Università

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Il termine università (dal latino universitas, -atis), designa un preciso modello d'istruzione originatosi nel Medioevo.

L'istituto ha le sue origini nelle chiese e nei conventi europei, dove, attorno all'XI secolo, iniziarono a tenersi lezioni, con letture e commento di testi filosofici e giuridici, e presso di essi, o in genere attorno a grandi personalità ecclesiastiche, varie categorie di docenti e studenti cominciarono a organizzarsi in corporazioni o universitates.

Oggi con tale termine si intendono degli enti didattici operanti nel campo dell'istruzione terziaria, della ricerca e delle attività culturali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Lista delle università più antiche.

Fin dall'antichità sono esistite istituzioni di questo tipo, che possono farsi risalire all'Accademia platonica oltre ai vari simposi culturali presenti nell'antica Grecia (i più celebri dei quali sono l'etería di Alceo e il tíaso di Saffo). In epoca romana le scuole di insegnamento superiore precorritrici delle attuali università erano quelle di diritto (attive a Beirito fin dal II secolo) organizzate secondo cicli di studio prestabiliti (generalmente della durata di quattro anni). Nell'Alto Medioevo grande prestigio ebbe la Schola medica salernitana, da alcuni considerata la prima università.

Nel corso del Medioevo, ed in particolar modo nel XII secolo la Chiesa raggiunse una grande egemonia intellettuale, spirituale e culturale del mondo occidentale, grazie al lavoro di riscoperta della cultura classica del mondo antico, greco-romano. Determinante fu in questo senso l'opera dei monasteri e dei monaci amanuensi ma soprattutto anche il contatto tra l'Europa ed il mondo arabo. Diversi appartenenti al clero cominciarono a tenere lectiones magistrales in cui si discuteva prevalentemente di filosofia aristotelica, la parte più sistematizzata del sapere dell'antichità. Questo fenomeno si diffuse rapidamente in Europa, acquistando ben presto il carattere di vere e proprie riunioni assembleari, tanto frequentate che richiesero ben presto un'organizzazione più razionale. Esse vennero perciò regolamentate e protette da bolle imperiali e papali.

Università di Bologna, considerata la madre dell 'Università.[1]

A Bologna, dall'istituzionalizzazione di uno di questi primi nuclei, nasce l'Università di Bologna, conosciuta oggi come Alma mater studiorum.[2]. Non è nota una data certa di fondazione e il 1088 è stato scelto convenzionalmente nell'Ottocento da un comitato di storici guidato da Giosuè Carducci per festeggiarne l'ottocentesimo anniversario. Una data certa è il 1158, quando Federico Barbarossa promulga la constitutio "Authentica Habita", a séguito della quale l'università diventa un luogo in cui la ricerca si sviluppa in modo indipendente da ogni altro potere. La presenza di numerosi studenti stranieri a Bologna (tuttora i fuori sede costituiscono la maggioranza della popolazione studentesca) conduce alla creazione di associazioni, chiamate appunto "universitates", costituite dagli studenti a tutela dei propri diritti. Sorgono così prima due universitates, quella dei citramontani (o italiani) e quella degli ultramontani. Con l'aumento degli studenti si produce una suddivisione prima in "nationes" (romani, campani, toscani e lombardi), poi in "subnationes". Queste ultime ammontavano a ben 17 nel XII secolo per gli italiani a 14 per gli ultramontani.

Prima della fondazione dell'Alma Mater Studiorum, esisteva invero a Salerno già da almeno un secolo la Schola Medica Salernitana: istituzione accademica che godeva di grandissima fama ma ebbe una vita discontinua. Infatti, le origini della Scuola risalgono al IX-X secolo, come tale è considerata come l'antesignana delle moderne università. Dal IX secolo vi era inoltre a Salerno una grande cultura giuridica nonché la presenza di maestri laici e di una scuola ecclesiastica. Accanto ai maestri del diritto vi erano quindi anche quelli che curavano il corpo e insegnavano i dogmi dell'arte della salute. Secondo alcuni storici, inoltre, l'Università di Pavia sarebbe comunque più antica di quella di Bologna, poiché sorta da una cattedra di diritto presente circa duecento anni prima.

Pochi anni dopo sorse l'Università di Padova nel 1222, l'Università nacque da maestri e studiosi fuggiti dall'Università di Bologna, durante una delle rivolte che ha segnato la città di Bologna nei primi anni del XIII Secolo.La prima università pubblica, e non sorta quindi da preesistenti scuole di diritto e retorica o nuclei sorti privatamente dall'accordo informale di discepoli e maestri, né tantomeno per fini privati è stata la prima delle cinque università di Napoli, voluta nel 1224 da Federico II e a lui intitolata nel 1987.

Nella città di Arezzo prima del 1215, venne fondata "l'Università di Arezzo" (Studium Aretino). In seguito arrivò in città per insegnarvi Roffredo Epifanio, celebre giurista proveniente dall'Università di Bologna. Arezzo divenne all'epoca una scuola di grande richiamo per molti figli di nobili ghibellini non solo toscani. Il 16 febbraio 1255, lo studium ottenne il suo statuto promulgato da un collegium composto da otto professori, con l'avallo del podestà di Arezzo.

Il successo dell'Università di Bologna induce clero e governanti a moltiplicare le scuole e ad assumerne il controllo. Tutte le grandi università del XII secolo nascono per aggregazione, ufficializzata da atti governativi ed ecclesiali, di collegi e cattedre. Così, nel corso del Duecento e del Trecento, negli stati europei vengono attivati numerosi istituti di istruzione superiore, anche se molti di breve vita. Ad esempio nel 1180, con due decreti di Papa Alessandro III, nasce il primo nucleo dell'Università di Parigi; ai decreti seguono un privilegio di Filippo Augusto del 1200, un concordato del 1206 e l'assegnazione degli statuti ufficiali del legato del Papa nel 1215. Nel 1167 re Enrico II d'Inghilterra richiama da Parigi un gruppo di studenti per fondare l'Università di Oxford, la cui fondazione ufficiale risale al 1284. Nel 1218 viene fondata in Spagna l'Università di Salamanca, che nel corso del XVI secolo fu, con 6700 studenti, la più grande d'Europa. Da quest'università passò gran parte della cultura scientifica araba, prima di diffondersi nell'Europa centrale.

Anche l'ateneo fridericiano nasce in contrapposizione a quello bolognese, a séguito di contrasti tra l'impero romano e il papato, così come l'Università di Siena, il cui primo documento risale al 1240, e che fu finanziata dall'imperatore Federico II per la costituzione di una facoltà di diritto, per danneggiare quello bolognese.[3]

Nel 1290 viene fondata l'Università di Coimbra, la prima del Portogallo e sempre nello stesso anno, in Italia, nasce quella di Macerata. Nel XIV secolo una preparazione teorica era ormai indispensabile per ricoprire gli incarichi di podestà nei comuni e per lo svolgimento delle professioni forensi e notarile.

Il 20 aprile 1303 papa Bonifacio VIII emana la bolla di istituzione a Roma di uno studium da cui avrà origine l'odierna Università La Sapienza. Pochi anni dopo papa Clemente V, con la Bolla "Super Specula" dell'8 settembre (1308), istituisce lo Studium Generale oggi Università degli Studi di Perugia; lo Studium perugino raccoglieva la tradizione di una tra le prime libere università sorte in Italia, che educava nelle arti della medicina e della legge, ovvero di un'istituzione della città che esisteva sin dagli inizi del Duecento, finanziata principalmente dal Comune di Perugia. Successivamente sorge l'ateneo di Firenze (1321) e più tardi anche quello di Pisa (1343).

Uno dei criteri che trasforma un'istituzione accademica in università è la trasformazione da "studio particolare", cioè che rilascia titoli a nome dell'autorità locale, in "studio generale", con validità dei titoli conferiti estesa a tutto il mondo cristiano o comunque all'intera nazione in cui è situata l'università. Ad esempio da un frammento degli statuti di Camerino, redatto presumibilmente nel 1355, pare che fossero attivi corsi di diritto canonico e civile, medicina e lettere, mentre la teologia veniva insegnata nei rispettivi conventi dai lettori agostiniani e domenicani. Lo status di università viene raggiunto nel 1377 con l'attribuzione di "studio generale" da parte di papa Gregorio XI.

Nella seconda metà del 1300 dall'Italia e dalla Spagna la cultura universitaria si diffonde verso l'Europa centrale e orientale. Nel 1348 viene fondata l'Università di Praga, nel 1364 l'Università Jagellonica a Cracovia, nel 1365 l'Università di Vienna e nel 1367 l'Università di Pécs, in Ungheria. Nel 1386 nasce la prima università nel territorio dell'attuale Germania, l'Università di Heidelberg. Nel 1434 fu istituita l'Università di Catania e nel 1506 nasce l'Università di Urbino.

Nel nuovo mondo la prima università è la Universidad Autónoma de Santo Domingo, istituita il 28 Ottobre 1538, ed il cui motto è appunto "Decano del Nuovo Mondo". La fondazione di università nelle colonie britanniche è relativamente recente: l'università della Pennsylvania viene fondata nel 1749 e quella di Sydney nel 1850.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «La nostra storia». Sul sito ufficiale dell'Università degli Studi di Bologna.
  2. ^ Tale denominazione è stata sostituita a quella ufficiale data dal Ministero, "Università degli studi di Bologna", con decreto rettorale del 2000, e recentemente "Alma mater studiorum - Università di Bologna" tornando al nome tradizionale
  3. ^ Paolo Nardi, L'insegnamento superiore a Siena nei secoli XI-XIV. Tentativi e realizzazioni dalle origini alla fondazione dello Studio generale, Milano, Giuffrè Editore, 1996, p. 261.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Gentile, Formazione, università e ricerca in Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Riforme, progetti innovativi e sistemi a confronto nei cinque continenti , IF Press, Roma, 2008. ISBN 8895565088
  • Sabino Cassese, L’Università come comunità di studenti e di studiosi: dal modello Humboldtiano all’Università di massa, in G. Catalano e E. Periti (a cura di), «I servizi agli studenti nell’attività gestionale dell’università», Bologna, Il Mulino, 2006, pp. 19-26.

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