God Save the Queen
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God Save the Queen | |
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Partitura dell'opera pubblicata nell'ottobre del 1745 | |
Compositore | Autori ignoti |
Tipo di composizione | Inno nazionale |
Epoca di composizione | 1736-1740 |
Ascolto | |
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God Save the Queen (dall'inglese: Dio salvi la Regina, e in alternativa, a seconda del sesso del regnante, God Save the King, ovvero Dio salvi il Re) è il brano tradizionalmente utilizzato come inno nazionale del Regno Unito. È inoltre l'inno reale di alcune nazioni del Commonwealth che riconoscono la Regina del Regno Unito come capo di Stato, come ad esempio Canada, Australia, e Nuova Zelanda (si veda Reame del Commonwealth).
Indice
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Scritto tra il 1736 e il 1740 ed entrato in uso il 28 settembre 1744, è l'inno più antico al mondo[1]. Come altri aspetti dell'ordinamento britannico, il suo utilizzo come inno nazionale non è sancito da alcuna legge parlamentare o proclama reale, essendo invece frutto della consuetudine. È probabilmente l'inno più famoso al mondo in quanto in uso in tutti i territori dell'Impero britannico; rimase inno nazionale in Canada fino all'adozione di quello attuale nel 1980, così come in Australia fino al 1984. In Sudafrica fu dapprima unico inno nazionale, poi sostituito dal 1961 da quello di Lourens De Villiers Die Stem van Suid Afrika / The Call of South Africa, ancora oggi in vigore sebbene unito all'inno di Sontonga. In Nuova Zelanda era il solo inno nazionale fino al 1977, mentre oggi ha valenza di inno nazionale affiancato a God defend New Zealand; per gli altri paesi del Reame del Commonwealth, il God Save the Queen è l'inno reale suonato in presenza del sovrano o di qualche membro della famiglia reale, oppure in commemorazioni particolari.
Essendo stato lungamente l'inno nazionale di molti paesi del mondo, talvolta le persone più anziane tendono a riconoscerlo come proprio inno nazionale a discapito degli inni successivamente adottati: succede così in Canada, Australia e in altri paesi dove comunque rimane come inno reale. La melodia del God save the Queen fu composta su comando di Giorgio II Hannover divenuto re di Gran Bretagna, ma essendo questi principe elettore di Hannover, l'inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1871 all'Impero tedesco (1871-1918) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di Heil dir im Siegerkranz (Ave a te nella corona della vittoria), e rimase poi in vigore senza testo nella Repubblica di Weimar fino al 1922, quando fu adottato Das Lied der Deutschen.
All'epoca i compositori venivano considerati dai monarchi dei semplici servitori e perciò il nome del compositore, come pure quello del poeta, sono rimasti ignoti. Sono state avanzate delle ipotesi storico-musicologiche con i nomi di Henry Carey (1687-1743) e John Bull (1562-1628) ma, come si può notare, le date non coincidono con il 1745. La posizione ufficiale del Governo britannico è "autori ignoti".
Con quello di Rule, Britannia! e di altri brani, il motivo principale dell'inno è presente anche ne La vittoria di Wellington di Ludwig Van Beethoven, nonché in altre 13 composizioni di musica classica; in tre di esse però la sua citazione va intesa come inno tedesco, e in una come inno statunitense. È interessante notare che due nazioni costitutive del Regno Unito (Scozia e Galles) posseggano un proprio inno e che negli eventi sportivi internazionali a squadre venga eseguito questo, e non God Save the Queen. Complessivamente l'inno God save the King è stato in vigore come inno nazionale per 143 anni (1745-1837, 1901-1952) ovvero quando in carica ci furono sovrani maschi che furono otto: Giorgio II, Giorgio III, Giorgio IV, Guglielmo IV, Edoardo VII, Giorgio V, Edoardo VIII, Giorgio VI mentre il God save the Queen è stato in vigore per 129 anni e lo è tuttora (1837-1901, dal 1952) nonostante le Regine siano state solamente due, la regina Vittoria e l'attuale regina Elisabetta II
Impero britannico[modifica | modifica wikitesto]
Europa
- Regno Unito: inno nazionale dal 1745
- Irlanda: inno nazionale dal 1745 al 1936, inno reale dal 1936 al 1949
- Corsica: inno reale dal 1793 al 1795
- Malta: inno nazionale dal 1805 al 1964, inno reale dal 1964 al 1974
- Cipro: inno nazionale dal 1878 al 1960
- Isole Ionie: inno nazionale dal 1814 al 1864
- Heligoland: inno nazionale dal 1814 al 1890
- Germania britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1949
- Austria britannica: inno nazionale affiancato dal 1945 al 1955
Africa
- Africa del sud-ovest: inno nazionale dal 1918 al 1961
- Basutoland: inno nazionale dal 1892 al 1966
- Beciuania: inno nazionale dal 1885 al 1966
- Camerun britannico: inno nazionale dal 1918 al 1961
- Egitto: inno nazionale dal 1882 al 1936
- Gambia: inno nazionale dal 1885 al 1965, inno reale dal 1965 al 1970
- Ghana: inno nazionale fino al 1957
- Kenya: inno nazionale dal 1888 al 1963
- Mauritius: inno nazionale dal 1891 al 1968, inno reale dal 1968 al 2002
- Nigeria: inno nazionale fino al 1960
- Nyasaland: inno nazionale dal 1890 al 1964
- Rhodesia settentrionale: inno nazionale dal 1889 al 1964
- Rhodesia meridionale: inno nazionale dal 1890 al 1980
- Seychelles: inno nazionale dal 1880 al 1976
- Sierra Leone: inno nazionale fino al 1961, inno reale dal 1961 al 1971
- Somalia britannica: inno nazionale fino al 1960
- Sudan anglo-egiziano: inno nazionale dal 1884 al 1956
- Swaziland: inno nazionale dal 1889 al 1968
- Tanganica: inno nazionale dal 1918 al 1961
- Uganda: inno nazionale dal 1885 al 1962
- Unione Sudafricana: inno nazionale dal 1792 al 1961
- Zanzibar: inno nazionale dal 1890 al 1962
Asia
- Aden e Hadramaut: inno nazionale fino al 1971
- Bahrain: come inno reale affiancato fino al 1971
- Bangladesh: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
- Bhutan: inno reale affiancato fino al 1947
- Birmania: inno nazionale fino al 1948
- Borneo del Nord: inno nazionale fino al 1963
- Brunei: inno reale affiancato fino al 1984
- Ceylon: inno nazionale fino al 1948, inno reale dal 1948 al 1972
- Costa dei Pirati: come inno reale affiancato fino al 1971
- Hong Kong: inno nazionale dal 1842 al 1997
- India: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1950
- Iraq: inno nazionale dal 1918 al 1932
- Maldive: inno nazionale fino al 1965
- Malesia: inno nazionale fino al 1957
- Oman: come inno reale affiancato fino al 1971
- Pakistan: inno nazionale fino al 1947, inno reale dal 1947 al 1956
- Palestina: inno nazionale dal 1918 al 1948
- Qatar: come inno reale affiancato fino al 1971
- Singapore: inno nazionale fino al 1963
- Transgiordania: inno nazionale dal 1918 al 1946
- Wei hai wei: inno nazionale dal 1898 al 1931
Americhe
- Antigua e Barbuda: inno nazionale fino al 1981
- Barbados: inno nazionale fino al 1966, inno reale dal 1966
- Canada: inno nazionale dal 1745 al 1980, inno reale dal 1980
- Dominica: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978
- Grenada: inno nazionale fino al 1974, inno reale dal 1974
- Guyana britannica: inno nazionale fino al 1966
- Honduras britannico: inno nazionale fino al 1981, inno reale dal 1981
- Giamaica: inno nazionale dal 1745 al 1962, inno reale dal 1962
- Saint Kitts e Nevis: inno nazionale fino al 1983
- Santa Lucia: inno nazionale fino al 1979, inno reale dal 1979
- Saint Vincent e Grenadine: inno nazionale fino al 1979, inno reale dal 1979
- Tredici colonie: inno nazionale dal 1745 al 1776
- Trinidad e Tobago: inno nazionale fino al 1962, inno reale dal 1962
Oceania
- Australia: inno nazionale dal 1779 al 1984, inno reale dal 1984
- Figi: inno nazionale dal 1888 al 1978, inno reale dal 1978
- Isole Salomone: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978
- Kiribati: inno nazionale fino al 1979
- Nauru: inno nazionale dal 1918 al 1968
- Nuova Zelanda: inno nazionale dal 1840 al 1986, inno reale dal 1986
- Papua: inno nazionale dal 1884 al 1918
- Papua Nuova Guinea: inno nazionale 1918 al 1975, inno reale dal 1975
- Samoa: inno nazionale fino al 1962
- Tonga: inno reale affiancato fino al 1968
- Tuvalu: inno nazionale fino al 1978, inno reale dal 1978 al 1995 e dal 1997
- Vanuatu: inno nazionale affiancato fino al 1980
Antartide
- Terra di Ross: inno nazionale dal 1911 al 1986, inno reale dal 1986
- Territorio antartico britannico: inno nazionale dal 1908
- Territorio antartico australiano: inno nazionale dal 1911 al 1984, inno reale dal 1984
Testo e traduzione[modifica | modifica wikitesto]
Quando il monarca in carica è un maschio, l'inno diventa God Save the King (Dio salvi il Re). Nel titolo e nel testo ogni ricorrenza di Queen (Regina) viene sostituita con King (Re), con relativi cambi di pronomi (she → he) e aggettivi possessivi (her → his o him). Inoltre, nel penultimo verso, to sing e with heart and voice vanno invertiti.
God save our gracious Queen! O Lord, our God, arise, Thy choicest gifts in store |
Dio salvi la nostra benevola Regina! O Signore, nostro Dio, sorgi, I regali più preziosi che conservi, |
Adattamenti stranieri[modifica | modifica wikitesto]
In Russia la stessa melodia venne adottata dal 1816 al 1833 col nome di "Bože, Zarja chrani!" (Dio salvi lo Zar). La Svizzera lo adottò col nome di "Rufst du mein Vaterland" fino al 1961, e il Liechtenstein, come erede superstite della vecchia Confederazione Germanica lo utilizza ancora oggi come inno nazionale col nome di "Oben am jungen Rhein". La melodia fu adottata persino negli Stati Uniti d'America come "God Save Washington" e poi nel 1832 come America o più conosciuta come "My Country, 'Tis of Thee" che fino al 1931 anno di adozione dell'inno attuale ("The Star-Spangled Banner") fu consuetudinariamente utilizzato come inno nazionale degli Stati Uniti. Inoltre è stato l'inno ufficiale, con la stessa melodia e con parole diverse (intitolato "Heil Dir im Siegerkranz") di Casa Hohenzollern come re di Prussia prima e come imperatori di Germania dopo, divenendo de facto l'inno nazionale del Secondo Reich dal 1871 al 1918.
Il compositore e violinista italiano Nicolò Paganini scrisse delle variazioni sul tema del brano.
Nell'opera Il viaggio a Reims (1825) di Gioacchino Rossini, Lord Sidney intona l'inno inglese durante una festa indetta dal Barone Trombonok, nella quale ognuno dei personaggi canta il proprio inno nazionale [2].
Riprese moderne[modifica | modifica wikitesto]
Una versione punk-rock, sempre intitolata God Save the Queen venne realizzata dai Sex Pistols. Inoltre, anche il gruppo heavy metal Motörhead ne ha pubblicato una cover, uscita nel 2000, God Save the Queen.
Vasco Rossi termina la canzone Fegato, fegato spappolato riprendendo la canzone dei Sex Pistols.
Cover dei Queen[modifica | modifica wikitesto]
God Save the Queen | |
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Artista | Queen |
Autore/i | Queen |
Genere | Glam rock |
Pubblicazione | |
Incisione | A Night at the Opera |
Data | 1975 |
Durata | 1 min : 18 s |
Campione audio | |
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Fa parte dell'album A Night at the Opera del 1975.
È stato riadattato da Brian May che suona alla chitarra la melodia principale dell'inno, con una ricca armonizzazione ottenuta attraverso numerose sovraincisioni, secondo il suo stile caratteristico; l'orchestrazione è completata da sottofondo di timpani e piatti. L'impatto è molto forte, ed è forse più trionfale dell'originale stesso; difatti venne utilizzato dalla band come pezzo finale di ogni concerto a partire dal 1974 (anno dell'originale incisione, senza però essere inclusa in Sheer Heart Attack ), quando mentre il gruppo sostava sul palco a raccogliere le ovazioni degli spettatori partiva la registrazione della cover (la complessità dell'arrangiamento non avrebbe permesso di riprodurre dal vivo lo stesso impatto), e tutto il pubblico cominciava a cantare l'inno originale. Spesso in questi momenti Freddie Mercury ringraziava gli spettatori per essere venuti.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Qual è stato il primo inno nazionale del mondo?
- ^ https://www.teatroallascala.org › includes › doc il libretto dell'opera
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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