Fra meno di venti giorni comincia il Festival di Sanremo, nel momento peggiore di un terremoto che sta devastando il cuore del Paese. Che senso ha cantare per una settimana, facendo finta che nulla sia sia successo? Forse basterebbe immaginare di trasferire per una volta il Festival proprio lì, in mezzo a quella gente che si sbatte da mesi per cercare di sopravvivere e una nuova identità. Sanremo anche dentro un tendone, perché no?
Sarebbe una follia (anche per le aziende dell'edilizia) non utilizzare il "sismabonus" grazie al quale lo Stato restituisce l'investimento privato fino all'85% per far aumentare la resistenza antisismica di una abitazione o di un intero condominio aggiungendo l'efficienza energetica. È una novità clamorosa che mette fine a ogni alibi.
Per coloro che credono e per coloro che non credono e anche per coloro che credono di credere: il dio del Vangelo e il Dio della fede cristiana non è il dio a guardia della metereologia e/o a garanzia dei fenomeni naturali. C'è troppa gente che crede di pregare ma in realtà parla solo con se stessa, trasformando la preghiera a mero psicologismo autogratificante. Non basta chiudere gli occhi e stare in raccoglimento per incontrare Dio!
La vittoria di Tajani e della destra è meno feconda e importante della sconfitta di Gianni Pittella e della sinistra. Stavolta tutta la sinistra ha mantenuto la parola. I socialisti non hanno ritirato la loro candidatura per cercare il solito accordo con i centristi e Gue e Verdi l'hanno appoggiata nel voto decisivo in maniera compatta, con rare eccezioni. È ricomparsa al parlamento europeo una grande alleanza di sinistra che era stata sepolta per anni sotto la coltre delle grandi coalizioni alla tedesca fra popolari e socialisti.
Dobbiamo fare i conti con un autentico sconvolgimento del quadro politico internazionale; guai a far finta di niente. Dietro le "scosse" che caratterizzano il quadro internazionale (Brexit, la vittoria di Trump, il ruolo mondiale di Putin, il terrorismo islamico, le vicende siriane, irachene, libiche, la stessa crisi dell'Europa) ci sono indubbi fenomeni "strutturali" per dirla in termini marxisti.
Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca hanno molti tratti in comune. Stanno utilizzando gli attuali incarichi come trampolino di lancio per un proprio movimento politico. Di programmi non si parla ancora e non è chiaro quale sarà il progetto politico dei due. A rimetterci sono, naturalmente, le istituzioni. L'impressione è che l'ossessione per i propri destini personali stia prevalendo sugli sforzi amministrativi.
Sarà una delle più grandi manifestazioni per i diritti civili dagli anni Sessanta, dicono. Le donne ci mettono la faccia, l'organizzazione e l'indignazione (contro il misogino Trump), ma a fare massa ci sarà di tutto: dalle organizzazioni ambientaliste a quelle per i diritti dei carcerati, dai chi lotta contro le discriminazioni razziali a chi invoca limita alla vendita di armi. Perché tutte le battaglie per i diritti hanno a che fare con le donne.
Si deve adottare un modello di "economia umana" che lavori a servizio del 99% - e in ultima analisi, del 100% degli abitanti del pianeta; che si fondi su accordi di cooperazione globale per la messa al bando dei paradisi fiscali e la lotta senza quartiere all'elusione fiscale; che sancisca il ritorno a sistemi di contribuzione fiscale più progressivi, che elevi gli standard di sicurezza e retribuzione per i lavoratori, mettendo fine a un odioso gender pay gap.
A trent'anni dalla morte di Giovanni Arpino, è giunto il momento di celebrare lo scrittore che trasformò un pallone in letteratura. A lui, noi che ci occupiamo di faccende e vicende sportive, dobbiamo l'orgoglio di sentirci "bracconieri di tipi e personaggi". Lo sport di Giovanni possedeva muscoli forti, ma soprattutto conosceva la fonte pura della parola perfetta. La parola che resta, rara e precisa. Anche perché "La vita o è stile o è errore".
Una strage come questa e la cancellazione delle edizioni future del festival, già annunciata dalla sindachessa di Playa del Carmen, rappresenta un grosso colpo d'immagine e ha già suscitato le reazioni energiche delle associazioni patronali della regione, ma evidenzia soprattutto che il sistema d'impunità e i patti narcos-stato possono saltare facilmente e venire evidenziati pubblicamente.
Se la dimensione locale del conflitto per il controllo del prossimo governo federale è manifesta, non meno importante è la seppur silenziosa competizione tra le potenze regionali che in questi anni hanno investito, economicamente e politicamente, nel processo di pace in Somalia.
Se si votasse attraverso il 730, il Pd avrebbe la maggioranza assoluta. Lo dicono i dati che qualche giorno fa il Mef ha diffuso: oltre il 50% dei contribuenti, che possono destinare il 2x1000 del loro reddito a un partito politico, ha scelto il Pd. Sarà interessante verificare questo dato il prossimo anno dato che, scomparendo ogni altra forma di finanziamento pubblico, rimarrà solo questo strumento.
Un punto è chiaro: nelle ultime settimane del suo mandato Obama è diventato sempre più popolare, ma rimane un presidente che divide, con la gente nettamente polarizzata nel giudicare la sua eredità politica e di governo. Il 45% degli intervistati dice che Obama verrà ricordato come un presidente "superiore alla media" o addirittura "eccezionale". Una percentuale superata solo da Ronald Reagan che raggiunse il 59%. Altri tempi!
Non risolveremo la situazione se il governo approva il Reis, se il M5S ripete come un mantra "reddito di cittadinanza", se Sinistra Italiana fa finta di mettere il reddito minimo garantito nel suo programma mai sostenendolo convintamente per non dare problemi ai sindacati. Abbiamo bisogno di coinvolgere, di spiegare i campi in base alle idee e a chi ha voglia di sostenerle e attuarle. Questo per me può essere progressismo. Altro che Pd.
Un giovane Prodi non potrà mai esistere perché nel momento stesso in cui esistesse sarebbe un altro: un personaggio giovane non solo sulla carta d'identità, ma anche nell'apparire e nel proporsi. E soprattutto nel curriculum. E se fosse Renzi, nonostante gli attriti e le difficoltà - e le colpe di tutti - l'ultimo "giovane Prodi" in grado di tenere insieme il Pd (e Bersani non se ne fosse accorto, o peggio volesse non vederlo)?
Spesso e volentieri, l'idea che una qualche specie estranea a un ecosistema possa entrarvi in contatto e stravolgerlo, è stata la colonna portante di film e cartoni animati. Al giorno d'oggi tuttavia, proprio ciò che un tempo sembrava pura fantasia è realtà. Una realtà studiata, documentata e per certi versi anche pericolosa.
Dopo il successo de "Il profumo delle foglie di limone", bestseller che ha venduto un milione di copie, torna Clara Sánchez con il sequel, sempre edito da Garzanti e di nuovo tradotto da Enrica Budetta: "Lo stupore di una notte di luce". La prosa piena, che abbraccia immagini, sensazioni, azioni, pensieri e introspezioni, segue un andamento molto fluido e piacevole.
Tornano i partiti. Sono tutti in crisi di identità, affannosamente alla ricerca di una leadership, di un nuovo equilibrio interno che metta fine alle polemiche, agli scontri fra correnti. La sinistra è divisa da tempo fra un'anima radicale e una riformista e continuerà a esserlo, la destra oscilla fra la voglia di moderatismo del centro e l'estremismo populista della Lega.
Più pensiamo che il sapere ci possa assicurare un futuro almeno soddisfacente, più si rende la scuola un mero adempimento burocratico, svuotata proprio della sua ragion d'essere, cioè di formare persone capaci avere piena cognizione del mondo.Oggi la grande possibilità dell'Italia è proprio nell'avere una scuola formidabile, che abbia amore infinito per il sapere, perché è per questa ragione che è stata fondata, sin dai tempi della Grecia.
La vita umana si è fatta funzione. Unʼorizzontalità massificata nel flusso continuo della simulazione, in una pseudo-spontaneità in cui è possibile condividere news diramate dai maggiori centri di comunicazione virale accompagnate da opinioni che certifichino pubblicamente la nostra identità di fronte ad una cerchia di amici, i "contatti", che simulano "il mondo". La condizione immaginaria è comunque uno stare in pubblico, perpetuamente.
Aeham Ahmad è il pianista di Yarmouk, un campo profughi alle porte di Damasco. La musica come antidoto alla guerra e alla miseria. Finché durante un'irruzione dell'Isis è stato distrutto il suo pianoforte. Oggi ce l'ha fatta, vive da qualche mese vicino Francoforte come rifugiato politico. Adesso è per la prima volta in tournée in Italia per far conoscere la sua musica ma, soprattutto, la sua storia. Una storia di musica e di speranza.
Nell'era digitale gli investimenti in un progetto discografico sono rilevanti. Nel 2015 le label musicali hanno immesso oltre 4,5 miliardi di dollari in attività di ricerca e sviluppo di nuovi artisti e nel marketing a livello globale. Nel 2016 la Top of the Music italiana degli album ha visto 17 artisti italiani sui primi 20. Un successo importante, se confrontato con il cinema, dove solo il 28% dei film più visti nel nostro Paese nel 2016 sono nazionali.