Cappella
Con il termine cappella nell'architettura religiosa si intende un'ampia nicchia ricavata all'interno di una chiesa, oppure un piccolo edificio, spesso funzionalmente legato ad un altro edificio più grande, ad esempio la cappella nobiliare all'interno di un palazzo o villa patrizia, la cappella di un convento, ecc.
Nel medioevo con cappella si indicava anche una chiesa di villaggio soggetta a una pieve.
Secondo la tradizione, il termine cappella viene dalla Chiesa di San Martino di Tours, nella quale era conservata come una reliquia la cappa di San Martino. L'uso è stato dato, per estensione, anche ad altri edifici di culto.
Una cappella all'interno di un edificio storico si apre in genere da una navata laterale ed è provvista di un proprio altare ed è dedicata al culto di un particolare Santo.
Le cappelle laterali venivano spesso realizzate dopo la costruzione della chiesa, come ampliamento, e finanziate grazie alla donazione o al lascito di appartenenti ad una famiglia dell'aristocrazia o della ricca borghesia. Il più delle volte era anche il sepolcreto familiare. Negli esempi più importanti erano riccamente decorate dai maggiori artisti dell'epoca.
Dopo il Concilio Vaticano II e le conseguenti disposizioni in merito all'architettura religiosa, le cappelle nell'architettura contemporanea hanno uno scopo prevalentemente funzionale[non chiaro].
Indice
Codice di diritto canonico[modifica | modifica wikitesto]
Secondo il canone 1226 del Codice di diritto Canonico, "Col nome di cappella privata si intende il luogo destinato, su licenza dell'Ordinario del luogo, al culto divino in favore di una o più persone fisiche".
I successivi canoni prevedono che per celebrare Messa o altre sacre funzioni in una cappella privata, si richieda la licenza dell'Ordinario del luogo e che "siano riservati unicamente al culto divino e liberi da ogni uso domestico".
Cappellania[modifica | modifica wikitesto]
All'istituzione delle cappelle era in genere collegato un lascito per assicurare attraverso un beneficio a favore del cappellano, il culto divino. Alla famiglia concedente in genere veniva accordato il diritto di patronato. Venne perciò a radicarsi l'uso di chiamare "cappellania" le istituzioni non parrocchiali[non chiaro].
Il termine è ora usato per indicare le cure d'anime in situazioni particolare come le cappellanie ospedaliere oppure universitarie o quelle destinate ai migranti[1].
Cappelle famose[modifica | modifica wikitesto]
Cappelle molto celebri sono: la Cappella Sistina e la Cappella Paolina in Vaticano, la Cappella Paolina nel Palazzo del Quirinale a Roma, la Cappella degli Scrovegni a Padova, la Cappella Palatina nella Reggia di Caserta, la Cappella Palatina (Palermo), la Cappella Palatina di Aquisgrana, le Cappelle Medicee e la Cappella dei Magi a Firenze, la cappella di San Brizio nel duomo di Orvieto, la Cappella di Versailles, la Sainte-Chapelle a Parigi, la Saint George's Chapel del Castello di Windsor, la Cappella del Trinity College (Cambridge). La Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi contiene due cappelle, la Cappella del Transito e la Porziuncola; la Basilica della Santa Casa a Loreto contiene la Cappella della Santa Casa.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Gli Orientamenti pastorali per l'immigrazione del 1993 raccomandano di «erigere, laddove vivono gruppi consistenti di fedeli della stessa lingua, una missione con cura d'anime o una cappellania a seconda del caso»
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Cappella, in Tesauro del Nuovo soggettario, BNCF, marzo 2013.