Silenzio siderale. Pace interiore. Calma piatta. E poi… poi suona la sveglia.
Sì, la sveglia, che ti trapana le orecchie con il suo BIIIP-BIIIP elettronico, che ti sconcerta facendoti pensare ad un altro giorno di scuola. Quella cazzo di sveglia che ogni santa mattina ti dice: “Buongiorno, povero deficiente, è ora di alzarsi!”. Tra un “che sonno oh” e un “oggi vado a dormire prima” mi alzo dal letto. Con somma fatica, mi trascino penosamente in cucina, dove preparo una misera colazione per (cercare) di affrontare serenamente la giornata. Guardo l’orologio e leggo 6:17. Può essere benissimo che a molti alzarsi presto piaccia, ma non è il mio caso. Alzarmi presto, per me, è come disegnare un cerchio con una squadretta. Impossibile. Mi è ancora ignoto il motivo per cui io sia riuscito a farlo per nove mesi. Finisco di mangiare, mi lavo i denti, mi vesto e ho addosso una strana sensazione. Come se ci fosse un evento importante nella routine quotidiana. Poi, solo dopo, la realizzazione. Oggi è l’ultimo giorno di scuola. AH, BELLO! mi dico, mentre accenno ad un sorrisetto. BELLO, SI.
Con nonchalance, scendo le scale e prendo il bus. Quel bus, che potrei paragonare alla barca di Caronte che trasportava i dannati da una riva all’altra dell’Acheronte per condurli all’inferno. Yep, l’inferno.
Meccanicamente, entro a scuola senza pensare e mi dirigo nella classe dove ho la prima ora di lezione: laboratorio di chimica. Prendo posto e ascolto le interrogazioni di recupero per coloro che si giocano il tutto per tutto per evitare di trovarsi un impegno a settembre. Almeno ci provano. Sono in molti, però, a trovarsi nella m**** nonostante questi ultimi e disperati tentativi, spesso rivelatisi degli harakiri. Attendo pazientemente queste 4 ore (usciremo infatti alle 11.50) e poi… Poi basta, fine, l’attività didattica si ferma. Detta easy, sono in vacanza. Però ho uno strano sentimento, dentro, come se mi dispiacesse…
Non vorrei essere frainteso, sia chiaro. Non ne posso più della scuola e ne ho ben d’onde. Però è come se d’un tratto, avessi un vuoto dentro, perchè la scuola (com’è giusto che sia) impiega la gran parte del tuo tempo. Quindi, di conseguenza, fatichi a immaginarti tanto altro. Adesso ho come l’impressione di avere troppo tempo a disposizione.
Verso casa mi consolo, non bisogna fare questi astrusi ragionamenti. Nella grande festa che è l’estate troverò qualcosa da fare… Diciamo che al momento del ritorno tra i banchi, in autunno, sarà decisamente peggio😀.
Posso fare qualche considerazione generale su quest’anno scolastico. Penso infatti che mi abbia giovato sul piano personale e sento di essere migliorato come persona. Guardando indietro vedo un ragazzo che al giorno d’oggi non mi piace per niente. Forse è servito un’anno ma me ne sono accorto. Inoltre, non ho rimpianti di aver scelto una scuola come l’ITI. Ho imparato tantissime cose nuove che mi hanno aiutato a comprendere meglio quello che accade attorno a noi. I miei professori sono stati severi, ma credo che sia meglio così. Può sembrare strano, ma forse è proprio la scuola che ti aiuta a crescere… Se ci pensate, andando avanti con gli anni scolastici e anche con l’esperienza degli esami avete tutti imparato ad accettare difficoltà via via più grandi e questo significa maturità. Avete imparato a organizzarvi, impegnarvi e faticare duramente per ottenere qualcosa di concreto. Sono tutti mattoncini che vanno a costruire la nostrà personalità da adulti. Spero condividiate con me.
Ciao a tutti e buone vacanze…