministro e portando a una prima concessioni di diritti civili agli abitanti. Nel 2001 le forze armate statunitensi si servirono di alcune basi in Oman per le operazioni in Afghanistan. Nel 2003 si tennero le prime elezioni per la Camera bassa dell'assemblea.
Geografia[modifica | modifica wikitesto]
Clima[modifica | modifica wikitesto]
Il clima è tropicale arido, nel periodo estivo da maggio a settembre caldo torrido (fin oltre 45 gradi la temperatura massima media dei deserti) nelle zone più interne, tendente all'afoso man mano che ci si avvicina alla costa per via dell'accentuata evaporazione dell'acqua marina e dell'assenza di piogge che stemperi l'estrema intensità dei raggi solari, perdurante per mesi (un esempio è il clima estivo di Mascate). Qui si contemplano temperature massime medie tra i 35 e i 40 gradi ma la percezione può arrivare e talora superare i 60 °C , nel corso di alcuni periodi. L'inverno è ovviamente molto mite poiché il paese è latitudinalmente quasi interamente compreso nella fascia tropicale propria. Le precipitazioni atmosferiche sono quindi irrisorie e il periodo fortemente consigliato per visitare il paese va da metà ottobre alla prima settimana di marzo proprio nel momento delle pochissime piogge e del sole meno intenso dell'anno (comunque è un sole ben presente).
Exclave[modifica | modifica wikitesto]
La penisola di Musandam, situata in una posizione strategica sullo Stretto di Hormuz, è separata dal resto del paese da un tratto di costa appartenente agli Emirati Arabi Uniti: si tratta perciò di una exclave.
Un'altra exclave all'interno del territorio degli EAU è Madha, che si estende per 75 km² ed è situata a metà strada fra la penisola del Musandam e l'Oman propriamente detto. Madha, che appartiene alla wilāya di Musandam, si trova sulla strada costiera orientale tra Dibba e Fujairah ed è circondata dall'emirato di Sharja.
All'interno della enclave omanita di Madha si trova inoltre un'enclave degli EAU, nota come Nahwa, appartenente all'emirato di Sharjah e formata da un piccolo centro con una quarantina di case. Questi confini, così complessi, vennero definitivamente stabiliti solo nel 1969.
Politica[modifica | modifica wikitesto]
Capo sia dello Stato sia del governo è il sultano (Qābūs), il quale nomina un gabinetto che lo assiste. Negli anni novanta, il sultano creò un'assemblea consultiva, il Majlis al-Shura, sebbene pochi cittadini godessero del diritto di voto. Il suffragio universale per i cittadini aventi più di 21 anni fu introdotto il 4 ottobre 2003: fu così che 190.000 persone (il 74% degli aventi diritto) votarono per eleggere 83 membri dell'assemblea (2 di questi erano donne).
Il sultano detiene comunque un potere di stampo assolutistico. Nonostante ciò, la gran parte degli abitanti sembra approvare il suo operato, visti sia lo sviluppo del sistema economico negli ultimi trent'anni, sia la graduale apertura alla democrazia. Tuttavia anche in Oman il vento della rivoluzione tunisina dei gelsomini si è fatto sentire. Il sultano Qabus ben Said è stato costretto a cedere i poteri legislativi a un consiglio consultivo, per frenare il malcontento esploso in alcune manifestazioni di protesta. Secondo quanto riporta l'agenzia ufficiale Ona il sultano ha conferito "poteri legislativi e di vigilanza" sull'azione di governo al "Consiglio d'Oman" che finora aveva solo funzioni consultive.[10]
Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]
A livello amministrativo l'Oman è diviso in 11 governatorati (Muḥāfaẓa), a loro volta suddivisi in 61 province (Wilaya).
Principali città[modifica | modifica wikitesto]
Economia[modifica | modifica wikitesto]
L'articolo 11 della Legge Fondamentale dell'Oman stabilisce che l'economia nazionale è basata sulla giustizia e sui principi dell'economia di mercato[11].
Nonostante la crisi economica mondiale, l'economia omanita negli ultimi anni ha continuato a mostrare tassi di crescita annua del PIL notevoli, il 5% nel solo 2012[12]. Lo stato dell'economia dell'Oman è più che buono, anche se meno florido di quello di quasi tutti i paesi vicini. Infatti il PIL pro capite (25.356 dollari annui nel 2012) resta tra i più bassi della Penisola Araba; anche l'Indice di Sviluppo Umano, indicatore della qualità della vita, è pari nel 2013 a 0,731, alto ma inferiore a quello di tutti i paesi della penisola tranne lo Yemen[13].
La popolazione gode generalmente di buone condizioni di vita, ma il futuro dell'economia è incerto a causa delle limitate riserve di petrolio che restano[14]. Le altre fonti di entrate economiche, l'agricoltura e l'industria, sono molto meno rilevanti e alimentano meno del 1% delle esportazioni del paese, ma la diversificazione delle attività economiche è vista come una priorità dal governo dell'Oman. L'agricoltura diffusa in particolar modo nel Dhofar, nella zona di Nizwa e nella regione di al-Batina, si basa, fin da tempi immemorabili, su un sistema di canalizzazioni, i falaj, la cui gestione è stata per secoli regolamentata giuridicamente. Oggi in Oman si producono datteri, cereali e verdure, ma meno del 1% del territorio nazionale è coltivato ed è probabile che l'Oman rimarrà un forte importatore di generi alimentari. Insieme all'agricoltura, l'altro tradizionale pilastro del settore primario del sultanato è la pesca.
Fin dal crollo del prezzo del petrolio nel 1998, l'Oman ha elaborato robusti piani per la diversificazione dell'economia e sta ponendo maggiormente l'accento su altri settori, come il turismo. Quest'ultimo costituisce una rilevante fonte di guadagni per il paese ed è in crescita[15]. Un evento popolare è il Khareef Festival che si tiene a Salalah, nel Governatorato di Dhofar, a 1.100 km dalla capitale Mascate, durante il mese di agosto. Questo festival è molto frequentato dai turisti anche per il clima fresco e la vegetazione rigogliosa, che è possibile trovare quasi soltanto in questa città[16].
Un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti è in vigore dal 1º gennaio 2009[17], e ha eliminato le barriere doganali su tutti i prodotti di consumo e industriali, ma ha anche protetto e favorito gli investimenti stranieri in Oman.
In Oman è ingente la presenza di lavoratori stranieri asiatici e africani, che annualmente inviano nei loro paesi d'origine circa 30 miliardi di dollari; più della metà guadagna meno di 400 dollari al mese[18]. La comunità più consistente è quella indiana, che da sola costituisce la maggioranza dell'intera forza lavoro del sultanato. I lavoratori provenienti dall'estero guadagnano meno degli omaniti, tali salari a ogni modo sono da due a cinque volte superiori rispetto a quelli pagati per gli stessi lavori in India[18].
La valuta nazionale è il Riyal.
Industria petrolifera e del gas[modifica | modifica wikitesto]
Il petrolio fu scoperto nel sultanato nel 1964, e la sua estrazione è cominciata 3 anni dopo.
Le riserve totali di petrolio dell'Oman ammontano a circa 5 miliardi e mezzo di barili, per dimensione le 24esime a livello mondiale[14]. L'Oman quindi ha risorse petrolifere nettamente inferiori rispetto a molti dei paesi circostanti come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, ma la popolazione, molto modesta numericamente, ha potuto comunque beneficiarne in misura analoga. Quasi l'intero settore petrolifero e del gas è gestito dalla Petroleum Development Oman (PDO), società controllata per il 60% dal governo omanita e incaricata dell'estrazione e della lavorazione. Attraverso il Ministero del Petrolio e del Gas il governo cura direttamente i progetti di sviluppo e le infrastrutture del settore[19].
Negli ultimi anni l'estrazione di petrolio è diminuita e anche per questo le riserve sono rimaste stabili[20][21]; tuttavia bisogna anche considerare la recente scoperta di nuovi giacimenti e, con l'avanzare della tecnologia, la possibile ricerca di nuove risorse, tutti fattori che hanno contribuito e contribuiscono tutt'oggi a mantenere sostanzialmente inalterate le riserve del sultanato.
Ben più recente è stata invece la scoperta del gas naturale, di cui l'Oman è dotato in quantità abbondante. L'estrazione è cominciata negli anni duemila e si profila all'orizzonte come una fondamentale risorsa economica per il futuro del paese.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]
In grassetto gli aeroporti con voli commerciali di linea.
Nome | Lung. pista/e | Passeggeri (2015)[22] |
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Aeroporto Internazionale di Mascate | 4.000 / 3.584 | 10.315.358 |
Aeroporto Internazionale di Salalah | 4.000 / 3.340 | 1.027.578 |
Aeroporto di Duqm Jaaluni | 4.000 | n.d. |
Aeroporto di Khasab | 2.500 | n.d. |
Aeroporto di Sohar | 4.000 | n.d. |
Aeroporto di Adam | 4.000 | n.d. |
Aeroporto di Ras al Hadd | 4.000 | n.d. |
Aeroporto di Marmul | 2.565 | n.d. |
Strade[modifica | modifica wikitesto]
L'arteria stradale principale del paese è composto dall'autostrada Sultan Qaboos Highway, che funge da asse centrale per la capitale Mascate, e dalla Strada nazionale R1 che ne è la prosecuzione lungo tutta la costa settentrionale. Partendo dalla città vecchia, Matrah, attraversa quasi tutti i quartieri più importanti della capitale arrivando fino all'aeroporto Internazionale di Mascate nei pressi di Seeb e poi continua come superstrada R1 verso nord-ovest raggiungendo le città di Barka, al-Suwayq, Saham, Sohar, Shinas ed il confine con gli Emirati Arabi Uniti. Dalla superstrada 1 si diramano la superstrada R5 usata per raggiungere Dubai e la superstrada R7 che collega ai centri di al-Buraymi ed al-'Ayn e l'autostrada E22 per Abu Dhabi. Dalla superstrada R1 si diramano anche statali minori come la R3 per gli Emirati Arabi Uniti, la R8 per Ibri, la R11 per Rustaq e la R13 per Nakhal.
Anche l'autostrada 15 ha inizio dalla SQH/R1 nei pressi dell'aeroporto di Mascate e passando da Bidbid, Izki e Nizwa termina a Bahla dove si unisce sulla superstrada R21 per Ibra che arriva al confine con gli E.A.U.. L'autostrada 17 segue la costa orientale collegando la capitale a Sur passando per Amrat e Qurayyat.
La superstrada R31 nasce a sud dell'abitato di Nizwa ed è il principale collegamento nord-sud dell'Oman arrivando fino a Salalah nel sud del paese. La statale a parte il tratto iniziale e la parte finale, dove ha caratteristiche di superstrada, in gran parte si presenta a carreggiata singola con lunghi rettilinei. Attraversa vasti territori desertici passando per Adam, Haima e Thumrait terminando nella capitale del Dhofar. Copre oltre 850 km di percorso ed è l'arteria stradale più lunga dell'Oman.
La strada nazionale R2 è l'unica strada asfaltata che collega Khasab, nella penisola del Musandam, agli Emirati Arabi Uniti. La strada nazionale R47 ha origine a Salalah ed è la principale via di collegamento tra Oman e Yemen. La strada nazionale R51 serve l'isola di Maṣīra compiendo il periplo lungo la costa.
Nome / Nr | Tipologia | Inizio | Fine | km |
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Sultan Qaboos Highway | Autostrada | Mascate | Barka | --- |
R1 | Autostrada / Superstrada | Barka | Emirati Arabi Uniti | --- |
Muscat Expressway | Autostrada | Mascate | Seeb | --- |
Batinah Southern Expressway | Autostrada | Muscat Exp. a Seeb | Sohar | In costruzione |
Batinah Coastal Highway | Autostrada | Barka | Sohar | In costruzione |
R2 | Strada nazionale | Khasab | Emirati Arabi Uniti | --- |
R5 | Superstrada | 1 a Shinas | Emirati Arabi Uniti | --- |
R7 | Superstrada | 1 a Sohar | Buraimi | --- |
R9 | Superstrada / Strada nazionale | 1 a Chabura | Ibri | --- |
R10 | Strada nazionale | Rustaq | Ibri | --- |
R11 | Superstrada | 1 a Tharmad | Rustaq | --- |
R13 | Strada statale | 1 a Barka | Rustaq | --- |
R15 | Autostrada | 1 a Seeb | Bahla | --- |
R17 | Autostrada | 1 a Mascate | Sur | --- |
R21 | Superstrada | Bahla | Emirati Arabi Uniti | --- |
R23 | Strada nazionale | 15 a Bidbid | Sur | --- |
R31 | Superstrada / Strada nazionale | Nizwa | Salalah | --- |
R37 | Superstrada / Strada nazionale | 31 a Haima | Duqm | --- |
R45 | Strada nazionale | 31 a Thumrait | Yemen | --- |
R47 | Strada nazionale | Salalah | Yemen | --- |
R51 | Strada nazionale | Mashira | Mashira | --- |
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
In base al censimento del 2010, la popolazione totale del paese è di 2.773.479 abitanti, di cui 1.957.336 sono omaniti e il resto proviene dall'estero; si deve ricordare che in Oman, proprio come in molti altri paesi della penisola arabica, vivono numerosissimi lavoratori stranieri che costituiscono una parte molto cospicua della popolazione complessiva. Questi ultimi in Oman superano quota 600.000 e provengono soprattutto da Pakistan, Bangladesh, Egitto, India e Filippine; gli omaniti invece sono arabi, anche se molti di loro hanno lontane origini dell'Africa Orientale e del Beluchistan[23]. I dati del 2010 evidenziano un notevole aumento demografico, infatti il precedente censimento del 2003 aveva riportato la ben minore cifra di 2.340.815 abitanti[24].
Circa il 50% degli abitanti vive a Mascate e nella regione di al-Batinah; l'altra principale concentrazione demografica è la regione di Dhofar con 200.000 abitanti. L'exclave della penisola di Musandam ha una popolazione di circa 30.000 unità.
La popolazione dell'Oman è molto giovane: il 43% ha meno di 15 anni[25].
Religione[modifica | modifica wikitesto]
Il governo omanita non stila statistiche sull'appartenenza religiosa dei suoi abitanti, ma sicuramente la religione maggiormente professata è l'Islam[26], i cui fedeli costituiscono all'incirca il 75% della popolazione[27]. I musulmani sono per lo più Ibaditi, fatta eccezione per le regioni costiere dove si trova una comunità sunnita piuttosto consistente.
L'Oman è l'unico paese del mondo in cui gli ibaditi sono la maggioranza; peraltro, i seguaci di questo particolare ramo della religione islamica sono presenti solo in questo paese e in poche regioni dell'Africa settentrionale.
Le confessioni non islamiche presenti nel paese sono molto varie: induismo, giainismo, buddismo, zoroastrismo, sikh, bahai e cristianesimo. Queste religioni sono professate in pratica soltanto da una parte degli immigrati, peraltro solo quelli che non vengono a loro volta da paesi islamici. Le comunità cristiane sono animate per lo più dai lavoratori indiani, filippini e del sudest asiatico; sono presenti soprattutto nelle maggiori aree urbane del sultanato, cioè quelle di Mascate, Sohar e Salalah. Nell'area metropolitana della capitale ci sono comunità cristiane di oltre 50 confessioni diverse, tra cui cattolici, ortodossi e varie congregazioni protestanti. Tra questi gruppi la differenza spesso è anche etnica, e si basa sui paesi di provenienza degli immigrati.
La Legge Fondamentale dell'Oman dichiara l'islam religione di Stato e la sharia principale fonte della legislazione nazionale; tuttavia al suo interno è anche affermata la libertà di religione, unitamente al divieto di discriminazioni su base confessionale. Il governo ha generalmente garantito la libertà religiosa per tutte le numerose fedi presenti nel paese, anche se con qualche ufficiosa limitazione per i non islamici, specie in materia di proselitismo e luoghi di culto, questi ultimi spesso insufficienti per i fedeli. Comunque, l'apostasia non è un crimine e non si ha notizia di detenuti per motivi religiosi.
Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]
La lingua ufficiale è l'arabo. Vi sono alcune minoranze che parlano altre lingue originarie. Nel Dhofar si parlano alcune lingue sudarabiche, come il Mahri, che appartengono a un ramo delle lingue semitiche ma diverso da quello dell'arabo. Il balochi è diffusamente parlato[28]; molto ampia è anche la conoscenza dell'inglese, al punto che insegne e indicazioni stradali sono riprodotti sia in arabo sia in inglese[15].
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Letteratura[modifica | modifica wikitesto]
Ben poco sappiamo della letteratura dei primi secoli dopo l'egira probabilmente anche a causa di incendi che, nel tempo, hanno distrutto diverse importanti biblioteche come quella di Rustaq in cui erano raccolti manoscritti di testi riguardanti i diversi saperi.
Vari sono i poeti che hanno cantato in versi episodi e personaggi della storia omanita secondo quanto era in uso nella poesia araba fin dal periodo preislamico. Così la tradizione ricorda i versi composti da Malik b. Fahm che canta le gesta sue e dei Banu Azd da lui condotti in Oman a seguito della dispersione delle tribù da Ma'rib determinando la prima arabizzazione del Paese[29]. In epoca abbaside visse Ibn Durayd (838-933), poeta oltre che grammatico e storico che trascorse però gran parte della sua vita fra Baghdad e la Persia[30]. Numerosi sono gli Imam prima e i sultani dopo appartenenti alle diverse dinastie succedutesi fra il secolo XI e il XVIII che hanno composto versi in cui cantano le conquiste fatte e le loro gesta. A partire dal XII secolo si è diffusa anche la poesia araba d'amore ed encomiastica secondo i canoni tradizionali arabi. Poesie in gran parte pubblicate in numerose raccolte, i diwan[31].
Per quanto riguarda la prosa bisogna premettere che molti studiosi omaniti dei primi secoli dell'egira operarono in realtà in Iraq, in modo particolare a Basra. In questa città, al tempo sede di una delle principali scuole di pensiero islamico, molti si recavano a studiare e molti vi restavano a svolgere le proprie attività di studiosi scrivendo anche importanti opere. Nel IX secolo si svilupparono anche in Oman alcune scuole di pensiero (in arabo: مدرسة) legate alla corrente islamica degli Ibaditi. Si tratta di scuole in cui si studiava la giurisprudenza e la teologia, (in arabo: ﻓﻗﻪ , fiqh ), il tafsīr (تفسير), cioè l'esegesi coranica, la shariʿa (شريعة), gli ʾaḥādīth (حديث) e la lingua araba letteraria. In particolare le prime scuole videro la luce a Sohar e a Izki e, nel secolo seguente, a Bahla. A partire dal secolo XI si imposero le scuole di Nizwa e di Rustaq mentre altre sono state fondate in seguito in diverse città dell'Oman come quella di Mascate fondata nel XIX secolo.Connesse a queste scuole si costituirono biblioteche a cui se ne affiancavano altre di studiosi i cui manoscritti sono in parte andate perduti mentre altri sono stati recentemente pubblicati e altri ancora sono in attesa di essere stampati[32]. Nel IX secolo iniziarono a essere redatte alcune opere appartenenti a qual genere letterario arabo peculiari dei primi secoli dell'Islam, i siyar (pl. di sïrah), cioè biografie di personaggi illustri. Si tratta quindi di opere dedicate a singoli personaggi e, al massimo, alla loro epoca con le sue problematiche politiche e dottrinali. La prima visione di insieme della storia omanita, dal periodo preislamico fino a quello omayyade, a noi giunta è il Kitāb al-ansāb di al-ʿAwtabī scritto nel secolo XI. Dopo alcuni secoli di cui non abbiamo alcun testo storico, nella prima metà del secolo diciottesimo al-Izkawī (1650-1737) potrebbe aver scritto il Kašf al-ġumma ripreso da Ibn Razīq intorno al 1860, opera questa che tratta della storia dell'Oman dalle origini fino al 1728[33]. Questo testo scritto in maniera discorsiva è stato ripreso dagli storici omaniti seguenti fra cui ricordiamo al-Sālimī (1869-1914) e la sua Tuḥfa al-aʿyān[34] divenuta la principale opera di riferimento per gli storici moderni.
Note[modifica | modifica wikitesto]
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- ^ al-Sālimī Tuḥfa
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- J. D. Anthony, Historical and Cultural Dictionary of the Sultanate of Oman and the Emirates of Eastern Arabia The Scarecrow Press, Metuchen N. J.,1976.
- J. G. Lorimer, Gazetteer of the Persian Gulf, ʿOmān and Central Arabia, v.1,1, Superintendent Government Printing, Calcutta, 1915.
- Oman in History, Immel Publishing, London, 1995.
- F. Owtram, A Modern History of Oman: Formation of the State Since 1920, I.B. Tauris, London, 2001
- J.C. Wilkinson,Water and tribal settlement in South-East Arabia, a study of Aflaj of Oman, Oxford, 1977, rist. 2013.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Linea di successione al trono dell'Oman
- Al-Quwwat al-Jawiyya al-Sultaniyya al-'Umaniyya
- Sultani dell'Oman
- Trasporti in Oman
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Oman
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oman
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Oman
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN, AR) Sito ufficiale del Ministero del Turismo dell'Oman, omantourism.gov.om.
- Scheda dell'Oman dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
- (EN) CSAI - Corpus of South Arabian Inscriptions; Edizione digitale del corpus epigrafico sudarabico, progetto curato dal Dipartimento di scienze storiche del mondo antico dell'Università di Pisa e dalla Scuola normale superiore di Pisa
Controllo di autorità | VIAF: (EN) 137795373 · LCCN: (EN) n81035932 · ISNI: (EN) 0000 0001 2315 0309 · GND: (DE) 4075653-1 · BNF: (FR) cb11865205d (data) |
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