Nell'immediato, penso che si debba appoggiare con forza la proposta avanzata da Orlando di una "conferenza programmatica" pre-congressuale. Non raccontiamoci che la conferenza potrà produrre l'agognata apertura alla società - non si ricostruisce in un istante un rapporto fiduciario eroso da anni - né che potrà regalarci la nuova strategia.
Bisogna ritrovare tra noi, nel Partito Democratico, una fiducia reciproca. Ricostruirla è una condizione preliminare per qualsiasi rilancio abbiamo in mente. Il dibattito e purtroppo un rischio di rottura, non sono nati in questi ultimi giorni né le divergenze riguardano in astratto la data o i tempi di svolgimento del congresso. La questione è un'altra: è necessario oppure no mettere a fuoco cosa deve fare il Pd, le sue priorità, la sua cultura politica?
Il ragionamento politico c'entra poco con la scissione, calassero giù la maschera e dicessero le cose come stanno. Secondo me una ammissione di intenti, chiara e trasparente, farebbe recuperare un po' di stima politica a chi, in queste ore, minaccia la scissione dai canali televisivi e poi nelle direzioni ritratta con un imbarazzante "era una battuta". Dateci conferma che queste ipotesi non sono reali, rimanete nel partito, facciamo un congresso politico e trasparente e chi ha più filo, faccia più tela.
Il caso Dino Bettamin - malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) sottoposto a sedazione palliativa profonda continua - e il dibattito alla Camera sulle dichiarazioni anticipate di trattamento sono temi di significativa attualità e rilevante problematicità. Ineludibili, pertanto, per una comunità che si interroga su fine vita e alleanza di cura medico-paziente.
Oggi a Strasburgo abbiamo messo nero su bianco (e ufficializzato in aula dal nostro capogruppo) la richiesta di rivedere il Fiscal Compact in Parlamento, come promesso dal Pd e come chiediamo noi da anni. I trattati non c'entrano niente. Comprendiamo che certe questioni tecniche siano un po' complicate e che forse colleghi alla prima legislatura possano prendere qualche cantonata, succede a tutti.
Renzi è sempre stato contrario all'inserimento del Fiscal Compact nei trattati, sostenendo che la politica dell'austerità fosse fallita. Peccato che ieri sia passata al Parlamento europeo una relazione firmata da Elmar Brok e dalla renzianissima Mercedes Bresso, che non solo esalta le straordinarie virtù del Fiscal Compact ma ne chiede con forza l'inserimento nei trattati. Il bizzarro episodio autorizza alcuni interrogativi.
Oltre alle evidenti dimostrazioni di vicinanza, simpatia e consolidata amicizia espressi da Trump e Netanyahu dopo il loro incontro, sono emersi alcuni aspetti salienti su cui converrà soffermare l'attenzione. Perché sarebbe un errore ridurre le posizioni di Trump - per quanto espressione di una linea politica in via di costruzione - a mera propaganda.
Renzi costituisca una commissione di alto livello con intellettuali e figure di pensiero non solo politiche che ci aiuti in questo. Poi ognuno voterà il candidato che vuole ma dentro un recinto valoriale comune. Ho proposto questo due giorni fa e ho visto che molti esponenti nazionali hanno raccolto questa mia proposta. Vuol dire che è giusta. Se Renzi farà questo (e ha i numeri per farlo) farà una cosa giusta. Sia leader più che capo.
La verità è che siamo giunti a un punto cruciale e il Sindaco deve scegliere se accontentare i vertici del suo movimento, sempre più invadenti nei processi di sviluppo della città, o dare soddisfazione alla sua base elettorale. La mediazione di cui parla è cerchiobottista, utile a lei ma non alla città. Spetta al Sindaco, e al futuro assessore, garantire lo sviluppo armonico del territorio e la sostenibilità, non solo economica, delle trasformazioni.
Il travaglio del Partito Democratico è elettoralmente appetitoso. Per gli gli avversari. Che fanno notare come l'incertezza distragga dai doveri di prima forza di governo e come lo scontro tra renziani e sinistra interna ritardi la chiamata alle urne dopo il risultato esplicito del referendum sulla riforma costituzionale. Sono argomenti in parte condivisibili. Da un altro punto di vista, il Pd sta però fornendo una prova di trasparenza inconsueta nella vita politica italiana di questi anni.
Il Pd attuale è un partito finito nelle forme prese nel corso del ventennio scorso. Meglio di tutti lo sanno coloro che lo abitano, lo agiscono e lo guidano. Una verità che capiamo non possa essere detta
Noi ci proponiamo per rifondare il partito e la Repubblica. Noi vogliamo rispondere alla domanda: "da che parte stai?", "per chi e per cosa lotti?". È il tempo di ripartire. È ora di scegliere da che parte stare. Ecco, questi sono i temi su cui meriterebbe fare un congresso con tempi adeguati, per riportare il popolo della sinistra ad appassionarsi e partecipare.
Io non voglio il Pd di Renzi o di Speranza o di Rossi o di Emiliano, voglio ancora il Pd che, proprio in quanto forte di obiettivi e valori comuni e condivisi, poi si dà una linea e una leadership e chiama tutti a sostenerle. Per questo, forse pur nei tempi congressuali brevi che ci vogliamo dare, sarebbe importante preparare, approvare e accompagnare il congresso da un manifesto comune di valori e sfide condivise che - perimetrando un quadro chiaro - faccia sentire tutti a casa. Liberi di confrontarsi su idee diverse me restando uniti.
C'è una sindrome imprevista che si manifesta nelle nostre società. E non ha affatto una cifra liberale, anzi ne è in qualche modo l'antitesi. Mi riferisco allo spirito di setta, che ci impedisce di guardare oltre le nostre certezze e di metterle in dubbio; anche solo di dialogare con chi la pensa in modo diverso dal nostro, su molte cose o anche su pochi particolari. I social network sono un po' lo specchio di questo spirito di setta: basta vedere l'uso che dei likes fanno anche persone intelligenti.
I tempi che abbiamo davanti sono difficili. È giunto il momento di superare lo sbigottimento e il senso di impotenza di fronte a eventi che non avevamo previsto e che ci riportano a momenti lontani della nostra storia che eravamo sicuri di non dovere vivere: nulla è ancora veramente perduto. Per questo vorrei condividere alcune riflessioni, da un punto di vista esplicitamente ecologista, dimensione che temo sia ancora abbastanza defilata nel dibattito in corso.
Renzi deve la sua fortuna anche al coraggio che lo portò a sfidare i maggiorenti e i patti di sindacato interni al partito. Possibile che, nella sua generazione, non spunti qualcuno che, con idee più a sinistra, tiri fuori lo stesso coraggio? Si può fare, e senza sfasciare il Pd. C'è bisogno di un gruppo di persone coeso e determinato. Il congresso può essere l'occasione per farlo.
Un nuovo progetto politico con al centro un Pd rinnovato può ridare respiro a un futuro che non si presenta facile. Veltroni è uomo che conosce questi percorsi e, nella posizione di presidente del Pd, potrebbe rappresentare il legante anche per le frange più riottose e spigolose del partito. Basterebbe che chiunque abbandonasse autoreferenzialità e ogni forma di arroganza a favore di una giusta dose di umiltà, quella che il Paese richiede.
E allora va bene s'è ammazzato un ragazzino, sua mamma terrorizzata lo ha denunciato e lui s'è buttato dalla finestra. Solo che a, voler andare alla radice del problema, a spingerlo giù non è stata lei e non sono stati nemmeno i finanzieri: è stata l'ipocrisia di una società che anche davanti all'evidenza resta granitica nella presunzione della sua ragione. "Le canne fanno male, possono anche farti morire" e, in effetti, almeno per una volta, è stato proprio così.
Ragioniamo su Venezia, a partire dai veneziani. Troviamo il modo, e la scienza, per governare i flussi turistici, perché le persone che scelgono l'Italia devono essere premiate (non punite) perché ci scelgono. Dobbiamo essere orgogliosi del fatto che, con tanto mondo disponibile, pensano che il nostro Paese meriti di essere visitato.
È la prima grande inversione a U di Donald Trump. Un cambio di passo tutto sommato imprevisto e inaspettato: la Crimea dev'essere restituita a Kiev, senza se e senza ma. Eppure a luglio, durante un comizio elettorale in Florida, il tycoon aveva trattato l'argomento con più moderazione. In cima alle priorità, allora, c'era l'esigenza di riprendere i rapporti con la Russia.
A chiunque sarà capitato di recarsi in vacanza al mare, tornando in un posto dove era già stato, e di notare un accorciamento della spiaggia. Una sensazione che lì per lì desta una preoccupazione che svanisce al momento di piantare l'ombrellone. Il rischio è che nel 2100 la morfologia delle nostre coste a causa dell'innalzamento delle acque del nostro amato Mar Mediterraneo sia ben diversa da quella tracciata oggi sulle carte geografiche.
Quando vivi con la tua famiglia in una città diversa da quella in cui sei cresciuto, vieni sradicato da quella piccola comunità di persone, da quella rete di affetti con cui hai vissuto fino a un certo periodo della tua vita. Per questo non verrà dato per scontato mai nemmeno un minuto in loro compagnia. E tutte le volte che mia madre andrà a prendere i miei figli a scuola sarà accolta con una rincorsa da lontano e un abbraccio stretto stretto.