Trump sta provando a governare basandosi sull'impulso, i capricci, le vendette personali, il proprio tornaconto, le ordinanze - come se fosse stato eletto dittatore. Non funziona, e la situazione gli sta sfuggendo di mano. Dopo una settimana!
Oggi l'America è divisa e molti dicono "non è questa l'America vera". Dalla Casa Bianca si avverte: "confini solidi, no al caos europeo". Ma sta avvenendo proprio l'opposto: è l'America a diventare europea. La politica scelta è proprio quella europea, ossia di una parte d'Europa, quella dei muri e della miopia nell'affrontare la crisi dei profughi a cui si somma il flusso migratorio. Intanto la confusione cresce e il populismo avanza.
Qui c'è bisogno di rifare tutto. Come dopo una guerra. C'è bisogno di una zona franca, a fiscalità più che alleggerita. Il territorio del cratere deve essere una zona d'Italia e d'Europa dove è vantaggioso investire in infrastrutture, in attività economiche e commerciali, in obiettivi turistici e culturali. Una zona franca per far rinascere nell'emergenza una speranza di vita vera. Tocca a Roma e a Bruxelles giocare una carta di credibilità. Per tutti.
È una decisione che è basata sulla discriminazione religiosa quella di chiudere le porte degli Stati Uniti a tutti i rifugiati provenienti dai Paesi a maggioranza musulmana. Trump era molto chiaro con la sua prospettive politica verso i musulmani durante la campagna elettorale! È la data in cui ha scelto di annunciare l'applicazione di questa decisione formale nel ruolo del presidente degli Stati Uniti: il giorno della memoria!
Si è aperta in questi giorni una discussione importante dopo il voto referendario che rischia di essere segnata da strumentalismi, posizionamenti e polemiche, invece che da una riflessione sul contesto e sulla proposta del Pd. Dal voto referendario e da quello delle scorse amministrative emergono due nodi politici che non possiamo più non approfondire se vogliamo rafforzare il progetto del Pd.
In Leopoldo Pirelli si ritrovavano in sintesi originale la responsabilità imprenditoriale e l'attenzione alle persone. Economia. Cultura. Etica. Né "razza padrona" né razza predona. Un capitalismo di interessi e valori, semmai, pur dentro quel "capitalismo di relazioni" degli anni Settanta e Ottanta, sotto l'ombrello protettivo di Mediobanca per evitare la crisi delle "grandi famiglie". Industria, comunque.
A distanza di tanti anni, molte affermazioni di Gnocchi-Viani sono ancora di grande attualità: dalla condanna della casta dei politici (anche quelli socialisti) auto-referenziale e separata dai lavoratori alla critica di una politica lontana dalla questione sociale e interessata solo alla gestione del potere. Gnocchi Viani rivendicava la centralità dell'autogestione e della democrazia dal basso, del ruolo delle donne e del protagonismo dei lavoratori della direzione del "partito sociale".
E qui scatta la seconda straordinaria lezione: Federer ci ha insegnato che cosa è una vittoria generosa, una vittoria umana, una vittoria bagnata di lacrime di gioia e di stupore. Lacrime non ricacciate indietro, non ingoiate, ma esposte con l'umiltà dei grandi. Una vittoria che si può permettere il lusso di dire: "oggi avrei accettato anche il pareggio". Eh sì, caro Matteo, certe volte per essere un vero campione bisogna persino rendere onore allo sconfitto.
Allo stato dei fatti, sono tre i possibili scenari: 1. Su Generali effettivamente i francesi di Axa stavano studiando un'Opa e quindi la mossa di Intesa, con Allianz, è difensiva. 2. I francesi non stavano studiando un'Opa e quindi la mossa di Intesa è soprattutto preventiva. 3. La mossa di Intesa, in connubio con Allianz, è soprattutto offensiva e delinea una strategia di cui ancora non si sono immaginati i contorni.
Signor ministro ci permettiamo, modestamente, sommessamente, un consiglio: non si faccia cucire addosso la corazza di latta dell'uomo forte che sistemerà con blocchi navali, espulsioni rapide o altre mirabolanti misure la situazione in un batter d'occhio... Lasci ai politicanti la cui unica visione è quella del prossimo scranno su cui sedersi questi giochetti.
Il ragionamento che facciamo a Renzi è questo: cogli la palla al balzo la mossa di D'Alema. Medita anche di non candidarti alle prossime elezioni, ma rifai a tua immagine e somiglianza il Pd, quel Pd che ha bisogno come l'aria di un tratto culturale e programmatico nuovo, che prenda le distanze da una certa sinistra, l'unico modo per attrarre anche voti moderati. Rileggiti quello che fece Mitterand con il Partito Socialista prima di approdare al primo mandato dell'Eliseo.
Tre anni fa veniva a mancare un intellettuale di rango, un uomo buono, capace, generoso, brillante. Il 31 gennaio 2014 si spegneva Giorgio Stracquadanio. È stato un alfiere delle pagine migliori del berlusconismo, tradito, deluso e sacrificato dalla degenerazione di un sistema che non sapeva più cogliere la differenza tra valore e servilismo, cialtroneria e onore, onestà e meschinità e che anche per questa ragione è caduto.
Come abbiamo appreso dai giornali, da qualche mese si è liberata purtroppo una posizione nel Consiglio perché è venuto a mancare il commissario Antonio Preto, e i Partiti hanno giustamente concorso alla proposizione di nuovi candidati da loro ritenuti validi a ricoprire questo ruolo. Andiamo dunque a vedere da vicino i profili che sono stati in qualche modo evidenziati sui giornali come "papabili" per sostituire il compianto Preto.
Muslim Ban. Ecco, questa volta Trump oltre ad aver sbagliato i termini della sua decisione, che ha poi goffamente tentato di semplificare ricordando di non aver fatto nulla di diverso dalle vecchie amministrazioni, ha dimenticato di chiedere scusa. Scusa a nome di tutti gli Stati Uniti d'America ai sette Paesi inclusi nel divieto. Se lo avesse fatto, forse, gli avremmo potuto perdonare almeno l'imperizia. Forse.
Non si può dimenticare la lezione di Einstein quando, entrando da immigrato negli Usa dopo la fuga dalla Germania nazista, compilò la carta per ottenere il permesso di soggiorno e, alla richiesta di descrivere la razza, scrisse semplicemente "umana". Tutti apparteniamo infatti alla razza umana, siamo fatti nello stesso modo, percepiamo la realtà in maniera identica: questo dovrebbe bastare per capirci e andare d'accordo, visto che le somiglianze che ci accomunano sono molte più delle differenze che ci separano.
La protesta contro il bando di Donald Trump che vorrebbe impedire l'arrivo negli Usa di cittadini musulmani provenienti da sette stati non si è fermata nelle piazze. Le voci critiche, il dissenso verso il neo eletto presidente americano, si fanno forti anche e in rete. Il vento di protesta riesce a correre più libero sul web, dove i confini si fanno più aperti e dagli Stati Uniti si allarga a macchia d'olio in tutto il mondo.
Concorsi nelle scuole, visite con viaggi fin nei campi di sterminio, mostre, spettacoli teatrali e concerti, presentazioni di libri: la varietà non manca nella celebrazione della Giornata della Memoria. Tanta inventiva dovrebbe evitare la noia della ripetitività e declina le inesauribili possibilità di come raccontare la più atroce delle storie europee e dell'umanità. Così facendo, la Giornata della Memoria sarebbe diventata addirittura un fenomeno di moda, l'appuntamento da non perdere.
Perché il discorso della sinistra italiana è inefficace di fronte al trumpismo? Perché il "progressista democratico" ha servito il capitalismo" scrive Nicola La Gioia su Internazionale. Aggiungiamo: per esempio ha salvato le banche franco-tedesche con 58 miliardi italiani; dal 2010 al 2014, per trovare quei 58 miliardi, i governi Berlusconi-Monti-Letta-Renzi hanno aumentato il nostro indebitamento per un valore pari al 3,6% del Pil.
Ogni anno quando arriva il freddo si parla di emergenza per le persone che vivono per strada. Ci si pone il problema di come arginare il rischio che ci siano donne e uomini lasciati a sé stessi in condizioni di vita molto precarie. Poi, finita l'emergenza, tutto torna come prima per ripresentarsi nelle stesse modalità l'anno successivo. Ecco, tutto questo non può essere considerato un'emergenza. Lo è solo nel momento in cui non si cercano soluzioni durante il resto dell'anno.
La via per la ricostruzione dell'Iraq passa dalle persone qui presenti, che in un gruppo di lavoro hanno discusso di strategie per riabilitare le donne vittime di Daesh, per avviare programmi di peacebuilding, ma anche per dialogare con presunti collaboratori di Daesh. La speranza passa dai giovani di Hit, nella regione di Falluja e Ramadi, che mentre erano sfollati hanno tessuto i fili tra attivisti che da lì erano fuggiti in tutto l'Iraq e hanno fondato un'associazione, chiamandola come il bar in cui si trovavano in centro città.
Con un dosaggio impeccabile delle parti, Raul Montanari mette in scena, nel suo ultimo romanzo "Sempre più vicino", un'umanità urbana che arranca e che tutti conosciamo, perché in parte siamo anche noi: è fatta di drammi esemplari (la morte dello zio, la sparizione, la condizione quasi di "orfano" del protagonista) e di spiragli di luce.
Presentata da EY in un evento presso la Triennale di Milano, la seconda edizione dello studio promosso da Siae, Mibac e con il contributo di molte realtà del settore, offre molti dati e spunti di riflessione. Il valore ancora inespresso della cultura e della creatività è pari a 24 miliardi di euro.