La soglia del 40% per il premio di maggioranza lasciata in campo apre alla possibilità delle "megaliste", che sono una forma di fatto di "coalizione" fatta "prima" del voto al fine di ottenere la maggioranza assoluta, piuttosto che tentare di formare faticose coalizioni fra partiti "dopo" il voto. Dentro le forme del proporzionale pulsa un meccanismo che favorisce il rientro dalla finestra di un maggioritario di fatto, che tiene aperta la strada per un governo del leader. Quanto di più italiano ci possa essere. Per ipocrisia e sottigliezza
Oggi ricorre la giornata della Memoria. Una data importante che viene celebrata anche ad Assisi dove furono salvati molti ebrei. Durante la persecuzione nazista molti di questi vennero nascosti dai cittadini, dai frati e dalle suore della città. Dal podestà Fortini che nascose alle SS la presenza degli ebrei al farmacista che faceva consegnare da un bambino le medicine per le famiglie nascoste in Basilica.
No. Le rimozioni nella politica, come nella vita, si pagano care. No, Matteo Renzi non è un incidente di percorso nel Pd. Non è un usurpatore. Matteo Renzi è la conclusione del lungo ciclo post-89 della sinistra storica italiana e europea, dopo Blair, Schroeder, Zapatero, Hollande. In particolare, Matteo Renzi è l'interprete estremo, ma coerente, della democrazia plebiscitaria alla base dello statuto del Pd e del liberismo europeista celebrato al Lingotto.
La Corte suprema ha emesso questa settimana la sua attesa sentenza sulla Brexit. Perché questa sentenza è anche un po' per noi? È improbabile che alteri il corso politico degli eventi. Il parlamento di Westminster ha segnalato in una mozione di dicembre che avrebbe appoggiato i piani del governo, anche se la proposta di qualche emendamento al disegno di legge che l'esecutivo presenterà potrebbe rallentare i tempi. È una sentenza che merita attenzione al di là dei confini del Regno, tuttavia, per due motivi.
Per uscire dalla "palude" non è il sistema proporzionale quello che ora a noi ci vuole. In questo senso, si può dire che la Seconda repubblica, con il suo sistema di alternanza tendenzialmente bipolare, sia ora davvero finita. E con essa è morta anche l'ambizione di far assomigliare il nostro sistema a quelli liberali classici. Prima di un giudizio di valore, questo è semplicemente un fatto.
La cronaca ci dà continuamente notizia di bufale che viaggiano sul web. Ma perché è così facile credere alle bufale? Più le notizie sono scandalistiche, più fanno audience. Un altro ruolo importante in questo ambito è quello dei social network, che spesso si sostituiscono ai tradizionali canali di informazione, avendo però ancora meno cura della veridicità della notizia.
I giornalisti, quindi, devono imparare a leggere la realtà con le lenti giuste, senza cedere al disfattismo e al catastrofismo, bensì alimentando nell'opinione pubblica il circuito virtuoso delle buone notizie, che infonde speranza in un domani migliore e trasmette fiducia nelle capacità dell'uomo di far prevalere il bene. A partire dalla Buona Novella per eccellenza, che è il Vangelo di Gesù.
La poca cultura si cura principalmente con un plus di cultura, con più ampie e argomentate spiegazioni. Appena qualche settimana fa ho notato, presso il Memoriale della Shoah a Parigi, un penetrante avviso che rendeva note le ultime pubblicazioni del Museo dedicate all'approfondimento storico dell'Olocausto. Vi era scritto: "la commemorazione non è conoscenza, come la memoria non è storia". Ricordiamoci anche di questo.
Si metta punto fermo alla catena delle illegittimità e si ricominci a parlare di contenuti materiali delle scelte politiche, e non ancora una volta della governabilità. Principio che da noi ha sviluppato appieno tutte le sue potenzialità antidemocratiche e che ha finito per produrre il suo esatto opposto: la stato confusionale di un sistema illegittimo. Basta, al voto subito.
Il suo muro, l'annullamento dell'incontro con Pena Nieto e le operazioni per bloccare l'accoglienza di siriani, somali, yemeneti ecc. sono in fondo dei piccoli spot comunicativi studiati a tavolino per rafforzare l'immagine conservatrice e autarchica del tycoon. È l'era del neoprotezionismo, che fa tanto "uomo-forte". Lo stesso vale per la presunta limitazione all'ingresso degli europei. Ma siamo solo al warm-up, la fase di riscaldamento.
Forse lo si è già dimenticato, ma fino a un paio di anni fa nei nostri musei non si poteva scattare una fotografia.
È stato solo con l'Art Bonus che si è giunti a questa piccola grande rivoluzione, un vero traguardo di civiltà, grazie a un articolo che prevede libera riproduzione di qualsiasi bene culturale, a esclusione dei beni bibliografici e archivistici. Ora gli sforzi sono finalizzati all'estensione della liberalizzazione anche a questi due ambiti: un obiettivo per il quale si è formato un vero e proprio movimento, assai attivo.
In una giornata come questa, tutti devono sapere chi era Etty Hillesum - la scrittrice olandese di origine ebraica vittima della Shoah - perché le sue parole svelano il percorso di una giovane donna che, nel corso di un biennio, visse nella maniera più intensa la sua vita, perché sapeva cosa stava accadendo intorno a lei e come sarebbe andata a finire. Decise di essere di aiuto agli altri, ai tanti ebrei che presto avrebbero condiviso con lei il "destino di massa" della morte amministrata dalle autorità tedesche.
Primo Levi sosteneva che la memoria di Auschwitz andava via via scomparendo. Così come credeva che non si sarebbe ripetuta la follia nazista ma che ci fossero segni precursori, soprattutto la violenza. C'è da chiedersi cosa scriverebbe oggi, di fronte al nazionalismo miope di Le Pen, al razzismo becero di Salvini, al protezionismo borioso di Trump e, soprattutto, alla passiva indifferenza di tutti noi.
Il 20 gennaio è cominciata l'era Trump e si è conclusa quella del capo dei capi del narcotraffico mondiale, il messicano El Chapo, boss del cartello di Sinaloa. Preceduto da un'epopea ventennale di tre catture e due fughe di prigione, propiziate da corruzione politica e patti criminali, questo capitolo americano della saga del boss sinaloense inaugura l'era Trump e, anche se il capo sarà processato e condannato, gli auspici non sono i migliori per il Messico e per il mondo.
Al teatro Verdi di Pisa è prevista la messa in scena di "Bent" di Martin Sherman per le scolaresche. I genitori firmano una petizione per bloccarne la messa in scena, perché non adatto a un pubblico di adolescenti. Invano. Nessuno ha mai messo in dubbio la difficoltà del tema, dovrebbero capire i genitori. Ma è la stessa Shoah a essere difficile da capire. Pazzesca, inimmaginabile, inaccettabile da qualsiasi mente sana.
Mentre viviamo con costernazione il Giorno della Memoria, il vento gelido siberiano del Buran da Auschwitz soffia impetuoso sulla fragile e irrequieta pace tra Israele e Palestina. I clangori di un nuovo conflitto, seppure non tradizionale, tra le due nazionalità assordano Gerusalemme e risuonano fino a Bruxelles e Washington.
La battaglia di Mosul potrebbe finire a Marzo. Ogni giorno un nuovo villaggio del circondario viene liberato da Daesh e interi quartieri della città ritornano accessibili. Il conflitto però sarà ancora lungo in tutta l'area e le variabili infinite, soprattutto per la convivenza tra comunità. Le ferite sono profonde, chi è fuggito non si fida di chi è rimasto e magari ha collaborato con Daesh.
Contaminazioni tra animaliadi e ambientazioni gotiche, tra fiabe popolari e fantasy classico, volteggi narrati con una prosa limpida e piacevole: questi dieci paradigmi sulle creatura diverse ci fanno riflettere sulla nostra intrinseca, innegabile diversità e ci ricordano che, volenti o nolenti, siamo tutti speciali. Basta accorgersene.
Se c'è un dato di fatto certo è che gli ebrei non hanno mai smesso di essere odiati, a volte senza conoscerli, senza motivazioni, semplicemente perché ebrei. Parrà banale dire che solamente "ricordare", è l'unico vaccino contro l'oblio, contro la minimizzazione, contro l'odio. Perché, 74 anni dopo, l'unica cosa certa è che gli ebrei "li odiamo" ancora di più.
Il conflitto fra la Santa Sede e l'Ordine di Malta in realtà è un déjà-vu. Ma dietro c'è molto più di ciò che appare. Sì, ci sono interessi finanziari, dinamiche interne alla Chiesa e necessità di riforma. Ma c'è soprattutto lo scontro magmatico fra il passato e il presente, fra il medioevo e la postmodernità.
Dio è morto, Marx pure e la sinistra in crisi di identità. Tanto in crisi, che Sanders "apre" a Trump, Fassina pure e più di un compagno occhieggia al "dux" amerikano, l'antimercatista amico degli operai e nemico del Nafta. C'è molta confusione sotto il cielo. Stiamo andando oltre la destra e la sinistra, come tutti i movimenti definiti populisti - a incominciare da Grillo - si auguravano? O c'è un nuovo asse estrema destra-estrema sinistra all'orizzonte? Un nuovo patto Molotov Ribbentrop?
L'incostituzionalità del Porcellum prima e dell'Italicum poi deriva dall'idea, maturata dalla politica contemporanea, che chi governa sia legittimato a creare un sistema elettorale a proprio uso e consumo. Ed è proprio questa patologia che va curata per evitare che il sistema istituzionale venga cancellato da uno tsunami di esasperazione.