È bene decidere dove vogliamo andare, proprio oggi che nel più grande partito italiano, il Pd, la parola scissione non è più soltanto una minaccia. Penso che da parte nostra debba essere fatto ogni sforzo per evitare che la Cgil si esponga a polemiche esterne. E sbaglia chi in queste ore cerca di tirarci per la giacchetta chiedendo di schierarci da questa o da quella parte. È giusto che ogni dirigente sindacale scelga cosa fare, ma per un sindacato come il nostro l'autonomia dai partiti è fondamentale, oggi più che mai.
È troppo chiedere a questo Governo di risolvere il problema per tutto il servizio Uber, invece di limitarsi a prorogare di un anno, e sempre in via provvisoria, il permesso per la sola versione black
C'è da cogliere l'attimo e se ciascuno di noi dedicasse anche solo un po' di tempo a mettere in atto il Piano d'Azione che troverete in questo post, sono convinto che potremo riuscire a fermare quella forza oscura che è Trump. Gli possiamo sbarrare la strada a ogni passo, e alla fine possiamo abbatterlo.
Nella sua storia lunga ormai dieci anni, il Pd ha avuto solo una candidata donna alla segreteria: Rosy Bindi nel 2007. Cui aggiungere, al più, Laura Puppato, che tentò la scalata a "Italia Bene Comune" nel 2012. Nessuna corrente fa capo a una donna. E non si può certo dire che non servirebbe un pizzico di buonsenso femminile alla guida del partito più rissoso d'Italia. E non è solo un modo di dire.
Il corpo di una donna è solo ed esclusivamente suo e può farne esattamente ciò che desidera. Chiacchiere e preghiere stanno a zero. E che nessuno mi venga a raccontare che non c'è violenza in un manipolo di ultras pro-life che pregano perché le donne smettano di abortire. Perché la violenza non sono solo le molotov tirate assieme ai sampietrini o gli slogan urlati in un corteo. La violenza è anche tentare di far sentire sbagliata una donna che sta entrando in sala operatoria per interrompere la sua gravidanza.
Il bando indetto dalla Regione Lazio per assumere medici non obiettori risponde a un bisogno impellente: ripristinare un diritto negato.Al di là delle polemiche sulla conformità del concorso alla legge, la questione in discussione non riguarda la forma ma la sostanza: la libera scelta del medico deve essere garantita insieme, e non contro, la libera scelta delle donne. Questo vuol dire applicare la 194.
Riguardo la faccenda della Regione Lazio e dei medici non obiettori. In diversi necessiterebbero di apprendere che se l'obiezione si rispetta, anche le scelte delle donne che decidono di abortire vanno rispettate. Trovo grave che da tutti i pulpiti cattolici, Cei, associazione dei medici cattolici, ministra di uno Stato laico compresa, si consideri l'obiezione di coscienza un diritto mentre non si consideri il diritto delle cittadine italiane a ricorrere all'interruzione di gravidanza, quale prestazione ospedaliera, e diritto alla salute.
Sapete che c'è, cari dirigenti? Ci state perdendo. E non state perdendo semplicemente degli iscritti. State perdendo persone, valore umano, storie, risorse, braccia, idee, futuro. Ci siamo noi nei circoli, siamo noi che parliamo con le persone per spiegare cosa ci sta succedendo. Lo chiedo al Presidente del mio Partito, Matteo Orfini, come garante della rappresentanza di tutti, lo dico anche al Segretario dimissionario, Matteo Renzi, che ho sostenuto dal primo minuto: fermatevi, fermatevi tutti un attimo e ascoltateci.
Anche Raggi sta mantenendo le promesse alle superlobby pubbliche e private, che erano di fermare il tentativo di rinnovamento della macchina comunale maldestramente avviato da Ignazio Marino e di lasciare intaccate le prebende di tranvieri, tassisti, ambulanti eccetera. Per riuscirci, le basta non fare nulla. Il totale immobilismo era quanto le avevano chiesto, concedendole un po' di polverone.
Dopo il servizio mandato in onda dalla trasmissione televisiva Le Iene, che parte dall'accusa all'ex direttore Francesco Spano di aver favorito, in quanto socio, l'accesso a un finanziamento pubblico di un'associazione che pratica la prostituzione nei suoi circoli, si è scatenata una campagna di diffamazione e discredito nei confronti dell'UNAR e in generale della battaglia contro le discriminazioni.
Li chiamano "uomini-carretto". Perché non solo utilizzano grossi cassoni con le ruote per raccogliere tutto ciò che possono per sopravvivere, ma perché ci vivono dentro: ci dormono, ci mangiano, è la casa che si portano appresso per le vie della sterminata città. Parliamo di Jakarta, capitale dell'Indonesia, e del suo popolo di homeless: 30 mila, dieci volte più di Roma che ne conta circa 3 mila.
Cosa pretendiamo dalla Raggi? Pretendiamo di essere protagonisti del cambiamento, di interagire in maniera trasparente con l'amministrazione così da poter pretendere che i nostri progetti non vengano stravolti e che vengano realizzati davvero. Presto e bene. Perché ognuno di noi è sindaco di soli 10 metri quadrati. Ma tutti insieme siamo i sindaci di Roma.
Il 23 febbraio sono arrivati a Ginevra - per un nuovo round di negoziati sulla Siria - i rappresentanti del governo di Damasco e dell'opposizione. L'assenza di donne al tavolo sembra quasi scontata ormai, e farla notare è una questione di lana caprina, da femminista inacidita, che guarda il dito e non vede la luna. Le donne, solitamente, sono coloro che dispongono dell'esperienza pratica e delle conoscenze necessarie per garantire la solidità di un reinsediamento e la sua durata.
Servono nuovi geografi, in questi nostri tempi difficili. Scrittori di mappe degli scambi e degli investimenti internazionali, tutti in grande cambiamento, tra riemergere dei nazionalismi e passioni per i muri. Narratori curiosi e originali, non storyteller (meglio tornare al racconto, che è tutt'altra cosa). Serve, insomma, un grande impegno culturale, tra innovazione e memoria. Nella società. In politica. Ma anche in economia e nelle imprese. Per capire come e dove viviamo, e dove stiamo andando.
Perché si rompe il Pd? Per l'ossessione di rivincita di Matteo Renzi? Per i presunti risentimenti di Pierluigi Bersani? Per lo spirito di vendetta di Massimo D'Alema? Per l'improvvisata conversione socialista di Enrico Rossi sostenitore fino a ieri di Jobs Act, "Buona scuola", Italicum, revisione costituzionale, ecc? Sono chiacchiere insopportabili. Torniamo ai "fondamentali".
Ci sono storie che temo facciano parte, tra i paesi industrializzati, solo ed esclusivamente del nostro e della sua infinita, snervante, spesso inutile e di certo opprimente burocrazia. Capita quindi che una ragazza disabile rischi di non poter diventare cittadina italiana - come da suo diritto! - ripercorrendo la particolare e drammaticamente ridicola situazione che aveva già vissuto suo padre.
Sul piano climatico aumentano i fenomeni estremi, come le forti piogge e nevicate improvvise, intervallate a periodi di siccità prolungata, tutte situazioni che negli ultimi anni si stanno verificando con frequenza anche in Italia. Le conseguenze sulla vita dell'uomo e la sua economia sono varie: danni collegati ad alluvioni e siccità, modifiche nei regimi di pesca e dell'agricoltura, aumento delle malattie infettive, aumento dei picchi di smog nelle aree urbane ed effetti sulle patologie collegate, aumento degli incendi.
E se al posto dei tassisti ieri davanti a Montecitorio ci fossero stati i nuovi cittadini e le nuove cittadine che attendono da troppo tempo che il Senato concluda il percorso legislativo della legge sullo Ius soli? Beh, sicuramente non avrebbero lanciato bombe carta e magari non avrebbero neppure alzato la voce. Avrebbero protestato in silenzio, come stanno già facendo, e per questo non avrebbero ottenuto la solidarietà o l'appoggio di tanti.
Laddove la politica non arriva a fornire ragionevoli spiegazioni, non ci resta che affidarci alla scienza. La quale però, malgrado gli enormi progressi compiuti, ha tutt'ora i suoi limiti. Temo che nell'occasione saremo costretti a doverne, ancora una volta, prendere atto. E allora non ci resterà che rassegnarci di fronte all'impossibilità di oltrepassare il muro dell'incomprensibile.
La legge 194 prevede, accanto a scelte individuali inderogabili, responsabilità pubbliche. L'obiezione di coscienza è infatti un diritto della persona, ma non della struttura. Al personale sanitario viene garantito di poter sollevare l'obiezione di coscienza. Ma quel che è un diritto del singolo non è (non dovrebbe essere) un diritto della struttura sanitaria nel suo complesso, che ha anzi l'obbligo di garantire l'erogazione delle prestazioni sanitarie. Di fatto però, nessuno ha controllato che venisse effettivamente e pienamente applicata.
Del caso Bebe Vio si è parlato ampiamente. La cosa più aberrante era assistere alla partecipazione attiva delle donne. Donne che, anche in nome di quella sorta di complicità che contraddistingue i nostri legami anche quando non ci conosciamo, in Bebe avrebbero dovuto riconoscere una sorella, una figlia, un'amica, invece si sono scagliate contro di lei con una violenza verbale raccapricciante.
Il calcio come svago, ma, soprattutto come aiuto, perché grazie a esso molte persone, soprattutto molti ragazzi affetti da disturbi psichici possono migliorarsi e guarire fino a essere reinseriti a pieno titolo nella società, trasformando lo stesso in un luogo in cui il paziente compie il primo passo nel ricominciare a vivere con gli altri. Il calcio è tutto questo e molto altro ancora e ne avrete conferma andando a vedere "Crazy for Football", il documentario di Volfango De Biasi in uscita oggi nelle sale italiane.