E qui scatta la seconda straordinaria lezione: Federer ci ha insegnato che cosa è una vittoria generosa, una vittoria umana, una vittoria bagnata di lacrime di gioia e di stupore. Lacrime non ricacciate indietro, non ingoiate, ma esposte con l'umiltà dei grandi. Una vittoria che si può permettere il lusso di dire: "oggi avrei accettato anche il pareggio". Eh sì, caro Matteo, certe volte per essere un vero campione bisogna persino rendere onore allo sconfitto.
Sarà sufficiente l'abbandono definitivo dell'ottica di parte per porre finalmente al centro del dibattito quella che guarda all'interesse generale del Paese. Il quale ha, innanzitutto, bisogno, prima di esprimersi democraticamente, di una legge elettorale non solo omogenea per entrambe le Camere ma, soprattutto, tale da assicurare l'avvento di una maggioranza, possibilmente netta e chiara.
Allo stato dei fatti, sono tre i possibili scenari: 1. Su Generali effettivamente i francesi di Axa stavano studiando un'Opa e quindi la mossa di Intesa, con Allianz, è difensiva. 2. I francesi non stavano studiando un'Opa e quindi la mossa di Intesa è soprattutto preventiva. 3. La mossa di Intesa, in connubio con Allianz, è soprattutto offensiva e delinea una strategia di cui ancora non si sono immaginati i contorni.
Checché ne pensino il presidente Orfini e il presidente Rosato la questione della legge elettorale e la stessa tematica sui tempi della fine della legislatura e sul ruolo del governo Gentiloni richiedono riflessioni più attente e approfondite di quelle assai sommarie che essi hanno sviluppato nelle loro più recenti interviste e dichiarazioni.
Al Cairo si prepara una svolta sulla Libia? La dichiarazione dell'altro giorno esclude ogni tipo di soluzione militare in favore di un riavvicinamento tra il governo di al Serraj e Tobruk. Il riferimento implicito è alla posizione del generale Haftar, fino a ora sostenuto dall'Egitto. Se le cose andranno in questo senso, potrebbe essere l'inizio della fine della guerra.
Abbiamo la possibilità che non abbiamo avuto da ragazzi. Di batterci per i Sioux, assieme a loro. Magari presidiando le ambasciate e i consolati americani quando l'esercito americano muoverà verso Standing Rock per farli sgombrare. E magari provando a farlo assieme ai nostri figli e ai nostri nipoti, perché sul futuro di quel pugno di indiani si gioca in gran parte anche il nostro e il loro futuro. Il futuro del mondo.
L'impressione è che Trump vada allegramente affastellando nemici su nemici, in un crescendo impressionante se consideriamo che è appena arrivato a comandare: e se questa è la direzione globale del metodo, se questo è il percorso psicologico scelto, impervia assai è la sua via. La luna di miele tra Trump e la maggioranza degli americani mai comincerà.
La protesta contro il bando di Donald Trump che vorrebbe impedire l'arrivo negli Usa di cittadini musulmani provenienti da sette stati non si è fermata nelle piazze. Le voci critiche, il dissenso verso il neo eletto presidente americano, si fanno forti anche e in rete. Il vento di protesta riesce a correre più libero sul web, dove i confini si fanno più aperti e dagli Stati Uniti si allarga a macchia d'olio in tutto il mondo.
Roma ha bisogno di nuova linfa. Mancano nuovi investimenti, soprattutto nei settori in cui la città può competere da leader: da quello del cinema e dell'audio-visivo, driver importante per l'economia romana, a quello della cultura e del turismo che sembrano aver fatto notevoli passi indietro. Non vanno dimenticati i settori della manifattura, del comparto moda e del polo tecnologico, che rimane pur sempre un punto di riferimento per l'innovazione e la ricerca.
Perché il discorso della sinistra italiana è inefficace di fronte al trumpismo? Perché il "progressista democratico" ha servito il capitalismo" scrive Nicola La Gioia su Internazionale. Aggiungiamo: per esempio ha salvato le banche franco-tedesche con 58 miliardi italiani; dal 2010 al 2014, per trovare quei 58 miliardi, i governi Berlusconi-Monti-Letta-Renzi hanno aumentato il nostro indebitamento per un valore pari al 3,6% del Pil.
Ogni anno quando arriva il freddo si parla di emergenza per le persone che vivono per strada. Ci si pone il problema di come arginare il rischio che ci siano donne e uomini lasciati a sé stessi in condizioni di vita molto precarie. Poi, finita l'emergenza, tutto torna come prima per ripresentarsi nelle stesse modalità l'anno successivo. Ecco, tutto questo non può essere considerato un'emergenza. Lo è solo nel momento in cui non si cercano soluzioni durante il resto dell'anno.
Il peso della tradizione e di antiche convinzioni sopravvive anche alle norme che vietano le mutilazioni sessuali. Perché, a esercitare il controllo sul corpo della donna non vi è solo la famiglia ma un'intera comunità con le sue regole sociali difficili da spezzare, pena l'esclusione.
Un treno della memoria che parte da Firenze e arriva ad Auschwitz per vivere un 27 gennaio che non sarà più dimenticato. A bordo tanti giovani provenienti da ogni parte della Toscana che sono stati protagonisti di una esperienza diversa e terribilmente straordinaria. Ho avuto modo di avere tra le mani la bellissima lettera scritta da Maria Sole Radicia, una studentessa 18enne di Chiusi, in provincia di Siena. La pubblico perché credo che dovremmo tutti leggerla e condividerla.
Ma qual è la realtà dell'essere giudici? I magistrati sanno qual è la carne, il sangue e il respiro del loro lavoro e sanno bene che solo chi è estraneo alla realtà del nostro lavoro può immaginare di accusarci di essere protagonisti indebiti e burocrati. È per questo che, come esponente di Magistratura Indipendente, mi preme richiamare l'attenzione dei lettori interessati sul magistrato, sul singolo magistrato, che è quel "corpo" che sto cercando di trascinare al centro della vostra attenzione.
La via per la ricostruzione dell'Iraq passa dalle persone qui presenti, che in un gruppo di lavoro hanno discusso di strategie per riabilitare le donne vittime di Daesh, per avviare programmi di peacebuilding, ma anche per dialogare con presunti collaboratori di Daesh. La speranza passa dai giovani di Hit, nella regione di Falluja e Ramadi, che mentre erano sfollati hanno tessuto i fili tra attivisti che da lì erano fuggiti in tutto l'Iraq e hanno fondato un'associazione, chiamandola come il bar in cui si trovavano in centro città.
Ancora oggi, che siamo senza una legge contro i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, la gente, gli insegnanti, i genitori, provano a parlare ai loro ragazzi, provano a indicare quale possa essere la soluzione per evitare di essere maltrattati, bullizzati, circoscritti e derisi. Passerà anche il Safer Internet Day, con qualche convegno, due belle slide e tante strette di mano e sorrisi, con un triste arrivederci alla prossima vittima di bullismo.
Una democrazia bloccata, in cui la tradizionale linea di frattura destra - sinistra con cui siamo stati sinora soliti classificare i rapporti tra le forze politiche, sarebbe sostituita da altre, forse più attuali e drammatiche, che passano per l'adesione all'euro e all'Unione europea, per le politiche sull'immigrazione o quelle sulla sicurezza nazionale e internazionale. Forse è questo il preoccupante futuro che ci attende.
Oggi più che mai sono maturi i tempi per una sindacalizzazione piena che riguardi non solo le Forze di polizia a ordinamento civile, ma anche e soprattutto i Corpi militari e le Forze armate. Del resto, come dimostra l'esperienza tedesca, lo status di militare non è incompatibile con l'essere sindacalizzati. Da questo punto di vista, anche la battaglia per il riconoscimento del diritto di sciopero ai lavoratori in divisa non può essere sottaciuta.
È sbagliato criminalizzare l'intero settore del gioco e compie un errore anche chi vuole mettere in discussione la riserva statale sul gioco. I dati mostrano che seguire la strada del proibizionismo non serve ma allo stesso modo si è rivelata errata anche la teoria secondo cui la legalizzazione del gioco avrebbe ridotto gli spazi per l'illegalità e che, di conseguenza, sia sufficiente far emergere il sommerso per risolvere i problemi.
Negli ultimi anni, con l'avvento del "califfato nero" di Al Baghdadi, l'umanità intera ha dovuto avere a che fare, per la prima volta nella sua storia, con l'esistenza di un vero e proprio "Stato terrorista". Il cosiddetto "Stato Islamico", ideato e creato da "Daesh" sulle basi e le fondamenta del più assoluto radicalismo islamico intransigente, ha rappresentato sino a oggi una vera e concreta minaccia per tutte le nazioni a esso confinanti.
Sembra maturo un cambio di politica e di prospettiva. Dopo anni di linciaggio mediatico il settore del trasporto pubblico può e deve essere visto, considerato e promosso per quello che è: un grande motore di crescita e di benessere, su cui vale la pena investire risorse pubbliche e private.
È un concentrato di amarezza, sentimenti andati a male, di inferni familiari, ''Lacci'', il testo teatrale che Domenico Starnone ha tratto dal suo romanzo omonimo; un insieme di sentimenti dolorosi, centellinati lungo uno spettacolo ben calibrato dalla regia di Armando Pugliese e dalla interpretazione di Silvio Orlando. E si ricrea cosi la copia vincente (Starnone e Orlando) del famoso ''Io speriamo che me la cavo''.